dicembre 2013 - Associazione Cometa

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dicembre 2013 - Associazione Cometa
INTERNATIONAL
N.5
DIETRO UN BANCO
DICEMBRE 2013
WOOD MANAGEMENT CLASS
IN THE CONTRADA
and helped by Pietro Garbagnati, Vittorio and the carpenter of the Contrada.
Now, we students must make the furnishings for twenty-eight rooms of the
Armeno hotel.
The furnishings are composed of the
following:
Two beds
One desk
Two bedside tables
One wardrobe
The interior furnitures of Armeno’s Hotel room:
The desk (L2);
the Bed (L3);
the wardrobe (L4).
T
his week, the wood management
class left Cometa to work at the
Contrada Degli Artigiani.
The Contrada is a firm of Erasmo
Figini. The Armeno residence was a
monastery and now is being changed
into a hotel. We students are making
the furniture and realizing the final
product of the project. We are followed
The interior is subdivided and each objet is assigned to a class:
The bedside table (L1)
The desk (L2)
The Bed (L3)
The wardrobe (L4)
On Wednesday November 7th, we
went to Armeno where the hotel is being built in order to take the measurements of the rooms before making the
furnishings.
Now, the students of wood management will get to work to make the interior for the new hotel, tailored to each
room.
[by Filippo Villani]
What do elves learn in school?
This month’s
QUESTIONS
Direttore responsabile
Andrea Di Domenico
Redazione
Saida Abdoulaye, Marta Bianchetti,
Eugenia Buscetta, Micole Cereghini,
Clodis Cicardi, Selene Distefano,
Sofia Magista, Elisa Mascheroni,
Francesca Pagani, Federica Selva,
Giovanni Tedone, Camilla Turconi,
Filippo Villani.
Collaboratori
Luca Doninelli, Alessandro Mele,
Francesco Campiotti, Giovanni Figini,
Mariachiara Gomaraschi, Katie Kleczek,
Marianna Nicotra, Luisa Tracogna.
di Andrea Di Domenico
Supervisore
Alessandro Banfi
Stampa
IeFP “Cometa Formazione
Scuola Oliver Twist
Via Madruzza 36,
22100 Como (CO)
[The Elf-abet!]
Progetto grafico
Matteo Riva
What do you call people who are
afraid of Santa Claus?
Impaginazione
Creativa Design - creativa-db.it
[Claustrophobic.]
What do monkeys sing at Christmas?
[Jungle bells, jungle bells…]
What did Adam say on the day before
Christmas?
[It’s Christmas, Eve!]
SOLUTIONS
Last issue’s answer: A promise
Knock, knock. Who’s there? Mary.
Mary who? Merry Christmas.
CONTATTACI!
twist again
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EDITORIALE
Circa una settimana fa ho preso
parte, qui a scuola, a un ricevimento
per un matrimonio. Ho aiutato i miei
colleghi più giovani nella riuscita del
servizio. Mi sono reso conto di aver
di fronte ragazzi pieni di domande, in
attesa di cosa sarebbe potuto accadere
in una giornata apparentemente
banale, ma che richiedeva il pieno
di energie. Erano presenti ragazzi
di ogni classe. I clienti esterni si
aspettano un servizio impeccabile o
quasi, e tale è stato: non avrei mai
pensato che prendere sul serio la
propria vita significasse anche questo.
Sembrerà strano, ma grazie alla loro
voglia di riscattarsi, mettendo in
gioco tutte le loro potenzialità, hanno
ricevuto i complimenti da tutti gli
ospiti (circa 200). In un momento in
cui si sente parlare di politica spesso
solo in modo negativo, di proteste e di
casi irrisolti, ecco a voi uno spiraglio
di luce, che parte proprio da tutti noi
ragazzi! Non arrendiamoci, chi si
pone domande, non avrà mai modo di
trovare le risposte!
