La Provincia del Sulcis Iglesiente n° 275

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La Provincia del Sulcis Iglesiente n° 275
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31 Ottobre 2014
Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 del 7/11/95 • Direttore Responsabile: Giampaolo Cirronis • Distribuzione gratuita
è al vaglio del Consiglio regionale la proposta di legge 71/A “Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale”
Come cambia la sanità sarda
Tra le principali novità, l’istituzione di una Asl regionale di emergenza e urgenza e la ridefinizione territoriale delle vecchie Asl.
L
a sanità sarda cambia.
è in corso, in Consiglio regionale, l’esame
della proposta di legge
n. 71/A contenente “norme urgenti per la riforma del sistema
sanitario regionale”, primo
firmatario Pietro Cocco, capogruppo del PD. Le novità contenute nel testo hanno acceso
un aspro confronto tra le forze
politiche e i gruppi consiliari,
in particolare sull’istituzione di
una Asl regionale di emergenza
e urgenza e sulla ridefinizione
territoriale delle vecchie Asl.
La posta in gioco è molto elevata, come sempre accade quando si parla di sanità, considerato
che questa assorbe ben il 60%
dei pagamenti della Regione.
La proposta, per ridurre il disavanzo della spesa regionale
sanitaria, mira ad una “revisione
dei confini territoriali, nel caso
delle aziende sanitarie locali, o
del numero dei posti letto, anche tramite accorpamenti di
quelle ospedaliere” e introduce
nell’ordinamento regionale “le
sedi principali di organizzazione territoriale di degenza extra
ospedaliera, le case della salute
e gli ospedali di comunità”. è
prevista, inoltre, l’istituzione dell’ospedale di comunità (OsCo)
“presidio di raccordo funzionale tra l’ospedale per acuti e i
servizi territoriali”.
Sul futuro numero delle Asl,
nella maggioranza di centrosinistra, non c’è ancora l’accordo.
L’ipotesi più accreditata è una
riduzione a quattro, una per provincia (in questo caso “salterebbero” le Asl delle quattro province cancellate dal referendum),
ma c’è chi spinge per 5 o 6 e, al
momento del voto, potrebbero
esserci sorprese.
Tra qualche giorno, comunque, la legge verrà approvata.
L’auspicio è che, alla fine, le novità portino ad una crescita della qualità del servizio sanitario
pubblico per i sardi.
Giampaolo Cirronis
L’ospedale Brotzu di Cagliari.
ALL’INTERNO
Oltre al posto fisso, non c’è più il lavoro
Renato Soru è il nuovo n° 1 del PD
Il Comune di Carbonia informa
L’isola di Sant’Antioco abbraccia il mare
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Alla napoletana Flo il 7° Premio Parodi
Nasce a Carbonia la fabbrica del cinema
La Monteponi è in testa alla classifica
VBA/Olimpia e Volley Iglesias in B1
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XIX • N° 275 • 31 Ottobre 2014
La drammatica crisi maturata nel tessuto socio-economico sta creando una situazione molto delicata anche in Sardegna
Oltre al posto fisso, non c’è più il lavoro
Il vero problema è costituito dalla mancanza di politiche capaci, nel breve e medio periodo, di creare sviluppo e occupazione.
L
a drammatica crisi maturata nel tessuto socio-economico, con la perdita di migliaia di posti di lavoro, sta
creando una situazione molto delicata in tutto Italia e in modo particolare nelle regioni più a rischio, tra
le quali c’è la Sardegna. Tra imprese
che chiudono perché non più competitive sul mercato ed altre che, per
cercare di resistere, riducono drasticamente i livelli occupativi e puntano su contratti “più leggeri”, sono
diverse migliaia i posti di lavoro già
persi ed altrettanti quelli a rischio.
Per contro, non si intravvedono, nel
breve e medio termine, opportunità
in grado di assicurare il reimpiego di
una parte significativa dei lavoratori
che sono già stati o stanno per essere
espulsi dal ciclo produttivo.
Il dibattito politico, negli ultimi
mesi, è stato caratterizzato dalle iniziative del presidente del Consiglio,
Matteo Renzi, in particolare l’abolizione dell’articolo 18, dalla proposta
di anticipazione del TFR in busta paga e dalle considerazioni sulla scomparsa del “posto fisso”. I contenuti
e i toni delle proposte del presidente
del Consiglio hanno trovato la ferma
opposizione della CGIL di Susanna
Camusso e Maurizio Landini e tra le
parti si è scatenato uno scontro senza precedenti tra la più grande organizzazione sindacale italiana ed un
Governo di “Centrosinistra”.
Matteo Renzi ha detto che bisogna abituarsi all’idea che il “posto
fisso” non c’è più ed occorre creare,
iniziando con la riduzione dell’IRAP
a carico delle imprese, le condizioni
perché chi perde il lavoro possa trovarne uno alternativo in breve tempo, usufruendo nella fase transitoria
di un’adeguata tutela con il ricorso
agli ammortizzatori sociali.
I buoni propositi, in Sardegna, si
vità commerciali ed artigianali, tanto
che molti non hanno potuto usufruire
neppure dei benefici della fiscalità
di vantaggio, perché ormai allo stremo delle forze, si sono arresi.
Il Sulcis Iglesiente è l’area (ormai ex Provincia) della Sardegna dove si registra la maggiore concentrazione di lavoratori in cassa inte-
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi.
scontrano con una situazione drammatica che, oltre a quella del posto
fisso, ha registrato anche la scomparsa del lavoro. Nel solo polo industriale di Portovesme, negli ultimi anni,
sono alcune migliaia i posti di lavoro andati persi e non rimpiazzati con
nuove opportunità ed almeno altrettanti quelli cancellati nel terziario. Non
passa giorno che non chiudano atti-
grazione o in mobilità. Eurallumina,
Alcoa, ex Rockwool, ex Ila (oggi
Port.Al), sono solo la punta di un iceberg che rischia di travolgere il territorio. La situazione all’Igea è diventata esplosiva con l’occupazione
dei lavoratori, da 5 mesi senza stipendio e privi di garanzie per il futuro.
Il Sulcis Iglesiente oggi paga gli
errori compiuti dalla politica negli ul-
«La Regione non può fermare le esercitazioni»
I
operativa ed economica che deriverebbero dall’esecuzione della delibera impugnata nella parte in cui,
prevedendo la sospensione delle attività terrestri ed aeree nel periodo
rappresentanti del ministero della Difesa che sono stati apprestati mezzi
idonei per far fronte prontamente
ad eventuali pericoli di incendio»,
ha accolto «la domanda di misura
Il poligono militare di Teulada.
in cui vige lo stato di elevato pericolo di incendio boschivo, di fatto dispone la sospensione delle esercitazioni in corso; considerato che, nel
corso dell’audizione informale delle parti, è stato precisato da parte dei
cautelare monocratica e, per l’effetto, sospende il provvedimento impugnato nella parte di cui in motivazione» ed ha fissato per la trattazione collegiale la camera di consiglio del 5
novembre 2014.
Nuove polemiche dopo l’incendio sviluppatosi a Teulada
D. Serra: «Le regole devono valere per tutti»
Q
uattro giorni prima del
pronunciamento del Tar
che ha accolto la richiesta
di sospensiva del ministero della Difesa sulla delibera regionale che estende le prescrizioni regionali antincendio ai poligoni militari, il nuovo incendio sviluppatosi
nel poligono di Teulada ha riacceso le
polemiche e provocato una forte presa di posizione di Daniele Serra, sindaco di Teulada.
«Nel pomeriggio di lunedì 6 ottobre - dice Daniele Serra - ho avuto una segnalazione di un cittadino
che aveva avvistato del fumo in direzione di Capo Teulada. Ho voluto seguire personalmente la vicenda e mi sono recato lungo la strada
litoranea Teulada-Chia. E da lì, effettivamente, si poteva osservare l’incendio in corso nella zona della penisola interdetta con ampie colonne di fumo, quasi certamente causato dalle attività addestrative che
lo hanno innescato tra i cespugli e
le stoppie ancora secche. Erano in
corso le operazioni di spegnimento
con un elicottero.»
«Al di la del caso specifico - aggiunge il sindaco di Teulada - vorrei ricordare che questa amministra-
Daniele Serra, sindaco di Teulada.
zione (insieme al Consiglio comunale di Teulada) si è espressa più
volte ribadendo la necessità di più
attenzione sulle attività all’interno
e tempi medio lunghi. Bisogna essere realisti e riconoscere che gli spazi
per assicurare il reinserimento di tutti i lavoratori espulsi dal ciclo produttivo e per occupare quanti il lavoro non lo hanno mai avuto, non ci
sono e difficilmente ci saranno a breve e medio termine. Per questo, vanno rafforzati gli ammortizzatori so-
Il segretario generale della CGIL Susanna Camusso.
Il Tar ha accolto la richiesta di sospensiva del Ministero
l Tar della Sardegna ha accolto
la richiesta di sospensiva del
ministero della Difesa sulla
delibera della Giunta regionale
n. 36/14 del 16 settembre 2014,
«con la quale sono state integrate
le prescrizioni regionali antincendio approvate con la deliberazione
n. 14/41 del 18 aprile 2014 con l’art.
16 bis ed è stato dato mandato al
Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, nelle more della predisposizione da parte delle Forze Armate
del Piano Antincendi, di rafforzare la
vigilanza sulle aree contermini ai poligoni militari, in modo da garantire
un pronto intervento qualora le circostanze lo richiedessero».
Il Tar ha ritenuto che «da un primo esame della controversia non
appare priva di fondamento la censura con cui si contesta la possibilità di un intervento unilaterale della Regione Sardegna in materia di
esercitazioni militari» e «ritenuto che
il ministero della Difesa ha evidenziato i gravissimi danni di natura
timi 30 anni, con lo sperpero di ingenti risorse pubbliche in iniziative
fallimentari e, per uscire dalla crisi,
purtroppo, ci vorranno anni.
Anche la cultura dell’assistenzialismo fine a se stesso ha creato danni
enormi, con una mentalità sbagliata
che non sarà facile superare.
è giusto, come sostengono da me-
di quelle aree che, vorrei ricordare,
sono aree SIC e quindi ad alta valenza ambientale. Si è chiesto inoltre un allungamento del periodo di
sospensione estiva delle esercitazioni. Questi incidenti non fanno altro che rafforzare la necessità di rivedere in maniera significativa i periodi addestrativi che non possono
prescindere dalle regole e dalle procedure di sicurezza antincendio vigenti nel resto dell’isola nonché dalle condizioni climatiche contingenti. è assolutamente anacronistico e
paradossale che a un comune cittadino in questo periodo sia giustamente vietato di fare un barbecue in
campagna e, contemporaneamente,
siano permesse attività addestrative impattanti che scatenano incidenti come quello di lunedì 6 ottobre. Non è più ammissibile - conclude il sindaco di Teulada - che all’interno del territorio dello stato
italiano ci siano delle zone dove le
regole e il buonsenso valgono meno che nel resto d’Italia.»
si sia il premier Matteo Renzi sia il
governatore della Sardegna Francesco Pigliaru, che quando una fabbrica
non riesce più a stare sul mercato e
produce continue perdite, debba essere chiusa, ma per creare valide alternative occorrono risorse ingenti
(che oggi non ci sono e vanno reperite soprattutto con “robusti” tagli degli sprechi e della spesa), progetti seri
ciali, con l’impiego in lavori di pubblica utilità negli enti locali. In questo
modo si migliorerebbe sensibilmente
il decoro dei centri urbani e si garantirebbe la giusta dignità ai lavoratori.
Oggi più che mai si avverte l’importanza di un rilancio della formazione professionale, per la riconversione dei lavoratori che hanno perso
l’occupazione e per la preparazione
verso nuove attività di inoccupati e
giovani che hanno concluso gli studi.
Troppo spesso, anche nel recente passato, si è trascurata la formazione professionale, con conseguenze
disastrose sia per le imprese sia per
i lavoratori. E si è prodotto anche un
grave spreco di risorse con l’adozione
di strumenti come i contributi “de
minimis”, concessi con modalità improvvisate e assai discutibili. Sarebbe interessante fare un censimento dei
contributi concessi dalle varie amministrazioni locali per l’avvio di nuove
iniziative commerciali e artigianali,
con una verifica di quelle che ancora
operano e di quelle già “morte”. Quando un’attività finanziata con un contributo a fondo perduto chiude nel
breve periodo, crea un danno sia all’ente pubblico erogatore, sia ai giovani aspiranti imprenditori che si ritrovano disoccupati, con debiti nei
confronti dell’erario (spesso ignorano
che i contributi a fondo perduto concorrono a fare reddito nell’anno in cui
vengono incassati e sono soggetti a
tassazione ordinaria che può essere
spalmata da un minimo di 2 esercizi
ad un massimo di 5) e problemi per
i garanti (spesso sono i genitori) della
parte dell’investimento non coperta
dal fondo perduto.
La creazione di nuova impresa
non è facile e va incoraggiata e sostenuta solo se accompagnata da una
adeguata preparazione culturale e
professionale.
Giampaolo Cirronis
Lettera aperta di un militare al governatore della Sardegna
«Oggi il poligono militare di Teulada
è la prima realtà economica del Sulcis»
R
enato Cammarata, delegato Cocer - Esercito, ha scritto una lettera aperta al presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru.
«Le azioni intraprese nei confronti del Poligono di Capo Teulada ha scritto Renato Cammarata al governatore - stanno creando le premesse per una ulteriore e più pesante penalizzazione del popolo sardo.
Infatti, ove si dovesse arrivare a rendere inutilizzabile tale poligono, la
Difesa sarebbe costretta a rivedere
la propria presenza sulla nostra
amata isola ed in particolare diverrebbe inevitabile la chiusura della
“Brigata Sassari” o il suo ridislocamento sul continente. Ciò significherebbe che circa 5.000 sardi e le
relative famiglie, nonché le loro buste paga dovrebbero iniziare un esodo colmo di sacrifici personali e famigliari, nonché un danno non trascurabile per l’economia della nostra terra. Di conseguenza, con il
cuore in mano chiediamo di fermare ogni iniziativa volta a chiudere il
poligono di Capo Teulada e di porre
in essere ogni iniziativa utile a facilitare la presenza e la vita della nostra unità dell’Esercito sull’isola.
Ove non fossimo ascoltati - ha aggiunto il delegato Cocer-Esercito ci batteremo con ogni mezzo affinché alle prossime elezioni i partiti che
hanno concorso a pugnalare alla
schiena la propria terra, vengano sonoramente puniti nella cabina elettorale. è impensabile che, a seguito
delle performance di un politico, a
mezzo stampa e su social-network,
si sia creato un clima di malessere
e preoccupazione, nel personale militare.
Attacchi, talvolta indiscriminati
sulla figura e sull’operato dei cittadini in divisa, additati sempre più come responsabili o essi stessi fonte di
ogni tipo di inquinamento, si è pian
piano alimentata una situazione di
tensione con la popolazione locale
che si ripercuote sulla serenità famigliare dei soldati impiegati presso
la caserma “S. Pisano” di Teulada
(CA) e relativo poligono militare.»
tando in contesti internazionali quelle qualità tipiche del popolo Sardo,
tali riduzioni sortirebbero a un impoverimento ulteriore del tessuto
economico e sociale del territorio.»
«Oggi il poligono militare di Capo Teulada, risulta essere la prima
realtà economica del Sulcis, dove
sono impiegati permanentemente circa 900/1.000 unità (ovviamente con
relative famiglie) e periodicamente
I bersaglieri del 3° Reggimento della Brigata Sassari di Teulada.
«Il personale militare suddetto ha sottolineato ancora Renato Cammarata -, ha rappresentato una forte apprensione per la tutela e l’incertezza del proprio futuro lavorativo, tutto ciò, motivato da un bombardamento mediatico inneggiante
a totali chiusure dei poligoni militari e riduzioni della presenza dei
militari stessi nella Regione Sardegna; parlando di essi solo con il termine “militari” quasi a considerarli
un’entità astratta non delle persone
fisiche che in questa terra di Sardegna, vivono, lavorano e crescono i
propri figli tenendo alto anche il nome della stessa isola, spesso espor-
il numero cresce in maniera esponenziale con la turnazione dei reparti in addestramento durante i
periodi di attività del poligono stesso, per non considerare l’indotto diretto ed indiretto ad esso legato (servizi, mense, pulizie, manutenzioni,
approvvigionamenti ed altro) nel solo ultimo anno si sono stipulati contratti con 170 ditte del Sulcis Iglesiente per un ammontare di circa 20
milioni di euro. Queste cifre per il
solo Poligono di Teulada - ha concluso il delegato Cocer-Esercito senza includere quello che è per la
Regione in termini di economia “vera”, l’intera “Brigata Sassari”.»
La Provincia del Sulcis Iglesiente
Quindicinale di informazione politica, economica e sociale
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XIX • N° 275 • 31 Ottobre 2014
Il 26 ottobre le elezioni primarie hanno consegnato la segreteria regionale del primo partito all’ex governatore della Sardegna
Renato Soru è il nuovo n° 1 del Partito Democratico
Anche nell’Isola si è registrato un consistente calo di partecipazione e sono affiorate profonde divisioni tra le diverse anime del partito.
L
’europarlamentare Renato
Soru, 57 anni, è stato eletto
nuovo segretario regionale del
PD con 19.895 voti (51,20%).
Le primarie hanno espresso un risultato prevedibile, come prevedibile era il
notevole calo di affluenza nei seggi
allestiti nelle 8 province sarde.
Considerata la grande alleanza che
sosteneva l’ex governatore, è rilevante
il risultato raggiunto dal senatore Ignazio Angioni, 47 anni, con 14.266 voti
(36,72%). Ha ottenuto 4.693 voti
(12,08%), infine, Thomas Castangia,
il candidato più giovane (39 anni).
Con Renato Soru sono stati eletti
83 delegati all’assemblea regionale,
con Ignazio Angioni 58, con Thomas
Castangia 19.
