La Provincia del Sulcis Iglesiente n° 275
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La Provincia del Sulcis Iglesiente n° 275
IL NUMERO 275 1-12:IL NUMERO 181 4/9 04/11/14 00.44 Pagina 2 AUTOFFICINA CARBONIA di Diana Donatello + chilometri - salati Via Roma P.zza Matteotti del Sulcis Iglesiente CARBONIA Anno XIX - N° 275 InstallazIone ImpIantI Gpl a paRtIRe Da € 800 su tutte le auto loc. sirai - Carbonia - tel. 0781 1986387 Cell. 329 4338541 - mail: [email protected] Quindicinale di Informazione Politica, Economica e Sociale 31 Ottobre 2014 Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 del 7/11/95 • Direttore Responsabile: Giampaolo Cirronis • Distribuzione gratuita è al vaglio del Consiglio regionale la proposta di legge 71/A “Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale” Come cambia la sanità sarda Tra le principali novità, l’istituzione di una Asl regionale di emergenza e urgenza e la ridefinizione territoriale delle vecchie Asl. L a sanità sarda cambia. è in corso, in Consiglio regionale, l’esame della proposta di legge n. 71/A contenente “norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale”, primo firmatario Pietro Cocco, capogruppo del PD. Le novità contenute nel testo hanno acceso un aspro confronto tra le forze politiche e i gruppi consiliari, in particolare sull’istituzione di una Asl regionale di emergenza e urgenza e sulla ridefinizione territoriale delle vecchie Asl. La posta in gioco è molto elevata, come sempre accade quando si parla di sanità, considerato che questa assorbe ben il 60% dei pagamenti della Regione. La proposta, per ridurre il disavanzo della spesa regionale sanitaria, mira ad una “revisione dei confini territoriali, nel caso delle aziende sanitarie locali, o del numero dei posti letto, anche tramite accorpamenti di quelle ospedaliere” e introduce nell’ordinamento regionale “le sedi principali di organizzazione territoriale di degenza extra ospedaliera, le case della salute e gli ospedali di comunità”. è prevista, inoltre, l’istituzione dell’ospedale di comunità (OsCo) “presidio di raccordo funzionale tra l’ospedale per acuti e i servizi territoriali”. Sul futuro numero delle Asl, nella maggioranza di centrosinistra, non c’è ancora l’accordo. L’ipotesi più accreditata è una riduzione a quattro, una per provincia (in questo caso “salterebbero” le Asl delle quattro province cancellate dal referendum), ma c’è chi spinge per 5 o 6 e, al momento del voto, potrebbero esserci sorprese. Tra qualche giorno, comunque, la legge verrà approvata. L’auspicio è che, alla fine, le novità portino ad una crescita della qualità del servizio sanitario pubblico per i sardi. Giampaolo Cirronis L’ospedale Brotzu di Cagliari. ALL’INTERNO Oltre al posto fisso, non c’è più il lavoro Renato Soru è il nuovo n° 1 del PD Il Comune di Carbonia informa L’isola di Sant’Antioco abbraccia il mare Pagina 2 Pagina 3 Pagina 7 Pagina 8 Alla napoletana Flo il 7° Premio Parodi Nasce a Carbonia la fabbrica del cinema La Monteponi è in testa alla classifica VBA/Olimpia e Volley Iglesias in B1 Pagina 9 Pagina 10 Pagina 11 Pagina 11 CONCESSIONARIA E SERVICE Via Nazionale - Zona PIP 09013 CARBONIA - Tel. 0781 64324 www.laiautomobili.com Via Roma, 51 09013 CARBONIA - Tel. 0781 64943 www.laiautomobili.com PANETTERIA - SALUMERIA - FORMAGGI - DOLCI Via Nuoro, 32 - CARBONIA - ✆ 0781 674337 NOSTRA PRODUZIONE Altri punti vendita: Via Sardegna, 7 - Via Santa Caterina, 44 Via della Vittoria, 105 - Mercato Civico Box n° 62 IL NUMERO 275 2-11:IL NUMERO 181 2/11 04/11/14 08.36 Pagina 1 2 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XIX • N° 275 • 31 Ottobre 2014 La drammatica crisi maturata nel tessuto socio-economico sta creando una situazione molto delicata anche in Sardegna Oltre al posto fisso, non c’è più il lavoro Il vero problema è costituito dalla mancanza di politiche capaci, nel breve e medio periodo, di creare sviluppo e occupazione. L a drammatica crisi maturata nel tessuto socio-economico, con la perdita di migliaia di posti di lavoro, sta creando una situazione molto delicata in tutto Italia e in modo particolare nelle