Report Marocco - United Nations Public Administration Network

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Report Marocco - United Nations Public Administration Network
Marocco
Manutenzione, innovazione
e riforma amministrativa
Napoli, aprile 2004
TESTO PROVVISORIO
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
The views expressed do not imply the expression of any opinion
whatsoever on the part of the United Nations and of Italian Department
for Public Administration, and Formez
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CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
Indice
Marocco.
Riforma amministrativa, innovazione e manutenzione
Capitolo I
Assetto istituzionale e riforma amministrativa in Marocco
1. L’assetto istituzionale
2. Le istituzioni impegnate nella gestione della riforma
amministrativa
2.1. Il Ministero per la modernizzazione del settore pubblico
2.2. Il Ministero dell’interno
2.3. Il Ministero delle finanze e della privatizzazione
3. Istituzioni e centri di accompagnamento alla riforma
3.1. La Scuola nazionale d’amministrazione (Ena)
3.2. Il Centro di formazione per agenti d’esecuzione e di segretari
(Centre de formation d’agents d’exécution et de secrétaires)
Capitolo II
Innovazione e riforma amministrativa prevista e/o in corso
1. L’evoluzione del settore pubblico
2. Le disfunzioni
3. Il programma di riforma amministrativa: prime linee di intervento
4. La riforma amministrativa alla luce del nuovo ruolo dello Stato
5. Il patto di buona gestione
Capitolo III
I progetti attivati
1. La ridefinizione delle missioni dell’amministrazione
2. Le risorse umane: qualificazione e modalità di gestione
3. Il sistema retributivo nella pubblica amministrazione marocchina
4. Le principali iniziative del programma di riforma
5. L’informatizzazione e la comunicazione
6. Le privatizzazioni
7. L’etica nella burocrazia
8. La semplificazione amministrativa
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Capitolo I
Assetto istituzionale e riforma amministrativa in
Marocco
1. L’assetto istituzionale
Il Marocco è una monarchia costituzionale tra le più antiche al mondo
e solo nel 1956 ha ottenuto l’indipendenza dal protettorato francese.
La Costituzione, adottata nel 1962, è stata modificata più volte e il
testo attuale, recepito il 13 settembre del 1996, prevede:
- l’istituzione di un sistema parlamentare bicamerale mediante la
creazione della Camera dei consiglieri;
- l’elezione di tutti i membri della Camera dei rappresentanti a
suffragio universale diretto;
- l’introduzione dello statuto della Corte dei conti, istituzione
costituzionale la cui missione è, in particolare, quella di garantire il
controllo superiore dell’esecuzione delle leggi di finanza e la creazione
di Corti dei conti regionali;
- l’elezione delle Regioni a collettività locali, accanto a prefetture,
Province e Comuni;
- la garanzia del diritto di proprietà e della libertà di impresa.
Il re rappresenta l’unità della nazione, nomina il primo ministro e, su
proposta di quest’ultimo, i membri del governo; è inoltre il capo
supremo delle Forze armate reali ed il Principe dei credenti.
Egli presiede il Consiglio superiore dei ministri, il Consiglio
superiore della magistratura, il Consiglio superiore dell’educazione ed il
Consiglio superiore della promozione nazionale e del piano; promulga le
leggi e firma e ratifica i trattati.
Il primo ministro è responsabile davanti alle due Camere.
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Il vertice decisionale centrale è formato da due organi paralleli: il
Consiglio dei ministri, cui fa capo il primo ministro e il Consiglio
superiore, che comprende solo alcuni ministri ed ha al suo vertice il re.
Il governo è composto dal primo ministro e dai ministri ed è
responsabile davanti al re e al Parlamento.
I ministeri sono:
- Ministero della finanza e della privatizzazione
- Ministero di waqaf & affari islamici
- Ministero della giustizia
- Ministero degli affari esteri e della cooperazione
- Ministero delle relazioni con il Parlamento
- Ministero dell’agricoltura e dello sviluppo rurale
- Ministero della comunicazioni
- Ministero dell’educazione e della gioventù
- Ministero dell’università e della ricerca scientifica
- Ministero per la modernizzazione del settore pubblico
- Ministero della cultura
- Ministero della marina mercantile e dei trasporti
- Ministero dell’industria, del commercio e delle telecomunicazioni
- Ministero della pesca
- Ministero della sanità
- Ministero dell’energie e delle miniere
- Ministero di Stato
- Ministero degli interni
- Ministero della pianificazione e dell’ambiente
- Ministero del turismo
- Segretariato di Stato delegato dal Ministero alla famiglia alla
solidarietà e alle azioni sociali
- Segretariato di Stato delegato dal Ministero all’occupazione, affari
sociali e alla solidarietà
- Segretario di Stato delegato dal Ministero dell’educazione nazionale
e della gioventù.
Ogni ministero ha una delegazione locale in ogni Provincia o
prefettura.
Il Parlamento è composto da due Camere: la Camera dei
rappresentanti, i cui membri sono eletti per 5 anni, e la Camera dei
consiglieri, i cui membri sono eletti per 9 anni. L’iniziativa delle leggi
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appartiene congiuntamente al primo ministro e a tutti i membri del
Parlamento.
La struttura amministrativa del Marocco si ispira al modello francese
ed è molto centralizzata e al tempo stesso frastagliata.
Le comunità locali riconosciute nella Costituzione sono: le Regioni,
le prefetture, le Province e i Comuni.
Il governatore di una prefettura, denominato wali, sovrintende
all’amministrazione di altre prefetture di uno stesso centro urbano.
I governatori sono responsabili dell’applicazione delle decisioni del
governo e, a tale scopo, della gestione dei servizi locali delle
amministrazioni centrali.
Le prefetture e le Province sono a loro volta divise in circoscrizioni,
alla cui direzione si trova un super caïd o capo circoscrizione.
Ogni circoscrizione è divisa in caïdati, amministrati da caïds, che
corrispondono ai comuni urbani o rurali e municipalità.
Il potere giudiziario comprende le seguenti istituzioni: i Tribunali di
prima istanza, le Corti d’appello, i Tribunali amministrativi, i Tribunali
di commercio, la Corte speciale di giustizia e la Corte dei conti e Corte
dei conti regionale.
2. Le istituzioni
amministrativa
impegnate
nella
gestione
della
riforma
Come ministro per la Modernizzazione del settore pubblico è stato
nominato Nakid Zerouali, che gode di ampia fiducia sia del primo
ministro sia del Consiglio superiore, di cui è membro.
Il programma di riforma ed innovazione della pubblica
amministrazione marocchina è stato avviato nel 2003 e dovrebbe
completarsi entro il 2010.
Il piano di governo per l’ammodernamento ha definito 6 aree
specifiche di intervento, chiamate cantieri:
- il decentramento amministrativo e la ridefinizione della mission
della funzione pubblica
- il rinforzo e l’introduzione di un codice d’etica pubblica
- il miglioramento dei rapporti tra pubblica amministrazione e
cittadini
- la gestione e la riqualificazione delle risorse umane
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- la semplificazione delle procedure amministrative
- lo sviluppo e l’utilizzo delle nuove tecnologie di comunicazione
2.1. Il Ministero per la modernizzazione del settore pubblico
In Marocco l’esigenza di istituire un organo centrale incaricato di una
missione generale di studio e di coordinamento di tutti i problemi che
interessano il settore pubblico è stata avvertita fin dai primi anni del
protettorato francese; per contro, la necessità di affrontare in modo
specifico le questioni relative alla riforma amministrativa è stata sentita
soltanto a partire dalla fine degli anni 50, ed ha condotto, nel 1961, alla
creazione di un ministero del settore pubblico e della riforma
amministrativa.
Il ministro è incaricato di elaborare e di seguire l’esecuzione della
politica governativa relativa al settore pubblico. Ha inoltre, per missione,
di intraprendere e promuovere ogni riforma che riguarda il
miglioramento
dell’organizzazione
e
del
funzionamento
dell’amministrazione pubblica ed il rafforzamento delle sue capacità di
gestione.
Il gabinetto è composto dai collaboratori diretti del ministro.
Le strutture amministrative sono le seguenti:
- il Segretariato generale, che garantisce il controllo e il
coordinamento delle attività delle direzioni, divisioni e servizi del
ministero, ad eccezione dell’Ispettorato generale, che è direttamente
collegato al ministro;
- l’Ispettorato generale, che informa il ministro, al quale risponde
direttamente circa il funzionamento dei servizi;
- la Direzione del settore pubblico, che è composta da sette divisioni e
da 21 servizi;
- la Direzione della riforma amministrativa, che è composta da sei
divisioni e da17 servizi;
- la Direzione delle risorse umane e degli affari generali, che
comprende quattro divisioni e 12 servizi.
Al ministero sono inoltre collegate due scuole di formazione
amministrativa: la Scuola nazionale d’amministrazione (Ena) e il Centro
di formazione di funzionari e segretari, le quali hanno per missione la
formazione ed il perfezionamento dei quadri e dei funzionari destinati
alla pubblica amministrazione nei settori dell’amministrazione generale,
della diplomazia, dell’economia e delle finanze.
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In materia di formazione e di perfezionamento dei quadri
amministrativi, le azioni condotte dal ministero dipendono dalla natura
del sistema di settore pubblico, che è un sistema di carriera, fondato per
assicurare ai funzionari una formazione tecnica adeguata alla loro
missione, una formazione generale e continua che garantisce la loro
riqualificazione.
