CORSO CREARE CON IL LEGNO

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CORSO CREARE CON IL LEGNO
CORSO
CREARE CON IL LEGNO
REALIZZAZIONI ARTISTICHE
A CURA DI IMPARARE FACILE ON LINE
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Indice Argomenti
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Mani in bassorilievo;
Giacca d’autore;
Fiore segnatempo;
La catena;
La sedia scolpita;
Il vaso
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MANI IN BASSORILIEVO
BASTA UNA SGORBIA, UN MAZZUOLO, UNO SCALPELLO E
UN PO’ DI SENSO ARTISTICO PER RICAVARE DA UN PEZZO
DI LEGNO UN OGGETTO PER ABBELLIRE LA VOSTRA CASA.
La scultura su legno è quella che richiede il minor investimento
per quanto riguarda l’attrezzatura. Infatti per scolpire il legno
occorrono solo mazzuolo, scalpelli e sgorbie.
Anche il legno è tra i materiali più economici e adatti alla
scultura.
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Potete scolpire tutti i tipi di legno, dal balsa al bosso, ma quelli
usati più frequentemente sono quelli poco duri, che hanno una
fibra compatta come il cirmolo, il tiglio, l’olmo e l’ulivo.
Il bello della scultura è che potete interrompere e riprendere il
lavoro ogni volta che lo desiderate senza dover pulire gli
attrezzi o temere che il materiale perda la sua lavorabilità.
Se vi volete dedicare a quest’arte però tenete in considerazione
due problemi: il legno non perdona gli errori, se sbagliate un
colpo di scalpello, magari all’ultimo minuto, rischiate di rovinare il
lavoro di giorni; il secondo è che i ferri da taglio necessitano
una continua affilatura, specie se usati su legni duri, perché si
smussano rapidamente e rendono più faticoso ed impreciso il
lavoro.
Il “bassorilievo” è il primo passo per avvicinarsi
a quest’arte.
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Dopo che avete deciso il soggetto, fatene un disegno a
grandezza naturale, da tenere sempre sott’occhio.
Cominciate quindi col tracciare sulla tavola a matita lo schizzo
preliminare ricavato dal disegno.
Seguitene prima i contorni, spianando la base fino a far
emergere il soggetto per tutta la sua altezza.
La scultura
dei particolari parte sempre da
quelli più alti, in questo caso dai polsini. Quindi
sbalzate i polsini lavorando prima sul traverso
della vena per troncare la fibra e poi lungo la
vena, sempre dirigendovi verso l’alto.
Delineate poi le linee incrociate. A questo
punto dedicatevi alla lavorazione della base, abbassandola fino al
livello voluto e arricchendola di tagli controvena, fatti con lo
spigolo della sgorbia.
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Quando avete completato la base,
passate
al
delicato
lavoro
di
rifinitura dei particolari, come il
contorno delle dita, le unghie, le
rughe sulle nocche, l’incavo e la
sfilacciatura dei polsini.
Eliminate ogni scheggia lasciata dagli
scalpelli
rifinendo
le
fessure
più
strette..
Lisciate le superfici utilizzando una
carta di grana grossa, essendo questa
una scultura rustica.
Spolverate accuratamente il bassorilievo, utilizzando una pistola
ad aria e poi utilizzate una finitura di gommalacca che impedisca
alla polvere di fissarsi sui tagli contro vena.
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GIACCA D’AUTORE
UN COMPLEMENTO D’ARREDO VERAMENTE ORIGINALE
Riproduci un capo d’abbigliamento con tale minuziosa precisione
da farlo sembrare vero. Questa tecnica è chiamata “trompe
d’oeil”, termine francese che tradotto letteralmente significa
“frega l’occhio”.
Quest’arte è molto antica e la ritroviamo soprattutto sulle
pareti dove dipinti di finestre aperte su giardini danno a locali
angusti un’ampiezza sconfinata.
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Dovrete lavorare di sgorbia, scalpello e mazzuolo, utilizzando
una
tavola spessa di
buon
legno esotico perfettamente
stagionato.
Riportate il disegno della giacca ingrandito
della misura voluta, sulla tavola da scolpire.
Marcatene bene i contorni.
Se non siete dei buoni disegnatori ricorrete a
poster o fotografie fatte ingrandire in scala
1:1 e ricalcatene i particolari con carta
carbone.