regioni più a rischio, tra le quali c’è la Sardegna. Tra imprese che chiudono perché non più competitive sul mercato ed altre che, per cercare di resistere, riducono drasticamente i livelli occupativi e puntano su contratti “più leggeri”, sono diverse migliaia i posti di lavoro già persi ed altrettanti quelli a rischio. Per contro, non si intravvedono, nel breve e medio termine, opportunità in grado di assicurare il reimpiego di una parte significativa dei lavoratori che sono già stati o stanno per essere espulsi dal ciclo produttivo. Il dibattito politico, negli ultimi mesi, è stato caratterizzato dalle iniziative del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in particolare l’abolizione dell’articolo 18, dalla proposta di anticipazione del TFR in busta paga e dalle considerazioni sulla scomparsa del “posto fisso”. I contenuti e i toni delle proposte del presidente del Consiglio hanno trovato la ferma opposizione della CGIL di Susanna Camusso e Maurizio Landini e tra le parti si è scatenato uno scontro senza precedenti tra la più grande organizzazione sindacale italiana ed un Governo di “Centrosinistra”. Matteo Renzi ha detto che bisogna abituarsi all’idea che il “posto fisso” non c’è più ed occorre creare, iniziando con la riduzione dell’IRAP a carico delle imprese, le condizioni perché chi perde il lavoro possa trovarne uno alternativo in breve tempo, usufruendo nella fase transitoria di un’adeguata tutela con il ricorso agli ammortizzatori sociali. I buoni propositi, in Sardegna, si vità commerciali ed artigianali, tanto che molti non hanno potuto usufruire neppure dei benefici della fiscalità di vantaggio, perché ormai allo stremo delle forze, si sono arresi. Il Sulcis Iglesiente è l’area (ormai ex Provincia) della Sardegna dove si registra la maggiore concentrazione di lavoratori in cassa inte- Il presidente del Consiglio Matteo Renzi. scontrano con una situazione drammatica che, oltre a quella del posto fisso, ha registrato anche la scomparsa del lavoro. Nel solo polo industriale di Portovesme, negli ultimi anni, sono alcune migliaia i posti di lavoro andati persi e non rimpiazzati con nuove opportunità ed almeno altrettanti quelli cancellati nel terziario. Non passa giorno che non chiudano atti- grazione o in mobilità. Eurallumina, Alcoa, ex Rockwool, ex Ila (oggi Port.Al), sono solo la punta di un iceberg che rischia di travolgere il territorio. La situazione all’Igea è diventata esplosiva con l’occupazione dei lavoratori, da 5 mesi senza stipendio e privi di garanzie per il futuro. Il Sulcis Iglesiente oggi paga gli errori compiuti dalla politica negli ul- «La Regione non può fermare le esercitazioni» I operativa ed economica che deriverebbero dall’esecuzione della delibera impugnata nella parte in cui, prevedendo la sospensione delle attività terrestri ed aeree nel periodo rappresentanti del ministero della Difesa che sono stati apprestati mezzi idonei per far fronte prontamente ad eventuali pericoli di incendio», ha accolto «la domanda di misura Il poligono militare di Teulada. in cui vige lo stato di elevato pericolo di incendio boschivo, di fatto dispone la sospensione delle esercitazioni in corso; considerato che, nel corso dell’audizione informale delle parti, è stato precisato da parte dei cautelare monocratica e, per l’effetto, sospende il provvedimento impugnato nella parte di cui in motivazione» ed ha fissato per la trattazione collegiale la camera di consiglio del 5 novembre 2014. Nuove polemiche dopo l’incendio sviluppatosi a Teulada D. Serra: «Le regole devono valere per tutti» Q uattro giorni prima del pronunciamento del Tar che ha accolto la richiesta di sospensiva del ministero della Difesa sulla delibera regionale che estende le prescrizioni regionali antincendio ai poligoni militari, il nuovo incendio sviluppatosi nel poligono di Teulada ha riacceso le polemiche e provocato una forte presa di posizione di Daniele Serra, sindaco di Teulada. «Nel pomeriggio di lunedì 6 ottobre - dice Daniele Serra - ho avuto una segnalazione di un cittadino che aveva avvistato del fumo in direzione di Capo Teulada. Ho voluto seguire