MANDELA E IL PERDONO
Il lascito del premio Nobel per la pace
di Alessandro Banfi
È
morto Nelson Mandela, un grande leader, un personaggio importantissimo della storia, qualcuno che voi giovani studenti magari avete sentito citare
solo qualche volta. E tuttavia questo evento può essere un’occasione per riflettere e
conoscere una storia eccezionale. La storia di un uomo di colore, un nero, finito
in carcere per tanti anni, 27!, come leader
politico che avversava il razzismo in un
Sudafrica dominato da una dittatura violenta di alcuni bianchi di origine olandese, i cosiddetti afrikaner. Dopo la caduta
del Muro di Berlino, Mandela fu scarcerato e lui divenne il principale protagonista
di una fase di Verità e di Riconciliazione,
come lui la chiamò, senza precedenti. Si è
scritto tanto su di lui nelle ultime settimane e sono usciti anche libri. Leggete qualcosa e scoprirete quanto conta ancora oggi la sua lezione. Il Perdono può avere un
valore politico nella storia ed è il più grande antidoto a quella malattia tipica del se-
1
colo scorso, che è la necessità assoluta del
Nemico. Hitler, Mussolini e Stalin hanno
compiuto le peggiori nefandezze, in nome dell’annientamento del Nemico: Auschwitz, i Gulag, le leggi razziali. Mandela appartiene invece a quei potenti della
storia che saranno ricordati come capaci
di Perdono, come Ghandi, Luther King,
Kohl, persino Attila… Nell’antica Roma ci
fu Marco Aurelio, l’imperatore immortalato nella statua equestre oggi in piazza del Campidoglio a Roma, mentre fa un
gesto di clemenza verso un nemico…
Il perdono e la paternità
La riflessione mi si è imposta anche
per una dolorosa esperienza personale di
queste settimane: è morto mio padre Vittorio. Non era più giovane, come potete
immaginare, eppure la sua brusca uscita
di scena mi ha provocato un grande turbamento. E tanti pensieri, oltre che piccole gioie. Che cosa significa avere un padre? Fra tante altre cose significa avere
qualcuno che ti vuole bene, che ti sa per-
›
DALL’ESTERO A COMETA
Easy Peasy
Una nuova mania
è esplosa, ormai non si
fa altro che parlare
di lei! Corsi intensivi
di inglese, good
morning ovunque,
bandiere americane
che sventolano, livelli
dyned alle stelle: è
la Katie-mania!
› donare. Che sa usare la magnanimità e
dirti: non piangere.
Quel gesto umano,
forse troppo umano
Un grande scrittore che amo, Primo
Levi, ha scritto nel suo “I sommersi e i
salvati”: “Non conosco atti umani che
possano cancellare la colpa”. Una frase terribile e che pure coglie la grande criticità dell’esistenza. E tuttavia è
proprio del padre saper indicare, aprire a quel gesto umano, forse troppo
umano, del perdono, che sa rigenerare la vita. Il perdono è una grazia. Un
fatto che ti piomba addosso e che rende anche la morte non definitiva. Il padre è colui che ti invita a guardare da
quella parte, a non chiudere la possibilità di essere perdonato. Per fortuna
mio padre Vittorio ha lasciato aperta
la possibilità di questa grazia. Per questo gli sarò sempre, a mia volta, grato.
INTERV ISTA DEL MESE
THREE DAYS IN BARCELLONA
DA CHICAGO A COMETA!
T
E
Impressioni dal viaggio di una dei vincitori
anti si chiederanno come abbiamo
fatto ad arrivare fino a Bershka che
è una delle aziende che vende in tutto il mondo: tutto è cominciato grazie ad
alcuni collaboratori di Inditex che sono
venuti nella nostra scuola e hanno visto
i lavori realizzati nel nostro corso tessile.
Vedendo quei disegni si sono meravigliati di come dei ragazzi riescano ad esprimersi attraverso il colore e il disegno, così hanno deciso di metterci alla prova per
vedere come ce la saremmo cavata.
