RELAZIONE COLLU 26012015
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RELAZIONE COLLU 26012015
Variante al PAI in località S.Antonio in comune di Iglesias INDICE 1 - PREMESSA .......................................................................................... 2 2 - RELAZIONE DI SINTESI METODOLOGICA ....................................... 4 3 – LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA ..................................................... 5 4 - INQUADRAMENTO GEOLOGICO DEL TERRITORIO ....................... 6 4.1 – Geologia di dettaglio ...................................................................... 8 5 - INQUADRAMENTO IDROGEOLOGICO DEL TERRITORIO............. 11 5.1 - Idrostratigrafia .............................................................................. 11 5.2 - Inquadramento idrogeologico di dettaglio ..................................... 13 6 - GEOMORFOLOGIA DI DETTAGLIO ................................................. 14 6.1 - Verifica di stabilità del pendio ....................................................... 15 7 - CARATTERIZZAZIONE DELL’AMMASSO ROCCIOSO ................... 17 8 –INDIVIDUAZIONE DELLE CLASSI DI INSTABILITA' E DEL LIVELLO DI PERICOLOSITA' - PROPOSTA DI VARIANTE .................................. 24 Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Geol. Franco Cherchi 1 Variante al PAI in località S.Antonio in comune di Iglesias 1 - PREMESSA In ottemperanza all’incarico affidato dai Sigg. ◊ Collu Paolo nato ad Iglesias il 03/02/1947 C.F. CLLPLA47B03E281B; ◊ Mongitto Paolo nato ad Iglesias il 05/01/1965 C.F. MNGPLA65A05E281M, in qualità di proprietari dei lotti di terreno ubicati in agro di Iglesias in località “Sant’Antonio” individuabili nella C.T.R. alle sezioni 555070 e ricadenti nel Sub Bacino Flumendosa-Campidano-Cixerri (Tavola B7hg10_69), area attualmente classificata come Hg4 nella carta della pericolosità per frane del vigente P.A.I. i sottoscritti professionisti hanno redatto la seguente proposta di variante. Per l'area oggetto della presente proposta di variante, pur ricadendo in zona Hg4 e in zona Rg4 della perimetrazione P.A.I., non è stata prevista alcuna scheda di intervento e non ricade in aree interessate da fenomeni franosi individuate dal progetto IFFI (Inventario fenomeni franosi in Italia) dell'ISPRA di cui di seguito si allega un immagine (Figura 1) riportante i fenomeni franosi (color rosso) ubicati a sud dell'area oggetto di studio. Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Geol. Franco Cherchi 2 Variante al PAI in località S.Antonio in comune di Iglesias Figura 1 - Stralcio aerofotogrammetria progetto IFFI Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Geol. Franco Cherchi 3 Variante al PAI in località S.Antonio in comune di Iglesias 2 - RELAZIONE DI SINTESI METODOLOGICA La presente proposta di variante è stata articolata secondo l’approccio metodologico di seguito riportato: o individuazione dell'area perimetrata in situ, alla scala dello strumento urbanistico; L'area in studio coincide con un unità fisiografica che è stata studiata al fine di verificare la presenza di fenomeni franosi. Su tale area è stata condotta l'analisi della pericolosità e del rischio geomorfologico; o rilevamento geologico, geomorfologico ed idrogeologico di area vasta e di dettaglio seguendo i criteri proposti dall'allegato F delle norme di attuazione del PAI relativamente alle indicazioni degli studi geologici e di dettaglio; o elaborazione dei dati analitici acquisiti nell’area (ricerche, sondaggi, prospezioni indirette, cartografia ISPRA/IFFI, etc.) per la elaborazione delle carte (Eg, Hg, Rg) occorrenti a riperimetrare ed individuare le nuove aree P.A.I.; o determinazione dei parametri geomeccanici dell'ammasso roccioso costituente l'unità fisiografica; o verifica analitica di stabilità del versante lungo la linea di massima pendenza. Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Geol. Franco Cherchi 4 Variante al PAI in località S.Antonio in comune di Iglesias 3 – LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA La presente proposta di variante interessa un’area localizzata nella periferia Nord del centro abitato di Iglesias in località “S. Antonio” ricadente nella C.T.R. alla sezione 555070 (Figura 2). Figura 2 - Stralcio della C.T.R sezione 555070 con indicazione dell’unità fisiografica oggetto di studio. Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Geol. Franco Cherchi 5 Variante al PAI in località S.Antonio in comune di Iglesias 4 - INQUADRAMENTO GEOLOGICO DEL TERRITORIO L’area in oggetto presenta un assetto geologico complesso, caratterizzato dalla presenza di formazioni antiche, riferibili al paleozoico. Dal punto di vista stratigrafico, la successione dei terreni dai più antichi ai più recenti è la seguente: o Gruppo di Nebida si tratta di un complesso in prevalenza detritico e subordinatamente carbonatico, ben stratificato, nel quale sono stati distinti due formazioni. La formazione inferiore o di “Matoppa” costituita da una successione monotona di argilliti, siltiti e arenarie. La formazione superiore, o di “Punta Manna”, costituita da un’alternanza più o meno regolare di arenarie quarzose a cemento argilloso-siliceo. La parte alta della formazione superiore è caratterizzata da intecalazioni di lenti calcaree. Nell’insieme si tratta di arenarie con lenti calcaree ad archeociati del cambrico inferiore. o Gruppo del Metallifero (Gonnesa) è divisa in tre formazioni: dolomia rigata, dolomia grigia, calcare ceroide. La dolomia rigata segna la fine degli apporti terrigeni sulla piattaforma continentale cambrica e l’inizio della sedimentazione carbonatica. E’ costituita da dolomia primaria a tappeti algali con strutture di dissecamento e con sottili intercalari oolitici. La dolomia grigia massiva in eteropia di facies con il calcare ceroide è completamente priva di materiale terrigeno, il suo spessore è variabile ma sempre molto elevato. Sono rocce equigranulari a grana generalmente minuta, non stratificate. Il calcare ceroide si presenta in eteropia di facies con la precedente formazione. E’ costituita da calcare compatto, per lo più massivo, a grana fine e di colore grigio. Il calcare ceroide che altrove affiora con notevoli estensioni (Masua-Acquaresi), è sostituito, nella zona, in parte, da dolomia gialla. La dolomitizzazione del calcare è sviluppata in massimo grado in superficie e tende a diminuire con la profondità indipendentemente dall’andamento stratigrafico della Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Geol. Franco Cherchi 6 Variante al PAI in località S.Antonio in comune di Iglesias serie. Tale gruppo viene anche denominato con il termine “Metallifero”, poiché in questo hanno trovato sede le maggiori concentrazioni minerarie della Sardegna. o Gruppo di Iglesias. Questo gruppo, che chiude la serie Cambrica, è costituito da due formazioni in continuità stratigrafica: il calcare nodulare argilloso-calcareo (formazione di Campo Pisano) e gli argilloscisti di Cabitza (formazione di Cabitza). I calcari nodulari sono composti per la massima parte da calcite, caratterizzati da una tessitura a lenticelle ed a sottili letti calcarei dello spessore da qualche mm a pochi cm; gli elementi calcarei sono separati da sottili lenti sericitico-argillose. Si nota sempre una scistosità obliqua che maschera la stratificazione. Costituiscono un orizzonte continuo, di potenza di circa 20 metri quando non sia assottigliato per cause tettoniche, compreso tra il metallifero e gli scisti cambrici. Talvolta i calcari nodulari poggiano direttamente sul Calcare ceroide, ma spesso vi è un ritorno della dolomia grigia, di variabile spessore, interposta tra i membri e con un sensibile tenore in silice presso il contatto. Il passaggio dai calcari nodulari ai sottostanti calcari o dolomie del metallifero appare abbastanza netto, anche se qualche volta lenti calcaree ricorrono in seno ai primi. Ai calcari nodulari seguono in concordanza gli scisti di Cabitza caratterizzati da una successione monotona e di notevole spessore con caratteristiche cromatiche a vari colori e dominante avana. Sono sempre stratigraficamente sovrapposti ai Calcari nodulari, salvo nei casi in cui siano in contatto tettonico con il sottostante metallifero. Gli scisti presentano una grana molto fine; talora si riscontrano tipi con componente arenacea, composti unicamente da quarzo e lamelle di mica. La scistosità è sempre obliqua rispetto alla stratificazione nei casi ove quest’ultima è accennata. Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Geol. Franco Cherchi 7 Variante al PAI in località S.Antonio in comune di Iglesias 4.1 – Geologia di dettaglio L’area in studio è ubicata nella periferia Nord dell’abitato di Iglesias le quote 220 m.s.l.m. e 305 m.s.l.m., le litologie affioranti sono ascrivibili unicamente alla Formazione di Nebida (Membro di Punta Manna) costituite da un complesso in prevalenza detritico ben stratificato con una successione monotona di argilliti, siltiti e arenarie compatte. Foto 1 - Veduta dalla S.S. 126 di una parte del versante oggetto della proposta di variante. Sono visibili i terrazzamenti realizzati per consentire la coltivazione dell'area (frutteti e vigneti) Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Geol. Franco Cherchi 8 Variante al PAI in località S.Antonio in comune di Iglesias Foto 2 - Particolare di un terrazzamento che interseca la viabilità interna all'area Foto 3 - Veduta dal basso del sistema di terrazzamenti, la parte alta dei terrazzamenti è occupata da vegetazione arbustiva spontanea mentre la parte bassa è stata recentemente ripulita e sistemata per la coltivazione. Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Geol. Franco Cherchi 9 Variante al PAI in località S.Antonio in comune di Iglesias Foto 4 - Veduta di uno scavo realizzato per l'approvvigionamento del pietrame utilizzato per la realizzazione dei muretti di contenimento dei terrazzi. Il materiale estratto è costituito da conci di arenaria di dimensioni decimetriche. Gli strati hanno giacitura a reggipoggio e il profilo ha una copertura di suolo con spessori minimi (qualche cm). Come si evince dalle immagini precedenti, la gran parte dell'area in studio è caratterizzata dall'affioramento delle arenarie cambriche, lo spessore della copertura, ove presente,è limitato a pochi cm. Solo in alcuni punti (limitatamente ai riempimenti dei gradoni, tale spessore può arrivare a 1 m). Per la ricostruzione degli spessori di copertura nell'area, è stato sufficiente eseguire un rilievo di dettaglio dei tagli eseguiti per la realizzazione delle gradonature dove è visibile la stratigrafia. In generale questa è così composta (Tavola 7 - carta geolitologica): • zona di alterazione dell'areanaria costituita detriti immersi in matrice fine ( spessore variabile da 0 cm a 40 cm) tale materiale costituisce il riempimento dei terrazzamenti; • arenaria fratturata con giacitura a reggipoggio. Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Geol. Franco Cherchi 10 Variante al PAI in località S.Antonio in comune di Iglesias 5 - INQUADRAMENTO IDROGEOLOGICO DEL TERRITORIO In relazione agli aspetti idrogeologici, le diverse formazioni litologiche che costituiscono il territorio Iglesiente, si differenziano principalmente tra loro in funzione della possibilità o meno di lasciarsi attraversare dall’acqua o di poterla immagazzinare. 5.1 - Idrostratigrafia I principali complessi sono: o il complesso terrigeno inferiore, molto esteso e scarsamente permeabile, che costituisce la base idrostrutturale dell’acquifero carbonatico; o il complesso carbonatico antico che assume un ruolo dominante nelle idrostrutture in qualità di acquifero principale; o il complesso scistoso intermedio e quello terrigeno superiore chiudono la serie idrostratigarfica verso l’alto. Tali complessi determinano completamente la circolazione idrica sotterranea dell’Acquifero del “Metallifero”; pertanto, si rende necessario descrivere più dettagliatamente le caratteristiche idrogeologiche di ciascuno di essi. COMPLESSO TERRIGENO INFERIORE Costituisce la base dell’acquifero principale, ove presente. Esso s’identifica con il Gruppo di Nebida ed è alla base della serie idrogeologica dell’Iglesiente. La potenza complessiva media affiorante è di 800 m circa. A scala regionale, il complesso deve considerarsi un impermeabile relativo, caratterizzato da scarsa o nulla permeabilità per fessurazione. Una limitata circolazione d’acqua è legata alla presenza di Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Geol. Franco Cherchi 11 Variante al PAI in località S.Antonio in comune di Iglesias intercalari calcarei che fungono da setti drenanti; solo in alcuni casi le portate delle sorgenti raggiunge il l/s. COMPLESSO CARBONATICO ANTICO Questo complesso si identifica nel Gruppo di Gonnesa il cui spessore è compreso tra 500-700 m. Esso riunisce 3 diversi membri litostratigrafici: la Dolomia rigata, la Dolomia massiccia grigia, il Calcare ceroide. Da un punto di vista idro-stratigrafico, il complesso è ben individuato sia a letto che a tetto da limiti di permeabilità; infatti, il limite inferiore si individua all’interno della Dolomia rigata costituita da una serie di ciclotemi dolomitici con paleosuoli ferrosi, con scarso indice di fratturazione ed un indice di carsificazione quasi nullo. Il sub-complesso alla base del “Metallifero” è dunque, scarsamente permeabile, sebbene la permeabilità relativa tenda ad aumentare rapidamente verso l’alto stratigrafico. Al di sopra di questo limite indefinito si rileva quasi ovunque la Dolomia grigia massiccia alla quale segue, spesso in eteropia, il Calcare ceroide. La diversità della costituzione petrografica si riflette nel comportamento meccanico (fratturazione) e geochimico (carsificabilità) dei suddetti membri, portando ad una differenziazione, spesso marcata, delle rispettive caratteristiche idrogeologiche (capacità di immagazzinamento, capacità di infiltrazione, permeabilità). L’attacco carsico differenzia ancora più nettamente i vari membri; infatti, nell’intero complesso carbonatico antico sono presenti numerosissime cavità, alcune delle quali hanno sviluppi notevoli. Da quanto si è detto, si evince che il sub-complesso dolomitico è permeabile per fessurazione e subordinatamente per carsismo. Il grado di permeabilità relativo è medio, e sembra decrescere dall’alto in basso. Il sub-complesso calcareo, invece, è permeabile per fessurazione e carsismo in misura variabile da zona a zona ma sempre piuttosto elevata. Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Geol. Franco Cherchi 12 Variante al PAI in località S.Antonio in comune di Iglesias COMPLESSO SCISTOSO INTERMEDIO E SUPERIORE E’ identificato dal Gruppo di Iglesias composto dalla Formazione di Campo Pisano, notoriamente conosciuta come Calcare nodulare (o Calcescisti), e dalla Formazione di Cabitza conosciuta come Argilloscisti di Cabitza. La Formazione di Campo Pisano giace a diretto contatto col Calcare ceroide ed è formata da argilloscisti rossi e verdi, talvolta anche neri, e da noduli calcarei di colori grigio, rosati o nerastri. Il complesso del Calcare nodulare marca il passaggio graduale dalla serie carbonatica a quella sovrastante degli Argilloscisti policromi mediocambrici. Lo spessore varia tra 20 e 50 metri di potenza. Nella parte bassa, esso è formato da sottili livelli calcarei a tessitura scistosa ai quali, nella parte terminale, si alternano sottili livelli argillosi che aumentano di spessore sino a prevalere sui calcari verso l’alto. Il valore della permeabilità è compreso tra quello della sottostante formazione carbonatica e quello della soprastante formazione argilloscistosa. 5.2 - Inquadramento idrogeologico di dettaglio L’area in oggetto ricade interamente all’interno del complesso terrigeno inferiore, costituito da sedimenti pelitico argillosi che a grande scala hanno una permeabilità considerata da scarsa a nulla, alla scala dell’area in studio la circolazione idrica sotterranea si può assumere del tutto assente. Le trasmissività medie determinate nel complesso arenaceo mantengono valori sempre molto bassi (attorno a 10-6 cm/s) con analoghi valori dei coefficienti di immagazzinamento. Non sono presenti emergenze idriche superficiali ne come già detto falda profonda. Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Geol. Franco Cherchi 13 Variante al PAI in località S.Antonio in comune di Iglesias 6 - GEOMORFOLOGIA DI DETTAGLIO Nell'area in oggetto sono presenti tipologie morfologiche tipicamente collinari con un discreto sviluppo di vegetazione arborea; I litotipi affioranti sono costituiti da un’alternanza più o meno regolare di arenarie quarzose a cemento argilloso-siliceo con sporadiche intecalazioni di lenti carbonatiche. L'area è caratterizzata da un sistema collinare con asse di allungamento nord sud, pendenze inferiori ai 45° caratteristiche delle forme erosive delle arenarie cambriche. Nell'area in studio non sono presenti incisioni di reticolo idrografico, la corrivazione delle acque avviene per laminazione diffusa ripartita su tutto il versante. L'unica forma rilevabile al di fuori dell'unità fisiografica di riferimento, a sud dell'area in studio è costituita da un piccolo scolatore con asse nord sud. Le uniche forme rilevate sono legate esclusivamente a interventi antropici costituiti da piccoli terrazzamenti funzionali alla conduzione agricola del fondo (Tavola 4 carta geomorfologica). L'assetto geomorfologico dell'area può essere considerato stabile infatti non sono presenti frane attive ne evidenze geomorfologiche di movimenti incipienti, non sono state rilevate frane quiescienti, non sono presenti indizi che facciano prevedere frane di neoformazione in tempi pluriennali e pluridecennali, non sono state rilevate zone con frane stabilizzate non più riattivabili, non sono state rilevate condizioni geologiche e morfologiche sfavorevoli alla stabilità dei versanti, non sono stati rilevati blocchi instabili ne è possibile la loro formazione. Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Geol. Franco Cherchi 14 Variante al PAI in località S.Antonio in comune di Iglesias 6.1 - Verifica di stabilità del pendio La verifica è stata eseguita lungo la linea di massima pendenza del versante rappresentativo dell'unità fisiografica oggetto dello studio e della proposta di variante. Il versante è impostato interamente nella formazione delle Arenarie Cambriche con giacitura a reggipoggio fra le quote 220 m s.l.m. e 305 m s.l.m. con una pendenza media del 37 %. E' caratterizzato dalla presenza di piccoli terrazzamenti eseguiti in tempi passati per poter praticare l'attività agricola (prevalentemente frutteti e vigneti). I terrazzamenti per forma e dimensioni sono stabili, (muri di contenimento di altezza massima di 1 m e larghezza dei gradoni di 1.50 m), non hanno modificato la