personalmente la vicenda e mi sono recato lungo la strada litoranea Teulada-Chia. E da lì, effettivamente, si poteva osservare l’incendio in corso nella zona della penisola interdetta con ampie colonne di fumo, quasi certamente causato dalle attività addestrative che lo hanno innescato tra i cespugli e le stoppie ancora secche. Erano in corso le operazioni di spegnimento con un elicottero.» «Al di la del caso specifico - aggiunge il sindaco di Teulada - vorrei ricordare che questa amministra- Daniele Serra, sindaco di Teulada. zione (insieme al Consiglio comunale di Teulada) si è espressa più volte ribadendo la necessità di più attenzione sulle attività all’interno e tempi medio lunghi. Bisogna essere realisti e riconoscere che gli spazi per assicurare il reinserimento di tutti i lavoratori espulsi dal ciclo produttivo e per occupare quanti il lavoro non lo hanno mai avuto, non ci sono e difficilmente ci saranno a breve e medio termine. Per questo, vanno rafforzati gli ammortizzatori so- Il segretario generale della CGIL Susanna Camusso. Il Tar ha accolto la richiesta di sospensiva del Ministero l Tar della Sardegna ha accolto la richiesta di sospensiva del ministero della Difesa sulla delibera della Giunta regionale n. 36/14 del 16 settembre 2014, «con la quale sono state integrate le prescrizioni regionali antincendio approvate con la deliberazione n. 14/41 del 18 aprile 2014 con l’art. 16 bis ed è stato dato mandato al Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, nelle more della predisposizione da parte delle Forze Armate del Piano Antincendi, di rafforzare la vigilanza sulle aree contermini ai poligoni militari, in modo da garantire un pronto intervento qualora le circostanze lo richiedessero». Il Tar ha ritenuto che «da un primo esame della controversia non appare priva di fondamento la censura con cui si contesta la possibilità di un intervento unilaterale della Regione Sardegna in materia di esercitazioni militari» e «ritenuto che il ministero della Difesa ha evidenziato i gravissimi danni di natura timi 30 anni, con lo sperpero di ingenti risorse pubbliche in iniziative fallimentari e, per uscire dalla crisi, purtroppo, ci vorranno anni. Anche la cultura dell’assistenzialismo fine a se stesso ha creato danni enormi, con una mentalità sbagliata che non sarà facile superare. è giusto, come sostengono da me- di quelle aree che, vorrei ricordare, sono aree SIC e quindi ad alta valenza ambientale. Si è chiesto inoltre un allungamento del periodo di sospensione estiva delle esercitazioni. Questi incidenti non fanno altro che rafforzare la necessità di rivedere in maniera significativa i periodi addestrativi che non possono prescindere dalle regole e dalle procedure di sicurezza antincendio vigenti nel resto dell’isola nonché dalle condizioni climatiche contingenti. è assolutamente anacronistico e paradossale che a un comune cittadino in questo periodo sia giustamente vietato di fare un barbecue in campagna e, contemporaneamente, siano permesse attività addestrative impattanti che scatenano incidenti come quello di lunedì 6 ottobre. Non è più ammissibile - conclude il sindaco di Teulada - che all’interno del territorio dello stato italiano ci siano delle zone dove le regole e il buonsenso valgono meno che nel resto d’Italia.» si sia il premier Matteo Renzi sia il governatore della Sardegna Francesco Pigliaru, che quando una fabbrica non riesce più a stare sul mercato e produce continue perdite, debba essere chiusa, ma per creare valide alternative occorrono risorse ingenti (che oggi non ci sono e vanno reperite soprattutto con “robusti” tagli degli sprechi e della spesa), progetti seri ciali, con l’impiego in lavori di pubblica utilità negli enti locali. In questo modo si migliorerebbe sensibilmente il decoro dei centri urbani e si garantirebbe la giusta dignità ai lavoratori. Oggi più che mai si avverte l’importanza di un rilancio della formazione professionale, per la riconversione dei lavoratori che hanno perso l’occupazione e per la preparazione verso nuove attività di inoccupati e giovani che hanno concluso gli studi. Troppo spesso, anche