Dalla Sagrada Familia
agli 80.000 mq di magazzino
È stato così che 10 ragazzi di noi sono
stati a Barcellona (naturalmente accompagnati dai professori). Il primo giorno è
stato faticoso: per prima cosa siamo dovuti andare in hotel, dopo di che siamo
subito usciti per poter ammirare Barcellona e abbiamo visitato la Sagrada Familia, uno dei capolavori di Antoni Gaudì
assieme alla Casa Milà, che ha dei balconi
particolari e alla Casa Batillò, che è stata
una delle mie preferite. La sera, dopo la
visita, siamo andati a cena con Mercedes
(una delle collaboratrici di BSK).
Il secondo giorno invece siamo andati all’azienda di Bershka; rispetto alle mie
aspettative era davvero immensa (solo il
magazzino si estende per 80.000 m²!).
All’arrivo ci hanno consegnato dei badge con il codice a barre per poter entrare,
ci hanno dato l’occasione di visitare tutta
l’azienda in cui lavorano ben 400 persone. Durante la visita ci hanno fatto capire che da soli non si va avanti, quindi bisogna lavorare in gruppo, cioè imparare
ad ascoltare i giudizi del collega, accettare sempre i consigli che potrebbero rivelarsi utili e soprattutto tollerare le critiche da un proprio superiore.
Altro total look, altra giuria
Abbiamo visitato il magazzino, dove vengono depositati e spediti in tutto
il mondo i prodotti che secondo l’azienda possono essere considerati vendibili.
Devo dire che è una cosa incredibile, perché lì dentro c’è un processo incredibile,
tutto è identificato con massimo controllo per ogni dettaglio. L’indomani siamo
ritornati nell’azienda, ma questa volta,
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Intervista a Katie Kleczek
cco l’attesa intervista alla nuova,
simpatica (e bella) docente madrelingua della scuola.
Cosa c’è dietro l’arrivo
dell’Americana in Cometa.
Un momento del viaggio a Barcellona.
dato che era l’ultimo giorno con loro, ci
hanno di nuovo proposto di creare un look con quello che avevamo a disposizione
e alla fine dei lavori i nostri giudici, cioè
i nostri professori, i nostri compagni e
le ragazze del dipartimento ci avrebbero
detto se quello che avevamo fatto sarebbe stato venduto oppure no. Non sempre
si ricevono de bei commenti, alcune volte bisogna saper accettare delle critiche.
Grazie a questo viaggio di 3 giorni ho imparato molte cose, soprattutto ho imparato che se si desidera entrare nel mondo
del lavoro bisogna essere decisi, con tanta volontà e bisogna essere sempre disponibili, sapere osservare per poter prendere fonti di ispirazione, capire la moda,
cioè osservare in ogni parte del mondo
come la gente si veste.
Infatti a scuola ci preparano facendoci fare degli stage di lavoro, per poterci
introdurre nel mondo del lavoro. Dopo
questo viaggio ho capito di più che la nostra scuola ci prepara perché ci sarà utile
per il mondo del lavoro.
[di Saida Abdoulaye]
Hi Katie, ti vuoi presentare?
Si sono Katie, sono americana, sono docente di questa bella scuola ed insegno inglese.
Come hai conosciuto Cometa?
Ah è una lunga storia, un
amico, un gran amico di Chicago mi aveva detto « tu cerchi una scuola
che realizzi qualcosa di nuovo con i ragazzi, bella e che educhi attraverso la bellezza?» e mi ha indicato questa scuola.
Alla fine è successo tutto questo
che ti ha detto?
Si, ho visto che Cometa è un luogo dove le persone imparano attraverso la bellezza, ma non c’è solo questo di speciale:
loro fanno qualcosa, how to say in Italian.. (Giovanni sorry, ho bisogno di pensare, perché mi è difficile) the dedication
and the belief that adults at Cometa have
in the students that make great thinks
possible and when an adult believes in a
teenager, it allows for them to reach their
potential.
Tranquilla Katy tanto dopo cancello! (non l’ho fatto, ndr )
Provo a tradurre. Ho trovato
una scuola dove noi adulti possiamo dare il meglio del mondo
ai ragazzi, dove i docenti possono essere loro stessi, e secondo
me quando gli adulti sono loro
stessi, possono dare il meglio ai
ragazzi, è di questo che la generazione dei giovani ha come si
dice ..the right ? how do you say.
