On the Road 4
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On the Road 4
• Trattoria satellitare. Vista da fuori gli dai veramente poco alla Trattoria Guallina e oltretutto, se vi venisse in mente di andarci con la nebbia, vi consiglio di usare il navigatore della C.I.A. perché quelli di serie non bastano. Una volta entrati però vi si scalderà subito il cuore: due piccole sale, un’atmosfera accogliente e una serie di piatti concreti animati da un pizzico di fantasia (dalla trippa al tortino di patate e funghi). E visto che siamo a due passi da Mortara, obbligatori diventano il paté di fegatini e la terrina di fegato d’oca. Quanto ai vini, non ho avuto modo di dare un’occhiata alla carta. Agli scaffali in compenso sì, e ho visto diverse buone bottiglie. Tel. 0384.91962. • Pizzoccheri, sciatt e taròz. Come mio solito, prima di partire, faccio sempre un sacco di progetti sulle tappe gastronomiche da infilare tra una cantina e l’altra e poi alla fine succede come in Valtellina, che faccio un paio di ristoranti e poi schiatto sul letto (quindi ancora una volta niente Lanterna Verde di Chiavenna). Di quel paio di visite, vi dirò che non sono male i pizzoccheri e il filetto del ristorante/albergo Campelli di Albosaggia (anche se il “gentile” titolare farà di tutto per mandarveli di traverso). Molto più in relax invece il Cerere di Ponte in Valtellina (tel. 0342. 482294), che un po’ tutti dicono che non è più il Cerere di una volta, ma io che una volta non ci sono mai stato devo dire che mi trovo sempre bene. Taroz, pizzoccheri e salame valgono sicuramente la sosta. E poi - tanto per dirla tutta ci andrei già solo per godermi quella porta di legno che si apre da sola come a casa degli Addams. Peccato che non abbiano ancora pensato di metterci la musichetta (e magari anche Lurch!). Sarebbe grandissimo. • Se non è zuppa è pan bagnato. Quanto appena scritto vale pari pari anche per la Valle d’Aosta, che porta a casa solo due segnalazioni. La prima è per il Cafè du Bourg di Arvier (tel. 0165.99094) : piccolo e incastonato nel centro storico (ma ci si arriva facilmente anche a piedi). La cucina ha le radici nella tradizione, ma non rinuncia a qualche “detour”. La carta dei vini è sorprendente - se pensate che siete ad Arvier e mica a Montecarlo - con una vastissima scelta regionale e tanti “foresti”, come direbbe Veronelli. In centro ad Aosta, in un vicoletto a pochi passi dall’ex Cavallo Bianco dei fratelli Vai (che tristezza vedere cosa è diventato!) c’è il Pam Pam Trattoria degli Artisti (e il perché di questo nome lo capirete sfogliando il menù... ci sono persino le foto di Cocciante e di Gerry Scotti quando era quasi magro!). Carta tradizionale, buona qualità della cucina e in compenso pochi vini interessanti, tanto che alla fine conviene restare sui pochi valdostani (tel. 0165.40960). • A proposito di Veronelli. Caro Gino porta pazienza e non ti vergognare. L’altra notte (era davvero notte!) mi sono fermato in quel supermarket della Fini che c’è all’area di servizio di Modena Nord e ho comprato i Loacker Dark Noir. Ma lo sai quanto sono buoni? • Indovinala grillo. Dai, forza, sparate! Cosa pensate che si nasconda dietro questa porta? Una rivendita di giornali? Un tabaccaio? Un droghiere? E invece no. O meglio: c’è anche questo, ma nel minimarket di Giuseppe Bernardinelli (siamo vicino alla chiesa di Arbizzano, in Valpolicella) ci si viene soprattutto per i formaggi: il Monte sotto paglia, affinato direttamente dal titolare, il Morlacco e uno splendido Quartirolo. Solo una cosa: se alla cassa ci fosse il nipote, non fatevi scoraggiare. Ha dei tempi di reazione un po’ lunghi, ma è un bravo ragazzo. • Grasso che cola. Per quest’altra ghiottoneria non ho foto e indovinelli da passarvi, visto che già solo sfrecciandogli accanto, sull’autostrada Torino-Aosta, si capisce in quali faccende la Maison Bertolin di Arnad sia affaccendata. Lardo dunque come Dio comanda, motzetta (o mocetta) e coppa al ginepro. Che io sappia spediscono pure, per cui ecco il telefono: 0125.966127. • A volte anche le persone intelligenti ti sorprendono. Stephane von Neipperg, che intelligente lo è di sicuro (oltre ad essere il fortunato proprietario di Canon La Gaffelière e ad essere imparentato nonsobenecome con Napoleone), mi ha inviato già da un po’ di tempo un fax in cui presenta nientemeno che la sua nuova avventura vitivinicola in Tracia (e già questa è roba da Asterix). Ma sapete che cosa hanno piantato (lui e il suo socio)? 