Pratiche di assistenza - Scuola Infanzia Sacro Cuore S.Stefano

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Pratiche di assistenza - Scuola Infanzia Sacro Cuore S.Stefano
Genitori in-forma
Pratiche di assistenza per le
problematiche comuni in ambito
pediatrico
17 maggio 2016- Due CarrareA cura di Lodesani Linda- Infermiera presso U.O.C
Pediatria e Adolescentologia Ulss !7
Mi presento
Lodesani Linda
- Infermiera presso U.O.C. di Pediatria ed
Adolescentologia Ulss 17- Ospedali Riuniti
Padova Sud
- Laurea in Infermieristica- 2012
- Master in Management per il coordinamento
delle Professioni Sanitarie -2014
- Master in Infermiere Case Manager- 2016
Il programma
Questa sera parleremo di:
o Febbre
o Colpo di calore
o Trauma cranico
o Vomito e acetonemia
o Diarrea
o Convulsioni febbrili
La febbre
La febbre
La febbre è uno dei motivi più frequenti di visita
pediatrica.
Conduce frequentemente i genitori a richiedere
visite pediatriche immotivate e una sua non
corretta gestione espone il bambino al rischio di
sviluppare una patologia grave.
La febbre: definizione
La febbre è definita come un incremento della
temperatura corporea centrale al di sopra dei
limiti di normalità.
L’OMS individua la temperatura centrale del
corpo compresa tra 36,5° e 37,5° C.
La febbre: definizione
Pertanto, una elevazione della temperatura
corporea ascellare >37,5°C e di quella rettale
>38°C è alla base della definizione di febbre.
La febbre è un SINTOMO, non una patologia,
legato ad uno stato infiammatorio per di più
dovuto ad un infezione.
La febbre
L’entità della febbre non è correlata alla gravità
della malattia, mentre lo sono le condizioni
generali del bambino
La febbre di grado elevato può essere predittiva
di infezione batterica grave in particolari
circostanze, come età inferiore a 3 mesi.
La febbre: le sedi
La misurazione RETTALE della TC è da molti
ritenuti quella che si avvicina maggiormente alla
temperatura centrale del corpo, ma questo non
corrisponde sempre a realtà.
Nei casi in cui la TC centrale aumenta o scende
bruscamente, la temperatura rettale si modifica
più lentamente ed essa può discostarsi anche
notevolmente da quella centrale.
La febbre: le sedi
La TC rettale non è raccomandata in caso di
diarrea, neutropenia o deficit immunitari, nel
paziente oncologico e nel neonato.
La presenza di feci o sangue nel retto e il livello
di profondità di inserzione del termometro
possono influenzare l’accuratezza della
misurazione.
La febbre: le sedi
Inoltre una non accurata disinfezione del
termometro prima e dopo l’utilizzo porta il
rischio di trasferimenti di batteri in sede anale, e
quindi il rischio di infezione.
La febbre: le sedi
La misurazione ASCELLARE della TC ha i vantaggi
di facile accessibilità e buona tolleranza da parte
del bambino.
La sensibilità della misurazione può essere
influenzata dal tipo di termometro utilizzato e
dal tempo di permanenza del termometro nel
cavo ascellare
La febbre: le sedi
Altri fattori che influenzano la misurazione sono
la temperatura esterna se il soggetto è molto
magro; nei soggetti obesi l’interposizione di
abbondante pannicolo adiposo e l’arteria
ascellare può portare a determinazioni inferiori
di quelle reali.
In genere la TC ascellare è < 0,5°C rispetto a
quella rettale
La febbre
Il termometro va disinfettato sempre, prima e
dopo il suo utilizzo, con disinfettante per la cute.
La febbre
I bambini hanno una TC lievemente superiore a
quella dell’adulto, e sicuramente sopportano
meglio l’alterazione della stessa.
Nell’arco della giornata vi possono essere
normalmente differenze di circa 0,5°C, specie
nel pomeriggio in cui la TC è tendenzialmente
più alta.
La febbre
Anche un ambiente caldo, uno sforzo fisico e
l’aver mangiato da poco tempo possono portare
ad un rialzo della TC.
La febbre
Quando compare la febbre senza altri sintomi, i
genitori non devono essere presi da angoscia.
