LETTEREALDIRETTORE AlBanosu«Oggi
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LETTEREALDIRETTORE AlBanosu«Oggi
Lettere 23 L'ARENA Venerdì 1 Aprile 2011 LEINIZIATIVEDELGIORNALE. Domani il settimanaleeL’Arenainsiemein edicola alprezzospeciale di1,50 euro AlBanosu«Oggi»:cosìhovintolamiamalattia Il noto cantante rivela: «Mi hanno operato al San Raffaele, ma non so se Romina l’abbia saputo» Nuovo appuntamento domani in edicola con la coppia dell’informazione: L’Arena e Oggi si confermano, dopo due mesi, un’abbinata che piace ai lettori. Nel numero del settimanale in edicola domani con il giornale sempre al prezzo speciale di 1,50 euro, Al Bano, rivela di essere stato operato al San Raffaele di Milano per un tumore alla prostata. «L’ho scoperto a dicembre dello scorso anno», racconta il cantante che ha compiuto 67 anni. «Sono venuto a ritirare il referto, e mi sono sentito dire: “Hai un tumore”. Tumore. Suona male, no?». Al Bano, che un mese fa, ospite in redazione, aveva risposto alle telefonate dei lettori de L’Arena, rivela di averlo riferito solo ai suoi figli più grandi. «A Loredana Lecciso l’hanno detto i figli. Romina? Non so se sia stata informata. Purtroppo non c'è più un canale diretto di comunicazione. Parliamo soprattutto attraverso gli avvocati. Siamo ancora in ballo tra tribunali e carte bollate per le sue assurde richieste economiche». E poi racconta tutte le emozioni di questa dura battaglia: «Mi sono detto: è arrivato il mio turno. Poi però ho pensato che dovevo caricarmi di positività, altrimenti mi sarei fatto del male ulteriore. Le cose devi affrontarle con decisionismo, e se non puoi farlo con buonumore, fai almeno che sia un umore buono. E così ho affrontato la via crucis che tanti altri prima di me hanno fatto». E aggiunge: «Ho chiesto e ottenuto di fare Sanremo. Non volevo rinunciarci. Sarò matto, ma a me piace da matti. Mi dà una carica, un’energia». Infine, Al Bano fa un appello: «Nessuno deve sottovalutare la prevenzione. Anche se, nel mio caso, forse lo stress può avere avuto un’influenza. Dal ’93 a oggi ho progressivamen- te incasinato la mia vita, ho avuto stress violenti. Alla lunga, il corpo ti manda segnali». La copertina del settimanale è invece dedicata alle Veline di Striscia la Notizia, Federica Nargi e Costanza Caracciolo (entrambe ventunenni), che difendono il loro ruolo: «Anche noi facciamo tanti sacrifici», dicono, «non siamo come le Olgettine». Appuntamento, allora, domani in edicola, con l’accoppiata L’Arena-Oggi al prezzo speciale di 1,50 euro. f LETTERE AL DIRETTORE CONSENSO Modulo burocratico Ho partecipato al Convegno al Centro Toniolo sul Consenso informato, meglio definito come umanizzazione della medicina e nuove tecnologie. Un grazie ai relatori. Quanti sanno che cos’è questo «Consenso informato»? Un modulo che viene sottoposto ai pazienti? Se ne parla nel 1948, ma solo negli anni ’90 sono nati i protocolli, una maturazione della coscienza etica da parte dei medici, da medici paternalisti a medici che dialogano col paziente. Un fatto: la magistratura ha condannato un medico che aveva operato in assenza di consenso, per questo è nato il «modulo» con l’obiettivo di tutelare il medico, un foglio, un atto burocratico. Importante resta il dialogo col paziente, il «bilanciamento tra autonomia e fragilità». Non consensi fittizi, ma condivisione informata. Il medico ha davanti a sé persone che hanno bisogno, che soffrono, che hanno paura. Il dott. Zaminian, responsabile Unità Pneumologica di Marzana, ha ammesso umilmente che non siamo preparati a relazionarci coi familiari, non preparati al consenso di malattia, bisogna insegnare. La malattia interrompe la vitalità della nostra vita. Si diventa dipendenti. Il paziente vuole sapere cosa ha, se può tornare come prima. Necessità, quindi, di una buona relazione, di umanizzazione. Sono grata al dott. Zaminian per aver anche affermato che i familiari di pazienti in stato vegetativo sono lasciati soli. Avrei voluto intervenire proprio su questo. Un’occasione mancata dal poco tempo rimasto che mi spinge a scrivere. Dio sa quanto impegno ho dato, non solo accanto a mio marito, ma per comunicare la realtà di quello che viviamo noi familiari. Mio marito è mancato 6 mesi fa, dopo 6 anni e qualche mese a Negrar, casa Nogarè. In coscienza posso dire che è stato fatto tutto quanto si doveva, senza accanimento. Si sono resi possibili tanti gesti come la fisioterapia, la musicoterapia. le uscite, le passeggiate, il contatto, la