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MENSILE N.10 OTTOBRE 2013 € 3,50 fondazione ente™ dello spettacolo ORCHI E PARADISI Arriva in sala il celebre Malaussène di Daniel Pennac ANTEPRIMA Dalla saga sci-fi di Orson Scott Card al Gioco di Ender TOM HANKS CAPITANO CORAGGIOSO LAGUNA D’ORO I nostri imperdibili, le star che non dimenticherete Poste Italiane SpA - Sped. in Abb. Post. - D.I. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004, n° 46), art. 1, comma 1, DCB Milano Eroico e travolgente nel film di Paul Greengrass. Una storia (vera) e un’interpretazione da Oscar rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo Punti di vista <=>?@A ?A@B ( !CDCaptain Phillips - Attacco in mare aperto Seguici anche su FACEBOOK - # EnteSpettacolo TWITTER F #(! YOUTUBE EnteSpettacolo La giusta Bellezza 8(7!!77</(,7 Ivan Maffeis Mentre scrivo rimbalza la notizia che La grande bellezza è stato !"# # $ % ! &'( " ) *+ -78!!7 Marina Sanna 78G(<7 Gianluca Arnone, Federico Pontiggia, Valerio Sammarco -<!!!( [email protected] !8(7-! Alessandro Palmieri HANNO COLLABORATO / - .-- 88H8 /6 6 .5(55 55 65 5 55 /5 Scrivo, - # Rivista ! . / , 4 # $4#% 5 REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE DI ROMA <B>A?I@J>K (-@I@>B?@LAIL?AAM STAMPA !!=9-@J=AAANA O5P 6 ?A@B MARKETING E ADVERTISING 7D*=9,NM=?A@NK5 !A?=>BN?MABA6Q&A?=>BN?MAB?= -BBI=IN?>M@A =&#FD DISTRIBUTORE ESCLUSIVO 5775 ABBONAMENTI //<57<!7,(!,(O@APBAAA //<57<!7,7!7O@AP@@A -L->AJIA>?M=( 67 PER ABBONARSI F !AKJKI@J?AA PROPRIETA’ ED EDITORE 7(87<!7 Ivan Maffeis 8(7!!7 Antonio Urrata R66(-(!5 -5R<(-G(<779(,R Franco Conta - [email protected] -8(<57<!7.7!7( Marisa Meoni - [email protected] DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE 9.K=AA@KI=!AKJKI@J?AA 6QAKJKI@J??A= F Claudio Maria Celli consegna il Bresson ad Amos Gitai. In alto Toni Servillo ne La grande bellezza “Siate uomini di frontiera # + 6 7 % #$# Nell’affacciarmi% % 879: % % ) & # % % ;% # ;bellezza R( R =( ( 8.-=5 / - , # M @JJA?IA ottobre 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 5 SOMMARIO OTTOBRE 2013 18 Morandini in pillole 10 Glamorous 14 Colpo d’occhio 16 Ender’s Game Orson Scott Card alla fine si è convinto e il suo romanzo sci-fi arriva in sala 30 anni dopo. Con Asa Butterfield, Harrison Ford e Ben Kingsley 30 Eva 18 COVER STORY Captain Phillips FOTO: KAREN DI PAOLA Riccobono LA MOSTRA E’ DONNA 24 Sulla nave con Tom Hanks, alle prese con i pirati somali. Da una storia vera, il ritorno di Paul Greengrass 24 Il Paradiso degli Orchi Sullo schermo il primo capitolo della saga di Pennac su Benjamin Malaussène: anche Emir Kusturica nel cast, ma non come “capro espiatorio” 29 29 LA NOSTRA VENEZIA 30 Profumo di donna 32 Il pagel/Lido 37 Mia Wasikowska 41 Jesse Eisenberg 43 Elena Cotta 46 Bret Easton Ellis 48 Scatti rubati 50 Il potere del doc DANIEL PENNAC 52 Gianfranco Rosi LEONE D’ORO A VENEZIA GENE HACKMAN FOTO: KAREN DI PAOLA 52 Ritratti Gene Hackman, tra i più amati di sempre: ce la farà a restare ancora lontano dal set? 55 Recensioni, anteprime, colpi di fulmine 72 Dvd & Blu-ray La grande bellezza, Il piccolo fuggitivo, Trilogia Cavaliere oscuro 78 Borsa del cinema 16 ASA BUTTERFIELD IN ENDER’S GAME 18 TOM HANKS IN CAPTAIN PHILLIPS 80 Libri 82 Colonne sonore ottobre 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 7 Morandini in pillole di Morando Morandini Fine pen[n]a mai Storia di un bastone Durante l’estate del 2013 sono uscito spesso da casa con un bastone in mano col quale, tra l’altro, schiaccio a distanza meccanismi sui muri. In un recente passato lo usavo perché ne avevo bisogno nel camminare: rimediava ai miei squilibri e ondeggiamenti che oggi sono notevolmente diminuiti. Nel mio attuale ricorso al bastone c’è un po’ di scena, lo confesso. Potrei farne a meno come dimostra il fatto che ogni tanto dimentico di prenderlo senza serie conseguenze. Importanza dei neri Quanti sanno che il frullatore, l’antenna parabolica, il semaforo e la maschera antigas furono inventati da neri e che la prima operazione a cuore aperto e la prima trasfusione di sangue furono praticate da medici neri? La differenza Il brasiliano Helder Camara (1909-1999), arcivescovo di Recife (1964-1985) ha scritto: “Quando do da mangiare a un povero, mi chiamano santo, ma quando domando perché i poveri non hanno cibo, mi chiamano comunista! Letture I giornali sono letti ogni giorno da meno della metà della popolazione italiana: 22 milioni di persone, pari al 42,7%. Nel 2012 il 56% dei ricavi pubblicitari totali (7 miliardi di euro) è data alle televisioni contro il 16% ai giornali quotidiani. Mediaset assorbe circa 2 miliardi di euro (il doppio di tutti gli altri giornali messi insieme) mentre la RAI – che nel 2012 vinse al guerra degli ascolti - riceve soltanto 880 milioni di pubblicità. Dal frullatore remoto al semaforo, Passato “Laudato si’, mi’ Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo il colore dell’inventiva secolo appartenga, ma lo sa benissimo l’attuale papa argenè total black tino. 8 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 VISIONI FORZATE E INDULTI CRITICI Bon ton capitolino? Dare del lei, pardon, dell’Her, alle anteprime mondiali. STOP Something Good, dell’adulterazione criminale del cibo. STOP Domande da festival: meglio il cibo scaduto di Tsai Ming-liang STOP Out of the Furnace. STOP ! . STOP Dopo Sacro GRA a Venezia, Roma risponde con Mestre Mon Amour. STOP "#$%% di fuoco: Roma fa la fame o gioca & STOP Si chiama Gravity, risponde '( ) orme di Carolina Crescentini. Un **+STOP Diana, (/( *STOP Grace di Monaco rimandato in primavera. Ma Nicole Kidman non ha battuto ciglio. STOP !* . Sinonimi: audace, ardito. Contrari: Amelio, Albanese. STOP 4 Colpi di fortuna, Un fantastico via vai, Indovina chi viene 44Nymph() maniac. Proverbio italo-danese: il peccato è nell’occhio di chi guarda. STOP *&;' *< giorno meno, il 10 agosto. ALMOST (IN)FAMOUS: DALLE STALLE ALLE STARLETTE Andy Warhol: “Nel futuro ognuno avrà i suoi 15 minuti di celebrità”. Aveva ragione, il problema è arrivare a 16. #### Repetita iuvant' Rodriguez e Stefano De Martino sposi. ####& (& 'Chi mai potranno #### Privacy: tenere & ;>?@' & 4 dell’esclusiva. #### Asia Argento gira Incompresa ;+H #### Chiare, fresche JQ sconosciuto del lago… Federico Pontiggia DA RICHARD CURTIS, SCENEGGIATORE DI LOVE ACTUALLY NOTTING HILL E QUATTRO MATRIMONI E UN FUNERALE COSA ACCADREBBE SE POTESSI RIVIVERE OGNI MOMENTO DELLA TUA VITA? UNA NUOVA COMMEDIA D’AMORE. CON UN PIZZICO DI VIAGGI NEL TEMPO. CASTING DI MUSICA DI PRESENTA IN ASSOCIAZIONE CON COSTUMI DI /questioneditempo UNA PRODUZIONE MONTAGGIO DI PRODOTTO DA SCENOGRAFIE DI DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA questioneditempo-ilfilm.it SCRITTO E DIRETTO DA PRODUTTORE ASSOCIATO “QUESTIOPRODUTTORI NE DI TEMPO”(ABOUT TIME) ESECUTIVI #questionetempo DA GIOVEDÌ 7 NOVEMBRE AL CINEMA Ultimissime dal pianeta cinema: news e tendenze glamorous Gianluca Arnone , Da fustigatore della società USA a sua punta di diamante. La parabola di Seth MacFarlane, creatore dei #&, si è compiuta. L’irriverente ragazzo si è imborghesito: prima una commedia più zucchero che vetriolo (Ted), poi il tempio del cine-conformismo (è presentatore WXYZ a Beverly Hills, suggello del ; ** quel mondo prima tanto odiato. Palazzo faraonico di 3 piani in Santa Monica Boulevard. Valore: 11 milioni di dollari. Il prezzo di rivista del cinematografo Hollywood. 10 fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 Fede all’Inferno Garrett très Jolie La Universal ha trovato il suo Virgilio: sarà Fede Alvarez a dirigere Dante’s Inferno, versione big screen del videogame ispirato alla Divina Commedia. Alvarez è l’autore dell’ottimo remake de La casa. Garrett Hedlund è Unbroken per Angelina Jolie. Che torna in regia con la storia dell’olimpionico ed eroe di guerra Louis ]* % "' Sono ancora un uomo. Due sfumature di grigio ^"_) ` jJ#&_ ` Z rispettivamente Christian Grey e Anastasia Steele nell’adattamento di Cinquanta sfumature di grigio, % x James. Dietro la macchina da presa, senza frustino, Sam Taylor-Johnson. Ciak Insidious Nemmeno il tempo di vedere il secondo j@ Z% H+ ; % x!Insidious di James Wan (nella & Z! promette: nessun mistero, sarà un successo. Gone Girl Nota per essersi mostrata ignuda nel video di Blurred Lines di Robin Thiche, x>{) |)H _;}*/&~) in Gone Girl, dal bestseller di Gyllian Flynn (in Italia L’amore bugiardoZ ottobre 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 11 glamorousNews Cosa succede in città? Eventi speciali, digitali, on stage e live: tutto quello che non puoi e non devi perdere Il cartellone Sala Metallica Ammutta Muddica La band americana come non l’avete mai vista: Through The Never Aldo, Giovanni e Giacomo portano in sala lo show che ha registrato il tutto esaurito nei teatri, più 30 minuti di sketch inediti. Circuito Nexodigital, 16 ottobre. Il 29 e 30 ottobre la musica metal invade le sale italiane con un evento unico: Metallica 3D – Through The Never, scritto e diretto da Nimród Antal (PredatorsP( una performance live creata star emergente Dane DeHaan (Come Un Tuono, The Amazing Spider-Man 2 & 3) interpreta un giovane roadie. Per Metallica 3D C= ! ( 4 ?N # contemporaneamente. Don Chisciotte Il celebre balletto di Marius Petipa, ispirato al cavaliere di Cervantes, sbarca al Royal Opera House di Londra, coreografato da Carlos Acosta. Sale The Space, 16 ottobre. Eugene Onegin Direttamente dal The Metropolitan Opera di New York, l’Eugene Onegin di Pyotr Ilyich Tchaikovsky, la più intimista del grande compositore russo. Microcinema, 8 ottobre. Ritorno al Futuro II Nuovo raduno per i fan di Ritorno al Futuro, dopo il successo dello scorso anno. Torna al cinema il secondo atto della trilogia, con sorprese e contest vari. 23 ottobre. Vermeer e la musica ; della National Gallery di Londra, raccontandoci tutta la storia di Vermeer e mostrandoci molte altre opere dell’artista. The Space, 10 ottobre. 12 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 Noi, Zagor Anatomia di un fumetto: il doc di Jacopino sull’eroe della Bonelli Miracolo editoriale. E’ Zagor mitico personaggio creato oltre #/ (nella foto) e dal disegnatore Gallieno Ferri. Di tutte le testate / per copie vendute. Ottantamila #( %/- !{4 segreto? Risponde Noi, Zagor documentario scritto e diretto } il 22 e 23 ottobre (Microcinema). una vera anatomia del fumetto. colpo d’occhio Rio de Janeiro, sotto, We Steal Secrets di Alex Gibney FESTIVAL DEL MESE Massimo Monteleone Da Nord a Sud: muto a Pordenone, Eurovisioni e Asiatica a Roma, Efebo ad Agrigento World Wide... Rio! Da Wikileaks a Google, il festival brasiliano è on line: ma la Rete si salva? ~ 5)7 # }5 -?A@N?A@K ( ##& '!7-&/# +4 @I6 @A BIA Fading Gigolo}! a The Butler ,8 Blue Jasmine Salinger5 L D# # # < & We Steal Secrets&The Story of WikiLeaks Q.Google and the World Brain /,TPB AFK: The Pirate Bay Away From Keyboard HThe Network 7Terms and Conditions May Apply - CDDownloadedQ Winter e InRealLife/ H(4 4 ?A~ F.P. FESTIVAL 1 ROBOT 9('/ + 2013 5 EUROVISIONI 9((# # & # O% P computer graphic e musica Località /( Periodo ?=I Tel. B?JJM@NK@@ Web # Mail #F # Resp. ( % 4&'## & + Località ( Periodo @A=@B Tel. OAKPIJKAKBM? Web Mail F Resp. .5 AND CIGARETTES 2CORTI 9(6 ( - ;- ( - ;# '5 +O 5 P &'5 +# ' + # ' + Località ( Periodo I=K Tel. BB>?BN>B?N Web Mail F Resp.<,! GIORNATE DEL 3LE CINEMA MUTO (( # Too Much JohnsonO@JB>P 5D C, Località ( Periodo I=@? Tel. OANB?PJ>ANI> Web Mail # F # Resp. 8 TODAY FILM 4 RELIGION FESTIVAL 9('# + ## # ( 4'9 R +6 & Località ! =/= =<O.P( Periodo @@=?? Tel.OANK@PJ>@>IB Web Mail F com Resp. H 5 8 G 14 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 ASIATICA FILMMEDIALE (9( - 7( % O lungometraggi e P Località ( Periodo @?=?A Tel. OAKPBJB>>B>K Web Mail F Resp.( 6 – FESTIVAL 7 DETOUR INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI VIAGGIO ((# & = # & - 7 9( Località ( Periodo @I=?A Tel.OANJP>>A>BB@ Web # Mail #F # com Resp. 68, FESTIVAL DEL CINEMA LATINO AMERICANO 9((( # 7 , 5 & # O/ 5 P Località ! ( Periodo J=?M Tel. OAN@PIB>?BM@O# 9P Web Mail F Resp.8 8 D’ORO 9 EFEBO 9 ( rapporti tra letteratura e ( % '( . + Località ( Periodo ?@=?K Tel. BB>MBIJIIN Web # Mail #F Resp.-- Il gioco si fa serio 30 anni di corteggiamento per la saga di Orson Scott Card: Ender’s Game buca finalmente lo schermo, con Asa Butterfield e Harrison Ford di Angela Bosetto 16 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 anteprima S Asa Butterfield in Ender’s Game. A sinistra l'attore con Hailee Steinfeld e Harrison Ford. Al centro, Ben Kingsley Mark Ruffalo in Now You See Me. A sinistra Morgan Freeman e Mélanie Laurent ono passati settant’anni dal terribile attacco alieno che ha quasi sterminato l’umanità. All’epoca fu il geniale stratega Mazer Rackham (Ben Kingsley) a fermare l’invasione: oggi il Governo cerca fra i ragazzini di tutto il mondo una mente altrettanto brillante, capace di guidare la flotta spaziale contro il nemico. I tre fratelli Wiggin corrispondono ai parametri di reclutamento, ma Peter (Jimmy Pinchak) è troppo spietato e Valentine (Abigail Breslin) troppo compassionevole. Tocca dunque al terzogenito Andrew, detto Ender (Asa Butterfield), seguire il colonnello Graff (Harrison Ford) nella Scuola di Guerra, la stazione orbitante in cui i giovanissimi cadetti imparano a combattere e a comandare. Spinto continuamente oltre i limiti dal volere degli adulti, Ender riuscirà a farsi degli amici (la coraggiosa Petra/Hailee Steinfeld, il leale Alai/Suraj Partha, il precoce Bean/Aramis Knight), ma conoscerà anche la solitudine, la paura, la cattiveria e soprattutto il proprio lato oscuro. Basato su Il gioco di Ender, primo capitolo dell’omonima saga fantascientifica (cinque romanzi, senza contare i racconti, i prequel e il ciclo parallelo dedicato a Bean), Ender’s Game arriverà nelle nostre sale il 30 ottobre, ponendo fine a un corteggiamento cinematografico durato quasi trent’anni. Tanto ci è voluto perché Orson Scott Card (vincitore, grazie al libro, di due premi cardine per la narrativa sci-fi, l’Hugo e il Nebula) superasse i dubbi sull’infilmabilità del romanzo che aveva pubblicato nel 1985 e lo consegnasse al regista-sceneggiatore Gavin Hood e ai produttori Alex Kurtzman e Roberto Orci. Card ha pure approvato i tagli e i compromessi dell’adattamento, dall’affidare il ruolo del Maggiore Anderson a un’attrice (Viola Davis) all’alzare l’età dei personaggi (incluso Ender, che all’inizio del libro ha solo sei anni). Meglio però chiarire subito un dettaglio: sebbene i protagonisti siano poco più che bambini, la storia della loro trasformazione militare non è assolutamente per l’infanzia, ma è rivolta a un pubblico quanto meno “young adult”. Ender’s Game diverrebbe una pellicola per famiglie solo snaturando il testo originale. A tale proposito, Gavin Hood si è premunito di rassicurare i fan del libro circa la questione relativa al controverso finale: “Con la complessa questione