I Lettera di San Pietro VIII domenica 25 maggio 2014

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I Lettera di San Pietro VIII domenica 25 maggio 2014
I Lettera di Pietro
Catechesi VIII
Capitolo III
1
Allo stesso modo voi, mogli, state sottomesse ai vostri mariti, perché, anche se alcuni non
credono alla Parola, vengano riguadagnati dal comportamento
delle mogli senza bisogno di discorsi, 2avendo davanti agli occhi
la vostra condotta casta e rispettosa.
3
Il vostro ornamento non sia quello esteriore - capelli
intrecciati, collane d'oro, sfoggio di vestiti - 4ma piuttosto, nel
profondo del vostro cuore, un'anima incorruttibile, piena di
mitezza e di pace: ecco ciò che è prezioso davanti a Dio.
5
Così un tempo si ornavano le sante donne che speravano in
Dio; esse stavano sottomesse ai loro mariti, 6come Sara che
obbediva ad Abramo, chiamandolo signore.
Di lei siete diventate figlie, se operate il bene e non vi lasciate
sgomentare da alcuna minaccia.
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San Pietro apostolo
Così pure voi, mariti, trattate con riguardo le vostre mogli,
perché il loro corpo è più debole, e rendete loro onore perché
partecipano con voi della grazia della vita: così le vostre
preghiere non troveranno ostacolo.
Premessa
Il Signore Risorto prima di congedarsi dai suoi amici e discepoli, rivelò ad essi che, grazie alla forza
dello Spirito santo, sarebbero diventati suoi testimoni; questo mandato missionario non era
circoscritto solo agli Apostoli, ma riguardava tutta la Chiesa, di ogni tempo e luogo.
Testimonianza fedele di quanto sopra è il racconto degli Atti degli Apostoli.
Per fedeltà al Signore Gesù e al Padre, il mandato missionario non solo è un atto d’amore
universale, è pure un atto di forte comunione del Signore con tutti i credenti, indipendentemente
dai loro ruoli gerarchici; con sorpresa si potrebbe affermare che con lo Spirito del Padre e del
Figlio, tutti i battezzati possono ottenere molti frutti in termini di missione e di servizio al Vangelo.
Pietro, alle varie chiese della diaspora, rammentando il loro mandato, sottolinea il ruolo salvifico
dei coniugi all’interno della loro vita sponsale.
1
Allo stesso modo voi, mogli, state sottomesse ai vostri mariti, perché, anche se alcuni
non credono alla Parola, vengano riguadagnati dal comportamento delle mogli senza
bisogno di discorsi, 2avendo davanti agli occhi la vostra condotta casta e rispettosa.
Parlare di missione, viene spontaneo pensare ai popoli e paesi del III o IV mondo nei quali vengono
inviati ministri consacrati del Vangelo, oppure laici che lasciano il loro ambiente per recarsi ad
esprimere generosa solidarietà presso i poveri di altre terre e culture.
Il mandato del Signore è preciso punto di riferimento, soprattutto quando lo si riferisce
all’universalità della sua eredità; proprio per questo ogni relazione e ambito del “mondo”, della
storia, possono accogliere la gioia dell’annuncio fraterno del Vangelo.
La Lettera ne ribadisce lo spirito e individua nell’amore quotidiano della vita coniugale,
un’opportunità privilegiata della testimonianza, della condivisione del Vangelo della carità per il
quale la missione può diventare con onore, sottomissione al proprio marito.
Condividere la gioia crea simpatia e accoglienza, tanto più presso quelle persone i cui legami sono
molto stretti e familiari; per questo una moglie può essere credibilissima nel servire la verità senza
bisogno di discorsi, bastando il suo comportamento premuroso, disinteressato. Un amore
manifestato con una condotta casta e rispettosa, può guadagnare alla fede il proprio marito.
