cliccare qui - Supertennis

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Pro Staff 97: da Roger
alla Kvitova e oltre...
Anno XII - n.32 - 7 settembre 2016
Il test della versione più gestibile
della nuova racchetta di Federer
Pag.23
Vinci e Lorenzi a New York: effetti speciali
Lei nei quarti su una gamba
sola, lui batte Simon e lotta
con Murray
Pag. 3 e 4
Perché i giovani
pensano negativo?
Mental tennis: le emozioni di chi
gioca, un sondaggio tra gli under
Speciale trofeo Kinder +sport
Tutti i protagonisti del master
Risultati, foto e ritratti dei vincitori
del più grande circuito giovanile italiano,
con 17.033 partecipanti in 141 tappe
Pag.14
Pag.23
GLI ALTRI CONTENUTI
Prima pagina: Modello Vinci Pag.3 - New balls, please
Pag.5 - Focus: Jared Donaldson Pag.7 - Terza pagina:
Pancho Segura Pag.8 - I numeri della settimana Pag.10
Il tennis in TV Pag.12 - Giovani: Bernardi c’è Pag.18
Circuito Fit-Tpra: Kia tennis trophy Pag.20 La regola
del gioco: Tie-break chi parte avvantagiato? Pag.25
prima pagina
Modello Vinci
di Enzo Anderloni
“U
n’italiana raggiunge i
quarti agli Us Open per
il 9° anno consecutivo.
Fino al 2007 c’erano stati
appena 3 quarti #ITA in 127 edizioni!”.
Questo tweet del nostro commentatore, statistico e malato di sport Giorgio
Spalluto fotografa meglio di qualunque
altra nota il tennis in cui noi italiani
siamo piacevolmente immersi da anni.
Ci siamo entrati praticamente senza
accorgercene e adesso ci siamo abituati. Ma è qualcosa di assolutamente eccezionale, tra l’altro con effetti benefici
a lungo termine.
Mostrare che un certo livello di gioco
è possibile non solo per chi nasce fenomeno, vedere che certi risultati possono essere raggiunti anche solo per il
fatto di non smettere mai di crederci,
crea un volano positivo senza fine. Flavia Pennetta che entra nelle prime 10
del mondo, Francesca Schiavone che
vince al Roland Garros pochi giorni
prima di compiere 30 anni, sono stati
DIRETTORE
Angelo Binaghi
COMITATO DI DIREZIONE
Angelo Binaghi, Giovanni Milan,
Nicola Pietrangeli, Giancarlo Baccini,
Massimo Verdina
DIRETTORE RESPONSABILE
Enzo Anderloni
i capolavori che hanno aperto le porte
ai sogni di chi veniva dietro, femmine
e maschi indistintamente; Errani, Vinci, Fognini, Seppi.
Si spiega anche così il supertennis
mostrato ai 23.000 dell’Arthur Ashe
Stadium da Paolo Lorenzi che arriva al
n.35 del mondo a 34 anni suonati. E ha
tutta l’aria di voler salire ancora più in
alto. O il fatto che Alessandro Giannessi non si sia arreso dopo aver sbattuto
la faccia contro la porta del tennis che
conta un milione di volte. A 26 anni ha
un sacco di tempo ancora e nulla gli
manca per fare come Lorenzi. Dunque
non c’è fretta e il flusso è quello giusto:
basta avere la determinazione di rimanerci dentro.
Poi c’è anche l’aspetto del divertimento. Vincere è la cosa più divertente.
Farlo giocando un tennis che ti diverte
(e spesso di conseguenza coinvolge anche il pubblico) fa godere ancora di più.
In questo senso dovrebbe far riflettere
nel mondo del tennis femminile la capacità di Roberta Vinci di confermarsi
nelle zone nobili del tennis nonostante
COORDINAMENTO REDAZIONALE
Angelo Mancuso
SUPER TENNIS TEAM
Antonio Costantini (foto editor),
Amanda Lanari, Annamaria Pedani
(grafica)
FOTO
Getty Images, Archivio FIT, Antonio
Costantini, Angelo Tonelli
HANNO COLLABORATO
Giovanni Di Natale, Max Fogazzi,
Andrea Nizzero, Gabriele Riva,
Mauro Simoncini, Giorgio Spalluto,
Piero Valesio
A CURA DI
Sportcast srl
Via Cesena, 58 - 00182 Roma
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3
tanti acciacchi e una muscolarità così
ridotta rispetto alla media delle valchirie attuali. Bene ha fatto Roberta a
stigmatizzare quest’estate il fatto che
oggi la media delle sue avversarie sul
circuito non fa altro che picchiare fortissimo a occhi chiusi. Ma che tennis è?
Che senso ha? Il risultato è un appiattimento verso il basso che permette alle
sorelle Williams, ormai in competizione anche con Matusalemme, di spadroneggiare ancora. Per forza: negli ultimi
anni le hanno sfidate proprio sul piano
del muscolo. Ma ve la immaginate una
Vinci con la statura di una Sharapova
o di una Muguruza? Serena avrebbe
diversi Slam in meno nel palmarès. E
il discorso vale anche al contrario: giocare un tennis vario e divertente è una
soluzione vincente, rispetto al bieco
muscolo. Migliora lo spettacolo e allunga la carriera. Ma soprattutto offre una
chance a tutte le ragazze che sanno sognare, non solo a quelle dal metro e 80
in su. È il “modello Vinci”: lo esponiamo
al mondo. Si può ammirare e, volendo,
si è liberi anche di copiare.
REALIZZAZIONE E IMPAGINAZIONE
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Manoscritti e fotografie, anche se non
pubblicati, non si restituiscono.
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dell’ 8 gennaio 2004
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us open 2016
Le luci della ribalta
Per Paolo Lorenzi e Alessandro Giannessi sono arrivate a New York. Il primo
ha passato due turni e fatto partita pari con il n.2 Murray, lunedì sarà n.1
d’Italia. L’altro cinque anni fa era a un passo dai Top 100. E ora ci riprova
da
New York, Angelo Mancuso
Getty Images
foto
G
li Us Open azzurri al maschile quest’anno portano
la firma di Paolo Lorenzi
e Alessandro Giannessi. Il
veterano di quasi 35 anni che non
li dimostra e l’ex speranza che a 26
vuole cogliere finalmente l’occasione giusta. Il primo senese (ma è nato
a Roma), il secondo spezzino: entrambi si allenano a Tirrenia, al Centro tecnico federale e si conoscono
benissimo.
Numero 1 d’Italia
a 34 anni e 9 mesi
A fine Us Open, il prossimo 12
settembre, Lorenzi sarà il primo
italiano nel ranking mondiale alla
veneranda età di 34 anni e 9 mesi.
Non è un record perché nel 2000 ci
era riuscito il 35enne Gianluca Pozzi. Fino ai 28 anni Paolo giocava solo nei tornei di seconda fascia, cioè
nei Challenger. Lo scorso luglio,
dopo il successo a Kitzbuehel, primo titolo Atp in carriera, ha gridato al mondo che l’età è solo un numero, che lui non si sente vecchio
e vuole migliorare ancora. Detto,
fatto: a New York ha raggiunto per
la prima volta il terzo turno in uno
Slam, lui che nei Major vantava una
striscia negativa di 13 sconfitte di
fila (ora il bilancio è di 4 vittorie in
24 incontri).
Per la prima volta in carriera al 3° turno di uno
Slam, a New York Paolo Lorenzi ha giocato
4 set contro il n.2 Atp Andy Murray, facendo
partita pari almeno per due sull’“Arthur Ashe”
Spettacolo sull’Ashe:
che sfida con Murray
Dopo aver eliminato prima Berlocq
e poi Simon (il francese al termine di una maratona di cinque ore),
il senese si è ritrovato un set pari contro il numero 2 del mondo
Murray sull’Arthur Ashe Stadium.
Quanti lo avrebbero pronosticato
alla vigilia? Quando ha messo piede nello stadio da tennis più colorato e imponente del mondo con i
4
us open 2016
suoi 23mila e passa spettatori e un
tetto tutto nuovo si guardava intorno con gli occhi di un bambino
stupito da tanta imponenza. Come
una formichina paziente ha ribattuto colpo su colpo, ha sofferto,
corso come un forsennato, costretto all’errore il rivale spazientito da
cotanta cocciutaggine. L’incantesimo è durato due set, ma va bene
così (lo scozzese ha vinto per 7-6
5-7 6-2 6-3). Lo sport sa regalare
favole incredibili, tuttavia chiedere a Paolo di battere Murray sarebbe stato davvero troppo.
new balls, please!
Delpo è ancora tra noi, come quando
voleva strappare le mutande a Nadal
Ragazzi, state a guardare:
Paolo è un esempio
Il percorso di Lorenzi, che madre
natura non ha dotato di un talento
cristallino né di una potenza devastante, è il premio al lavoro e all’intelligenza, alla gestione professionale della vita e della carriera. L’azzurro è in pista dal lontano 1999:
sacrifici, partite interminabili in giro per il mondo in circoli sperduti.