Aiuto, a me lo chiedi ?sono messo male con l’inglese.. forse diritto?
Ok…hanno diritto! Diritto all’educazione.
Visto che siamo soli, di’ la verità
sei venuta qua per una nuova esperienza o per la speranza di conoscere George Clooney?
Ahaha, in verità facciamo il 50 e 50 %,
non solo per conoscere George Clooney,
ma per sposarlo: Miss Clooney!
Ah questa è una notizia scoop allora! Cosa ti affascina di Como e di
Cometa?
Como è una città adatta per la poesia e
per l’arte, con queste montagne ed il suo
lago. Nella poesia puoi parlare con l’anima, e anche Cometa è cosi!
Quando tornerai in America, dopo
questa esperienza cosa consiglierai hai tuoi studenti?
Che nulla è impossibile, di reach for
the stars dirò questo! se tu hai un desiderio afferralo e cerca di raggiungerlo seriamente! perché se noi pensiamo che è
impossibile allora sarà impossibile, ma
se qualcuno con cui ti confidi ti dice che è
possibile allora is possible.
È utile per te questa esperienza?
Molto utile, perché mi sento più me
stessa e vedo i ragazzi felici, ed è raro vedere dei ragazzi che sono felici di venire a
scuola. Penso che sia un’esperienza unica mondo! Ti possono riempire il cuore.
Lo sai che c’è una canzone che parla di te? Si chiama “ piccola Katy”
cantata dai “ Pooh”?
Ahah (ride), sì me l’hanno detto in tanti.
Ti piace?
Non l’ho mai sentita, me la devi far
sentire!
Ok, te la canterò per il tuo compleanno! Che cibo italiano ami?
Pizza, vino, cioccolato, caffè… tutto dai!
Cosa pensi del Twist- Again?
È molto bello è penso che la prof. che
aiuta per il giornale è la migliore del
mondo!
Saluta i nostri lettori
Ciao lettori! smack!
[di Giovanni Tedone]
DIRETTA STAGE
Clodis Cicardi
H
o quasi concluso il mio stage di otto settimane all’Imbarcadero, il ristorante dell’ hotel Metropol Suisse. Sono stato accolto subito molto bene dallo
staff. Ho impiegato la prima settimana
per ambientarmi e conoscere gli spazi e
le disposizioni delle attrezzature. I miei
turni comprendevano lunch e dinner.
All’inizio mi è stato d’aiuto il fatto che il
flusso infrasettimanale dei clienti fosse
ridotto. Così ho avuto modo di comprendere bene il metodo di lavoro e le richieste nei riguardi. Di giorno in giorno era
chiesto un passo in più. Il primo passo è
stato quello svolgere i miei compiti in autonomia, non appena arrivato. Uno step
importante è stato quello di riuscire a imparare dagli errori. Altro obiettivo che mi
sono posto è stato quello di imparare a lavorare velocemente, con pulizia e ordine.
Questo perché, come il tutor mi ha fatto
notare, il non essere ancora in grado aumentava il lavoro da fare e quindi la fatica
e la stanchezza. Ho cominciato a sistema-
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re le attrezzature un po’ alla volta durante
il servizio, e a dedicare 2 minuti in più ad
ogni attività per svolgerla al meglio.
Al contrario dell’anno scorso, poi, ho
guardato lo stage come un’opportunità
per imparare davvero il mestiere del cameriere, ma soprattutto come un primo
passo verso un impiego dopo lo stage.
Un ragazzo, che ha voglia di imparare e
mette impegno in ciò che fa, è tanto stimato dal datore di lavoro che certamente, qualora in futuro avesse bisogno di
collaborazione, non potrebbe che chiedere a lui per primo. In breve lo stage è una
grandissima opportunità per entrare nel
mondo del lavoro.
FOCUS: BOTTEGA DEL GUSTO
FOCUS: BOTTEGA DEL GUSTO
COS’È
SLOW FOOD?