morale che solleva, è uno dei motivi principali per cui ho sempre desiderato portare Il gioco di Ender sullo schermo. Vi prometto che sarà lì nella sua interezza”. È presto per fare ipotesi sull’influenza culturale del film, ma se seguirà l’esempio del romanzo, sarà notevole. A dispetto delle polemiche di cui è stato oggetto (lo scrittore John Kessel l’ha accusato di manipolare la morale dei lettori, giustificando la violenza e il genocidio), Il gioco di Ender è libro di narrativa scolastica negli istituti secondari di USA, Canada e Australia e viene utilizzato nell’Università dei Marines di Quantico come testo di psicologia della leadership. Per essere un “gioco”, è piuttosto serio. % ottobre 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 17 COVER STORY Prigionieri Dallo United 93 alla Maersk Alabama, i sommersi di Paul Greengrass è il più politico ed amaro dei di Gianluca Arnone M ancava solo l’acqua. Unico elemento finora a non trovare spazio nella filmografia di Paul Greengrass, dopo la terra scippata di Sunday Bloody Sunday, i cieli violentati di United 93 e la polveriera mediorientale, letteralmente messa a fuoco in Green Zone. Captain Phillips, con le sue navi alla deriva, le turbolenze oceaniche, il fragore spumoso delle onde e dei fucili a 18 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 mitraglia, chiude il cerchio elementale. Nel cinema di Greengrass non si tratta solo di varianti geografiche, coordinate spaziali, ambienti, ma della materia di cui sono fatti i (suoi) film. La mdp attraversa la chimica del mondo assorbendone il sapore: la fangosità della terra, l’asettico gelo dell’aria, il sabbioso pizzicore del deserto, l’umido salmastro del mare. Non importa localizzare, bensì restituire un punto di riferimento percettivo. Esperienza dell’oceano e i salvati della globalizzazione: Captain Phillips survival-movie dell’anno. Tom Hanks da Oscar sensoriale, trascesa però da uno sguardo telescopico. La legge interna al suo cinema stabilisce sempre una dialettica tra un apprendistato fisico, epidermico, e una conclusione logica, figlia di una coscienza tecnica, razionale. Da una parte abbiamo uomini che vivono gettati nella mischia, rovistano nel fango, masticano sangue, annaspano in mare. Dall’altra tecnocrati e adepti al controllo, depositari del sapere e figure del comando. Terra, aria, fuoco, acqua. E il vortice del potere che mulina e rimescola, così tutto si confonde. Richard Phillips è un capitano senza medaglie, un comandante senza plotone, l’eroe involontario di una guerra che non è la sua. Effetto collaterale della sperequazione, della fame per decreto e della ricchezza per esproprio. E più ancora gli altri, i pirati somali con i loro occhi scavati e i corpi ossuti, venuti fuori da qualche melmoso pozzo di terra per avere anche loro ottobre 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 19 COVER STORY Tom Hanks ostaggio dei pirati somali in una scena di Captain Phillips, nelle sale dal 31 ottobre una fetta di speranza. Pezzi di carne del Capitale Globale. Lui e loro, uomini sbagliati nel posto, al momento, sbagliato. Come i passeggeri dello United 93, persone reali, testimoni che è tutto vero. Eppure è cinema, alla potenza. Greengrass racconta che cosa succede quando due mondi così, due mondi che di norma non dovrebbero incrociarsi, fanno un frontale. Captain Phillips è un tragitto tra l’innesco e lo scoppio, la storia una miccia, lo spettatore seduto sopra una bomba a orologeria. Il procedimento sempre lo stesso: narrazione multipolare, con le diverse linee d’azione – la nave mercantile, la marina americana, l’imbarcazione dei pirati - che convergono verso il centro del dramma. L’azione stessa viene spezzettata, sezionata, frantumata nel montaggio, internamente mossa, braccata dalla macchina a mano. Lo spezzatino è servito, la frenesia è movimento, il gesto disperato di un tempo deperibile. Captain Phillips è già il terzo survival movie che Hollywood recapita in pochi mesi – dopo All is Lost di Chandor e Gravity di Cuaron – e qualcosa vorrà pur dire. Ma è soprattutto un grande film, il raccordo in assonanza dello shock percettivo e informativo di anni sciagurati. L’indice puntato sul caos creato ad arte. Perciò Greengrass non si limita a focalizzare l’attenzione sul “suo” capitano – cui Tom Hanks fornisce un’interpretazione di straordinaria intensità, con un climax da Oscar - ma dà eguale risalto (e dignità) alla controparte somala. Dalla lunga sequenza dell’ingaggio alle brevi ma incisive scene all’interno di imbarcazioni sudice e rattoppate, il film ci introduce all’interno di un mondo 20 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 dove i pirati sono solo uomini, il volto un patire, la violenza una necessità, miseria il nascere. Nulla di nuovo, inedita è la pietà. Ecco quattro scalcagnati triturati in un gioco più grande di loro. Non sono fondamentalisti, non odiano gli yankee, vorrebbero soldi, sbarcare in America con una macchina nuova di zecca (“It’s just business”, dirà il loro leader a Richard Phillips). Resta lo scacco, la consapevolezza che i guasti di questo mondo non sono addebitabili a un gruppo di ragazzini impauriti che scorazzano su una piccola barca in mezzo al mare. Golia è altrove. Scende dal cielo con una corazzata di angeli neri, i Navy Seals venuti a riportare il mondo dov’era, ingiusto com’era. Ecco che questo spettacolo immersivo e pulsante, specchio di un mondo concitato, scomposto, conteso da potenze in lotta per imporre le proprie ragioni, rivela l’inganno. Il gioco è truccato, l’arbitro nascosto nella torre di controllo, alla consolle dei radar, dei grafici, delle linee di comunicazione. Rimonta tutto secondo logica, consolidati assetti, gerarchie. Ecco l’antidoto all’universo anomico delle immagini. Il mondo è % cinema, il demiurgo seduto in cabina di regia. Il film ci introduce all’interno di un mondo dove i pirati sono solo uomini, il volto tutto un patire, la violenza una necessità, miseria il nascere E la nave va... Vecchi lupi di mare, capitani indomiti, ammutinamenti e romantici Love Boat: il fascino del timone non muore mai di Angela Bosetto ottobre 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 21 COVER STORY L a storia reale di un capitano che si offre ai pirati come ostaggio al posto della propria ciurma e lotta per restare vivo sinché non giungeranno a salvarlo: questa in sintesi la trama di Captain Phillips – Attacco in mare aperto, l’ultimo film di Paul Greengrass con protagonista Tom Hanks, nelle nostre sale a partire dal 31 ottobre. Sebbene la pellicola sembri rappresentare un classico esempio del filone narrativo in cui l’eroico comandante è disposto a tutto per salvare i suoi e fare la cosa giusta, in realtà lo rinnova. Ma per capirne il motivo dobbiamo fare un passo indietro. Se è vero che il cinema preferisce tratteggiare i personaggi storici senza mezze misure, questo vale soprattutto per i capitani navali. Quando il loro è un ruolo di primo piano, o sono dei tiranni come William Bligh (interpretato, fra gli altri, da Charles Laughton e Anthony Hopkins), la cui durezza causò l’ammutinamento del Bounty, o sono dei leoni del mare come l’ammiraglio Thomas Cochrane, sulla cui vita si basano le imprese di ben due personaggi letterari: Horatio Hornblower e Jack Aubrey, portati sul grande schermo da Gregory Peck (Le avventure del capitano Hornblower, 1951) e da Russell Crowe (Master and Commander – Sfida ai confini del mare, 2003). Sempre che non vengano trasformati da protagonisti della Storia in piccioncini da “love story”. Basti pensare a Lord Nelson, ricordato dagli Rispetto all’archetipo americano, Richard Phillips scombina le carte: non è un militare e non appartiene al passato spettatori più come l’amante di Lady Hamilton (Il grande ammiraglio, 1941) che come il glorioso vincitore di Trafalgar. Comunque esistono un paio di elementi che accomunano tutti i grandi capitani prima realmente esistiti e poi “scelti” dal cinema: sono inglesi e la loro vicenda si colloca generalmente Robert Redford nel film di J.C. Chandor All is Lost, il bello del naufragio Scenario solitamente poco utilizzato dal cinema occidentale, l’Oceano Indiano quest’anno fa da sfondo a un’altra storia di coraggio che si tramuta in un thriller esistenziale. In All is Lost diretto da J.C. Chandor (accolto con una standing ovation allo scorso Festival di Cannes e atteso nelle sale americane dal 18 ottobre) a combattere per la propria sopravvivenza è il naufrago alla deriva Robert Redford. Il film (soprannominato dalla stampa internazionale “Vita di Pi senza la tigre”) è stato girato in due mesi a Rosarito Beach in Messico presso i Baja Studios, costruiti nel 1997 per le riprese di Titanic e divenuti celebri per le quattro gigantesche piscine artificiali nelle quali sono state realizzate anche le sequenze acquatiche di Master and Commander – Sfida ai confini del mare. A.B. 22 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 fra la fine del Settecento e la prima metà dell’Ottocento, l’epoca in cui la Royal Navy britannica dettava legge sugli oceani. Ai comandanti statunitensi tocca invece accontentarsi di far parte dei film bellici corali ambientati durante la Seconda Guerra Mondiale. E qui arriva a scombinare le carte Richard Phillips, il quale non solo è nativo del Massachussets, ma non è né un militare, né un uomo vissuto nel passato. Era l’8 aprile 2009 quando la sua nave portacontainer (la MV Maersk Alabama) venne assalita al largo delle coste somale. Per la marina americana fu uno shock: negli ultimi duecento anni nessuna loro imbarcazione era mai stata aggredita a scopo di pirateria. L’anno successivo il capitano raccontò la sua terribile avventura nel best-seller A Captain’s Duty: Somali Pirates, Navy SEALs, and Dangerous Days at Sea, subito opzionato da Hollywood. Oggi negli USA la storia di Phillips è così popolare da aver spinto Paul Greengrass a un processo creativo opposto rispetto a quello che utilizza normalmente. “Di solito, prima di iniziare a girare, faccio un ampio lavoro di ricerca personale (un vecchio vizio da giornalista), mentre qui avevo già così tante informazioni che non avrei mai potuto utilizzarle tutte. Così ho dovuto scegliere con chiarezza che linea dare alla pellicola”. Eppure, oltre a raccontare la figura del capitano (“un uomo gentile che ci ha aperto le porte non solo della sua casa, ma anche del suo mondo. So che Tom Hanks è tornato spesso a trovarlo”.), a Greengrass interessava anche sondare il rapporto creatosi fra Phillips e la sua controparte somala: il giovane Abduwali Abdukhadir Muse (l’esordiente Barkhad Abdi). “Sono entrambi dei comandanti e il loro incontro/scontro altro non è che il risultato di questa rapida e incontrollata globalizzazione marittima”. % evergreen IL PARADISO DI Il celeberrimo capro espiatorio di Daniel Pennac arriva nelle sale a novembre: dopo quasi trent’anni e milioni di lettori, eccolo tra gli Orchi di Alessandro De Simone orreva l’anno 1991 e l’Italia viveva in una bolla temporale. C’erano Craxi e Andreotti, Berlusconi era solo presidente del Milan e tutto sembrava sedimentato e tranquillo. Si viveva bene, la guerra del Golfo era un lontano fenomeno televisivo, non sapevamo ancora che Falcone e Borsellino sarebbero saltati in aria pochi mesi dopo e che tutto sarebbe stato spazzato via da Tangentopoli, aprendo una nuova fase della nostra Storia, che ancora si deve chiudere. Erano gli anni in cui in libreria andavano come il pane i tascabili Feltrinelli. Merito di Doris Lessing, Ernesto Che Guevara, Manuel Vazquez Montalban, soprattutto di Stefano Benni, che vendeva migliaia di copie di Terra!, Bar Sport e Comici spaventati guerrieri. In quel 1991, a un certo punto, sbucò sugli scaffali il romanzo di un professore di liceo parigino, tal Daniel Pennac. Si chiamava Il paradiso degli Or- C 24 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 chi, risalente addirittura al 1985. Dopo un primo momento di doveroso sospetto nei confronti dell’invasore transalpino, la storia di Benjamin Malaussène diventò una saga in sei romanzi che racconta le avventure di un uomo che ha votato la sua vita all’essere il capro espiatorio, facendone un mestiere che gli permette di mantenere la sua numerosissima famiglia, composta da fratelli e sorelle molto speciali, e di potersi perdere negli abbracci della sua dolce fidanzata Julie. Malaussene nel corso degli anni è diventato un sostantivo, quasi uno stile di vita, Pennac un paladino dei giovani scrittori e di quei lettori che vogliono andare a testa alta anche senza conoscere Balzac e Maupassant. Soprattutto, per molti Benjamin è stato un compagno di avventure, ha portato sotto braccio chi all’inizio degli anni Novanta aveva vent’anni e tutta la vita davanti, con tanti sogni nel cassetto e la speranza di realizzarli. Malaussène è stato il primo precario quando il posto fisso sembrava ancora possibile, e oggi che un lavoro da Capro ai grandi magazzini sarebbe ambito da migliai di neolaureati e quarantenni senza futuro, chi ha condiviso, e non sui social, le avventure di questo straordinario personaggio, non può fare a meno di pensare quanto sia stato importante nel forma- Inno alla libertà ambientato nell’America puritana degli anni ’50: “Il pericolo oggi è perdere la voglia di combattere” ottobre 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 25 evergreen Il Paradiso degli Orchi. Sotto Pennac, in apertura la Bejo e il “Malaussène” Raphael Personnaz re una generazione di sconfitti di talento. La Crisi vista attraverso gli occhi di Benjamin è quasi un’occasione di riscatto per chi non ha mai avuto l’occasione di dire “ce l’ho fatta”, per dimostrare che mentre il mondo cade a pezzi, c’è sempre qualcuno che può tirarti su il morale accollandosene i mali, come farebbe la dolce Thérese, la mistica sorella Malaussène. Il grande schermo era l’ultimo passaggio importante, dopo averlo visto a teatro per merito di Claudio Bisio, e non poteva essere altrimenti, perché Ben è un cinefilo, categoria di perdenti per eccellenza che conosce meglio di chiunque altro la materia dei sogni. E senza sogni non si va da nessuna parte. Chiedetelo ai Malaussène. E a Walter Mitty. Da Benjamin a Raphael (ed Emir…) Un’esplosione devasta i Grandi Magazzini, gettando Parigi nel panico. Non proprio tutta Parigi, a dire il vero, perché Benjamin Malaussène, capro 26 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 espiatorio professionista in forze all’ufficio reclami dello stesso negozio vittima dell’attentato, deve preoccuparsi di mantenere l’esercito di fratelli e sorelle che la sua avventurosa mamma continua ad alimentare con gioia. Ma Benjamin non è una persona come le altre, e sarà lui a svelare il mistero. Nicolas Bary, regista francese con un solo film all’attivo, si è preso una bella responsabilità portando sullo schermo uno dei personaggi letterari più amati degli ultimi trent’anni, così come Raphael Personnaz, che interpreta