nel recente passato, si è trascurata la formazione professionale, con conseguenze disastrose sia per le imprese sia per i lavoratori. E si è prodotto anche un grave spreco di risorse con l’adozione di strumenti come i contributi “de minimis”, concessi con modalità improvvisate e assai discutibili. Sarebbe interessante fare un censimento dei contributi concessi dalle varie amministrazioni locali per l’avvio di nuove iniziative commerciali e artigianali, con una verifica di quelle che ancora operano e di quelle già “morte”. Quando un’attività finanziata con un contributo a fondo perduto chiude nel breve periodo, crea un danno sia all’ente pubblico erogatore, sia ai giovani aspiranti imprenditori che si ritrovano disoccupati, con debiti nei confronti dell’erario (spesso ignorano che i contributi a fondo perduto concorrono a fare reddito nell’anno in cui vengono incassati e sono soggetti a tassazione ordinaria che può essere spalmata da un minimo di 2 esercizi ad un massimo di 5) e problemi per i garanti (spesso sono i genitori) della parte dell’investimento non coperta dal fondo perduto. La creazione di nuova impresa non è facile e va incoraggiata e sostenuta solo se accompagnata da una adeguata preparazione culturale e professionale. Giampaolo Cirronis Lettera aperta di un militare al governatore della Sardegna «Oggi il poligono militare di Teulada è la prima realtà economica del Sulcis» R enato Cammarata, delegato Cocer - Esercito, ha scritto una lettera aperta al presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru. «Le azioni intraprese nei confronti del Poligono di Capo Teulada ha scritto Renato Cammarata al governatore - stanno creando le premesse per una ulteriore e più pesante penalizzazione del popolo sardo. Infatti, ove si dovesse arrivare a rendere inutilizzabile tale poligono, la Difesa sarebbe costretta a rivedere la propria presenza sulla nostra amata isola ed in particolare diverrebbe inevitabile la chiusura della “Brigata Sassari” o il suo ridislocamento sul continente. Ciò significherebbe che circa 5.000 sardi e le relative famiglie, nonché le loro buste paga dovrebbero iniziare un esodo colmo di sacrifici personali e famigliari, nonché un danno non trascurabile per l’economia della nostra terra. Di conseguenza, con il cuore in mano chiediamo di fermare ogni iniziativa volta a chiudere il poligono di Capo Teulada e di porre in essere ogni iniziativa utile a facilitare la presenza e la vita della nostra unità dell’Esercito sull’isola. Ove non fossimo ascoltati - ha aggiunto il delegato Cocer-Esercito ci batteremo con ogni mezzo affinché alle prossime elezioni i partiti che hanno concorso a pugnalare alla schiena la propria terra, vengano sonoramente puniti nella cabina elettorale. è impensabile che, a seguito delle performance di un politico, a mezzo stampa e su social-network, si sia creato un clima di malessere e preoccupazione, nel personale militare. Attacchi, talvolta indiscriminati sulla figura e sull’operato dei cittadini in divisa, additati sempre più come responsabili o essi stessi fonte di ogni tipo di inquinamento, si è pian piano alimentata una situazione di tensione con la popolazione locale che si ripercuote sulla serenità famigliare dei soldati impiegati presso la caserma “S. Pisano” di Teulada (CA) e relativo poligono militare.» tando in contesti internazionali quelle qualità tipiche del popolo Sardo, tali riduzioni sortirebbero a un impoverimento ulteriore del tessuto economico e sociale del territorio.» «Oggi il poligono militare di Capo Teulada, risulta essere la prima realtà economica del Sulcis, dove sono impiegati permanentemente circa 900/1.000 unità (ovviamente con relative famiglie) e periodicamente I bersaglieri del 3° Reggimento della Brigata Sassari di Teulada. «Il personale militare suddetto ha sottolineato ancora Renato Cammarata -, ha rappresentato una forte apprensione per la tutela e l’incertezza del proprio futuro lavorativo, tutto ciò, motivato da un bombardamento mediatico inneggiante a totali chiusure dei poligoni militari e riduzioni della presenza dei militari stessi nella Regione Sardegna; parlando