12 353-354 - Recenti Progressi in Medicina

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12 353-354 - Recenti Progressi in Medicina
Libri ricevuti
Essential anesthesia. Tammy Y. Euliano, Joachim S.
Gravenstein, Pagine 250. In brossura. Cambridge University Press (U.K.), 2004. Sterline 24,99. ISBN 0-52153600-6.
È un’introduzione alla materia: concisa e scritta in
forma accessibile anche a studenti e ad operatori non
del tutto esperti. Con sintesi di dottrina e pratica, gli
Autori hanno tentato, e con felice esito, di ampliare la
udienza di lettori. La prima sezione descrive l’esame del
paziente, i diversi approcci alle metodiche anestesiologiche e il trattamento del dolore post-operatorio. La seconda parte è dedicata ai presupposti fisiologici e farmacologici dell’anestesiologia. La sezione conclusiva è
un’interessante raccolta di casistica, presentata e commentata didatticamente: dalle situazioni più semplici
alle più complesse. Il destinatario di elezione è il giovane specializzando, ma anche i chirurghi e gli internisti
ospedalieri possono leggere e consultare con profitto il
volume.
Communicable disease control in emergencies. A
field manual. A cura di Máire A, Connolly. Pagine 296.
In brossura, World Health Organization, Geneva, 2005.
CHF 40.00. ISBN 92-4-154616-6.
Finalità di questo manuale “sul campo” è quella di
aiutare gli operatori di sanità pubblica ed i coordinatori dei Servizi di Protezione Civile impegnati in situazioni di emergenza, a fronteggiare l’evenienza, la diffusione e gli effetti di epidemie infettive e contagiose: dissenteria, colera, polmoniti, congiuntivite, difterite, epatite virale, malaria, meningite, scabbia, infezioni per
via sessuale, tubercolosi, tifo, febbre gialla. Per situazioni di emergenza si intendono fenomeni a vasto raggio e complessi in quanto aggravati da stati di precarietà geopolitica, economica, sociale: esempi drammatici ne sono inondazioni e terremoti; ma anche i numerosi, cruenti conflitti etnici e le guerre civili che insanguinano il pianeta. L’assistenza ai rifugiati – fatta di scarse possibilità preventive e, quindi, di conseguenti, necessarie cure di massa – deve avere quale obiettivo primario quello di contenere e depotenziare il contagio che
tende a diffondersi lungo il tragico asse: igiene insufficiente → patologia diarroica → disidratazione.
Manuale di misurazione della pressione arteriosa.
Franco Veglio, Franco Rabbia, Sara Del Colle. Pagine 122,
con 51 figure e 18 tabelle. In brossura. Edizioni Minerva
Medica, Torino, 2006. Euro 11,50. ISBN 88-7711-514-9.
L’ipertensione arteriosa è una condizione morbosa
molto diffusa nei paesi occidentali e rappresenta il
principale fattore di rischio per eventi cardio e cerebrovascolari. La pressione arteriosa è una variabile dinamica e la realtà clinica non consente al medico di effettuare misurazioni dirette, corrispondenti alla continua
variabilità di questo parametro emodinamico. Sono
tuttavia noti e diffusi molti metodi di misurazione
pressoria che consentono al medico, con buona riproducibilità, di valutare l’andamento pressorio del proprio
paziente. Ai fini di un corretto inquadramento diagnostico e terapeutico del paziente iperteso, è necessario
che il medico adotti le corrette manovre di misurazione.
A cura di Agnese Fois.
Il presente manuale nasce dall’esperienza clinica degli
Autori e si pone l’obiettivo di illustrare con chiarezza e
semplicità le caratteristiche delle principali metodiche
di misurazione pressoria, soffermandosi in particolare
sul monitoraggio pressorio delle 24 ore. Il testo è strutturato in modo tale da fornire un’analisi dettagliata dei
metodi di misurazione, analisi arricchita da molti suggerimenti utili nella gestione ambulatoriale e da una
ricca esposizione di casi clinici e di tracciati di monitoraggio.
Stroke treatment and prevention. An evidencebased approach. Graeme J. Hankey. Pagine 524. Rilegato. Cambridge University Press, Cambridge (U.K.),
2005. Sterline 80,00. ISBN 0521827191.
L’ictus è la terza causa di morte e la prima di invalidità. Su di esso esiste, ovviamente, una vasta letteratura, ma il presente volume affronta il tema con una sua
propria originalità che proviene da una puntualissima
aderenza all’ottica della medicina basata sull’evidenza.
L’A., che è membro del Comitato redazionale di Cochrane Stroke Review Group, è molto informato e quindi in
grado di descrivere i trattamenti – fino ai più recenti –
per le situazioni di acuzie e, quando questi interventi
non sono più possibili, espone il razionale per un’efficace prevenzione secondaria. È un volume dotto ed insieme utile per la pratica.
Mille fili mi legano qui. Vivere la malattie. Silvia
Bonino. Pagine 158. In brossura. Editori Laterza, Roma
– Bari, 2006. Euro 12,00. ISBN 88-420-7921-9.
Una psicologa dello sviluppo sperimenta su di sé la
più traumatica delle esperienze: la malattia cronica.
Nell’urto devastante contro uno stato esistenziale e fisico che modifica radicalmente l’orizzonte, le aspettative,
le condizioni di vita, scienza e privato si incontrano nello sforzo di dare un senso all’avvenimento.
Come spiega l’A. nell’introduzione: «Ho scritto questo libro per me, perché nulla quanto lo scrivere chiarisce i propri pensieri, sentimenti ed emozioni. Ho scritto
questo libro per gli altri, perché confido che le mie riflessioni possano essere utili anche ad altre persone.
