- Tu cancro. Io donna

Transcript

- Tu cancro. Io donna
TRAMA DI IMMAGINI, 6-21 OTTOBRE 2012
PALAZZO DELLE OPERE SOCIALI, PIAZZA DUOMO 2, VICENZA
Una mostra ideata e curata da Noemi Meneguzzo
I STANZA: “CHI SONO”
La prima stanza ha un carattere intimistico, poetico e malinconico. Le immagini del percorso
espositivo riflettono un corpo che cambia: i capelli vogliono un taglio radicale, le unghie assumono
colorazioni singolari, il viso si gonfia, la pelle si macchia, sul comodino la protesi maschera ciò che
manca. Quanti pezzi un chirurgo può tagliare, quanti capelli possono cadere, quanto un corpo può
mutare senza che la propria identità venga meno? Il cambiamento culmina nell’immagine della
sposa pensosa tra le statistiche che affermano che solo il 43% delle donne ha come caregiver il
proprio compagno e la coscienza che la presenza di una persona speciale può dare senso ed
allungare la propria vita.
Visione globale: serie di pannelli neri con foto in bianco e nero ai lati della stanza, sedia in
plexiglass al centro, altra sedia in plexiglass laterale. In fondo: installazione colorata.
Soggetti delle foto:
a. Tre pannelli: unghie, viso e capelli. Foto in bianco e nero su alluminio. Dimensioni: cm 90 x
190.
b. Un pannello: piedi. Pannello posto sotto la sedia. Foto su alluminio. Dimensioni: cm 35 x
45.
c. Un pannello: protesi seno. Pannello posto sullo schienale di una sedia. Foto su alluminio.
Dimensioni: cm 50x50.
d. Installazione: sposa con foto svolazzanti dentro una cornice. Foto su alluminio. Cornice
legno. Dimensione totale: cm 170x170.
Fotografe: Raffaella Bolla e Daniela Dall’Ora.
Rielaborazione grafica: Marco Legumi.
Testi: Noemi Meneguzzo.
II STANZA: “IO”
E’ la presa di coscienza e l’esplosione della bellezza femminile. Oltre la malattia. Usando
l’immagine dell’ellisse, la seconda stanza è uno dei due fuochi della mostra. Irrompe la volontà di
mostrare e di gridare “Io donna”. Il visitatore sarà portato a compiere un percorso che lo condurrà
a interrogarsi sull’identità di genere. Uomo. Donna? Uomo. Donna? Fino ad arrivare all’immagine
di un corpo nudo steso su un divano, il busto sollevato appoggiato su un cuscino. Il braccio destro
sostiene la testa lievemente piegata e due labbra rosso fuoco spiccano sull’incarnato roseo. Si
tratta di uno degli autoscatti della mostra, in cui, vestendo con ironia i panni di una delle donne più
belle e potenti della storia, la curatrice, soggetto unico dell’immagine, cerca di dimostrare come la
femminilità vada oltre ogni cicatrice e cranio calvo.
Visione globale: serie di sedie in plexiglass su cui sono sistemati dei ritratti maschili e di rockstar
femminili con testa rasata in bianco e nero, fino a giungere ad un divano rosso su cui e’ sistemata
a colori la foto dell’ideatrice che riprende la celebre scultura di Paolina Bonaparte realizzata da
Antonio Canova.
Soggetti delle foto:
a. Otto pannelli: ritratti (2 maschi, 2 rockstar, 4 dell’ideatrice). Foto su alluminio in BN.
Dimensioni: cm 50x50.
b. Un pannello: ideatrice ispirata alla scultura del Canova. Foto su canvas a colori.
Dimensioni: cm 160x80.
Fotografe: Noemi Meneguzzo e Raffaella Bolla.
Rielaborazione grafica: Marco Legumi.
Testi: Noemi Meneguzzo.
III STANZA: “PER CHI”
Dopo il trepidante respiro del “chi sono” e l’esplosione dell’“io” delle prime due stanze, la terza
mette in luce le relazioni tra il “cancer survivor” e gli altri. “Hai trovato il modo per coprirti la testa”,
“Non ho tempo per visitarla”, “Perchè vuole avere dei figli che possono essere come lei
BRCA2+?”, “Ci sono delle belle parrucche”. Frasi, frecce. Colpiscono. Le “lanciano” gli altri, quelli
che camminano e guardano. O forse sono solo impressioni? Proiezioni di paure più profonde?
In questo momento del suo “viaggio” il visitatore non sarà semplice osservatore della scena, ma ne
farà parte. Davanti all’immagine di una donna che passeggia per strada, con la testa calva e il viso
gonfio, si scoprirà ad essere “uno degli altri”. E sarà portato a porsi delle domande.
Visione globale: ai lati pannelli in BN descrittivi, al centro un prisma con foto, frecce e scritte a
colori.
Soggetti delle foto:
a. Pannello: ritratti di quattro donne che interpretano le quattro stagioni. Foto in bianco e nero
e a colori su alluminio. Dimensioni: cm 90x190.
b. Due pannelli: persone che camminano e guardano la curatrice. Foto in BN su alluminio.
Dimensioni di ogni pannello: cm 90x190. Specchio tra i due pannelli: cm 20x190.
c. Installazione: curatrice con frecce conficcate in varie parti del corpo e strisce con alcune
delle frasi citate nella presentazione della stanza. Foto su alluminio. Dimensioni del prisma:
h cm 190, base triangolare lato cm 50.
Fotografi: Raffaella Bolla, Meri Cecchetto, Simone De Marchi, Denis Guzzo, Massimiliano
Taurino.
Rielaborazione grafica: Marco Legumi.
Testi: Noemi Meneguzzo.
IV STANZA: “… E MI SONO MESSA A BALLARE”
La quarta stanza è l’altro fuoco dell’ellisse e l’apice della mostra. La curatrice espone il secondo
autoscatto importante, l’immagine del proprio corpo dopo la mastectomia subita nel 2007. La foto è
stata scattata nel 2009, in seguito a un periodo trascorso con la protesi, prima dell'operazione di
ricostruzione del seno, per ricordare una parte di sé e della propria bellezza. Nonostante la
malattia e l’intervento. Per ribadire che un uomo poteva anche scappare da quell’apparenza quasi
ermafrodita, ma lei si guardava e si trovava bella. Come la prima volta quando, con timore, tolse le
bende davanti allo specchio si guardò, si vide giovane, percepì dolcezza e… “si mise a ballare”.
Ciò che l’immagine trasmette, e con essa l’intera stanza, è un senso di forza, è la libertà, la
femminilità che prorompe con un'energia tutta sua. Insieme alla riscoperta di valori interiori che le
esperienze drammatiche spesso portano con sé.
Visione globale: ai lati della stanza il puzzle e i pannelli, al centro un tavolino e delle sedie. Sul
tavolino alcuni oggetti – es. un libro di Terzani, la guida a cui l’ideatrice fa riferimento nella
descrizione della foto della mastectomia ed il “libro degli ospiti”.
Soggetti delle foto:
a. Puzzle: snapshots alternate a parole. Foto su alluminio. Dimensioni cm 190 x 190.
b. Pannello: poesia di Lucille Clifton “What the mirror said” su sfondo con immagine. Foto su
alluminio. Dimensioni cm 90x190.
c. Pannello: “e mi sono messa a ballare”. Foto su alluminio. Dimensioni cm 90x190.
Fotografi: Noemi Meneguzzo e Piergiorgio Lovato.
Rielaborazione grafica: Marco Legumi.
Testi: Noemi Meneguzzo e Lucille Clifton “What the mirror said”.