ECONOMIA E ITALIANO
TRA LE CROSTATE?
L
S
Quando il pasto è
un avvenimento
a proposta del ristorante a scuola, nasce anche per offrire la possibilità di un luogo in cui sedere in
compagnia, per consumare con tranquillità cibo sano e genuino, preparato da uno chef a partire da ingredienti naturali, in un ambiente accogliente
e armonioso.
Da esigenze simili è nata in Italia,
negli anni ’80. Slow Food un’associazione no profit pensata come risposta
al dilagare del fast food e come alternativa alla frenesia della vita moderna. Lo scopo è la diffusione della cultura sugli alimenti, la produzione di
cibo sostenibile e di qualità, e lavora
per sostenere il diritto di vivere il pasto apprezzandone il gusto genuino e
l’alta qualità. Il motto dello Slow Food
è Buono, Pulito e Giusto.
Buono perché mantiene le qualità organolettiche dei prodotti e ne rispetta le tradizioni e le caratteristiche
culturali, combattendo l’omologazione del sapore, come invece accade nei
fast food.
Pulito, perché rispetta l’ambiente e l’ecosistema abolendo l’utilizzo di
prodotti chimici e le manipolazioni genetiche e promuove l’utilizzo dei prodotti tipici delle diverse zone, abbassando così l’inquinamento causato dai
trasporti degli alimenti.
“Scuola aperta” in pasticceria: maestri e allievi
alle prese con produzione, gestione e promozione
Una torta di Battesimo
della Bottega del Gusto.
CAKE DESIGN: UNA PASSIONE
SEMPRE PIÙ DIFFUSA
Dall’America all’Italia, l’ultima moda
nel mondo della pasticceria
I
l cake design, tecnica che negli ultimi si
è diffusa moltissimo anche in Italia diventando una moda, vanta origini antiche: nata grazie all’invenzione dei forni con temperatura controllata che, dal
1840, hanno permesso – con l’uso sapiente di bicarbonato e lievito – la produzione di torte più belle, semplici ma anche veloci.
Giusto, perché è conforme ai concetti di giustizia sociale negli ambienti di produzione e di commercializzazione, abolendo l’agricoltura di massa
e promuovendo le piccole produzioni.
[di Francesca Pagani e Selene Distefano]
La torta della Bottega del Gusto, per il matrimonio
della professoressa di eventi e del maître.
6
Nata nel ‘900, oggi spopola in TV
Negli USA a partire dal 1900, cominciarono ad essere create delle torte per occasioni speciali e celebrazioni: il cake design veniva utilizzato per rendere una
torta maestosa ed elegante a livello estetico. Pare inoltre che l’intenzione fosse anche quella di poter mantenere a lungo la
decorazione di pasta di zucchero posta in
cima alla torta, in modo tale che gli sposi potessero conservarla fino al primo anniversario.
Oggi molto diffusi sono i programmi
televisivi che mostrano come realizzare
torte di design. Chi non conosce il famosissimo “Boss delle torte” di Buddy Valastro, pasticcere di origini siciliane che
lavora a Hoboken negli USA? E in Italia
Renato Ardovino? Prima architetto, poi
cake-designer, con il nipote Angelo conduce “Torte in corso con Renato”, primo
programma italiano nel suo genere.
Come ogni anno, le ultime novità per
gli appassionati si sono viste alla fiera
dell’artigianato a Rho (Milano): vere opere d’arte del cake design!
(www.artigianoinfiera.it)
[di Sofia Magistà]
abato 23 novembre 2013, come i due
sabati precedenti, si sono tenuti i pomeriggi di “Scuola aperta”, durante i
quali i ragazzi di sala, del tessile e di falegnameria hanno tenuto dei laboratori
per i ragazzi di terza media in visita alla scuola. In pasticcieria si imparava a fare la crostata con la marmellata. La ricetta per la frolla prevede: 300 g di farina,
200 g di burro 100 g di zucchero. Si fa
un vulcano con farina, dove il cratere deve essere molto grande, in modo da poter
contenere in mezzo il burro e la farina; si
impastano poi il burro con lo zucchero e
si pesano 40 g di tuorli ( 2 uova) e 6 g di
aroma alla vaniglia.