E tanta, tanta sofferenza nei tornei
di secondo livello, i Challenger. La
sua è una famiglia di medici: il padre Marco è specialista in Chirurgia
Generale e Toracica, un’autorità nel
suo campo. Anche Paolo si è dedicato all’Università, proprio alla Facoltà di Medicina. È ancora iscritto,
ha detto più volte che gli piacerebbe lavorare nell’ambito della medicina sportiva e potrebbe pensarci
dopo il ritiro. Tuttavia il tennis è
dI
piero Valesio
Ci si chiede sempre più diffusamente quale sia il futuro prossimo del tennis. O meglio: se il tennis avrà un
futuro che sul piano dell’emozione e dello spettacolo sarà anche lontanamente paragonabile all’era dei Fab
Four e soprattutto del magico duo Federer-Nadal. Nell’attesa di capire che succederà accontentiamoci di
sapere che oggi abbiamo sotto gli occhi una potente fonte di energia ed emozioni che risponde al nome di
Juan Martin Del Potro. È pure latino il che, per noi mediterranei, non guasta. Che Palito vinca o perda tutto
sommato è del tutto ininfluente; o perlomeno non è l’elemento fondamentale che a tutt’oggi caratterizza il
suo personaggio. Il punto forte è la sua faccia che è stata frutto di una trasformazione, o se volete di una
evoluzione, che fa di lui oggi il maggior catalizzatore di passioni che ci sia in giro. Era un ragazzone argentino potente e per certi versi spregiudicato che dichiarava al mondo di volere sfilare le mutande dal c... di
Nadal in occasione di una finale di Davis contro la Spagna: la metafora non era il massimo dell’eleganza
ma dava l’idea di quale fosse la caratura agonistica dell’atleta.
Ora è sempre un ragazzone argentino che ha un colpo (il rovescio) assai meno potente di prima causa le
tre operazioni al polso sinistro: ma porta sul volto e pure nell’anima (che evidentemente c’è) le stimmate
della sofferenza e della paura. Di chi ha temuto di non poter più dare libero sfogo al talento di cui Madre
Natura l’aveva dotato e per questo sul suo volto si è disegnata una certa malinconia. Come di chi sa che
per ora il pericolo è scampato ma domani chissà. Ogni sua partita si svolge sotto una nube di incertezza che
rende ogni suo successo (vedi la favolosa olimpiade col successo su Nadal e quel match incredibile contro
Murray) qualcosa di unico. E quando tira il rovescio meno forte e più angolato di prima perché questo la
sua condizione oggi gli permette, non riesci a non pensare che ogni esecuzione di quel colpo è una sorta di
memento mori in salsa tennistica. Non so chi in futuro saprà emozionare gli appassionati di tennis: so che
oggi ci riesce Palito. Ed è una gran cosa per noi e soprattutto per lui.
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us open 2016
Alessandro Giannessi, spezzino
di 26 anni, si è qualificato
agli Us Open 2016 e si è fermato
al 2° turno soltanto al cospetto
dello svizzero Stan Wawrinka,
n.5 al mondo (sotto, a destra,
i due insieme a rete)
sempre stato il suo chiodo fisso.
I miglioramenti di Lorenzi anno dopo anno sono impressionanti. Un
servizio sui 200 km/h, un diritto
più incisivo nonostante un’apertura
molto ampia che lo aiuta più sulla
terra che sul cemento, un rovescio
solido e volée magari un tantino
scolastiche, ma comunque efficaci.
E la forza di non accontentarsi.
Sposo a dicembre,
luna di miele da destinarsi
“Voglio essere più aggressivo in
campo, giocare più vicino alla linea
di fondo e cercare anche il punto
a rete. Sul veloce sono cresciuto.
Non mi fermo qui”, ha detto Lorenzi. Intanto il 17 dicembre lo attende un appuntamento molto importante: sposerà la sua Elisa, che di
professione fa l’avvocato: “Sarà un
momento indimenticabile, per lei
non è stato facile starmi vicino in
tutti questi anni sempre in giro per
tornei. Piuttosto il viaggio di nozze è un bel problema, è a data da
destinarsi. A fine dicembre parte
subito la nuova stagione con Doha.
Vuol dire che lo faremo in primavera...”, sottolinea con quel suo inconfondibile accento toscano che si
riflette nelle passioni sportive: la Fiorentina nel calcio e l’amato Nicchio
nel Palio di Siena.
Meglio tardi che mai,
c’è anche Giannessi
Un’impresa, una favola. Scegliete voi.
Giannessi, mancino di La Spezia, protagonista a New York. Ottimo diritto, buon servizio. Al nono tentativo
(nei precedenti otto in tre occasioni
si era fermato al match decisivo) ha
conquistato la qualificazione al tabellone principale di uno Slam. Ci ha
preso gusto e ha superato lo scoglio
del primo turno del main draw battendo in cinque set lo statunitense
Denis Kudla, numero 128 mondiale,
contro il quale aveva perso nettamente lo scorso maggio nelle qualificazioni al Foro Italico. Poi la magica
serata sul Louis Armstrong Stadium
dove ha giocato alla pari con un certo
Wawrinka, numero 3 del mondo. Ha
perso in tre partite (6-1 7-6 7-5), ma
nel secondo ha avuto un set point sul
5-3, nel terzo sul 4-4 è stato avanti
40-0 sul servizio del rivale. Un exploit che può rilanciarne la carriera,
dopo che nel 2012 a soli 21 anni aveva raggiunto il best ranking di nu-
mero 126. Il botto è arrivato quando
meno te lo aspetti e dopo una stagione al di sotto delle aspettative, che lo
ha fatto scivolare al numero 243 (ma
ora è già risalito tra i top 200). Per
di più non sulla terra, la sua superficie preferita, ma sul cemento. Basti
pensare che non ha mai giocato nel
tabellone principale di un torneo del
circuito maggiore su una superficie
diversa dal rosso.
Da Tirrenia verso
i Top 100 Atp
“Ero arrivato a New York senza grosse aspettative - ha detto il ligure -.
Questo risultato mi ripaga di tanti sacrifici. Ringrazio la federazione che
mi ha aiutato e mi aiuta molto. Sono
6
arrivato a Tirrenia a 14 anni e ancora sono lì, dove ho a disposizione un
centro perfetto per allenarmi e tutti
mi danno una mano. Il merito di questo risultato è pure loro. Mi alleno
spesso oltre che con Lorenzi, con Gaio e Pellegrino. Quest’anno sono cresciuti molto. Federico di recente ha
vinto due Challenger, Andrea che è il
più piccolo un Futures”. Giannessi ha
cominciato per emulare i due fratelli:
“Giocavano entrambi, sono cresciuto
al Circolo Tennis Spezia”, racconta.
Ha tenuto duro anche se i risultati
tardavano ad arrivare. “Cosa mi ha
spinto ad andare avanti? A 21 anni
ero già numero 126 del ranking, significa che il livello c’è. Il mio obiettivo è entrare nei primi cento”.
focus
L’avvio fosforescente
di Jared Donaldson
Agli Us Open si è qualificato e poi ha battuto Troicki e Goffin, perdendo
un solo set: ora è un Top 100. Ha iniziato a giocare in un villaggio vacanze,
e poi è andato ad allenarsi in Argentina. Dove ha migliorato la fase difensiva...
di
Alessandro Nizegorodcew
Getty Images
foto
“Q
uesto ragazzo sarà
il futuro del tennis
statunitense”. Negli
ultimi 20 anni queste
parole sono state pronunciate molte
volte, spesso da grandi ex del passato, per incoronare i giovanissimi
tennisti yankee al loro ingresso nel
circuito Atp. Taylor Fritz è stato definito “il nuovo Sampras”, mentre
Ryan Harrison e Donald Young fanno ancora fatica a togliersi di dosso
la nomea di “predestinati che hanno fallito”. Gli Stati Uniti, al giorno
d’oggi, vantano una carovana di
ragazzi molto interessanti: Frances Tiafoe, Reilly Opelka, Michael
Mmoh, Stefan Kozlov, Tommy Paul,
Noah Rubin. Tutti più volte esaltati
e balzati agli onori della cronaca al
primo successo di rilievo. Eppure
nessuno ha mai utilizzato il termine
“predestinato” accanto al nome di
Jared Donaldson, che però ha messo
insieme un avvio di Us Open scintillante, anzi fosforescente come il
completino giallo-fluo che indossa.
A New York non solo si è qualificato,
ma ha pure battuto al 1° turno il serbo Viktor Troicki (ex n.12 al mondo)
e al 2° il belga David Goffin, testa di
serie n.12 del torneo. Scintilla che
gli è valsa l’ingresso, per la prima
volta in carriera, nei Top 100. Alla
fine è uscito di scena al 3° turno sotto le fucilate al servizio del ultratrenne croato Ivo Karlovic.
In Argentina
Nato a Providence il 9 ottobre 1996,
Jared Donaldson ha iniziato a giocare a tennis quasi per caso. “Avevo
quattro anni, era estate - racconta
lo statunitense - e nel villaggio va-
Jared Donaldson - Nato a: Providence (Rhode Island, USA) il 9 ottobre 1996. Altezza: 188
cm, Peso: 73 kg. Ranking: 94 Atp (best ranking). Titoli Futures: 3; titoli challenger: 1
canze in cui mi trovavo con la famiglia ho passato infinite giornate
tra racchette e palline. Non volevo smettere mai. Probabilmente
in quel momento avevo già capito
quale sarebbe stato il mio futuro”.
Jared comincia a fare sul serio nel
freddo Rhode Island, allenandosi
ovviamente su campi in cemento
indoor. Il suo tennis è aggressivo,
sempre alla ricerca del colpo vincente, ma quando si allontana dalle
amate superfici rapide cala vistosamente nella fase difensiva. Una
scelta insolita, per uno “yankee”,
porta allora Donaldson in Argentina, dove si allena per oltre due anni a Buenos Aires con i coach Pablo
Bianchi e Alejandro Kon.