2.2. Il Ministero dell’interno
Il ruolo del Ministero dell’interno è da sempre fondamentale, in
particolare sulla base delle modifiche introdotte dalla riforma
costituzionale del 1996.
Fra le riforme introdotte le più significative sono quelle relative alle
attribuzioni del governatore (waly), come rappresentante dello Stato,
responsabile dell’applicazione delle decisioni del governo e, quindi,
della gestione dei servizi esterni delle amministrazioni centrali. Gli
orientamenti governativi che coinvolgono il Ministero dell’interno si
articolano su 4 finalità:
- l’ammodernamento dell’amministrazione territoriale
- la gestione efficace delle risorse umane e la promozione della
formazione, del controllo e dell’Ispettorato
- l’ausilio alle attività economiche
- la partecipazione allo sviluppo dell’occupazione attraverso la
promozione nazionale.
Per l’ammodernamento dei servizi decentrati, la strategia seguita è
imperniata attorno a 3 principi:
- l’adozione del decentramento come base essenziale della gestione
degli affari pubblici
- il trasferimento dei poteri ai servizi decentrati (Regione, prefettura o
Provincia, caïdat) per beneficiare dei loro contributi a livello di
programmazione ed esecuzione dei progetti
- l’approccio orizzontale delle funzioni del governatore.
Fra gli assi prioritari rientrano:
- l’ammodernamento della struttura e del funzionamento del
Consiglio comunale mediante una migliore definizione delle attribuzioni
del presidente e l’allargamento dei poteri delle commissioni permanenti
- il miglioramento della gestione delle comunità locali
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- un controllo efficace da parte dell’Ispettorato generale, come pure la
valutazione delle azioni delle comunità locali e la dinamizzazione delle
loro capacità d’analisi, di competenza e di formazione
- la formazione degli eletti.
Il Segretariato generale del Ministero dell’interno, nel programma
d’azione stabilito sulla base delle esigenze individuate, coordina tutti i
servizi centrali ed i servizi esterni (wilayas, prefetture, Province, caïdats
ed arrondissements urbains).
2.3. Il Ministero delle finanze e della privatizzazione
Il Ministero delle finanze e della privatizzazione è in stretto
collegamento con il Ministero della funzione pubblica e si occupa,
nell’ambito del settore pubblico, di tutti gli affari relativi agli statuti del
personale dello Stato, delle imprese pubbliche e delle Comunità locali,
nonché dei regimi di retribuzione e di previdenza sociale.
L’attività di collaborazione dei dipartimenti settoriali condiziona
infatti, in maniera pesante, il successo o l’insuccesso di qualsiasi riforma
che il ministero vorrebbe introdurre nel settore del settore pubblico o nel
funzionamento e nell’organizzazione dell’apparato amministrativo.
Nel programma d’azione del ministero del settore pubblico e della
riforma amministrativa i fondi assegnati − e controllati − dal Ministero
delle finanze e della privatizzazione nel Piano quinquennale sono
destinati alla realizzazione di tre grandi progetti:
- la riforma amministrativa, che riguarderà principalmente
l’attuazione del patto di buona gestione, la semplificazione delle
procedure amministrative, la revisione dei testi giuridici, il
rafforzamento dell’utilizzo della lingua araba ed il miglioramento
dell’orario di lavoro; la gestione delle risorse umane, attraverso
l’investimento in azioni di formazione e la riqualificazione;
- la trasformazione del ruolo dell’Ispettorato e del controllo;
- la promozione della condizione della donna nell’ambito
dell’amministrazione pubblica attuata, in particolare, sulla base del
principio d’uguaglianza tra l’uomo e la donna nell’accesso ai posti di
responsabilità.
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3. Istituzioni e centri di accompagnamento alla riforma
3.1. La Scuola nazionale d’amministrazione (Ena)
È stata creata l’8 marzo 1948 allo scopo di garantire la formazione
iniziale dei futuri quadri dell’amministrazione marocchina. Ha
conosciuto molte trasformazioni e attualmente è disciplinata dal decreto
del 10 maggio 2000.
La mission dell’Ena è la valorizzazione delle risorse umane, che
rappresenta una priorità nel processo di riforma avviato
dall’amministrazione. Situata al centro delle amministrazioni, l’Ena deve
essere a capo della formazione di coloro i quali operano nella gestione
pubblica.
I corsi all’Ena sono organizzati in 4 cicli:
- i cicli preparatori, che hanno l’obiettivo di dare ai candidati ai
concorsi per l’accesso all’Ena una formazione complementare nelle
scienze giuridiche, economiche e sociali;
- il ciclo superiore in gestione amministrativa, la cui durata è di 24
mesi; vi si accede mediante un concorso aperto ai candidati funzionari
classificati alla scala di retribuzione n. 10 o quadri assimilati;
- i cicli di formazione continua, previsti a favore dei quadri delle
amministrazioni pubbliche, delle comunità locali e di qualsiasi altro
organismo pubblico o privato.
Presso l’Ena è inoltre attivato un Centro di ricerca amministrativa e di
perfezionamento incaricato di organizzare sessioni di perfezionamento,
di contribuire allo sviluppo delle scienze amministrative, di promuovere
le ricerche in questo settore, dare consultazioni ed offrire competenze,
migliorare le capacità di gestione delle amministrazioni pubbliche.
La politica di formazione del Ministero per la modernizzazione del
settore pubblico prevede inoltre la programmazione da parte dell’Ena di
cicli specializzati di formazione continua, nel quadro di convenzioni
attivate appositamente con le amministrazioni e gli organismi interessati.
Si tratta in particolare di:
- formazione-perfezionamento: l’obiettivo è di mantenere e
perfezionare le professionalità e di avere uno sviluppo delle acquisizioni
in settori dove le conoscenze evolvono rapidamente (diritto finanziario,
diritto pubblico degli affari, le pratiche del commercio ecc.)
- formazione-riconversione: l’obiettivo è di permettere ai quadri di
accedere a posti che esigono nuove qualificazioni o nuove attività
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professionali (adattamento dei profili alle nuove necessità, reimpiego
ecc.);
- formazione-promozione: l’obiettivo è di permettere ai funzionari di
acquisire una specializzazione più elevata per beneficiare di una
promozione e preparare concorsi ed esami professionali per l’accesso ad
una categoria superiore;
- formazione-inserimento: l’obiettivo è preparare i giovani laureati
recentemente reclutati per il loro inserimento nel settore pubblico;
- formazione convenzionata: nel quadro delle sue competenze, la Ena
può sviluppare accordi di partenariato con grandi scuole ed università
allo scopo di garantire una formazione di alto livello in gestione
pubblica.
3.2. Il Centro di formazione per agenti d’esecuzione e di segretari
(Centre de formation d’agents d’exécution et de secrétaires)
Il Centro di formazione di agenti d’esecuzione e di segretari,
disciplinato dal decreto n. 2.83.621 del 18 gennaio 1985, ha per
principale missione la formazione di agenti d’esecuzione e di segretari
destinati alle amministrazioni pubbliche. L’accesso al centro di
formazione ha luogo mediante concorso. Indirizzi d’insegnamento e di
formazione sono:
- segretari, durata di formazione: 11 mesi
- agenti d’esecuzione, durata di formazione: 8 mesi. Dal 1991 si è
deciso di soprassedere alla formazione degli agenti d’esecuzione
- ciclo delle segreterie: questo ciclo di formazione è aperto a candidati
esterni compresi fra 18 e 30 anni con un livello d’istruzione uguale al
secondo anno secondario, a funzionari titolari che dipendono dalle
amministrazioni pubbliche e dalle comunità locali, in possesso di 4 anni
di servizio; funzionari non titolari delle amministrazioni pubbliche e
delle comunità locali che con un livello d’istruzione uguale al primo
anno secondario e 4 anni di servizio. I vincitori sono assegnati, a cura
del ministero, ai vari dipartimenti ministeriali.
- sessioni di perfezionamento. Tenuto conto delle restrizioni di
bilancio per l’inserimento dei vincitori dei corsi e per la difficoltà
dell’organizzazione dei concorsi, i cicli di formazione sono stati sospesi
alla fine dell’anno 1995. Ad eccezione di alcuni corsi di
perfezionamento, della durata di un mese, che la scuola assicura dal
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1996 nelle seguenti materie: informatica, organizzazione amministrativa,
tecniche di classificazione.
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Capitolo II
Innovazione e riforma amministrativa prevista e/o in
corso
1. L’evoluzione del settore pubblico
I programmi dei governi marocchini e gli sforzi fatti dal Ministero del
settore pubblico e della riforma amministrativa durante l’ultimo
decennio hanno riguardato principalmente:
- il sistema di gestione delle risorse umane
- il funzionamento dell’apparato amministrativo
- la razionalizzazione delle spese pubbliche.
La riforma del sistema di gestione delle risorse umane è stata
imperniata sulla riforma dello statuto del settore pubblico. Si è tradotta
con la revisione del sistema dei congedi amministrativi nel 1995, con
l’instaurazione del quadro giuridico della mobilità dei funzionari e con la
modifica del quadro regolamentare delle commissioni paritetiche nel
1997. Per quanto riguarda i trattamenti, le indennità statuarie e gli
assegni familiari dei vari funzionari, questi hanno conosciuto nel 1997
un aumento, così come i trattamenti delle segreterie generali dei vari
ministeri nel 1993, dei direttori centrali, dei magistrati, ivi compresi
quelli della Corte dei conti, e dei professori dell’insegnamento superiore
e della formazione dei quadri. Inoltre si è proceduto all’allargamento
della base di calcolo delle pensioni civili e militari della previdenza
sociale.