Il primo sabato, con la prof. Ardizzone, abbiamo scoperto l’economia della
crostata, il sabato successivo, con la prof.
Nicotra l’abbiamo descritta e pubblicizzata per presentarla e venderla al bar.
Molti ragazzi, non “esperti” nel pesare le
uova e soprattutto l’aroma, ne mettevano molto di più. Allora la prof. Nicotra,
visto che l’ aroma è dolce,, diceva che sarebbe venuta una crostata più romantica (o aromatica?!). Ma torniamo alla ricetta: dovevano versare sopra l’impasto
di burro e lo zucchero, l’aroma e i tuorli e successivamente unire la farina. Poi
la pastafrolla doveva essere messa a riposo per due ore. Per evitare l’attesa il prof.
Monaco, la mattina stessa, ne aveva già
preparata dell’altra oltre che una crostata
ben fatta. Proprio quella che la prof. Nicotra ha fatto degustare, per poi far compilare la scheda con aggettivi, nomi, verbi
e, a partire dalle sensazione offerte, con
la descrizione della crostata. Finito, i ragazzi hanno imburrato la teglia, steso la
pasta frolla, aggiunto uno strato di marmellata con la sacca da pasticciere e poi
decorato con le striscette di frolla. Infine
l’hanno messa nel forno a 180º per 20/
25 min. Intanto i ragazzi hanno inventato
uno slogan e dato un nome alla crostata.
Alla fine Daniela, il prof. Antonio ed io
abbiamo votato per lo slogan e la campagna pubblicitaria migliore, e il vincitore è
stato premiato con una crostata fatta da
me in precedenza che ha portato a casa.
Il più bello? La crostata dorata!
[di Federica Selva]
SCUOLA APERTA
AL BAR DIDATTICO
Matematica e chimica, geografia e inglese
per fare un caffè
D
urante i sabati di novembre la scuola
è rimasta aperta al pubblico per dare
la possibilità ai ragazzi della 3° media
e ai loro genitori di capire come funziona
la nostra scuola, prima di sceglierla.
Dopo una visita guidata da noi ragazzi
attraverso la scuola tutti e tre gli indirizzi, Tessile, Legno e Sala Bar, hanno preparato con i professori dei percorsi laboratoriali da proporre. Il mio indirizzo,
cioè sala bar, ha organizzato un percorso
nel bar che mostrava le forniva informazioni sul caffè. Si partiva dalla geografia,
cioè da dove viene esportato principalmente il caffè, dove viene prodotto e come. Poi si passava su un esperimento fi-
sico/chimico, che faceva capire il perché
il caffè deve essere macinato invece che
in chicchi interi, e il perché c’è bisogno
di una macchina per farlo. L’esperimento consisteva nel fare un’infuso di caffè
usando però chicchi interi e acqua, caffè
macinato e acqua fredda, e caffè macinato e acqua calda.
Delle tre infusioni l’unica che avrebbe
potuto avvicinarsi al caffè che beviamo
solitamente era la terza, fatta con acqua
calda e caffè macinato. La differenza è
però che l’infusione viene fatta senza una
pressione mentre quella è necessaria.
Finito l’esperimento passavano alla
parte “pratica” del giro, ossia la prepara-
3
zione di un caffè attraverso tutti i passaggi da seguire attentamente tutti: la
maggior parte dei ragazzi in visita ha fatto un caffè usando la macchina professionale del caffè del bar.
L’ultima fase del percorso consisteva nell’illustrare una piccola parte della matematica presente al bar. Spiegavamo quanti caffè si fanno con 1kg di caffè e
quanto costa ad un barista 1 caffè.
La cosa eccezionale era che tutto il
percorso fatto si collegava con quelle materie che si svolgono negli uffici di promotion e management: come geografia,
inglese e matematica e chimica.