Devono somministrare un farmaco antipiretico
(prioritariamente il paracetamolo) e tener conto
che, finito l’effetto del farmaco, nel giro di 5-6
ore la febbre ricomparirà e così per alcuni giorni.
La febbre
Non manipolare e ridurre formulazioni per
adulti, preferire le gocce o lo sciroppo come
modalità di somministrazione.
In caso di vomito o rifiuto di assunzione del
farmaco per bocca, utilizzare le supposte.
La febbre: i farmaci
I farmaci antipiretici hanno lo scopo principale di
ridurre la sintomatologia che si può associare
alla febbre, e che può determinare uno stato di
malessere nel bambino.
Il bambino febbrile, sotto i 3 mesi di vita e in
particolare sotto i 28 giorni, sarà sempre
ricoverato per l’elevato rischio di patologia
grave.
La febbre: il paracetamolo
Il paracetamolo è l’unico antipiretico che può
essere utilizzato fin dalla nascita.
Dopo i 6 mesi di età può essere utilizzata come
alternativa l’ibuprofene: la dose va adattata al
peso del vostro bambino e su indicazione del
vostro pediatra.
La febbre
L’impiego di ASA (acido acetil salicilico= aspirina)
al di sotto dei 15 anni di età è fortemente
sconsigliato.
La febbre: il paracetamolo
Il paracetamolo, o Tachipirina, è il farmaco di
prima scelta per il trattamento della febbre.
La somministrazione di paracetamolo per via
orale è preferibile in quanto l’assorbimento è
più costante ed è possibile maggior precisione
del dosaggio in base al peso corporeo.
La febbre: il paracetamolo
Paracetamolo per bocca
peso
Dose di
somministrazione
Massima dose
giornaliera
< o = 10 kg
7,5 mg/kg
30 mg/ kg
>10 kg a 33 kg
10-15 mg/kg
60 mg/ kg non
eccedendo i 2g
>33 kg a 50 kg
10-15 mg/kg
80 mg/kg non
eccedendo i 3 g
Ogni 4- 6 ore. Dose tossica: >150 mg/kg in unica
dose
La febbre: il paracetamolo
Il paracetamolo per via rettale è da valutare solo
in presenza di vomito, o di altre condizioni che
impediscano l’impiego di farmaci per via orale,
tenendo conto che questa via ha un tempo di
assorbimento più lungo e la somministrazione
deve essere fatta a intervalli più distanziati.
La febbre: il paracetamolo
Paracetamolo per via rettale
15-20 mg/kg ogni singola dose
Ogni 6 ore
Supposte 125 mg «prima infanzia»  bimbo tra 6 e
11Kg di peso (tra i 3 e i 18 mesi)
Supposte da 250 mg bimbo tra gli 11 e i 20 kg di
peso ( tra i 18 mesi e i 7 anni)
Dosaggio tossico >90 mg/kg die ( >20 mg/kg dose)
La febbre: l’ibuprofene
L’ ibuprofene ( Nurofen) è il farmaco più sicuro
del gruppo dei FANS, per il minor rischio di
effetti collaterali gravi a carico del tratto
gastrointestinale.
L’ibuprofene non è raccomandato in bambini
con varicella o in stato di disidratazione
La febbre: l’ibuprofene
Ibuprofene per bocca
8-10 mg/ kg per singola dose per 3-4
somministrazioni al giorno ogni 6-8 ore
Dosaggio terapeutico massimo: 30 mg/kg die (
massimo 1,2 g die)
La febbre: i farmaci
L’impiego preventivo di paracetamolo o
ibuprofene in bambini sottoposti a vaccinazione
al fine di ridurre l’incidenza di febbre o reazioni
locali non è consigliato.
Dal momento che l’impiego di paracetamolo o
ibuprofene in bambini febbrili non previene le
convulsioni, essi non devono essere utilizzati per
questa finalità.
La febbre: consigli
È importante in corso di febbre idratare il
bambino ( in particolare latte materno al bimbo
allattato al seno) e monitorare lo stato di
idratazione.
Non copritelo troppo né scaldate troppo la
stanza. Il bimbo va coperto se ha sensazione di
freddo e brividi fino alla scomparsa del sintomo.
La febbre: consigli
Nel caso di febbre non rispondente o poco
rispondente a terapia farmacologica, il bambino
pùò essere sottoposto a bagni con acqua tiepida
da effettuare in vasca o a letto.