Per quanto riguarda il funzionamento dell’apparato amministrativo,
gli sforzi sono stati imperniati sulla preparazione del progetto di decreto
riguardante la ristrutturazione amministrativa, la revisione dei testi e
degli
statuti
e
l’attivazione
del
programma
nazionale
d’ammodernamento e di rafforzamento delle capacità di gestione
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dell’amministrazione pubblica, in collaborazione con il Programma delle
Nazioni Unite per lo sviluppo.
Nel settore della razionalizzazione della spesa pubblica, molte misure
sono state adottate a partire dal 1998, allo scopo di ridurre le spese dello
Stato. Queste misure hanno riguardato principalmente la riforma del
sistema di gestione del parco dei veicoli dello Stato e degli immobili
pubblici.
Tenuto conto dell’importanza delle modalità di gestione
dell’amministrazione, grandi sforzi sono stati effettuati per
l’informatizzazione di questa. Nonostante gli sforzi fatti,
l’amministrazione marocchina soffre ancora per le molteplici disfunzioni
organizzative e di funzionamento. Infatti l’amministrazione marocchina
è caratterizzata da un costo elevato dovuto principalmente alla
moltiplicazione delle sue strutture ed alla cattiva ripartizione delle forze
di lavoro. In effetti la massa salariale rappresenta più del 70% del
bilancio di funzionamento, i sistemi di retribuzione e di promozione si
caratterizzano per la loro opacità e le procedure per la loro complessità.
Ne risulta una lentezza nell’esecuzione degli atti amministrativi,
pregiudizievole agli interessi dei cittadini.
2. Le disfunzioni
L’amministrazione marocchina ha conosciuto in questi ultimi anni
un’ampia evoluzione, come conseguenza dell’allargamento e della
diversificazione del suo campo d’azione.
Quest’evoluzione è stata accompagnata da un aumento del numero
delle strutture amministrative, a livello centrale e locale, e dei
funzionari; tutto questo dovuto anche alla complessità della legislazione
e delle procedure amministrative.
Le carenze dell’apparato amministrativo sono le seguenti.
- L’assenza di una visione comune e condivisa di un programma di
riforma amministrativa: assenza che si manifesta in una debolezza dei
meccanismi di coordinamento nella realizzazione di progetti
interministeriali, sia a livello centrale sia a livello locale.
- La concentrazione eccessiva dei servizi, dei poteri decisionali e dei
mezzi a livello centrale e la debolezza dei mezzi e del rendimento a
livello dei servizi esterni: infatti il sistema amministrativo attuale si
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caratterizza, a livello centrale, con l’acquisizione delle prerogative più
importanti e di poteri discrezionali nonchè delle risorse umane e
strumentali. È in questo contesto che interviene la lettera regia del 9
gennaio 2002, indirizzata al primo ministro e relativa alla «gestione
decentrata dell’investimento», nella quale si esorta il governo a delegare
alcune prerogative ai walis delle Regioni. La lettera regia consolida le
basi del decentramento, raccogliendo i poteri di decisione, relativi
all’investimento, nelle mani di una sola entità il wali, che è anche
autorizzato a delegare la sua firma ai governatori delle Province e delle
prefetture.
- L’eccessiva moltiplicazione delle strutture amministrative centrali:
vi è infatti una differenza considerevole tra le strutture istituite dai testi
ufficiali e l’impiego e l’attività di queste nella pratica. Lo Stato è
animato da una forte volontà di alleggerirsi di alcune delle sue missioni
trasferendole al settore privato, sia creando enti gestiti in modo
autonomo, sia mediante la creazione di agenzie o la concessione di
alcuni servizi agli operatori privati. Tuttavia questa volontà non è sottesa
da un approccio globale che implichi una generale revisione
strutturale/istituzionale dell’amministrazione. L’esperienza, in questo
settore, resta quindi timida ed il trasferimento delle attività dello Stato
molto limitato.
- La situazione dell’amministrazione nel mondo rurale: nessuno può
oggi negare la debolezza e l’indigenza dei servizi dispensati
dall’amministrazione alle popolazioni rurali. Questo stato di fatto è
dovuto alla precarietà delle infrastrutture e alla distanza dei servizi
dell’amministrazione. L’architettura dei servizi è la stessa nei due casi e
contrasta con le specificità del mondo rurale.
- La questione etica nell’amministrazione: il deficit d’etica e di
moralizzazione nell’amministrazione è un fenomeno che ha conseguenze
nocive di ampio raggio e si traduce nella diffidenza che il cittadino nutre
nei confronti dell’amministrazione. D’altra parte, benché il legislatore
abbia previsto sanzioni per una serie di comportamenti come la
corruzione, l’abuso di potere, l’appropriazione indebita, ecc., alcune
“relazioni/attività” sfuggono alla legislazione penale. Tuttavia il
comportamento più grave rimane la corruzione, che rischia di arrecare
danni consistenti all’economia nazionale.
- La complicazione delle procedure amministrative: la constatazione è
che in mancanza di una visione globale ed operativa, sarà difficile
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organizzare una strategia e programmi che mirino a semplificare le
formalità e a limitare il numero spesso eccessivo di documenti richiesti
dai cittadini nelle loro pratiche amministrative.
- L’iniqua distribuzione dei funzionari: una cattiva ripartizione delle
forze di lavoro tanto sul piano geografico che nell’ambito delle
amministrazioni. Un buon numero di funzionari dell’amministrazione
centrale si limita a svolgere compiti esecutivi, mentre il numero dei
funzionari che si incaricano della pianificazione e di attività istruttorie
complesse è insufficiente.
- L’assenza di una politica di gestione delle risorse umane, ed in
particolare il sistema d’assunzione, che presenta problemi
principalmente legati alla difficoltà per le amministrazioni di pianificare
i fabbisogni delle risorse umane: la problematica della moltiplicazione
degli statuti particolari e della struttura dei quadri; la problematica del
sistema di promozione e della mobilità da una categoria all’altra; la
problematica della valutazione del rendimento dei funzionari: il sistema
di valutazione del personale non permette di valorizzare le risorse umane
né di stabilire un legame tra la carriera e le prestazioni; la problematica
dell’equità a livello del sistema di retribuzione.
- L’impiego limitato delle nuove tecnologie della comunicazione
nella gestione amministrativa.
- L’assenza di una cultura della valutazione delle prestazioni e dei
risultati.
- L’assenza di una visione globale in materia di miglioramento delle
relazioni dell’amministrazione con i suoi utenti, come la carenza di
concetti relativi alla qualità dei servizi, ed il riconoscimento del ruolo
attivo dei cittadini e dei loro diritti riguardo all’amministrazione.
In conclusione, la riforma amministrativa costituisce, per il regno del
Marocco, una delle sfide principali da raccogliere, allo scopo di
rispondere adeguatamente alle necessità ed alle aspettative dei cittadini
nonché ai parametri che debbono essere raggiunti per consentire al
Marocco (nel 2010) di far parte dell’area di libero scambio con l’Unione
Europea.
Ma altre sfide attendono il Marocco.
La sfida politica, che riguarda il consolidamento dello Stato di diritto
e delle istituzioni democratiche, facendo dell’amministrazione uno
strumento di salvaguardia dei diritti dei cittadini ed utenti, atta ad offrire
loro, senza alcuna discriminazione, prestazioni di qualità.
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La sfida sociale, che esige dall’amministrazione, in collaborazione
con i partner economici e sociali, una partecipazione attiva, finalizzata a
garantire la coesione del tessuto sociale e a lottare contro le disparità che
affliggono maggiormente le categorie marginali. L’amministrazione
deve
inoltre
riassorbire
l’impatto
della
disoccupazione,
dell’analfabetismo e della povertà.
La sfida economica, che consiste nell’attivare meccanismi di
controllo dei costi e della massa salariale, la razionalizzazione delle
spese pubbliche, la messa in atto di un ambiente istituzionale, giuridico e
finanziario rapido nel promuovere l’investimento e l’offerta di servizi di
alto livello, sul modello di quelli dispensati dalle amministrazioni in altri
Paesi.
La sfida tecnologica, riguardante la comunicazione, che esige
dall’amministrazione di fornire prestazioni a costo inferiore e molto più
velocemente.
3. Il programma di riforma amministrativa: prime linee di
intervento
Nel programma di riforma amministrativa marocchina si segnalano
tre misure prioritarie di intervento:
- l’avvio di un forte processo di decentramento
- la creazione e l’omogeneizzazione di un sistema di contrattazione
universale per il pubblico impiego
- l’introduzione di nuove norme e procedure per la semplificazione
dei processi di acquisti di beni e servizi per la pubblica
amministrazione1.
Per quanto riguarda il decentramento amministrativo, si intende
attuarlo lentamente, per non generare problemi che potrebbero
ostacolarlo.
Attualmente a livello locale un ruolo importante è assegnato al wali,
che ha anche compiti di sintesi e di coordinamento degli interventi
gestiti dai ministeri nel territorio di propria competenza.
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Di queste ultime due linee di intervento non vi è poi traccia in programmi operativi.
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L’amministrazione centrale ha predisposto il documento
L’administration Marocaine face aux défis de l’an 2010, che fissa le
linee strategiche della riforma in atto.
Per quanto riguarda la gestione delle risorse umane, si intende
introdurre un sistema di valutazione delle prestazioni e delle
performance, in un primo momento circoscritto all’alta dirigenza; un
percorso di promozione interna; la definizione dei profili professionali e
la rivalutazione dell’attuale sistema di progressione economica.