[di Marta Bianchetta]
D A L FA R E A L S A P E R E
IL CAMERIERE DI COMETA:
UNA PASSIONE PER OGNI UOMO
COMETA SI R ACCONTA
uest’anno, noi dell’agenzia organizzativa Rebuilding Now della SB2, abbiamo creato il nostro pannello tendenza
e il nostro book di progetto, a partire dalla nostra esperienza in Cometa.
se un bambino mentre gioca ci va a sbattere, non si fa male. Cometa pensa a tutti.
La parte alta del pannello racconta 2
cose: la prima è la scoperta attraverso i 5
sensi: il cameriere della Rebuilding Now
grazie ad alcune esperienze esercita i 5
sensi per utilizzarli ogni giorno nel servizio e renderlo più efficacie: sul nostro bicchiere non ci deve mai essere una macchia. La seconda racconta il fatto che ogni
giorno in Cometa è come se fosse il primo perché come dice Bersanelli: «il nostro lavoro è un cammino; ogni volta che
si scopre qualcosa, si percepisce una bellezza nuova e nascono delle domande che
chiamano ad andare sempre più avanti».
Dall’immagine al significato
Il pannello viene abbracciato ai lati
dal verde che abbiamo trovato in questo
luogo: come la natura abbraccia Cometa,
così il verde abbraccia le nostre idee.
In fondo abbiamo attaccato delle foto che riguardassero noi in job, per evidenziare la cura che presta il cameriere
di Cometa ad accogliere, con tutto il suo
amore, l’ospite e a farlo sentire a proprio
agio (le pieghe della tovaglia sono tutte
orientate nella stessa direzione, la mise
en place è semplice ma abbinata ai colori di Cometa, il linguaggio è giovanile ma
accogliente).
Al centro, invece, abbiamo raccontato l’unicità di ognuno di noi, l’ospite per
Dal pannello tendenza
ai titoli per il book aziendale
Il nostro pannello tendenza è confluito in un book che ci ha permesso di raccontare il nostro lavoro in Cometa. Tra i
titoli delle diverse sezioni:
_ Accolti dal verde, la natura abbraccia Cometa.
_ Il cameriere di Cometa accoglie con
i dettagli.
_ Il cameriere di Cometa: la sua avventura è passione per ogni uomo.
_ Scopriamo con i 5 sensi, giudichiamo con l’intelligenza.
Ogni giorno come fosse il primo, ogni
punto del match, come fosse l’ultimo.
[diElisa Mascheroni]
Sul pannello e sul book la mission
della Rebuilding Now
Q
noi è speciale, unico, ed è cosi che si deve sentire quando entra nel bar o nel ristorante di Cometa. Questo luogo, infatti,
è fatto per tutti, specialmente per i bambini. Nella sala comune dell’associazione,
gli spigoli dei tavoli sono arrotondati, così
IL DADO È TRATTO:
È ORA DELLA BANDANA
razione creando bozzetti -disegni a mano libera - usando tempera nera su foglio
bianco, o viceversa. Il bozzetto si è poi
trasformato in un prototipo, che abbiamo
realizzato presso l’atelier Ferrario. Lì, seguendo Beatrice, maestro nel disegno tessile, abbiamo trasformato il bozzetto in
prototipo, adeguando le proporzioni del
foglio A4 a quelle della bandana 50x50.
Il progetto della T2
D
opo aver lavorato a lungo sulla preparazione del pannello tendenza,
avendo come tema Cometa e “la città nella città” la T2 ha cominciato a realizzare i disegni che andranno a comporre la grafica della bandana.
Ufficio stile e storia del prodotto
Mentre dal punto di vista artistico il
nostro lavoro si indirizza alla rielaborazione della fonte di ispirazione, in ufficio
stile stiamo studiando le caratteristiche e
le origini del nostro prodotto, cercando
di aprire più approfonditamente su cosa stiamo lavorando. Insomma, si tratta
di un lungo e intenso lavoro, da veri stilisti provetti!