Benjamin. Al suo fianco la bellissima Bérénice Bejo, la Julie che tutti vorremmo, e, nei panni di Stojil, il collezionista di premi Emir Kusturica, sempre più a suo agio nelle vesti di attore. Adesso il testimone passa al pubblico, (il film sarà in sala il 14 novembre) e soprattutto ai lettori che hanno vissuto per tanti anni a Belleville in compagnia dei Malaussène: era tanto che aspettavano le ultime notizie dalla famiglia, ma devono essere buone… % DAL 24 OTTOBRE AL CINEMA www.kochmedia.it facebook.com/Oscurepresenze @KochMediaIT darkskies.movieplayer.it scarica l’app di AR-CODE e inquadra la pagina per visualizzare i contenuti extra del film WARNER BROS. PICTURES PRESENTA ISABELLA COCUZZA E ARTURO PAGLIA PRESENTANO Riccardo SCAMARCIO Barbora BOBULOVA Rocco PAPALEO Sarah FELBERBAUM UN FILM DI Rocco /UnaPiccolaImpresa PAPALEO PER VISUALIZZARE I CONTENUTI EXTRA DEL FILM SCARICA L’APP DI AR-CODE E INQUADRA L’IMMAGINE con la partecipazione di Claudia POTENZA GIOVANNI ESPOSITO GIAMPIERO SCHIANO GIULIANA LOJODICE WARNER BROS. PICTURES PRESENTA ISABELLA COCUZZA E ARTURO PAGLIA PRESENTANO UN FILM DI ROCCO PAPALEO UNA PICCOLA IMPRESA MERIDIONALE RICCARDO SCAMARCIO BARBORA BOBULOVA ROCCO PAPALEO SARAH FELBERBAUM CLAUDIA POTENZA GIOVANNI ESPOSITO GIAMPIERO SCHIANO PER LA PRIMA VOLTA SULLO SCHERMO MELA ESPOSITO CON LA PARTECIPAZIONE DI GIULIANA LOJODICE E CON L’AMICHEVOLE PARTECIPAZIONE DI GIORGIO COLANGELI SOGGETTO E SCENEGGIATURA VALTER LUPO ROCCO PAPALEO FOTOGRAFIA FABIO ZAMARION SCENOGRAFIA SONIA PENG ELIO MAIELLO COSTUMI CLAUDIO CORDARO FONICO FRANCESCO LIOTARD MUSICHE DI RITA MARCOTULLI ROCCO PAPALEO EDIZIONI MUSICALI LESS IS MORE PRODUZIONI SRL MONTAGGIO CHRISTIAN LOMBARDI ORGANIZZATORE MASSIMO MONACHINI IN ASSOCIAZIONE CON BNL GRUPPO BNP PARIBAS AI SENSI DELLE NORME DEL TAX CREDIT PRODOTTO DA ISABELLA COCUZZA E ARTURO PAGLIA UNA PRODUZIONE PACO CINEMATOGRAFICA REGIA ROCCO PAPALEO C I N E M AT O G R A F I C A DAL 17 OTTOBRE AL CINEMA ©2013 Warner Bros. Ent. All Rights Reserved Steven Spielberg ha lasciato il segno: i premi Leone per sono stati dati con il cuore di Marina Sanna FOTO: KAREN DI PAOLA foto Pietro Coccia Gianfranco Rosi e scommessa vinta per la 70esima edizione Golden Venice ottobre 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 29 Brad Pitt e altre spettacolari scene di World War Z. In sala dal 27 giugno 30 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo Profumodi ottobre 2013 Mai come quest’anno la Laguna si è tinta di rosa: dalla sorprendente Elena Cotta (Coppa Volpi) all’inedita Scarlett Johansson, tutto il femminile in Mostra di Boris Sollazzo donna A sinistra di spalle la madrina Eva Riccobono, sopra Scarlett Johansson e a destra Judi Dench, in tre scatti di Karen Di Paola. In alto, Sasha Shevchenko a anni, a ogni festival, risorge la solita, giusta, lamentela: non ci sono donne. Né tra le registe selezionate per i concorsi internazionali – a Cannes va bene se sono il 10%, ma spesso si va sotto le due cifre –, né tra le attrici. E neanche le storie sono quasi mai declinate secondo un’ottica femminile. Si invocano quote rosa, si accusa di machismo Hollywood, Cinecittà e tutta Europa, si urla alla discriminazione. A dirla tutta spesso si vorrebbe un ghetto, per placare la nostra ansia di politicamente corretto. Poi, però, arriva Venezia 70. Che, semplicemente, seleziona il meglio che c’è in giro, qui e ora. E, come per magia, diventa difficile dare la coppa Volpi a una sola interprete. Tanto per dire Elena Cotta ha battuto l’avventuriera Mia Wasikowska, la madre coraggio Judi Dench, le vittime di Miss Violence, la cocciuta Emma Dante, la spietata e romantica Anna Mouglalis, un’inedita e discussa Scarlett Johansson, una dolente Dakota Fanning. E fuori concorso, ma sempre nella selezione ufficiale, troviamo una classica e potente Rebecca Hall e ancor di più una straordinaria Alba Rohrwacher Con il fiato sospeso, diretta da Costanza Quatriglio che, soprattutto a livello di linguaggio cinematografico, è la nostra cineasta più “rivoluzionaria”. Per intenderci, se glorifichiamo, giustamente, Sacro Gra, ricordiamo che il confine tra documentario e finzione lei lo cavalca da sempre. E lo schiaffo “politico” più forte di questo festival forse ce l’ha dato Kitty Green, con Ukraina is not a brothel. Con i suoi 28 anni e i lineamenti angelici è entrata nel cuore delle Femen e con feroce lucidità le ha spogliate davvero, mostrandocele fragili, manipolate e vittime del maschilismo che vorrebbero combattere. Roba che il topless marketing di anni si è sciolto come neve al sole. E allora che ci abbiano commosso e coinvolto come in Tracks di John Curran o in Philomena di Stephen Frears – due uomini bravissimi a disegnare donne complesse e ispirate -, o quasi irritato (come nel film di Avranas o in quello della cineasta siciliana), che ci abbiano fatto indignare o innamorare, sono tutte testimoni del fatto che mai come quest’anno Venezia è stata donna. E, non a caso, è stata forse l’edizione più bella dell’ultimo quinquennio. % D ottobre 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 31 Il pagellido Ai film il compito di raccontare un’edizione super, anche per il cinema italiano Hanno collaborato Gianluca Arnone, Silvio Danese, Miriam Mauti, Federico Pontiggia, Angela Prudenzi, Valerio Sammarco 4 Sacro GRA [Leone d’Oro] Stray Dogs [Gran Premio della Giuria] e cose che abbiamo letto sul film di Tsai Ming-liang da Venezia sono sconcertanti. Sperimentalismo di serie B, per la scelta della dilatazione temporale. E invece: la sperimentazione parte da considerazioni artistiche di talento, che cos’è il tempo nel cinema “di parvenza narrativa” dopo L’eclisse, qual è una diversa via interattiva tra i tre sguardi di un film (cineasta/attore/spettatore) fuori dal seviziante luogo comune di interattività, dove lo sguardo del cinema incontra lo spazio dell’arte e il tempo della musica, che cosa significa la lentezza che a oltranza sconfina nel rito di contemplazione (in fondo, questioni che in diversa misura e accento attraversano il cinema da Ozu a Sokurov, da Antonioni a Malick). Stile compiaciuto. Questo è l’equivoco di un occhio che rifiuta e basta, chiamato piuttosto a decentrare lo sguardo, anche quello filosofico, perchè i piani sequenza di Tsai cercano nell’immagine non la vita, L 32 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 a un punto di vista ideologico, non esiste separazione tra documentario e cinema di finzione: la cosa importante è saper distinguere ciò che è vero da ciò che è falso”. Parola di Leone d’Oro: Gianfranco Rosi con Sacro GRA è riuscito ad abbattere una barriera: il suo è il primo documentario ad ottenere il massimo riconoscimento della Mostra, proprio nell’edizione in cui, per la prima volta, erano presenti in concorso due film non di finzione (l’altro era The Unknown Known di Errol Morris). “Ogni situazione – dice ancora il regista di Below Sea Level e El Sicario, Room 164 – chiede di essere filmata in un D 5 4 certo modo, e questa responsabilità esiste tanto nel documentario quanto nel cinema di fiction. Responsabilità di realizzare un lavoro che poi viene consegnato agli altri, agli spettatori”. Che grazie a Sacro GRA – nato da un’idea del paesaggista-urbanista Nicolò Bassetti e sorta di estensione di Tanti futuri possibili (realizzato da Rosi con Renato Nicolini) – possono scorgere frammenti di esistenze altrimenti impossibili da “inquadrare”, inghiottite dalla stasi di una struttura, il Raccordo Anulare di Roma, dove a regnare è solamente il rumore, e la velocità: ognuna di esse portatrice inconsapevole di un’identità forte, da contrapporre all’attuale crisi (d’identità) che investe il nostro paese. Quando l’incontro tra verità di periferia e cinema di periferia fa… centro. V.S. Miss Violence [Leone per la Regia e Coppa Volpi a Themis Panou] cioè un montaggio dei fatti, ma il “vivo”, cosa che può lasciare senza fiato, come nel silenzio attonito e disperato delle tre inquadrature finali. Non c’è una storia. E invece: quattro personaggi, più uno. Un padre che sopravvive come uomosandwich di pubblicità immobiliari, una bambina e un ragazzino che lo aspettano cercando cibo scaduto nei supermercati, ritirandosi tutti a dormire in un angolo di materasso d’un rifugio di lamiera, con qualche sogno e qualche pupazzo. E una donna, che decide di salvare questa famiglia accogliendoli in un appartamento di mura sbrecciate, in un palazzo fatiscente, dove cani randagi, in un quadrilatero di pozzanghere e cemento, ricevono il cibo della sopravvivenza. E la città. Più che negli altri film, la città, né solo maceria, né solo caos, sotto l’acqua incessante, è ormai diventata un confine permanente con la campagna in disfacimento. Il tragico c’è, eccome, sono figure elementari e simboliche. S.D. rombette, torta e cappellini, si festeggia il compleanno dell’11enne Angeliki. Audio e video del greco Alexandros Avranas, Leone d’Argento per la regia con la sua opera seconda, Miss Violence. Violenza familiare, suicidio, pedofilia, incesto e, sul versante femminile, solidarietà solo nella passività colposa, il film brucia, ma a fuoco lento, camera fissa, silenzi e la violenza sorda che ottunde le coscienze, intorpidisce il quotidiano, sballa verità e finzione, traendo linfa da un mostro della porta accanto in Germania. Ad Angeliki la famiglia fa letteralmente la festa, nel senso che lei si butta dal balcone: una marionetta schiantata al suolo in una pozza di sangue, ma chi sarà il master of puppets? La famiglia parla d’incidente e tira avanti come se nulla fosse accaduto. Il segreto di questa inconsulta elaborazione del lutto va ricercato negli stessi componenti: il padre (Themis Panou, Coppa Volpi), la madre (Reni Pittaki), la giovane Eleni (Eleni Roussinou), l’adolescente Myrto, i piccoli Alkmini e Filippos. L’orco comanda a bacchetta, mischia nel sangue le generazioni, perpetua il vulnus e l’offesa, ma la sindrome è di Stoccolma, le responsabilità virali, gli innesti spuri e coatti nell’albero genealogico. Funny Games di famiglia: solo per consanguinei, astenersi sconosciuti... F.P. T ottobre 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 33 Night Moves [Concorso] regon, tre ambientalisti radicali, un destino, una fine. Fanno esplodere una diga, ma le macerie sono esistenziali, eppure senza pathos, senza piagnistei, senza emozione. Dirige l’americana Kelly Reichardt (Meek’s Cutoff) con asciuttezza, laconicità no future, nichilismo in opere e missioni, quelle dei tre della diga: esemplare, in questo, la prova superba di Jesse Eisenberg (nel cast anche Dakota Fanning e Peter Sarsgaard), non per sottrazione, ma per implosione. O 4 5 The Wind Rises [Concorso] ra le maschere ghignanti sopra i tetti della Città incantata, la ferraglia dentata e sbuffante del Castello errante di Howl e le piroette in idrovolante del pilota di Porco rosso sembra irrompere nel cinema di Miyazaki smanioso di sogno e fiaba la realtà: la competizione industriale, la progettazione aeronautica, il terremoto in Giappone del 1922, la guerra cinogiapponese e la Seconda mondiale, la pioggia e gli ombrelli, la neve, il costume locale, un bacio completo in un letto. E una storia vera, dai banchi di scuola ai giorni d’ufficio, formazione, maturità e successo dell’ingegnere che in Giappone rivoluzionò il volo e creò un mitico velivolo, Jiro Horikoshi, ispirato dalle imprese dell’italiano Gianni Caproni. Ma si parte da un sogno, si cade nel T Tutto è tenuto dentro, ma la paranoia muove le mani, lavora sulle estreme conseguenze, in un’opera che non fa concessioni, né all’entertainment né al j’accuse. Uno schiaffo con discrezione, che fa tremendamente pensare e lascia un desiderio alle nostre latitudini: chi farà un film simile sui nostri terroristi, a partire dalle BR? F.P. 34 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 sogno, si finisce nel sogno. Volare e inventare, la sfida di Jiro non si ferma neanche davanti all’amore (struggente, il sacrificio del matrimonio), perché volare e inventare sono l’amore. Jiro è il personaggio chiave di 50 anni spesi nell’immaginazione, la radice del fare cinema di Miyazaki e la crudele coscienza, malinconica certo, di una fine corsa. E’ impressionante come la drammatizzazione del reale fusa nel potenziale illimitato dell’animazione muova la regia, e prima ancora la sceneggiatura, in totale libertà di sintesi, iperboli e digressioni al limite, a volte, della ripetizione o del salto di senso. Non solo nel merito, per lo studio dell’aerodinamica, è un film sul vento che, quando si alza, chiede di provare a vivere (Paul S.D. Valery). 4 Locke [Fuori Concorso] l film di Steven Knight bastano un ottimo script e un attore eccellente per costruire un momento 85’, girati quasi in tempo reale - di cinema totale. La mdp piomba dal cielo su una delle tante carovane umane di passaggio sulla terra. A bordo c’è Ivan Locke, un uomo qualunque in circostanze particolari: ha appena preso una decisione che cambierà per sempre la sua vita. Non possiamo dire di più. La sceneggiatura è costruita per stratificazioni successive. Il tempo s’incurva, l’azione è compressa, si sviluppa tra una telefonata e l’altra, senza mai lasciare lo spazio dell’abitacolo. Tom Hardy è impressionante: massima intensità con il minimo sforzo facciale. Ivan Locke è come Caronte, ma in direzione ostinata e contraria: deve traghettare la sua anima dall’inferno verso cui lo spingerebbe l’inerzia della cose - alla salvezza - a cui anela la sua ansia di redenzione. In questo on the road tra buio e luce - che la fotografia esalta con un sapiente gioco di trasformazioni cromatiche - Locke è solo, l’apnea dialogica, la situazione sfugge continuamente di mano. Un’ora può spazzare via tutta un’esistenza. Un’altra può rimetterla in piedi. Si cita Aspettando Godot, si evoca Taxi Driver, si pensa a Buried. L’azzardo è morale, vincere un dovere, perdere tutto possibile. Che viaggio! G.A. A 4 Ana Arabia [Concorso] a storia non può essere “tagliata”, né la memoria: un unico piano-sequenza di 81’, con cui Amos Gitai (Premio Bresson 2013) segue una giovane reporter incaricata di realizzare un servizio sulla famiglia di una donna, ormai defunta, che da sopravvissuta all’Olocausto si convertì anni dopo all’Islam. Siamo in una bidonville di Jaffa: dall’incontro con i parenti e i vicini della donna, la giornalista scopre le sfumature di un vissuto che è in netta contraddizione con le divisioni e l’odio che caratterizzano quei territori. Un film-manifesto sull’importanza della tradizione orale, e un altro esempio nella filmografia di Gitai di come il cinema possa trasformarsi in “strumento di speranza”: quello che conta è proseguire sulla strada della coesistenza. E del dialogo. V.S. L ottobre 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 35 4 Wolf Creek 2 [Fuori Concorso] l cacciatore di turisti non è pago, e non lo è nemmeno Grag McLean che ne riprende le “gesta”nel sequel del fortunato Wolf Creek. Ispirato