Wonder, di R.J. Palacio Recensione di Michele Capurso R. J

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Wonder, di R.J. Palacio Recensione di Michele Capurso R. J
Wonder, di R.J. Palacio
Recensione di Michele Capurso
R. J. Palacio (pseudonimo basato sul cognome della madre, la scrittrice in realtà si
chima Raquel Jaramillo) ha lavorato per vent’anni nell’industria editoriale come
art director e designer di copertine di libri di successo. Madre di due bambini, vive
a New York assieme ai figli, al marito e due cani, come ama specificare nel suo
sito web. La sua passione è sempre stata la scrittura e in questi anni è sempre stata
in attesa del “momento perfetto” per comporre un suo romanzo. Questo momento
è arrivato un giorno durante una gita in un parco. Così si è decisa a scrivere
Wonder.
Wonder è la storia di August Pullman, un bambino di 10 anni affetto da una
doppia mutazione genetica che ne ha assurdamente alterato i lineamenti facciali.
Ad August piacciono tutte le cose amate da un qualsiasi ragazzino della sua età:
l’Xbox, il gelato, andare in bici. Ma nonostante abbia subito 27 interventi
ricostruttivi, il suo viso non sarà mai quello di una persona ordinaria.
“Credo che l’unica persona al mondo che capisce
quanto sono normale sono io.
Mi chiamo August, per inciso. Non mi dilungo a
descrivere il mio aspetto. Tanto, qualunque cosa
stiate pensando, probabilmente è molto peggio.”
Il titolo gioca sul doppio significato del termine “Wonder”, che vuol dire sia
meraviglia, che “chiedersi il perché”.
Dopo una breve descrizione della sua famiglia, la storia si apre con August che sta
per andare a scuola per la prima volta nella sua vita, in prima media. Prima di
allora il bambino è stato educato a casa dai genitori (una tendenza, quella della
homescholing, sempre più diffusa negli Stati Uniti).
L’ingresso in una nuova scuola, con regole, persone e spazi sconosciuti e con una
vita sociale da ricostruire da capo, rappresenta un rito di passaggio impegnativo
per qualunque bambino. Ma per August diventa una vera e propria prova di
coraggio. Il bambino infatti non può camminare per strada o per un corridoio
senza che gli altri lo squadrino di nascosto o lo facciano oggetto di frasi e sguardi
crudeli o spaventati. August vive già in mondo abbastanza crudele e razzista e la
prima media rappresenta probabilmente l’ultimo posto sulla terra dove il bambino
vorrebbe trovarsi.
Eppure August affronta con un coraggio ed una forza straordinari questa difficile
esperienza. Accompagnato dalla mediazione del preside, straordinario quanto
originale esempio di vero educatore attento alle persone e alla pedagogia più che
alla normativa e di alcun insegnanti, come l’appassionato Mr. Browne, amante di
precetti ed aforismi (“Le tue azioni sono i tuoi monumenti”), August riuscirà a
superare il pregiudizio di compagni e genitori, toccando profondamente la vita di
quanti gli sono vicini e decideranno di diventare suoi amici.
“Ma, ehi, se proprio vogliono darmi una medaglia perché sono
me stesso, a me sta bene. La accetto. Non ho distrutto la Morte
Nera né niente del genere, ma sono appena riuscito a uscire
indenne dalla prima media. Cosa non facile e questo anche
senza essere me.”
La storia di questo pinocchio moderno, bambino cullato e protetto dalla cattiveria
del mondo dai genitori e dalla sorella e che gradualmente si avvicina alla vita e
alla gente, semplicemente perché non può restare nascosto e relegato in casa, è un
racconto profondo e toccante. Chi lavora con bambini “diversi” sa quanto essi
possano essere speciali, coraggiosi, profondi e spiritosi allo stesso tempo. Sa
quanto essi siano capaci di toccare e trasformare la vita delle perone che
incontrano e sanno come accettarli.
E’ la stessa Palacio a raccontare come le sia venuta l’idea del libro, in una
intervista al Telegraph. Durante una gita in un parco fuori New York assieme al
figlio di tre anni, ad un certo punto hanno incrociato una bambina affetta dalla
sindrome di Treacher-Collins, una rara affezione ereditaria che colpisce l’aspetto
fisico di una persona, lasciandone perfettamente inalterate tutte le altre funzioni. Il
figlio di Palacio in occasione di Halloween, si era spaventato e messo ad urlare di
fronte a delle maschere. Palacio racconta di aver temuto che la reazione del figlio
sarebbe stata la stessa. Preoccupata che questo avrebbe potuto ferire la bambina,
non sapendo cos’altro fare, ha preso il proprio figlio ed è scappata via, riuscendo
però a sentire la madre di lei che diceva “Vedo che è giunta l’ora ti tornare a casa”.