Bozzate la tavola con la sega circolare o il
seghetto alternativo, tenendovi un paio di
millimetri esterni al disegno.
Per raggiungere i contorni esatti utilizzate raspa
e carta abrasiva.
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Incominciate l’intaglio utilizzando una sgorbia affilatissima.
Scavate prima il contorno esterno del bavero e quello interno
delle maniche che serviranno da guida e riferimento per
modellare la parte anteriore.
Facendo molta attenzione ricavate gli altri elementi: bavero,
tasche e maniche, dando un dislivello realistico.
Lisciate con lo scalpello le scanalature lasciate
dal lavoro della sgorbia. Affidate allo scalpello
anche i tagli dritti, come l’orlo del taschino, le
punte
dei
revers
e
la
creazione
dei
sottosquadra del colletto.
Usate prima lo scalpello insieme al mazzuolo e poi a mano libera,
così da sentire meglio l’andamento della vena.
Completato l’esterno, procedete a scavare dentro il colletto,
sempre incominciando con lo scalpello e proseguendo con lo
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scalpello, creando i due pezzi visibili dell’appendiabito e il
sottosquadra sotto il bavero.
Volendo
realizzare
un
oggetto
trompe
d’oil,
lavorate
accuratamente con tamponi abrasivi in modo da far scomparire
bene i segni dello scalpello.
Levigate quindi tutto a specchio con carta
120 o 150, per poter riprodurre l’aspetto del
tessuto e ripassate poi la levigatura con due
mani incrociate di carta di grana 60.
Rifinite in fine con gommalacca dando più stesure,
intervallate da leggere passate con carta vetrata
finissima.
Utilizzando lo stesso metodo di lavorazione potete
creare anche altri capi, come un pantalone.
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CAPPELLO
Per realizzare questa scultura, partite da una tavola di spessore
adeguato, marcate sopra il contorno della cupola del cappello e
sui fianchi l’altezza della tesa.
Seguite, con l’aiuto di un saracco, affondandolo di pochi
millimetri per volta, la seconda linea e con lo scalpello eliminate
dalla tavola il legno perimetrale fino a raggiungere il taglio di
sega, ripetendo quest’operazione fino a sgrossare la cupola.
Spianata la base della tavola, marcate il contorno della tesa,
seguendola con il seghetto alternativo.
Lavorando di sgorbia e scalpello otterrete il risultato finale.
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FIORE SEGNATEMPO
UN GIRASOLE SEGNATEMPO REALIZZATO CON IL PIU’
BELLO DEI NOSTRI LEGNI NOSTRANI, L’ULIVO
L’ulivo è il più bello dei legni mediterranei, sia per la ricchezza
delle venature, che creano un armonioso ed intricato gioco di
chiari e scuri, sia per la facilità con cui lo si può levigare a
specchio esaltandone il gioco dei colori.
Essendo l’ulivo uno degli alberi più longevi, come il castagno,
raggiunge e supera i mille anni di vita.
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Crescendo contorto perde spesso il cuore del tronco, per questo
motivi e difficile trovare tavole molto lunghe, larghe e spesse,
per questo motivo il legname disponibile è soprattutto in
pezzature ridotte, con pezzi tagliati di traverso alla vena, vere e
proprie fette di tronco.
Utilizzate quindi una fetta di tronco e un ramo, per cuore, petali
e stelo del fiore.
Tracciate sul grezzo di partenza, che sarà di
forma
irregolare,
la
circonferenza
del
quadrante.
Seguite poi la traccia un po’ all’esterno
con la sega a nastro. Cercate di salvare il
più possibile del grezzo , perchè lo
riutilizzerete per i petali e le foglie.
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Levigato il taglio, tracciate due diametri a squadra fra loro e
disegnati due esagoni che partano dai diametri e quindi risultino
sfasati di 30°.
Utilizzate una fresetta per incidere l’esatta
posizione delle ore con cifre romane.
Riempite i solchi con stucco scuro, cosche le
ore risultino evidenti sul quadrante.
L’ulivo è uno dei legni nostrani più duri,
ma grazie all’olio che contiene, e che
gli da anche un buon profumo, ne
facilita la sua lavorazione, lubrificando
seghe, pialle e scalpelli.