Un altro punto indicato è la lotta alla corruzione, per il perseguimento
di una maggiore trasparenza nell’azione pubblica. A tal proposito è stata
recentemente promulgata una legge in base alla quale tutte le
amministrazioni pubbliche sono obbligate a motivare per iscritto le loro
decisioni amministrative (Loi 03-01 relative a l’obligation de la
motivation des décisions administratives).
In generale il processo di innovazione amministrativa prevede diverse
iniziative ed interventi, finalizzati alla formazione di nuove
figure/strutture/professionalità per agevolare la relazione dei cittadini
con la pubblica amministrazione. Tra questi sono particolarmente
rilevanti:
- la creazione di sportelli regionali per gli investimenti (Centres
régionaux d’Investissements - Cri), i quali operano come sportello unico
d’informazione per la promozione degli investimenti e per agevolare le
procedure amministrative relative agli aspetti economico-commerciali di
tali investimenti:
- la creazione dei centri regionali di fornitura di beni e servizi pubblici
allo scopo di agevolare le procedure di acquisto;
- la creazione della figura del mediateur (diwan el madalim /
ombusman);
- l’approvazione della legge sulla trasparenza dell’attività pubblica;
- l’emanazione del testo unico degli atti, leggi e normative che
riguardano la pubblica amministrazione;
- la privatizzazione di varie aziende pubbliche.
4. La riforma amministrativa alla luce del nuovo ruolo dello Stato
In Marocco, in questi ultimi anni, la questione della ridefinizione
delle missioni dell’amministrazione, alla luce del nuovo ruolo dello
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Stato, ha costituito la preoccupazione principale nella definizione delle
politiche pubbliche. Lo Stato, tradizionalmente animatore-motore dello
sviluppo ed elemento stabilizzatore della vita economica e sociale, deve
cedere una parte importante della sua attività a vantaggio di nuovi
operatori.
Questa concessione riveste molte forme: il mandato di competenze ad
entità territoriali locali; la creazione di agenzie specializzate; l’attuazione
di partenariati con gli attori di società civile; la privatizzazione di alcuni
settori e la cessione di alcune attività al settore privato, attraverso un
sistema di concessione o di delega.
Sulla base di questi postulati, il Ministero del settore pubblico e della
riforma amministrativa ha proposto sette cantieri/progetti, citati qui di
seguito, come scelte prioritarie e punto di partenza di una riforma
profonda della amministrazione marocchina:
- l’istituzione di una cultura governativa che garantisca l’ancoraggio
dei valori etici al centro del servizio pubblico;
- l’applicazione del principio di decentramento amministrativo in
un’ottica di consacrazione e di consolidamento della nuova visione di
servizio d’interesse generale che soddisfi le necessità reali del cittadino;
- l’instaurazione ed il consolidamento di nuovi valori nelle relazioni
dell’amministrazione con i suoi interlocutori e i suoi utenti;
- la qualificazione delle risorse umane e lo sviluppo dei loro metodi di
gestione per affermare la loro posizione come forza che influisca sulla
dinamica delle riforme;
- la riforma del sistema di retribuzione dei funzionari, in modo da
creare un clima motivante e propizio al rendimento;
- lo sviluppo dell’impiego delle tecnologie dell’informazione, allo
scopo di controllare i parametri di qualità e di costo, necessari all’entrata
nell’era dell’amministrazione elettronica;
- la semplificazione delle procedure e delle formalità amministrative,
per una migliore qualità dei servizi e delle prestazioni rese agli utenti.
5. Il patto di buona gestione
Il Patto di buona gestione (Pbg) è un programma di governo che
traduce la volontà di dare corpo alla politica di cambiamento mediante
iniziative, concrete e permanenti, d’ordine settoriale.
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L’attivazione di questo programma spetterà principalmente al
Ministero del settore pubblico e della riforma amministrativa ed alla
Commissione strategica della riforma, creata presso il primo ministro, e
si articola su tre assi.
Il primo asse è l’avvicinamento dell’amministrazione agli utenti e
richiede l’attivazione di una serie di misure.
- La razionalizzazione delle strutture amministrative ed il loro
decentramento: la politica che sarà adottata è basata su una
riorganizzazione
delle
missioni
affidate
alle
strutture
dell’amministrazione.
- La semplificazione delle procedure: il programma d’azione
comporta tre tappe: la prima è dedicata all’organizzazione di seminari di
formazione ed allo sfruttamento dei risultati degli studi condotti a livello
di alcune unità amministrative-pilota, per l’elaborazione di una guida
metodologica della semplificazione delle procedure. La seconda tappa
prevede l’elaborazione di un quadro istituzionale di controllo e di
valutazione dell’operazione di semplificazione. La terza tappa attiva i
programmi settoriali di semplificazione di procedure sulla base della
guida summenzionata.
- Il rafforzamento della trasparenza e la moralizzazione del servizio
pubblico: azione necessaria allo scopo di sradicare tutti i mali che
corrodono l’amministrazione come la corruzione, il clientelismo, il
nepotismo e l’abuso del potere.
- La comunicazione in lingua araba: gli sforzi dovranno essere
concentrati sullo sviluppo della cultura della comunicazione, in
particolare mediante l’utilizzo della lingua araba come mezzo di
comunicazione, in ragione del suo impatto positivo sulle relazioni tra
l’amministrazione e i suoi utenti.
Il secondo asse è la razionalizzazione della gestione delle risorse
umane. Le riforme previste riguardano quattro ambiti.
- Il controllo della forza lavoro: l’obiettivo è di ridurre il peso della
massa salariale al termine del Piano, mediante un rafforzamento del
quadro normativo, il reimpiego delle risorse umane tra
l’amministrazione centrale e le unità decentrate, e la riforma del sistema
delle retribuzioni, per incitare i funzionari alla mobilità e al
prepensionamento.
- La revisione del sistema d’assunzione: le misure previste
consisteranno nell’aumentare il livello della formazione richiesta per
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CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
accedere nel pubblico impiego. Inoltre saranno ridisciplinati gli statuti
dei vari corpi di funzionari, in attesa di unificarli e semplificarli2.
- La riforma del sistema di promozione: per garantire uno sviluppo
professionale ai funzionari, si propone di organizzare un nuovo sistema
basato sull’equità, sulla trasparenza, sulla meritocrazia e su un’adeguata
formazione.
- La riforma del sistema delle retribuzioni: il Piano prevede anche la
revisione delle retribuzioni. A tal fine si propone di introdurre riforme
tali da favorire il controllo della massa salariale e la sua progressione,
tenendo conto allo stesso tempo dell’evoluzione del costo della vita e dei
vincoli di bilancio.
Il terzo asse attiene al miglioramento delle capacità
dell’amministrazione. Richiede l’ammodernamento dei suoi metodi di
gestione, l’adozione di metodi innovativi di valutazione e di misurazione
del rendimento. In questo contesto risulta di primaria importanza
l’implementazione delle nuove tecnologie, come elemento di
comunicazione e di semplificazione della macchina amministrativa.
2
Negli ultimi decenni il sistema marocchino ha emanato, per molte categorie di personale, degli
Statuti particolari (es. statuto per il personale delle amministrazioni centrali; statuto per il
personale del ministero delle poste e telecomunicazioni; statuto per il personale del ministero del
commercio e industria, eccetera).
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Capitolo III
I progetti attivati
In questo capitolo saranno presentati i progetti che al momento sono
già attivi.
Alcuni di questi sono già in avanzato stato di realizzazione, perché
implementati con il precedente governo, sotto la guida del Ministero del
settore pubblico e della riforma amministrativa; altri sono stati
programmati e definiti con l’attuale governo, salito al potere alla fine del
2002.
1. La ridefinizione delle missioni dell’amministrazione.
deconcentrazione e il decentramento: analisi e punti critici
La
La consacrazione del principio della deconcentrazione amministrativa
si è scontrata, nella fase dell’applicazione, con numerosi ostacoli, con il
risultato che oggi l’amministrazione centrale continua a monopolizzare
la gestione delle risorse umane e finanziarie.
La creazione dei servizi esterni dei ministeri (strutture decentrate sul
territorio) non si realizza sempre in maniera adeguata e rispondente alle
necessità; infatti è accaduto che alcuni ministeri non dispongono di
queste strutture che sarebbero necessarie per gli abitanti di quel
territorio.
Infatti, ad eccezione del Dipartimento dell’interno, numerosi ministeri
non dispongono di servizi esterni (services extérieurs) che coprano il
territorio nazionale in modo adeguato.
Vi è poi una disparità nelle modalità organizzative e di gestione delle
funzioni. Ogni ministero ha proceduto all’organizzazione dei suoi servizi
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CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
secondo la sua visione e l’amministrazione centrale ha esercitato una
grande influenza sull’organizzazione di questi servizi. Questa situazione
ha dato luogo all’adozione di procedure d’organizzazione diverse,
alterate da alcune mancanze, fra le quali citiamo:
- i decreti recanti la creazione dei servizi esterni riguardano, nella
maggioranza dei casi, soltanto la designazione delle sedi dove sono
destinati ad allocarsi (presso ogni prefettura o Provincia) ed il loro
livello nella piramide amministrativa, mentre l’aspetto organizzativo di
questi servizi è lasciato alla valutazione del capo dell’amministrazione;
- le missioni conferite a questi servizi hanno spesso un carattere
generale e si ispirano alle missioni attribuite all’amministrazione
centrale nelle loro funzioni di gestione o d’esecuzione.