agli omicidi di Ivan Milat, questo numero due supera per virtuosismo e tensione il precedente. Punto di forza dell’operazione è ancora una volta l’efficace lavoro sugli elementi atipici del genere, come l’uso degli spazi aperti e la cura dei caratteri. L’assassino è un personaggio a tutto tondo: spietato ma ironico, bifolco però intelligente. Se non passasse il tempo a sventrare gente, sarebbe un buontempone. Sconcertante come i mostri veri, figli di questo mondo. G.A. I 36 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 5 Fish & Cat [Orizzonti, Miglior contributo innovativo] l cinema iraniano alla Kiarostami è al capolinea. La nuova generazione di cineasti evita povertà e bambini per concentrarsi sulla forma. Shahram Mokri ne è un rappresentante eccellente. La sapienza del cineasta navigato, o l’incoscienza del neofita, senza perdere il filo della narrazione costruisce Fish & Cat su un piano sequenza lungo 137 minuti con la vicenda che avanza e retrocede nel tempo. La storia poco più che un pretesto: un gruppo di studenti universitari campeggiati lungo le rive di un lago spariscono forse uccisi da cacciatori assassini. A contare è la compiutezza della messa in scena, il dominio dell’inquadratura, la perfezione dei campi lunghi. E l’uso del digitale finalmente ha un senso. A.P. I FOTO: KAREN DI PAOLA Mia Wasikowska Finito il viaggio dell'ex bambina prodigio: oggi è una star al paese delle meraviglie (Alice in Wonderland) all’outback australiano (Tracks). In mezzo un cammino di maturazione, come donna e come attrice, vertiginoso, tanto da scomodare Mr. Oscar Harvey Weinstein, suo protégée e sponsor presso l’Academy. Mia Wasikowska, signori, è la Streep del futuro. Le accomuna talento, tratti e passione per i viaggi. Se la divina Meryl D rendeva omaggio a Karen Blixen ne La mia Africa, la prodigiosa Mia fa gli onori di casa nella sua Australia, trasformandosi in Robyn Davidson, l’esploratrice che fece l’impresa di attraversare l’entroterra australiano (2.700 km di cammino!) con un cane e quattro cammelli. Per la Wasikowska è solo un’altra tappa sulla strada della consacrazione. Prossima fermata: Madame Bovary. G.A. ottobre 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 37 La moglie del poliziotto [Premio Speciale della Giuria] on la pazienza di un analista di francobolli e l’intuizione di un collezionista di turbamenti, l’autore del sorprendente Il grande silenzio (“caso raro di un film sulla nozione del tempo”, Morandini) scopre una via possibile, fruttuosa, per raccontare un “ordinario” delitto di famiglia e non arenarsi nell’indignazione, come il mainstream americano ha fatto ciclicamente. Con grande dominio del tragico nascosto sotto il tappeto, Groening (nella foto) va al di là del “cinema della minaccia”, a guardare come un male cresce dentro tra i perseguitati e i persecutori che un giorno avevano scelto di amarsi. Di quello che succede nelle case, tra le persone, i bambini e gli adulti, cioè tra le emozioni, la routine, le relazioni, non sappiamo niente, se non ce lo racconta il cinema, o la letteratura, e Groening prende la questione per una via nuova, rispetto a certe fiction cruente. In 59 quadri che si aprono e si chiudono lasciando allo spettatore un ruolo nella composizione, per associazione o accumulo, incontriamo un modello apparentemente “dolce” di disturbo di coppia: ci introduce nella vita monotona del giovane poliziotto, ci racconta della moglie timida, gentile, con cui c’è competizione ed erotismo, rifiuti e tenerezze, una madre morbida e protettiva di una bimba che riceve dal padre sia amore sia insofferenza, dove conta anche andare a dormire e svegliarsi insieme, e insegnare comunque alla bambina a rispettare quella persona che picchia la mamma... Da vedere. S.D. FOTO: KAREN DI PAOLA C 4 38 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 4 Tom à la ferme [Concorso] I l quarto film dell’enfant prodige québécois Xavier Dolan, Tom à la ferme, è il suo migliore: più maturo nella drammaturgia, consapevole nella poetica, empatico nella forma, ingentilita dalle musiche di Gabriel Yared. Dalle pièce di Michel Marc Bouchard, giovane pubblicitario, Tom (Dolan), arriva in una fattoria sperduta nella campagna per un funerale: la madre Agathe (Lise Roy) non sa che il figlio deceduto era il compagno di Tom, e l’altro figlio Francis (Pierre-Yves Cardinal) fa di tutto perché non lo sappia. Thriller ad alto voltaggio esistenziale, mèlo senza nostalgismi, soprattutto, crediamo, un film d’amore, lastricato di ostacoli, violenze e complicità. Il fattore umano, altro che fattoria. F.P. 4 Ruin [Orizzonti, Premio Speciale della Giuria] elodramma fiammeggiante ambientato in Cambogia, diretto e prodotto in associazione con l’intera troupe dagli australiani Michael Cody e Amiel Courtin-Wilson. L’incontro e la fuga di Phirun e Sovanna, anime perse, è documentato passo passo da Phnom Penh fin nel cuore della giungla tropicale. I tempi del regime di Pol Pot sono lontani, non i guasti provocati negli anni da tirannia, torture, uccisioni. L’eredità è pesante, a volte per sopravvivere si deve rispondere alla violenza con la violenza. Ma l’amore vince su tutto. Un meritato Premio speciale della giuria-Orizzonti dal sapore salvifico. A.P. M 5 Medeas [Orizzonti] on c’è inquadratura o raccordo di montaggio, che non riveli una precisa coscienza estetica, che non sia espressione di un mondo poetico. Medeas è integralmente regia: le geometrie del profilmico, la grana della luce, il taglio dell’inquadratura, la disposizione degli attori, nulla è casuale. Di rado abbiamo visto un’attenzione così ossessiva alla messa in scena in un autore tanto giovane. Estetizzante? In un film fatto di pochissimi dialoghi e anche meno di colpi di scena, è semplicemente cinema. Medeas ha una purezza visiva tale da far felici gli occhi. Però ha anche una storia – una tragedia: titolo non mente - e non passa invano nemmeno quella. Pallaoro è un piccolo Bresson italo-americano. G.A. N ottobre 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 39 PER VISUALIZZARE I CONTENUTI EXTRA DEL FILM SCARICA LʼAPP DI AR-CODE E INQUADRA LʼIMMAGINE DAL 17 OTTOBRE AL CINEMA D I S T R I B U Z I O N E Jesse Eisenberg Per l'ambiente si può essere fondamentalisti. Riluttanti n soldato in guerra ha già messo in conto i danni collaterali”. Sottile vena di cinismo nella definizione che Jesse Eisenberg dà di Josh, il suo personaggio nell’eco-thriller firmato da Kelly Reichardt, Night Moves. Schivo, cupo, sociopatico, ambientalista convinto, ideali che lo porteranno a infrangere legge e limiti della morale: “Gli interessa solo la causa, nient’altro. Questo ragazzo è in fondo un enigma anche per se stesso. Non capisce la gravità delle sue azioni. Le proprie posizioni gli bastano. Che è anche un modo per non guardarsi dentro”. Sulla questione ambientale però l’attore non fa sconti: “E’ un problema. Non bisogna “ U vivere nell’Oregon (dove è ambientato il film, ndr) per saperlo. Sono cresciuto a New York, la patria degli sprechi”. Che fare? “Tutto ciò che si può nei limiti della legge”. Premio alla diplomazia, aspettando quello più ambito, l’Oscar. Dopo The Social Network, Eisenberg dà vita a un’altra performance memorabile, difficile: “Interpretare qualcuno che non parla, non agisce, che si tiene tutto dentro, è una faccenda molto complicata. Ma Kelly mi ha fornito la chiave per farlo nel modo giusto. Mi ha detto: recita chiedendoti sempre a cosa sta pensando il personaggio. Ha funzionato. Mi è venuta un’espressione vagamente perplessa, addirittura misteriosa”. G.A. ottobre 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 41 White Shadow [SIC, Leone del Futuro] G li albini in Tanzania sono considerati dei portafurtuna, non per questo rispettati. Anzi, un’orribile credenza vuole che per far fiorire gli affari si debba possedere parti del loro corpo. Si può raccontare una storia così facendo al contempo sfoggio di stile? Per Noaz Deshe, sì. Infatti piroetta con la macchina a mano e inquadra vorticosamente il suo protagonista, l’adolescente Alias. Torna in ballo l’annosa questione sull’etica delle immagini. In barba alla morale il film porta a casa il Leone del Futuro-De Laurentiis. A.P. 3 L’intrepido [Concorso] ianni Amelio racconta che il titolo L’intrepido è stato scelto con ironia. Non c’è niente di avventuroso ed eroico apparentemente, nella vita del protagonista Antonio Pane - che tenta di andare avanti senza un lavoro e con una famiglia spezzata. Eppure, il personaggio - soprattutto grazie ad Antonio Albanese - diventa un inno alla non rassegnazione. Tra il Chaplin di Tempi moderni, citato in una scena centrale del film, e Forrest Gump, L’intrepido ci racconta un uomo che riesce a mantenere la dignità mentre tutto intorno a lui sembra sgretolarsi: il lavoro che non c’è, neanche quello di precario tra i precari che tenta di fare, un figlio con il quale non riesce a parlare, una moglie che lo ha abbandonato. E anche la ragazza che per un attimo sembra illuminargli la vita, se ne va tragicamente. Eppure l’Intrepido di Amelio ha la forza finale di fissare l’obiettivo con uno sguardo che sa guardare oltre. M.M. G 3 42 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 Elena Cotta L'elisir dell'attrice: "Questa Coppa mi ringiovanisce" uta per l’intero film. Elena Cotta ha affidato a sguardi e movimenti la caratterizzazione della sua Samira, coprotagonista silenziosa e “tignosa” di Via Castellana Bandiera, opera prima della regista teatrale Emma Dante. Chiusa per ore dentro un’automobile in una stradina di Palermo, a 40°, l’attrice 82enne ha visto giustamente premiati i suoi sforzi, vincendo la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile: “Un premio così importante alla mia età è terapeutico, ringiovanisce. E poi oltre al ringiovanimento potrebbe portarmi altri ruoli nel cinema, visto che M nell’ultimo anno personalità importanti del cinema hanno avuto un certo interessamento per me”, il commento dell’attrice, di certo la più emozionata tra i premiati di Venezia 70. Ben più di un semplice “interessamento”, invece, quello nutrito per il collega Carlo Alighiero: “Dedico questo premio a mio marito, con cui ho festeggiato pochi mesi fa le nozze di diamante e con il quale ho condiviso una vita di teatro. Ma il teatro è soprattutto parola mentre in questo film ho realizzato un sogno grazie all’aiuto della cinepresa: recitare solo con le espressioni del volto”, ha detto Elena Cotta. Cotta… d’amore. V.S. ottobre 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 43 Joe [Premio Mastroianni per l’attore emergente] na provincia americana cupa nella quale David Gordon Green mette in scena la tragedia di un uomo solitario, antieroe predestinato sin dalle prime battute di Joe. Lui è Nicolas Cage, per una volta libero dal ruolo di principe di blockbuster avventurosi, che qui diventa riferimento - suo malgrado - di un ragazzo maltrattato dalla vita, che tenta di sopravvivere con la sorella, resistendo alle violenze di un padre alcolizzato e violento, che odiamo sempre di più sequenza dopo sequenza. Tratto dal romanzo del 1991 di Larry Brown, Joe U Les Terrasses 3 [Concorso] lgeri. Esterno giorno. Comincia all’alba la giornata raccontata da Merzak Allouache ne Les Terrasses. Su quelle terrazze di Algeri apre degli squarci sulla società algerina di oggi. Cinque storie per altrettanti tetti, in cinque quartieri, dalla Casbah dove Pontecorvo girò la Battaglia di Algeri ai palazzi più moderni. Qui si consumano incontri d’amore e scontri, omicidi, suicidi, vediamo in scena la malavita che uccide e tortura, tutto scandito dalle cinque preghiere che dall’alba alla sera accompagnano il fedele islamico e che per lo spettatore diventano cesure di capitoli e passi verso il precipitare degli eventi. Un film che - nelle dichiarate intenzioni del regista - vuole raccontare la società malata algerina. M.M. A racconta la redenzione e il sacrificio. Fondamentale l’apporto di Tye Sheridan, il giovanissimo attore che avevamo già visto in Mud, accanto a Matthew McConaughey e che con Joe ha vinto il Premio Mastroianni alla Mostra del cinema di Venezia. M.M. 4 Still Life [Orizzonti, Miglior Regia] brutto morire da soli. John May (Eddie Marsan) sembra saperlo. E per questo, impiegato del Comune incaricato di trovare il parente più vicino di ogni defunto, intanto organizza le esequie, poi presenzia (da solo) ai funerali, infine raccoglie in un album le foto di chi non c’è più. “Troppo scrupoloso”, secondo le logiche di un mestiere che dovrebbe essere solamente burocratico: licenziato. Ma John May deve portare a termine l’ultima “pratica”… Arriva da Orizzonti una delle più belle sorprese di Venezia70, firmata da Uberto Pasolini, con un protagonista indelebile e un finale indimenticabile. V.S. E’ 4 44 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 3 Zoran - Il mio nipote scemo [SIC, Premio del Pubblico] ette insieme tanfo d’osteria e corale sacra, misantropia e candore senza rimedio, il 36enne Matteo Oleotto, debuttante con il passo da commediante consumato. Il suo Zoran - Il mio nipote scemo (unico italiano alla SIC, premiato dal pubblico) regala una piacevole sorpresa alla Mostra e un nome su cui investire al cinema italiano. Il film dice grazie anche a Giuseppe Battiston, perfetto in un ruolo tagliato su misura. Lo script non balbetta e nasconde benissimo i fichi secchi del budget. A dimostrazione che per fare centro non servono troppe frecce nell’arco. Ne basta una sola, dritta al cuore. G.A. M ottobre 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 45 ret Easton Ellis, forse, un altro romanzo non lo scriverà più: “Qualcuno lo vuole davvero? Devo rimettermi a tavolino? No, non per ora, almeno”. Al Lido è venuto con The Canyons, “un piccolo noir che ho scritto forgiandolo sulla sensibilità di Paul: parla di persone fredde, distaccate, io l’ho fatto per tanto tempo nei miei romanzi e anche Schrader”. Budget di 150mila dollari, crowdfunding e per lo scrittore di American Psycho e Glamorama la volontà di “condividere una visione del mondo personale. Semplicemente, volevo lavorare con Paul a un film a zero budget da cui sapevo che avrei guadagnato quasi niente”. Ma è soddisfatto del risultato? “E’ riuscito molto meglio di quanto potessi immaginare”. Complice, crediamo, James Deen, il pornodivo prestatosi al cinema tout court per creare il paradosso di The Canyons: è lui la pornostar FOTO: KAREN DI PAOLA B Bret Easton “Un piccolo noir forgiato sulla sensibilità di Schrader, ma i media non l’hanno capito”, accusa lo sceneggiatore di The Canyons 46 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 o Lindsay Lohan? A giudicare dalla recitazione, beh, povera LiLo... Fortissimamente volle Deen, il nostro Bret: “Ho ringiovanito i miei personaggi, perché ero ossessionato dal lavoro di James Deen e lo volevo assolutamente”. Ottima scelta, eppure, alla proiezione stampa le risate non sono mancate: che dice Bret? “Non sempre mi piacciono le