Il ritorno negli States
Nel 2013 il ritorno negli States e, soprattutto, l’incontro con il nuovo allenatore Taylor Dent, già numero 21
del mondo nel 2005. Donaldson de-
7
cide, nonostante le avances dei principale College, di saltare a piè pari
l’NCAA per dedicarsi al professionismo. “Sono convinto che sia stata la
decisione giusta per me, anche se mi
rendo conto che altri potrebbero non
pensarla così”. Tre titoli Futures nel
2014, primo alloro challenger a Maui
nel 2015 e una grande continuità di
risultati su ogni tipo di campo. “La
terra è ovviamente la superficie con
cui ho più confidenza, ci ho giocato
per due anni e mezzo, ma non voglio pensare di sentirmi migliore sul
rosso, devo entrare nella condizione
mentale di poter essere competitivo
su tutte le superfici. Un gioco vincente dev’esserlo su terra, cemento
ed erba, senza esclusione”. Un tennista poco reclamizzato, ma molto intelligente e determinato. Chissà che
non sia proprio Jared Donaldson,
dall’ombra dei riflettori, a far brillare la bandiera a stelle e strisce nel
firmamento del circuito Atp.
terza pagina
Pancho Segura, il re
del diritto a due mani
Per Jack Kramer è stato il miglior colpo nella storia del tennis. Lui, ecuadoriano
primo di sette fratelli, è cresciuto in povertà e ha sofferto di rachitismo.
Fu tre volte campione NCAA e n.1 al mondo. Poi diventò coach di Connors
di Alessandro Mastroluca
foto Getty Images
N
on è una domenica come le altre al Cincinnati Tennis Club.
In uno dei circoli più antichi
degli Stati Uniti, all’angolo fra
Wold e Dexter Avenue, i venti di guerra
sembrano ancora lontani. Sono gli ultimi giorni dell’estate del 1942 e il campione di casa, Bill Talbert, che a Cincinnati è nato, si sta giocando il titolo con
Pancho Segura.
È il “Garrincha del tennis” l’ecuadoriano, primo di sette fratelli di una famiglia povera di Guayaquil. Il padre si
guadagnava da vivere come guardiano
nella proprietà di Don Juan Jose Medina, che per un incrocio del destino era
socio di un locale circolo di tennis. Segura soffre di rachitismo, per questo si
porterà dietro un’andatura e una postura peculiari, e si dedica al tennis per costrizione: la malattia non gli permette
di giocare a calcio o a baseball.
Il diritto a due mani
di Pancho Segura, secondo
Kramer il miglior fondamentale
della storia del tennis.
Sotto, l’ecuadoriano
con Jimmy Connors,
di cui fu allenatore
un avversario che batte e scende a rete,
rispondi corto e centrale. Aggredisci da
subito in risposta contro la seconda. E
gioca spesso il lob nei primi punti del
match, così l’avversario avrà paura e
lascerà più spazio per il passante. Lezioni valide ancora oggi.
Il campione che fece scuola
Autodidatta... al muro
Impara a giocare da solo, colpisce contro il muro per ore e chiede a chiunque
di scambiare un po’ con lui. Nasce così quello che Jack Kramer ha definito
“il miglior singolo fondamentale nella
storia del tennis”, il suo letale dritto a
due mani. È un colpo piatto, fluido, che
apparentemente non richiede sforzo
alcuno. Un esercizio di perfezione che
atterra profondo e parte da un movimento estremamente compatto. Deriva
la sua forza dalla spinta di gambe e dalla completa rotazione del busto. Segura
giocava allora come molti dei campioni di oggi che si sentono insicuri dalla
parte del rovescio. Cerca di girare intorno alla palla, di tirare quanti più dritti
possibili anche da sinistra. Mette gli avversari fuori posizione con inside-out
sempre più pesanti, li costringe ad ac-
corciare per chiudere poi nell’angolo libero. Ha un movimento impossibile da
decifrare e anticipare. Senza cambiare
nulla nella preparazione, può attaccare
in lungolinea, stringere il diagonale, disegnare palle corte mortifere o beffare
gli avversari con letali pallonetti.
L’NCAA e Connors
Proprio nel 1942, da miglior giocatore
d’Ecuador, sbarca negli Usa, all’Università di Miami. Vincerà tre volte di fila
il titolo NCAA, e si fa notare eccome
a Cincinnati. Ha un concetto semplice
del gioco, che poi trasmetterà da coach
a Jimmy Connors. Rischia sul 30-0, non
sul 15-30. Sul 30-30 è meglio se metti la
prima. Su un punto importante, contro
8
È un’edizione speciale, quella del 1942,
al Cincinnati Club. È il primo torneo
“patriottico” dal 1917: alla fine della
settimana, 1.300 dollari vengono devoluti all’Emergency War Relief Fund.
Segura batte in semifinale Joe Davis
di Nahville, che dopo la partita si deve
presentare immediatamente in Marina.
Diventerà il primo straniero nell’albo
d’oro del torneo, l’incubo di Talbert,
battuto anche nella semifinale di doppio. Talbert giocava con Robert Smidl,
che presto sarà ricordato come il primo
tennista con una classifica nazionale a
morire in guerra. Segura invece sarà ricordato, parola di Bud Collins, come un
campione dal carattere travolgente, capace di dare colore a un circuito dominato dall’uniformità stilistica. Numero
1 del mondo nel 1950 e nel 1952, un
campione che ha fatto scuola.
i numeri della settimana
Vinci da prova del 9
I primi 25 del ranking Atp
di Giorgio Spalluto - foto Getty Images
9
gli anni consecutivi, grazie a Roberta
Vinci (nella foto), in cui un’azzurra
raggiunge almeno i quarti di finale agli
Us Open, per un totale di ben 13 presenze,
visto che tra il 2012 e il 2015 furono 2
le italiane a issarsi almeno tra le ultime 8.
Fino al 2007 erano stati appena 3 i quarti
di un’azzurra agli Us Open in 127 edizioni!
1927 l’anno dell’ultima edizione
dello slam newyorkese in cui 3 francesi
raggiunsero i quarti di finale. Tsonga,
Monfils e Pouille hanno emulato René
Lacoste (poi finalista), Jean Borotra e
Jacques Brugnon, poi entrambi eliminati.
10 gli Slam trascorsi dall’ultima volta
in cui Rafael Nadal ha raggiunto le semifinali.
Da Wimbledon 2014 agli Us Open 2016,
il maiorchino ha collezionato al massimo due
quarti di finale (Australian Open e Roland
Garros 2015), saltando due appuntamenti:
Us Open 2014 e Wimbledon 2016.
6
le vittorie di Fabio Fognini rimontando
due set di svantaggio, grazie alla strepitosa
cavalcata che ha consentito al ligure di imporsi
su Teimuraz Gabashvili. Fognini è l’azzurro ad
aver vinto più match rimontando da 2 set a 0
davanti a Panatta e Seppi, vincitori per quattro
volte dopo aver perso i primi due parziali.
61 gli ace messi a referto da Ivo Karlovic
nel match vinto in 5 set sul tennista di Taiwan
Yen-Hsun Lu. Si tratta di un record per gli Us
Open e, più in generale, per quello che concerne
un match che prevede il tie-break al 5° set.
A livello Slam hanno fatto meglio solo Isner
(113 ace) e Mahut (103) nella partita dei
record disputata a Wimbledon 2010,
e vinta dall’americano per 70-68 al 5° set.
Pos.
Nome (nazionalità)
1
Novak Djokovic (SRB)
2
Andy Murray (GBR)
3
Stan Wawrinka (SUI)
4
Roger Federer (SUI)
5
Rafael Nadal (ESP)
6
Milos Raonic (CAN)
7
Kei Nishikori (JPN)
8
Tomas Berdych (CZE)
9
Marin Cilic (CRO)
10
Dominic Thiem (AUT)
11
Jo-Wilfried Tsonga (FRA)
12
Gael Monfils (FRA)
13
David Ferrer (ESP)
14
David Goffin (BEL)
15
Richard Gasquet (FRA)
16
Nick Kyrgios (AUS)
17 Roberto Bautista Agut (ESP)
18
Feliciano Lopez (ESP)
19
Bernard Tomic (AUS)
20
Pablo Cuevas (URU)
21
John Isner (USA)
22
Steve Johnson (USA)
23
Ivo Karlovic (CRO)
24
Grigor Dimitrov (BUL)
25
Lucas Pouille (FRA)
I primi 25 italiani del ranking Atp
Punti
14840
9305
4980
4945
4850
4805
4165
3570
3515
3205
2875
2835
2660
2565
2230
2060
2040
1840
1780
1745
1645
1635
1570
1555
1481
Le prime 25 del ranking Wta
Pos.
Nome (nazionalità)
1
Serena Williams (USA)
2
Angelique Kerber (GER)
3
Garbine Muguruza (ESP)
4
Agnieszka Radwanska (POL)
5
Simona Halep (ROU)
6
Venus Williams (USA)
7
Victoria Azarenka (BLR)
8
Roberta Vinci (ITA)
9
Madison Keys (USA)
10
Svetlana Kuznetsova (RUS)
11
Karolina Pliskova (CZE)
12 Carla Suarez Navarro (ESP)
13
Dominika Cibulkova (SVK)
14
Johanna Konta (GBR)
15
Timea Bacsinszky (SUI)
16
Petra Kvitova (CZE)
17
Samantha Stosur (AUS)
18 Anastasia Pavlyuchenkova (RUS)
19
Elina Svitolina (UKR)
20
Elena Vesnina (RUS)
21
Barbora Strycova (CZE)
22
Kiki Bertens (NED)
23
Irina Camelia Begu (ROU)
24
Daria Kasatkina (RUS)
25
Sloane Stephens (USA)
10
Punti
7050
6860
5830
5705
5151
4005
3551
3465
3286
3190
3135
3100
3100
2905
2713
2580
2370
2195
2101
2054
2050
1945
1835
1773
1612
Pos. Rank.