di essi solo con il termine “militari” quasi a considerarli un’entità astratta non delle persone fisiche che in questa terra di Sardegna, vivono, lavorano e crescono i propri figli tenendo alto anche il nome della stessa isola, spesso espor- il numero cresce in maniera esponenziale con la turnazione dei reparti in addestramento durante i periodi di attività del poligono stesso, per non considerare l’indotto diretto ed indiretto ad esso legato (servizi, mense, pulizie, manutenzioni, approvvigionamenti ed altro) nel solo ultimo anno si sono stipulati contratti con 170 ditte del Sulcis Iglesiente per un ammontare di circa 20 milioni di euro. Queste cifre per il solo Poligono di Teulada - ha concluso il delegato Cocer-Esercito senza includere quello che è per la Regione in termini di economia “vera”, l’intera “Brigata Sassari”.» La Provincia del Sulcis Iglesiente Quindicinale di informazione politica, economica e sociale Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 del 7/11/95 N° di iscrizione al ROC (Registro degli Operatori di Comunicazione): 9294 Direttore Responsabile: Giampaolo Cirronis Loc. Medadeddu, 121 - Carbonia - Tel. e Fax 0781 670155 - Cell. 333 9698533 www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com [email protected] - [email protected] - [email protected] Pubblicità: 328 1457305 - 349 7114191 - 333 9698533 Stampa: Cooperativa Tipografica Editoriale - Loc. Sa Stoia - Z.I. Iglesias - Tel. 0781 21086 IL NUMERO 275 3-10:IL NUMERO 181 3/10 04/11/14 00.36 Pagina 2 3 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XIX • N° 275 • 31 Ottobre 2014 Il 26 ottobre le elezioni primarie hanno consegnato la segreteria regionale del primo partito all’ex governatore della Sardegna Renato Soru è il nuovo n° 1 del Partito Democratico Anche nell’Isola si è registrato un consistente calo di partecipazione e sono affiorate profonde divisioni tra le diverse anime del partito. L ’europarlamentare Renato Soru, 57 anni, è stato eletto nuovo segretario regionale del PD con 19.895 voti (51,20%). Le primarie hanno espresso un risultato prevedibile, come prevedibile era il notevole calo di affluenza nei seggi allestiti nelle 8 province sarde. Considerata la grande alleanza che sosteneva l’ex governatore, è rilevante il risultato raggiunto dal senatore Ignazio Angioni, 47 anni, con 14.266 voti (36,72%). Ha ottenuto 4.693 voti (12,08%), infine, Thomas Castangia, il candidato più giovane (39 anni). Con Renato Soru sono stati eletti 83 delegati all’assemblea regionale, con Ignazio Angioni 58, con Thomas Castangia 19. Nel Sulcis Iglesiente, la vittoria di Renato Soru è stata più ampia rispetto al dato regionale, con 1.314 voti su 2.201 votanti, per una percentuale del 59,7; Ignazio Angioni s’è attestato a 687 voti, il 31,21%; Thomas Castangia a 200 voti, il 9,09%. Questi i delegati eletti nell’Assemblea regionale: lista Soru - Rita Caboni, Valentina Cuccu, Maria Cristina Garau, Marinella Grosso, Giacomo Guadagnini, Emanuele Madeddu ed Enzo Pisanu; lista Angioni - Ignazio Atzori, Gino Cadeddu, Elisabetta Fois ed Alessandra Murgia; lista Castangia Sara Marroccu. Il dato di Cagliari città, viceversa, è molto vicino a quello regionale. Renato Soru ha ottenuto 1.274 voti su 2.441 votanti, il 52,19%; Ignazio Angioni 890 voti, il 36,36%; Thomas Castangia 277 voti, l’11,35%. Le operazioni di voto delle primarie del PD hanno fatto emergere ancora una volta la singolarità di un regolamento che, prevedendo la partecipazione al voto delle elettrici e degli elettori che dichiarino di riconoscersi nella proposta politica del partito, di sostenerlo alle elezioni ed accettino di essere registrate nell’albo pubblico delle elettrici e degli elettori, alla prova dei fatti registra la presenza nei seggi, accolti senza obiezione alcuna, di cittadini “chiaramente” appartenenti ad altre aree politiche ed “esplicitamente” ad altri partiti. Il caso più clamoroso è emerso a Olbia, dove ha votato il deputato Settimo Nizzi, ex sindaco ed oggi uno dei coordinatori regionali di Forza Italia. Con l’elezione a segretario regionale, Renato Soru ritorna un protagonista di primissimo