Usate una sega a nastro ben affilata e poco stradata per
tagliare al traverso e ricavare le tavole sottili per i petali del
fiore.
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Attrezzate la sega con una giuda parallela piuttosto larga contro
cui poggiare i pezzi, mantenendoli verticali, così da ottenere
pezzi con facce parallele, perché contro vena vi sarebbe
impossibile piallarli e spessorarli.
Lisciate
il
bordo
dei
petali
con
la
levigatrice a nastro o con un tamburo
abrasivo montato sul trapano.
Prima di tagliare in tondo il quadrante,
aprite a tergo del grezzo un foro cieco del
diametro
e
lunghezza
uguali
a
quello
dell’asse del movimento di cui si traccia il
contorno.
Rendete
con
una
punta
molto
sottile
passante il foro da usare sul davanti come
centro del compasso.
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Aprite nel bordo esterno del quadrante col minitrapano o con un
bedano di larghezza adeguata, le mortase, profonde almeno 5
mm.
Inserite ed incollate le basi dei petali nelle
mortase, lo stelo con eventuali foglie va
incollato
in
un
foro
aperto
nel
bordo
inferiore del quadrante.
Scavate la sede del movimento quanto a far
uscire sul davanti, allargando il foro a
misura, il triplice perno su cui si calzano le
lancette.
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LA CATENA
DA UN TIPICO LAVORO CONTADINO, UNA ESECUZIONE
FACILE, MA DI GRANDE EFFETTO
Questo lavoro paziente di intaglio una volta veniva eseguito dai
malgari al pascolo utilizzando solo un ramo trovato al pascolo e
un semplice coltello appuntito ed affilato con la lama pieghevole.
Oggi per realizzare questa scultura d’intaglio,
procuratevi un ramo di legno duro di castagno,
noce, bagolar, frassino, larice o betulla, lungo e
grosso a vostro piacere, meglio anche se
abbastanza dritto.
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Incominciate con una serie di incisioni circolari, equidistanti, che
marchino la lunghezza delle aperture delle maglie, che deve
essere anche uguale alla lunghezza dell’incrocio fra di loro.
Quindi avrete portato a croce la sezione del ramo con otto tagli
di circolare. Dopo aver marcato la lunghezza delle maniglie,
aprite con il trapano, lavorando con la punta accostata all’asta
della croce, stando attenti di non toccare la zona di incrocio
delle maglie.
Le serie di fori risulteranno sfalsate sulle facce della catena di
circa il doppio dello spessore delle maglie.
Utilizzate un coltello o uno scalpello per
marcare all’esterno la divisione fra le
maglie.
Spianate
irregolarità
poi
lasciate
all’interno
dal
lavoro
le
di
foratura sulle pareti e impostate la
sede per il taglio di separazione.
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Quindi ora avrete spianato le facce delle maglie, alternandole
ovviamente a squadra e aperto le relative asole.
Separate le maglie una dall’altra lavorando
pazientemente con un gattuccio o una lama
da ferro, tagliando la giunzione fra le loro
teste.
Lavorate con mano ferma e cautela, soprattutto alla fine del
taglio, evitate che la lama incida le pareti dell’altra maglia.
Terminate il lavoro con coltello, lima e carta
abrasiva, levigando tutti i tagli e smussando
le pareti di ogni maglia fino a quando i vari
elementi saranno liberi di muoversi.
Rifinite con due passate di ceralacca.
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LA SEDIA SCOLPITA
UNA SEDIA DALL’ASPETTO ELEGANTE RISPETTANDO I
CANONI DELLO STILE
Scegliete il legno che desiderate utilizzare. Non dovrà essere né
pino né abete, ma un legno duro a fibra dritta e compatta come
il faggio, il noce, il rovere, o legni più esotici come il palissandro
e l’ebano.
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Tenete conto che le gambe posteriori e la spalliera dovranno
essere inclinate all’indietro. Il faggio è il tipo di legno
più
adatto, perché ha la caratteristica di poter essere curvato a
caldo e a vapore. Tale curvatura si ottiene sagomando le gambe
posteriori, che sono un pezzo unico con la spalliera, partendo da
una tavola.