1
38
2
40
3
87
4
111
5
140
6
164
7
178
8
208
9
225
10 227
11 230
12 233
13 243
14 259
15 273
16 276
17 282
18 300
19 331
20 336
21 339
22 355
23 359
24 405
1515
25 418
Nome
Fabio Fognini
Paolo Lorenzi
Andreas Seppi
Thomas Fabbiano
Marco Cecchinato
Luca Vanni
Federico Gaio
Matteo Donati
Simone Bolelli
Stefano Napolitano
Andrea Arnaboldi
Filippo Volandri
Alessandro Giannessi
Lorenzo Sonego
Lorenzo Giustino
Riccardo Bellotti
Alessandro Bega
Edoardo Eremin
Gianluigi Quinzi
Gianluca Mager
Matteo Viola
Salvatore Caruso
Roberto Marcora
Flavio Cipolla
Erik Crepaldi
Punti
1155
1110
675
545
414
342
316
263
240
234
233
225
217
201
191
187
179
167
146
141
140
132
130
107
103
Le prime 25 italiane del ranking Wta
Pos.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
Rank.
Nome
Punti
8
Roberta Vinci
3465
28
Sara Errani
1590
67
Camila Giorgi
920
97
Francesca Schiavone
681
130
Karin Knapp
458
272
Anastasia Grymalska
167
274
Martina Caregaro
162
303
Jasmine Paolini
133
307
Jessica Pieri
132
323
Cristiana Ferrando
126
362
Nastassja Burnett
101
391
Corinna Dentoni
95
398
Martina Di Giuseppe
92
402 Giulia Gatto-Monticone
91
422
Gioia Barbieri
83
429
Alberta Brianti
78
433
Georgia Brescia
77
444
Angelica Moratelli
73
445
Alice Matteucci
73
484
Claudia Giovine
61
507
Camilla Scala
57
522
Camilla Rosatello
54
573
Bianca Turati
43
574
Deborah Chiesa
43
584
Martina Trevisan
42
Scelta dalla Federazione Italiana Tennis
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12
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Lab 3.11 s.a.s.
via Riva 22, 14021 - Buttigliera d’Asti (AT)
tel.: 011 9921410 - fax: 011 99211759
[email protected] - www.lab311.it
il tennis in tv
Le 16.45, l’ora... locale
L
’ora locale su SuperTennis
scocca alle 16.45. Tutti i
giorni. Già, perché è quando l’emittente federale che
porta tutti gli appassionati lungo il
tour internazionale per cinque continenti, si dedica completamente al
tennis regionale. Quello dei circoli,
degli affiliati, il tennis di provincia
insomma, ma nella migliore delle
accezioni possibili. Lo fa attraverso il format “La Voce delle Regioni”,
un grande classico che accompagna
i palinsesti fin dai primi giorni di
trasmissione. Da qualche mese le
prime emissioni de La Voce delle
Regioni occupano un punto cruciale
della programmazione, nella fascia
centro-pomeridiana.
Giro d’Italia
E così ogni giorno tramite i referenti locali, si parte per un giro d’Italia
alla scoperta di strutture, eventi,
La sezione on-demand di supertennis.tv,
con le puntate de “La Voce delle Regioni”
personaggi. Tennis giovanile, tennis amatoriale, tennis over, a squadre e non. Insomma ce n’è per tutti i
gusti. Sono proprio tutti questi “settori” che compongo il largo bacino
d’utenza del movimento tennistico
italiano. Lo stesso movimento che
nei mesi scorsi ha tagliato il traguardo dei 300 mila tesserati e che
continua a crescere, grazie proprio
alla passione dei tesserati in giro
per il Paese. Con SuperTennis a fare
da traino, e a dare visibilità nazionale al tennis locale e ai circoli disseminati lungo lo stivale.
Da mercoledì 14 torna il tennis live:
dirette all’alba dal Wta di Tokyo
Dopo lo Slam newyorkese tornano gli appuntamenti live dal circuito mondiale. Il primo appuntamento da non perdere è quello con il torneo femminile di Tokyo, in Giappone. Il fuso orario impone
la sveglia presto, con le dirette nella primissima mattina. Dal 12 settembre anche le fasce di news
quotidiane tornano al loro naturale posizionamento nel palinsesto (alle 17.00 e alle 21.00).
Domenica sera lo speciale sull’assemblea elettiva FIT
Giovedì 8
Venerdì 9
00:00 - Fognini vs
Murray, Coppa Davis
2014 Italia vs Gran
Bretagna
04:00 - ATP Winston
Salem (replica)
06:00 - Reloaded ATP
Master 1000 Toronto
07:00 - S. Williams vs
Sharapova, Wimbledon
2004
08:45 - La Voce delle
Regioni
09:00 - Gimeno Traver
vs Taro, Challenger
Cordenons Finale
10:30 - Tennis
Magazine
11:00 - Gaudio vs
Coria, Roland Garros
2004
13:30 - NEWS
13:45 - Murray vs
Isner, Coppa Davis
2015
16:45 - La Voce delle
Regioni
17:00 - NEWS
17:15 - Challenger
Manerbio SF1
19:00 - Errani vs
Sharapova, Roland
Garros 2012
20:45 - La Voce delle
Regioni
21:00 - Soderling vs
Federer, Roland Garros
2009
22:15 - Circolando
23:15 - Konta vs
Williams, WTA
Stanford 2016
02:00 - Magazine ATP
02:30 - Finale Doppio
Wimbledon 2014
03:00 - Schiavone vs
Stosur, Roland Garros
2010
05:15 - Doppio Italia
vs Svizzera, SF Coppa
Davis 2014
08:45 - La Voce delle
Regioni
09:00 - Challenger
Manerbio SF1
10:30 - Tennis
Magazine
11:00 - Nadal vs
Djokovic , ATP Roma
2012
13:30 - NEWS
13:45 - Halep vs Kerber,
WTA Montreal 2016
15:45 - Fognini vs
Martin, ATP 250 Umag
16:45 - La Voce delle
Regioni
17:00 - NEWS
17:15 - Challenger
Manerbio SF2
19:00 - Ivanisevic vs
Rafter, Wimbledon 2001
20:45 - La Voce delle
Regioni
21:00 - Lorenzi vs
Chiudinelli, Coppa Davis
2016
Sabato 10
02:00 - ATP Winston
Salem Finale (replica)
03:45 - Reloaded ATP
Master 1000 Toronto
04:45 - Roddick vs
Federer, Wimbledon
2009
08:45 - La Voce delle
Regioni
09:00 - Challenger
Manerbio SF2
11:00 - Magazine ATP
11:30 - S. Williams
vs Keys, WTA Roma
2016
13:15 - Tennis
Magazine
13:30 - NEWS
13:45 - Radwanska
vs Kvitova, WTA
New Haven (replica)
15:45 - Reloaded
ATP Master 1000
Cincinnati
16:45 - La Voce delle
Regioni
17:00 - NEWS
17:15 - Challenger
Manerbio Finale
19:00 - Djokovic vs
Murray, Wimbledon
2013
21:30 - Radwanska vs
Halep, WTA Cincinnati
(replica)
22:30 - Djokovic vs
Kukuskin, Coppa Davis
2016
Domenica 11
03:30 - Vinci vs
konhju, WTA New
Haven
04:30 - Tennis
Magazine
05:00 - Federer vs
Murray, Wimbledon
2012
08:45 - La Voce delle
Regioni
09:00 - Challenger
Manerbio Finale
10:30 - ATP Roma
2014, Nadal vs
Murray
14:00 - Magazine
ATP
13:30 - NEWS
13:45 - Reloaded
ATP Master 1000
Cincinnati
14:30 - WTA New
Haven Finale (replica)
16:45 - La Voce delle
Regioni
17:00 - NEWS
17:15 - Finale Doppio
Wimbledon 2014
18:00 - Schiavone vs
Stosur, Roland Garros
2010
20:15 - Tennis
Magazine
20:45 - La Voce delle
Regioni
21:00 - Assemblea
Elettiva FIT
23:00 - Murray vs
Nishikori, Coppa Davis
2016
Lunedì 12
03:45 - Gimeno Traver
vs Taro, Challenger
Cordenons Finale
05:45 - Reloaded
ATP Master 1000
Cincinnati
06:45 - Errani vs
Sharapova, Roland
Garros 2012
08:45 - La Voce delle
Regioni
09:00 - Doppio
Francia vs Canada,
Coppa Davis 2016
11:00 - Federer vs Del
Potro Usopen 2009
15:00 - Assemblea
Elettiva FIT
16:45 - La Voce delle
Regioni
17:00 - NEWS
17:05 - Doppio Italia
vs Svizzera, Coppa
Davis 2016
19:45 - Reloaded
ATP Master 1000
Cincinnati
20:45 - La Voce delle
Regioni
21:00 - NEWS
21:05 - Nadal vs
Fognini, USOpen 2015
Martedì 13
02:00 - Reloaded
ATP Master 1000
Cincinnati
03:00 - Challenger
Manerbio SF1
05:00 - Tennis
Magazine
05:30 - Federer vs
Agassi, UsOpen 2005
08:45 - La Voce delle
Regioni
09:00 - Assemblea
Elettiva FIT
11:00 - Seppi vs
Delbonis, Coppa Davis
2016
14:30 - Zvonareva
vs Pennetta, UsOpen
2009
16:45 - La Voce delle
Regioni
17:00 - NEWS
17:05 - Fognini vs
Monaco, Coppa Davis
2016
18:15 - Lajovic vs
Ward, Coppa Davis
2016
20:45 - La Voce delle
Regioni
21:00 - NEWS
21:05 - Williams vs
Vinci, UsOpen 2015
23:00 - Tennis Club
Njlaya
23:15 - Djokovic vs
Murray, Us Open 2012
Mercoledì 14
03:00 - Challenger
Manerbio SF2
05:00 - Torneo
Wta Tokyo
07:00 - Torneo
Wta Tokyo
08:45 - La Voce
delle Regioni
09:00 - Doppio
Serbia vs Gran
Bretagna, Coppa
Davis 2016
11:30 - Reloaded
ATP Master 1000
Cincinnati
12:30 - Circolando
13:00 - WTA
Tokyo (replica)
15:00 - WTA Tokyo
(replica)
16:45 - La Voce
delle Regioni
17:00 - NEWS
17:05 - Doppio
Coppa Davis Italia
vs Argentina
20:45 - La Voce
delle Regioni
21:00 - NEWS
21:05 - Tennis
Magazine
21:30 - WTA
Tokyo (replica)
23:30 - WTA Tokyo
(replica)
NB: il palinsesto è soggetto a modifiche. In rosso gli eventi live, in giallo le News, in verde le prime emissioni, in azzurro le differite e in viola gli speciali
12
15
giovani
Il Master dei piccoli
è roba da grandi
17.033 ragazzini in 141 tappe nel 2016, 5.000 in più rispetto al 2015.