Così il principio e il progetto di deconcentrazione mira a precisare le
condizioni e i criteri del trasferimento dei poteri ai servizi esterni, per
permettere loro di esercitare direttamente le loro attribuzioni
conformemente ad uno schema di direzione (schéma directeur) adeguato
alle risorse umane e materiali di cui dispone ogni settore.
I meccanismi di attivazione della politica di deconcentrazione sono
stati definiti dal progetto di decreto del Ministero del settore pubblico e
della riforma amministrativa che prevede in particolare:
- la creazione di una commissione di deconcentrazione
amministrativa a livello di ogni ministero, avente lo scopo di elaborare
uno schema di indirizzo della deconcentrazione. Questo schema offre la
possibilità ai ministeri di riesaminare le loro strutture nell’ambito di una
redistribuzione di competenze;
- la vigilanza sul regolare funzionamento dei servizi esterni per mezzo
degli ispettorati generali;
- il coordinamento dell’amministrazione centrale dell’informazione
tecnica ed amministrativa e di sviluppo di una rete di relazioni funzionali
con i servizi esterni e le comunità locali;
- la delega di una parte delle attività decisionali ai servizi esterni;
- la determinazione delle condizioni di trasferimento delle risorse
umane e materiali ai servizi esterni.
Gli obiettivi assegnati alla deconcentrazione amministrativa possono
essere riassunti come segue:
- miglioramento della qualità del servizio pubblico offerto ai cittadini;
- sviluppo delle capacità dell’amministrazione centrale in materia di
coordinamento e competenza strategica;
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- copertura adeguata del territorio nazionale con la creazione di
servizi esterni, che corrispondano alle necessità reali dello sviluppo
economico e sociale delle province, delle prefetture e delle regioni;
- delega dei poteri di decisione ai servizi esterni per il regolamento
degli affari d’interesse locale.
2. Le risorse umane: qualificazione e modalità di gestione
Il concetto della gestione delle risorse umane è stato introdotto in
Marocco soltanto recentemente.
Lo statuto generale del settore pubblico ha conosciuto molte
modifiche evolutive; tuttavia, per implementare le politiche del
cambiamento di questi ultimi anni, sarà necessario introdurre altre regole
in tema di assunzione, di valutazione del rendimento e del regime
disciplinare.
Per quanto riguarda la struttura dei quadri, il contesto attuale è
caratterizzato da un insieme di statuti particolari dei vari quadri
dell’amministrazione.
La gestione delle risorse umane richiede la messa in atto di un quadro
di riferimento che definisca i principi e gli orientamenti che permettono
il passaggio da una gestione del personale basata su una logica giuridica
ad una vera gestione delle risorse umane basata su una logica
manageriale.
Allo stato attuale ciò significa che l’amministrazione del personale si
basa sui classici atti amministrativi che riguardano l’assunzione, la
promozione, la notazione, il controllo delle assenze, ecc. mentre la
gestione delle risorse umane si pone come finalità di cercare di ottenere
il miglior rapporto possibile tra le necessità dell’amministrazione e le
sue risorse umane, tenendo conto delle aspettative degli individui e delle
loro aspirazioni, partendo dal presupposto che nell’agire di un
funzionario la produttività è in gran parte funzione della sua
motivazione.
A questo scopo, qualsiasi strategia di gestione delle risorse umane
deve prendere in considerazione le seguenti variabili:
- la formazione, come mezzo per acquisire nuove competenze o
rafforzare quelle che già esistono;
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- l’assunzione, come mezzo per ridurre i divari qualitativi e
quantitativi tra le necessità dell’amministrazione e le sue risorse umane;
- la mobilità, come mezzo per razionalizzare la gestione delle risorse
umane;
- la comunicazione interna, che permette di migliorare il rendimento e
la semplificazione delle procedure;
- la retribuzione, che risponde alle soddisfazioni degli individui;
- l’organizzazione del lavoro, che permette la realizzazione di un
valore aggiunto;
- le relazioni sociali, come mezzo per rafforzare il dialogo.
Fra le variabili sopra elencate le principali scommesse riguardano:
- l’adozione di un nuovo sistema di valutazione del rendimento. La
valutazione delle prestazioni deve essere basata sulle competenze
professionali del funzionario e sulle sue capacità nel compimento delle
attività;
- l’adozione di un nuovo sistema di formazione continua. Per
soddisfare queste esigenze è necessario approvare il progetto di decreto
relativo alla formazione continua dei funzionari dello Stato e delle
comunità locali; l’elaborazione di uno schema unico nazionale che
definisca i grandi assi della strategia di formazione continua (gli
obiettivi, i principi, le procedure, i mezzi...); l’introduzione di un
apposito capitolo di bilancio riservato alla formazione continua
nell’ambito del bilancio di ogni dipartimento; la modernizzazione della
cornice pedagogica facendo appello a esperti nazionali e stranieri.
- la riforma del sistema di promozione. Un nuovo sistema di
promozione è necessario per riempire il vuoto evidenziato in questo
settore. Questo sistema dovrebbe iscriversi nel quadro della revisione
globale della struttura dei quadri, del sistema di retribuzione e delle
indennità. Le promozioni dovrebbero essere armonizzate con le
disposizioni del progetto relativo alla formazione continua dei funzionari
dello stato e delle Comunità locali e il principio di merito (concorso
professionale) istituito come norma generale, pur precisando che il
cambiamento del livello deve essere accompagnato da un cambiamento
di funzione.
- il rafforzamento della mobilità. La mobilità può realizzare
l’adeguamento tra professionalità necessarie e capacità esistenti, ma può
dare risultati efficaci soltanto se è considerata come una politica del
personale strategica per preparare il cambiamento. A partire da questa
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CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
constatazione si possono individuare alcuni punti di riferimento, come la
necessità di estendere la mobilità a tutte le categorie di funzionari e non
limitarsi ai soli responsabili, prevedere la semplificazione delle
procedure di trasferimento.
In conclusione, riformare l’intero sistema della gestione delle risorse
umane entro il 2010 costituisce una sfida senza precedenti per lo Stato
del Marocco.
3. Il sistema retributivo nella pubblica amministrazione marocchina
In Marocco l’insieme delle retribuzioni della pubblica
amministrazione rappresenta una percentuale elevata del Pil ma, a fronte
di questo dato, non risulta un aumento parallelo della produttività della
stessa pubblica amministrazione. A ben vedere però ci si accorge che,
dall’esame delle retribuzioni assegnate alla maggior parte dei funzionari
ed agenti, il livello delle retribuzioni non permette ai dipendenti pubblici
di soddisfare i loro bisogni essenziali.
Tutto ciò spinge il governo a cercare di elaborare un sistema
alternativo che miri a stabilire le retribuzioni del personale delle
amministrazioni e del settore pubblico secondo criteri coerenti basati sul
merito ed il rendimento.
A tal fine è stata istituita una commissione incaricata della riforma di
questo sistema, con la missione di studiare le divergenze di retribuzione
tra le varie categorie del personale e di proporre soluzioni alla questione
della struttura attuale dei salari e delle indennità, che accusa numerose
disfunzioni e genera una sensazione di frustrazione in molte categorie di
funzionari.
In Marocco la retribuzione dei funzionari e degli agenti è disciplinata
da disposizioni legislative e regolamentari che trovano la loro base nello
statuto generale del settore pubblico e in diversi statuti particolari.
La retribuzione è essenzialmente composta da componenti comuni a
tutti gli agenti e funzionari (trattamento di base, indennità di
residenza,indennità legate alla categoria, indennità legate all’esercizio di
una funzione superiore, assegni familiari e indennità rappresentative di
spese) e da elementi specifici per alcune categorie di funzionari, legati ai
corpi e alle categorie di appartenenza (indennità legata all’esercizio di
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CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
una funzione superiore, premi legati alle condizioni di lavoro, indennità
orarie per lavori supplementari).
Alcune amministrazioni accordano al loro personale supplementi di
salari fuori retribuzione statutaria e vantaggi in natura, diventati, alla
lunga, parte integrante della retribuzione. È in particolare il caso delle
spese di trasferimento, delle ore straordinarie, dei premi settoriali
specifici per alcuni dipartimenti e di altre retribuzioni di cui la
consistenza cambia secondo i settori e le attività delle amministrazioni
interessate.
Il principale problema sollevato dai supplementi di salari e dai
vantaggi diversi accordati ai funzionari risiede nella loro proliferazione,
nella loro disuguaglianza tra i vari corpi e nella difficoltà di verificare se
i risultati e le prestazioni realizzati giustificano la loro concessione ai
beneficiari.
Oltre ai funzionari e agli agenti titolari, l’amministrazione recluta
un’altra categoria di agenti. Si tratta del personale temporaneo,
quotidiano e sporadico e del personale contrattuale.
L’analisi della struttura della retribuzione rivela che le indennità
costituiscono una parte importante della retribuzione. Si può notare che
queste indennità rivestono un carattere permanente, cosa che è in
contraddizione con la loro funzione di strumento d’incoraggiamento
della produttività, del rendimento e di copertura di alcune funzioni
speciali.
Queste disparità possono avere ripercussioni negative sul rendimento
dell’amministrazione per molte ragioni:
- l’assenza di legame tra l’importo della retribuzione ed il valore reale
del contributo dell’individuo nell’ambito del suo servizio;
- l’aumento della sensazione di frustrazione in un buon numero di
categorie meno remunerate, spesso nell’ambito delle stesse
amministrazioni;
- la progressione delle rivendicazioni dei funzionari relative
all’aumento della retribuzione.