reazioni del pubblico, ma sono consapevole che certi argomenti provochino imbarazzo: le persone ridono per superarlo”. Difesa e attacco: “Quando fai qualcosa di diverso dal solito, rischi di essere preso in giro: negli States questo nostro esperimento è stato attaccato e criticato”. La ragione? Lingua tagliente, Bret ce l’ha: “I media non l’hanno capito, non hanno compreso l’idea portante”. Nemmeno noi, almeno, a puntuale domanda siamo stati smentiti: il personaggio di Deen non è forse la crasi del Patrick Bateman di American Psycho e il Richard Gere di American Gigolo? “Sì, cioè, no, questa è un’altra generazione”. Prendere o lasciare, Bret Easton Ellis è questo: “Tante persone che conoscevamo di vista erano morte o scomparse durante quelle settimane”, aveva scritto in Glamorama. Beh, lui non è morto, e ancora lo può dire: “lo ero bellissimo”. F.P. “Ero ossessionato da James Deen: lo volevo assolutamente, e così ho svecchiato i miei personaggi” Ellis Amanda Brooks e Nolan Gerard Funk in The Canyons. Sopra Lindsay Lohan e James Deen ottobre 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 47 Scatti rubati © KAREN DI PAOLA “Il cinema non può cambiare il mondo, ma può crearlo”. Bernardo Bertolucci, The Dreamer Quando l’amore è cieco: George, Out of Sight. Sandra, The Blind Side Cuore selvaggio Nicolas Cage: si è ingobbito a forza di baciare la moglie Grande Raccordo Angolare: Gianfranco Rosi, una vittoria pesante 48 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 Daniel Radcliffe, il mago della risata Tye Sheridan, dolce la vita a Venezia: Premio Marcello Mastroianni Il ruggito del... bulldog: Hardy times al Lido William Friedkin regala il premio ai fotografi Nessun dubbio: Baratta e Barbera condividono gli “obiettivi” della Mostra ottobre 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 49 L’ideologo delle Femen e Donald Rumsfeld: quello che non potevamo sapere IL POTERE DEL DOC COSA ACCOMUNA cinque attiviste di Femen e il loro ideologo con Donald Rumsfeld? La fascinazione della macchina da presa. In un periodo in cui si magnifica, giustamente, il cinema del reale, ecco che due lavori evidenziano la forza dello sguardo di chi è dietro l’obiettivo. Cosa che, inevitabilmente, finisce per condizionare chi è davanti. E viceversa. Così la vita vissuta insieme da Kitty Green, 28 anni, australiana di madre ucraina, con le rappresentanti di Femen, consente alla regista di Ukraine Is Not a Brothel di avvicinare l’ideologo del movimento femminista pop in topless, Victor Svyatskiy che oggi, assicurano le attiviste, è stato allontanato dopo essere diventato milionario. Ma certo quando rivela di aver formato il gruppo solo per stare con le ragazze perché “a un uomo è rimasto solo il sesso”, oppure che lui in effetti è un patriarca in un movimento contro il patriarcato, “un po’ come il borghese Marx contro la borghesia”, allo spettatore si apre un mondo. Lo stesso del bellissimo Donald Rumsfeld in The Unknown Known. Accanto, le Femen a Venezia 50 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 faccia a faccia di Errol Morris in The Unknown Known con Donald Rumsfeld, l’ex Segretario di Stato statunitense, che gioca a fare il personaggio, solo apparentemente di basso profilo. Anch’egli intrattiene una piccola battaglia con il suo intervistatore cercando di stupirlo, deviarlo, confonderlo. Come di fronte a uno specchio. Anche se dietro ci siamo noi. Ma sia Donald che Victor questo lo sanno bene. Ed è per questo che recitano. O no? PEDRO ARMOCIDA RITRATTI di Orio Caldiron La fama con Il braccio violento della legge, la definitiva conferma con La conversazione di Coppola Il gene Hackman 52 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 G Gene Hackman. In alto ne Il braccio violento della legge e La conversazione ene Hackman è mai stato giovane? Sin dalle prime apparizioni è sempre sembrato adulto, forse per i tratti duri del volto, i modi rudi, le maniere spicce. Se è certamente uno dei grandi protagonisti del cinema d’azione, sarebbe sbagliato risolverlo in una tipologia a senso unico, trascurando la sensibilità psicologica con cui costruisce i personaggi. Nato il 30 gennaio 1930 a San Bernardino, California, se ne va di casa a sedici anni per arruolarsi nei marines. Si iscrive alla Pasadena Playhouse School, deciso a diventare attore, un sogno che coltiva sin da bambino quando, appassionato di cinema, era un fan di Errol Flynn. Si trasferisce a New York con l’amico Dustin Hoffman. Mentre Gene muove i primi passi in teatro, Dustin s’insedia in casa sua in attesa del provino decisivo. Si rincontreranno sul set di La giuria (2003) dove duettano alla grande. Si affaccia sullo schermo con Lilith, la dea dell’amore (1964), l’ultimo film di Robert Rossen. Solo una particina accanto a Warren Beatty che lo vorrà con sé anche in Gangster story (1967) di Arthur Penn, esagitata celebrazione delle gesta criminali di Bonnie e Clyde rivestite di un’aura di ribellione politica. Il successo del film gli assicura la sua prima affermazione che gli apre le porte degli studios. Me è a Popeye Doyle di Il braccio violento della legge (1971) di William Friedkin che deve la sua fama consacrata dall’Oscar per il miglior attore. Nell’agente della narcotici che dà la caccia alla gang marsigliese è indimenticabile. Brutale, violento, intollerante, cova la rabbia nevrotica di chi combatte una guerra personale fatta di attese e di inseguimenti. Nella stagione del post-Watergate, è Francis Ford Coppola che gli offre con La conversazione (1974) uno dei ruoli più complessi. Niente di eroico nell’anonimo esperto di intercettazioni dalla calvizie incipiente, vestito con un impermeabile di plastica, ossessionato dal proprio lavoro. Ma quando continua a riascoltare le registrazioni dell’ultimo caso affiora inatteso il senso di responsabilità che fa di lui un uomo vulnerabile. Lo scenario si fa ancora più cupo in Bersaglio di notte (1975) di Penn, in cui il detective privato entra in crisi senza riuscire a chiudere l’indagine. Tradito da tutti, anche dalla moglie, gira a vuoto fino a arrendersi al caos, mentre la società americana ha ormai perduto l’innocenza. Nei decenni successivi conferma la sua versatilità con il focoso ex amante di Gena Rowlands in Un’altra donna (1988) di Woody Allen che dice di lui: “È elettrizzante, ha una marcia in più”. Lo sceriffo sadico e razzista di Gli spietati (1992) di Clint Eastwood gli fa guadagnare l’Oscar per l’attore non protagonista. Nel corso della sua lunga carriera pochi hanno saputo cavalcare come lui le frontiere dei generi in decine e decine di titoli in cui padroneggia con sorniona duttilità una folta galleria di personaggi ambigui, spesso sgradevoli, sospesi tra violenti sfoghi d’ira e trattenute suscettibilità. Siamo sicuri che riuscirà a stare lontano dal set? % Una folta galleria di personaggi ambigui, sospesi tra sfoghi d'ira e trattenute suscettibilità ottobre 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 53 14 NOVEMBRE AL CINEMA www.kochmedia.it facebook.com/ilparadisodegliorchiilfilm @KochMediaIT scarica l’app di AR-CODE e inquadra la pagina per visualizzare i contenuti extra del film I TOP 5 al Cinema ##### OTTIMO #### BUONO ### SUFFICIENTE ## MEDIOCRE # SCARSO 56 La vita di Adele 58 63 Sotto assedio - White House Down 67 Il cacciatore di donne 59 Gloria Via Castellana Bandiera 61 69 Diana Cattivissimo me 2 62 Gravity 67 56 La vita di Adele 58 Via Castellana Bandiera 59 Cani sciolti 59 Gloria 61 Cattivissimo me 2 62 Gravity 63 Sotto assedio – White House Down 64 Una piccola impresa meridionale 67 Il cacciatore di donne 67 Cose nostre - Malavita 69 Preview Don Jon Before Midnight Sole a catinelle Diana – La storia segreta di Lady D Aspirante vedovo Oltre i confini del male – Insidious 2 Cose nostre - Malavita ottobre 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 55 i film del mese Si va a piedi, nudi, per queste immagini, per questi battiti 56 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 LA VITA DI ADELE ##### Il cinema fatto vita di Abdel Kechiche: Palma d’Oro a Cannes, un capolavoro senza eguali Anteprima Regia Abdellatif Kechiche Con Adèle Exarchopoulos, Léa Seidoux Genere Drammatico L ’ attimo fuggente, il tempo che rimane, il passato che non passa, la carnalità che non c’è un domani. Tre ore - tre - di gioia per gli occhi, piacere sensuale, natura senza naturalismo, verità senza verismo, vita catturata, senza allitterazioni, senza letteratura, senza arte a priori. La vita non è un film, questo film è la vita: un paradosso, ma solo per chi – vi rifarete, dovete – non l’ha visto. Il film è eccezionale, il palmares di Cannes 65 ha confermato: Palma d’Oro per tre, perché sono tutti e tre eccelsi, perché sono tutti e tre uno, inscindibile, unico, film. La vie d’Adèle (La vita di Adele), ovvero Adèle Exarchopoulos e Léa Seidoux, le due attrici, e il loro empatico condottiero, Abdel Kechiche. Non l’artevita, bensì, il cinema fatto vita. No, non il contrario: alla vita fatta cinema siamo già abituati, qui è la camera, il meccanismo, che non solo riprende la vita, ma si fa una nuova vita. Come? Scomparendo, togliendosi di mezzo, rimanendo attaccato ad Adele e Lea, Adele ed Emma, senza farsi più vedere: la macchina da presa è la presa sul reale, la presa di vita, punto e stop. Via la macchina. Si va a piedi, nudi, per queste immagini, per questi battiti. Siamo a Lille, le compagne di scuola incalzano, la 15enne Adèle (Exarchopoulos) prova a farsi il ragazzo, che è pure carino e sensibile, ma non va. Non può andare. Adèle vuole altro, Adèle non vuole dirsi le bugie, vuole dire se stessa: le basta incrociare lo sguardo per strada, e trovare un flash blu. I capelli blu di Emma (Seidoux), sopra gli occhi blu di Emma, sulla testa d’artista di Emma. Emma è arte, Adèle naiveté, entrambe umane, umanissime. Si trovano, Adèle cresce, insegna a scuola e impara a vivere: una passione totalizzante, lei e Emma sono ovunque, sono sopra tutto. Sono amore fatto carne, e viceversa. Fanno sesso, esplicito come Kechiche inquadra, esplicitamente amoroso come vita vorrebbe: incontro di amorosi sensi, sensi fatti amore. Senza tempo: sì, un domani non c’è. Purtroppo, non c’è davvero: Emma ha amici intellettuali e un’amica speciale, Adèle non regge: l’inferiorità tradisce, Adèle tradisce, perdendosi, perdendo Emma. Eppure (la graphic novel che ha ispirato) Il blu è un colore caldo, e Kechiche ha un cinema bollente: oltre l’educazione sentimentale e il Bildungsroman, oltre la Vie de Marianne di Marivaux, oltre il dissidio sartriano tra essenza ed esistenza, questa succulenta, illetterata, umida e umanissima tranche de vie era destinata alla Palma, soprattutto, è destinata a rimanere. Le vite passano, questa rimarrà. E non solo al cinema: sentirsene parte, sentire la propria vita parte di quel che vediamo, e viceversa, non è la solita, talvolta stolida, immedesimazione. Ma condivisione: siamo vivi, ergo, questa vita è per noi. Anzi, di noi. FEDERICO PONTIGGIA ottobre 2013 % rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 57 i film del mese VIA CASTELLANA BANDIERA ##### Il “duello” della Dante per un esordio da applausi In sala Regia Emma Dante Con Emma Dante, Elena Cotta Genere Drammatico UN DUELLO RUSTICANO combattuto al volante. In un budello nella degradata periferia di Palermo due vetture si ritrovano di fronte; per un assurdo puntiglio, nessuna delle due guidatrici intende retrocedere e far passare l’altra auto. Entrambe restano bloccate per ore nella canicola di una giornata estiva, fino ad una drammatica conclusione. Per il suo esordio nel cinema, Emma Dante ha scelto una storia paradossale, ma niente affatto irreale, realizzando un film privo di movimenti fisici, ma denso di contenuti, annotazioni, metafore. Via Castellana Bandiera può davvero essere letto come il paradigma dei nostri giorni, dove gli scontri esplodono per i motivi più futili e banali; dove 58 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 l’arroganza conta più della ragione; dove la rabbia e la frustrazione spingono a comportamenti assurdi, come accade appunto alle due protagoniste del film: l’anziana Samira, una moderna schiava, e l’accigliata e spaventata Rosa. A sottolineare l’assurdità del confronto è una geniale scelta di regia, che in principio può essere confusa con un errore: la strada, dove Samira e Rosa si affrontano, progressivamente si allarga e alla fine ci sarebbe spazio perché le due auto procedano ognuna nella propria direzione, senza ostacolarsi, ma, ancora una volta, restano inchiodate una di fronte all’altra. Via Castellana Bandiera è un film tutt’altro che teatrale, come la trama e soprattutto le origini dell’autrice potrebbero far pensare. E’ invece un’opera iconograficamente suggestiva, come testimonia la sequenza iniziale nel cimitero ed Emma Dante dimostra di possedere un naturale talento cinematografico per la capacità di raccontare un universo con pochi segnali. Basta una battuta sui numeri civici di via Castellana Bandiera per denunciare l’assenza dello stato; è sufficiente l’episodio dell’improvvisa esplosione di violenza che coinvolge gli spettatori del duello fra Samira e Rosa, narrata in maniera implacabile ed insieme assolutamente naturale, per illustrare una situazione esistenziale di povertà e degrado. Il cinema italiano ha trovato una nuova, vera autrice. FRANCO MONTINI % Storia suggestiva che racconta un universo con pochi segnali i film del mese CANI SCIOLTI ##### Dall’Islanda con furore: un ipertrofico “buddy movie” GUARDANDO gli action di Baltasar Kormàkur viene da pensare proprio all’Islanda, suo paese natale: l’esplosione improvvisa di un geyser in una placida landa sconfinata. Regista dalla filmografia schizofrenica, Kormàkur ha trovato in Mark due infiltrati alla reciproca insaputa diventati prima amici e poi alleati per sconfiggere il Male che si annida in ognuno di noi, nel vero senso della parola. Un buddy movie che vede al fianco di Wahlberg un Denzel Washington gigione quanto basta che Kormàkur dirige con mano sicura e dinamica, senza raggiungere inutili eccessi cinetici e cinematici e scandendo i tempi comici di questi novelli Butch & Sundance, attesi al varco da un gruppo di eccezionali comprimari, da Edward James Olmos a Bill Paxton, fino alla conturbante Paula Patton. Tanti colpi di scena e divertimento assicurato, e neanche troppo vacuo. D’altronde, almeno al cinema la Vecchia Europa può farsi beffe del Nuovo Mondo. % Wahlberg il suo mentore americano e dopo Contraband lo dirige in un nuovo action thriller condito da una ricca dose di umorismo nero e sapido sarcasmo nei confronti della complessa giustizia, si fa per dire, americana. Cani sciolti è la storia di ALESSANDRO DE SIMONE Alternando sequenze drammatiche a momenti più ironici, Lelio realizza una pellicola leggermente studiata a tavolino, che ha nella caratterizzazione di Gloria il suo pregio migliore. Il regista costruisce un personaggio credibile, in grado di