Nel Sulcis Iglesiente, la vittoria
di Renato Soru è stata più ampia rispetto al dato regionale, con 1.314 voti su 2.201 votanti, per una percentuale del 59,7; Ignazio Angioni s’è
attestato a 687 voti, il 31,21%; Thomas
Castangia a 200 voti, il 9,09%. Questi i delegati eletti nell’Assemblea regionale: lista Soru - Rita Caboni, Valentina Cuccu, Maria Cristina Garau,
Marinella Grosso, Giacomo Guadagnini, Emanuele Madeddu ed Enzo
Pisanu; lista Angioni - Ignazio Atzori, Gino Cadeddu, Elisabetta Fois ed
Alessandra Murgia; lista Castangia Sara Marroccu.
Il dato di Cagliari città, viceversa,
è molto vicino a quello regionale. Renato Soru ha ottenuto 1.274 voti su
2.441 votanti, il 52,19%; Ignazio Angioni 890 voti, il 36,36%; Thomas Castangia 277 voti, l’11,35%.
Le operazioni di voto delle primarie del PD hanno fatto emergere
ancora una volta la singolarità di un
regolamento che, prevedendo la partecipazione al voto delle elettrici e degli elettori che dichiarino di riconoscersi nella proposta politica del partito, di sostenerlo alle elezioni ed accettino di essere registrate nell’albo
pubblico delle elettrici e degli elettori, alla prova dei fatti registra la presenza nei seggi, accolti senza obiezione alcuna, di cittadini “chiaramente” appartenenti ad altre aree politiche ed “esplicitamente” ad altri partiti. Il caso più clamoroso è emerso a
Olbia, dove ha votato il deputato Settimo Nizzi, ex sindaco ed oggi uno dei
coordinatori regionali di Forza Italia.
Con l’elezione a segretario regionale, Renato Soru ritorna un protagonista di primissimo piano della politica
in Sardegna, ruolo che ricoprirà anche
da europarlamentare, sulla falsariga di
quanto avviene in campo nazionale,
Renato Soru.
dove il premier Matteo Renzi, è anche
segretario nazionale del PD.
Ora sarà interessante verificare i
riflessi dell’elezione di Renato Soru sugli assetti della Giunta Pigliaru. Molti ipotizzano, a breve, un rimpasto in
Giunta, con l’ingresso di alcuni uomini “vicini” al neo segretario. Come
si ricorderà, Francesco Pigliaru iniziò
la sua esperienza politica nel 2004, come assessore della Programmazione
della Giunta Soru, dalla quale si dimise
in contrasto con l’allora governatore,
nell’ottobre 2006.
Nel Sulcis Iglesiente, dove è maturata una candidatura unitaria per la
segretaria provinciale, quella di Daniele Reginali, consigliere comunale
di Iglesias, ci sono state polemiche
sulle modalità di elezione del segretario del circolo di Carbonia.
«Una parte del gruppo dirigente
del partito ha appreso solo dalla stampa della convocazione di alcune riunioni propedeutiche e della presenza
di un elenco di papabili alla segreteria - ha detto Luisa Poggi, consigliere
comunale ed ex assessore della Giunta Cherchi -. Riteniamo che se si tiene
veramente all’unità del partito, come è stato dichiarato in varie occasioni, sia doveroso coinvolgere tutti,
convocandoli alle riunioni. Al di là dei
nomi, sui quali non esprimiamo giudizi, avremmo voluto conoscere anche i temi affrontati, perché il nostro
territorio ha bisogno che i partiti affrontino e cerchino di risolvere i problemi e non si occupino solo di nomine.»
La replica di Marco Murru, nuovo segretario del Circolo PD di Carbonia, non s’è fatta attendere.
«Niente e nessuno ha vietato (ed
anche volendo farlo, in modo folle
ed antidemocratico, non ci sarebbero strumenti per farlo) la presentazione di liste che concorressero, nell’ambito dei Congressi appena celebrati, alla composizione degli organismi dirigenti del Partito - ha dichiarato Marco Murru -. La critica interna è sempre attuabile ed esprimibile,
come del resto avvenuto a più riprese
nel corso di questi ultimi anni, ma vi
sono luoghi deputati a ciò e, con il
massimo rispetto della stampa e del
lavoro fondamentale che i giornalisti
svolgono per la società, le pagine dei
giornali non rientrano tra questi, soprattutto per dichiarazioni al vetriolo,
che sarebbe meglio esternare in sede
di partito, gruppo e maggioranza.»
Giampaolo Cirronis
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LATINIA
Vino dolce da vendemmia tardiva di uve Nasco
dei vigneti ad alberello - antica vigna “Latina” del Basso Sulcis della Sardegna.
Vino mediterraneo, caldo, solare che,
servito a 10°-12° C, esalta il dessert
e partecipa a tutti i momenti di incontro e di festa.
Ha ricevuto il “Premio speciale”
“miglior vino dolce dell’anno” 2002
e i 3 bicchieri del “Gambero Rosso”
Miglior vino da dessert al Vinexpò 2001 di Bordeaux.
Il caso è stato al centro dell’incontro svoltosi il 29/10 in Viale Trento
Port.Al, nuovo appello alla Regione
I
l caso Port.Al è stato al centro
dell’incontro svoltosi il 29 ottobre all’assessorato dell’Industria. Dopo il fallimento dell’ex Ila, lo stabilimento è stato acquisito dal gruppo di Ninetto Deriu
con un investimento che fin qui ha
raggiunto i 7 milioni di euro (nei
due anni e mezzo trascorsi dalla
acquisizione, sono stati spesi un
milione e mezzo di euro per le sole
manutenzioni).
L’azienda è ancora in attesa della firma di un decreto della Giunta regionale per il via libera all’installazione di un mini parco eolico. Tre le pale richieste, due quelle concesse, in prima battuta, in
sede di conferenza di servizi, ma
resta un ostacolo da superare, una
norma legislativa che vieta la realizzazione di nuovi impianti a meno di tre km dal mare, per superare la quale, visto lo stato in cui si
trova l’area industriale, ormai compromessa dalla presenza delle industrie e del vasto parco eolico dell’Enel, è necessario un provvedimento della Giunta regionale.
Ricordiamo che il gruppo Deriu, già oggi ha 350 dipendenti in
servizio, 160 sono quelli prossimi
al rientro con il rilancio produttivo
della Port.Al e 120 quelli previsti
dal progetto del centro termale Coquaddus. Senza le pale eoliche la
fabbrica non potrebbe riaprire, in
quanto il costo dell’energia graverebbe in misura eccessiva sulla
produzione e non si capisce proprio perché i tempi autorizzativi
debbano essere tanto lunghi, con il
rischio di compromettere l’intero
progetto e il ricollocamento di 160
lavoratori diretti ed almeno di un
centinaio indiretti.
All’incontro del 29 ottobre,
svoltosi nella sala riunioni al 4°
piano del Palazzo di Viale Trento,
hanno partecipato l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, le
impegna a:
- verificare con gli uffici tecnico-amministrativi dell’assessorato, lo stato dell’iter autorizzativo e
le possibili evoluzioni del caso in
esame;
- verificare presso il Mise la
percorribilità di soluzioni sul costo dell’energia compatibili con
le esigenze dell’azienda Port.Al,
Ninetto Deriu.
organizzazioni sindacali, le RSA
e l’azienda.
«Dopo un rapido riepilogo del
caso aziendale e la condivisione
che il principale problema risiede
nell’elevato costo di approvvigionamento dell’energia, i presenti
sono giunti ad un accordo così
schematizzabile:
• l’assessore dell’Industria si
del mercato nazionale e del più
ampio mercato comunitario;
• coinvolgere nel percorso autorizzativo la Giunta regionale e
il presidente della Regione;
• riconvocare i presenti entro
il giorno 14 novembre 2014, con
la presenza dell’assessorato dell’Industria e della Presidenza della Regione Sardegna.»
La posizione della CGIL sul futuro della miniera di Monte Sinni
Carbosulcis, l’aspettativa della nuova fase
L
a Commissione europea ha
chiuso la procedura d’indagine sul caso Carbosulcis, sentenziando che la Miniera può usufruire ancora di un sostegno pubblico finalizzato alla sua
dismissione, come previsto dalle norme europee (decisione 787/2010/UE)
per accompagnare la graduale cessazione della produzione, con “tutela ambientale, ricerca ed innovazione tecnologica, riqualificazione
del personale”.
Ora, come nel più grottesco schema pirandelliano fioccano le dichiarazioni entusiastiche dell’A.U.
(in coro con vari ex assessori e politici), il quale come il “Gengè dell’Uno, Nessuno e Centomila”, provando ad estraniarsi da se stesso, parla di “un risultato positivo per un
nuovo corso”, anziché della grave
responsabilità di quella classe politica, della quale egli stesso è diretta
emanazione, che ha impedito la possibilità concreta di valorizzazione
dell’unica risorsa energetica nazionale.
Non si illuda, quelle “maschere”, così come nel romanzo, resteranno tali. La realtà, che rimarrà nella storia, è che “Lorsignori” hanno
portato la Miniera, e quello che rappresenta nel territorio, al disastro totale: da una parte per l’incapacità, la
specifica incompetenza e la superficialità (certificate anche dal Consiglio regionale); e dall’altra mortificando chi ha operato nelle gallerie
come nella ricerca di soluzioni tecnologiche che avrebbero permesso
ben altra opportunità e sorte alla
Carbosulcis.
Il tutto condito dal peggior esercizio clientelare del potere e senza
alcuna remora nei riguardi del patrimonio umano, professionale, tecnologico, operativo e culturale, verso il quale è in atto anche il peggior
sciacallaggio industriale. è, infatti,
di questi giorni, la notizia della decisione di Carbosulcis per la cessio-
ne, per qualche spicciolo, a Sotacarbo (della quale è presidente il D.G.
della Carbosulcis), del Lavoro e dell’attività di ricerca costati impegno
e circa 5 milioni di euro. Situazione, se ce ne fosse bisogno, che evidenzia ancora più chiaramente il
conflitto di interessi di chi, nel tempo, avrebbe dovuto gestire le competenze tecniche e professionali della Carbosulcis, miranti ad attuare
RICERCA E INNOVAZIONE a
favore della miniera e della propria
produzione, mentre invece ne ha eliminato attività e reparti.
Come è decisamente gattopardiano quanto dicono vada aperta-
l’esodo, sui quali avrebbe ampia gestione e discrezionalità.
Noi continuiamo a pensare che
sia perlomeno paradossale che i responsabili del disastro gestionale
della realtà produttiva (ed emanazione del Governo regionale peggiore e deleterio della Storia dell’Autonomia della Sardegna), possano essere anche i gestori della fase, che deve accompagnare la Società alla dismissione, attraverso le
linee fondamentali della ricerca, riconversione, riqualificazione e rioccupazione!
Da marzo proponiamo questo
quesito alla Regione nella sua qua-
La miniera di Nuraxi Figus.
mente affermando l’A.U. rispetto alla sua sicurezza di restare alla guida
di Carbosulcis: per la sua vicinanza
all’attuale assessore dell’Industria e
per il suo sostegno verso il deputato europeo e candidato alla leadership del PD sardo.
Infine, a conferma dell’assenza
di gestione industriale, a favore di
quella politica e clientelare, con la
moltiplicazione della comunicazione interna ed esterna all’azienda,
sulla disponibilità di milioni di euro
per buonuscite e incentivazioni al-
lità di Azionista Unico, che ha sempre spostato la risposta all’esito della determinazione della Commissione europea. Ora che è arrivata
vorremmo vedere l’atteso nuovo corso di gestione, di competenza, di serietà, passione e moralità per evitare che si passi dalla commedia al
melodramma, e che al conclamato
danno si aggiunga altra beffa!
Roberto Puddu
Segretario Generale
della Camera del Lavoro
del Sulcis Iglesiente
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XIX • N° 275 • 31 Ottobre 2014
I dati presenti nei documenti esaminati permettono di disegnare una mappa dello stato del ripopolamento del Sulcis
I villaggi del Sulcis nella metà del ‘700
L’isola o penisola di Sant’Antioco, nel 1754 contava 302 abitanti stabii, per lo più affittuari o famigli di nobili e cavalieri di Iglesias.
F
Giuseppe Mura.
atta eccezione per
Iglesias, che come
già visto comprendeva una gran parte degli abitanti del Sulcis,
anche se oltre la metà di essi viveva dispersa nei salti e veniva in città, al massimo, una volta all’anno,
poche erano le ville e pochi
gli abitatori stabili.
I pochi villaggi erano pressoché isolati tra di
loro e dalla città d’Iglesias. Non vi erano strade
carrabili se non quella che univa il capoluogo
di provincia, Iglesias, a Cagliari. La strada reale
che l’avrebbe congiunta con Sant’Antioco e il
suo porto sarebbe stata costruita solo nel 1860.
I sentieri, percorribili a piedi o a dorso di cavalcature, in inverno si trasformavano in torrenti. Come descritto nei documenti, il Vescovo
stesso faceva le sue visite pastorali nella tarda
primavera e ancora con qualche difficoltà, era
sufficiente un acquazzone perché si gonfiassero i fiumiciattoli rendendone impossibile il
guado. Per coprire, a cavallo, la distanza da
Iglesias a Sant’Antioco, con il tempo clemente, erano necessarie sei ore; a piedi o con un
carro a buoi, unico mezzo di trasporto possibile di derrate o merci di ogni tipo, i tempi si
allungavano fino ad un giorno e mezzo. Quattro
ore buone a cavallo, erano necessarie per muoversi da Villamassargia a Serbariu, come riportato appunto nei verbali delle Cause Criminali
della Reale Udienza, relativi all’inchiesta per
l’omicidio di un bracciante nel salto di Serbariu,
nel furriadroxiu Musteddinu; ancora nel 1850, al
giudice mandamentale e al suo segretario, per
raggiungere a cavallo il luogo del delitto, in
territorio di Serbariu occorsero quattro ore di
cavallo. Un giorno intero, di buon passo a cavallo, in condizioni climatiche favorevoli, era
necessario per arrivare da Iglesias a Teulada,
la villa più lontana della diocesi.
All’inizio di Giugno poi, ogni traffico si
arrestava per il timore dell’intemperie, la malaria, che imperversava in quelle contrade. I
malcapitati, che fossero obbligati a muoversi
per il proprio uffizio, erano certi di scontare la
temerarietà con le febbri malariche procurate
dalla puntura della zanzara anofele che proliferava nelle maremme ed acquitrini che si
estendevano dal salto di Coderra, fin verso
Palmas, la costa e le colline. I funzionari piemontesi che venivano trasferiti in Sardegna, spesso
per punizione, si ammalavano di malaria e, sopportando peggio dei nativi, l’assalto del Plasmodium malariae, la gran parte di essi moriva.
Anche per queste ragioni la crescita demografica era bassa e desolate le campagne.
Nella relazione attribuita al Vicario Generale, la villa di Carloforte, fondata nel 1737 da
una colonia di pegliesi di Tabarka è l’unico insediamento, a parte Iglesias, ad essere definito Città (sic).
Vengono poi citate le Ville di Teulada, Domusnovas, Villamassargia e Musei, le popolazioni di Sant’Antioco e di Portoscuso.
I dati presenti nei documenti in esame, permettono di disegnare una mappa dello stato
del ripopolamento del Sulcis nella prima metà
del ‘700. Relativamente a Sant’Antioco, è possibile confrontare diverse fonti, di natura sia
ecclesiastica che laica.
L’Intendente Generale di Sardegna, Francesco Cordara, Conte di Calamandrana, coadiuvato dal maggiore Bressone, esperto di architettura militare, da un Regio Misuratore e da
altri collaboratori aveva fatto, personalmente
un’ispezione della penisola sulcitana, rilevando e facendo rilevare tutta una serie di dati che
verranno poi riportati nella successiva relazione datata 1755, tutti raccolti in un voluminoso
faldone, custodito nell’Archivio di Stato di Torino, denominato Sardegna Feudi, Sant’Antioco-Iglesias, da confrontare con le informazioni,
relative agli anni 1761-1764 contenute nel codice, inedito, riguardante la diocesi di Iglesias.
L’isola o penisola di Sant’Antioco contava
nel 1754 trecentodue abitanti stabili, per lo più
affittuari o famigli di nobili e cavalieri di Iglesias i quali possedevano nell’isola del Santo,
terreni e case, nelle quali abitavano contadini e
pastori, per tutto l’arco dell’anno «in società con
padroni iglesienti, altri il suo, altri l’altrui bestiame pascendo, col vantaggio delle dette abitazioni, senza spesa d’affitto, ma con la condizione di lasciarle in tempo della Festa». Era,
con ogni probabilità, ritenuto utile al prestigio
sociale aver casa nell’isola dove, in occasione
della festa, si ritrovavano le persone più illustri
del regno, talvolta lo stesso Viceré e l’Arcivescovo di Cagliari.
Nell’isola erano allevate 500 vacche, 2.000
capre e 600 pecore e, a detta dell’agrimensore, di cui ci è stato tramandato il nome, Filippo Griseri, il terreno seminativo poteva esser
raddoppiato e dare quindi sostentamento ad una
più numerosa popolazione.
Gli 800 olivastri contati, potevano esser tutti
innestati ad olivi, così da dare una produzione
di olio più che dignitosa; sfortunatamente non
v’era legname atto alla costruzione di case;
questo poteva però essere preso nei territori di
Iglesias, Villamassargia, Santadi, Piscinas o Teulada, tutti ad un giorno e mezzo di strada con
il carro a buoi, anche perché le strade erano,
come già detto, praticamente inesistenti. Per
contro, erano abbondanti le pietre calcaree per
la preparazione della calcina.
