TEATRO DELLE MOIRE e ALESSANDRO BEDOSTI produzione 2016
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TEATRO DELLE MOIRE e ALESSANDRO BEDOSTI produzione 2016
LE LACRIME DELLA SIRENA TEATRO DELLE MOIRE e ALESSANDRO BEDOSTI produzione 2016 Progetto a cura di Teatro delle Moire e Alessandro Bedosti con la consulenza di Luca Scarlini Residenza artistica LachesiLAB, Olinda una produzione foto di Elena Rossi TEATRO DELLE MOIRE col sostegno di Evelyn De Morgan La sirena seduce e uccide, secondo i classici, e prima di assumere l'identikit di creatura anfibia, legata al mare, aveva fisionomia decisamente simile alle arpie, come sinistro uccello del malaugurio. Eppure, malgrado le splendenti celebrazioni tributatele nei secoli, questa grandiosa icona del desiderio trionfante, dall'Ottocento ci è stata resa come indebolita da una estrema ricerca di umanità. La sirenetta, magnifica fiaba di fantasie transessuali di Hans Christian Andersen, si conclude nella dimensione del sacrificio; su un piatto di portata compare un pesce dai tratti umani nella Napoli sconvolta dalla fame e dal sesso, che Curzio Malaparte celebra ne La pelle. E ancora oggi il personaggio torna potentemente in una serie di romanzi fantasy che hanno dato vita a un vero e proprio genere di siren novels (forse il più gettonato è di Anna Banks, Of Poseidon), ma colpisce anche come, nelle vicende truci del femminicidio che sconvolgono le nostre cronache, una vittima avesse pensato a sé come alla sirenetta Disney, destinata a piangere in silenzio amare lacrime, accettando come normale la routine di una esistenza di distruzione. Le sirene, quindi, alludono e fuggono, celebrano il desiderio e ne vengono distrutte; da questi fantasmi cerchiamo di trarre alimento ispirandoci a quadri, romanzi, poemi e film, narrando una delle più potenti figure dell'immaginario. Luca Scarlini LA PREMESSA Da sempre affascinati dalle figure ambigue, dalla mitologia legata all’acqua e al femminile, la sirena è una di quelle creature che abbiamo spesso pensato di indagare. Poi il caso ha voluto che ci fosse commissionato un lavoro di formazione per un gruppo di giovani allievi a partire dalla lettura del canto delle sirene dell’Odissea, per il quale abbiamo cominciato a raccogliere dei materiali. Chiusa la formazione, in uno scambio con Luca Scarlini, veniamo a sapere che in due casi di femminicidio, accanto al letto delle vittime, era stato trovato La Sirenetta, il celeberrimo racconto dello scrittore danese Hans Christian Andersen. La cosa ci ha incuriositi e ha subito aperto delle riflessioni sulla questione del “sacrificio”, una zona scura e poco frequentata della figura della Sirena. Questa coincidenza ha di nuovo acceso l’interesse per questo essere mitico e abbiamo deciso di farne spunto per l’indagine per un nuovo lavoro. John William Waterhouse L’INCONTRO Come accade da un po’ di anni a questa parte, ci piace condividere le esperienze di creazione con altri artisti che sentiamo vicini per un motivo o per un altro, di cui stimiamo il lavoro e l’atteggiamento nei confronti della creazione, con i quali non necessariamente ci è capitato di lavorare assieme. Quando parliamo di condivisione intendiamo a tutti gli effetti un coinvolgimento allo stesso livello di responsabilità della creazione, dove ognuno può ritagliarsi il ruolo che ritiene essergli più congeniale in quel momento, per quella situazione, e dove, soprattutto, una parte rilevante del lavoro consiste nel trovare un’intesa e un linguaggio comune. Ad aiutarci a dipanare questa nuova matassa, abbiamo pensato di coinvolgere un amico, danzatore e coreografo, Alessandro Bedosti, che conosciamo da molti anni e al quale, osservando tutta una serie di vicissitudini e scelte relative alle nostre esistenze, pensavamo fosse venuto il momento di potere chiedere di “cercare” e “giocare” con noi. PRIMI PASSI E APPUNTI DI LAVORO Un primo piano del lavoro consiste in lunghe conversazioni in cui cerchiamo di sviscerare quali siano le motivazioni che ci spingono verso questo lavoro, quale sia la nostra idea di bellezza, e quale il tipo di bellezza che davvero catalizzi la nostra attenzione, tentando di mettere a fuoco che cosa sia per ognuno di noi una sirena, cosa ci incanti, cosa ci seduca e commuova. Dove il sedurre e il commuovere seppur diversi, li abbiamo accomunati, perché entrambi creano un moto, un movimento verso. Nicola Samorì In una delle nostre conversazioni, Alessandro