trasmettere tutto il disagio di ritrovarsi soli nel mondo di oggi: il merito va anche all’ottima Paulina García, straordinaria scoperta, che si è meritata l’Orso d’argento come miglior attrice del concorso berlinese. Meno convincenti gli interpreti di contorno, incapaci di tenere testa all’intensa protagonista. Anteprima Regia Baltasar Kormàkur Con Mark Wahlberg, Denzel Washington Genere Azione GLORIA ##### Il toccante ritratto di una donna sola. Magnifica Paulina García In uscita Regia Sebastián Lelio Con Paulina García, Sergio Hernández Genere Drammatico PICCOLA ma significativa sorpresa dell’ultimo Festival di Berlino, Gloria di Sebastián Lelio (qui al suo quarto lungometraggio) è un film che conferma il buon momento che sta attraversando il (nuovo) cinema cileno. La Gloria del titolo è una donna di 58 anni, divorziata e con due figli già adulti e indipendenti. Per combattere la solitudine, riempie le sue giornate di svariate attività e di notte va alla ricerca di amori fugaci, frequentando feste per single della sua età: una sera incontra Rodolfo, uomo fresco di separazione dalla moglie, per il quale inizia molto presto a provare un sentimento profondo. % ANDREA CHIMENTO ottobre 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 59 S N G C I S I N D A C AT O N A Z I O N A L E G I O R N A L I S T I C I N E M AT O G R A F I C I I TA L I A N I i film del mese CATTIVISSIMO ME 2 ##### Illumination Studios non sbaglia: il sequel è superiore al primo episodio In uscita Regia Pierre Coffin, Chris Renaud Genere Animazione GRU E’ DIVENTATO BUONO, ma il mondo è pieno di cattivoni, per questo esiste un’apposita agenzia segreta che si prende la briga di renderli inoffensivi. Da loro reclutato, il malvagio criminale che rubò la luna è oggi un amorevole padre single di tre splendide bambine e alla ricerca di un pericoloso siero trafugato, nonché dell’altra metà della mela. Dopo l’inaspettato e meritatissimo successo del primo episodio, il team degli Illumination Studios fa nuovamente centro con un sequel ancora più divertente e strutturato rispetto al primo film. La coppia di registi formata da Pierre Coffin e Chris Renaud (squadra che vince non si cambia) porta sullo schermo una storia in cui i generi si fondono magnificamente, mantenendo un’intelaiatura centrale da classica commedia romantica che dà al film un’atmosfera gradevolmente nostalgica e cinefila. Niente di strano per un’opera d’animazione moderna, ma che strizza l’occhio al passato e a un cinema da riscoprire, quello di Doris Day e delle pruriginose pellicole che tanta fortuna ebbero tra gli anni Cinquanta e Sessanta e in cui si cimentarono registi di livello altissimo come Howard Hawks, Frank Tashlin o Norman Jewison. La mia spia di mezzanotte è l’origine, James Bond la naturale evoluzione, il tutto condito con un umorismo slapstick sempre efficace con alcune surreali divagazioni al limite del subliminale, ovviamente affidate al genio dei Minions, entità cinematografiche equiparabili a un esercito di Monty Python e di cui è atteso nel corso del prossimo anno il film a loro dedicato. Come in ogni spy movie che si rispetti, non mancano gustosi gadget e un villain degno di questo nome, El Macho, depositario dell’usuale piano per conquistare o distruggere il mondo, a seconda delle esigenze. Cattivissimo me 2 è un film per grandi e piccini, come si diceva una volta, equilibrio non facile da trovare, e di cui ci si bea anche nel doppiaggio italiano, grazie alle ottime performance di Max Giusti, Neri Marcoré e Arisa. % ALESSANDRO DE SIMONE Animazione moderna e gradevolmente nostalgica ottobre 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 61 i film del mese COLPO DI FULMINE GRAVITY ##### Cuarón ci regala un’esperienza di visione totalmente immersiva. Bullock in stato di grazia In sala Regia Alfonso Cuarón Con Sandra Bullock, George Clooney Genere Fantascienza S “ ette anni di silenzio (da I figli degli uomini, 2006) e poi un colpo il colpo! - che Alfonso Cuarón batte con il martello leggero della tecnica. Gravity bussa alle porte di 62 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 Hollywood, è il film dello sdoganamento. Passare, poi incassare: l’Oscar? Siamo di fronte a uno degli sci-fi più audaci degli ultimi anni. Non si ricorda un’esperienza di visione così immersiva, capace di abbattere la barriera dello schermo e di trascinarci “fisicamente” nell’azione. Sandra Bullock e George Clooney, astronauti in balìa del vuoto cosmico. Una pioggia di detriti ha distrutto la stazione spaziale ed è naufragio anche per noi. Fluttuiamo via, verso il nulla siderale, cercando una corda, un pezzo di lamiera, qualunque cosa che ci tenga aggrappati alla terra. Visione in apnea, amplificata dall’assordante rintocco dei respiri. Visione in soggettiva, faccia a faccia con le fauci dell’universo, nere e pronte ad inghiottirci. Visione orfana, senza le coordinate dello spazio e del tempo. Gravity impone allo spettatore di slacciare le cinture e abbandonare l’asse cartesiano del dominio prospettico. Lo sballotta da una parte all’altra, vertigine di un movimento che non è più dettato dalle traiettorie dell’occhio, ma impresso da forze esterne e ineffabili. Cuarón realizza un impressionante tour-de- In sala SOTTO ASSEDIO WHITE HOUSE DOWN ##### L’attacco al potere di Roland Emmerich? Un mezzo fallimento force stilistico e lo firma con lacrime e sangue (le goccioline che vanno a spiaccicarsi sull’obiettivo). Trova fertile collaborazione nella fotografia di Emmanuel Lubezki, capace di dare un nitore mai visto a immagini in stereoscopia, di sezionare con la pura forza della luce un’odissea in presa diretta (solo 156 le inquadrature utilizzate per il film). Il tempo si dilata, lo spazio paradossalmente si comprime. Poco kubrickiano Gravity lo è nella storia: nessuna metafisica, ma una narrazione più classica, un apologo sulla rinascita (innumerevoli i rimandi visivi al tema del parto) con la Bullock in stato di grazia. Quasi un lusso per un film che non avrebbe bisogno nemmeno di personaggi. Questo cinema è esperienza, non racconto. GIANLUCA ARNONE % L’ATTACCO AL POTERE secondo Roland Emmerich: dopo averci raccontato l’arrivo degli alieni (Independence Day, 1996) e l’Apocalisse sotto varie forme (da The Day After Tomorrow a 2012), il regista più fracassone di Hollywood punta alla Casa Bianca. Sotto assedio-White House Down vede il palazzo presidenziale preso d’assalto da un gruppo armato paramilitare: mentre i servizi segreti sono nel caos, la parte dell’eroe toccherà a John Cale (Channing Tatum), agente della polizia di Washington che, casualmente, si trova nell’edificio insieme alla figlia. Simile nella trama al recente Olympus Has Fallen di Antoine Fuqua (anche in quel caso un solo uomo si trova a fronteggiare un attacco terroristico alla Casa Bianca), Sotto assedioWhite House Down ne condivide perfino i difetti. Decisamente sotto ritmo nella prima parte, il film fatica a carburare, risultando sempre più didascalico e scontato con il passare dei minuti. Non basta nemmeno l’alto budget (150 milioni di dollari) a rendere spettacolare una pellicola che riesce a intrattenere soltanto in rare e sporadiche sequenze. In un cast di grandi nomi (da Tatum a James Woods, passando per Jamie Foxx nella parte del presidente degli Stati Uniti), il migliore è Jason Clarke pienamente a suo agio nei panni del villain di turno. % ANDREA CHIMENTO Regia Roland Emmerich Con Channing Tatum, Jamie Foxx ottobre 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 63 i film del mese UNA PICCOLA IMPRESA MERIDIONALE ##### Meno compiutezza per Papaleo, ma la solita piacevole anarchia In uscita Regia Rocco Papaleo Con Rocco Papaleo, Riccardo Scamarcio Genere Commedia BRUTTA STORIA per un prete amare le donne, ma ancora peggio tornare a una vita normale, lontano dalla canonica e in seno alla famiglia, con mamma manesca, sorella fuggita e cognato cornuto che accompagnano la dipartita dal club del clergyman. Meglio, allora, andare volontariamente al confino, in un vecchio faro in riva al mare. Ma il desiderio di solitudine e introspezione dell’ex pretino viene presto frustrato dal naturale comporsi di una strana comune che cambierà, stavolta davvero, la sua vita. Dopo Basilicata Coast to Coast, raro esempio di “sleeper” italiano, Rocco Papaleo si cimenta nella sua seconda opera dietro, e anche davanti, la 64 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 macchina da presa. Un altro film corale, con una nuova armata “Papaleone” dagli altisonanti nomi, da Riccardo Scamarcio a Barbora Bobulova, e ambizioni giustamente più elevate rispetto al fortunato esordio. Purtroppo gli alti obiettivi tarpano le ali a un film dal plot intrigante, ma faticoso, ripetitivo, e che osa meno di quanto avrebbe potuto. Un peccato, perché l’insieme è intrigante e l’ambientazione pugliese in Sardegna (potenza delle Film Commission) riempie da sola gli occhi e il cuore. Sarebbe bastato un pizzico di gioiosa anarchia in più, quella che pervade la pellicola nei suoi momenti migliori, grazie alla poesia di Giovanni Esposito, ristrutturatore circense, e ai duetti Papaleo – Scamarcio, quest’ultimo forse nella sua migliore interpretazione. Una piccola impresa meridionale vorrebbe essere un ottimista manifesto dell’Italia che ha ancora voglia di sognare ed essere migliore, e in buona parte ci riesce, nonostante un paio di ingenuità che vanno ben oltre l’ottimismo a tutti i costi. Purtroppo non riesce a essere un’opera cinematograficamente compiuta, a cui avrebbero giovato dei tempi più sincopati, davvero jazz come avrebbe voluto Papaleo senza tenere il ritmo, e una sceneggiatura più asciutta. Ma sono pecche su cui si riesce anche a passar sopra, perché alla fine del film ci si sente bene, e talvolta basta questo. ALESSANDRO DE SIMONE % Scamarcio alla sua prova migliore, in un’opera che rinfranca Designed by Arch. Andrea Viviani Accomodatevi e g o d e te v i lo spettacolo Made in Italy THE COMFORT SHOW w w w. c i n e a r r e d o i t a l i a . c o m 27. SETTIMANA INTERNAZIONALE DELLA CRITICA BIBI FILM E RAI CINEMA PRESENTANO LA CITTÀ IDEALE UN FILM DI LUIGI LO CASCIO IN VENDITA IN DVD E BLU-RAY DAL 10 OTTOBRE i film del mese IL CACCIATORE DI DONNE ##### Dalla cronaca nera, un thriller teso per Nicolas Cage SARA’ PER IL SUO naturale isolamento, ma quelle poche volte che Hollywood si trasferisce in Alaska il risultato ha sempre un particolare fascino, soprattutto per il contrasto tra gli spazi sconfinati e incontaminati e una civiltà altra, diversa, a cui la ha proprio nel suo titolo originale racchiusa l’atmosfera narrativa, fredda come il modus operandi di Robert Hansen, uno dei troppi uomini che odiano le donne, a cui dà la caccia un investigatore che da troppo tempo trattiene colpa e dolore. Opera prima del neozelandese Scott Walker, Il cacciatore di donne si appoggia a tutti gli elementi più classici del genere, svolgendo bene il compito e sfruttando al meglio il talento di John Cusack, qui nei panni dell’assassino psicopatico, e di Nicolas Cage, attore che sembra finalmente ritrovarsi dopo troppi ruoli alimentari (anzi, fiscali). Chissà che alle soglie dei cinquanta non ci riservi qualche sorpresa, come già dimostrato a Venezia nell’apprezzato Joe. % celluloide a stelle e strisce ci ha abituati. È senz’altro questo il punto forte di Il cacciatore di donne, storia vera della cattura di uno dei molti spietati assassini seriali di cui la storia americana è costellata. Thriller dalla struttura classica, The Frozen Ground ALESSANDRO DE SIMONE rughe è ancora più gatta: gioia per gli occhi, papà Bob e mamma Michelle, che complice lo zampino del produttore esecutivo Martin Scorsese si (ri)scoprono bravi ragazzi da action – dark comedy, trasferendosi in una cittadina francese con i due figli mafiosi in erba sotto l’ombrello del Programma Protezione Testimoni dell’FBI. Nel cast anche il federale Tommy Lee Jones e la pargola fatale Dianna Agron, Cose nostre trae ispirazione dal romanzo Malavita di Tonino Benacquista, ma tra le righe sovverte l’enciclopedia di genere mafia-movie: per darvi un’idea, è come farcire il classico film gangster americano con Tarantino e Jeunet. Da crepare, sì, ma dal ridere. In sala Regia Scott Walker Con Nicolas Cage, John Cusack Genere Thriller COSE NOSTRE MALAVITA ##### La mafia li rifà belli: Besson, De Niro e Pfeiffer da morire (dal ridere) In uscita Regia Luc Besson Con Robert De Niro, Michelle Pfeiffer Genere Drammatico A VOLTE RITORNANO, e ritornano da dio: Luc Besson, Robert De Niro e Michelle Pfeiffer. Soprattutto i primi due, a dire il vero, non se n’erano mai andati, anche se avrebbero fatto bene: Besson intrappolato tra i Minimei, gli enigmi del faraone e gli altri sulla sua carriera in caduta libera, De Niro che dopo lo stanco gigioneggiare di troppi Meet the Parents ha ritrovato il lato positivo solo l’anno scorso. Qui gira per la prima volta una scena insieme alla Pfeiffer (già incontrata in Stardust e Capodanno a New York), che con le % FEDERICO PONTIGGIA ottobre 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 67 NUOVA EDIZIONE 2014 CON ALLEGATO CD ROM ❥ Diffuso capillarmente nell’ambiente dello Spettacolo ❥ Migliaia di nomi che contano nel “Chi è del Cinema e della TV” ❥ Le Ditte del Cinema, della TV, della Comunicazione ❥ Tutte le e-mail ed i siti ❥ Gli Statuti, le leggi e gli accordi di co-produzione ❥ I film italiani dal 1930 ❥ I premiati del Cinema Italiano: Oscar, Venezia, Medaglie d’Oro Una vita per il Cinema, David di Donatello, Nastri d’Argento ❥ Le sale e le multisale italiane www.annuariodelcinema.it Editore: Centro Studi di Cultura, Promozione e Diffusione del Cinema Corso Francia, 211 • 00191 Roma Tel. 06 3296519 • Fax 06 3296339 [email protected] Pubblicità: A.P.S. Advertising 63ª edizione Via Tor de Schiavi, 355 • 00171 Roma Tel. + 39 06 89015166 • Fax + 39 06 89015167 [email protected] • www.apsadvertising.it i film del mese preview a cura di Manuela Pinetti DON JON BEFORE MIDNIGHT SOLE A CATINELLE L’ESORDIO come regista (e sceneggiatore) di Joseph GordonLevitt è piacevolmente brillante e intelligente. Jon Martello ama la sua routine: palestra, famiglia, amici, lavoro, chiesa e porno. Alla prima relazione seria con una ragazza, la passione per i film (porno per lui, romantici per lei) diventa un terzo incomodo. Oppure, per colpa delle aspettative irrealistiche fornite dai media, è la vita vera ad essere troppo noiosa? % DAL PICCOLO e indipendente Prima dell’alba di quasi vent’anni fa è nata una trilogia, che si conclude soltanto oggi, a dieci anni dal secondo capitolo. Al centro ci sono sempre Jesse e Celine, coppia nata in una magica notte parigina e che ora ritroviamo quarantenni in Grecia, con figli a carico e problemi di ménage. Ma il romanticismo è sempre lì, soltanto in una forma diversa. Possiamo ancora sospirare e sperare. LA RICCHEZZA (economica) e la povertà (di spirito) secondo Checco Zalone, nel viaggio di un padre e di un figlio