- altro elemento di criticità è costituito dalle modalità di promozione
stabilite per le varie categorie e che differiscono tra loro. La mancanza di
generalizzazione di queste modalità, nell’insieme dei dipendenti, arreca
pregiudizio al principio dell’uguaglianza; inoltre queste promozioni
riguardano soltanto l’aspetto finanziario, senza dunque realizzare in
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CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
modo parallelo l’evoluzione, a livello delle responsabilità, nelle
amministrazioni interessate.
I dati disponibili sulla retribuzione nell’ambito dell’amministrazione
pubblica mostrano che ci si allontana gradualmente dai principi d’equità
tanto sul piano interno che riguardo ai sistemi di retribuzione adottati
fuori del settore pubblico.
Esaminiamo questi aspetti.
L’equità interna richiede l’uguaglianza nella retribuzione dei
funzionari che dipendono dagli stessi corpi, quadri e categorie e che
dispongono delle stesse condizioni richieste per l’assunzione. Le attività
di livello comparabile devono ricevere un salario uguale.
L’equità esterna prevede che il sistema di retribuzione debba obbedire
al principio d’equità esterna, e questo principio deve essere applicato per
garantire la neutralità dei funzionari e metterli al riparo dalle pressioni e
dalle tangenti.
La problematica della gamma dei salari: il divario tra la retribuzione
più elevata e la retribuzione più bassa è pari ad un rapporto di 33 a 1. Da
questo divario tra le retribuzioni emerge un quadro del settore pubblico
dove coesistono categorie di funzionari relativamente agiati ed agenti
che vivono sulla soglia della povertà.
Considerando le disfunzioni profonde accumulate dal sistema di
retribuzione da numerosi anni a causa dell’assenza di una visione
globale e chiara, lo Stato marocchino ha preso atto che occorre superare
questa situazione con l’elaborazione di una strategia. Il sistema di
retribuzione può anche contribuire al rafforzamento del decentramento
amministrativo: si può citare a tal fine il caso dell’indennità di residenza,
di cui occorre rivedere gli importi ed i criteri di classificazione delle
zone, al fine di indurre i funzionari a stabilirsi in zone lontane. Per
quanto riguarda la nomina alle funzioni superiori (segretario generale di
ministero, direttore d’amministrazione centrale, capi divisione e di
servizio), occorre procedere alla revisione delle condizioni di nomina,
alzando il livello di capacità richieste, instaurando una procedura di
selezione basata su criteri di competenza e d’esperienza ed aperta,
eventualmente, ai candidati del settore privato. Questi candidati
dovranno avere una formazione speciale allo scopo di sviluppare le loro
capacità manageriali.
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CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
4. Le principali iniziative del programma di riforma
Numerosi progetti sono stati elaborati nel quadro del programma di
riforma attivato dal governo. Sono qui appresso elencati.
- La creazione di una nuova istituzione denominata diwan al
madalim, o mediatore, incaricato di vagliare ed istruire i reclami dei
cittadini nei confronti delle decisioni dell’amministrazione, giudicate
contrarie alla legalità o ai principi dell’equità.
- L’approvazione da parte del Parlamento della legge che obbliga le
amministrazioni a motivare le decisioni amministrative (legge 03-01).
- La creazione di sportelli unici regionali per promuovere
l’investimento a livello decentrato.
- La proposta di un progetto di legge per stimolare l’impiego della
lingua ufficiale del regno nelle amministrazioni pubbliche e nelle loro
comunicazioni con il cittadino.
- La proposta di un progetto di legge che obblighi l’amministrazione a
rendere effettive le sentenze definitive pronunciate in suo sfavore.
- L’applicazione delle istituzioni previste dal primo ministro nella sua
circolare del 19 maggio 1999, riguardanti la creazione di uffici di
comunicazione (cellules de communication) a livello dei ministeri, delle
amministrazioni e imprese pubbliche, per studiare ed orientare le
richieste dei cittadini verso i servizi competenti.
- La promulgazione di una legge le cui disposizioni prevedano i diritti
e i privilegi di cui possono beneficiare i disabili.
Gli obiettivi del programma di riforma possono essere riconducibili ai
seguenti punti:
- il riconoscimento di un ruolo più attivo all’utente nel suo rapporto
con l’amministrazione;
- l’uso di una maggior dose di creatività nello sviluppo delle relazioni
amministrazione-utente;
- lo sviluppo delle competenze e delle capacità dell’amministrazione
per renderle più atte a promuovere e rafforzare i modi di produzione dei
servizi pubblici, messi a disposizione degli utenti.
Per raggiungere questi obiettivi, vengono proposte misure sul piano
organizzativo, giuridico ed istituzionale come:
- il raggruppamento di alcuni servizi complementari in dipartimenti
amministrativi, eventualmente in delle unità omogenee o dei complessi
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CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
amministrativi, adottando orari flessibili secondo le necessità delle
categorie sociali interessate e la natura delle prestazioni garantite;
- l’adozione del sistema dell’orario continuo da parte delle
amministrazioni pubbliche, per renderlo conforme con quello del settore
privato ed anche per soddisfare adeguatamente le necessità di alcune
categorie di utenti, soprattutto in ambiente rurale e nelle regioni distanti
dai centri amministrativi;
- l’istituzionalizzazione del sondaggio d’opinione, per individuare, in
modo ricorrente, le necessità reali ed il grado di soddisfazione degli
utenti verso l’amministrazione;
- la revisione di tutti i testi che forniscono l’amministrazione di poteri
discrezionali enormi, eccetto nei casi giustificati dalla legge, necessari
per la salvaguardia dell’ordine pubblico;
- la delimitazione dei termini giuridici usati per rispondere alle
domande dei cittadini e la capacità di poter accedere agli atti
amministrativi;
- l’adozione delle nuove tecniche d’informazione e di comunicazione
per garantire l’efficacia e la rapidità richieste nella prestazione dei
servizi;
- l’obbligo della qualità del servizio fornito agli utenti. Si propone, in
questo senso, che tutti i dipartimenti governativi e i servizi
amministrativi si impegnino, ai sensi della propria carta della qualità, ad
onorare il loro impegno. Queste carte devono essere portate alla
conoscenza del pubblico, vi saranno precisati i parametri ai quali ci si
riferisce, conformemente alle norme della qualità (ISO 9002), e ciò per
ogni servizio.
- il ravvicinamento, per quanto possibile, del potere di decisione ai
luoghi verso cui le decisioni sono prese;
- la misura dei livelli di competenza, quantitativamente e
qualitativamente, usando degli indicatori di qualità, concreti e
suscettibili di essere meglio precisati, ed operando sondaggi presso gli
utenti ed osservando il loro comportamento riguardo ai servizi.
Sul piano istituzionale è importante:
- cercare il rapporto con interlocutori affidabili, come i comitati di
consumatori e le associazioni più rappresentative dell’insieme dei
cittadini capaci di dialogare in modo responsabile con le
amministrazioni pubbliche;
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CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
- la creazione di un centro d’informazioni e orientamento dei
cittadini, polo d’informazione per gli utenti tramite telefono o internet;
- la generalizzazione degli ispettorati generali nell’ambito dei
ministeri, come pure il loro rafforzamento con risorse umane e materiali;
la riorganizzazione delle loro attribuzioni per permettere loro di liberarsi
adeguatamente dal loro ruolo di strumento di controllo interno ed
arrivare a contribuire al miglioramento della qualità del servizio offerti
agli utenti.
5. L’informatizzazione e la comunicazione
La strategia dello sviluppo economico e sociale, adottata dal governo
marocchino nel quadro del piano quinquennale 1999-2003, si sviluppa in
molte linee; particolare attenzione viene comunque indirizzata alla
riforma dell’amministrazione pubblica.
Nuovi orientamenti sono così fissati per la gestione degli affari
pubblici, particolarmente per la semplificazione delle procedure e la
messa in pratica del Patto di buona gestione.
L’ampiezza di queste missioni richiede un rafforzamento delle
capacità dei dipartimenti ministeriali in materia delle tecnologie
dell’informazione e della comunicazione. In quest’ottica il Ministero del
settore pubblico e della riforma amministrativa intende rafforzarsi, per
accelerare il processo della riforma e dell’ammodernamento
dell’amministrazione marocchina.
La promozione dell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della
comunicazione nei vari dipartimenti ministeriali è da iscrivere nel
quadro più generale dell’ammodernamento dell’amministrazione. Si
nota che il settore dell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della
comunicazione nell’amministrazione, e la riforma che ne deriva, si situa
nel terzo gruppo delle diverse riforme da intraprendere
nell’amministrazione pubblica marocchina, così sintetizzate:
- innovazione delle missioni del servizio pubblico
- innovazione sociale
- innovazione dei processi tecnologici
- innovazione delle organizzazioni
- innovazione esterna.
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CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
L’azione del ministero nei prossimi anni dovrà indirizzarsi
maggiormente verso l’aumento dell’utilizzo delle tecnologie
dell’informazione e della comunicazione nell’amministrazione
marocchina, per accompagnare i dipartimenti nell’evoluzione attuale e
permettere loro di svolgere adeguatamente i ruoli assegnati.
L’elaborazione di una strategia dell’utilizzo delle tecnologie
dell’informazione e della comunicazione non si sostituisce agli sforzi di
studio, di pianificazione e di realizzazione condotti dal segretariato di
Stato incaricato delle poste e delle tecnologie dell’informazione (Septi).