Nell’anno in cui venne stesa la relazione le
case abitate erano 49, i casolari e gli edifici come
stalle o magazzini 10, le capanne sparse per la
campagna e nelle vicinanze dell’abitato 23,
mentre 63 erano sparse nelle campagne; inoltre,
caso unico nel Sulcis, vi erano 116 grotte, resti di antichi ipogei; venivano occupate, in occasione della festa del Santo, dai pellegrini che
vi trovavano ospitalità, o dai proprietari igle-
La relazione del Conte di Calamandrana.
sienti che le utilizzavano per la stessa occasione.
Due sole di queste spelonche erano abitate
stabilmente per tutto l’anno.
La maggioranza delle costruzioni erano raggruppate intorno alla chiesa del Santo, sulla
parte alta della collinetta nota come sa guardia
de su pisu. Appena più in basso, dove ora c’è la
piazzetta che ne ricorda il nome, vi era la chiesetta, ormai cadente, di Santa Rosa, la madre di Antioco secondo un’antica tradizione popolare, già
interdetta dall’arcivescovo monsignor Falletti, ed utilizzata per la sepoltura dei defunti.
L’edificio più grande e di maggior valore,
fatta eccezione per la chiesa, tra quelli esistenti,
era di proprietà della città d’Iglesias e valutato
intorno alle 3.650 lire piemontesi. Veniva utilizzato per ospitarvi persone illustri e i rappresentanti del comune che colà si recavano in occasione delle feste del Santo. Era una costruzione a due piani che, oltre alle diverse camere, era sede, nel piano terreno, della prigione
del villaggio perché, nonostante il vescovo vi
esercitasse i diritti baronali, l’ordine pubblico
era assicurato, da sempre, dal Capitano di Giustizia di Iglesias che, in quegli anni era Don
Faldone custodito nell’Archivio Storico di Torino.
Agostino Salazar. La casa era composta di due
piani, al piano superiore camere cinque con
sternito (Pavimento - in forma dialettale piemontese) di mattoni e calcina, muraglie di terra e
pietre, imboccate (intonacate) alle sue due facce,
in calcina, il coperto pendicio a due parti (il tetto
inclinato a due spioventi) et il piano di terra
composto di camere tre ed una prigione; avuto riguardo al buono stato si trova detta casa,
si è stimata in Lire Piem. 3650.
I principali edifici del piccolo abitato erano
di proprietà di nobili iglesienti o di religiosi di
un certo prestigio.
Avevano casa in ottimo stato, nell’isola di
Sant’Antico i Reverendi padri Gesuiti, composta di sei stanze e il tetto a due pendenze, con
un bel giardino e un porticato chiuso da un
parapetto in muratura. La casa era abitazione,
per tutto il corso dell’anno di Sebastian Bullegas che vi dimorava con la sua famiglia.
I PP. Conventuali di San Francesco di Iglesias
possedevano una casa, non accanto alla chiesa, ma in regione Canai, oltre a terre aratorie.
Don Nicola Salazar, arcidiacono della cattedrale e seconda dignità del capitolo possedeva una casa. Il M. R. Don Michele Pes, arciprete e Vicario Capitolare, era proprietario di
terre aratorie.
Il capitolo di Iglesias possedeva una casa
che ospitava il curato, Francesco Pintus il quale,
a sua volta, era proprietario di due capanne e
cinquanta pecore in regione pispisia. La casa
del Capitolo era un edificio a due piani, appena discosto dalla chiesa, utilizzato dai canonici
nelle ricorrenze festive, con cinque stanze al
piano terra e tre a quello superiore, più alcune
botteghe che venivano utilizzate da mercanti,
nel corso della festa.
Il Capitolo possedeva altre due piccole case, a due piani di recente costruzione, una a
destra e l’altra a sinistra della chiesa, con il piano terra aperto a porticato per fungere da botteghe in occasione della festa.
Anche l’eremitano, che custodiva la chiesa
per il resto dell’anno, possedeva una capanna
e terre aratorie.
Vi erano poi le case del nobili iglesienti, tutte
abitate da affittuari, mezzadri o servitori che le
custodivano per conto dei proprietari. Avevano
dei possedimenti: Il nobile don Fadda, Donna
Matia de Espinosa, don Pietro Usay, don Emanuele Angioy, don Gavino Salazar, capitano di
giustizia di Iglesias e con giurisdizione a Sant’Antioco per le cause criminali e ordine pubblico, quasi il fatto di possedere casa nell’isola
del Santo Patrono costituisse una sorta di status
symbol, un irrinunciabile punto di prestigio.
Tutte queste costruzioni servivano da abitazione per le 300 persone che vi vivevano
stabilmente, pur con qualche disagio, per tutto
l’anno.
L’economia, era da considerarsi di pura sussistenza, prova ne sia che la gran parte di quanto necessario all’alimentazione e ai consumi
primari, proveniva dai prodotti del luogo.
L’olio era quello chiamato Ollu de Stincu,
ovvero prodotto dalle bacche del lentischio,
abbondante nella macchia dell’isola. Il pane,
prodotto dalle farine di frumento locale, è l’unico alimento di cui hanno una certa abbondanza, vien consumato con qualche pezzo di
formaggio. Assai rara la carne sulla mensa degli abitanti, come frutta, qualche dattero e mirto
selvatico. Talmente misera era la vita di quei
villici che poche erano le coppie che potevano sposarsi, non essendo in grado di garantire
la sussistenza alla famiglia.
Per di più, nonostante da qualche anno fosse
presente un cappellano nominato e pagato dal
Capitolo, gli abitanti erano costretti, per sposarsi a recarsi ad Iglesias, perché il curato del
Villaggio poteva amministrare solo i sacramenti
del battesimo e dell’Estrema Unzione.
Nel quarto dei quinque libri, quello dei morti, sono riportate, oltre all’annotazione del decesso, l’autorizzazione che il Vicario Generale
dava al cappellano, di seppellire il defunto nella
chiesetta di santa Rosa, ormai destinata a quell’unico scopo.
Spostarsi in città, come già visto non era uno
scherzo. Anche le puerpere per partorire dovevano andare presso i parenti ad Iglesias, affrontando il viaggio disagevole anche nella brutta stagione e talvolta, si può immaginare, in situazioni di estrema urgenza.
La lana era filata dalle bestie allevate dai residenti e ogni donna filava e tesseva la lana
grezza che costituiva il tessuto con il quale confezionare gli indumenti per tutta la famiglia.
Nel 1756, nella parte “battesimi” dei quinque libri della novella comunità, furono registrate le prime tre nascite e altre 277 nei quindici anni successivi. Il primo matrimonio fu
celebrato solo nel 1761. A partire da quella data, osservando il luogo di provenienza degli
sposi, notiamo che in maggioranza provenivano
da Iglesias, ma vi era anche chi veniva da Villacidro, Fluminimaggiore, Portoscuso, Teulada, Villa Speciosa e Cagliari. I morti, tra gli
anni 1756 e 1770 furono 111, ma non possiamo
sapere quanti erano originari di Sant’Antioco, in
quanto, per 63 di essi, non è specificato il luogo
di origine, ma essendoci tra questi ben 47 bambini, è probabile fossero nati nell’isola.
Dai dati in nostro possesso, possiamo concludere che il numero di residenti crescesse
rapidamente se, dopo appena due lustri, nelle
visite pastorali, si riportavano circa 500 abitanti.
Dopo circa un secolo, nel 1844, Sant’Antioco,
nonostante l’ultima incursione dei barbareschi
si fosse verificata nel 1815, con la cattura di 158
antiochensi, era ormai divenuto un grosso villaggio, con 2.610 abitanti, protetto da un forte
con guarnigione e artiglierie, in grado di rintuzzare ulteriori incursioni e quindi capace di
costituire un polo di attrazione per nuovi abitatori.
Portoscuso era costituito, nel 1762, da poche
case, raggruppate intorno alla chiesa di Santa
Maria d’Itria, in prossimità della tonnara Su
Pranu. Gli abitanti erano così pochi che venivano conteggiati tra quelli della parrocchia di
Santa Chiara di Iglesias: il numero cresceva
sensibilmente nella stagione delle tonnare. Per
quanto riguarda l’amministrazione religiosa,
la chiesa di Portoscuso dipendeva da quella di
Sant’Andrea di Gonnesa, il cui beneficiato riscuoteva i diritti di sepoltura.
Il Duca di San Pietro, feudatario dell’isola
omonima, per suo privilegio provvedeva alla
nomina e alla retribuzione sia del parroco di
Carloforte, sia a quella del cappellano di Puerto Escus, come riportato nella relazione del Vi-
sitator, arcidiacono Diego Salazar: Tambien en
la Isla desan Pedro esta la Iglesia Parroqle, en la
que està el V.o parroquial oara administar… un
otra en Puerto Escus, donde hay un cappellan
que sierve para celebrar… y amboslos nombra
y ly paga el Illmo Duque de San Pedro…
Era usuale che, i villaggi delle tonnare, con
le casette per i tonnarotti e l’abitazione padronale, fossero dotate di una chiesa per la celebrazione della messa quando, in periodo di mattanza, si animavano con decine di presenze.
Così anche la tonnara di Porto Palla, (Porto
Paglia, all’estremità meridionale della spiaggia di Funtana Mare) di proprietà di don Stefano Brunengo, conte di Monteleone, aveva
Stemma nobiliare della famiglia Sanjust.
la sua chiesa e il suo cappellano.
Carloforte che, pur essendo stato fondato nel
1737, appena 25 anni prima, contava di già
oltre mille abitanti, tutti poveri ma laboriosi,
seguivano con assiduità le funzioni religiose,
anche se, le loro donne, erano ritenute, un poco troppo libere nei costumi. E però probabile che questo giudizio fosse eccessivamente
“burocratico”, provocato dal fatto che le giovani copie che si aggiungevano alla colonia,
provenienti da Tabarca, non avevano spesso,
formalizzata la loro unione, in quanto nell’isolotto tunisino non era presente un parroco,
il vincolo veniva però formalizzato non appena era data loro la possibilità.
Il resto della popolazione che popolava i salti
del Sulcis, era dispersa in piccoli e piccolissimi
agglomerati di capanne, intorno alle antiche
chiese che erano sopravvissute al trascorrere dei
secoli. Tratalias, nonostante la bella cattedrale
Romanica era deserta, Masainas era poco più che
un furriadroxiu, così pure Perdaxius con le due
chiesette di San Giacomo e San Leonardo.
In queste chiese rurali, non si tenevano regolari funzioni religiose; si celebrava la messa,
Comunicazione del Vicario Generale.
una volta all’anno, per la festa del Patrono titolare e, per l’occasione, si teneva anche una fiera
nella quale, i cussorgiali avevano la possibilità
di approvvigionarsi di qualche suppellettile e
fare anche qualche piccola spesa voluttuaria,
oltre naturalmente a mondarsi, come prescritto,
dei peccati commessi nei lunghi intervalli temporali tra una ricorrenza religiosa e l’altra.
Sappiamo dalla relazione del Vicario Capitolare che tali feste erano attese e frequentatissime
dai popolani come dai sacerdoti poveri che approfittavano di quelle occasioni per mangiare con
abbondanza e compensare così i giorni di magra.
Unica Villa, di quel territorio desolato che era
il Sulcis in quegli anni, Teulada, situata all’estremo sud della diocesi a qualche chilometro
dal mare, con i suoi più di 2000 abitanti, era allora feudo di uno dei rami della famiglia Sanjust, un’antica casata di origini iberiche, venuta
in Sardegna al seguito dell’infante Alfonso di
Aragona, con l’armata di conquista dell’Isola.
Sembra dal codice cartaceo relativo alle
visite pastorali, che, nel territorio di Teulada
operassero diversi facinorosi, tanto che il feudatario, per tenerli in soggezione, vi dimorasse
per buona parte dell’anno, abitando nel palazzo baronale che ancora esiste e sul cui portone principale è visibile lo stemma gentilizio:
«Un monte con tre cime sul quale splende, in
un cielo azzurro, un sole d’oro, sormontato da
un elmo d’acciaio ornato da pennacchi».
è invece scomparsa l’epigrafe, citata nel
documento della visita pastorale che, nel 1764,
ornava il frontone della chiesa parrocchiale,
sotto l’invocazione della Beata Maria del Monte Carmelo, di Sant’Antonio di Padova e di
Sant’Antioco che così recitava: «Hanc ecclesiam parroquialem mandavit suis expensis,
Don Antonio Catalan huius baroniae Dominus,
hac baro anno 1680». Don Antonio Catalan
era membro di una famiglia di mercanti di
origine provenzale e ottenne il cavalierato e la
nobiltà nel 1678. La famiglia si estinse nel corso
del XVIII secolo; feudo e titolo si trasferirono,
per matrimonio ai Sanjust.
L’epigrafe, presente nel 1762, è oggi scomparsa; forse nel corso dei diversi rifacimenti a
cui la chiesa venne sottoposta negli ultimi 250
anni, nei quali mutò anche l’orientamento della
facciata, fu ricoperta da uno strato di intonaco
o rimossa dalla parete in cui era stata murata.
Nel resto del territorio sulcitano, gli abitanti erano pochi e distribuiti in un’area vasta
e semiselvaggia. Scomparse le antiche ville medioevali, restavano al loro posto pochi ruderi
e qualche chiesa che i pastori che stazionavano in quei luoghi, per curare il bestiame ovino
o bovino, frequentavano, almeno saltuariamente come unico riferimento e punto di riferimento, un embrione di aggregazione sociale
che, nel secolo successivo si sarebbe evoluto
per dar evita ai primi boddeus, i quali si trasformeranno, nella seconda metà del XIX secolo
nei nuovi comuni.
Così Piscinas, sede anticamente di terme
romane, aveva già poche casupole raggruppate intorno alla chiesa, i cui pochi abitanti pascolavano vacche, pecore e capre.
Gibba, poche casupole di fango, con poca
terra coltivata intorno.
Masainas, nel territorio del marchesato di
Villa Sidro e Palmas, ma sottoposta alla regia
giurisdizione e considerata porto reale per la
sua vicinanza a Porto Buttis, con numerose sorgenti di buona acqua e territori che potevano
essere seminati.
Santadi, l’antica Sant’Agata, feudo della mitra (del vescovo sulcitan/eccelesiense), sottoposto però alla giurisdizione del capitano di
giustizia di Iglesias. Vi si allevava numeroso
bestiame; pochi i terreni coltivati rispetto a quelli incolti, nonostante la dovizia di acque.
Intorno alla chiesa di San Nicola si stava
consolidando un primo embrione di villaggio,
cosa dimostrata anche dal fatto che colà aveva
sede il primo e, per il momento, unico cappellano con cura d’anime di tutto quel vasto territorio
della scomparsa curatoria giudicale. Si diceva, nella relazione attribuita al Vicario, che…
hay otras tres iglesias de tantes destructas, sin
haver senal enteiado… una en el salto de Santadi... non specifica di che chiesa si trattasse,
ma è assai probabile fosse quella antica dedicata a Sant’Agata, da cui derivò, in seguito il
nome stesso della villa, dato che, in quegli anni, era usata dal cappellano la chiesa di San
Nicola. I resti della chiesa di Sant’Agata sorgevano in quella parte di paese oggi nota come
Santadi Basso presso la riva sinistra del rio
Mannu. Come riporta, la professoressa Pinna
nel suo libro su Santadi, Nuxis e Villa Peruccio:
«Completamente distrutta, si trova in area privata. Agli inizi del secolo (XX), furono distrutti
i resti dei muri e i materiali usati dai proprietari del terreno per costruirsi una casa. Presso la casa erano i resti di un convento e un cimitero. Le tombe furono utilizzate per abbeverare
il bestiame. Lapidi e pietre tombali buttate fra
le siepi o utilizzate dalle donne per lavare i panni al fiume».
Le rendite della chiesa parrocchiale, erano
di pertinenza del vescovo, così come quelle di
Trattalias, dove si trovava e si trova tutt’ora,
la bella chiesa romanica di Santa Maria utilizzata, per qualche tempo, quale cattedra vescovile dei Presuli Sulcitani prima che la sede fosse trasferita ad Iglesias.
La relazione del Vicerè, prosegue citando
le antiche ville medioevali, completamente
spopolate di Villa Peruccio e Tuluj, da tempo
scomparse, nonostante a Tuluj vi fosse stata
una basilica, dedicata al culto di San Giorgio, di
cui si era persa ogni traccia. I due territori erano, in quegli anni, contesi tra due nobili iglesiente, don Francesco Otger e don Antonio de
Luna, i quali ritenevano entrambi di essere titolari del dominio.
Tutti questi luoghi erano, purtroppo, afflitti dalla malaria, di cui si ignoravano le cause
ma che colpiva, donne, uomini e bambini con la
stessa perniciosità, con febbri alte e intermittenti che fiaccavano le forze finanche alla morte.
Di seguito, vengono citati, alcuni territori,
come ad esempio il salto di Oridda, ricchi di
acque e boschi, in grado di dare sostentamento ad una numerosa popolazione, ma che rimanevano deserti, in parte per la distanza dalla città di Iglesias ma, soprattutto, a causa dell’ostilità degli abitanti di Arbus e per il pericolo costante di grassazioni e rapine, assai frequenti nei luoghi isolati.
(continua) - Giuseppe Mura
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XIX • N° 275 • 31 Ottobre 2014
è passato quasi un anno dalla chiusura del ponte sulla strada provinciale n° 2, gravemente lesionato dalle forti piogge
Disagi infiniti sulla SP 2 all’altezza di Barbusi
Il 14 marzo la Gestione commissariale dell’ex Provincia ha stanziato le risorse ma i tempi burocratici sono lunghissimi.
è
passato quasi un anno dalla
chiusura del ponte sulla strada provinciale n° 2 che porta all’ingresso di Carbonia.