Oltre 1.200 iscritti soltanto al Master di fine anno, chiuso il 30 agosto
al Foro Italico. 13 le categorie, altrettanti i vincitori: ecco chi sono
da R oma, A lessandro N izegorodcew
foto
Barbara Crimaudo
Tutti i vincitori delle categorie al Master Kinder si sono guadagnati un posto al Master del
circuito giovanile FIT che si terrà dal 5 al 9 ottobre alla Canottieri Mincio Mantova
L’
entusiasmo nei confronti del torneo FIT Kinder
+Sport cresce di anno in
anno e i numeri conclusivi di questa undicesima edizione,
chiusa il 30 agosto con le finali
svolte tra il Foro Italico, il Salaria
Sporting Village e il Veio Sporting
Club di Roma, lo dicono chiaramente: 141 le tappe rispetto alle 97 del 2015 con una capillarità
che ha portato alla partecipazione
di 17.033 giovani tennisti, quasi 5.000 in più rispetto ai 12.286
dell’anno precedente. Oltre 1.200
iscritti soltanto al Master conclusi-
14
giovani
vo. Tuttavia non è solo dai numeri
che si possono misurare il coinvolgimento e l’entusiasmo mossi dal
torneo, che ancora una volta ha
raccolto riconoscimenti in particolare per la formula che permette di
fare incontrare tra di loro ragazzi
di pari età, fattore che non solo favorisce la qualità formativa del circuito da un punto di vista tecnico
ma permette l’incontro umano e sociale anche al di là dell’agonismo.
Under 9 Maschile
Under 9 Femminile
Risultati - Semifinali: Ngantcha Lliso b. Mondazzi 6-0 6-2. Vasamì b. Bonivento 6-4 2-6 7-3.
Finale: Ngantcha Lliso b. Vasamì 6-3 6-1.
Yannick Ngantcha Lliso papà di origini senegalesi, mamma spagnola di Valencia, Yannick si
allena al Tennis Club Perugia e si era già fatto
notare allo scorso Lemon Bowl per il suo ottimo
timing sulla palla. La sua priorità resta però, ovviamente, sempre la scuola.
Risultati - Semifinali: Genovese b. Giardina 7-5
0-6 7-5. Lopez b. Minelli 6-3 6-2. Finale: Lopez
b. Genovese 6-1 6-0.
Eleanor Lopez si allena da sei mesi all’Accademia Tennis Mongodi di Cividino (BG) sotto la
guida di Alessandra Gandossi: è una ragazzina
dal buon atteggiamento in campo e che ora come
ora gode di un buon servizio, agevolato dall’altezza superiore rispetto alla media delle coetanee.
Yannick Ngantcha Iliso, vincitore, e il finalista
Jacopo Vasami
La vincitrice Eleanor Lopez con la finalista
Laura Genovese
Under 10 Femminile
Under 10 Maschile
Risultati - Semifinali: Basiletti b. Zenato 6-2
6-4. Paganetti b. Serban 6-2 6-1. Finale: Paganetti b. Basiletti 6-4 6-2.
Vittoria Paganetti del Ct Bari si allena da quattro anni con Raffaele Gorgoglione e negli ultimi
due anche con Franco Giovanni e Michele Mizzi,
tre pomeriggi a settimana alternando tennis e
preparazione atletica. Brava tecnicamente sfrutta un buon gioco d’attacco e l’uso del back.
Risultati - Semifinali: Rapagnetta b. Angelini
6-1 6-1. Battiston b. Meo 6-3 6-3. Finale: Rapagnetta b. Battiston 6-2 7-5.
Daniele Rapagnetta classe 2006, iscritto al
Circolo Empire di Roma lavora con il maestro
Sandro Di Trento. Buon tempo sulla palla e buona tecnica. L’impegno scolastico va di pari passo
con il tennis: i risultati sul campo e quelli sui banchi si autoalimentano come in circolo virtuoso.
La vincitrice Vittoria Paganetti e la finalista
Noemi Basiletti
Daniele Rapagnetta, primo classificato,
e Alessandro Battiston
Under 11 Maschile
Under 11 Femminile
Risultati - Semifinali: Ravaioli b. Burzi 6-3 6-2.
Parpaiola b. Palantone 6-2 6.1. Finale: Parpajola b. Ravaioli 6-2 6-1.
Tommaso Parpajola, padovano, a Roma da testa di serie n.6 ha vinto senza perdere un set. Si
allena al Cs Plebiscito con il maestro Max Valerio e con i tecnici Andrea Mantegazza e Giampaolo Coppo. Ottima mano a rete, solido da
fondo, in campo coniuga grinta e compostezza.
Risultati - Semifinali: Ferri b. De Rosa 1-6 6-3
6-3. Di Lecce b. Dell’Orto 6-0 6-0. Finale: Di
Lecce b. Ferri 6-0 6-4.
Giulia Di Lecce si allena al Quo Vadis di Roma
dove lavora da quattro anni con il maestro Fabrizio Egizi e con Valentina Ronchi e Fabio Caruso.
Ancora minuta fisicamente, compensa con la lucidità mentale. Il rovescio è il colpo migliore, ma
sta crescendo anche con il diritto.
Il vincitore Tommaso Parpajola e il finalista
Nicola Ravaioli
La prima classificata Giulia Di Lecce
con Maria Sole Ferri
15
giovani
A sinistra, Simone Poeta, under 14, è il vincitore della racchetta di Rafael Nadal. Al centro, il premio speciale per lo scambio più lungo (109
colpi) se lo è aggiudicato Maria Sole Ferri, under 11; a destra, il premio fairplay andato alla Under 9 Laura Genovese
Inoltre quest’anno, a dimostrare
il legame sempre più solido con
il tennis azzurro di alto livello, il
“Kinder” ha avuto il piacere di ospitare un mentore d’eccezione come
Simone Bolelli che ha incontrato
i ragazzi al Foro Italico onorando
una tradizione che lo scorso anno
aveva visto nel ruolo di “madrina”
la di lì a poco campionessa degli Us
Open Flavia Pennetta.
Correttezza e fair-play
da premiare
Come racconta Rita Grande, organizzatrice del torneo sin dalla prima edizione, alla base della manifestazione c’è sempre la crescita
sportiva e umana, legata a doppio
filo alla parola chiave del torneo:
divertimento. “I ragazzi in campo
sono stati corretti, sono state finali all’insegna del fair play. Ed è
la cosa più importante perché l’atteggiamento in campo è una cosa
che poi si portano anche nella vita: comportarsi bene, rispettare
l’avversario e le regole sono cose
che aiutano anche a crescere come
cittadini, noi non abbiamo certo la
pretesa di educare i bambini ma lo
spirito del Kinder è vivere un agonismo sano, che sia tale ma con divertimento”.
Sopra, Simone Bolelli autografa le magliette di alcuni partecipanti al Master finale del
Trofeo Tennis Kinder +sport al Foro Italico. Sotto, la tribuna del campo Pietrangeli colma
Ospiti di... Rafa Nadal
nell’Academy spagnola
E non è mancato nemmeno il coin-
16
giovani
Under 12 Maschile
Under 12 Femminile
Risultati - Semifinali: Staiano b. Arleo 6-2 6-3.
Rattenni b. Crescenzi 6-1 6-3. Finale: Rattenni b.
Staiano 6-4 2-6 6-3.
Antonino Rattenni tesserato al Circolo Easy
Tennis di Villanova, in provincia di Pescara, ha
dalla sua un fisico già ben strutturato per la categoria. Inoltre in campo ha la buona tendenza a
gestire lo scambio e spingere non appena ne ha
la possibilità.
Risultati - Semifinali: Finocchiaro b. Torselli
6-1 6-3. Pedretti b. Gaeta 6-0 6-0. Finale: Pedretti b. Finocchiaro 6-1 6-3.
Emma Pedretti è tesserata per la Canottieri
Eridanea di Casalmaggiore ma si allena alla Canottieri Baldesio di Cremona. Si allena con Riccardo Manfredi e Matteo Pifferi. Sta curando
molto l’aspetto tecnico, in particolare al servizio.
Si è appena qualificata agli “Italiani” under 12.
Il vincitore Antonino Rattenni (a destra)
con Fabrizio Staiano
La vincitrice Emma Pedretti
e la finalista Giulia Finocchiaro
Under 13 Maschile
Under 14 Maschile
Risultati - Semifinali: Laniece b. Angrisano 6-3
6-2. Bisceglie b. De Cenzo 1-6 6-2 4-4 RIT. Finale: Bisceglie b. Laniece7-6 2-6 6-1.
Francesco Bisceglie si allena con il maestro
Andrea Roscioli alla Nuova F84 di Roma da tre
anni ma è nato tennisticamente al Club Nomentano. Ha lavorato molto sul piano fisico, si allena
5-6 giorni a settimana alternando tecnica e atletica. Ha già esordito nel circuito Tennis Europe.