In caso di comparsa di brividi, sospendere la
procedura e attendere che la TC si sia
stabilizzata ( il brivido produce calore).
La febbre: consigli
Consultare il pediatra per la presenza di sintomi
o modificazioni dello stato generale ( bimbo
abbattuto anche con la febbre abbassata..), se la
febbre persiste da più di 3 giorni e se supera i
41°C.
Se si tratta di neonato o lattante sotto i 3 mesi,
consultare subito il pediatra o rivolgersi in
pronto soccorso.
Il colpo di calore
Il colpo di calore: definizione
Il colpo di calore è un quadro determinato da un
innalzamento della temperatura corporea oltre i
41°C in seguito a prolungate esposizioni a
temperature elevate. Il corpo perde la capacità
di disperdere, sudando, sufficiente calore da
termoregolarsi
Il colpo di calore: sintomi
Il bambino presenterà dolori addominali,
tremori, vertigini e delirio con conseguente stato
di incoscienza.
Bisogna immediatamente ridurre la temperatura
corporea del bambino.
Sdraiare il bimbo in un ambiente riparato e
fresco, liberarlo eventualmente da indumenti
troppo stretti
Il colpo di calore: consigli
Alzare le gambe, favorisce il ritorno venoso. Non
appena il bimbo si riprende, dare da bere liquidi
e idratarlo gradualmente.
Prevenzione: idratazione, protezione dal sole
Il trauma cranico
Il trauma cranico
I traumi pediatrici sono nella quasi totalità
eventi accidentali. Sono più frequenti nei maschi
e presentano un primo picco di incidenza tra i 23 anni di età, un secondo picco dopo i 10 anni di
età.
Tra le dinamiche, la più frequente è la caduta,
seguita dagli incidenti stradali.
Il trauma cranico: osservazione
L’approccio al bimbo traumatizzato deve iniziare
con la valutazione delle principali funzioni vitali.
Devo vedere lo stato di coscienza del bambino!
- Perdita dello stato di coscienza o alterazione
prolungata dello stato di coscienza  pronto
soccorso
Il trauma cranico: osservazione
Presenza di lesioni importanti o di ematomi molli in
sede cranica, presenza di fratture scomposte 
pronto soccorso
Cefalea importante e persistente pronto
soccorso.
Assenza di reattività e di pianto, bimbo soporoso o
lamentoso pronto soccorso
Il trauma cranico: consigli
Nel caso in cui, dopo un trauma minore, un
bambino non presenta le situazioni
sopraindicate, dopo aver pianto appare
tranquillo ( viso disteso, non lamentoso,
continua a giocare) esegue le normali attività, è
vigile, orientato e reattivo PUO’ essere tenuto
a domicilio, su attenta osservazione e decisione
genitoriale.
Il trauma cranico: consigli
E’ comunque indicato sentire il proprio pediatra
di base spiegando l’accaduto.
L’osservazione di un bimbo deve durare tra le
48-72 ore successive.
Il trauma cranico: consigli
Osservare:
- Cambiamenti del comportamento o
sonnolenza eccessiva, disturbi dell’umore,
irrequietezza
- Difficoltà nel deambulare, andatura
instabile/barcollante, mancanza di equilibrio
- Disturbi oculari come strabismo, pupille
anisocoriche, miosi o midriasi
Il trauma cranico: consigli
- Sospetto di crisi convulsive
- Vomito a getto a distanza di ore dal trauma ( è
normale che il bimbo possa vomitare
nell’immediato dopo una brutta caduta)
- Cefalea persistente
- Qualsiasi tipo di dubbio
Rivolgersi al proprio pediatra o in pronto soccorso
Il trauma cranico: consigli
E’ normale che un bimbo, dopo un trauma e il
forte spavento, tenda a voler dormire qualche
ora dopo l’accaduto.
Compito dei genitori è assicurarsi che il bimbo
sia risvegliabile ( controllo ogni 3 ore circa).
Attenzione ad evitare ulteriori traumi cranici a
breve distanza dall’episodio.
Il vomito
Il vomito: definizione
Il vomito è l’emissione forzata dalla bocca di
contenuto gastrico.
Il rigurgito è una emissione senza sforzo,
tipicamente nei lattanti, dopo la poppata con il
ruttino o cambiando di posizione ( fino al 9°-12°
mese di vita).