Il 21 novembre 2013, in seguito alle
forti piogge che si abbatterono sull’Isola, un grosso pezzo di cemento
armato si staccò da una parete della
struttura, provocando gravi pericoli
per gli automobilisti. La Provincia di
Carbonia Iglesias, con apposita ordinanza, stabilì immediatamente la chiusura della SP2 tra i chilometri 53.700
e 54.500, fino al ripristino totale della sicurezza. Ma da allora le cose non
sono cambiate, e ancora adesso i migliaia di automobilisti che quotidianamente transitano su quel tratto di
strada sono costretti a un’autentica gincana tra le vie di campagna che collegano Genna Corriga alla frazione di
Barbusi.
Tanti i disagi, soprattutto per gli
autisti dei mezzi pesanti, costretti a
destreggiarsi in mezzo a curve e strade
strette che mai prima d’ora avevano
dovuto sopportare un traffico tanto intenso. Ma nel corso dell’estate si sono registrati anche numerosi casi di
autovetture terminate fuori dalla carreggiata a causa dell’illuminazione precaria e dell’asfalto reso viscido dalle
prime piogge.
Non un bel biglietto da visita, insomma, per la città di Carbonia. La
situazione però è diventata insostenibile in particolar modo per i residenti
della zona, ovvero gli abitanti di Genna Corriga e Seddargia, in tutto circa
duecento famiglie pressoché dimenticate dalle amministrazioni. Da quasi
un anno a questa parte, chi da Carbonia si reca nei centri urbani dell’estrema periferia è costretto ad allungare il percorso di circa quattro chilometri, con notevoli aggravi nelle spese per il carburante.
«Non è più possibile tollerare questa situazione - sottolinea con fermezza Carlo Concas, abitante nella borgata di Genna Corriga - siamo consapevoli delle difficoltà economiche con
le quali gli amministratori devono confrontarsi, ma dopo undici mesi di attesa esigiamo che la viabilità venga
migliorata».
Una, in particolare, la richiesta:
«Ripensare il sistema della circolazione, tenendo presenti anche le necessità dei residenti, e non solo quelle di chi proviene da fuori città».
Per venire incontro alle esigenze
presentato una formale richiesta di
finanziamento all’Amministrazione
regionale, la quale aveva tuttavia declinato a causa delle gravi situazioni
finanziarie in cui versavano (e conti-
Il Partito dei sardi ha organizzato un convegno nei locali ex Emas
Turismo attivo per il Sulcis Iglesiente
S
Il tratto di strada chiuso al traffico il 21 novembre 2013.
di tutti, in fondo, potrebbe bastare poco: «La realizzazione di una rotatoria
provvisoria e il ripristino del doppio
senso di marcia sulla strada parallela alla SP2. Una soluzione che crediamo possa accontentare sia chi transita verso Carbonia, che gli abitanti
Foto di Fabio Murru.
nuano a versare) gli altri contesti territoriali. Il 14 marzo la Gestione Commissariale della ex Provincia di Carbonia Iglesias aveva invece approvato il Conto Consuntivo della gestione 2013, liberando le necessarie risorse per l’affidamento dell’incarico
i è parlato di turismo attivo
alcune settimane fa, nei locali dell’ex Esmas di San
Giovanni Suergiu, in un incontro dibattito sulle iniziative dell’assessorato regionale ai Lavori pubblici per la costituzione di una rete
integrata di piste ciclabili e percorsi escursionistici, ai quali sono stati
invitati gli operatori del turismo attivo, imprese e privati cittadini che si
occupano di cicloturismo, ippovie,
escursionismo e turismo sportivo.
Hanno partecipato diversi operatori del settore, che hanno offerto
i dati del turismo attivo nel Sulcis,
mettendo in evidenza criticità e punti di forza. è stata anche l’occasione per ribadire alcune posizioni del
Partito dei Sardi sulle questioni che
riguardano il territorio, partendo dall’emergenza occupazionale e dalla
necessità di un deciso cambiamento
di governance che rilanci il Sulcis e
crei nuove prospettive di sviluppo e
lavoro per i cittadini, oltre che sulle
attività del Partito in Giunta e in
Consiglio regionale.
Dopo la presentazione di Luca
Sarriu, coordinatore provinciale del
Partito dei Sardi, Sabrina Sabiu ha
svolto una dettagliata relazione storica sul territorio e sulle potenzialità
dello stesso nel campo del turismo
attivo. Sono seguiti diversi interventi, tra i quali quello di Marco Antonio Piras, sindaco di Tratalias, che
ha sollecitato l’approvazione di una
norma per la regolamentazione della pesca sportiva nei laghi, potenzialmente molto importante per un
turismo di nicchia in grado di pro-
Orrù, responsabile dell’associazione
Kite Sardegna, che ha sottolineato la
necessità di creare le condizioni per
favorire la scelta del Sulcis da parte
degli appassionati di questa disciplina,
per lo svolgimento della stessa, creando opportunità per i giorni in cui le
condizioni meteorologiche, per la
Il convegno svoltosi nei locali ex Esmas di San Giovanni Suergiu.
durre reddito; Giampiero Pinna, presidente dell’associazione Pozzo Sella
e della Consulta delle associazioni
del Parco Geominerario, che si è soffermato sulle opportunità offerte
dall’escursionismo e sul progetto del
Cammino di Santa Barbara; Marco
mancanza di vento, non consentono
le uscite in mare.
Hanno concluso il dibattito, gli
interventi del consigliere regionale
Augusto Cherchi e del coordinatore regionale del Partito dei Sardi,
Franciscu Sedda.
Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, lancia l’allarme
«Il futuro dell’Arst è fortemente a rischio»
Una panoramica di Barbusi da Monte Sirai.
del posto, in attesa del ripristino completo del ponte di Barbusi».
Sul fronte burocratico, intanto, si
muove ben poco. L’ente provinciale,
già nei primi mesi del 2014, aveva
di progettazione. Da allora, però, nessuna novità sostanziale, e sulla SP2 i
disagi continuano a essere all’ordine
del giorno.
Roberto Rubiu
G
nulla - sottolinea il capogruppo dell’Udc -. Non è inoltre ammissibile il
forte ritardo nell’erogazione dei contributi in conto esercizio. Non basta. Sembra assurdo che non vengano assegnate le risorse necessarie per
gli investimenti su infrastrutture e
materiale rotabile».
L’appello di Gianluigu Rubiu è
chiaro: «L’Arst è una delle aziende
ianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc in Consiglio
regionale, lancia l’allarme
sul futuro dell’Arst, l’azienda isolana che conta oltre 2.500
dipendenti. L’esponente centrista ha
presentato un’interrogazione urgente
all’assessore dei trasporti, Massimo
Deiana, sulla situazione della società.
«Si tratta di un’importante risor-
di interesse ambientale e culturale.
Ebbene, da un incontro tenutosi tra
i sindacati e i vertici dell’azienda regionale di trasporto, sarebbe scaturito fuori un quadro allarmante che
desta grande preoccupazione per
le prospettive dell’azienda. Di fatto,
ai rappresentanti dei lavoratori sono state confermate, le indiscrezioni,
addirittura in peggio, sulla dramma-
Il consigliere regionale Gianluigi Rubiu.
Gli autobus Arst del servizio urbano di Carbonia, Iglesias e Carloforte.
sa pubblica per la nostra Isola denuncia Rubiu - che gestisce la quasi totalità delle autolinee extraurbane, il trasporto urbano su gomma in
alcuni Comuni, oltre alla rete ferroviaria a scartamento ridotto, i servizi di metrotranvia di Cagliari e
Sassari. Non si dimentichi il Trenino
Verde che opera in ambito turistico
con il collegamento tra diversi centri
tica situazione finanziaria dell’azienda che, in meno di un anno - tra novembre 2013 e settembre 2014 - è passata da un credito vantato nei confronti della Regione di 70 milioni di euro all’attuale di oltre 90 milioni di euro».
Gianluigi Rubiu mette in guardia la Giunta Pigliaru. «Non è concepibile assistere al decadimento di
questa azienda senza che si faccia
Ottavia Salidu ha raggiunto un altro straordinario traguardo
Il 105° compleanno tra figli, nipoti e pronipoti
O
ttavia Salidu, la più longeva nonnina di Sant’Antioco e del Sulcis, nata il
12 ottobre 1909, ha compiuto 105 anni. A festeggiarla, nella
sua casa di piazza Parrocchia, i suoi
tre figli, di cui due risiedono a Sant’Antioco, sei nipoti e due pronipoti, insieme ai parenti e conoscenti che
le hanno fatto visita per tutta la giornata.
Nonna Ottavia vive da sola, è
arzilla e ancora autosufficiente. Solo da qualche anno, i figli le hanno
affiancato una badante che le fa
compagnia e alla quale vuole bene
come ad una figlia. Sempre lucida e
con una memoria di ferro, Ottavia
Salidu, prima di tagliare la torta sulla quale spiccava il numero 105, ha
ricordato, tra tanti fiori e regali, momenti importanti della sua vita.
Nonna Ottavia da oltre un secolo, infatti, è testimone e memoria
Ottavia Salidu.
storica dei tanti avvenimenti succedutesi in città. Ricorda ancora persino le poesie imparate a scuola che
ha iniziato a frequentare nel periodo
della grande guerra. Ama raccontare quando, ancora giovinetta, si recava nella campagna del padre appena fuori città, per innaffiare l’orto e raccogliere la frutta. «C’era di
tutto - ricorda - aranci, mele e limoni».
Tra i suoi ricordi più belli, la vita vissuta col marito Nicolino, che
l’ha lasciata vedova trent’anni fa, i
viaggi fatti dopo l’ultima guerra. è
stata a Torino, Roma e due volte in
Algeria, dove si è recata a trovare il
figlio Mario che lavorava nel paese
del nord Africa.
«è una gioia che sia ancora con
noi - dice il figlio Mario - speriamo
possa continuare ancora per molti
anni.»
Tito Siddi
www.tentazionidellapenna.com
modello in Sardegna. Si potenzi il suo
ruolo, soprattutto nelle zone più a rischio. Il Sulcis Iglesiente, ad esempio,
avrebbe necessità di un incremento
di tratte per la zona di Cagliari e
dell’area vasta, visto che una larga
fetta di studenti frequenta l’ateneo del
capoluogo e un grande numero di
lavoratori pendolari usufruiscono
del servizio».
La Giunta comunale di Carbonia ha approvato due progetti per l’adeguamento dell’impianto di Sa Terredda e per l’ampliamento dell’ecocentro
Nuovi investimenti per ottimizzare il servizio di smaltimento dei rifiuti
V
enerdì 17 ottobre la Giunta
comunale di Carbonia ha
approvato un’importante
delibera per l’adeguamento dell’impianto di trattamento dei
rifiuti, in prossimità della discarica
di Sa Terredda.
«Con quest’ultimo intervento spiega Franco Manca, assessore dell’Ambiente del comune di Carbonia l’impianto, utilizzato per il trattamento dei rifiuti indifferenziati, sarà impiegato anche per la trasformazione dei rifiuti organici in compost di qualità. L’intervento sarà
finanziato con circa 2 milioni di euro stanziati dalla Regione e con una
quota di cofinanziamento comunale di circa 230.000 euro, per un totale di 2.311.700 euro.»
«Grazie a questo nuovo intervento - conclude Franco Manca - dai
rifiuti si riuscirà a ottenere un prodotto che potrà essere utilizzato nel
settore agricolo, come concime.»
Nella stessa riunione, la Giunta
comunale di Carbonia ha approvato
il progetto preliminare per i lavori
di completamento del centro di raccolta dei rifiuti urbani (area PIP -
L’impianto di trattamento di Sa Terredda.
Piano di Insediamenti Produttivi).
I lavori prevedono l’ampliamento
dell’ecocentro esistente, con la realizzazione di un’area che comprende
una rampa per permettere ai mezzi
di raccolta di scaricare i rifiuti all’interno degli scarrabili (contenitori dei rifiuti). Alla fine dei lavori di
ampliamento, lungo il perimetro di
tutta l’area, saranno piantate essenze e piante aromatiche, che caratterizzeranno l’insieme dell’ecocentro
comunale. è prevista anche la realizzazione di una tettoia per riparare alcune tipologie di rifiuti (vernici,
televisori, etc.) dall’esposizione agli
agenti atmosferici.
L’intervento, finanziato dalla Regione Sardegna, rientra nella convenzione stipulata tra Ati Ifras S.p.A.
e l’Amministrazione regionale, che
incarica l’Ati Ifras di realizzare gli
ecocentri per i Comuni appartenenti all’ambito territoriale del Parco
Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna.
Questo nuovo intervento è finalizzato a migliorare l’efficienza dei
servizi destinati a tutta la cittadinanza.
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Spazio redazionale a cura del Comune di Carbonia, comunicazione istituzionale nel rispetto del principio della trasparenza
Il Comune di Carbonia informa
Parco Archeologico di Monte Sirai
Monte Sirai è un Parco Archeologico di eccellenza che include un grande comprensorio archeologico esteso per l’intero altopiano, nel quale si concentrano decine di siti sorti dal IV millennio a.C. fino all’ultimo periodo dell’età punica; fra i principali
citiamo quattro gruppi di Domus
de Janas, tre nuraghi monotorre
eretti sulle pendici dell’altopiano, gli abitati afferenti alle varie
fasi di insediamento del pianoro,
dal villaggio eneolitico di cultura
Monte Claro fino ai nuclei abitativi di neopunica, e ai tratti di
strada di accesso all’altopiano.
L’impronta più marcata di
Monte Sirai è tuttavia quella data dalla presenza prima dei fenici e poi dai cartaginesi, che scelsero il rilievo per la sua posizione
strategica, dato che dominava il
passo compreso fra il tronco meridionale e quello settentrionale
della Via Sulcitana (da Sulky a
Karali) e anche l’accesso ai sentieri che conducevano ai giacimenti minerari attraverso il Flumentepido.
Fondato verso la metà dell’VIII sec. a. C., l’insediamento
fenicio crebbe nell’ultimo quarto
del secolo successivo. Nel 520
a.C. (circa) venne distrutto dai
Cartaginesi e poi ricostruito nel
corso del V secolo, mentre l’ultima pianificazione urbanistica
risale a un momento poco antecedente alla prima guerra punica
(264-241 a. C.). Durante i primi
secoli della dominazione romana della Sardegna, dal 238 a.C.,
Monte Sirai rimase un centro punico. I nuovi centri romani, infatti, si trovano a valle, intorno al
pianoro e nell’area dell’attuale
città di Carbonia.
Il percorso consigliato comincia con l’abitato alto, chiuso sul lato settentrionale da fortificazioni; attraverso la porta
Nord si accede all’unico spazio
pubblico, una piccola piazza dominata dal tempio di Ashtart,
dalla quale si dipartono tre strade parallele e quattro grandi isolati; la maggior parte delle abitazioni ha una planimetria a vani affiancati, come la casa “del
lucernario di talco” (fine VII
sec. a.C. - II sec. a.C.), mentre le
case a corte sono una minoranza destinata forse ad un gruppo
di famiglie dominanti: la cosiddetta “casa Fantar”, ad
esempio, è molto vicina al tempio. Gli scavi più recenti hanno
scoperto che, nell’estremità meridionale, un nucleo dell’abitato
fu rioccupato in età tardo antica
(V-VI d.C.). Verso Nord, all’esterno, si incontra la prima delle
necropoli, quella fenicia, un’ampia area di tombe a incinerazione scavate nella roccia tufacea o
nella terra, coperte da lastrine di
pietra. Delle aree funerarie di
età punica si possono visitare: la
necropoli ipogeica, di particolare
richiamo per le tombe familiari
sotterranee; l’adiacente necropoli infantile (sepolture in anfora)
nerari di archeo-trekking, archeologico-naturalistici e a diverse attività didattiche e di animazione,
con le case e le botteghe puniche
che prendono vita grazie a scalpellini, muratori e vasai, che mostrano il proprio lavoro ai visitatori,
con vestiti e strumenti dell’epoca.
E-mail: [email protected]
Dove si trova
Carbonia, Strada Statale 126
Sulcitana - località Sirai
Museo PAS - PaleoAmbienti Sulcitani E.A. Martel
Il Museo paleontologico di
Carbonia ha la sua nuova sede
nella Grande Miniera di Serbariu, nei locali della ex-officina.
Venne costituito e gestito a
partire dal 1972 dal Gruppo Ricerche Speleologiche “E. A.
Martel”, all’interno della precedente sede in via Campania.
Nel 1997 fu rilevato dal Comune di Carbonia nell’ambito di
un progetto finalizzato alla valorizzazione dei beni culturali
e ambientali della Città.
Il Museo presenta una ricca mostra di reperti fossili che
consentono un’escursione nel
tempo attraverso le ere geologiche alla scoperta dell’evoluzione della vita sulla Terra, con
particolare riguardo alle vicende del Sud ovest della Sardegna.
Cattura l’attenzione, di grandi e bambini, la riproduzione,
a dimensioni naturali, dello scheletro di un Tyrannosaurus rex
adulto.
Il Museo Paleoambienti Sulcitani E.A. Martel offre alle scuole la possibilità di partecipare
a diversi laboratori didattici, durante i quali gli studenti possono avere un’esperienza pratica di paleontologia.
Dove si trova
PAS - PaleoAmbienti Sulcitani E.A. Martel
presso Grande Miniera di
Serbariu - 09013 Carbonia
Contatti e informazioni
Telefono: 0781 662199
E-mail: museoguidemed@
alice.it; [email protected]
Direzione: direzione@pas
martel.it
Sito internet: www.pasmar
tel.it
Chiuso i lunedì non festivi.
Orario estivo (dal 1 aprile al
Esposizione del Museo PAS Paleoambienti Sulcitani E.A. Martel.
Ricostruzione Tyrannosaurus rex adulto.
Orari di apertura
Orario invernale (dal 1 ottobre al 30 marzo): dal martedì alla
domenica, dalle 10.00 alle 18.00.
30 settembre): dal martedì alla
domenica, dalle 10.00 alle 14.00
e dalle 15.00 alle 19.00. Chiuso
i lunedì non festivi.