Quest’ultimo è stato in grado di raggiungere e superare traguardi
importanti in questo settore, in particolare nella sensibilizzazione dei
dipartimenti a questo riguardo, nella raccolta delle informazioni e
nell’informatizzazione dei dipartimenti ministeriali, nell’attivazione di
studi settoriali.
Ma, come rivela la diagnosi della situazione attuale dell’informatica
effettuata dal Septi a partire dalla raccolta dei punti di vista di alcune
amministrazioni, occorre dare innegabilmente e con urgenza un nuovo
slancio all’informatizzazione, fare un salto qualificato e definire, a
livello nazionale, gli assi strategici di sviluppo.
L’elaborazione di una strategia nazionale riservata all’utilizzo delle
tecnologie
dell’informazione
e
della
comunicazione
nell’amministrazione trova anche la sua giustificazione nella necessità di
servire meglio il cittadino e l’impresa, d’integrare i diversi servizi offerti
ai cittadini e alle imprese in un quadro globale e coerente, di promuovere
queste nuove tecnologie e l’aumento del tasso d’utilizzo di queste, infine
di razionalizzare le comunicazioni per servirsene meglio tra le varie
amministrazioni e per trarre il migliore vantaggio dalle soluzioni
informatiche.
L’amministrazione marocchina è impegnata da più di un decennio in
un processo progressivo d’informatizzazione dei suoi servizi. Per la
maggior parte le procedure che sono state automatizzate hanno un
campo d’applicazione intra-ministeriale, benché alcune fra esse, come la
gestione integrata del personale dello stato (Gipe), permettano scambi di
dati a livello interministeriale.
Nonostante gli sforzi intrapresi, la maggior parte delle applicazioni di
gestione amministrativa rimane solo sulla carta. Questo può sembrare
contraddittorio se si considera che quasi tutti i ministeri dispongono di
reti informatiche proprie. Ciò induce a concludere che i dipartimenti si
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CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
sono precipitati ad acquisire ed installare grandi mezzi informatici
(materiali e reti locali) senza preoccuparsi delle applicazioni e del
contenuto di questi strumenti. Secondo uno studio condotto dal Septi,
un’analisi multilivello dell’impiego attuale delle tecnologie
dell’informazione
nell’ambito
dell’amministrazione
pubblica
marocchina, manca una visione globale del loro utilizzo nell’ambito
dell’apparato amministrativo.
L’analisi ha riguardato tre aspetti fondamentali:
- la concezione delle reti esistenti: la maggior parte delle
amministrazioni dispone di una rete locale; i dati in possesso
evidenziano la presenza di 1 pc per 35 funzionari e la percentuale di
funzionari aventi un pc per ufficio è del 2,8%. Inoltre meno del 20% dei
pc sono collegati alla rete;
- i fondi assegnati all’implementazione delle nuove tecnologie sono
circa lo 0,9% del bilancio operativo dello Stato: una somma insufficiente
per l’implementazione delle nuove tecnologie;
- la qualità ed il numero del personale incaricato dei materiali
informatici e delle reti.
L’obiettivo per l’amministrazione marocchina diventa dunque quello
di tendere verso la promozione dell’utilizzo delle tecnologie
dell’informazione mediante l’adozione di una visione chiara e definita,
con l’ampia concertazione tra le varie componenti dell’amministrazione
marocchina, ciò in attesa di recuperare i ritardi accumulati nelle varie
amministrazioni.
La strategia dello sviluppo dell’utilizzo delle tecnologie
dell’informazione e della comunicazione nel settore della gestione
amministrativa in Marocco si riassume in una sola parola: Idarati.
Questa parola in francese è l’acronimo di “informatizzazione dei
dipartimenti dell’amministrazione e la loro messa in rete mediante le
tecnologie dell’informazione”.
Il suo significato include tre importanti assi:
- l’informatizzazione dell’amministrazione, compresi i servizi centrali
ed esterni;
- la messa in opera delle reti locali e dell’interconnessione tra le
amministrazioni;
- l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione per migliorare i servizi
amministrativi in linea.
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CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
Il modo in cui il progetto Idarati deve essere condotto e organizzato si
riassume nelle quattro tappe.
Prima tappa: delimitazione della metodologia e degli obiettivi,
fissandoli in modo definitivo e preciso, e definendo le priorità delle
realizzazioni a breve, medio e lungo termine, quindi l’approvazione da
parte delle autorità interessate; l’integrazione del progetto Idarati nel
quadro della politica generale del governo; la creazione di un apparato
amministrativo, a cura dello Stato, che si occupi dell’introduzione e
dello sviluppo dell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della
comunicazione nel settore della gestione amministrativa; creazione di un
bilancio speciale per sovvenzionare le spese del progetto Idarati.
Seconda tappa: sviluppo delle azioni d’informatizzazione di base che
mirano a migliorare l’efficacia operativa interna delle diverse
amministrazioni; selezione di un campo d’applicazione iniziale −
progetto pilota − per iniziare il progetto Idarati; determinazione delle
misure d’accompagnamento necessarie per garantire il successo del
progetto.
Terza tappa: sviluppo delle operazioni che riguardano la facilitazione
dell’interconnessione dei ministeri e delle amministrazioni pubbliche;
sviluppo delle azioni che riguardano l’acquisizione e l’utilizzo degli
strumenti tecnologici moderni, compreso internet, per permettere la
comunicazione tra l’amministrazione, il cittadino e l’impresa.
Quarta tappa: sviluppo delle operazioni che riguardano
l’informatizzazione dei “servizi forniti” al cittadino ed all’impresa,
offrendo un servizio di qualità, accessibile e permanente, cosa che
richiede, nella maggior parte dei casi, l’integrazione dei servizi forniti da
amministrazioni diverse. Le misure giuridiche d’accompagnamento
riguardano l’adeguatezza delle leggi e dei testi amministrativi attuali
all’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione
nell’ambito dell’amministrazione pubblica marocchina. Queste misure
riguardano anche la produzione di nuove leggi per attuare la
compatibilità di queste ultime con la situazione imposta
dall’introduzione delle nuove tecnologie.
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6. Le privatizzazioni
Il programma di privatizzazione, voluto da re Hassan II, è stato
avviato nel 1993. All’inizio del 2001 con la ridefinizione delle
attribuzione alla Direzione della privatizzazione, il programma è stato
integrato nell’ambito del Ministero delle finanze. Le principali misure
hanno riguardato in particolare:
- la liberalizzazione del commercio estero
- la liberalizzazione dei prezzi
- la soppressione progressiva delle sovvenzioni
- l’apertura dell’economia marocchina agli investimenti esteri
- la riforma del sistema fiscale
- la promozione delle esportazioni
- la ristrutturazione delle imprese di Stato
Obiettivi del programma di privatizzazione sono:
- attuare l’ammodernamento dell’economia marocchina
- ridurre gli oneri sul bilancio dello Stato
- permettere una più ampia apertura verso l’economia mondiale
- limitare e gestire la concentrazione degli investimenti
- dare possibilità a nuovi imprenditori.
Dall’attuazione del programma 36 società e 26 hotel sono stati
privatizzati. Le entrate incassate dalle vendite ammontano a 39,9
miliardi di dirhams (DH) e gli investimenti previsti ammontano a 7,24
miliardi di DH.
Parallelamente al programma di privatizzazione nel 1992 re Hassan II
ha deciso di attivare controlli strategici, istituzionali ed operativi nelle
sette più grandi imprese pubbliche del regno, allo scopo di diagnosticare
e rettificare le disfunzioni. Questi controlli hanno fornito una diagnosi
profonda della situazione interna ed esterna di queste imprese ed hanno
consigliato l’apertura delle imprese al settore privato al fine di rilanciare
l’economia marocchina. Così l’anno 1996 ha conosciuto le prime
operazioni di concessioni nei settori della produzione d’energia a Jorf
lasfar e dei servizi di distribuzione dell’elettricità, dell’acqua e del
risanamento della città di Casablanca.
Nel 1999 altre operazioni hanno avuto seguito, come la concessione
dei servizi di distribuzione dell’elettricità e dell’acqua e il risanamento di
Rabat ed il nuovo porto di Tanger.
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Inoltre i controlli annuali di certificazione dei conti delle imprese e
stabilimenti pubblici sono diventati obbligatori e rientrano nelle
prerogative del Ministero del settore pubblico e della privatizzazione.
Il “portafoglio industriale” dello Stato comprende 719 unità che
intervengono in tutti i settori di attività economica, fra i quali
l’agricoltura, la pesca, il trasporto, le telecomunicazioni, le miniere,
l’energia, l’industria, l’edilizia, i lavori pubblici e il commercio.
Questo portafoglio comporta 146 enti a carattere amministrativo
(Epa), 56 enti pubblici a carattere industriale e commerciale (Epic) e 517
società anonime.
Per quanto riguarda il livello di partecipazione dello Stato, 351
stabilimenti sono detenuti dallo Stato a più del 50% e 207 unità sono
sottoposte al controllo dello Stato.
Si segnala anche che lo Stato e le Comunità locali possiedono
completamente 118 Eep, che costituiscono lo zoccolo duro del settore
pubblico.
Le azioni intraprese a livello del risanamento, della ristrutturazione
finanziaria ed operativa, hanno condotto all’adozione di una politica di
riduzione del consumo d’acqua e dell’elettricità nel settore pubblico e
per le telecomunicazioni e il trasporto.