nell’Italia del lusso e dell’ormai notorio mondo cafonal. Ben due anni di scrittura e tre mesi di riprese - tra Portofino, Venezia e altre amene località del Belpaese – per un film che nelle intenzioni punta dritto al terzo consecutivo plebiscito di spettatori. Tra risate, riflessioni e qualche graffio. % Regia Joseph Gordon-Levitt Con J. Gordon-Levitt, S. Johansson % Regia Richard Linklater Con Ethan Hawke, Julie Delpy Regia Gennaro Nunziante Con Checco Zalone, Aurore Erguy DIANA - LA STORIA ASPIRANTE VEDOVO OLTRE I CONFINI DEL SEGRETA DI LADY D MALE - INSIDIOUS 2 LADY D. non smette di suscitare attenzione sulla sua vita, terminata tragicamente in un tunnel parigino nell’estate del ’97. Il film si concentra sugli ultimi anni della principessa del Galles, sulle sue vicende sentimentali – dopo il divorzio dal principe Carlo – e, naturalmente, sul controverso rapporto con i media, oscillando tra la commedia romantica e il dramma. Tratto dalla biografia di Kate Snell Diana: Her Last Love. % Regia Oliver Hirschbiegel Con Naomi Watts, Naveen Andrews L’OCCASIONE torna a far l’uomo vedovo, anzi, ad aspirante tale. A poco più di cinquant’anni dalla leggendaria commedia – grottesca, intelligente, divertente – di Dino Risi e aggiornata nei modi, nei tempi e nel titolo, è sempre attuale la storia del marito pelandrone e della sua ricca moglie in carriera (nell’originale, il duo Alberto Sordi/Franca Valeri), ancora formidabile paradigma di italici vizi e virtù. % Regia Massimo Venier Con Fabio De Luigi, Luciana Littizzetto LA FAMIGLIA LAMBERT non ha ancora chiuso il proprio conto con il male, come lasciava intuire il finale del film capostipite. Ed è proprio da lì che la storia riprende, cercando di ricostruire le origini di una persecuzione spettrale che sembra affondare le proprie radici in un segreto di famiglia. Come un filo che non sembra interrompersi di padre in figlio, e che sembra molto difficile estirpare. % Regia James Wan Con Patrick Wilson, Rose Byrne ottobre 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 69 Dvd /// Blu-ray /// SerieTv /// Borsa del cinema /// Libri /// Colonne sonore TELECOMANDO A cura di Valerio Sammarco Dvd & Blu-ray La grande bellezza e Il piccolo fuggitivo Borsa del cinema Spettatori, incassi e... social network Libri Spartacus secondo Kirk Douglas Colonne sonore Cattivissimo me 2 suona bene The Dark Knight Trilogy In alta definizione la Ultimate Collector’s Edition del Cavaliere oscuro TELECOMANDO /// Dvd & Blu-ray ///-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- La grande bellezza Anche in Blu-ray l’ultimo Sorrentino. Più box con tutti i suoi film 72 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ E’ disponibile dal 23 ottobre, in Blu-ray e DVD 2 Dischi, La grande bellezza di Paolo Sorrentino. Occasione ghiotta per recuperare l’ottimo film del regista napoletano - candidato italiano agli Oscar - e/o approfondirne la visione grazie al Backstage presente negli extra, strumento utilissimo per scoprire ulteriori segreti sulla lavorazione e sulla stessa città di Roma, vera co-protagonista insieme ai vari Toni Servillo, Sabrina Ferilli e Carlo Verdone. Da collezione, poi, il cofanetto DVD in edizione limitata che raccoglie tutti i sei film di Sorrentino, da L’uomo in più a La grande bellezza, passando per Le conseguenze dell’amore, L’amico di famiglia, Il Divo e This Must Be the Place. Imperdibile per gli amanti del cinema di Sorrentino, con numerosi contenuti speciali per ognuno dei titoli presenti. DISTR. WARNER HOME VIDEO Laclasse deiclassici a cura di Bruno Fornara Radiazioni BX, distruzione uomo Lasciamo da parte il fantasioso titolo italiano e prendiamo quello originale, The Incredible Shrinking Man, cioè l’incredibile uomo che rimpicciolisce. Questo è il film: un uomo che diventa piccolo, ancora più piccolo, sempre più piccolo. Il film viene dal romanzo di Richard Matheson (che firma anche lo script), The Shrinking Man, che in Italia è conosciuto come Tre millimetri al giorno. Poi tocca a un regista come Jack Arnold, autore di grandi film di serie B, inventarsi scene oggetti tavoli sedie un ago le forbici una trappola per topi..., tutto in scala gigantesca così da far sembrare minuscolo il protagonista Robert, che è un uomo tranquillo con moglie, casetta e motoscafo. In una gita sull’Oceano, viene investito da una nebbia che lascia tanti brillantini sul suo corpo, che inizia a restringersi. Film formidabile: l’assalto del gatto, il ragno, la scalata per il pezzo di formaggio. E un finale leopardiano (!) dentro un universo sconosciuto e affascinante. Uno dei grandi classici della fantascienza. Regia Jack Arnold Con Grant Williams, Randy Stuart Genere Fantascienza (Usa, 1957) Distr. A & R Production ottobre 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 73 TELECOMANDO /// Dvd & Blu-ray ///-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- L’uomo d’acciaio Dal 23 ottobre in Blu-Ray, Blu-Ray 3D e DVD la rilettura radicale di Superman targata Zack Snyder (regista) e Christopher Nolan (produttore). Oltre al film, che non ha mancato di generare discussioni tra gli amanti del supereroe più longevo, la possibilità di esplorare più approfonditamente la genesi del film e del personaggio, interpretato da Henry Cavill: negli extra “Strong Characters, Legendary Roles”, poi i segreti della tecnologia di Krypton, le armi e le navi spaziali (“Planet Krypton”) e “All-Out Action”, l’azione di un supereroe portata a livelli spettacolari di realismo. Oltre un’ora di contenuti speciali per volare insieme a L’uomo d’acciaio. DISTR. WARNER HOME VIDEO Il piccolo fuggitivo E’ disponibile in DVD doppio disco – nella versione theatrical e nella versione integrale, con nuovo master HD restaurato - il capolavoro di Morris Engel, Ruth Orkin e Ray Ashley, vincitore nel 1953 del Leone d’Argento alla Mostra di Venezia e precursore del cinema indipendente americano, nonché opera ispiratrice per cineasti come Martin Scorsese e François Truffaut. La “piccola” avventura di Joey (Richie Andrusco) che, credendo di aver ucciso il fratello maggiore, scappa di casa e va a Coney Island, dove in mezzo alla folla passerà un giorno e una notte, tra avventura e sogno, il luna park, e la spiaggia. Da recuperare. I Croods DISTR. RHV 74 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 E ’ stato uno dei film d’animazione più apprezzati della scorsa stagione (oltre ad aver incassato più di 580 milioni di dollari in tutto il mondo): ora I Croods arriva in DigitalHD (dal 3 ottobre) e in Blu-ray 3D Deluxe Edition, Blu-ray e DVD dal 17 ottobre. Scritto e diretto da Chris Sanders e Kirk DeMicco, il film segue le vicende di una famiglia di primitivi, per la prima volta chiamati ad “uscire allo scoperto” dopo che la loro caverna viene distrutta da un terremoto. Oltre all’avventura e al divertimento del film, numerosissimi contenuti speciali: un viaggio alla scoperta delle creature che popolano I Croods, la possibilità di disegnare Laccio, Papparnivoro e Fantopo, il Diario di Belt, 5 scene tagliate con il commento dei due registi, il mondo DreamWorks Animation, con video musicali e molto altro ancora. DISTR. 20TH CENTURY FOX H.E. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Tutto Batman La trilogia del Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan La nave dolce World War Z E’ già disponibile in DVD il film di Daniele Vicari premiato con il Pasinetti lo scorso anno a Venezia, in un’edizione arricchita da un contenuto di approfondimento importante quale l’intervista al professor Franco Cassano, che offre una lettura in chiave sociologica di quello che è stato il più grande sbarco di massa nella storia del nostro Paese. Quello dell’8 agosto 1991, quando una nave albanese (la Vlora), carica di 20mila persone, arriva nel porto di Bari. Accompagnato dalle musiche di Teho Teardo e dalle testimonianze dei molti che, quel giorno, speravano in un futuro migliore, il film di Vicari è un documento prezioso e straordinariamente attuale. Arriva il 16 ottobre in Blu-ray 3D, Bluray e DVD il nuovo film di Marc Forster con Brad Pitt chiamato ad arginare una misteriosa epidemia che ha colpito la popolazione mondiale. Tra gli esclusivi contenuti speciali, moltissimi approfondimenti: “Origins” (i produttori parlano della collaborazione con Brad Pitt, interprete e produttore del film), “Looking to Science” (il comportamento degli zombie e la loro figura in letteratura e cinema), “Outbreak” (backstage della scena dell’attacco a Philadelphia), “The Journey Begins” (la fuga in Corea del Sud), “Behind the Wall” (la scena ambientata a Gerusalemme), “Camouflage” (il confronto finale con gli zombie). DISTR. CG HOMEVIDEO/MUSTANG The Dark Knight Trilogy: Ultimate Collector’s Edition: ovvero Batman Begins, Il cavaliere oscuro e Il cavaliere oscuro – Il ritorno di Christopher Nolan raccolti in un prestigioso cofanetto Bluray sei dischi. Oltre ai tre film, i contenuti speciali originali, due nuove featurette e nuovi esclusivi memorabilia, tra cui 5 stampe originali incorniciabili dei nemici del Cavaliere Oscuro, riproduzioni della Tumbler, della Bat-Pod e del Bat, un grande libro fotografico della Trilogia (48 pagg.) e una lettera del regista Nolan. Tra i nuovi extra, invece, “Il fuoco divampa: la creazione e il mito della trilogia del Cavaliere oscuro” (sequenze inedite, interviste esclusive), “Le sequenze inedite integrali IMAX del Cavaliere oscuro e del Cavaliere oscuro – Il ritorno” e “Christopher Nolan e Richard Donner: l’incontro”. DISTR. WARNER HOME VIDEO DISTR. UNIVERSAL PICTURES H.E. VIDEOGAME MA SEMBRA UN FILM BEYOND: DUE ANIME In bilico tra il nostro mondo e quello ultraterreno. Per PS3 Beyond: Due Anime è la nuova avventura di Quantic Dream, famosa per Heavy Rain e la sua commistione perfetta tra narrazione cinematografica e videogioco in senso classico. La trama segue le vicende di una ragazza di nome Jodie Holmes, dotata del potere di entrare in contatto con un’entità che vive tra il nostro mondo e quello ultraterreno. Il gioco è realizzato con una tecnologia in grado di dare a volti ed animazioni un elevato realismo. La protagonista è stata modellata sulle fattezze dell’attrice Ellen Page, il co-protagonista è Willem Dafoe, con risultati strabilianti dal punto di vista del realismo e della somiglianza. Le musiche di Hans Zimmer. La narrazione ed il coinvolgimento emotivo giocano un ruolo fondamentale, per un’esperienza unica nel suo genere e disponibile su PlayStation 3 a partire dal 9 ottobre. Per saperne di più visitate www.multiplayer.it Confessions Un delitto atroce. Un piano diabolico. Una vendetta spietata. Anche in Blu-ray l’acclamato thriller di Tetsuya Nakashima, arrivato in Italia (e ora anche in homevideo) grazie al Far East Film Festival. In qualche modo presente anche negli extra di questa edizione, con il contributo “Una lunga, instancabile vendetta”: intervista a Mark Schilling, critico cinematografico e consulente del festival di Udine che, ormai da anni, offre ben più di una semplice vetrina al cinema proveniente da Oriente. Che in questo caso affida ad un’insegnante decisa a vendicare la morte della figlioletta le chiavi di un incredibile, e glaciale, revengemovie. ANTONIO FUCITO DISTR. CG HOMEVIDEO/FAR EAST FILM ottobre 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 75 TELECOMANDO /// Serie Tv /// The Walking Dead [stagione 4] [CANALE 111 DI SKY] Dal 14 ottobre in esclusiva per l’Italia, in onda ogni lunedì alle 22:45 A Quasi in contemporanea con gli Stati Uniti (un giorno dopo), riparte su Fox l’atteso The Walking Dead: quarta stagione al via il 14 ottobre, con programmazione ogni lunedì alle 22.45. Avevamo lasciato Rick (Andrew Lincoln) e il suo gruppo di sopravvissuti ancora barricati nella prigione, pronti a dare asilo agli “esuli” di Woodbury, la cit- filminorbita 76 tadella gestita dal temibile governatore (David Morrissey). Che naturalmente tornerà, anche se a quanto sembra nella seconda parte della stagione, divisa in due blocchi con due finali distinti. Dalle indicazioni fornite dal produttore esecutivo della serie, Greg Nicotero, sembrerebbe inoltre che mai come stavolta ci sarà più attinenza con gli albi della graphic novel di Robert Kirkman, da cui il serial è tratto. Staremo a vedere, quel che è certo è che – come da copione – i conflitti tra il gruppo storico e i nuovi arrivati non saranno pochi e che oltre agli zombie (ancora più famelici), Rick dovrà incominciare a gestire diversamente anche suo figlio Carl (Chandler Riggs), ormai pericolosamente violento... a cura di Federico Pontiggia Halloween Night Donne nel Nobel 666 Park Avenue Studio Universal Diva Premium Action La paura fa 31 ottobre. I tre Scream di Wes Craven e i primi tre Scary Movie per urlare – e ridere – d’horror. A 180 anni dalla nascita di Alfred Nobel, il 21/10 spazio alle donne da Premio, da Diana a Wangari Maathai. Si può amministrare un condominio che ha stretto un patto con il Diavolo? Dal 21/10, risponde la serie di David Wilcox. rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 I PRIMI 5 ANNI GIÀ DISPONIBILI Se hai avuto la fortuna di nascere in questo indimenticabile decennio, scopri cosa è successo nel tuo anno 11 prodotti, ciascuno dei quali contiene un DVD ed un CD. Nel DVD, 30 minuti di video raccolgono le immagini spesso inedite del celebre archivio storico dell’Istituto Luce, raccontando in una sequenza di “amarcord” i fatti più significativi della storia italiana e del mondo, per ciascuno degli anni che vanno dal 1960 al 1970. Nel CD, analogamente, 10 canzoni scelte tra fra le più gettonate di ogni anno, ci fanno ricordare o scoprire le atmosfere musicali dell’epoca attraverso le memorabili hit che li hanno connotati. Frammenti di storia di un’Italia che cresceva vertiginosamente in un periodo di profondi ed esaltanti cambiamenti epocali, determinati da grandi uomini come J.F.Kennedy, Papa Giovanni, Enrico Mattei, Martin Luther King, o da artisti come i Beatles, Federico Fellini, Vittorio De Sica e tantissimi altri protagonisti di quegli anni. Un documento straordinario e dai toni garbati su “come eravamo” quando tutto sembrava più facile, ma anche su “come saremmo diventati”. D + GLII ALTRI ALTR ANNI IIN NU USCITA SCIT DAL 21 NOVEMBRE www.archivioluce.com www.01distribution.it TELECOMANDO /// Borsa del cinema ///--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- QUESTIONE DI NUMERI Aumenta il pubblico, cala la frequenza: ecco l’indagine “Sala e salotto” relativa al 2012 di Franco Montini C resce il pubblico, diminuiscono le presenze. L’affermazione, quasi un ossimoro, può sembrare paradossale, ma corrisponde a quanto si rileva dall’indagine “Sala e salotto”, promossa da Anica Univideo e presentata durante la Mostra del Cinema di Venezia. L’indagine, realizzata da Ergo Research, si è svolta attraverso 3000 interviste selezionate fra un campione rappresentativo della popolazione italiana over 15 ed ha messo in evidenza il fatto che le persone 78 