135 ettari di vigna così composti: merlot 53%, syrah 25%, petit verdot 12% e cabernet sauvignon 10%. Geniale. • Questioni di Style 1. Il primo numero di Style, il nuovo “mègasin” per uomo del Corriere della Sera l’ho lasciato passare nella speranza di non avere visto bene. Il secondo invece no, perché bene l’ho visto eccome. C’è pure il camaleontico Paolini che in una pagina sbeffeggia i ricchi e i potenti (possibilmente produttori di vino) e su quella dopo li usa come testimonial per i suoi pezzulli sui risto- ENOGEA - II SERIE - N. 3 49 ON THE ROAD ON THE ROAD 50 ENOGEA - II SERIE - N. 3 ranti. Ma la cosa davvero folle sono le pagine in cui il personaggio di turno viene sezionato quanto un maialino per informarci che la sua camicia è x, il suo orologio costa y e che la sua macchina che tra parentesi tu, povero pirla, puoi al massimo vedere su Style - l’ha ereditata dal nonno buonanima. Ma la “Milano da bere” non era morta e sepolta? • Questioni di Style 2. OK. D’accordo. Qualcuno starà già dicendo: la solita vecchia storia della volpe e dell’uva. Vorrei proprio vedere che cosa diresti - caro Masna - si ti trovassi anche tu sulle pagine di Style bello sezionato come il maialino/Pininfarina! ... Beh, in effetti, può essere... ma francamente ho paura che ci potrei trovare scritto qualcosa del genere: 1) Capelli: li pettina quando si ricorda ma li taglia inderogabilmente ogni due mesi - e per 1 farlo va dal suo barbiere di Cameri (Novara, Piemonte) che ha ancora la poltroncina con la 3 testa di cavallo. Sono il cruccio di sua madre, che a 70 anni suonati non riesce ancora a darsi 4 5 pace. Povera donna. 2) Scarpe Timberland: hanno la punta scorticata perché inciampa 2 sempre nel pedale del freno e della frizione quando scende dalla macchina. Sua moglie le odia con tutto il cuore. Ma “a lui ci piacciono”. 3) Giubbotto Timberland (no, non è sponsorizzato!): visto da vicino sembra rosicchiato da un cane della prateria. In realtà è soltanto vecchio. 4) Powerbook Apple 17” (in custodia Tucano rosso fiammante): il video è così sporco che l’assistenza Apple l’ultima volta si è rifiutata di toccarlo perché non avevano fatto il richiamo dell’antidifterica. Lui se n’è andato borbottando che così i vini sono più buoni e più complessi. 5) Zaino Kensington: tutto ciò che entra lì dentro raramente rivede la luce del sole. I soliti bene informati sostengono che lo faccia perché spera che un giorno, per sbaglio, possa tirarci fuori Claudia Koll da giovane. Giusto per vederla da vicino. Mica per farci altro. • La congiura di Barbie e Coccolino. Da quando mia figlia è tornata a casa con una Barbie che puzza di cocco peggio di un Arbre Magique mi sono definitivamente convinto che tutti questi aromi artificiali che ci bombardano siano messi lì apposta per fregarci. E nel caso dei bambini siano lì apposta per condizionarne le scelte e le abitudini future (perché è chiaro che ciò che ti diventa familiare è quasi sempre più buono di ciò che non lo è o non lo è più). Non ne siete convinti? E allora provate a rispondere a questa domanda. La sentite ancora in giro quella gratificante puzza di ascelle da cameriere francese in attività? Macché. Oggi come oggi anche il più rude dei vignaioli profuma di Coccolino. Provate a farci caso! • Notizia “rapace”. Francesco Falcone, che ormai conoscete, mi ha detto che la famiglia Aurich (Val Venosta) ha in programma di uscire con una nuova riserva di Riesling. Stando alle sue parole (e ai suoi assaggi) è molto buona. Facciamo attenzione. • Un Magnum 50 per l’ispettore Callaghan. Prima però bisognerebbe capire quale Magnum 50, visto che le prime scatole del nuovissimo sigaro della H. Upmann avevano una fascia ruvida e marrone come tante altre Ediciòn Limitada che l’hanno preceduta, mentre le ultimissime (che ho visto anche in Olanda) hanno una fascia molto più chiara e levigata. Ad ogni modo, a parte che già solo a guardarla è molto più invitante, questa seconda infornata ha anche una classe e un’omogeneità di fumata senza dubbio superiori (sebbene debba riconoscere che le prime partite avevano comunque un caratterino mica da ridere). E sempre a proposito di edizioni limitate 2005, dopo solo tre mesi di ulteriore attesa è finalmente sbarcato anche il Petit Pyramide di Romeo y Julieta che vi avevo preannunciato per settembre. Sulla qualità tutto confermato. • <<Il nostro vino non è pastorizzato!>> Anonimo valtellinese. Novembre 2005 (sì, 2005, avete letto bene). LEGGERE, GUARDARE, ASCOLTARE Martin Scorsese Il cinema secondo me Minimum Fax - Libro + DVD 24,90 euro Television Marquee Moon Elektra/Asylum - su iTunes a 9,99 euro Il libro (Il Bello del mio Mestiere) è godibilissimo, ma il dvd (Viaggio nel Cinema Americano) è decisamente tutta un’altra cosa. Schermo panoramico, telefono staccato, copertina da nonno e via... il resto sarà tutto a carico di Martin Scorsese. Bon voyage! Due soli dischi in studio all’attivo di cui uno - questo (nonché il primo) - a dire poco fondamentale nel quadro newyorkese fine anni ‘70. La chitarra modello “gatto in calore” di Tom Verlaine è unica e irripetibile. La voce, poi, non parliamone. Un gioiello. Television The Blow Up Roir - 28 euro Television Live at the Old Waldorf - S. Francisco 1978 Rhino/Elektra - su iTunes a 9,99 euro Doppio CD, da più parti citato come una delle cose più belle in circolazione sui Television. Sarà. Ma se togli i preziosismi da studio della chitarra di Tom Verlaine e gli spigoli del Live at Old Waldorf resta solo un prodotto ben confezionato che non vi cambierà la vita. Il prezzo poi non incoraggia. Molto meno quotato e diffuso rispetto al precedente, questo disco (che ho trovato solo iTunes) ci offre il lato più duro e più ruvido del gruppo (specie per chi ha come unico riferimento i lavori in studio). Sporco e sanguigno. Vale la pena.