“La Strada” di Federico Fellini
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“La Strada” di Federico Fellini
COMUNICATO STAMPA Per l’ultimo della Rassegna cinematografica: E’ ora di andare al Cinema QUELL’ORIGINALE DIPENDENZA Cinema e senso religioso Luigi Amicone, direttore del settimanale Tempi, presenta il film: “La Strada” di Federico Fellini Italia 1954 (104’) con A. Quinn, G. Masina, R. Basehart, A. Sivani, M.Rovere. martedì 21 giugno 2011 ore 21,00 CINEMA PALESTRINA via G.P. da Palestrina, 7 [MM 1-2 Loreto] intero 6€, per soci Sentieri e CMC 3€ 02-6702700 www.cmc.milano.it / www.sentieridelcinema.it Gli anni ‘50 e ‘60 segnarono l’epoca d’oro del cinema nostrano. Uditi gli ultimi singulti del Neorealismo, l’Italia diventava il secondo polmone (dopo quello americano) del cinema mondiale. Rossellini, De Sica e Visconti erano ancora in piena attività, Antonioni iniziava a stupire proprio in quegli anni, Bertolucci sarebbe venuto di lì a poco. La commedia all’italiana si imponeva di anno in anno con Monicelli, Germi, Totò. Sopra tutti troneggiava Federico Fellini che già nel 1954 dava un fondamentale contributo alla storia del cinema firmando regia, soggetto e sceneggiatura de La strada, opera che gli valse l’Oscar per il miglior film starniero. Fellini lavorò per molto tempo, accanto al suo fedelissimo cosceneggiatore Tullio Pinelli, alla costruzione di Zampanò e Gelsomina, realizzando un’allegoria cristiana dall’essenza pasquale. Gelsomina, ragazza con un cervello da bambina, abbandona la famiglia e si affianca al fenomeno da baraccone Zampanò. Verrà trattata malissimo, insultata per la sua inutilità. Eppure rimane sempre lì, diverte ogni bambino, accoglie ogni particolare della realtà con stupore immenso, serve Zampanò come un monaco servirebbe un mendicante. Quando si scoraggerà credendosi inutile, incontrerà qualcuno che le dirà che tutto in questo mondo serba un senso nascosto, persino un sasso. Quell’uomo arriverà genialmente all’intuizione che seppure non sappiamo precisamente «a cosa serva questo sasso, a qualcosa deve pur servire. Perché se questo sasso è inutile, allora è inutile tutto. Anche le stelle. Anche tu, anche tu servi a qualcosa, con la tua testa da carciofo». La rinascita, sembra dirci Fellini, non può che partire dal recupero di quella possibilità di stupore di fronte ad ogni sasso del creato, da quel desiderio di compagnia e di amore gratuito superiore ad ogni odio. Questa coscienza strappa il film dall’incastro storico del secondo dopoguerra rendendolo attuale ad ogni epoca. Anche alla nostra. Centro Culturale di Milano, 17/06/11- [email protected] - 02 86 45 51 62