vicinanza, l’affetto continuo. Così restano in vita! Ed ora la solidarietà e la fraternità con chi resta. Fanno ancora più male le affermazioni di un medico così noto come il prof. Umberto Veronesi che «A che tempo che fa» ha schierato la chiesa a favore della vita artificiale. C’è anche chi fa petizione per istituire registri comu- nali dei testamenti biologici. A loro dico che non capirete mai la verità che è solo di chi vive la vicinanza al proprio caro, che solo voi dite senza vita. Maria Adduci Bari VERONA VERONA SUD Pronti adarbattaglia Mirivolgo al sindacoperil semplice fatto che gli ho affidato la gestione della mia bella città; per il semplice fatto che la mia bella città non comprende solo il centro storico che è stato bene ripulito e decorato a festa ma comprende anche il mio quartiere di Golosine; per il semplice fatto che il mio quartiere fa parte di quella zona di cui tanto ci si riempie la bocca in questo periodo e con cui si riempiono intere pagine di giornale: «riqualificazione di Verona Sud»; per il semplice fatto che noi a casa non combattiamo su grandi temi come: «Limitare o meno gli hotel o i negozi a Verona Sud», oppure fare o meno una funivia di gran prestigio per la nostra città, ma combattiamo con degli adolescenti che chiedono di essere liberi di vivere il proprio quartiere e che devono invece scontrarsi con noi genitori preoccupati di farli uscire di casa anche solo per brevi tratti di strada! Per il semplice fatto che devo scegliere l’ora meno pericolosa per andare a fare la spesa perchédavantial supermercatobivaccano drogati e ubriachi ai qualibisognachiedere permesso e tra i quali farsi largo prima di entrare; per il semplice fatto che pulire la città nascondendo la polvere sotto al tappeto sa di vigliaccheria, e io non voglio che il mio quartiere diventi il sottotappetodella mia bellaVerona che a lei ho affidato qualche anno fa...; per il semplice fatto che non abbiamo bisogno di un altro Sert per potenziare la già ben nutrita massa di sbandati che popolano le strade del mio quartiere anzi vogliamo venga tolto anche quello che già abbiamo e che tanti disagicista creando;peril semplice fatto che io vorrei essere cittadino di questa mia bella città e non certo la polvere che viene nascosta sotto al suo meraviglioso tappeto. Egregio signor sindaco non chieda a me di suggerirle una zona dove portare il nuovo Sert. Io sono un semplice cittadino che si fa portavoce di un disagio che il mio quartiere sta vivendo sulla propria pelle ed al quale di avere hotel o piscine o mega centri commerciali poco importa... Sogno un quartiere vivibile; non con parchi hol- lywoodiani macon giardini dove trascorrere qualche ora all’aria aperta. Sogno la «bottega ndò che i vende el vin bon» quella «dove i fa el pan bon», «l’ortesel ndò piantar la salata sensa che i sbandati i vegna dentro a spacciar o a ciavarme le galine...», «la gelateriandò chei fa el gelato bon»,... chiedo troppo? Confido nel suo potere decisionale, nel suo buon senso, nella sua volontà di ordine e di sicurezza... ma sono anche pronto a dar battaglia con tutte le mie forze e con tutti i mezzi che troverò per salvare ilquartieredella mia «bella città». Per inviare una lettera C.so Porta Nuova, 67 - 37122 - Verona FOTO DEL GIORNO Federico Furlani VERONA DEVIAZIONI Soluzione casuale Con la presente si segnala causa lavori al P.te S. Francesco, il traffico in tutta l’area e zone limitrofe è molto più scorrevole. Dopo più di 30 anni di code tra L.ge Galtarossa e P.te S. Francesco si è casualmente e finalmente trovata la soluzione agli intasamenti. Si chiede agli amministratori e uffici comunali competenti di mantenere questa viabilità anche dopo la fine dei lavori. I cittadini ringraziano. Associazione Cittadini Veronesi PROCREAZIONE Portechiuse aifedeli Leggo su L’Arena del 21.03.2011 un articolo dal titolo: «Vaticano - Mons. Girotti: Anche la fecondazione assistita è peccato». Sono sposato con mia moglie da molti anni. Abbiamo fortemente desiderato un bambino che però non arrivava. Ci siamo consultati con tanti specialisti, il responso è stato uno solo. Per motivi che non ritengo di dover spiegare, non avremmo mai potuto procreare in modo biblico. La scienza, però, ci offriva un aiuto: il «mio» seme unito all’ovulo di «mia» moglie. Ci abbiamo provato e, dopo lunghi, dolorosi e dispendiosi tentativi, è nata F. La nostra felicità era alle stelle al punto che abbiamo pensato di regalarle un fratellino o una sorellina. Altre