Foto G. Alvito - Teravista, proprietà Ifras, su concessione MiBACT.
e, infine, un’area funeraria scoperta di recente, composta di tombe singole in fossa. A Nord-Ovest
delle necropoli, su un altro rilievo
sorge il tofet, santuario dei bambini morti prima di essere integrati nella comunità dei vivi, fondato intorno al 360 a.C. [Testo
di Carla Perra]
Servizi
Il Parco garantisce numerosi
servizi attraverso un complesso
di edifici che comprende un fornito bookshop e una sala mostre
e convegni, con vista sul magnifico panorama.
Nel Parco, con prenotazione,
è possibile prendere parte ad iti-
Informazioni e prenotazioni
Cell. 3205718454
Tel. Museo Archeologico 0781
63512
E-mail: museoguidemed@
alice.it
Tel. 0781 64040 (Cooperativa
Mediterranea) - Fax 178279 8302
Orari di apertura
Orario invernale (1 ottobre 31 marzo): da mercoledì a domenica, dalle 10.00 alle 15.00.
Lunedì e martedì aperto su prenotazione.
Orario estivo (1 aprile - 30
settembre): da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 19.00.
Chiuso i lunedì non festivi.
Parco Urbano "Sa Grutta"
con Necropoli Ipogeica di Cannas di Sotto
Il Parco Urbano “Sa Grutta” si trova nella zona di Cannas di sotto a Carbonia. Ingresso da via Alghero.
Contatti e informazioni
Tel. 0781 63512 (Museo Archeologico)
E-mail: museoguidemed@
alice.it
Tel. 0781 64040 (Cooperativa
Mediterranea)
E-mail: [email protected];
[email protected]
Servizi: visite guidate.
Orari di apertura
Orario invernale (dal 1 ottobre al 31 marzo): tutti i giorni dalle 8.00 alle 16.00. Visite
guidate su prenotazione attra-
Museo PAS
Paleoambienti Sulcitani E.A. Martel
verso il Museo archeologico
(Tel. 0781 63512).
dalle ore 8.00 alle 20.00. Visite guidate dal mercoledì alla
Passeggiata coperta del Parco Urbano “Sa Grutta”.
Orario estivo (dal 1 aprile
al 30 settembre): tutti i giorni,
domenica, dalle ore 10.00 alle
ore 15.00.
Altri musei a Carbonia
Museo del Carbone - Centro Italiano della Cultura del
Carbone
Grande Miniera di Serbariu - 09013 Carbonia
Contatti
Uffici: Tel. 0781 670591 Biglietteria: Tel. 0781 62727
E-mail: prenotazioni@mu
seodelcarbone.it; info@museo
delcarbone.it
Sito internet: www.museodelcarbone.it
Orari di apertura
Orario invernale (dal 21 settembre al 20 giugno): dal martedì alla domenica, dalle ore
10.00 alle ore 18.00. Chiusura:
lunedì non festivi, Natale e Capodanno. La biglietteria chiude alle 17.00.
Orario estivo (dal 21 giugno
al 20 settembre): tutti i giorni,
dalle ore 10.00 alle ore 19.00. La
biglietteria chiude alle 18.00.
Museo Archeologico Villa
Sulcis - Via Campania snc;
Parco Villa Sulcis - 09013
Carbonia
Informazioni e prenotazioni
Biglietteria 0781 63512
E-mail: museoguidemed@
alice.it e [email protected]
Direzione: telefono e fax
0781 665037
E-mail: direzionemusei@
comune.carbonia.ca.it; villa
[email protected]
Orari di apertura
Orario invernale (dal 1 ottobre al 31 marzo): dal mercole-
Orario estivo (dal 1 aprile al
30 settembre): dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle
La lampisteria della Grande Miniera di Serbariu.
L’ingresso del Laboratorio di restauro del Museo Archeologico Villa Sulcis.
dì alla domenica dalle 10.00 alle
15.00 (lunedì e martedì aperto
su prenotazione).
14.00 e dalle ore 15.00 alle
19.00. Chiusura: i lunedì non
festivi.
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Da 12 anni la prima domenica di settembre si svolge a Sant’Antioco l’evento creato dall’artista antiochense Gianni Salidu
L’isola di Sant’Antioco abbraccia il mare
I
Altri 30 giorni di cultura, spettacolo e sport
S
Dopo la scomparsa dell’artista, la manifestazione vive grazie all’impegno dell’associazione “Sant’Antioco abbraccia il mare”.
l 7 settembre si è svolta la dodicesima edizione di “Sant’Antioco abbraccia il mare”, organizzata dall’associazione che ha preso il nome dallo stesso evento, nato
l’8 settembre 2002.
Nel 2001 l’artista Gianni Salidu,
venne contattato da un gruppo di sommozzatori per realizzare una scultura
dedicata ai caduti in mare, da posizionare sott’aqua. Nello stesso anno, venne
tastata la resistenza della pietra che poi
avrebbe dato vita all’opera richiesta.
ma l’associazione, di cui era presidente onorario, ha voluto continuare a
portare avanti la manifestazione come
quando lui era in vita.
Anche quest’anno, si è svolta la
commemorazione che ha toccato il
cuore dei sempre più numerosi partecipanti. L’appuntamento era al porticciolo di Sant’Antioco, dove la corona d’alloro, con un banner con la foto
dell’artista mentre scolpisce uno dei
suoi innumerevoli capolavori, era attesa dagli uomini della Guardia Costiera
Una volta arrivati sul posto, il figlio dell’artista, Massimiliano ed il
suo figlioletto Federico, di soli 7 anni, hanno adagiato la corona sull’acqua con lo stesso amore e la stessa
emozione che provava Gianni Salidu quando, sino a poco prima di ammalarsi, se ne occupava in prima persona. Una semplice corona d’alloro
e tanti fiori, dono dei partecipanti alla
cerimonia, in pochi attimi hanno trasformato il mare in uno specchio di
profumati colori. I sommozzatori han-
e della Finanza, dai Carabinieri e dagli uomini della Forestale di Sant’Antioco, dai sommozzatori di Sant’Antioco, Calasetta e Carloforte e
dai sommozzatori dei Carabinieri di
Cagliari, oltre che da tutte le altre persone affezionate alla manifestazione.
La corona è stata portata, a piedi, alla
motobarca Mariposa, con l’accompagnamento della Banda Musicale Giuseppe Verdi di Sant’Antioco, è stata
accolta a bordo dal comandante Giovanni Serrenti e, mentre il sacerdote
dava la sua benedizione, tutte le barche hanno suonato in segno di saluto.
Dopo la benedizione, le motobarche
del comandante Giovanni Serrenti e
del comandante Franco Maxia hanno
fatto salire tutte le persone che lo desideravano e, seguite da altre barche
addobbate a festa, hanno raggiunto l’isola della Vacca.
no poi rimosso la vecchia corona e
posizionato la nuova, rinnovando così
ancora una volta, il ricordo dei tanti
caduti in mare e dello stesso artista
che nel 2001 aveva accolto con entusiasmo e realizzato con orgoglio la
sua “Sirena”. Alla fine della cerimonia, tutti i partecipanti si sono recati
in località Su Pranu, presso il “Giardino dell’arte” dove da allora si trova il laboratorio di Gianni Salidu, ad
attenderli un buffet ed una mostra dei
capolavori dell’artista scomparso.
L’appuntamento è per la prima domenica di settembre del 2015, quando sicuramente non mancherà l’emozione, ma i più curiosi potranno ammirare il suo presepe che, in occasione delle feste natalizie, verrà esposto
presso il Museo archeologico di Sant’Antioco.
Nadia Pische
La scultura dedicata ai caduti del mare.
Finalmente arrivò il giorno fatidico, la scultura era pronta e Gianni era
emozionatissimo... la sua creatura “Una
sirena che abbraccia un delfino” sarebbe diventata parte dei tesori del mare... in virtù di tutti coloro che proprio
nel mare avevano perso la vita.
La scultura da quel giorno si trova
in una grotta sotto l’isola della Vacca, a Sant’Antioco, a 12 metri di profondità, in una secca che è stata poi
denominata “Secca Salidu”.
Dall’anno successivo, ogni prima
domenica di settembre, a parte qualche anno in cui è stato fatto alla fine del
mese di luglio, si ripete un rito commemorativo dedicato ai caduti in mare, una corona di alloro viene buttata in
mare per poi essere posizionata dai
sommozzatori ai piedi della sirena.
Gianni Salidu, purtroppo, il 22 novembre 2009 è venuto a mancare,
Sono in corso le iniziative dell’Ottobrata iglesiente 2014
ono in corso, a Iglesias, le
iniziative inserite nel calendario dell’Ottobrata Iglesiente, cartellone di eventi
che si inserisce nel solco della tradizione legata ai festeggiamenti in
onore della Madonna del Buon
Cammino. Numerosi gli appuntamenti che verranno proposti fino
al 30 novembre, in tutta la città,
nei diversi settori di cultura, spettacolo e sport.
Novembre 6 novembre - Cultura: Scuola civica di Storia, Francesca Romana Casula, Marco Vacca:
“L’abito tradizionale di Iglesias: storia e sua diffusione nel territorio”,
ore 19.00, Sala Lepori.
Dal 7 al 9 novembre - 45° Festival Internazionale di cinematografia “Villa di Chiesa” a cura del
Cine Club Iglesias. Dalle ore 17.00.
Centro culturale, Via Cattaneo.
Teatro: “Il lavoro mobilita”, tappa del Festival di filosofia, a cura
della Cernita Teatro, ore 21.00 Teatro Electra. Platea € 7,00, logge €
4,00.
Cultura: “Cella n°21, il lungo
cammino verso la dignità”, presentazione del libro di Bainzu Piliu, a cura dell’associazione culturale Prospettive, ore 16.30 Sala R.
Branca.
8 novembre - Cultura: “Santa
Barbara di Nicomedia, Storia, leggenda e devozione dall’Oriente a
Burano”, presentazione del libro
del prof. Paolo Molin, ore 9.30 Centro culturale Via Cattaneo.
Musica: “Dr. Hyde & Mr. Jekyll” Prima assoluta musical. Produzione Ente concerti Città di Iglesias, attori dell’International Opera
Academy accompagnati da un ensemble dal vivo, ore 20.30. Platea
€ 5,00, logge € 3,00.
9 novembre - Musica: XVI Festival Internazionale di musica da
camera, “Recital a quattro mani”
Carles Lama e Sofia Cabruja, pianoforte a quattro mani. A cura dell’associazione culturale Anton Stadler, ore 20.00, Teatro Electra. Platea € 6,00, logge € 4,00.
14 novembre - Teatro: “Sorella
Cara”. A cura della compagnia
“Quinte Emotive”, ore 20.30, Teatro
Electra. Platea € 7,00, logge € 4,00.
15 novembre - Musica: “S’Innu de sa Natzione: Fortza Paris”,
testo di Mario Puddu, musica di
Mariano Garau. Presentazione, ore
18.00, Centro culturale.
Musica: “Italo Aresti Orchestra. Dal Jazz al Pop”. Spettacolo
musicale, produzione Ente concerti. Voci della Scuola di canto di Rita Sannia, ore 20.30, Teatro Electra.
Platea € 5,00, logge € 3,00.
16 novembre - Sport: Trekking
e Climbing Day, Mini enduras. A
cura dell’associazione Verde Azzurro Pan di Zucchero. Dalle ore 11.00
alle 15.00, Porto Flavia, Castello
dell’Iride.
Musica: XVI Festival Internazionale di Musica da Camera: “Recital a quattro mani” Carles Lama
e Sofia Cabruja, pianoforte. A cura dell’associazione culturale Anton
Stadler, ore 20.00, Teatro Electra.
Platea € 6,00, logge € 4,00.
21 novembre - Cultura: “Petali
di Cuore”, racconti e poesie presentazione del libro di Alessandra
Porru, a cura dell’associazione Prospettive, ore 17.30 Sala R. Branca.
22 novembre - Musica: “Come
un film” Spettacolo musicale a
cura dell’Ente concerti Città di Iglesias. Tre voci soliste dell’International Opera Academy di Iglesias accompagnate da violino, pianoforte
e percussioni, ore 20.30, Teatro
Electra. Platea € 5,00 logge € 3,00.
23 novembre - Musica: XVI
Festival internazionale di musica
da Camera: “Un viaggio danzante
attraverso l’Europa” Sergio Marchegiani e Marco Schiavo pianoforte a quattro mani. A cura della
associazione culturale Anton Stadler, Teatro Electra, ore 20.00, Teatro Electra. Platea € 6,00, logge €
4,00.
27 novembre - Cultura: Scuola
civica di Storia. Alessandra Secci:
“La lingua scritta delle donne di
Iglesias durante la seconda guerra mondiale”, ore 19.00, Biblioteca comunale.
28 novembre - Cultura: Giornate tecniche iglesienti. “La metallurgia del piombo in Sardegna” a
cura del perito industriale minerario Dario Sanna, a cura dell’associazione periti, ore 18,00, Museo
dell’Arte mineraria, Via Roma.
30 novembre - Musica: XVI Festival internazionale di musica da
camera: “Antologia di capolavori
cameristici” Alberto Maria Ruta,
violino e Antonello Cannavale, pianoforte, ore 20.00, a cura dell’associazione culturale Anton Stadler,
Teatro Electra. Platea € 6,00, logge € 4,00.
Dal 7 al 16 novembre. Mostra
personale di Valeria Finazzi: “Volavo sugli aquiloni”, Sala espositiva
Remo Branca. Piazza Municipio.
Vernissage sabato 7, alle ore 18.00.
15/16/17 novembre. XXI Mostra Micologica, a cura della Pro
Loco. Primo piano centro culturale. Via Cattaneo. Inaugurazione venerdì 15, ore 18.30.
“Sa Festa Manna” in onore della
Madonna del Buon Cammino. Colori, sapori e tradizioni di Iglesias.
Singolare impresa per un appassionato di volo e paracadutismo
Il libro di Susanna Trossero e Antonella Serrenti sul pane carasau
L
Q
Ginoli Rinaldo, lanciarsi nel vuoto a 87 anni
«Il medico mi ha detto che, se me
la sentivo, ho fatto bene a fare questa esperienza. Credo che nella vita
sia sempre importante fare ciò che
ti rende vivo e felice, a maggior ragione ad un’età non più giovane come la mia. Per ragioni economiche,
puoi fare tante rinunce, ma ritengo
non si debba rinunciare ad una espe-
anciarsi nel vuoto con un paracadute da un elicottero a
quasi 87 anni! è la straordinaria emozione vissuta il
21 settembre scorso e ripetuta dopo
un mese, da Ginoli Rinaldo, ex ottico di Carbonia da anni in pensione,
appassionato di volo e di paracadutismo.
siglio a tutti, indipendentemente dall’età. Una volta lasciato l’elicottero,
a quota 4.000 metri, sospesi nel vuoto, imbragato in tandem con un istruttore, alla velocità di 200 km/h per 1
minuto in caduta libera, quando si
apre il paracadute, ti sembra di essere il padrone del mondo. è una
gioia che dura cinque minuti, asso-
Ginoli Rinaldo.
Uno dei momenti più emozionanti del primo dei due lanci di Ginoli Rinaldo.
«Coltivavo da anni il desiderio di
lanciarmi con il paracadute - racconta Ginoli Rinaldo - e, grazie a
Skydive Sardegna, un’associazione
sportiva che opera a Serdiana, sono riuscito a soddisfarlo. E l’emozione è stata tanto grande che, a breve, condizioni meteorologiche permettendo, la ripeterò.»
«è un’esperienza straordinaria
- aggiunge Ginoli Rinaldo - che con-
lutamente impagabile.»
Una volta arrivato al suolo, Ginoli Rinaldo è stato accolto con entusiasmo dai giovani che frequentano
il centro di Serdiana, che ha salutato
con un “arrivederci a presto”.
Rientrato a casa, a Carbonia, si è
sottoposto ad una visita medica che
ha confermato le sue eccellenti condizioni fisiche, con una pressione
arteriosa di 70/130.
rienza simile che, con una modica
spesa - conclude Ginoli Rinaldo -, ti
ripaga con un’immensa gioia.»
Skydive Sardegna è un’associazione sportiva senza fini di lucro,
affiliata M.S.P. Italia, nata nel 2002,
per diffondere la pratica del paracadutismo in Sardegna. Oggi è l’unica
associazione in attività in Sardegna,
costituita interamente da paracadutisti sardi.
L’informazione in tempo reale su
www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com
Facebook: La Provincia Sulcis Iglesiente • Twitter: @provinciasulcis
Storie e ricette di un’antica tradizione isolana
uando Antonella Serrenti e Susanna Trossero mi hanno chiesto di recensire su “La
Provincia del Sulcis Iglesiente” il loro libro, ho pensato di avere qualche difficoltà a
non scrivere delle banalità su un prodotto conosciuto
in Italia e nel mondo, non soltanto da sardi e connazionali: chi ha visto o sentito parlare di questo alimento
primario eccellente, non può che apprezzarlo. Purtroppo, però, oggi la maggior parte di noi soltanto sa che:
• è fatto di grano duro;
• viene infornato due volte (bis-cotto);
• dura anche dei mesi senza perdere gusto e qualità;
• serviva ai pastori durante le lunghe assenze da casa;
• che il centro prevalente di produzione è ancora in
Barbagia e nella zona ai piedi del Gennargentu.
Viceversa, Antonella e Susanna Trossero (il libro
è scritto a quattro mani) hanno voluto rendere noti al
grande pubblico, tanti aspetti tipici della sua lavorazione e produzione, partendo dall’origine per quanto
oggi conosciuto. Ecco qui di seguito i tratti distintivi
del loro lavoro:
• le notizie sulla fermentazione naturale “su framentu”, oggi ancora usata in alcune località. Una per
tutte, tratta dalla Biblioteca Università di Cagliari, autore A. Carcangiu - 1989 - dove si legge «questo tipo
di fermentazione naturale ha le seguenti caratteristiche: fermentazione più lunga, maggiore metabolizzazione, produzione di anidride carbonica più lenta e
graduale, maggiore produzione di sostanze aromatiche.