Risultati - Semifinali: Montinaro b. Giacometti
6-0 6-2. Poles b. Grattasonno 7-5 7-6. Finale:
Montinaro b. Poles 7-6 6-1.
Antonio Montinaro si allena al Ct Galatina con
il maestro Francesco Està. A Roma non ha perso
nemmeno un set in sei incontri. Classificato 3.5,
il suo colpo migliore è il rovescio e non fa mistero
di ispirarsi a due maestri di questo colpo come
Novak Djokovic e Simona Halep.
Il primo classificato Francesco Bisceglie con
Alessandro Laniece
Antonio Montinaro, primo classificato,
con Jacopo Poles
Under 14 Femminile
Under 16 Maschile
Under 16 Femminile
Risultati - Semifinali: Di Pietro b. Rescia 6-4
6-2. Artimedi b. Colarelli 2-6 6-1 6-0. Finale: Di
Pietro b. Artimedi 6-2 6-3.
Anita Di Pietro gioca all’Accademia Angiulli di
Bari dove si allena da un anno con Adriano Cassano, ma viene dal Ct Foggia dove lavorava con
il maestro Gino Fiordelisi. Grande attitudine al
lavoro e ampi margini di miglioramento, ha ottimi colpi mancini (soprattutto servizio e dritto).
Risultati - Semifinali: Centi Pizzutilli b. Santoni
6-3 6-3. Gargano b. Valerio 6-3 7-5. Finale: Gargano b. Centi Pizzutilli 6-2 6-0.
Silvio Gargano, del’Asd Terzo Millennio di
Ogliara (Salerno), ha battuto in finale il campione regionale abruzzese Under 16, Centi Pizzutilli.
Ma prima della finale è dovuto tornare a casa per
sostenere un esame di riparazione a scuola. Una
volta superato, è tornato a Roma e ha vinto.
Risultati - Semifinali: Alba b. Pizzigallo 6-3
4-6 6-2. Santamaria b. Aldi 4-6 6-3 6-0. Finale:
Santamaria b. Alba 6-0 6-3.
Lucrezia Santamaria, beneventana del Ct San
Giorgio del Sannio si allena tutti i giorni tre ore al
giorno (doppie sessioni in estate) con il maestro
Antonio Pepe e il preparatore Alessandro Campanella. Oggi 3.2, il colpo preferito è il diritto; di
rovescio non disdegna l’uso del back.
Anita Di Pietro, vincitrice,
con la finalista Andrea Maria Artimedi
Silvio Gargano, primo classificato,
con Gianluca Centi Pizzutilli
La vincitrice Lucrezia Santamaria
con la finalista Emanuela Alba
volgimento positivo e propositivo
di genitori e maestri che, spiega Rita Grande, “usano il sito del torneo
come una vera e propria chat, danno le loro opinioni, fanno richieste
e proposte e quello che si può fare
lo accogliamo volentieri. Quest’anno per esempio porteremo nove
ragazzi in visita alla Rafa Nadal
Academy di Maiorca accogliendo il
suggerimento di chi chiedeva di replicare l’esperienza di due anni fa
con l’Academy di Bollettieri in Florida. Sarà - prosegue Rita Grande sicuramente molto formativo per i
ragazzi scelti poter vedere come si
lavora in una delle accademie tennistiche più moderne che ci siano
al mondo”.
Tredici tabelloni,
tredici vincitori
Come nell’edizione dell’anno passato, le finali si sono svolte su 13
tabelloni, sette al maschile e sei al
femminile (tutti combined eccetto
il torneo under 13 disposto solo
al maschile), che hanno sancito altrettanti vincitori del trofeo cui si
aggiungono riconoscimenti speciali tra cui il premio per aver vinto
lo scambio più lungo concesso alla
finalista dell’under 11 femminile
Maria Sole Ferri, capace di portare
a casa il punto dopo ben 109 colpi
giocati o il premio fair-play ampiamente meritato da parte della piccola Laura Genovese, finalista del
torneo under 9, per aver offerto
una propria racchetta all’avversaria durante il match.
17
giovani
Under 14, Bernardi c’è
Il 14enne trentino vince in Austria e va a rimpolpare un gruppo azzurro
di grande qualità. Tra gli Under 18, Giacomo Giunta sorprende (e vince)
in Macedonia. Nell’ultimo mese, 20 vittorie e 21 finali Itf per gli azzurrini
di
Viviano Vespignani
P
er i colori azzurri l’estate
è stato prodiga di risultati
nell’ambito del Circuito ITF
under 18, non altrettanto per
quanto concerne il Circuito europeo
under 16, 14 e 12 a dispetto del maggior numero di tornei Tennis Europe
che hanno visto almeno un italiano
cimentarsi nei main draw (20 contro
18). Soltanto nella categoria under
14, giusto quella nella cui classifica
europea i nostri portacolori occupano come non mai posizioni di rilievo (3° Lorenzo Rottoli, 4° Lorenzo
Musetti, 35° Luca Nardi, 43° Biagio
Gramaticopolo, 48° Mattia Bernardi,
67° Fausto Tabacco) sono stati raggiunti traguardi degni di menzione. Proprio Mattia Bernardi, allievo
dell’ATA Battisti, dopo tre semifinali
colte a Pavia, Narva (Estonia) e Ulm
(Germania), ha centrato un successo
pieno a Blidenz, in Austria, battendo
per 7-6 6-1 in finale il tedesco Max
Rehber. Trattandosi di un torneo di
prima categoria, altrettanto valida
appare la finale guadagnata da Biagio Gramaticopolo nella Young Cup
belga di Hasselt. Il portacolori del
Tennis Club Finale Ligure - quest’anno già primo a Pavia e in Grecia - è
stato superato per 6-0 5-7 6-3 nel
big match dal belga Martens.
Nella citata Muller Cup di Ulm, ennesimo torneo tedesco di ottima quotazione, oltre al terzo posto di Bernardi sono da menzionare, in campo
under 16, le due semifinali azzurre
di cui sono stati protagonisti Emilia
Bezzo ed Emiliano Maggioli. Quanto
alla categoria under 12 il top azzurro
ha coinciso con la semifinale guadagnata a Ptuj, in Slovenia, da Enrico
Baldisserri.
Sorpresa Giunta
in Macedonia
Tre vittorie e sei finali stanno a sottolineare l’ottima estate vissuta dai
Il trentino Mattia Bernardi,
nato il 18 marzo del 2002,
ha vinto il torneo Under 14
di Blidenz, in Austria
nostri junior nel circuito Itf under
18. Della maggior sorpresa è stato
autore un diciassettenne pesarese
privo di punti ITF, vale a dire Giacomo Giunta, che a Skopje (Macedonia)
è partito dalle qualificazioni per arrivare a rifilare un secco 6-2 6-2 in
finale al russo Ibragimov. Stesso
percorso sino alle semifinali è stato
compiuto dal non ancora sedicenne
Davide Tortora, fermato da Ibragimov dopo tre set.
Il Grand Prix che Poznan (Polonia) ha
intitolato a Wojtek Fibak, si è risolto con un successo pieno dei nostri
colori, meglio dei nostri sedicenni.
Il titolo maschile è stato firmato da
Riccardo Perin, che in finale ha battuto l’altro azzurro Riccardo Di Nocera. Contemporaneamente, Giulia
La Rocca del Tc Palermo Due saliva
sul secondo gradino del podio dopo
aver vinto la sfida di semifinale con
Benedetta Ivaldi. A collezionare un
successo pieno e un posto d’onore ci
pensava Alessandro Ingarao, 17enne
portacolori del Tennis Club Siracusa.
Nella finale dei Triglav Open di Kranj,
Alessandro ha regolato in tre set il
favorito tedesco Kai Lemstra, mentre
18
a Maribor, sempre in Slovenia, era lo
statunitense Kalr Poling a impedirgli
il bis. Meritano una citazione Manuel
Mazza semifinalista a Kranj e soprattutto il quattordicenne Lorenzo
Musetti che, al suo quarto appuntamento under 18, in quel di Maribor è
stato capace di salire sino ai quarti.
Il bilancio azzurro
Il bottino degli azzurri si chiude con
tre altre finali a cominciare da quella, davvero inattesa, raggiunta sul
sintetico di Dunlak, in Irlanda, da
Gian Marco Ortenzi, 16enne allievo
del Green Hill Roma. Gli hanno fatto
compagnia sul secondo gradino del
podio Andrea Trapani (Ct Palermo)
nella Epetion Cup croata di Spalato
e Mattia Frinzi (Tc Cerea) nella suggestiva Copernico Bowl svoltasi a
Varsavia.
Tirando le somme, entro la fine di
agosto nel circuito ITF under 18 gli
italiani hanno collezionato 20 vittorie, 21 finali e 41 semifinali: risultati
in linea con quelli relativi all’ intero
2015 relativamente ai successi (27)
ma superiori per quanto concerne finali (18) e semifinali (43).
circuito amatoriale fit-tpra
Settembre a tutto gas
per volare in Australia
Tre nuove tappe del Kia Tennis Trophy per centrare la qualificazione
al Master di Milano (dicembre) che porta i vincitori diritti a Melbourne.
Sarà un mese di fuoco con i tornei di Bari, Faenza e Napoli
di
Marcello Sportelli
B
ari, Club Njlaya 8-11 settembre; Faenza Tennis Club Teo
Gaudenzi, 15-18 settembre;
Napoli, Tennis Club Petrarca,
dal 29 settembre al 2 Ottobre. È questo il trittico d’oro che darà la possibilità a 32 giocatori e 32 giocatrici
amatoriali, per ogni singola tappa,
di vincere il viaggio messo in palio
da Kia e per trascorrere cinque fantastici giorni ai prossimi Australian
Open come ospiti privilegiati dello
sponsor del primo Slam stagionale.