Dovrete poi fissare le traverse delle gambe e spalliera, così
come i quattro elementi che reggono il sedile, utilizzando
incastri
a tenone e mortasa, che dovrete eseguire con la
massima cura, perché la solidità della sedia sarà affidata solo ed
esclusivamente alla tenuta degli incastri essendo essa il mobile
più soggetto a sollecitazioni dinamiche.
Utilizzando una contromaschera
preparata in precedenza con un
pezzo di scarto, iniziate col
piallare a filo e spessore (38 o
42 mm)le due facce del pancone di rovere
e tracciatevi,
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cercando di ridurre al miniamolo sfrido, la sagoma delle gambe
anteriori e posteriori.
Usate per i tagli sagomati o una sega a
nastro con una lama molto stretta o un
potente seghetto alternativo, perchè
dovrete tagliare un
legno duro di
grosso spessore, montate il tutto a banco, così che possiate
seguirne il percorso ad occhio.
Aprite le mortase per i tenoni
delle traverse nelle facce interne
delle quattro gambe.
Fissate sul panetto della mortasatrice le gambe, dato che non
sono rettilinee, in posizione tale che le punte (Ø circa 10
mm.)siano perpendicolari esattamente all’estremità inferiore dei
pezzi e quindi parallele al pavimento.
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Aprite ogni misura di mortasa anche per un pezzo di scarto che
userete come dima per i rispettivi tenoni.
In cima alle gambe aprite due fori ciechi del Ø di 12x25 mm.
Piallate le traverse reggisedie ad
una sezione di 30x50 mm. e tagliate
di lunghezza pari ai lati del sedile
più la lunghezza dei tenoni.
Le traverse inferiori dovranno essere più strette, circa 25x40
mm., e di pari lunghezza. Studiate la sagoma delle gambe in modo
che le sedi delle mortase si trovino sulla stessa linea verticale.
Aprite una battuta profonda quanto lo spessore del sedile nel
bordo inferiore dei reggisedile.
Smussate tutti gli spigoli di tutti i pezzi co una fresa a mezzo
toro, montata nella fresatrice portatile.
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A
questo
punto
avrete
quattro
femmine, che sono i pezzi con le
mortase e otto ,aschi, che sono i pezzi
con i tenoni, più la traversa inferiore
della spalliera.
I tenoni ottenuti lavorando con la circolare
da banco dovranno essere calibrati sulle
mortase aperte nei pezzi di scarto per non
slabbrare quelle aperte nelle femmine..
Forzate
leggermente
l’accoppiamento.
Aiutando l’inserimento con della colla.
Montate quindi fra le gambe posteriori la traversa bassa, il
reggisedile
e
la
base
della
spalliera,
controllandone
la
squadratura.
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Stringete fra morsetti l’intero schienale
finchè la colla abbia fatto presa, avendo
cura di proteggere con opportuni spessori i
punti
di
pressione.
lavorazione
Ogni
dipenderà
dalla
successiva
perfetta
squadratura dello schienale.
Inserite nelle mortase altri due reggisedie e altre due traverse,
quando
la
colla
sarà
asciutta,
sempre
controllandone
la
squadratura.
Montate il gruppo delle gambe anteriori,
reggisedie e traversa assieme al gruppo
posteriore, così da averlo pronto da calzare
sulle traverse.
Rivestite la testa del mazzuolo con un pezzo
di cuoio e inserite le traverse col tratto di
femmina ben poggiato sul piano di lavoro.
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Lo spessore della tavola per la
cimasa della spalliera di circa
15 mm. maggiore di quello
della sommità delle gambe, va
maggioratodi circa 30 mm. così da consentire, assottigliandolo
davanti al centro e dietro le ali, di ottenere un pezzo curvo, la
parte centrale dove si innesterà lo scudo deve però risultare
rettilinea. Segnatene i contorni usando una controsagoma di
cartoncino sulla tavola non ancora curvata.
Aprite con una mecchia a bandiera
o Forstner Ø 30 mm. la finestra
sommatale che sarà utile come
maniglia per il trasporto della sedia
essendo non molto leggera, allineando tre fori di cui poi
raddrizzerete le pareti con raspa e lima. Potrete farlo sia prima
che dopo aver sagomato i bordi della traversa nel cui bordo
inferiore si aprono al centro una mortasa ed ai capi due fori
ciechi Ø 12 mm. e profondi 25 mm.