L’unico vantaggio del lievito di birra, omologato e
utilizzato in tutto il mondo per prodotti da forno, è la
maggiore rapidità del processo».
E ancora:
• Le interviste ad alcune donne ultraottantenni che ne
hanno praticato la lavorazione sin dall’adolescenza.
Tutte vive e vere: Ziza, Lena, Franceschina, Regina.
Traggo qui una sintesi di una tra le tante descrizioni:
«Uno stanzone dove sono sedute a un tavolo sei sette
donne affiancate. Talvolta, una bambina, appena discosta e con un suo tavolino. Stanno in ordine crescente di età. La più giovane inizia a lavorare l’impasto
che passa alla vicina e così via sino alla più anziana
che è anche la più esperta».
Parte quindi il lavoro al forno, descritto minuziosamente. «La bambina viene ammessa come premio
al suo interessamento e controllata dalle donne affinché diventi esperta a sua volta.»
• Anche Valeria, sebbene cinquantenne, ha fornito
importanti testimonianze.
Troviamo ancora, nel libro, usi e costumi connessi al pane carasau, riferiti all’adolescenza delle intervistate (vita dei pastori, del soldato alla prima guerra
mondiale, del bandito, ecc.)
Voglio ricordare anche Pietro Sanna, nostro concittadino, anche lui intervistato: studioso soprattutto del
territorio del Sulcis Iglesiente, dei suoi usi, della sua
popolazione a partire dal Medioevo. Ha dato un contributo importante, connesso in qualche modo al pane
carasau.
Mi preme altresì riferire di un nutrito numero di
antiche ricette, alcune arcinote; altre tramandate per
La prima di copertina.
La quarta di copertina.
via orale: tutte, utilizzando un protagonista indiscusso:
il pane carasau.
Il libro è attualmente distribuito su tutto il territorio nazionale dalla Mondadori e dalla Feltrinelli. In
Sardegna, oltre a “La voce del Sarrabus” il cui direttore Michele Garbato, ha scritto una bellissima recensione. Tra il 26 settembre e il 25 ottobre scorsi, il
libro è stato presentato, nell’ordine a Capoterra, Carbonia (Biblioteca comunale), Sant’Antioco, Muravera,
Carloforte. Il 24 ottobre è stato presentato da Rai Due,
nella Eat Parade.
Susanna Trossero è nata a Cagliari e vive a Roma.
Antonella Serrenti è nata a Sant’Antioco e vive a
Carbonia.
Mario Bazzoni
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Anno XIX • N° 275 • 31 Ottobre 2014
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La Provincia del Sulcis Iglesiente.
Grande successo, all’Auditorium comunale di Cagliari, per il Festival organizzato per ricordare il grande artista sardo
Alla napoletana Flo il 7° Premio Andrea Parodi
Premiati anche i siciliani Tamuna, il veneto Leo Miglioranza, il piemontese Amemanera, il siciliano Alessio Bondi e la friulana Serena Finatti.
F
lo, al secolo Floriana Cangiano, con “Olor a lluna”, in
catalano, ha vinto la settima
edizione del Premio Andrea
Parodi, la cui serata conclusiva si è
svolta all’Auditorium comunale di
Cagliari, in Piazza Dettori, pieno in
ogni ordine di posti. è stata una serata di grande festa, nel ricordo di un
grandissimo indimenticabile artista,
presentata, come le prime due, da Gianmaurizio Foderaro, giornalista di RadioRai, e da Ottavio Nieddu.
Napoletana, Flo è stata anche premiata per la musica e l’arrangiamento.
I siciliani Tamuna si sono aggiudicati il
premio della critica e quello per la
miglior interpretazione, il veneto Leo
Miglioranza quello per il testo. Due
riconoscimenti peculiari del Premio
Parodi, quello dei bambini e quello
dei concorrenti, sono andati rispettivamente a Serena Finatti ed ex ae-quo
a Amemanera, Serena Finatti e Flo.
Alessio Bondì si è invece aggiudicato
la Targa SIAE e il Premio “Tre giorni
in studio” (con Marty Jane Robertson,
Michele Palmas e Antonio Ferraro).
Il Premio Andrea Parodi è organizzato dalla Fondazione Andrea Parodi, sostenuta dalla Regione Autonoma della Sardegna e dalla Provincia
di Sassari. La manifestazione è realizzata in stretta collaborazione con
Rockhaus Blustudio e SCS di Ottavio Nieddu e grazie al patrocinio e al
contributo del comune di Cagliari, dei
partecipanti aderenti e degli sponsor.
Si avvale inoltre del patrocinio della
SIAE, i media partner sono Videolina,
Sardegna 1, Roxy Bar Tv, Radiolina,
Radio Popolare, Unica Radio.
Dieci i finalisti del concorso, tutti
di alto livello: Amemanera (con il brano brano Sensa la luna, piemontese),
Alessio Bondì (Rimmilu ru’ voti, siciliano), Flo (Olor a lluna, catalano),
Lou di Franco (Bentu, sardo), Serena
Finatti (Bes di Diu, friulano), Leo Miglioranza (Ndemo xente, veneto), Tamuna (Ciuscia, siciliano), Tramas (Scida!, sardo), Elisabetta Usai & Ergot
Project (Le miel de vie, sardo-francese), Lino Volpe (So’ stat’ io, napoletano). I concorrenti si sono esibiti davanti a una giuria tecnica, composta da
addetti ai lavori, autori, musicisti, poeti, scrittori e cantautori; e a una giuria
della Fondazione Andrea Parodi. Inoltre, verrà offerta al vincitore la opportunità di esibirsi alle edizioni 2015
del Premio Andrea Parodi, dell’“European jazz expo” di Cagliari, di
Folkest del Friuli e del Negro Festival di Pertosa (SA), che sono partner
della manifestazione, insieme a Premio Bianca d’Aponte e Federazione
degli Autori.
Oltre al premio principale ne sono
stati attribuiti altri, andati ai diversi
finalisti, dall’ottimo gruppo siciliano
La premiazione della vincitrice del 7° Premio Andrea Parodi.
critica, composta interamente da giornalisti, italiani e stranieri.
Il premio consiste in una somma
in denaro erogata a copertura di tutti
i costi di masterclass, eventuale acquisto o noleggio di strumenti musicali, corsi e quant’altro il vincitore sceglierà per la propria crescita artistica
e musicale, per un importo massimo
di 2.500 euro. Un ulteriore premio è
la realizzazione professionale del videoclip del brano in concorso, a spese
Tamuna che ha trascinato all’entusiasmo il pubblico dell’Auditorium, al
veneto Leo Miglioranza, dal piemontese Amemanera al siciliano Alessio
Bondì e alla friulana Serena Finatti.
Dopo l’esibizione dei dieci finalisti, è stato assegnato il Premio Albo
d’oro 2014 al Cuncordu ‘e su Rosariu (coro della Confraternita del Rosario) di Santu Lussurgiu, un quadro
di Mariano Chelo, consegnato, come
il premio alla vincitrice del Premio,
da Valentina Casalena, moglie di Andrea Parodi, in entrambi i casi visibilmente emozionata. Tutti gli ospiti,
così come tutti i concorrenti, nelle prime due serate hanno interpretato anche un brano di Andrea Parodi.
La manifestazione si è tenuta in
prossimità dell’8° anniversario della
scomparsa di Andrea Parodi (17 ottobre 2006), un grande artista passato dal pop d’autore con i Tazenda, a un
percorso solistico di grande valore e
rielaborazione delle radici, grazie al
quale è diventato un riferimento internazionale della world music, collaborando fra l’altro con artisti come
Al Di Meola e Noa. Il Museo multimediale a lui dedicato è aperto a Villanova Monteleone (SS) tutti i giorni
tranne il lunedì, a Sa Domo Manna.
Gli ospiti, come sempre, erano di
altissimo livello, a partire dalla cantante libanese Abeer Nehme, una delle
protagoniste della world music contemporanea, una sorta di diva nel mondo arabo, anche come attrice, che ha
interpretato diversi brani, tra i quali
la straordinaria “No potho reposare”
che ha contribuito a far conoscere ed
apprezzare Andrea Parodi in tutto il
mondo. Dal Piemonte è arrivato il
giovanissimo Duo Bottasso, composto dai fratelli Nicolò al violino e Simone all’organetto, che in un brano
hanno accompagnato Abeer Nehme.
La serata finale è stata conclusa da
una jam session, sollecitata dai due
presentatori, nella quale quasi tutti i
concorrenti, Abeer Nehme, il Duo
Bottasso ed Elena Ledda, hanno intrerpretato la splendida Sienda, canzone d’amore portata al successo da
Andrea Parodi, e dall’esibizione della vincitrice Flo, con un brano dello
stesso Andrea Parodi.
Due giovani cinesi sposi a Monte Sirai
Un sì che viene da lontano
I
l sindaco di Carbonia. Giuseppe Casti, ha unito in matrimonio, il 1° ottobre, due giovani cinesi nel suggestivo scenario di Monte Sirai.
Zhan Ying Long, nato a Cagliari il 1° febbraio 2014, residente a Cagliari, e Jin Yinyue, nata a
diato sia futuro in chiave turistica),
la festa si è trasferita nel vicino Museo Ristorante Tanit, dove si è svolto
il pranzo nuziale.
Il sindaco, Giuseppe Casti, ha
ringraziato i giovani sposi per aver
scelto Carbonia per il loro matrimonio e loro hanno sottolineato che
I giovani sposi Zhan Ying Long e Jin Yinyue.
Zhejiang il 26 aprile 2014, residente a Sestu, hanno scelto Carbonia
per coronare il loro sogno di matrimonio e sono stati assistiti da una
splendida giornata di sole di inizio
autunno. Dopo la cerimonia, svoltasi in presenza di circa 250 persone, tra parenti e amici (che hanno
creato anche un importante ritorno
economico per la città, sia imme-
sicuramente non dimenticheranno
mai questo giorno, anche per lo splendido luogo che li ha ospitati.
A Carbonia è presente, come in
tutti i principali comuni della Sardegna, Cagliari compresa, una vasta comunità cinese che opera prevalentemente nei settori del commercio e della ristorazione.
G.P.C.
I progetti di Gian Franco Cau, autore di “L’archeologo inglese”
A Sant’antioco raggiunto l’accordo per l’apertura della struttura
G
D
Viaggio continuo tra pittura e libri
ian Franco Cau è nato e
vive a Portoscuso. Artisticamente nasce come
pittore, le sue opere spaziano dal naturalismo al realismo
e si trovano in numerose collezioni private ed Enti pubblici.
Nell'ambito della sua carriera
espositiva ha ricevuto, a Genova,
nel 1992 il premio “La caravella
d’argento” e a Roma, nel 1995 la
“Targa colosseum” e nel 2000 il
“Timbro d’autore”.
Da oltre quindici anni, svolge
corsi privati di disegno e di pittura,
dove insegna le tecniche dei maestri del ‘500.
Lo scorso anno ha pubblicato la
sua prima fatica letteraria, “L’archeologo inglese”, un romanzo ambientato in Sardegna, una terra ricca di bellezze naturali, lasciate in
eredità dai popoli che precedentemente l’hanno abitata, luoghi che per
le descrizioni minuziose ed accurate vien voglia di andare a visitare.
La trama ha un contenuto abbastanza attuale che invita a numerose riflessioni e che si conclude in
un modo imprevisto...
La storia narra come, anche in
età matura, si possa riuscire a vi-
vere l’emozione di un sentimento
puro e complesso come l’amore...
Lui, un archeologo inglese che
si trova in Sardegna per lavoro,
single per scelta, vista la vita che
condusse il suo stesso padre, sem-
La copertina del libro.
pre in giro per il mondo e lontano
dagli affetti familiari. Lei un’insegnante, un matrimonio fallito alle
spalle, separata e madre di due ragazze adolescenti, ormai certa di
non far più riuscire a far battere il
suo cuore per amore.
Il libro veicola dei veri e propri
messaggi... la povertà di una vita
priva di affetti, quella di lui; la paura di sbagliare ancora e quindi la
importanza di rivalutare una seconda possibilità, quella di lei; così come la riscoperta di se stessa come
donna capace di desiderare ed essere desiderata, senza però tralasciare di essere una madre.
“L’archeologo inglese”, Giampaolo Cirronis editore, è stato presentato a Portoscuso, Pula, Iglesias,
Barumini ed il 10 ottobre anche a
Carbonia, presso la biblioteca comunale.
La serata si è svolta in un’atmosfera molto piacevole, il pubblico
ha rivolto diverse domande all’autore che ha risposto amabilmente,
soddisfando appieno tutte le curiosità dei presenti. Per concludere un
brindisi di augurio affinché questa
sua prima opera letteraria non resti
unica.
Appuntamento quindi alla sua
prossima mostra o alla presentazione del suo nuovo libro a cui l’autore, secondo alcune indiscrezioni,
starebbe già lavorando...
Nadia Pische
Rinascerà l’ostello della gioventù
opo le numerose vicissitudini e i tanti cavilli burocratici che hanno fatto
da contorno, pare che per
l’Ostello della Gioventù, ubicato nel
Lungomare Cristoforo Colombo, a
Sant’Antioco, sia vicina la tanto attesa soluzione. Dopo la seduta del
Consiglio comunale svoltasi la
scorsa settimana, nella quale questa
tematica era tra i punti all’ordine
del giorno, è emersa una manifestazione di interesse di una cooperativa di Capoterra, dichiaratasi disponibile a farsi carico dell’intero
progetto. La cooperativa sarebbe disposta a fare un investimento notevole. Sul piatto ci sono 280mila euro, necessari per portare a conclusione i lavori di ristrutturazione dell’edificio, con il successivo impegno relativo alla gestione della struttura, dietro il pagamento di un canone di 8mila euro annui al comune di Sant’Antioco.
«Siamo orgogliosi di aver raggiunto questo obiettivo - commenta Massimo Melis, vicesindaco del
comune di Sant’Antioco -. Crediamo che la priorità principale sia
quella di rendere fruibile la strut-
tura alla cittadinanza e ai turisti.
Tale progetto porterà, dunque, numerosi vantaggi, tra i quali un ritorno occupazionale diretto ed indiretto per la collettività antiochense.»
giunti all’epilogo di questa tormentata vicenda. La cautela è d’obbligo,
ma nel frattempo questo è il punto
della situazione.
Gli abitanti antiochensi attendono fiduciosi, nella speranza che
L’Ostello della Gioventù di Sant’Antioco.
La vicenda dell’Ostello della
Gioventù, eterna incompiuta del
territorio sulcitano, dura da oramai
vent’anni. Dopo innumerevoli interessamenti da parte di Enti e Cooperative andati in fumo, pare si sia
il territorio riprenda a fiorire di
nuove imprese e strutture, nonostante la situazione non facile alla
quale si è costretti a far fronte da
anni.
Riccardo Sanna
Parte dalla Sardegna la voglia di cambiamento e di aggregazione
Una strategia comune per tutti i diabetici
P
arte dalla Sardegna la forte
voglia di cambiamento e
di aggregazione tra i rappresentanti dei diabetici di
tutte le Regioni d’Italia. Dalla prima conferenza nazionale dei presidenti di federazioni e coordinamenti delle associazioni dei pazienti diabetici che si è svolta alcune settimane fa all’Hotel Setar di
Quartu Sant’Elena, è emersa la
precisa volontà di dare vita a rapporti di collaborazione tra le rappresentanze regionali affinché si
possano instaurare una serie di
tavoli di lavoro per stabilire le linee programmatiche di comporta-
mento per affrontare i vari problemi che affliggono i diabetici italiani.
La salvaguardia dell’autocontrollo, la scuola, il lavoro, la diversità di trattamento che esiste in
ogni Regione verso i diabetici ma
anche la mancanza di un organismo di valutazione scientifica nazionale degli strumenti utilizzati
per l’autocontrollo, i costi dell’assistenza, diversi da Regione a Regione.
L’evento, organizzato a porte chiuse dalla fand del Sulcis per conto
del coordinamento della Sardegna, è
servito ad evidenziare le problema-
tiche della diabetologia, per le quali, i partecipanti hanno stabilito di
incontrarsi nuovamente per porre le
basi di un’azione congiunta che punta a salvaguardare i diritti dei diabetici.
L’importanza della Conferenza
scaturisce dal fatto che la partecipazione dei presidenti segna una
collaborazione interassociativa
che supera l’appartenenza alle singole sigle, con spirito di collaborazione, per il bene dei diabetici di
tutta italia, quattro milioni e mezzo di persone affette da questa patologia.
M.P.
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XIX • N° 275 • 31 Ottobre 2014
CeDAC ha presentato la stagione di prosa 2014/2015 che sarà in programma presso il teatro Massimo di Cagliari
“Giù la maschera”, il teatro come luogo di verità
Tra i protagonisti delle performances in cartellone: Branciaroli, Placido, Gullotta, Beppe Fiorello, Marcorè e De Capitani.
A
lla vigilia dell’inaugurazione del XXXV
Circuito Teatrale
Regionale Sardo
presso il Teatro
Cinzia Crobu.
Massimo di Cagliari, il CeDac
sceglie uno slogan emblematico, per
connotare il proprio cartellone. “Giù
la maschera” è il motto che incita a
riconoscere il teatro «come luogo della verità, in cui avviene lo smascheramento, lo svelamento. Menzogna e ipocrisia son diffusi e generalizzati nella
vita quotidiana, spesso siamo portati
a costruirci un’identità fittizia, mentre
in scena, nella finzione, ci si può permettere il lusso di essere veri».