Vomito: alimentare, caffeano, biliare, fecaloide
Il vomito: osservazione
Come genitore devo prestare attenzione :
- da quanto tempo il bimbo vomita e quantità
- Vomita dopo la tosse / dopo aver mangiato o
bevuto qualcosa
- Colore del vomito
- Altri casi di vomito in famiglia
- Febbre/ diarrea/ dolori addominali intensi?
- Cefalea preesistente e benessere in seguito al
vomito
Il vomito: osservazione
-
Stato della lingua e delle mucose
Calo di peso
Minzioni/evacuazioni die
Traumi recenti, cranici o addominali?
Stato di veglia e di coscenza
Il vomito: consigli
Dopo l’episodio di vomito, non somministrare
nulla al bambino per la prima mezz’ora circa.
Controllare il suo stato di salute, la presenza di
dolore e di febbre.
Non somministrare cibi solidi, fare bere a piccoli
sorsi(= un cucchiaino alla volta) ogni dieci minuti
liquidi chiari zuccherati( acqua, camomilla, thè)
per la prima ora
Il vomito: consigli
Dopo la prima ora, aumentare le quantità di
liquidi in maniera graduale, nel caso in cui il
bimbo non vomiti. Si può dare anche del
reidratante in caso di più episodi di vomito.
Dopo 6-8 ore dall’ultimo vomito, offrire piccole
quantità, frazionate nell’arco del giorno, di cibi
leggeri ( fette biscottate, crackers, grissini, riso,
patate lesse)
Il vomito: consigli
Se il bimbo rivomita, tornare all’assunzione di
liquidi in base alle modalità precedentemente
descritte.
Se persistono più episodi di vomito, contattare il
pediatra.
Il vomito: consigli
In particolare per episodi di vomito profuso e
frequente per bimbi sotto i 3 mesi, impossibilità
a bere, con segni di disidratazione ( poca pipì,
occhi infossati, bocca asciutta).
Prestare attenzione alle condizioni generali
scadenti e ad altri sintomi quali diarrea profusa,
febbre elevata).
L’acetonemia
L’acetonemia: definizioni
L’acetonemia o chetosi è una condizione molto
frequente nel bambino ed è dovuta ad un
disturbo momentaneo per cui l’organismo, dopo
aver consumato tutti gli zuccheri a disposizione,
inizia a bruciare anche i grassi per ottenere
l’energia di cui ha bisogno.
L’acetonemia: sintomi
Il bimbo con acetone di solito presenta vomito
dapprima alimentare e successivamente
acquoso, incorso di episodio febbrile o di
insorgenza isolata.
Si accompagna mal di pancia, senso di
malessere generale, occhi alonati, mal di testa,
lingua asciutta, astenia
L’acetonemia: sintomi
Un sintomo classico è l’odore dell’alito che sa di
frutta matura e che viene detto acetonemico.
Le crisi acetonemiche sono frequenti in
situazioni: digiuno prolungato, malattia acuta
febbrile, sforzo fisico molto prolungato,
gastroenterite, eccessiva assunzione di cibi
grassi quali cioccolata o patatine
L’acetonemia: consigli
Cosa posso fare come genitore?
Offrire bevande zuccherate, da somministrare a
piccoli sorsi in presenza di vomito. In questo
modo si reintegreranno le scorte di energia e
l’organismo utilizzerà gli zuccheri per l’energia
delle cellule. Nel giro di qualche giorno il
bambino sarà completamente ristabilito
L’acetonemia: consigli
La prevenzione dell’acetone nei bimbi
predisposti consiste nel mantenere una dieta
ricca di carboidrati complessi, come pasta, pane,
riso; si riduce la presenza di cibi grassi come
formaggi, insaccati, fritti e cioccolata.
La diarrea
La diarrea: definizione
La diarrea è un’emissione di feci alterate nella
composizione e nel colore. La consistenza può
presentarsi con materiale liquido, semiliquido o
a grumi; il colore può essere verdastro, misto a
sangue, muco o sangue.
La diarrea è un disturbo molto frequente nel
bambino e nel lattante, specie nei primi mesi di
vita
La diarrea
La diarrea è un sintomo di molte patologie
comuni nei bambini: virosi intestinali,
gastroenteriti, disepsie..