ci ha proposto di immaginare tre acquari in ognuno dei quali mettere la nostra idea di sirena. Ci ha poi rivelato che al momento, se avesse dovuto pensare ad una figura rappresentante la sua idea di sirena, si sarebbe ispirato ad un uomo “non più giovane ma neanche troppo vecchio, che abbiamo incontrato più volte al bar dove ogni tanto facciamo la pausa pranzo durante le prove. Un uomo solitario, con una stampella, molto smunto, smagrito, con un lieve tremore alle mani che ho osservato contare gli spiccioli per dare il resto. Questa figura mi interroga, mi attrae e mi commuove molto più che un’immagine di bellezza canonica. [...]Quello che mi muove è qualcosa che sta nella “caduta”, qualcosa che parla forse anche del passare del tempo”. Contemporaneamente ognuno di noi condivide testi, immagini, video, film, musiche non necessariamente legati all’immagine della sirena, ma vicini per dei nostri accostamenti e associazioni. In questa prima fase di studio, un aiuto prezioso ci arriva anche da Luca Scarlini che suggerisce e fornisce materiali di cui nutrirci. Un secondo piano del lavoro è quello improvvisativo. Prendendo spunto dai materiali letti, da immagini, suoni, video, ci diamo dei compiti, dei temi per improvvisare e per esplorare anche delle modalità e dimensioni fisiche relative alla figura della foca che, più di ogni altro animale, è stato associato in molta letteratura alla sirena. Queste considerazioni hanno portato tutti noi a renderci conto che la nostra attenzione è catturata dalla bellezza nel suo splendore, ma c’è altrettanta bellezza anche nelle creature che stanno al margine, che non riescono spesso ad essere parte della “terra degli uomini”; le creature decadute e perdute (d’improvviso a qualcuno torna alla mente prepotente l’immagine di Marilyn Monroe nel bellissimo film “Gli spostati”) hanno un fascino irresistibile. È così che si finisce a parlare anche delle dive ed inizia una ricerca di immagini delle “dee” del cinema del passato remoto o recente. Attilio raccoglie una serie di foto potentissime di alcune attrici viventi o meno, nel momento della loro vecchiaia e ne fa un video con una musica lenta e ripetitiva. Il risultato è molto commovente. Per il momento abbiamo deciso di registrare le nostre conversazioni, per averne memoria e perché questo registrare potrebbe anche aprirci altre possibilità di applicazione alla scena. Mario Giacomelli Lauren Bacall Doris Day lauren bacall Audrey Hepburn Brigitte Bardot Greta Garbo BIBLIOGRAFIA E FILMOGRAFIA (in definizione): . La sirenetta di Hans Christian Andersen . La Pelle di Curzio Malaparte . Ondina se ne va da Il trentesimo anno di Ingeborg Bachmann . Le Lacrime della Sirena di Luca Scarlini . Donne che corrono coi lupi di Clarissa Pinkola Estés . Le cinque rose di Jennifer e Notturno di donne con ospiti di Annibale Ruccello . La morte e la bellezza e Scende giù per Toledo di Giuseppe Patroni Griffi . Gli spostati di John Houston . Splash, una sirena a Manhattan di Ron Howard . La canzone del mare (The song of the sea) di Tomm Moore . La Sirenetta di Walt Disney TEATRO DELLE MOIRE Interessato ad indagare nuove forme di linguaggio, il Teatro delle Moire ha frequentato molti ambiti ed esperienze di creazione e di rappresentazione, così che le sue produzioni non si possano ascrivere a nessuna categoria specifica, se non inserirle in una dimensione di ricerca. Gli spettacoli della compagnia sono caratterizzati da una dimensione non narrativa, che ha il suo punto di forza nella creazione di immagini e di figure, presenze che appaiono in modo sorprendente e che si affrancano dal concetto di interpretazione. Altra cifra che connota il lavoro della compagnia è il gusto per il paradosso e una dimensione surreale. Dal 1999 Teatro delle Moire cura a Milano Danae Festival. ALESSANDRO BEDOSTI E’ attore, danzatore e performer. Il suo percorso artistico, iniziato nei primi anni '90, l'ha portato a collaborare con molti dei protagonisti della ricerca teatrale italiana ed europea (Michele Abbondanza, Antonella Bertoni, Monica Francia, Paola Bianchi, Socìetas Raffaello Sanzio). Negli ultimi anni, grazie all'intensa esperienza di studio con il danzatore butoh Masaki Iwana, si è dedicato alla creazione di brevi ritratti danzati in qualità di autore e danzatore ("Senza titolo" - 2009, "Quando vedremo un tuo ballo?" - 2010, "Per favore aprite le tende" - 2012, "Das Spiel" - 2014). Mario Giacomelli