Ma “Giù la maschera” anche come invito, non troppo velato, nei confronti delle istituzioni, poiché rendano
note le reali intenzioni e le linee politiche che regoleranno lo spettacolo in
Sardegna. Valeria Ciabattoni, direttore
artistico del CeDac, ha parlato in questi termini nel corso della conferenza
Stampa, tenutasi il 22 ottobre, presso
la sede dell’assessorato regionale della Pubblica istruzione, beni culturali,
informazione, spettacolo e sport a Cagliari, in presenza dell’assessore Claudia Firino. Quest’ultima ha però rassicurato tutti dicendo di non possedere
affatto una maschera e di sentirsi onesta per come, lei ed i colleghi, stanno
procedendo in questo difficile cammino, al fianco degli operatori del settore, con i quali è continuamente in atto
il dialogo.
Antonio Cabiddu, presidente del
CeDac ha aggiunto e sottolineato che
l’attività del Circuito teatrale regionale sardo (Ctrs) resta un “patrimonio
comune da difendere e proteggere”.
Il presidente ha invitato gli enti locali ad una partecipazione più convinta
oltre ad un opportuno adeguamento
delle regole regionali al progetto di
riforma del Mibact, il quale chiede un
minimo di sessanta recite in tre anni di
programmazione. «I tagli lineari subiti in questi ultimi anni - ha aggiunto Cabiddu - ci hanno purtroppo costretto ad
una riduzione progressiva del numero
di recite. Aggiungendo a ciò i limiti imposti dall’insularità e del ridotto numero di abitanti, il Ctrs corre il rischio
di non possedere i parametri minimi
necessari per avere il contributo ministeriale». Con difficoltà non indifferenti sono stati inseriti in programma
nove titoli e 50 recite dal 19 novembre al 26 aprile; nel complesso, il circuito interesserà 17 località (si sperasono ancora in corso le trattative nelle
sedi “satellite” fra cui Carbonia ed Iglesias n.d.r) per un totale di 148 recite,
che vedranno il CeDac diffondere, con
impegno e convinzione, la cultura teatrale in Sardegna. Cosa dire di questo
cartellone? Ricco e ben strutturato, offre la possibilità di vedere in scena attori
L’assessore regionale Claudia Firino.
di spessore, spaziando dai classici al
teatro contemporaneo, con un occhio
di riguardo verso la ricerca drammaturgica. Per ora allego il programma cagliaritano, sperando di conoscere presto quelli inerenti il Teatro Centrale di
Carbonia ed il Teatro Electra di Iglesias, ancora in fase di elaborazione.
Ecco gli spettacoli nello specifico,
come da comunicato stampa a cura di
A. Brotzu. A dare il la a “La Grande
Prosa al Teatro Massimo”/ “Giù la
Maschera” - da mercoledì 19 a domenica 23 novembre 2014 - sarà lo stravagante “Beatles Submarine”: lo spettacolo concerto del Teatro dell’Archivolto, con testo e regia di Giorgio Gallione, intreccia aneddoti e canzoni, i
racconti surreali di John Lennon e i
versi di Paul McCartney, le avanguardie
pop e le filastrocche di Lewis Carroll
con la psichedelia. La leggenda dei Fab
Four e l’inesauribile beatlesmania rivivono sul palcoscenico, in un coinvolgente divertissement in cui le doti
canore e affabulatrici di Neri Marcorè
s’intrecciano alle stravaganze dei
quattro maestri della Banda Osiris.
La stagione proseguirà dal 10 al
14 dicembre 2014 con “Re Lear” di
William Shakespeare, per la regia di
Michele Placido e Francesco Manetti.
Il capolavoro del Bardo inglese indaga il senso dell’esistenza, il conflitto tra
l’amore e il dovere, il potere e l’umana fragilità, e l’eterna lotta tra il bene il
male: protagonista sulla scena, Placido incarna il sovrano che sceglie di
abdicare, rinunciando al trono, per ritornare alla condizione di uomo tra gli
uomini. Sarà poi la volta - dal 14 al 18
gennaio 2015 - dell’“Enrico IV” di
Luigi Pirandello, con la regia di Franco Branciaroli, anche protagonista sotto i riflettori, insieme ad un’ottima e
numerosa compagnia. Fulcro del dramma è il tema della follia: imprigionato
per una crudele beffa del destino nei
panni dell’imperatore tedesco, il protagonista ha consumato la sua giovinezza in quella stravagante fissazione, mentre la vita intorno a lui ha continuato il suo corso, finché un subitaneo risveglio lo ha riportato alla realtà. Riflettori puntati - dal 28 gennaio
al 1 febbraio 2015 - su “L'Origine del
Mondo/ ritratto di un interno”: vincitore di tre Premi Ubu, tra cui quello
per la ricerca drammaturgica, lo spettacolo scritto e diretto da Lucia Calamaro e interpretato da Daria Deflorian,
Federica Santoro e Daniela Piperno
racconta un rapporto madre-figlia, intorno a cui ruota una costellazione familiare, in un paesaggio domestico che
assume tratti surreali e quasi iperrealisti. Spazio poi - dal 4 all'8 febbraio
2015 - a “Prima del Silenzio” di Giuseppe Patroni Griffi, che vede protagonista - in un’intensa e convincente
prova d’attore - un artista come Leo
Gullotta accanto a Eugenio Franceschini, in un allestimento multimediale, impreziosito da video e musica. La pièce scritta per Romolo Valli nel 1979 indaga la condizione dell’intellettuale
contemporaneo, davanti al dilemma
Il Mediterraneo Film Festival sulcitano continua a crescere
6 giornate di cinema di qualità
G
rande successo, a Carbonia, per il 7° Mediterraneo Film Festival, organizzato dal Centro Servizi Culturali di Carbonia Iglesias e
dalla Cineteca Sarda della Società
Umanitaria, in collaborazione con
il Comune di Carbonia e la Regione Sardegna, sotto la direzione artistica di Stefano Obino.
Sono stati più di 1.800 gli spettatori intervenuti nelle 6 serate (dal
mercoledì 8 a domenica 12 ottobre
con l’anteprima del 4 ottobre) al Teatro centrale, a cui si sommano i circa 500 ragazzi delle scuole cittadine
che hanno partecipato alla quinta
edizione del concorso CINEMA/LAVORO/MIGRAZIONE. Questi
numeri testimoniano il gradimento che
il Festival ha registrato tra i tanti
cittadini di Carbonia e del territorio.
Il cartellone, che ha offerto agli
spettatori la possibilità di osservare,
da diversi punti di vista, tematiche
di grande attualità come la migrazione, il lavoro e le lotte sociali, ha
portato a Carbonia, tra gli altri: l’attrice Claudia Gerini e la regista Marina Spada per il film “Il mio Domani”; l’attore Libero De Rienzo,
protagonista di “Smetto quando voglio”; il regista Antonio Augugliaro e Alaa Bjermi e Mc Manar protagonisti del film evento “Io sto con
la sposa”; l’attore Francesco Pannofino e il regista Felice Farina con il
film “Patria”; il regista Bonifacio
Angius e gli attori Stefano Deffenu e
Noemi Medas per il film “Perfidia”,
il montatore del grande François
Truffaut, Yann Dedet; i registi iraniani Arash e Arman Riahi con il film
documentario Everyday Rebellion;
Ivano Marescotti e Angelo Pasquini,
componenti della giuria tecnica del
concorso CINEMA/LAVORO/MIGRAZIONE e la Band musicale “Calibro 35” per il concerto di
fine Festival.
Sono stati molto apprezzati anche i documentari e le fiction in concorso, in particolare: “Destination
de Dieu” di Andrea Gadaletta Caldarola (premiato dalla giuria tecnica per la sezione documentari e dalla giuria dei circoli del cinema);
“Zacharie ya no vive aqui” di Alberto Segre e “Beep” di Antonello
Il nuovo progetto permetterà di
rendere visitabile la sede dell’'ex
Direzione Mineraria, che diventerà
“museo di sé stessa” e luogo legato alle arti audiovisive e cinematografiche, anche con la creazione di
veri e propri percorsi multimediali
interni alla struttura e di uno spazio
culturale, artistico, scientifico e didattico di grande rilievo socio-culturale e turistico.
La cerimonia di consegna delle
chiavi è stata completata da un breve
incontro, nel corso del quale sono
Claudia Gerini.
Giuseppe Casti consegna le chiavi.
Murgia (premiati a pari merito dalla giuria tecnica per la sezione fiction); “Va Pensiero. Storie Ambulanti” di Dagmawi Yimer (premiato dalla giuria dei ragazzi).
Durante la settima edizione del
Festival sono state consegnate dal
comune di Carbonia, alla Società
Umanitaria, le chiavi della palazzina
dell’ex Direzione mineraria della
Grande Miniera di Serbariu, avviando così il progetto “ExDi Memorie
in movimento - La Fabbrica del Cinema”.
stati presentati i punti più significativi del progetto.
«La settima edizione del Mediterraneo Film Festival - hanno detto Giuseppe Casti, sindaco di Carbonia, e l’assessore della Cultura,
Loriana Pitzalis - ha dimostrato quanto sia importante scommettere sugli
avvenimenti a carattere culturale,
che permettono non soltanto di far
assistere il pubblico ad eventi di indiscutibile livello, ma anche di conoscere ed apprezzare la città di Carbonia.»
della scrittura e specialmente della poesia. Il senso della vita e l’imprevedibilità del cuore sono al centro de “La
serata”, inedita pièce teatrale scritta e
diretta da Sergio Rubini, in cartellone
dal 18 al 22 febbraio 2015: nel cast,
oltre allo stesso Rubini, anche Fabrizio
Bentivoglio, alle prese con la trama
sottile degli affetti, per una riflessione
sui legami d’amore e d’amicizia. La
dialettica dei sentimenti, le convenzioni
sociali ma anche la gestione della casa, dei figli e del denaro affiorano tra
confessioni e lacrime, progetti e aspettative di futuro, e alla fine di una notte
bianca arriverà, per tutti i personaggi,
il momento dei bilanci e delle scelte,
non senza sorprese. S’intitola “Penso
che un sogno così...” lo spettacolo scritto (con Vittorio Moroni) e interpretato da Giuseppe Fiorello, in cartellone
dal 4 all’8 marzo 2015: un viaggio
nell'Italia e nella Sicilia del secondo
Novecento, tra i ricordi d’infanzia e il
fascino delle canzoni di Domenico Modugno, che hanno disegnato la colonna sonora di un’epoca. Una sorta di
diario privato, con le impressioni e le
sensazioni di un bambino, poi adolescente e giovane uomo del Sud, tra
sogni e speranze, buffi incontri, storie
divertenti e amare, e incredibili avventure che affiorano dalla memoria,
in una sinfonia di volti e voci, colori e
suoni. La ricerca della verità - implicita in quel “Giù la maschera” che è
titolo e tema della Stagione 2014-15 riaffiora prepotentemente con “Novantadue - Falcone e Borsellino, vent’anni
dopo” di Claudio Fava, al Teatro Massimo di Cagliari dal 18 al 22 marzo
2015: la pièce riprende il filo della storia da quei giorni di isolamento forzato
sull’Isola de L’Asinara, durante i quali i
due magistrati completarono l’atto di
accusa per il maxi processo contro la
mafia. Un momento cruciale per la lotta
contro la criminalità organizzata, che
avrebbe reagito con violenza alla fine
dell’impunità: è il preludio alla stagione cruenta delle bombe, le stragi di
Capaci e di via d’Amelio, le minacce e
gli omicidi di uomini politici, gli attentati a Firenze e a Milano e quello fallito - allo Stadio Olimpico di Roma. Nato in occasione dell’anniversario delle stragi, lo spettacolo ritorna in
scena in un nuovo allestimento, con
attori come Filippo Dini (Premio Hystrio Anct 2014) e Max Mazzotta (Enrico Fiabeschi in “Paz!”) diretti da
Marcello Cotugno. Chiuderà in bellezza il cartellone de “La Grande Prosa al teatro Massimo” di Cagliari dal 22 al 26 aprile 2015 - uno dei capisaldi della drammaturgia del Novecento, “Morte di un commesso viaggiatore” di Arthur Miller, con la regia
di Elio De Capitani, anche protagonista sulla scena, insieme ad un’ottima
e competente compagnia. Una tragedia americana che riflette il fallimento del “sogno”: il protagonista, Willy
Loman, dopo aver inseguito per tutta
la vita il miraggio del successo, trac-
Antonio Cabiddu, presidente CeDAC.
cia l’amaro bilancio di quel che gli resta.Tra delusioni e rinunce, tra le ambizioni e le speranze riposte nei figli,
e l’ingannevole immagine di se stesso, cede ad un ultimo sussulto d’orgoglio che gli impedisce di cambiare
lavoro, precipitandolo nell'inevitabile
sconfitta. I protagonisti de “La Grande Prosa al Teatro Massimo”/ Giù la
Maschera” incontreranno il pubblico
per “Oltre il Sipario/ gli attori raccontano”, il ciclo di appuntamenti in
programma tra la MEM/Mediateca del
Mediterraneo e il Cinema Odissea di
Cagliari che, in occasione degli spettacoli, porta il dibattito sui temi trattati - e quindi metaforicamente l'azione
teatrale - in varie location cittadine,
con il coinvolgimento di appassionati e curiosi.
A corollario della stagione di prosa del CeDAC al Teatro Massimo di
Cagliari, si rinnova l’appuntamento con
la rassegna “Schermi & Sipari” al
Cinema Odissea di Cagliari organizzata in collaborazione con la cooperativa Spazio 2001: cinque film “a tema” - dallo psichedelico “Yellow Submarine” di George Dunning, musical
d’animazione dedicato ai Fab Four, allo storico “Re Lear” di Peter Brook;
dall’“Enrico IV” di Marco Bellocchio,
a “Giovanni Falcone” di Giuseppe Ferrara alla trasposizione cinematografica de “Morte di un commesso viaggiatore” firmata da Volker Schlöndorff.
La stagione 2014-15 de “La Grande
Prosa al Teatro Massimo”/ Giù la Maschera” è organizzata dal con il contributo e il patrocinio del MiBACT/
ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo, dell’assessorato
della Pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport
e dell’assessorato del Turismo, artigianato e commercio della Regione
Autonoma della Sardegna, dell’assessorato della Cultura, Pubblica istruzione, sport, spettacolo e politiche giovanili del comune di Cagliari.
“La Grande Prosa al Teatro Massimo” è sostenuta inoltre dalla Fondazione Banco di Sardegna, con il
prezioso apporto di Sardinia Ferries.
La stagione si avvale di preziose collaborazioni come quella con Spazio
2001 per la rassegna e gli incontri al
Cinema Odissea di Cagliari, con la
MEM/Mediateca del Mediterraneo
sempre per “Oltre la scena”. Si rinnova anche la convenzione con l’ERSU, con riduzioni speciali per gli studenti universitari, oltre agli abbonamenti speciali per le scuole. Infine, la
sinergia con l’Istituto per ciechi “Maurizio Falqui” ha l’obiettivo di rendere tale servizio culturale più accessibile anche per i non vedenti riservando loro sconti particolari, ma sopratutto realizzando una piccola brochure del programma teatrale tradotto in
Braille ed un’applicazione audio per
pc e smartphone.
Per info: [email protected].
Cinzia Crobu
[email protected]
Si è conclusa il 7 ottobre la nona edizione del Festival di letteratura
Tuttestorie, una formula che piace
D
al 2 al 7 ottobre ha avuto
luogo la nona edizione del
Festival di letteratura per
ragazzi “Tuttestorie” che
ha registrato un’ampia partecipazione, oltre le migliori aspettative.
L’evento quest’anno era dedicato
al tema della “Sorpresa”, da qui il
titolo “Racconti, visioni e libri da
restare a bocca aperta”.
La biblioteca Centro Sistema di
Carbonia ha accolto 80 classi, più
di 1.200 alunni provenienti dalle
scuole primarie e secondarie di primo grado della città, dalle frazioni e
da vari comuni che fanno parte del
Sistema Bibliotecario Interurbano
del Sulcis, confermando una proficua collaborazione che si rinnova
e cresce negli anni, suscitando un
numero sempre maggiore di adesioni. Nella biblioteca di Gonnesa,
nella stessa settimana, si sono recati gli alunni delle scuole locali, con
un numero di 400 partecipanti.
Nella splendida cornice del
Parco di Villa Sulcis, tra girandole
colorate e gazebi ricchi di “attrazioni culturali”, si sono svolti contemporaneamente vari laboratori;
nella zona giochi Mirko, un sorprendente personaggio, ha intrattenuto
con la giocoleria e la fisica del gioco, grandi e piccini, stupendoli e divertendoli allo stesso tempo; all’interno del museo, è stato possibile fare un salto nel passato, recandosi al
“Mercato romano”, mentre all’interno della biblioteca si sono svolti
gli incontri con gli autori.
Un’“offerta” degna di plauso,
che ha regalato esperienze significative agli organizzatori, ripagandoli del grande impegno e ai partecipanti che sono andati via soddisfatti e divertiti.
Da quattro anni a questa parte,
si è avuto il decentramento delle attività presso la biblioteca di Carbonia, che è diventata capofila, ospitando le scuole dei comuni di Carloforte, Giba, Masainas, Perdaxius,
Piscinas, Portoscuso, San Giovanni
Suergiu, Santadi, Tratalias, Villamassargia e Villaperuccio.
Tra gli scrittori ed animatori intervenuti a dar vita agli incontri:
Chiara Carminati e Giovanna Pezzetta, Carlo Carzan, Gek Tessaro,
Francesco D’Adamo, Silvia Vecchini e Antonio Vincenti, Giorgio
Scaramuzzino e Elena Kedros, tutti conosciuti a livello nazionale.
Ma se il Festival, nel suo insieme, è stato un successo, grande conferma sono stati anche i ragazzi del
liceo scientifico Amaldi di Carbonia che, per il secondo anno consecutivo, coordinati dalla loro professoressa di storia dell’arte, Barbara Cappella, hanno contribuito alla riuscita dell’evento.
