Lezione 9 Banda Brenno

Transcript

Lezione 9 Banda Brenno
Corpo Musicale di Brenno Useria
Lezioni del corso di approfondimento di teoria musicale
Lezione 9
Gli strumenti musicali e le tonalità: strumenti traspositori
Gli strumenti della banda e le tonalità
•
Nella banda ci sono strumenti con diverse tonalità:
1. Strumenti in Do: flauti, tromboni a coulisse, bassi tuba
2. Strumenti in Sib: clarinetti, trombe, saxofofoni (tenori), tromboni
a pistoni, flicorni baritoni, bassi tuba
3. Strumenti in Mib: clarinetti (piccolo), saxofoni (contralti e
baritoni), corni, bassi tuba
4. Strumenti in Fa: corni, bassi tuba
•
La tonalità di uno strumento indica la nota reale prodotta da
uno strumento rispetto ad un riferimento, di solito la nota Do.
•
Gli strumenti in Do producono note perfettamente coincidenti
con quelle scritte sulla loro parte e per questo si dicono non
traspositori (il Do scritto sulla parte è un Do reale)
•
Gli strumenti traspositori invece producono note reali che
sono diverse da quelle scritte: per esempio quando un
clarinetto in Sib trova sulla parte DO, in realtà produce un Sib!
Perché gli strumenti traspositori ?
•
Tra i primi strumenti musicali, i corni inizialmente non erano
dotati di dispositivi per produrre note alterate. Se il brano da
eseguire era nella tonalità corrispondente alla tonalità dello
strumento (armonico fondamentale, dipendente dalla lunghezza
dello strumento) non vi erano pertanto particolari problemi, ma
con tonalità diverse e con la necessità di produrre note alterate,
per il cornista risultava più semplice “tagliare" lo strumento sulla
tonica della nuova tonalità, allungando lo strumento con un
ritorto: in questo modo, producendo lo stesso armonico
fondamentale, usciva un suono più grave, adatto alla nuova
composizione
•
L'azione fisica del cornista che suona un corno con ritorto è
sempre uguale a se stessa: il cornista produce sempre
l’armonica fondamentale con la solita posizione delle dita. È il
ritorto che, allungando lo strumento, determina, in uscita, una
nota con frequenza diversa da quella attesa. Dal momento che
l’azione fisica del suonatore è sempre la stessa, è logico
adottare anche una uniformità di scrittura delle parti dello
strumento, scrivendo lo spartito dello strumento sempre nello
stesso modo indipendentemente dal ritorto applicato
Quali i vantaggi degli strumenti traspositori ?
•
Questo tipo di convenzione si applica oggi ad innumerevoli
strumenti a fiato e permette all'esecutore di cambiare strumento
(all'interno della stessa famiglia) facendo sempre corrispondere
ad una nota scritta la stessa posizione delle dita,
indipendentemente dal risultato reale. Ad esempio, per tutti i
saxofoni il Do centrale nel terzo spazio (in chiave di violino) ha
la stessa posizione, anche se in realtà il suono reale associato a
tale nota per un saxofono soprano Sib è di fatto un’ottava e
mezza più acuto di quello prodotto dal sax baritono in Mib.
•
In linea di principio è possibile costruire strumenti tagliati per
tutte le tonalità, ma, con l'evoluzione storica dello strumento,
alcuni tagli hanno preso il sopravvento sia per praticità di uso
(proporzioni ergonomiche) sia per le caratteristiche timbriche: ad
esempio il clarinetto in Sib, per il timbro più scuro e caldo, è
preferito a quello in Do decisamente più squillante
•
Alcuni strumenti sono solo traspositori d’ottava (ad esempio
l’ottavino, che produce un suono un’ottava sopra quello scritto)
Tabella corrispondenza note scritte e note d’effetto
(nota bianca = suono scritto, nota nera = suono d’effetto)
Il problema delle tonalità con gli strumenti traspositori
•
Quando strumenti con tonalità differenti devono suonare
insieme tra loro, magari all’unisono, si pone il problema della
frequenza dei suoni prodotti
•
Se un flauto in Do legge sulla propria parte un Do e produce
quella nota (essendo strumento non traspositore), la parte di
uno strumento traspositore non potrà riportare Do, perché con
un Do scritto la nota d’effetto di tale strumento non sarà Do, ma
diversa
•
Questo determina anche un cambiamento per quanto riguarda
le alterazioni che sono presenti nell’armatura di chiave della
parte dello strumento, alterazioni che dovranno essere adattate
alla tonalità dello strumento. Per questo motivo strumenti con
tonalità differenti suonano con alterazioni diverse in chiave!!!
Come determinare la tonalità delle parti di strumenti traspositori
•
Se la parte del flauto in Do è in Do maggiore (nessuna
alterazione in chiave), essendo la nota d’effetto di un clarinetto
in Sib più bassa di un tono rispetto a quella del flauto, perché i
due strumenti suonino all’unisono la parte del clarinetto Sib
dovrà essere un tono più alta rispetto a quella del flauto, cioè in
Re maggiore (2 diesis in chiave), ovvero la tonalità delle parti
degli strumenti in Sib è una seconda più alta rispetto a
quella degli strumenti in Do
•
Se la parte del flauto in Do è in Do maggiore, essendo la nota
d’effetto di un sax contralto in Mib più bassa di una sesta
rispetto a quella del flauto, perché i due strumenti suonino
all’unisono la parte del sax in Mib (e in generale degli
strumenti con tale tonalità) dovrà essere una sesta più alta
rispetto a quella del flauto, cioè in La maggiore (3 diesis in
chiave)
•
Per gli strumenti in Fa, essendo la nota d’effetto una quinta più
bassa rispetto a quella del flauto, la tonalità della parte dovrà
essere una quinta più alta rispetto a quella del flauto (da Do
maggiore a Sol maggiore con un diesis in chiave)