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Eseguite tali fori con la mortasatrice e la stessa punta che
avete usato per i fori aperti in cima alle gambe posteriori.
Finito il lavoro di taglio, passate alla curvatura, se non l’avevate
già fatto prima, da sbozzare a scalpello e rifinire con un
tamburo abrasivo montato sul trapano.
Arrotondate quindi i bordi del pezzo con la fresatrice, dove
possibile, se no a mano con strisce di tela abrasiva, negli angolini
non raggiunti dalla macchina.
Incollate nelle mortase della cimasa, due spine Ø 12x48 mm. e il
tenone superiore dello scudo ed incastrate il tutto sulla traversa
inferiore della spalliera e sulla sommità delle gambe.
IL BASSORILIEVO CON LE PERE
Verifichiamo che lo spessore dello scudo, che avrete sagomato
col seghetto alternativo, sia uguale alla sommità delle gambe
posteriori.
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Tracciate il disegno del bassorilievo e, bloccandolo sul banco,
cominciate ad abbassarlo tutt’attorno al disegno e lungo il
capitello dal quale sporge un tenone, l’altro sporge dal bordo
opposto.
Intagliate con sgorbia e scalpello tutto il decoro e levigatelo con
una spugna abrasiva, media e fine.
Rifinite a cera o a vernice ed
inserite il sedile fissandolo con
quattro viti dal basso dentro le
battute.
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IL VASO
LAVORARE AL TORNIO ESALTANDO LA BELLEZZA DEL
LEGNO
Il vaso in massello che andrete a creare è costituito da più parti
incollate fra loro, come il corpo centrale del vaso, il coperchio e
il pomolo, che sono tornite.
La superficie esterna invece andrà intagliata.
Il legno che utilizzerete per questo lavoro dovrà essere
compatto, privo di nodi e stagionato in modo che col tempo non
vada ad incurvarsi o a spaccarsi.
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Deve essere un legno duro come il noce, il mogano, il frassino,
l’acero, il castagno, il bosso, l’ulivo o il ciliegio.
Nella realizzazione di questo oggetto, la fase più delicata sarà la
sagomatura. Con la finitura alla fine farete risaltare le venature
naturali del legno.
Utilizzate un pezzo di legno un po’
più lungo del necessario, sagomato
precedentemente a forma cilindrica
con la sega circolare o a nastro,
spianando gli angoli con la pialla,
prima di fissarlo al tornio.
Posizionatelo quindi nel tornio serrandolo
fra punta e contropunta, disponendolo
con le venature parallele all’asse della
machina. Per posizionare bene le punte al
centro delle facce opposte, tracciate le
diagonali a matita.
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Iniziate ad intagliare in corrispondenza della base, con rotazione
lenta, sempre dopo aver preso la misura con la matita.
Per realizzare la curvatura del fondo
utilizzate sgorbie e scalpelli, assottigliate la
base aumentando la velocità di rotazione.
Lisciate il pezzo, che dovrà essere decorato incidendolo con
l’intagliatore, con passate di carta vetrata fine, sempre
ruotando.
Quando avrete ottenuto la forma esterna
della ciotola definitiva, passate a ottenere la
concavità con lavorazione trasversale.
Usate poi sgorbie per scavare, alesatori per
i lati e scalpelli per lisciare.
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Ottenete le parti staccate, cioè pomolo
e piedini, con lavorazioni separate su
pezzi di legno della stessa essenza del
pezzo tornito.
Lavorate il pomolo al tornio, mentre i piedini, che ricavate da
cinque blocchetti uguali, li ottenete con il seghetto alternativo e
con la raspa. Prima asportate delle sezioni per ottenere la
forma, cioè la base quadrata e il braccetto, poi sgrossate le
curvature. Infine lisciate e arrotondate con carta vetrata fine,
serrando il tutto il pezzo in un a morsa.
Incollate
infine
alla
base,
forata
in
corrispondenza.
Per terminare il lavoro, passate alcune
mani di cera a tampone e lucidata, che
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mantengono un aspetto il più possibile naturale, potreste anche
del mordente e vernice trasparente lucida o opaca.
Se volete utilizzare l’oggetto per contenere degli alimenti, non
verniciate l’interno e per l’esterno usate prodotti atossici.
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