I giovani liceali hanno gestito con
entusiasmo “contagioso” il laboratorio creativo “Rompiamo le
scatole”, dove i bambini sono stati
guidati attraverso un percorso che
li stimolava verso un lavoro individuale ma anche collettivo. Divisi
in più gruppi, ciascuno ha ricevuto
un foglietto riportante alcune parole:
un oggetto, un animale, un verbo e
un luogo.
«Il loro compito consisteva nel
disegnare una storia che legasse
insieme tali parole per poi raccontarla a noi, giovani operatori rompiscatole, sotto lo sguardo vigile
delle loro insegnanti», spiega Marta, una delle tante ragazze che hanno preso parte attivamente al Festival.
«è stato un incontro generazionale molto costruttivo, attraverso il
quale abbiamo avuto modo di metterci in gioco e relazionarci con i
più piccoli - afferma Francesca hanno saputo stupirci con la loro
ingenuità e i loro fantasiosi elaborati, ci hanno fatto sorridere e hanno suscitato in noi tanta tenerezza.
Sono stati loro i veri protagonisti.»
Tanti i ragazzi che hanno aderito al progetto e, con pazienza, hanno trascorso le loro mattinate fra le
risate cristalline dei bambini: Marta Fuligni, Francesca Gallina, Alice Locci, Giulia Esu, Carlotta Cossu, Mara Salis, Daniele Ricciardi,
Mattia Fais, Sara Lisci, Ilaria Candelargiu, Giulia Coni, Marco Mattana, Simone Pisu, Giorgia Vacca
Valentina Cani, Giacomo Balloccu,
Giulia Dessì, Eleonora Cosa, Giulia Matteu.
E, per quanto sia stato faticoso
tenere a bada le piccole pesti, gli
studenti non hanno dubbi e si dichiarano particolarmente arricchiti
dall’esperienza. Intanto, hanno già
assicurato orgogliosamente la loro
partecipazione per il Festival Tuttestorie 2015.
Questo grande successo, pone
l’accento sull’importanza di valorizzare la promozione della lettura... ben vengano quindi tutte queste iniziative, in cui le forze delle
varie istituzioni si fondono, per dar
vita ad un’offerta formativa sempre
più ampia e completa, in grado di
soddisfare le crescenti richieste da
parte delle scuole.
Appuntamento al 2015 quindi...
per la decima edizione del Festival... sicuramente ci attendono nuove incredibili avventure!
Nadia Pische
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Anno XIX • N° 275 • 31 Ottobre 2014
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
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Continua la corsa vittoriosa della squadra di Vittorio Corsini, neopromossa, ora in testa alla classifica in Promozione regionale
La Monteponi vola e sogna una nuova promozione
Dopo il 5 a 1 subito nel derby, il tecnico del Carbonia Maurizio Ollargiu si è dimesso; l’Atletico Narcao è in difficoltà in coda alla classifica.
L
a Monteponi è un rullo
compressore nel primo scorcio del campionato di Promozione regionale. Neppure l’aria del derby ritrovato con il Carbonia ha creato problemi alla squadra
di Vittorio Corsini, passata trionfalmente al “Carlo Zoboli” con l’ampio punteggio di 5 a 1! In questo momento tra le due squadre c’è un divario netto che emerge anche dalla
classifica che da una parte vede i rossoblù al comando con 19 punti in 7
partite e tre punti di vantaggio sulla
coppia Siliqua-Ferrini, entrambe
vittoriose in trasferta, rispettivamente
a San Vito per 2 a 1 e a Elmas con la
Frassinetti, per 3 a 0. Ha perso contatto dalla seconda posizione, invece, la Kosmoto Monastir, fermata in
casa dal Girasole sull’1 a 1.
Intorno alla Monteponi c’è un nuovo entusiasmo che sta contagiando
tutta la città che attende il suo ritorno
a casa, nel rinnovato stadio Monteponi, dopo un lungo esilio a Sant’An-
Vittorio Corsini (Monteponi). Foto F. Murru.
tioco durato per tutto il vittorioso campionato di Prima categoria e pro-
trattosi finora in questo avvio di stagione. La data per l’inaugurazione del
campo in erba naturale deve essere
ancora fissata (in un primo momento era stato previsto il 13 novembre
per l’amichevole con il Cagliari di
Zdenek Zeman, ma è probabile lo
slittamento di alcune settimane).
La squadra sta dimostrando di essere competitiva anche in Promozione e promette di lottare fino alla fine
per un nuovo salto di categoria che, se
centrato, riporterebbe il calcio iglesiente, dopo tanti anni, al vertice nel
Sulcis Iglesiente.
Il Carbonia, da parte sua, dovrà
reagire subito al pesante ko, perché
la classifica comincia a farsi preoccupante, e manca ancora la vittoria
dopo sette giornate di campionato
(5 pareggi e 2 sconfitte), ma dovrà
farlo senza il suo tecnico Maurizio
Ollargiu che al termine del derby ha
rassegnato le dimissioni. La società
guidata dal presidente Renato Giganti dovrà decidere se respingerle,
Marco Foti (Monteponi). Foto F. Murru.
rinnovando la fiducia, o accettarle e
quindi scegliere un sostituto.
La prima del mese di novembre è
stata una domenica da dimenticare
anche per l’Atletico Narcao, sconfitto di misura ad Arbus per 1 a 0 e
penultimo in classifica con due soli
punti. La squadra appare in difficoltà e senza qualche inserimento di
qualità, probabilmente dovrà faticare non poco per raggiungere il traguardo della salvezza per il terzo anno consecutivo.
Nel girone B del campionato di
Prima categoria, continua la marcia
in vetta alla classifica del Senorbì,
impostosi per 4 a 1 ad Escalaplano,
inseguito ora a 4 lunghezze dal Sant’Antioco, vittorioso di misura nel
derby casalingo con il Tratalias per
1 a 0. Cresce il Carloforte, terzo con
13 punti dopo la nuova vittoria sulla
Libertas Barumini per 2 a 0, insieme alla Villacidrese, bloccata sullo
0 a 0 dalla Fermassenti di Gianni
Maricca.
Pari senza goal, infine, per l’Iglesias con il Seui Arcueri, mentre
Maurizio Ollargiu (Carbonia). Foto F. Murru.
il Gonnesa ha perso ancora, 4 a 1 a
Villanovatulo.
In Sardegna è stato giocatore del Cagliari e tecnico del Carbonia
Le due squadre sulcitane hanno iniziato il nuovo torneo di B1
S
B
Se n’è andato, a 77 anni, Renzo Cappellaro
e n’è andato, all’età di 77 anni,
Renzo Cappellaro, centravanti del Cagliari dal 1963 al
1966 e tecnico di diverse
squadre, tra le quali il Carbonia, che
guidò per due stagioni in serie D
(1980/81) e in serie C2 (1984/85).
Nato a Vicenza il 12 maggio 1937,
iniziò a giocare al calcio nelle giovanili del Lanerossi Vicenza, con la
quale vinse il prestigioso Torneo di
Viareggio per due anni consecutivi,
nel 1954 e 1955, aggiudicandosi anche la classifica dei marcatori (conserva quel primato, raggiunto qualche
anno fa dall’attuale centravanti della
Nazionale, Ciro Immobile). Giunse
alla prima squadra nel campionato di
serie A 1957/58 e in cinque stagioni
collezionò 56 presenze e 21 reti.
Lasciò il “suo” Vicenza nell’estate del 1961 per vestire la maglia
grigia dell’Alessandria, con la quale
vinse la classifica dei cannonieri del
nia di Adriano Novellini, Giampaolo Zaccheddu, Guido Accardi, Floriano e Marco Congiu, Aldo Scopa,
Carlo Pusceddu, Giuseppe Mura, Marco Manconi e Mondo Mameli, Pierino Aresu, Roberto Sequi, Marco
Fenu, Luciano Gambula, Rino Pianta, Pino Tocco, e ancora di Ugo Corda, Egidio Cossu, il compianto Sandro Piras, Mauro Virdis e Walter Lindiri, che nel catino di Bacu Abis, dove
giocava per l’indisponibilità dello
stadio comunale, per l’intero girone
d’andata (cinque vittorie consecutive all’inizio) e la prima giornata del
ritorno, incantò tutti, dominando letteralmente il campionato. Chiuse il
girone d’andata in testa alla classifica con 28 punti (13 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte). La prima sconfitta
a Olbia, 0 a 1, il 2 novembre 1980,
riscattata con una bella vittoria nel
derby interno con l’Iglesias, 3 a 1,
con un’impresa este in sei giornate:
alle spalle delle promosse Torres e
Frosinone e del Terracina.
La grande delusione lasciò il segno e la società l’anno successivo affidò la guida della squadra a Checco
Fele, che con la conferma dei migliori giocatori e gli inserimenti di
Pietro Pillosu, Gianni Tronci, Sergio
Bodano, Riccardo Erriu e Leopoldo
Pardini, riuscì a scrivere una delle
pagine più belle della storia calcistica
del Carbonia, centrando la promozione in C2, nella primavera 1982.
L’esperienza di Renzo Cappellaro alla guida del Carbonia ricominciò due anni più tardi, in C2, presidente Benigno Atzori. Dopo un buon
avvio (2 a 0 a Montevarchi con goal
di Fabrizio Rizzola e Giovanni Leone
e pari interno con la Massese, 2 a 2,
con goal di Giovanni Leone e Floriano Congiu) e tre vittorie interne
consecutive (alla 7ª giornata 1 a 0 all’Olbia, con goal di Sandro Zaccolo;
VBA/Olimpia e Volley Iglesias, c’è tanto da fare
ello e sfortunato esordio,
per la VBA/Olimpia Sant’Antioco, nel nuovo campionato di B1 di volley maschile. Al Palasport di Sant’Antioco, la squadra di Adrian Pablo Pasquali è stata battuta 3 a 2 dall’Emma Villas Chiusi, una delle formazioni più accreditate per la promozione in A2, dopo oltre due ore e
mezza di durissima battaglia.
La squadra lagunare, completamente rinnovata rispetto alla passata
stagione, ha tenuto testa fino in fondo ai più quotati avversari, arrendendosi solo sul 16 a 14 del tie-break.
A Segrate ci si aspettava una crescita ed un risultato positivo, viceversa sul campo è maturata una secca
sconfitta per 3-1 (25-19, 25-21, 22-25
e 25-19). La squadra ha faticato molto in avvio, cedendo i primi due set
Un attacco vincente di Sarpong.
abbastanza nettamente 25 a 19 e 25
a 21, riuscendo ad entrare in partita
nel terzo set, vinto 25 a 22. A quel
punto la reazione della squadra di
casa è stata autoritaria e per i lagunari non c’è stato niente da fa-re: 25
a 19 e 3 a 0 finale.
L’avvio di stagione è stato amaro,
come ampiamente previsto, per il
Volley Iglesias di Mario Basciu, andata incontro a due pesantissimi ko
sul campo del Volley Lupi Santa Croce (25 a 9, 25 a 12, 25 a 11) e in casa con il Parella Torino: 14-25, 1725, 15-25. Il roster pare inadeguato
alla categoria e la società cercherà di
completarlo ma la stagione, al momento, si prospetta tutta in salita.
Dopo la prima pausa stagionale,
la VBA/Olimpia ospiterà il Sant’Anna Tomcar Torino, mentre il Volley
Iglesias giocherà a Mondovì.
Le prime due vittorie avevano illuso la squadra isolana
Per il Calasetta Basket si è spenta la luce
I
Renzo Cappellaro.
Il Carbonia protagonista del campionato di serie D 1980/81.
campionato di serie B, con 21 reti (36
presenze). L’anno successivo passò
al Lecco, poi al Cagliari, nell’estate
del 1963. Con la maglia rossoblù, al
primo anno, conquistò una storica
promozione in Serie A, realizzando 9
reti. Dopo due stagioni in serie A (in
tre campionati, collezionò 63 presenze e 16 reti), ritornò in serie B con il
Genoa, per poi passare al Potenza.
Appese le scarpette al chiodo quando era ancora giovane, a 32 anni.
Iniziò subito la carriera di allenatore, nella giovanili della Sambonifacese e dello Schio, ma è in Sardegna che riuscì a togliersi le migliori
soddisfazioni. Il debutto alla Nuorese (1974/75), poi a Latina (1975/76),
ancora a Nuoro (1978/79), Quartu
Sant’Elena (1979/80), quindi a Carbonia, in serie D, nella stagione 1980/81,
presidente Elvio Verniani. Fu quello,
nella prima parte, il miglior campionato della sua carriera. Era il Carbo-
1 a 0 al Foligno, l’impresa all’Acquedotto di Sassari contro la Torres, battuta 1 a 0 con uno splendido goal di
Marco Congiu e con la Romulea, al
ritorno allo stadio Comunale, 1 a 0;
la sconfitta di Velletri, 2 a 1 e le vittorie sulla Lodigiani, 3 a 1 (doppietta di
Adriano Novellini) e sull’Angelana, 3
a 2 (doppietta di Pino Tocco). Fu a
quel punto che la squadra cominciò
a balbettare e, giornata dopo giornata, a perdere terreno rispetto alle principali concorrenti, Frosinone e Torres, che era riuscita a fermare rispettivamente con un pari ed una vittoria
sui loro campi, nel corso del girone
d’andata. Renzo Cappellaro non riuscì a capacitarsi dell’involuzione della sua creatura ed il girone di ritorno
si tramutò in un’autentica sofferenza
per i tanti tifosi che si erano esaltati
per quattro mesi: 6 sole vittorie, 3 pareggi e ben 8 sconfitte, per complessivi 13 punti ed il quarto posto finale,
alla 9ª 1 a 0 allo Spezia con goal di
Luca Rivetta; all’11ª 1 a 0 alla Torres
con goal di Giuseppe Innella), la squadra iniziò a balbettare e nell’ultimo
scorcio di stagione, con una classifica
allarmante, i dirigenti decisero di esonerare Renzo Cappellaro e di affidare la squadra a Ugo Corda. Il cambio sortì l’effetto desiderato, il gruppo reagì e riuscì a centrare il traguardo della salvezza con 29 punti, grazie
alla miglior classifica avulsa rispetto
allo Spezia, alla Vogherese e, soprattutto, all’Olbia, alla Nuorese e all’Imperia, che finirono in Interregionale.
La carriera di Renzo Cappellaro,
di fatto, si concluse lì, perché nelle
stagioni successive il tecnico vicentino si dedicò alla cura dei giovani.
Lascia un bellissimo ricordo tra quanti hanno avuto modo di conoscerlo
ed apprezzarlo, sia per le qualità tecniche sia per quelle umane.
Giampaolo Cirronis
primi due illusori successi avevano fatto presagire un torneo
di vertice, a braccetto con Sant’Orsola Sassari ed Accademia
Sestu nella lotta per un posto nei
playoff che portano alla Serie B.
Ma da quel momento in poi, si è
spenta la luce, e il Calasetta Basket,
con quattro battute d’arresto consecutive, è scivolato al terz’ultimo posto in classifica nel Girone L del
campionato di Serie C, davanti soltanto ai fanalini di coda Elmas e
Torres.
Difficile analizzare i perché di un
calo così repentino dei tabarchini,
che sulla carta rimangono una delle
migliori formazioni del torneo. In
estate, infatti, la dirigenza ha messo
pesantemente mano al roster che pure aveva brillato nello scorso torneo
di DNC, nel tentativo di renderlo più
profondo e completo. Tre soltanto le
conferme: il capitano Maurizio Fontana, il giovanissimo play Stefano
Massidda e l’ala marchigiana Andrea Morresi. Per il resto, tantissime
novità, a partire dal coach Andrea
Masini, che ha preso il posto di
Edoardo Peretti, ora nello staff del
Cus Cagliari (A1 femminile). Classe 1959, il tecnico di San Giovanni
Valdarno ha maturato importanti esperienze soprattutto da giocatore, vestendo la maglia della Stella Azzur-
ra Roma in Serie A nel corso degli
anni ‘80. Assieme a lui sono arrivati il playmaker Fabio Aralossi; la
guardia siciliana Ernesto Savarese;
l’ala-pivot Giampaolo De Caris, proveniente da Veroli; il centro argentino Yael Barreiro e l’esterno cagliaritano Stefano Santona. In più, il
Maurizio Fontana. Foto G.L. Zuddas.
dirigente Mario Fontana è riuscito a
portare a casa Fabio Cau e Alberto
Deliperi, due ragazzi molto interessanti formati dal florido settore giovanile della Scuola Basket Carbonia.
Le prime due settimane di campionato hanno portato risultati confortanti: all’esordio, nell’Opening Day
di Quartu, Calasetta ha battuto net-
tamente l’Elmas per 80-66, grazie
anche ai 27 punti di Morresi. A Sassari contro la Torres è arrivato il bis
(76-84). Poi il crollo: prima lo stop
nel big match contro la Sipal Genneruxi (81-72, vani i 25 punti di
Barreiro), quindi le sconfitte piuttosto nette contro le prime della classe Su Stentu e Tavoni (vittoriose,
rispettivamente, per 63-74 e 108-80)
e, infine, il doloroso ko interno contro l’Esperia (61-69), che ha di fatto
sancito l’inizio della crisi.
Tante le nubi che ora si addensano sul futuro del sodalizio gialloblù. Il campionato è ancora lunghissimo (sono previsti due gironi di
andata e altrettanti di ritorno), ma la
distanza dal primo posto - l’unico
che garantisce l’accesso agli spareggi promozione contro le squadre della penisola - è già troppo grande per
poter essere colmata. E allora una
annata partita con tante ambizioni,
potrebbe essere già naufragata dopo
appena un mese e mezzo, al punto
che, secondo alcuni rumors, non
sono esclusi dei ridimensionamenti
in corso d’opera. Chissà se coach
Masini, e assieme a lui la truppa di
“forestieri” arrivati con tanto entusiasmo qualche mese fa, chiuderanno la stagione sull’isola di Sant’Antioco.
Roberto Rubiu
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XIX • N° 275 • 31 Ottobre 2014
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