pendenza complessiva del versante, mitigano la corrivazione superficiale delle acque e limitano il trasporto della frazione terrigena superficiale. Nell'area in studio è stata eseguita una verifica dello spessore di copertura terrigena ed è risultato che in larga parte del versante è presente la formazione lapidea affiorante e dove è presente la copertura è limitata a pochi centimetri. Non è stato necessario eseguire indagini geognostiche per la caratterizzazione dell'ammasso roccioso e per la determinazione dello spessore della copertura in quanto i terrazzamenti le trincee presenti e gli affioramenti diffusi in tutta l'area hanno permesso di ottenere informazioni più dettagliate di quanto si potessero ottenere con l'esecuzione di sondaggi e o pozzetti geognostici. Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Geol. Franco Cherchi 15 Variante al PAI in località S.Antonio in comune di Iglesias Foto 5 - particolare dell'ammasso roccioso, la copertura superficiale è limitata a pochi cm. Per le verifiche di stabilità è stato necessario determinare preliminarmente i parametri geomeccanici dell’ammasso roccioso. Per tale scopo si è proceduto al rilievo strutturale degli affioramenti che ha permesso di composizione rappresentare litogica, lo realisticamente stato fessurativo la e morfologia, le la caratteristiche dell’ammasso roccioso. Si è dunque proceduto alla caratterizzazione dell’ammasso roccioso con il metodo S.R.M.R (Slope Rock Mass Rating) adatto al caso in esame in quanto applicabile esclusivamente per la caratterizzazione di versanti in roccia. Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Geol. Franco Cherchi 16 Variante al PAI in località S.Antonio in comune di Iglesias 7 - CARATTERIZZAZIONE DELL’AMMASSO ROCCIOSO Il valore di S.R.M.R che determina la classificazione di un ammasso è la somma dei seguenti coefficienti: A1 coefficiente assegnato in funzione della resistenza della roccia intatta; A2 coefficiente assegnato in funzione dell’indice R.Q.D. ; A3 coefficiente assegnato in funzione della spaziatura delle discontinuità; A4 coefficiente assegnato in funzione delle condizioni delle discontinuità; S.R.M.R = A1+A2+A3+A4 Attribuita la classe di appartenenza tale metodo consente di determinare il valore di coesione dell’ammasso roccioso (KPa) e dell’angolo di attrito interno. Precauzionalmente i parametri geomeccanici sono stati determinati esclusivamente nelle arenarie trascurando il contributo a favore della sicurezza apportato dalla presenza di intercalari carbonatici e silicatici maggiormente competenti rispetto alle arenarie. Il coefficiente A1 è stato determinato sulla base di prove P.L.T. eseguite su campioni di Arenaria (litologia costituente l’ammasso roccioso) che hanno determinato una c = 5 MPa a cui corrisponde un coefficiente A1=15. Il coefficiente A2 è stato determinato sulla base del valore di R.Q.D. rilevato che è risultato <25% a cui corrisponde un coefficiente A2=3. I coefficienti A3 (spaziatura delle discontinuità) e A4 (condizioni delle discontinuità) sono stati determinati sulla base del rilievo strutturale eseguito su fronti di scavo presenti nel versante rilevando una spaziatura media delle discontinuità compresa tra 6 e 20 cm a cui corrisponde un coefficiente A3 = 8 e per le condizioni delle discontinuità (apertura da 1 a 5 mm con riempimento inferiore a 5 mm) è stato attribuito un coefficiente A4 = 10. Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Geol. Franco Cherchi 17 Variante al PAI in località S.Antonio in comune di Iglesias La somma dei quattro coefficienti ha determinato un valore di S.R.M.R pari a 36. A tale valore corrisponde una coesione di 86 kPa = 0.87 daN/cmq e un angolo di attrito interno dell’ammasso pari a 38°. I valori ricavati, sicuramente precauzionali rispetto alle reali caratteristiche dell'ammasso roccioso, sono stati utilizzati per il calcolo di stabilità del pendio. Si riporta di seguito la tabella con i parametri geomeccanici utilizzati per il calcolo. N 1 Denominazione ARENARIE CAMBRICHE Gamma sat Gamma sec Ang.attrito Coesion e Modulo E Modulo G daN/m3 daN/m3 (gradi) daN/cm2 daN/cm2 daN/cm2 2600 2500 38.00 0.87 40000 20000 Modello del terreno, è visibile lo stradello che interseca il pendio Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Geol. Franco Cherchi 18 Variante al PAI in località S.Antonio in comune di Iglesias Vengono mostrate in forma tabellare le sequenze di punti che costituiscono il profilo del versante. Progressivo N. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 X cm 0 1850 3850 5580 7244 9240 10900 11400 12100 13300 15476 18700 22600 Y cm 0 0 1000 2000 3000 4000 5000 5300 5300 6000 7000 8000 8500 Per lo studio di stabilità del pendio è stato utilizzato il programma Slopecad con metodo agli elementi finiti lineare, applicando la normativa sismica prevista dalle N.T.C. 2008 . Si illustra di seguito il metodo utilizzato. METODO FEM LINEARE Considerato un concio i-esimo si adotta la seguente simbologia: - c = coesione alla base del concio - u = pressione neutrale alla base del concio - φ = angolo d'attrito interno alla base del concio - σ = sforzo normale alla base del concio - ∆l = lunghezza della base del concio - FS = fattore di sicurezza Il metodo agli elementi finiti considera il terreno come un continuo, che viene modellato attraverso una serie di elementi discreti. Gli elementi discreti schematizzano zone di terreno di tipo omogeneo. Si crea, in questo modo, una serie di sottoelementi (shell), ognuno dei quali Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Geol. Franco Cherchi 19 Variante al PAI in località S.Antonio in comune di Iglesias è caratterizzato dalle proprietà del terreno sottostante attraverso i moduli di elasticità E,G. Le shell sono connesse attraverso nodi. Ad ogni nodo sono applicati i carichi derivanti dalla forza peso, dai carichi esterni definiti nel pendio e dalla eventuale presenza del sisma. A partire dai dati relativi alla modellazione agli elementi finiti, il solutore risolve il problema dell'equilibrio dell'intero pendio soggetto al proprio peso ed ai carichi esterni eventualmente agenti. L'equilibrio della struttura è retto da un sistema di equazioni di tipo lineare della forma matriciale: f=Ku in cui f è il vettore delle forze nodali, K è un operatore lineare detto matrice di rigidezza globale e u è il vettore degli spostamenti nodali che rappresentano le incognite del problema. La matrice di rigidezza globale deriva dall'assemblaggio delle matrici dei singoli elementi che discretizzano il pendio. Il solutore consente di determinare gli spostamenti nodali dai quali in seguito ricava il vettore delle deformazioni ε attraverso la relazione ε=Bu dove B è un operatore lineare dipendente dalle sole coordinate nodali. Dalle deformazioni si ricava il vettore delle tensioni σ attraverso la seguente espressione σ=Dε dove D è un operatore lineare detto matrice di elasticità lineare, funzione di E e G. L'analisi è condotta in stato piano di deformazione, il pendio viene comunque ripartito in conci ed essendo noto lo stato tensionale generale vengono determinate le tensioni normali (σ) e tangenti (τ) alla base dei singoli conci. Il fattore di sicurezza (FS) è definito come il rapporto tra la resistenza a taglio disponibile e la resistenza a taglio mobilitata come segue dalla seguente espressione Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Geol. Franco Cherchi 20 Variante al PAI in località S.Antonio in comune di Iglesias n FS = ∑ (c + (σ i =1 i i − u i ) ⋅ tgφ i ) ⋅∆l i n ∑τ ⋅ ∆l i =1 i nella quale la sommatoria è estesa al numero n di conci. E' stata applicata la normativa sismica riferita al D.M. del 9-1-1996. Sisma verticale: attivato Sisma orizzontale: attivato Grado di sismicità 5 Coefficiente m 2 Coefficiente di risposta 1 Coefficiente di protezione sismica 1 Modello del terreno con l’ipotetica superficie di rottura Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Geol. Franco Cherchi 21 Variante al PAI in località S.Antonio in comune di Iglesias RISULTATI STABILITA' DEL PENDIO CON ELEMENTI FINITI Simboli usati nella tabella dei risultati: alfa = angolo alla base del concio in gradi l = lunghezza della base del concio C = coesione alla base del concio fi = angolo d'attrito alla base del concio in gradi Xg = ascissa del baricentro del concio Yg = ordinata del baricentro del concio Press. = pressione di falda Peso = peso complessivo alla base Pvert. = carico verticale complessivo agente sul concio N = reazione normale del terreno alla base del concio S = reazione tangenziale del terreno alla base del concio Unità di misura utilizzate nella tabella dei risultati: daN,cm Caratteristiche della polilinea analizzata: 1. X = 9240, Y = 4000 2. X = 10900, Y = 4436 3. X = 12100, Y = 5300 Caratteristiche della massa interessata dallo scivolamento: Volume = 912056 cmc/cm Peso = 2280 daN/cm Perimetro di scivolamento = 3195 cm Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Geol. Franco Cherchi 22 Variante al PAI in località S.Antonio in comune di Iglesias Conc io alfa l C fi Xg Yg 1 14.7 101 0.87 36 9305 4028 4 0 0 88.3 -64.2 2 14.7 101 0.87 36 9392 4066 12 0 0 90.3 -64.3 3 14.7 101 0.87 36 9487 4107 20 0 0 93.4 -65.6 4 14.7 101 0.87 36 9584 4149 28 0 0 94.4 -66.4 5 14.7 101 0.87 36 9681 4191 36 0 0 95.5 -67.1 6 14.7 101 0.87 36 9779 4233 45 0 0 130.4 -51.5 7 14.7 101 0.87 36 9876 4275 53 0 0 131.9 -52.4 8 14.7 101 0.87 36 9973 4317 61 0 0 133.5 -52.9 9 14.7 101 0.87 36 10071 4359 69 0 0 134.6 -53.9 10 14.7 101 0.87 36 10169 4402 77 0 0 135.7 -54.9 11 14.7 101 0.87 36 10266 4444 85 0 0 136.2 -54.6 12 14.7 101 0.87 36 10364 4486 93 0 0 170.6 -37.9 13 14.7 101 0.87 36 10461 4528 101 0 0 170.2 -36.8 14 14.7 101 0.87 36 10559 4570 109 0 0 170 -38 15 14.7 101 0.87 36 10656 4612 118 0 0 169.7 -39.1 16 14.7 101 0.87 36 10754 4655 126 0 0 167.4 -37.7 17 14.7 101 0.87 36 10852 4697 134 0 0 166.1 -39.3 18 35.8 123 0.87 36 10950 4751 140 0 0 214.1 2.9 19 35.8 123 0.87 36 11050 4817 137 0 0 210.6 -1.3 20 35.8 123 0.87 36 11150 4883 134 0 0 207.1 -5.5 21 35.8 123 0.87 36 11250 4949 131 0 0 196.6 -7.2 22 35.8 123 0.87 36 11350 5015 128 0 0 191.6 -12.7 23 35.8 123 0.87 36 11449 5065 117 0 0 191.8 -14.4 24 35.8 123 0.87 36 11548 5101 99 0 0 199 -11 25 35.8 123 0.87 36 11648 5137 81 0 0 160.4 -41.9 26 35.8 123 0.87 36 11748 5173 63 0 0 170.7 -40.6 27 35.8 123 0.87 36 11847 5209 45 0 0 105.9 -67.4 28 35.8 123 0.87 36 11944 5244 27 0 0 153.1 -88.1 29 35.8 123 0.87 36 12033 5276 9 0 0 2280 0 3195 Peso Pvert. Press. N S 176.1 -95.1 4455.2 -1258.9 Coefficiente di sicurezza FS = 4.7792 Come si può vedere dalla verifica effettuata, pur avendo utilizzato dei parametri geomeccanici di tutta sicurezza e pur avendo effettuato l'analisi sismica con un coefficiente di sismicità pari a 5 (previsto dalle N.T.C. 2008 per le zone IV utilizzando il D.M. del 9-1-1996) il pendio risulta stabile con un coefficiente di sicurezza di FS = 4.7792. Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Geol. Franco Cherchi 23 Variante al PAI in località S.Antonio in comune di Iglesias 8 –INDIVIDUAZIONE DELLE CLASSI DI INSTABILITA' E DEL LIVELLO DI PERICOLOSITA' - PROPOSTA DI VARIANTE Per la proposta di variante, oltre alla verifica analitica di stabilità del versante è stato utilizzato il metodo proposto dalle linee guida per la determinazione dell'instabilità dei versanti. Tutti gli elementi dei singoli tematismi sono stati raggruppati in classi, per ottenere una rappresentazione aggregata del territorio, ad ogni classe è stato attribuito un peso in funzione del ruolo esercitato nella produzione del dissesto. Successivamente è stata effettuata una combinazione dei valori assegnati, fino ad ottenere un punteggio finale che ha rappresentato l’influenza complessiva che i fattori considerati hanno avuto sulla stabilità del versante. Sono stati considerati i seguenti fattori di analisi: 1. pendenza dei versanti; 2. litologia; 3. uso del suolo. La prima operazione è stata quella di “incrociare” i due elementi naturali costanti e non modificabili nel tempo: pendenza dei versanti e litologia. La seconda operazione è stata effettuata “incrociando” il risultato della prima (somma algebrica dei pesi 1 + 2) con il terzo fattore che può variare sia dal punto di vista della copertura vegetale che dell’intervento antropico: l’uso del suolo. Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Geol. Franco Cherchi 24 Variante al PAI in località S.Antonio in comune di Iglesias 1 - PENDENZA DEI VERSANTI Nella Tavola 5 allegata alla presente proposta di variante è rappresentata la carta delle acclività con i diversi pesi attribuiti in funzione delle diverse acclività. Tabella 1 – Pesi delle diverse classi di pendenza dei versanti CLASSE PENDENZA 0 – 10% PESO +2 11 - 20% +1 21 – 35% 0 36 - 50% -1 >50 -2 2 - LITOLOGIA Per quanto riguarda la litologia è stata presa in considerazione una scala di valori che va da 1 a 10 (Linee guida delle NAPAI), con i valori più alti corrispondenti ai termini litologici più resistenti, mentre ai termini più bassi corrispondono ai terreni fragili e sciolti. L’area in oggetto insiste per la quasi totalità nella formazione terrigena di Nebida (Membro di Punta Manna) per la quale è stata assunta la classe 10 con peso +8, marginalmente ricade in area occupata da depositi eluvio colluviali costituiti da alluvioni ghiaiose per i quali è stata assunta la classe 4 con peso +5. Nella tabella 2, relativa all’attribuzione dei pesi alle classi litologiche delle Linee Guida per l’individuazione delle aree a rischio non è presente, in corrispondenza della classe 10 – arenarie conglomeratiche, il relativo peso. Per questo motivo alle areanarie gli è stato attribuito peso 8 corrispondente, nella stessa tabella a classi litologiche aventi caratteristiche fisico meccaniche similari al comparto arenaceo affiorante nell’area. Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Geol. Franco Cherchi 25 Variante al PAI in località S.Antonio in comune di Iglesias Tabella 2 – Attribuzione dei pesi alla classi litologiche CLASSE DESCRIZIONE PESO 10 Arenarie 8 4 Alluvioni ghiaiose antiche e terrazzate 5 USO DEL SUOLO Per quanto riguarda l'uso del suolo, è stata utilizzata la Carta dell'uso del suolo del 2008 (www.sardegnageoportale.it), per l'attibuzione dei pesi è stata utilizzata la tabella riportata nelle Linee guida delle NAPAI (classi di uso del suolo secondo CORINE LAND COVER), riportate in tabella 3. Tabella 3 – Attribuzione dei pesi alle classi di uso del suolo SIGLA CLASSI DI USO DEL SUOLO IMPEDENZA PESO 111 Tessuto urbano continuo mediocre 0 243 Aree prevalentemente occupate nulla -2 buona +1 massima +2 da colture agrarie 324 Aree vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione 313 Boschi misti Sulla base dei fattori presi in considerazione sono state definite tre classi di instabilità potenziale (Tabella 4 - classe 1, 2, 3), a cui corrispondono i valori dei pesi derivanti dalla sovrapposizione delle operazioni effettuate (Tavola 8). Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Geol. Franco Cherchi 26 Variante al PAI in località S.Antonio in comune di Iglesias Tabella 4 – Classi di instabilità potenziale PESI CLASSE DI INSTABILITÀ DESCRIZIONE da a 1 Situazione potenzialmente stabile 10 12 2 Instabilità potenziale limitata 7 9 3 Instabilità potenziale media 4 6 Alle classi 1 e 2 corrisponde livello di pericolosità Hg1 - Moderata, la quasi totalità dell'area oggetto di studio ricade in tale classe, la restante parte ricade nelle classe 3 a cui corrisponde un livello di pericolosità Hg2 Media. Tabella 5 – Definizione dei livelli di pericolosità PERICOLOSITÀ Classe Intensità Peso Hg1 Moderata 0,25 Hg2 Media 0,50 Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Geol. Franco Cherchi 27 Variante al PAI in località S.Antonio in comune di Iglesias L’area oggetto della presente proposta di variante è classificata nella cartografia P.A.I. come Hg4.” Zone in cui sono presenti frane attive, continue o stagionali; zone in cui è prevista l’espansione aerale di una frana attiva; zone in cui sono presenti evidenze geomorfologiche di movimenti incipienti”. Lo studio effettuato sull'unità fisiografica ha messo in luce che sono del tutto assenti i presupposti per definire tale area come area a pericolosità molto elevata (Hg4). E' opinione degli scriventi che i redattori dello studio PAI vigente non abbiano effettuato il rilievo sul posto e abbiano desunto le informazioni che hanno portato a tale classificazione da mappe e foto aeree. E' probabile che utilizzando tali strumenti abbiano interpretato i terrazzamenti presenti nell'area come morfologie legate a movimenti franosi attivi. Si tratta invece di gradonature antropiche realizzate per l'utilizzo agrario del terreno che non solo non hanno incrementato la pericolosità da frana ma al contrario hanno avuto la funzione di limitare la corrivazione superficiale delle acque meteoriche e di conseguenza il trasporto solido. Lo studio di dettaglio dell'unità fisiografica oggetto della presente proposta di variante che evidenziato che: • il versante costituito da arenarie cambriche è risultato stabile; • nell'area non sono state rilevate frane attive ne evidenze geomorfologiche di movimenti incipienti; • non sono state rilevate frane quiescienti; • non sono presenti indizi che facciano prevedere frane di neoformazione in tempi pluriennali e pluridecennali; • non sono state rilevate zone con frane stabilizzate non più riattivabili; • non sono state rilevate condizioni geologiche e morfologiche sfavorevoli alla stabilità dei versanti; • non sono stati rilevati blocchi instabili ne è possibile la loro formazione. Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Geol. Franco Cherchi 28 Variante al PAI in località S.Antonio in comune di Iglesias • la piovosità media annua dell'area in oggetto compresa tra 700 mm e 1000 mm fa si che l'area sia classificabile "come raramente franosa" (Tabella 16 - Influenza della piovosità media annua sulla propensione al dissesto-Linee Guida PAI). Pertanto si può concludere che: • l'analisi del versante ha messo in luce una situazione di assoluta stabilità tale da poter classificare l'area a pericolosità moderata Hg1; • a seguito dell'applicazione delle linee guida PAI l'area ricade per la quasi totalità in area a pericolosità moderata Hg1 e solo marginalmente nell'area a nord ricade in area a pericolosità media Hg2; Per quanto detto l'area è classificabile come Hg1 - zone con fenomeni franosi presenti o potenziali marginali, precauzionalmente si propone una perimetrazione Hg2 per uniformare la pericolosità di carattere geomorfologico dell'unità fisiografica studiata con quella delle aree limitrofe riportata nel PAI vigente. Iglesias 26 gennaio 2015 Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Ing. Salvatore Angelo Figus Dott. Geol. Franco Cherchi Dott. Geol. Franco Cherchi 29