Palacio commenta “E’ stata una esperienza orribile. Mi sono sentita morire
pensando a questa mamma e a questa bambina che avranno vissuto la mia stessa
reazione milioni di volte.” Poco tempo dopo Palacio ha sentito la canzone Wonder
di Natalie Merchant alla radio. E’ una canzone che celebra la storia di un bambino
con disabilità. “A questo punto ho avuto una illuminazione. Mi è venuto in mente
l’incipit della storia e le parole hanno iniziato a fluire nella mia mente. Il romanzo
si è praticamente scritto da solo.”
Wonder è scritto con un linguaggio straordinario che l’autrice ha ripreso
ascoltando i dialoghi del figlio dodicenne con gli amici. La lingua ricalca il
pensiero - non sempre lineare e a volte un po’ confuso - dei ragazzi di questa età,
ma che è capace di produrre riflessioni e ragionamenti a tratti profondissimi:
“Mi piace il modo in cui parlano i dottori. Adoro il suono
della scienza. Mi piace come parole che non si capiscono
spiegano cose che non si possono capire.”
“…ma questo non fa dell’universo una gigantesca lotteria,
dunque? quando nasci compri un biglietto. E dipende tutto
dal caso, se è un biglietto buono o un biglietto cattivo. E’
solo questione di fortuna.”
L’edizione italiana è stata abilmente tradotta da A. Orcese (un solo piccolo errore
“filologico” riguarda la citazione a Peter Pan, nel capitolo “Una cosa semplice”,
quando il traduttore ha confuso il termine “fairies” con “favole” anziché cogliere
il riferimento alle “fatine” che invitano i bambini a credere in loro dimostrandolo
con un applauso).
Dal punto di vista narrativo, la storia è ingegnosamente costruita attraverso la
presentazione dei punti di vista dei diversi personaggi. Si scopre così che una
frase che finisce per ferire August e rinunciare all’amicizia di uno dei suo
compagni preferiti, Jack, è in realtà stata detta da quest’ultimo con leggerezza,
solo per partecipare al dialogo dei compagni, senza che egli credesse veramente a
quello che stava dicendo. Ci sono compagni di August che si siedono accanto a lui
a mensa con naturalezza, mentre ce ne son altri, come Julian, il bambino popolare,
viziato e bullo della classe, che si opporranno ad August in tutti i modi (i genitori
di Julian arriveranno a chiedere che August venga respinto dalla scuola e nella
foto di fine anno arriveranno a cancellare la sua immagine dalla stampa con
Photoshop).
E’ un peccato che Palacio non abbia incluso un capitolo su Julian o sulla sua
mamma. La scrittrice spiega nel suo sito internet che l’attenzione del suo racconto
è stata dedicata solo a persone la cui vita è stata toccata positivamente da August e
che non voleva dare spazio alla voce di un bullo. Evidentemente l’autrice ha
cambiato idea, perché nel mercato statunitense questo capitolo è poi comparso
intorno al maggio 2014, come lettura a se stante e solo in formato ebook, con il
titolo “Wonder: The Julian Chapter” (anche in questo caso il racconto è pieno di
soprese e si concluderà con la redenzione del bambino).
Wonder non rappresenta solo la negazione della teoria fisiognomica, secondo la
quale l’aspetto di una persona ne riflette il carattere. La storia di August ci
accompagna lungo una lunga meditazione sulla bontà e sull’altruismo. Ci fa
riflettere su come anche piccoli gesti di generosità possono arrivare a trasformare
la stessa essenza spirituale di una persona che ci è vicina.
Wonder è un libro che piace ai ragazzi e commuove gli adulti perché arriva dritto
al cuore. Il libro in questi mesi è balzato in testa alle classifiche della narrativa per
ragazzi di tutto il mondo. E’ un libro coraggioso, sincero, coinvolgente, spiritoso e
profondo allo stesso tempo. Un’ottima lettura per bambini e ragazzi dai dieci anni
in poi, per i loro genitori, per chi lavora con ragazzi di questa età. Wonder è una
lezione di vita profonda e ispiratrice, perché la persona più grande è “colui la cui
forza trascina il maggior numero di cuori grazie al richiamo del proprio”.
Titolo: Wonder
Autore: R.J. Palacio
Casa Editrice: Giunti
Pagine: 288
Prezzo: 9,90 € (cartaceo) - 5,99 € (ebook)