Scriverlo è stato difficile. Sarebbe stato più semplice
scrivere un libro di psicologia – come ho fatto molte altre volte nella mia vita – sulla malattia cronica e sul
modo di affrontarla. Ho ritenuto di non dover fare questo, ma di cercare di fondere insieme la conoscenza teorica con l’esperienza personale, la scienza e la testimonianza, e non solo per una questione di onestà. Mi è
sembrato che soltanto questa fusione consentisse di
esaminare davvero la malattia nei suoi infiniti aspetti
che solo il malato può conoscere, e di andare, nello stesso tempo, oltre la propria personale e irripetibile esperienza. Ho sempre trovato impudico ed egocentrico il
semplice parlare di sé e delle proprie esperienze, come
se la nostra storia fosse l’unico riferimento e l’unico metro di giudizio da esibire agli altri. Giudicherà il lettore
se il tentativo faticoso in cui mi sono impegnata ha avuto successo ed è stato per lui di qualche utilità. Chiunque egli sia, sano o malato, anch’egli è legato qui da mille fili, come ricorda la frase di Etty Hillesum a cui il titolo del libro si ispira. Talvolta, questi fili possono essere lacci che limitano il cammino e soffocano lo sviluppo,
ma assai più spesso sono solide corde che ci ancorano al
mondo.»
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Recenti Progressi in Medicina, 97, 6, 2006
Dall’altra parte. Sandro Bartoccioni, Gianni Bonadonna,
Francesco Sartori. Testimonianze di medici sull’essere ammalati. A cura di Paolo Barnard. Pagine 260. In brossura.
RCS Libri, Milano, 2006. Euro 9,40. ISBN 88-17-00942-3.
Anche questo, come il libro appena sopra segnalato,
è una testimonianza sul vissuto di medici divenuti “pazienti”. Tre importanti protagonisti raccontano la storia
della loro malattia: la paura, la sofferenza, la lotta per
sopravvivere. E formulano una sorta di decalogo, una
proposta, per rifare una Sanità che curi in modo più efficiente e, soprattutto, più umano. I personaggi ed i contenuti sono quelli di un reportage che lo stesso Curatore ha realizzato per una serie televisiva andata in onda
un anno fa e recentemente ritrasmessa. Di essa, la Rivista ha pubblicato un commento nel fascicolo di ottobre
2005 (pag. 511). A quel commento, invero, non sembra
doversi aggiungere molto, se non – forse – una lode alla
benevolenza, esemplarmente compassionevole, del giornalista-curatore nei riguardi di una professionalità che,
in non pochi casi, viene esercitata come potere piuttosto
che prestata come servizio, di un sapere che si autogiustifica nell’antagonismo verso la malattia piuttosto che
rischiare il confronto della condivisione con il malato, di
una medicina – insomma – che, idolatra delle cosiddette evidenze, ha esaltato – e continua ad esaltare – l’intelligenza razionale, umiliando quella emotiva. Nel presupposto, esiziale, che per i suoi officianti le emozioni
siano inutili o, addirittura, dannose. Barnard scrive –
generosamente – nella presentazione: «I medici fanno
questo per debolezza, per paura, raramente per necessità, ma non per cattiveria, si intenda».
Luce si farà sull’origine dell’uomo. Juan Luis Arsuaga. Traduzione di Luisa Cortese. Pagine 378. In
brossura. Feltrinelli, Milano, 2006. Euro 28,00. ISBN
88-07-10400-8.
La Casa editrice italiana presenta con le seguenti
parole questo volume scritto da un docente di Paleontologia all’Università Complutense di Madrid e membro
della National Academy of Sciences statunitense:
«Quello che vi trovate fra le mani non è uno dei tanti libri, spesso bellissimi, che spiegano che cos’è l’evoluzione. O almeno non è solo questo. E non è neppure
un libro di storia di un’idea scientifica, anche se molto
si imparerà di come sia nata e diventata adulta la teoria dell’evoluzione. È invece una sintesi, chiara e amabile, di come il pensiero evolutivo sia venuto strutturandosi, quali problemi abbia dovuto affrontare, quali
scoperte ne abbiano accompagnato i progressi, e di
quanta complessità stia dietro all’idea popolare che
“l’uomo discende dalla scimmia”. All’idea di un’evoluzione lineare, progressiva, dal più semplice al più complesso, grazie all’apporto di più discipline, si è andata
sostituendo quella di un’evoluzione ramificata, discontinua, casuale. Tutto il contrario di chi vi vede la mano
di un disegno intelligente. Ma anche molto più problematica e aperta di quanto certe semplificazioni mediatiche possano far credere. Oggi sappiamo molto di
quanto è avvenuto nel nostro passato, ma non sappiamo tutto. Forse stiamo appena cominciando a sfogliare
il grande libro della nostra storia di umani. Ma già ora
possiamo dire con certezza che Darwin aveva ragione
quando, nelle pagine conclusive della “Origine delle
specie”, da cui quest’avventura prende inizio, scriveva:
“molta luce si farà sull’origine dell’uomo e sulla sua
storia”.»
La casa delle bambine che non mangiano. Identità e nuovi disturbi del comportamento alimentare. Laura Dalla Ragione. Pagine 160. In brossura. Il
Pensiero Scientifico Editore, Roma, 2006. Euro 16,00.
ISBN 88-490-0138-X.
Il disturbo alimentare come epidemia sociale: l’autrice si interroga sulle ragioni della diffusione di questa
“psicopatologia della modernità” che colpisce un numero sempre crescente di giovani dei paesi ricchi, manifestandosi in varietà mutanti (anoressia, bulimia, abbuffata compulsiva). Come dimostrano le storie cliniche
presentate, fattori socioculturali e personali si intrecciano in questo disagio che, nella paura del cibo, dà voce
alla paura del mondo e del vuoto.