Verso il Master
Il torneo fa parte del circuito amatoriale Fit-Tpra, ai quali possono accedere tutti i giocatori che, in carriera,
non hanno mai superato la classifica
4.2 (o C4), oltre ad alcune finestre
lasciate libere dall’età (ex gli over 65
possono partecipare a prescindere),
si svolge su 8 tappe che porteranno
i finalisti di ogni tappa e un loro accompagnatore a vivere un fantastico
week-end a Milano - in occasione del
master di fine stagione - come ospiti
Kia, per giocarsi le proprio chance di
diventare il vincitore maschile e la
vincitrice femminile e volare direttamente a Melbourne.
Atmosfera Atp
Al Master di Milano, che si giocherà
presso la struttura del Quanta Club
di via Assietta, potranno partecipare i finalisti e le finaliste di ciascu-
I vincitori dell’edizione 2015 del Kia Tennis Trophy che sono volati a Melbourne
per gli Australian Open (Luca Rescigno ed Elena Caiazzo). A settembre riparte la rincorsa
na tappa. I giocatori e i rispettivi
accompagnatori (uno per ogni giocatore) saranno ospiti del Kia Tennis Trophy per l’intero weekend,
con tanto di servizio trasportation
con autista, accoglienza ufficiale,
fotografi, le telecamere di SuperTennis Tv e una cena di gala in
compagnia di Sara Errani. Ovviamente senza dimenticare i match
che decreteranno i nomi di chi andrà agli Australian Open.
Come Sara Errani
E proprio i vincitori del Master
avranno in comune con Sara Errani
un biglietto aereo e potranno volare
come Sara verso l’Australia, all’alba
della prossima stagione agonistica,
per vivere un sogno chiamato Australian Open. Per l’azzurra di Fed
Cup, una che di Slam se ne intende
vista la finale al Roland Garros 2012
e tutti i titoli in doppio (5 per la
precisione), è normale. Per gli altri
due mica tanto. Già perché saranno
due amatori come tanti tra i 300.000
mila tesserati dotati di tessera FIT
agonistica o non. Tutto merito del
master finale del Kia Tennis Trophy,
in grado di spedire i vincitori letteralmente dall’altra parte del mondo.
Si iscrivono i primi 28: si può fare solo on-line
Per iscriversi alle tappe del circuito Kia Tennis Trophy occorre avere la tessera FIt agonistica o non agonistica in corso
di validità, non aver mai superato la classifica 4.2 (o C4) ed effettuare la procedura d’iscrizione esclusivamente tramite
il sito www.kiatennistrophy.com (non dal sito www.tpratennis.it), La partecipazione è riservata ai primi 28 iscritti e alle
prime 28 iscritte in ordine temporale. Gli ultimi 4 posti per ogni tabellone sono assegnati tramite wild card.
20
personal coach
Le emozioni in campo
non hanno interruttori
Non si possono accendere e spegnere a piacimento. Però è possibile educare
e imparare ad allenare l’aspetto emotivo in campo, con risultati ancora più
efficaci se si inizia fin dalle prime fasi giovanili. Dati, riflessioni e linee guida
di
Antonio Daino ed Elena Uberti,
Getty Images
I.S.F. R. Lombardi - foto
“N
on ti dovrebbe tremare il braccio quando
servi la seconda palla
al tie-break. La concentrazione dovrebbe essere massima ogni volta che impatti la pallina.
Arrabbiarti per aver tirato in rete
lo smash, probabilmente condizionerà il risultato di quel game. I tuoi
genitori ti stimano, il tuo allenatore
crede nelle tue potenzialità. I tuoi
compagni di allenamento e i soci del
circolo ti reputano un buon giocatore. Con il preparatore atletico hai
lavorato duramente tutto l’inverno
per aumentare la tua reattività. Tutti
loro contano su di te, e a quel punto
inizi a chiederti se sarai all’altezza
delle aspettative...”. Semplicemente
ecco perché le emozioni influenzano
la tua resa in partita. Ed ecco perché
è opportuno imparare ad allenare
l’aspetto mentale fin dalle prime fasi
giovanili.
Che cos’è il progetto ABC
Queste righe raccontano solo alcuni
dei milioni di pensieri che attraversano la mente del giocatore mentre
aspetta di entrare in campo. Tutti
pensieri che, molto probabilmente,
contengono un ingombrante carico emotivo. Il tennis è un perfetto
esempio quando si tratta di capire
come e quanto le emozioni possano
influenzare la possibilità di esprimere il proprio livello di gioco in
campo.
Allenare i giovani tennisti, fin dalle
prime fasi di sviluppo, oltre all’area
tecnica, tattica e fisica, anche negli
aspetti di natura mentale (come i
pensieri, le emozioni e i comportamenti), consente di migliorare sia il
livello di prestazione, che quello relativo al benessere generale.
Lo staff degli psicologi dell’Istituto
di Formazione Roberto Lombardi,
diretto da Michelangelo Dell’Edera e coordinato da chi vi scrive, ha
proposto il progetto ABC delle Emozioni per tutti gli under 12. Ecco
un primo stralcio delle indicazioni
emerse.
condizione, induce a pensare che
sussista una condizione di generale
“ignoranza” e/o confusione in merito a questa tematica: i ragazzi in
difficoltà alla prima domanda del
gioco da cui partiva il progetto, non
avevano mai avuto l’occasione prima di quel momento di considerare
la natura degli stati emotivi che sperimentano ogni giorno.
Emozioni difficili
da scrivere
La tensione domina
Il primo elemento, che merita una
dovuta riflessione, è costituito dalla sostanziale difficoltà dei ragazzi
di fronte alla semplice richiesta di
scrivere alcune emozioni che vivono
quotidianamente nel contesto tennistico competitivo (erano considerati
validi tutti gli stati emotivi sperimentanti sia prima, durante che dopo il match di torneo).
La maggior parte dei ragazzi, faticava a trovare anche solo un unico nome di emozione che fosse coerente
con i numerosi stati emotivi vissuti sistematicamente nei veri tornei.
La lettura interpretativa di questa
21
L’analisi preliminare condotta su un
campione di 30 tennisti (bilanciato
per genere, età e livello di gioco) incontrati durante un raduno tecnico
a Serramazzoni, ha fatto emergere i
primi dati particolarmente informativi: per il 70% circa delle risposte,
volte a indicare la prima emozione connessa al contesto tennistico competitivo, è stata dichiarata
un’emozione connotata negativamente (prevalentemente legate a
una dimensione di tensione, rabbia
o nervosismo). Solo il 30% ha risposto facendo riferimento a uno stato
emotivo piacevole come la gioia o la
serenità.
personal coach
La medesima tendenza è stata riscontrata anche in una fase successiva
dell’intervista, quando veniva esplicitamente richiesto ai ragazzi di selezionare l’emozione che caratterizzasse
maggiormente il proprio vissuto personale nei confronti della competizione tennistica.
Entusiasmo e divertimento
Purtroppo questa propensione sembra
proprio porsi in contrasto con le linee
guida valoriali e formative di lungo
periodo dell’Istituto di Formazione
“Roberto Lombardi”, il quale si è impegnato a perseguire e diffondere una
cultura tennistica basata sull’entusiasmo e sul divertimento, in particolar
modo nei primi anni delle categorie
giovanili.
Tuttavia, è importante ricordare che
gli stati emotivi si manifestano in modo spontaneo e del tutto naturale, pertanto è impensabile fingere che non
esistano o pretendere di eliminarli
nel corso di un match. Al contrario, il
contesto competitivo costituisce l’ambiente elettivo per la manifestazione
di tali stati, che molto spesso si presentano con forti livelli di intensità.
Le emozioni
non si spengono
Iniziamo svelando prima la brutta notizia: non è possibile semplicemente
“accendere o spegnere” le emozioni
tennistiche con un interruttore; quella
buona è che invece è possibile educare
ed imparare ad allenare l’aspetto emotivo nel tennis, con risultati ancora più
efficaci se si inizia fin dalle prime fasi
giovanili.
L’ambito tennistico costituisce solo
uno dei tanti contesti in cui risulta
determinante il contributo della gestione emozionale affinché l’individuo
possa prevedere e spiegare una modifica del comportamento. Essere in
grado di governare gli stati emotivi,
in modo consapevole ad equilibrato,
riveste un ruolo critico nella regolazione dello sviluppo emotivo ottimale
e del miglioramento delle competenze tennistiche, nel consolidamento di
prestazioni di eccellenza e non solo.
In definitiva, educare i propri figli e i
propri allievi a una gestione dell’emozione ottimale risulta fondamentale
già nell’impostazione dei primi allenamenti e tornei: solo in questo modo potranno svilupparsi negli anni e
maturare verso un equilibrio e a una
consapevolezza adeguata.
Il 70% dei giovani tennisti
pensa a emozioni negative
Ecco i dati raccolti su un campione di 30 tennisti durante un raduno del settore tecnico di Serramazzoni. Nella tabella il nome del giocatore è stato sostituito, per evidenti ragioni di privacy,
in un valore numerico da 1 a 30. L’analisi preliminare condotta su tale campione (bilanciato per
genere, età e livello di gioco) riporta che il 70% esprime emozioni connotate negativamente.