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 che, almeno una volta, si sono recate al cinema nel 2012 sono state 28 milioni: un milione in più rispetto al 2010. Il dato rappresenta un’autentica sorpresa perché mentre i biglietti staccati nel 2010 nel nostro paese avevano sfiorato i 110 milioni, lo scorso anno il totale delle presenze ha di poco superato i 91 milioni. Questo significa che nell’arco di due anni è diminuita in maniera considerevole la frequenza con cui si va al cinema. La media pro capite degli spettatori è scesa da 4,5 biglietti a 3,6. Altro elemento interessante emerso dalla ricerca è la constatazione che il consumo di film in sala si concentra su una fascia ristretta di individui: il 19% degli spettatori ha acquistato il 69% del totale dei biglietti venduti nel 2012. Ma chi sono questi spettatori appassionati che frequentano la sala in maniera così assidua? Verrebbe da rispondere subito: i giovani. Ma forse anche in questo caso potrebbero emergere delle sorprese. Una ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Surfing recente ricerca del CNC, il Centro Nazionale della Cinematografia francese, ha rivelato che, a partire del 2011, la fascia di spettatori over 50 ha superato quella degli spettatori under 25. I primi corrispondono al 33,6% del pubblico francese, i secondi rappresentano il 31,3%. Dieci anni fa un’analoga ricerca francese aveva fornito dati molto diversi: gli spettatori giovani rappresentavano il 43,9% del pubblico del cinema, gli over 50 solo il 18,2%. Insomma almeno in Francia, dove si staccano 200 milioni di biglietti ogni anno, il pubblico adulto continua ad andare al cinema, mentre il consumo di film presso le fasce giovanili si sta evidentemente spostando su altri mezzi, la rete in particolare. Sarebbe interessante promuovere un’indagine di questo tipo anche da noi, l’impressione, tuttavia, è che il fenomeno sia globale e qualcosa di analogo stia accadendo anche in Italia. Questo significherebbe che lo sviluppo di un mercato eccessivamente concentrato sui multiplex, strutture poco frequentate da un pubblico adulto, potrebbe essere tutt’altro che una scelta vincente. Non a caso, tornando all’indagine italiana “Sala e salotto”, emerge che ben 23 milioni di italiani over 15 lo scorso anno non sono mai entrati in un cinema, limitandosi a consumare film in televisione e che le principali ragioni della mancanza di frequentazione del grande schermo sono indicate, oltre che dal costo del biglietto, un refrain inevitabile soprattutto in periodo di recessione economica, nella eccessiva distanza dalle sale cinematografiche. Ne deriva che, più che costruire grandi cattedrali irraggiungibili, se non in auto e impegnando discrete quantità di tempo, sarebbe auspicabile riportare i cinema sotto casa. Lo scorso anno, 23 milioni di italiani over 15 non sono mai entrati in un cinema Marco Spagnoli I cinguettii delle star Divismo prêt-à-porter. E la gaffe, su Facebook e Twitter, è dietro l’angolo... N ella Hollywood degli anni d’oro, gli attori, le attrici e – qualche volta – anche i registi incontravano la stampa sotto il rigido controllo degli Studios e dei loro capi ufficio stampa. Su tutti vanno ricordati i due famosi ‘fixers’ o ‘aggiustatutto’ Eddie Mannix e Howard Strickling che per la MGM di Louis B Mayer, la Major che aveva ‘più stelle che in cielo’ curarono l’immagine e coprirono i misfatti di decine di star dell’epoca, determinandone, in compenso, il successo e la fortuna anche molto dopo la loro scomparsa. Oggi, perfino questi due “maghi” della comunicazione, ossessionati dall’immagine e dal “controllo” avrebbero, forse, qualche difficoltà ad ‘aggiustare’ i danni fatti dalle star alle proprie carriere. Su Facebook, ma soprattutto sull’ancor più immediato Twitter i talenti si autocelebrano, si mostrano, dando informazioni e incorrendo in gaffe, spesso clamorose, alludendo ad avventure galanti, ma soprattutto ‘esibendosi’ in tutti i sensi. Per la prima volta nella storia di oltre un secolo di cinema, il pubblico può ‘seguire’ i propri beniamini, apparentemente, senza il filtro di un publicist che sappia guidare la carriera del suo assistito. E se @SpikeLee parla quasi più di basket e dei suoi adorati New York Knicks, star seguite soprattutto dai giovanissimi come @lindsaylohan o Ashton Kutcher (@aplusk) hanno spesso postato riflessioni o foto giudicate inappropriate per i loro contenuti. Anche perché la forza di questi mezzi di comunicazione è dirompente e la portata è senza precedenti: basti pensare che l’account Twitter del Corriere della Sera (@corriereit), il più diffuso quotidiano italiano, è seguito da circa 360.000 lettori, mentre quelli della Lohan, di Kutcher e di Selena Gomez toccano rispettivamente i 7, i 14 e i 16 milioni di seguaci in tutto il mondo, tanto è vero che la loro capacità di raggiungere il pubblico è ormai tale da prescindere dai mezzi di comunicazione tradizionali. L’immediatezza, però, non sempre è una buona cosa e un errore su Twitter può costare decisamente caro. Come nel caso di Alison Pill (The Newsroom, To Rome with Love) che anziché inviare la sua foto in topless per il fidanzato, l’ha postata per errore a migliaia di followers. Chissà cosa avrebbero detto Stricking e Mannix, pensando che i loro clienti sono tutti a pochi clic dal rovinare le loro carriere e distruggere anni di lavoro? Alison Pill, nota per la serie tv The Newsroom e To Rome With Love di Allen ottobre 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 79 TELECOMANDO /// Libri ///------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Senza catene L’era Titanus Francesco Di Chiara Generi e industria cinematografica in Italia. Il caso Titanus (19491964) Kirk Douglas racconta Spartacus. L’Italia che fu e quell’Alien di Ridley Scott L’avventura del cinema italiano è inscindibile da quella della Titanus, la compagnia fondata all’inizio del Novecento da Gustavo Lombardo e poi gestita da suo figlio Goffredo, che ha finanziato i film di Visconti, Matarazzo, Lattuada, De Santis, Comencini, Risi, Loy, Fellini, Olmi e Petri. Diviso in due parti (la prima dedicata alle modalità produttive, la seconda ai vari generi affrontati) il volume racconta la storia della Titanus, concentrandosi sul suo periodo d’oro: dal 1949 (anno in cui sbancò i botteghini con Catene) al 1964, quando i costi esorbitanti de Il Gattopardo e l’insuccesso di Sodoma e Gomorra persuasero Lombardo a chiudere il ramo produttivo per dedicarsi esclusivamente alla distribuzione. (Lindau, Pagg. 288, € 26,00). ANGELA BOSETTO La rivoluzione di Spartaco Kirk Douglas Io sono Spartaco! Come girammo un film e cancellammo la lista nera All’epoca in cui Hollywood viveva nel terrore della minaccia comunista e persone come Dalton Trumbo pagavano le proprie idee con il carcere, ci fu chi osò sfidare (e rovesciare) le regole grazie alla realizzazione di un 80 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 kolossal sul primo grande rivoluzionario della storia: Spartacus (1960). A raccontare la vicenda è lo stesso protagonista Kirk Douglas, anima, mente e cuore della pellicola. Magari il libro non sarà il massimo dell’obiettività (Douglas ne esce in maniera eroica, il regista Stanley Kubrick molto meno), ma è una lettura talmente appassionante che stupisce non l’abbiano già opzionato per farne uno di quei film sul grande cinema del passato tanto di moda oggi. Prefazione di un ammirato George Clooney. (Il Saggiatore, Pagg. 224, € 16,50). ANGELA BOSETTO Dai Duellanti a Prometheus Andrea Fontana (a cura di) L’ossessione visiva. Il cinema di Ridley Scott Se c’è un regista che non necessita di una presentazione questi è probabilmente Ridley Scott, inglese classe 1937, capace di realizzare capolavori indiscussi come I duellanti, Blade Runner, Alien, Thelma & Louise e Il gla- diatore. Scott è uno dei registi più celebrati e tuttavia la sua carriera è costellata di alti e bassi, di ovazioni della critica e flop al botteghino, e viceversa. Il libro curato da Andrea Fontana ne ripercorre la carriera attraverso gli interventi di critici, ognuno dei quali si occupa di un film offrendone la propria analisi. Lettura gradevole, eterogenea per la quantità dei saggi che offrono chiavi interpretative nuove ed interessanti per chi conosce il cinema di Ridley Scott e per chi lo avvicina per la prima volta. (Historica, Pagg. 222, € 18.00). SANTE GIANNOCCARO --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Gattopardo Se le immagini muoiono Kirk Douglas in Spartacus Il film come spazio del pensiero per sopravvivere al bombardamento visivo mentale, il libro ricostruisce un mosaico di storie vere e leggende metropolitane, miserie e nobiltà, vezzi d’autore e trucchi artigianali, eventi ignoti innalzati e miti decostruiti, vette di creatività artistica e astuti espedienti commerciali, luci e ombre. A qualcuno sembrerà un’eresia riassumere oltre un secolo di spettacolo così, “eppure”, come scrive l’autore, “sono questi chiaroscuri a regalare al cinema italiano gran parte del suo fascino e a stimolare una cinefilia ascientifica, onnivora, acritica”. (Laterza, Pagg. 140, € 14,00). di Michelangelo Iuliano ANGELA BOSETTO Telefoni bianchi? David Bruni Commedia degli anni Trenta Come eravamo... Splendor Steve Della Casa Splendor. Storia (inconsueta) del cinema italiano In risposta ai serissimi manuali che analizzano passo per passo la storia del nostro cinema, ecco arrivare un testo inconsueto, che però non ambisce all’esaustività. Nel suo essere volutamente non lineare e nostalgicamente senti- Complice la fortuna sotto il Fascismo e il successivo avvento del Neorealismo, la commedia italiana degli anni Trenta è stata liquidata dai manuali come una fase frivola e inoffensiva del nostro cinema, tutta amore, equivoci, battibecchi, lussi fasulli, auto rombanti e canzoncine orecchiabili. Partendo da Gli uomini, che mascalzoni… (1932) per arrivare a Teresa Venerdì (1941), attraverso pellicole oggi semi-dimenticate come La telefonista (1932), Tempo massimo (1934), Mille lire al mese (1938) e Grandi magazzini (1939), Bruni offre invece una riscoperta del genere (attenta piuttosto ai vari pregi dell’epoca) nella quale spiega anche perché è inesatto chiamarlo “cinema dei telefoni bianchi”. (Il Castoro, Pagg. 168, € 15,50). ANGELA BOSETTO Frammenti di Histoire du cinéma di Jean-Luc Godard La sopravvivenza delle immagini nel cinema. Archivio, montaggio, intermedialità L’avvento di internet e delle tecnologie digitali pone nuovi e a volte inquietanti interrogativi sul futuro dell’immagine, e della nostra concezione di essa. Nell’enorme capacità di catalogazione dei nuovi strumenti tecnologici e nell’infinita possibilità di accesso agli archivi digitali, in ogni luogo e in ogni momento, non è forse implicito il “rischio di una deriva dell’immaginazione e di una morte delle immagini”? È partendo da questa premessa che Francesco Zucconi articola il suo saggio, individuando nel cinema l’oggetto esemplare di studio per affrontare criticamente la logica della riproduzione delle immagini e per riflettere sul loro utilizzo oggi. Nel far ciò si accompagna a illustri maestri: non solo lo storico dell’arte amburghese Aby Warburg, con i suoi esperimenti sulla memoria delle immagini, ma anche Nanni Moretti, Jean-Luc Godard, Werner Herzog, Aleksandr Sokurov e Pier Paolo Pasolini. Dal Caimano all’Histoire du cinéma, passando per Grizzly Man e l’Arca russa, fino a La ricotta, il libro mostra come il cinema abbia da tempo imparato a utilizzare e manipolare le immagini dei più diversi archivi. Molto prima che le nuove tecnologie permettessero a tutti di impadronirsene e di modificarle. E così le lezioni di montaggio dei grandi maestri del presente e del passato diventano lo spunto per imparare a navigare nel mare visivo della contemporaneità. TELECOMANDO /// Colonne sonore ///-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- MALAVITA, BUON ASCOLTO I compositori Evgueni e Sacha Galperine per il ritorno in grande stile di Luc Besson con Cose nostre Malavita. Il gangster Bob De Niro e la consorte Michelle Pfeiffer migrano in Francia sotto la protezione dell’FBI, ma la mafia non li molla e… suona dannatamente bene! Ironici, ritmici e sfrenati questi Galperine, e se ancora non bastasse ecco Cat Power (The Greatest), LCD Soundsystem (New York) e Fred Bongusto a siglare con Doce Doce. Insomma, Bob avrà pure la fedina penale sporca, ma l’orecchio è limpido. F.P. CATTIVISSIMO SOUND! SQUADRA VINCENTE NON SI CAMBIA: e così, tre anni dopo il successo (insperato?) del prototipo, per Cattivissimo me 2 la produzione conferma il duo Pharrell Williams e Heitor Pereira, sempre ben accorti a suddividersi i compiti senza pestarsi i piedi (al primo sono affidati i brani originali di inizio scaletta, al secondo lo score che chiude il CD). Non è azzardato affermare che, se anche stavolta il prodotto è all’altezza, grosso merito va a loro: Pharrell, che prima di essere performer è forse il principale produttore di black music contemporaneo, è letteralmente scatenato nel saccheggiare a piene mani tra funk, soul e R’n’B, proponendo una manciata di brani irresistibili (menzione per Scream assieme a Cee-lo Green dei Gnarls Barkley, Happy che fa il verso al sound di Janelle Monae, la struggente Just A Cloud Away). Una produzione da stropicciarsi gli occhi, degna di questa come di altre cause. Pereira non è da meno, spaziando dal commento più rètro, fatto di archi e cori in background, a una The Big Battle lunga oltre sette minuti, in cui può evocare con meno vincoli un pathos veemente e drammatico, quello che si conviene ad un gran finale. E poi, i Minions, certo. Senza di loro, non sarebbe la stessa cosa. Ascoltateli in Another Irish Drink Song o in YMCA: forse avevamo giudicato male i Chipmunks... GIANLUIGI CECCARELLI 82 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2013 KILL YOUR SCORE! Ok, di questi Giovani ribelli, alias Ginsberg, Burroughs e Kerouac, ne abbiamo ormai gli occhi pieni da Howl a Big Sur, ma qui gli orecchi hanno la loro parte: non è una novità, ma sentire TV on the Radio, The Libertines e Bloc Party è una piacevole F.P. ucronia... BEFORE... SLEEPING Ariecco Richard Linklater con Before Midnight, ovvero la terza volta di Jesse (Ethan Hawke) e Céline (Julie Delpy), che stavolta ci portano in Grecia ammaliati dallo score di Graham Reynolds (Bernie, A Scanner Darkly), collaboratore di lungo corso del regista: nessuna enfasi, nessuna volontà di potenza, una partitura suggestiva di piano e chitarra, con la nostalgia a battere tra tasti e corde. Dulcis in fundo, sui titoli di cosa c’è Gia Ena Tango di Charis Alexiou. Avvertenze: Midnight per inguaribili romantici, F.P. astenersi cinici tiratardi. Ζ135Ζ0$9Ζ6Ζ21(68&+Ζ/Ζ %(19(187235(6Ζ'(17( &21&/$8'Ζ2%Ζ6Ζ2 ZZZFKLOLWYLW &+Ζ/ΖODWXDYLGHRWHFDRQOLQHSHUYHGHUHPLJOLDLDGLȴOPTXDQGRHGRYHYXRLVHQ]DFRVWLGLDWWLYD]LRQH Q«FDQRQHPHQVLOH5HJLVWUDWLJUDWXLWDPHQWHVXZZZFKLOLWYLWDYUDLVXELWRXQȴOPLQRPDJJLR 8QILOPGL 5LFFDUGR0LODQL