[di Camilla Turconi]
Un lavoro di contrasto
tra bianco e nero
Il nostro primo passo è consistito nel
lavoro di contrasto tra bianco e nero: abbiamo rielaborato la nostra fonte di ispi-
4
POESIA
La danza.
Tutto un mondo
da scoprire
Poesia dall’Oliver Twist
“ Ballare per me è come respirare,
Non posso farne a meno
Quando ballo il mio corpo sorride,
Perché ballare mi rende libera,
Di volare sopra le nuvole,
Di scoprire in me stessa una
sensazione nuova.
I TRE SETTORI IN FIERA:
IL MIO SABATO ALLO YOUNG
Cometa espone al salone dell’orientamento
S
uona la sveglia, pronti partenza via!
Si parte, Young arrivo!
Young… orienta il tuo futuro. Una
fiera che si svolge a Erba tutti gli anni, un
ritrovo di tutte le scuole superiori, sia di
IeFP, che di istituti tecnici, licei e perfino università.
Questa fiera dovrebbe dare l’opportunità di individuare quale scuola potrebbe essere la tua dopo la terza media, farti
un’idea più chiara su quello che ti piacerebbe fare.
Ho raccontato il mio lavoro,
coinvolgendo
Lo stand di Cometa proponeva tre laboratori: quello che riguardava il mio settore, il tessile, dove facevamo dipingere
su magliette, il laboratorio di falegnameria dove, sempre con l’aiuto di un professore, si realizzava un portachiavi, e il laboratorio di sala e bar, in cui si offriva no
la cioccolata calda e i panettoni di Cometa. I genitori in visita erano molto affascinati dalla camera campione progettata
dal legno per l’hotel di Armeno: qualcuno
desiderava acquistarne gli arredi.
Il mio obbiettivo era promuovere al
meglio la mia scuola, spiegare cosa si fa,
senza annoiare i ragazzi e i loro genitori,
mi sono messa in gioco, e di questo sono
molto contenta.
La fatica diventa bella
La cosa più bella per me durante la
giornata è stato vedere la prof. di comunicazione Gomaraschi e me invidiose del
vice preside Giovanni Beachi, concentratissimo nel dipingere una maglietta con
scritte in arabo, (che dire … Bravissimo!)
Allora io e la prof. ci siamo cimentate
nel laboratorio di falegnameria: la prova
da superare? Creare un portachiavi senza
l’aiuto del prof. maestro esperto nel mestiere! Sì, anche questa prova superata!
Sono veramente felice di questa faticosa ma bellissima esperienza, soprattutto in compagnia di ottimi professori e del
nostro mitico vice preside, Beachi.
Spero al più presto di vivere un’altra
esperienza così bella.
[di Micole Cereghini]
5
La danza è un modo per esprimersi, per lasciarsi andare, smettere di aver paura del presente e svuota
la mente. Sono molti gli stili: classica, moderna, break dance, hip hop,
danza del ventre, zumba fitness… ma
qualcosa non cambia mai: la danza racconta una storia, un pensiero,
una riflessione, un frammento di vita. Danzare aiuta psicologicamente,
emotivamente e fisicamente: può essere un hobby che ti affascina, oppure
puoi averla nel sangue.
Il ballo è un mondo da scoprire
perché ogni volta ci sono nuovi passi
da imparare o da inventare.
È come guardare il lago
o le stelle di notte,
quando i pensieri sono troppi
e i sogni troppo pochi.”
La cosa bella della danza è che ci
sono ragazzi che la mettono davanti alla propria vita, davanti a tutto e a
tutti fino a farla divenire una professione, dopo anni di studio nelle accademie. Ma anche per chi non dovesse sceglierlo come lavoro, come me,
la danza insegna qualcosa: malgrado
provini non superati oppure passi difficili da imparare, arrabbiature e cadute, ci si può sempre rialzare e continuare a ballare. E si ricomincia!
La danza insegna a non
[arrendersi mai.
“Ballare è come vivere.
Come aria fresca,
che mi spalanca le finestre
dell’anima.”
[di Eugenia Buscetta]