Tennista
Prima emozione tennistica spontanea
Emozione tennistica
caratterizzante
1
Tensione
Tensione
2
Felicità
Tensione
3
Paura
Tensione
4
Adrenalina
Timore
5
Paura di sbagliare
Ansia
6
Paura
Soddisfazione
7
Gioia
Tensione
8
Ansia
Ansia
9
Ansia
Ansia
10
Rabbia
Soddisfazione
11
Rimorso
Tranquillità
12
Tensione
Rimorso
13
Ansia
Ansia
14
Gioia
Ansia
15
Rabbia
Nervosismo
16
Gioia
Paura
17
Rabbia
Tensione
18
Nervosismo
Nervosismo
19
Gioia
Agitazione
20
Paura
Nervosismo
21
Preoccupazione
Preoccupazione
22
Felicità
Grinta
23
Paura
Tensione
24
Paura
Tensione
25
Allegria
Serenità
26
Tensione
Ansia
27
Gioia
Tensione
28
Felicità
Tensione
29
Rabbia
Delusione
30
Grinta
Divertimento
Non solo tennisti
Avviare dei percorsi di allenamento, che prevedano un incremento
parallelo di abilità emotive, (non
solo tecniche e strategiche) permetterà all’atleta un forte sostegno, verso una crescita ottimale
non solo tennistica, ma soprattutto
umana. Come diceva il grande allenatore italiano Mario Belardinelli:
“il nostro scopo è formare Grandi
Uomini e Grandi Donne, e se anche
uno solo tra loro diventerà tennista
di alto livello, noi saremo contenti
del nostro lavoro”.
22
racchette e dintorni
Pro Staff 97: la versione
di Roger per la Kvitova
La struttura è quella della RF Autograph, il peso è più abbordabile e sul piatto
al posto del nero lucido c’è un rosso “Ferrari”. è completa ed equilibrata,
si spinge e si controlla. Ottima a rete e nel back. Costa 260 euro
di
Mauro Simoncini
P
urtroppo Sua Maestà Roger
Federer ha salutato il 2016
anzitempo per risolvere i
noti problemi fisici; ma ha
chiuso la stagione col botto preannunciando l’uscita della sua nuovissima e fiammante Wilson, la Pro
Staff 97 Autograph, alla cui veste
grafica ha partecipato direttamente. Elegantissima, tutta nera, opaca
e lucida, un oggetto da collezione.
A parte le caratteristiche tecniche
(soprattutto peso e profilo), l’estetica è identica alla sorelline più
leggere (97LS e 97ULS), pensate per
validi tennisti di club e giovanissimi agonisti.
Invece i modelli intermedi della
linea, quelli comunque “da gara”
anche se più leggeri dei proibitivi
340 grammi della RF Autograph, si
distaccano sul piano estetico, immediatamente riconoscibili per la
parte lucida, in rosso, a ore 3 e ore
9 sul telaio. La Pro Staff 97 nel circuito sarà impugnata da Petra Kvitova; così come la Pro Staff 97S da
Grigor Dimitrov (con schema corde 18x17 e profilo sottile da 19,5
mm). E così solo Roger nel Tour
avrà la racchetta tutta nera.
IL LAB
Lunghezza: 68,6 cm
Peso: 328 g
Ovale: 97
Profilo: 21,5 mm
Bilanciamento: 32,25 cm
Rigidità: 65
Inerzia: 328
Potenza: 56/100
Controllo: 42/100
Maneggevolezza: 68/100
(corde Luxilon Alu Power,
tensione 23 Kg)
In campo
Anche senza l’autografo e il faccino
di Roger il vestito di questa Wilson
è serio, elegante, molto cool. Sinceramente dai primi colpi non sembra assolutamente di manovrare
una racchetta da 315 grammi; e in
generale il telaio risponde più facilmente di quanto uno si aspetti.
Il bilanciamento al cuore “maschera” il peso e rende la racchetta
molto maneggevole, comoda da
23
INCISIONI LASER
La Pro Staff 97 ha un
peso più abbordabile
rispetto a quella
di Federer; la scritta
Pro Staff (qui sotto)
è incisa con il laser,
novità assoluta per una
racchetta da tennis
racchette e dintorni
muovere nell’aria, anche per chi
vuole raggiungere punte di velocità elevate. Il piatto corde risponde
a tutti i tipi di impatto ma da fondo campo sono soprattutto quelli
piatti, o poco coperti in appoggio
sul ritmo dell’avversario, che danno migliore soddisfazione. Feeling
ottimo, pastoso, pieno, soprattutto
se la palla in arrivo non supera certe altezze da arrotino.
La testa della racchetta “gira” benissimo e velocemente; il controllo
è buonissimo un po’ in tutte le situazioni, certo a patto che ci sia un
minimo sindacale di requisiti tecnici. Va detto però che il backspin,
quasi chirurgico per precisione
e incisività, è accessibile anche a
giocatori meno esperti.
Le due facce della Wilson
Pro Staff 97: a differenza
del modello Autograph che sarà
usato da Roger Federer, qui c’è una
forte presenza di rosso “Ferrari”
I tagli “indietro”
I tagli “indietro” sono infatti uno
dei fiori all’occhiello di questa Pro
Staff 97, che esprime le altre punte
di rendimento quando si spinge a
tutto braccio, picchiando la palla
senza troppi fronzoli e rotazioni;
botte piatte dalla riga di fondo o in
avanzamento. Nei pressi della rete
ci si può giovare - come detto all’inizio - del sapiente bilanciamento un po’ vecchio stile, scelto per
questa racchetta: maneggevolezza
sopra la media significa volée perentorie, decise e anche precise.
Sia quando la pallina è più alta e
c’è da chiudere il punto sia quando
l’avversario impensierisce con un
passante più basso nei piedi.
Cattiva anche al servizio
È una racchetta completa anche al
servizio, dove si fanno preferire le
prime piatte o le soluzioni laterali
in slice; per caricare il kick ci vuole un supporto sostanzioso delle
gambe. Si sta sempre parlando di
un attrezzo agonistico, “cattivo” e
performante soprattutto per chi ci
sa fare sul serio (dai Terza Categoria in su); ma accessibile anche
per chi ha un tipo di gioco classico,
piatto e in back, e non ha un livello
di gioco così agonistico, ma vuole
comunque provare ad avvicinarsi
più possibile agli attrezzi dei Pro.
Perché, come disse Jack Kramer cui fu dedicata uno storica linea
di racchetta Autograph proprio da
Wilson - l’ideale è giocare “con la
racchetta più pesante che riuscite
a manovrare con agio”.
PAGELLONE
84/100
Potenza: 8
Controllo: 8
Maneggevolezza: 8
Fondo: 8
Rete: 9
Servizio: 8
Top: 8
Back: 9
Estetica: 9
Comfort: 9
24
la regola del gioco
Tie-break: qualcuno
parte avvantaggiato?
L’ordine dei servizi, i modi dell’alternanza, il conteggio ai fini dei cambi
palla. Ecco perché l’attuale soluzione - chi serve per primo lo fa per un
solo punto - è quella che garantisce maggiore equità ai due avversari
U
n nostro lettore, Alessandro
Binotto, pone una interessante considerazione per
quanto riguarda il gioco del
tie-break. A suo avviso, il giocatore
che inizia a servire nel tie-break appare sfavorito per quanto riguarda
l’ordine dei turni di servizio, sia perché il suo avversario si trova a giocare l’intero gioco precedente al servizio così come anche il primo gioco
del set successivo. Inoltre, nel caso
in cui durante il tie-break entrambi
i giocatori dovessero mantenere i
rispettivi turni di servizio, sempre
l’avversario si troverebbe a usufruire
per primo di un set point.
Chi serve... serve ancora
Il tie-break nasce per attribuire il
set quando i giocatori si trovano
sul punteggio di sei giochi pari:
letteralmente significa “rottura della parità”. I punti al suo interno si
contano secondo una numerazione tradizionale (dall’1 al 7, o oltre
se necessario): vince il tie-break il
giocatore che per primo arriva a 7
punti con almeno due punti di vantaggio sull’avversario.
Il giocatore che nel dodicesimo gioco
del set si trova a servire, sarà colui
che servirà il primo punto del tiebreak; dopodiché i giocatori si alterneranno al servizio ogni due punti
giocati, in modo tale da permettere
ad entrambi di servire un punto dal
lato sinistro e un punto dal lato de-
stro. Ogni sei punti giocati si procederà a cambiare campo.
Perché l’alternanza
In effetti il nostro lettore ha notato
un effetto del tie-break “naturale” ma
interessante. All’interno del tie-break, però non ci sono altre soluzioni
che mantengano una giusta equità di
situazioni. Se i giocatori servissero
alternativamente solamente un punto, avremmo che il primo giocatore
servirà sempre da destra (sui punti
pari) e il secondo giocatore servirà
sempre da sinistra (sui punti dispari); se entrambi servissero due punti
consecutivi, potremmo trovarci nella
situazione in cui mantenendo i servi-
Inviateci via mail le vostre domande
L’articolo di questa pagina risponde al quesito posto via mail dal nostro lettore Alessandro Binotto.
I nostri esperti risolvono i vostri dubbi. Come? Semplicissimo: scriveteci all’indirizzo di posta elettronica [email protected] e spiegateci i vostri dubbi - o le vostre curiosità - di
natura regolamentare. Sottoporremo i vostri messaggi ai nostri esperti del settore arbitrale della Fit
e vi risponderemo sulle pagine di questa rubrica numero per numero.
25
zi, sul 6-4 il giocatore che iniziasse
a servire avrebbe addirittura due set
point. Invece l’attuale ordine consente anche di mantenere la stessa alternanza sui lati di battuta dei servitori in occasione dei cambi di campo
ogni sei punti.
Conta come un game
Il tie-break, per convenzione, conta
come un gioco giocato soprattutto
ai fini del conteggio dei cambi palle,
per consentire che alternativamente
i giocatori servano con palle nuove,
attribuendolo come un gioco in cui
ha servito il primo servitore: ecco
anche perché nel set successivo andrà a servire colui che nel tie-break
ha ricevuto per primo. Sempre al fine
di un equo trattamento dei giocatori,
dobbiamo considerare che se all’inizio del set successivo si seguisse
l’ordine poc’anzi descritto e si andasse anche qui al tie-break, avremmo
che i giocatori godrebbero della stessa condizione a parti invertite.
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