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Appunti poveri per una festa
Party Povera non è solo il titolo della prima mostra personale in Italia di Fabio Marco
Pirovino, ma è anche il fulcro, la parola chiave da cui l’intero progetto parte e prende forma.
È un gioco di parole che gioca con luoghi comuni antropologici, letterari, artistici – “The
party is better”, “the party is over”. La festa è finita. Il sud del mondo (e d’Italia) sempre in
festa, contro il nord serio che produce economia. L’Arte Povera italiana. La crisi. Party Povera
agisce a come produttore di senso per la concezione della mostra ma anche per il visitatore.
La scelta di materiali semplici, non tecnologici, l’idea di lavorare nello spazio a partire dalla
percezione corporea e non visiva, l’applicazione di regole geometriche precise come la
sezione aurea, o l’unità A4.
Sette pareti mobili di polistirolo su ruote (4,5 x 2,78 x 0,50 m ciascuna) creano uno spazio
autonomo e componibile e assecondano soluzioni di messa in opera sempre differenti.
Durante la mostra le pareti cambieranno disposizione 7 volte, secondo 7 soluzioni diverse, in
modo da creare ogni volta un’esperienza nuova e da ironizzare sull’idea di multifunzionalità
sulla cui base è concepito lo spazio dell’Istituto Svizzero a Milano. Su ciascuna parete sono
presentati 7 disegni in formato A4, da una serie di 49 nuovi disegni dell’artista.
7 è il numero magico ripetuto tre volte 777, una sorta di variazione del diabolico 666, una
scommessa sulla sorte per il futuro.
Se il soggetto di questa mostra è senza dubbio lo spazio, il movimento del corpo e la
percezione nello spazio e dello spazio ne fanno una mostra da attraversare, da raccontare,
impossibile da fotografare.
La sua struttura apparentemente logico-deduttiva – a partire da un titolo/parola chiave e da
regole geometriche – finisce per essere il vero soggetto concettuale, culturale che Pirovino
attacca con decisione. L’artista si prende gioco di molti cliché dei discorsi sull’arte, primo fra
tutti forse il mito romantico dell’arte come spazio di libertà, privo di regole. Ma come diceva
Wittgenstein, “come può una regola insegnarmi cosa devo fare a questo punto?” Party Povera
sembra una catena di ipotesi intorno a questa domanda, come se Pirovino affrontasse ogni
scelta, dandosi una nuova regola; come se la descrizione delle regole potesse poi spiegare
la mostra stessa. Legato alla tradizione modernista dell’arte come linguaggio autonomo,
che sta nel mondo come le altre cose create, come un sasso o un uccello, in realtà Pirovino
prova a creare lo spazio per un’esperienza fisica e concettuale determinata, una sorta di
dispositivo chiuso, dove le regole non possono neppure aiutare il soggetto che lo attraversa,
che ne fa esperienza, che l’utilizza, se non attraverso un gesto creativo. O, come dice
Pirovino: “Fuck the idealizations, it’s just shit to be poor”.
“Il principio di creatività risponda al più cruciale dei problemi che la nostra ragione è chiamata
a fronteggiare: quello scandito dal rapporto tra la regola e i suoi casi o, più esattamente,
quello dell’abisso logico, apparentemente incolmabile, che separa l’unità di ogni regola dalla
pluralità infinita dei possibili casi concreti in cui essa andrebbe applicata. L’abisso è aperto
in entrambe le direzioni, e in entrambe impone una specie di salto creativo. Nessuna regola,
infatti, può determinare in anticipo tutte le condizioni della sua applicazione, per cui in
concreto sarà sempre possibile trovarsi di fronte a un caso d’eccezione, in cui la regola andrà
ripensata e riscritta; e, viceversa, anche la più completa raccolta di “casi” è insufficiente a
dedurne una regola, è cioè logicamente compatibile con un numero virtualmente infinito di
possibili leggi naturali, tra le quali occorrerà individuare “creativamente” quella più congeniale
e vantaggiosa per le nostre istanze conoscitive. In breve, contrariamente alla mitologia
romantica, l’intervento creativo non è figlio di una qualche facoltà mentale misteriosa e
nascosta; è imposto invece dall’insufficienza e dalla paradossalità interna dell’operazione più
tipica della mente umana: la semplice attività di riflessione, che non può fare a meno di situare
la regola e i casi in uno stesso spazio logico, dunque su un unico piano, nel quale la regola
figura paradossalmente non ‘sopra’, ma accanto ai propri casi, e si rivela quindi inseparabile
dal complesso tessuto di abitudini, usanze e istituzioni di cui vive ogni caso concreto.”
Massimo De Carolis, Il Manifesto 5-03-2010.
Recensione a Emilio Garroni, Creatività (1978), Quodlibet, 2010.
the pretty good one
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the wild not so wild one
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the six and x one
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the peppino one
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the valentina tappo one
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the zig zag zug one
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Fabio Marco Pirovino è nato a Basilea nel 1980. Ha completato gli studi in fotografia alla Zürcher
Hochschule der Künste (ZHdK) nel 2007. Nel 2010 ha ricevuto il Zürcher Kantonalbank (ZKB) Kunstpreis.
Vive e lavora a New York.
Principali mostre personali: 2011: “Abstract Feelings”, Abbt Projects, Zurigo. 2010: “Razzle Dazzle
(PPG)”, backwall Kunsthalle Basel, Basilea; “20th Century Fox, in Memory of Thomas Knoll”, Coalmine
Fotogalerie, Winterthur, Svizzera. 2009: “Propaganda & Instinct”, Abbt Projects, Zurigo; “FMP at his own
flat”, Paloma Presents, Zurigo; “Icarus”, Marks Blond Project, Berna.
Principali mostre collettive: 2011: “Editions - Ready to Print”, White Space, Zurigo; Lumen Festival, New
York ; “MDFA Union – Collection at Alpenhof ”, Alpenhof, Oberegg, Svizzera. 2010: “Drawing”, Milieu
Galerie, Berna; “The Photograph and The Artist”, Ausstellungsraum Klingental, Basilea. 2009 : “Regionale
10”, Kunsthalle Basel, Basilea; “Walk on the Light Side”, Egg n Spoon, Zurigo. 2008 : “Father why don’t you
see me”, Marks Blond Project, Bern a; “Malzeit”, Cabaret Voltaire, Zurigo. 2007: “Amberg & Marti showing
FMP”, Riga, Lettonia; “Plat(t)form”, Fotomuseum Winterthur, Svizzera.
the FMP (Valentina likes it) one
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Fabio Marco Pirovino
Party Povera
15 09 - 03 11 2012
Orari: lunedì-venerdì ore 11.00-18.00;
sabato ore 14.00-18.00
chiuso domenica e festivi
Ingresso libero
In occasione di START Milano
apertura straordinaria
sabato 15 settembre ore 14.00 - 20.00
domenica 16 settembre ore 14.00 -18.00
sabato 22 settembre ore 14.00 - 20.00
Istituto Svizzero di Roma
Sede di Milano
Via Vecchio Politecnico 3
I-20121 Milano
t +39 02 760 16 118
f +39 02 760 16 245
[email protected]
www.istitutosvizzero.it
Enti Finanziatori: Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia, Segreteria di Stato per
l’educazione e la ricerca, Ufficio federale della cultura, Ufficio federale delle costruzioni e della
logistica. Partner: BSI, Canton Ticino, Città di Lugano, Università della Svizzera italiana