Le riforme hanno riguardato inoltre la razionalizzazione delle Eep, il
miglioramento della loro situazione finanziaria, pur garantendo la
continuità dei servizi pubblici ed il controllo degli oneri di gestione.
Per quanto riguarda le relazioni Stato-Eep, azioni di razionalizzazione
sono state condotte attraverso l’impegno e la prosecuzione del processo
di contrattualizzazione tra lo stato e le Eep con la stipula di 17 contratti
di programma tra il 1987 ed il 1996, per quanto riguarda tutti i settori
d’attività (infrastruttura, acqua, energia, miniere, agricoltura,
trasporti....).
7. L’etica nella burocrazia
Come sottolineato dalla lettera regia indirizzata ai partecipanti al
congresso nazionale relativo al consolidamento dell’etica nel servizio
pubblico, organizzato dal Ministero del settore pubblico e della riforma
amministrativa, dal 29 al 30 ottobre 1999, «l’etica è una delle basi dello
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Stato dalla quale dipende perennità di quest’ultimo o la sua
decadenza...».
Il punto di partenza è rappresentato dalla preoccupazione mostrata dal
re al fine di mettere un termine alla burocrazia ed alla preminenza del
potere discrezionale dell’amministrazione. Questa sollecitudine reale è
stata tradotta istituzionalmente nella creazione del diwan al madalim.
Conformemente agli orientamenti reali, il governo, al momento della
presentazione del suo programma dinanzi al Parlamento, aveva
annunciato la presentazione di una serie di cantieri (moralizzazione,
razionalizzazione, comunicazione), nel quadro di ciò che è generalmente
conosciuto come patto di buona gestione, al fine di tradurre la volontà di
cambiamento e di rottura con il passato, attraverso iniziative settoriali
concrete e permanenti.
Infatti gli obiettivi di questa dichiarazione d’intenti sono stati tradotti
in molte misure tangibili, come ad esempio la lotta contro la corruzione,
la campagna di sensibilizzazione in merito agli effetti negativi della
corruzione, eccetera.
Inoltre la riforma del sistema giudiziario è stata segnata dalla
creazione dei tribunali finanziari e delle corti dei conti regionali,
destinate a identificare e punire gli sforamenti di bilancio delle Regioni.
D’altra parte un insieme di circolari del primo ministro invitano ad
adottare rapidamente misure finalizzate ad una diffusione della cultura di
moralizzazione del servizio pubblico.
La moralizzazione del settore pubblico può dunque essere articolata
intorno ai tre assi.
La sensibilizzazione. Occorre procedere con un’opera di divulgazione
della cultura di moralizzazione attraverso la presenza, nel sistema
educativo, di programmi relativi alla moralizzazione della vita pubblica
con campagne nazionali di sensibilizzazione. L’elaborazione di codici
etici settoriali che fissano i valori e le norme di comportamento e che
precisano le responsabilità ed i doveri dell’amministrazione e dei
funzionari verso gli utenti e, parimenti, l’elaborazione di una carta che
metta in evidenza i diritti dei cittadini nelle loro relazioni con le
amministrazioni dello Stato.
Le misure preventive. Svolgono un ruolo capitale nella lotta contro la
corruzione e consistono principalmente nella lotta contro il potere
discrezionale dell’amministrazione, in particolare contro l’impiego
estensivo del segreto professionale e la mancata giustificazione della
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decisioni amministrative; nella consacrazione dei principi di trasparenza
nella gestione delle finanze pubbliche; nell’istituzionalizzazione del
principio dell’interpello e della valutazione del rendimento nella
gestione della cosa pubblica; nella modernizzazione del ruolo degli
ispettorati generali dei ministeri, allargando le loro competenze e
definendo i loro mezzi d’azione; nella creazione di un organismo di
coordinamento tra il vari ispettorati generali allo scopo di garantire la
valutazione dei programmi e delle politiche settoriali, permettendo al
governo di seguire i risultati dell’azione dei ministeri e delle imprese
pubbliche. Le sfide del 2010 impongono anche la creazione di una
piattaforma giuridica per creare un Ispettorato generale di Stato presso il
primo ministro, dotato di prerogative importanti, come la valutazione ed
il controllo dei servizi pubblici, il coordinamento tra i diversi ispettorati
generali dei ministeri, allo scopo di unificare l’azione delle
amministrazioni pubbliche.
Le misure repressive. La repressione è una misura indispensabile per
fare fronte ai comportamenti contrari alla pubblica amministrazione.
Molte proposte possono essere formulate, tutte riconducibili comunque
ad un inasprimento delle sanzioni, in molti casi ancora inadeguate;
inoltre occorre adeguare anche le norme di legge in quanto la
moltiplicazione e la diversificazione delle transazioni finanziarie
dell’amministrazione ha generato la nascita di nuove forme di
comportamento sleale e di delinquenza, che richiedono disposizioni
capaci di includere la maggior parte di queste deviazioni.
8. La semplificazione amministrativa
Risulta evidente che l’assenza di una strategia finalizzata alla
semplificazione può vanificare gli effetti di tutte le riforme attuate, in
particolar modo delle misure di miglioramento dei rapporti tra
l’amministrazione e gli utenti.
La necessità dell’orientamento alla semplificazione, espresso anche
da re Hassan II e dal suo successore Mohamed VI, ha portato
all’elaborazione della circolare del primo ministro del 23 novembre
1999, che ha definito il quadro istituzionale della semplificazione,
rilevando la sua importanza come punto di riferimento fondamentale nel
processo di riforma della pubblica amministrazione. Al fine di stimolare
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e coordinare le varie misure di semplificazione è stata istituita, presso il
Ministero della funzione pubblica e delle riforme amministrative
(Mfpra), una Commissione centrale per la semplificazione
amministrativa (Ccsa) nel cui ambito un gruppo di esperti ha elaborato
un manuale generale di indirizzo dei progetti di semplificazione.
Il fondamento teorico della semplificazione si basa su due idee
chiave:
- l’amministrazione, con le sue procedure, le sue formalità, i suoi
processi, può costituire un freno allo sviluppo economico, ed è in questo
senso che la semplificazione può presentarsi come una tecnica che
permette all’amministrazione di costituire un volano dello sviluppo
economico. D’altra parte l’amministrazione, attraverso le sue relazioni
con gli utenti, deve riflettere lo Stato di diritto, nel senso che la
semplificazione costituisce un altro cantiere di consolidamento e di
completamento di questo stato di diritto, delle libertà, e dei diritti
dell’uomo. Così l’amministrazione, con procedure semplici, sane ed
efficaci, deve bene servire i cittadini e trattarli in un quadro di legalità e
d’uguaglianza.
- La semplificazione deve tendere a realizzare due obiettivi essenziali:
facilitare la vita quotidiana ai cittadini favorendone le relazioni e la
comunicazione tra l’amministrazione ed i suoi utenti; facilitare l’attività
e l’espansione delle imprese.
In questo spirito la riforma dell’amministrazione pubblica, intrapresa
dal governo marocchino, intende cambiare i modi di servire l’utente del
servizio pubblico, agendo sulle procedure amministrative.
Lo studio predisposto dal gruppo di esperti del Ccsa vuole proporre
una metodologia globale che permetta di circoscrivere meglio ogni
progetto di semplificazione nell’amministrazione pubblica, analizzando
l’approccio pratico alla semplificazione.
Secondo un approccio generale alla semplificazione, qualsiasi
progetto di semplificazione deve:
- essere orientato verso i criteri generali di semplificazione
- basarsi su principi fondamentali
- abrogare le disposizioni che hanno perso la loro giustificazione a
seguito di obsolescenza e/o cambiamenti che intervengono nel tempo
- lottare contro il fenomeno della stratificazione; le modifiche
numerose delle norme amministrative finiscono per rendere difficile
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ogni consultazione del testo originale, in quanto spesso le modifiche
seguenti non abrogano le norme precedenti
- combattere gli effetti del perfezionismo amministrativo, ossia
elaborare testi o formulari lasciando la possibilità di adattarli e cambiarli
in modo più flessibile, ad esempio fissando una data di perenzione sul
documento.
- limitare i criteri generali della semplificazione.
Il processo di semplificazione deve basarsi su principi di base che
precisino lo spirito ed il modo in cui può essere raggiunta la vera finalità
della semplificazione, che è di facilitare l’approccio dell’utente alla
pubblica amministrazione.
Quattro principi fondamentali si affermano a questo proposito e
ciascuno di questi presuppone un suo corollario indissolubile:
- il principio di uniformazione ed il suo corollario, ovvero la diversità;
- il principio di normalizzazione ed il suo corollario, ovvero la
varietà;
- il principio di coordinamento ed il suo corollario, ovvero il
decentramento;
- il principio di comunicazione ed il suo corollario, ovvero la riserva3.
Il gruppo di lavoro di cui sopra ha proposto un “modello per la
semplificazione” che, ispirato alla metodologia tipica della risoluzione
dei problemi organizzativi, individua cinque momenti o fasi per
circoscrivere un fenomeno:
prima fase: inventario dei focolai di complicazione
seconda fase: diagnosi delle disfunzioni
terza fase: analisi delle soluzioni
quarta fase: lancio e attivazione
quinta fase:valutazione dei risultati.
Il metodo Idalv è costruito sotto forma di modello che evidenzia gli
elementi essenziali della semplificazione.
3
Per un approfondimento di questi principi si veda il sito del Mfpra.
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