La diarrea, se importante e non trattata, può
portare a gravi stati di disidratazione e di acidosi
per la perdita di abbondante acqua ed elettroliti
La diarrea: consigli
Come genitore cosa devo osservare?
- da quanto tempo e quante scariche
- Tipo di consistenza
- Il colore e la presenza di sangue
- Presenza di altri sintomi quale febbre, vomito,
dolori addominali, cefalea..
- Il bimbo mangia/ beve/fa cacca/fa pipì
- Le condizioni generali del bambino
La diarrea: consigli
Se le condizioni generali sono compromesse ( e
il bambino è piccolo), se ci sono segni di
disidratazione( bocca asciutta, oliguria, occhi
infossati) e non c’è apporto efficace di
liquidi/cibi  contattare il pediatra
La diarrea: consigli
Devo quindi somministrare liquidi a volontà (
con le accortezze per il vomito) e seguire una
dieta astringente per non irritare ulteriormente
il tratto gastrointestinale.
Per le prime 6-12 ore è indicata solo l’assunzione
di liquidi, da integrare con soluzioni saline
indicate.
La diarrea: consigli
Successivamente si potranno aggiungere riso bollito
con olio e poco parmigiano, pollo o pesce bolliti o
alla piastra, patate lesse. Anche prosciutto cotto
magro, fette biscottate, pane bianco tostato.
Nei giorni seguenti si può prevedere l’introduzione
di alcuni latticini come ricotta e yogurt magro.
L’unico grasso consentito è l’olio extravergine d’oliva
La diarrea: consigli
I fermenti lattici sono indicati, se assunti
correttamente, ma non cambiano il decorso
della diarrea.
Fino a che l’intestino non è tornato normale
NON dare frutta, verdura, nemmeno carote e
mele, orzo, latticini in generale, cereali integrali.
Le convulsioni febbrili
Le convulsioni febbrili: definizione
Per convulsioni febbrili si intendono
manifestazioni convulsive in bambini di età
compresa tra i sei mesi e i 5 anni, in corso di
malattia febbrile ( con TC > 38°C) e non dovute a
infezione del sistema nervoso centrale.
In genere durano meno di 3 minuti, in alcuni casi
anche fino a 6.
Le convulsioni febbrili: semplici
Semplici: si presentano prima dei 4 anni di
età, possono durare fino ai 5 anni d’età, e
tendono a scomparire con la crescita. Sono le
più comuni ( 2%-5% dei bambini).
Le manifestazioni: scosse delle braccia e delle
gambe, irrigidimento, rilassamento della
muscolatura, fissità dello sguardo o rotazione
degli occhi, perdita di feci o urine.
Le convulsioni febbrili: semplici
La perdita di coscienza è comune a tutte le
convulsioni, che di norma è seguita da una fase
di sonnolenza( periodo post-critico).
Le crisi convulsive semplici, essendo di breve
durata, non possono causare danni.
Le convulsioni febbrili: complesse
Complesse: sono molto più rare e durano più di
15 minuti. Interessano il 3% dei bambini sani, tra i
sei mesi e 5 anni di vita. Talvolta la febbre non è
presente al momento della convulsione, ma
compare dopo la fine della crisi
In oltre la metà dei casi l’episodio rimane isolato; le
recidive sono più frequenti se l’insorgenza della
prima convulsione avviene entro il primo anno di
vita.
Le convulsioni febbrili: consigli
E’ importante controllare e trattare
adeguatamente la febbre nei bimbi fino ai 5-6
anni.
Cosa possono fare i genitori durante una
convulsione febbrile?
-distendere il bambino su di un piano
- Rimuovere oggetti visibili/esterni che
potrebbero procurare lesioni
Le convulsioni febbrili: consigli
- Posizionare se possibile un cuscino sotto la
testa del bambino
- Allentare gli indumenti
- Osservare le caratteristiche della crisi
convulsiva, la durata, l’aspetto del bambino
Le convulsioni febbrili: consigli
Cosa non devono fare i genitori durante una crisi
convulsiva febbrile?
- Trattenere il bambino/ prenderlo in braccio
- Mettere le mani in bocca o cercare di
tenergliela aperta
- Salire in macchina durante la crisi convulsiva (
se avviene durante il tragitto fermarsi)
- Non somministrare nulla per bocca
Grazie a tutti per l’attenzione!!!