3
Il vostro ornamento non sia quello esteriore - capelli intrecciati, collane d'oro, sfoggio di
vestiti - 4ma piuttosto, nel profondo del vostro cuore, un'anima incorruttibile, piena di
mitezza e di pace: ecco ciò che è prezioso davanti a Dio.
Pietro, da discepolo concreto nell’aderire alla condivisione dell’eredità del Cristo, l’Evangelo,
invita ad incarnarlo presso coloro che si servono e, con segni opportuni, farlo accogliere come
grazia, come chiamata alla vita di fede, come una Buona novella che narra del perenne incontro
fra il Figlio dell’uomo e i figli degli uomini.
In quest’ottica si comprende come il comportamento sia l’abito del credente, sia una
testimonianza che parli della propria e comune fede; allora alla moglie, con la consapevolezza del
servizio che ella svolge presso il proprio compagno di vita, rammenta come l’esteriorità sia poca
cosa senza il supporto di ciò che appartiene alla sfera dell’interiorità, alla profondità del proprio
cuore e della propria anima.
Pietro invita soprattutto a tener sempre il proprio affetto per il coniuge, come realtà preziosa
davanti a Dio, al cui giudizio piace l’amore proposto con un'anima incorruttibile, piena di mitezza
e di pace.
Valori di un cuore sponsale che ama: fedeltà, incorruttibilità, castità, mitezza, grazia,umiltà, pace,
rispetto, moderazione; una precisazione: queste realtà sono sempre attuali e di inossidabile
valore.
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Così un tempo si ornavano le sante donne che speravano in Dio; esse stavano
sottomesse ai loro mariti, 6come Sara che obbediva ad Abramo, chiamandolo signore. Di
lei siete diventate figlie, se operate il bene e non vi lasciate sgomentare da alcuna
minaccia.
Ciò che la “Buona novella” chiede e provoca nella risposta del battezzato, non è qualcosa di
impossibile o di diminutivo per chi la incarna, tanto più quando il credente appartiene ad una
comunione intensa e indissolubile.
Lo scritto propone a sostegno di ciò che desidera comunicare alle mogli, testimonianze derivate
dal Primo Testamento attraverso figure di sante donne che speravano in Dio; fra queste indica la
figura di Sara che obbediva ad Abramo, chiamandolo signore.
Una testimonianza simile può apparire ostica alla mentalità moderna, mentre a ben riflettere il
personaggio di Sara avvalora quel detto che afferma che dietro ad un grande uomo c’è sempre una
grande donna, i cui frutti sono doni di Dio per il marito e per l’universale salvezza.
Che poi ci sia qualche caricatura di uomo che fa della violenza un mezzo per appropriarsi del corpo
di una donna, non deve creare sgomento: la violenza è sempre segno di debolezza e d’insicurezza,
da non sottovalutare però, sostenendo con intelligenza una Chiesa e una cultura che avvalorino la
genialità e la maternità della donna.
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Così pure voi, mariti, trattate con riguardo le vostre mogli, perché il loro corpo è più
debole, e rendete loro onore perché partecipano con voi della grazia della vita: così le
vostre preghiere non troveranno ostacolo.
Se dev’esserci un estimatore della figura femminile, che la tutela, la promuova, la difenda,
soprattutto la ami, questi ha da essere il marito.
Ridurre la donna a solo corpo – si veda tanta pubblicità e tanta pubblicistica – oltre ad ignoranza e
dispregio, si manifesta con ciò una rozzezza d’animo che poco ha che fare con la dignità di tutti e
col rispetto a ogni fonte di vita.
Il marito cristiano ha un grande patrimonio da mettere a disposizione del suo ruolo, del suo
amore: la preghiera.
Il coniuge cristiano può avere questa consapevolezza: la sua preghiera troverà sicuro ascolto
qualora sia supportata dal trattare con riguardo la propria moglie, chiamata opportunamente
consorte, ovvero compartecipe della grazia della vita.