cure, altre sofferenze e alla fine è nato A. Eravamo due sposi sereni, due affettuosi genitori, due fedeli devoti quando abbiamo scoperto di essere due peccatori. Perché? Nessun utero in affitto. Ma soltanto (e lo ripeto) il grembo di INTREMILAALLAFESTAPRIMADIMETTERSIINTUTAPERRITROVARELAFORMA Inoltretremilahanno partecipato allafestache ieriserahainaugurato ufficialmenteil megacomplessochecon il marchioVirginActivehafatto sbarcareanchea Veronala concezionedifitnessedi centribenesserelanciatanel1999dal poliedrico imprenditorebritannicoRichard Branson. Dispostosu5.000 metri quadrati,il centrocomprendepalestre, piscine, unidromassaggio daGuinness percapienza, centrobenessere, areajunior e altriservizi come ilV-Café. Daoggi, archiviatala festa, percentinaia disoci veronesi saràil momentodiindossare la tutaeiniziarele attivitàfisiche e sportiveprescelte. Adattendere chi avrà voluto cimentarsi conla bicicletta, cisarà unasalasuggestivamente ambientatainuna splendidabaia del Sudafrica(nellafoto):un colpo d’occhiocherenderà meno pesantela sudatasui pedali. mia moglie fecondato dal seme mio. Abbiamo procreato: condizione in assenza della quale la legge canonica può dichiarare nullo un matrimonio. Ci ha assistito la scienza, così come assiste altri esseri umani ad alimentarsi, camminare, vedere, udire. Egregio Monsignore, perché la Chiesa chiude la porta in faccia ai suoi fedeli? Lettera firmata FILOSOFIA Indignamoci peraltrecose Sono una studentessa del terzo anno di Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Verona, frequento il corso di Filosofia Politica. Scrivo per dissociarmi dalla letterea pubblicata in data 29 marzo 2011, dalla madre di una studentessa dello stesso corso che frequento. La signora solleva la questione del mancato contraddittorio nel- la trattazione dei temi dell’omosessualità e transessualità. Personalmente non vedo il bisogno di un contraddittorio, in quanto la lezione non ha come prerogativa l’indottrinamento degli studenti, ma a mio parere, quello di ragionare sul modo in cui il potere e la società trattano le persone sin dalla nascita. Volevo inoltre ricordare che in questo primo mese di lezioni, il Professore ha citato, tra gli altri, i pensieri di Socrate, di Immanuel Kant, di Hobbes e attualmente si sta trattando il pensiero di Michel Foucault, di Mieli e di Judith Butler. il film «Stonewall» di Nigel Finch, che prende il nome dagli omonimi Moti, segue le vite di alcuni gay e transessuali newyorchesi e ne racconta le vessazioni da loro subite, da parte della polizia, che porteranno poi agli scontri e alla nascita del Moviemnto di Liberazione omosessuale. Avendolo visto, non comprendo affatto l’indigniazione della signora, in quanto il film non è in nessuna scena lesivo. Con ciò, non mi permetto di giudicare lo sguardo altrui, ma la malizia non deriva solo da ciò che si guarda, ma dipende solamente da come lo si guarda o meglio da come lo si vuole guardare. Ci sono molte altre questioni delle quali è giusto indignarci, ma certo non di questo corso. Giorgia Drezza STUDENTESSA DEL TERZO ANNO DI SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE VERONA PIAZZE Sistemare iplateatici Le tante voci contrarie alla dichiarata volontà comunale di riqualificare corticella Melone, con una spesa di progetto di euro 170.000, hanno minato alla base tale velleità di puro carattere elettorale. Lo stesso artista e orafo Zucchetta, ha ripensato alla sua collaborazione per la creazione dell’opera, fulcro della sistemazione della piazzetta. È stato forzato dall’assessore a strade e giardini del Comune ad elaborare l’opera, dichiara. Si voleva solo che il sito fosse preservato da auto e motorini, conferma. Insomma misteri della politica veronese. Tuttavia concordiamo con il signor Zucchetta che la piazza vada liberata da auto e moto. Quindi valorizzata e resa più vivibile. L’assessorato ha comunque impiegato in bilancio tutti quei denari, che ora non si vorrebbe prendessero altre diverse strade. Sono per l’arredo urbano e tali devono rimanere. Impieghiamoli quindi, con più oculatezza per la sistemazione congiunta, più semplice ma sicuramente di più effetto, degli spazi delle piazzette Farina e Melone. E con minor costo. Riordinare gli spazi, sistemare i plateatici, chiudere le piazze ad auto e alla miriade di motorini. Quindi impedire il degrado. Non ci vuole molto, si risparmiano denari, si rende vivibile la città e la si valorizza anche senza svettanti obelischi bronzei. Franco Dusi VERONA