piano della politica in Sardegna, ruolo che ricoprirà anche da europarlamentare, sulla falsariga di quanto avviene in campo nazionale, Renato Soru. dove il premier Matteo Renzi, è anche segretario nazionale del PD. Ora sarà interessante verificare i riflessi dell’elezione di Renato Soru sugli assetti della Giunta Pigliaru. Molti ipotizzano, a breve, un rimpasto in Giunta, con l’ingresso di alcuni uomini “vicini” al neo segretario. Come si ricorderà, Francesco Pigliaru iniziò la sua esperienza politica nel 2004, come assessore della Programmazione della Giunta Soru, dalla quale si dimise in contrasto con l’allora governatore, nell’ottobre 2006. Nel Sulcis Iglesiente, dove è maturata una candidatura unitaria per la segretaria provinciale, quella di Daniele Reginali, consigliere comunale di Iglesias, ci sono state polemiche sulle modalità di elezione del segretario del circolo di Carbonia. «Una parte del gruppo dirigente del partito ha appreso solo dalla stampa della convocazione di alcune riunioni propedeutiche e della presenza di un elenco di papabili alla segreteria - ha detto Luisa Poggi, consigliere comunale ed ex assessore della Giunta Cherchi -. Riteniamo che se si tiene veramente all’unità del partito, come è stato dichiarato in varie occasioni, sia doveroso coinvolgere tutti, convocandoli alle riunioni. Al di là dei nomi, sui quali non esprimiamo giudizi, avremmo voluto conoscere anche i temi affrontati, perché il nostro territorio ha bisogno che i partiti affrontino e cerchino di risolvere i problemi e non si occupino solo di nomine.» La replica di Marco Murru, nuovo segretario del Circolo PD di Carbonia, non s’è fatta attendere. «Niente e nessuno ha vietato (ed anche volendo farlo, in modo folle ed antidemocratico, non ci sarebbero strumenti per farlo) la presentazione di liste che concorressero, nell’ambito dei Congressi appena celebrati, alla composizione degli organismi dirigenti del Partito - ha dichiarato Marco Murru -. La critica interna è sempre attuabile ed esprimibile, come del resto avvenuto a più riprese nel corso di questi ultimi anni, ma vi sono luoghi deputati a ciò e, con il massimo rispetto della stampa e del lavoro fondamentale che i giornalisti svolgono per la società, le pagine dei giornali non rientrano tra questi, soprattutto per dichiarazioni al vetriolo, che sarebbe meglio esternare in sede di partito, gruppo e maggioranza.» Giampaolo Cirronis Cantina Santadi Via Su Pranu, 12 - Santadi - Tel. 0781 950127-953007 - Tel. e Fax 0781 950012 LATINIA Vino dolce da vendemmia tardiva di uve Nasco dei vigneti ad alberello - antica vigna “Latina” del Basso Sulcis della Sardegna. Vino mediterraneo, caldo, solare che, servito a 10°-12° C, esalta il dessert e partecipa a tutti i momenti di incontro e di festa. Ha ricevuto il “Premio speciale” “miglior vino dolce dell’anno” 2002 e i 3 bicchieri del “Gambero Rosso” Miglior vino da dessert al Vinexpò 2001 di Bordeaux. Il caso è stato al centro dell’incontro svoltosi il 29/10 in Viale Trento Port.Al, nuovo appello alla Regione I l caso Port.Al è stato al centro dell’incontro svoltosi il 29 ottobre all’assessorato dell’Industria. Dopo il fallimento dell’ex Ila, lo stabilimento è stato acquisito dal gruppo di Ninetto Deriu con un investimento che fin qui ha raggiunto i 7 milioni di euro (nei due anni e mezzo trascorsi dalla acquisizione, sono stati spesi un milione e mezzo di euro per le sole manutenzioni). L’azienda è ancora in attesa della firma di un decreto della Giunta regionale per il via libera all’installazione di un mini parco eolico. Tre le pale richieste, due quelle concesse, in prima battuta, in sede di conferenza di servizi, ma resta un ostacolo da superare, una norma legislativa che vieta la realizzazione di nuovi impianti a meno di tre km dal mare, per superare la quale, visto lo stato in cui si trova l’area industriale, ormai compromessa dalla presenza delle industrie e del vasto parco eolico dell’Enel, è necessario un provvedimento della Giunta regionale. Ricordiamo che il gruppo Deriu, già oggi ha 350 dipendenti in servizio, 160 sono quelli prossimi al rientro con il rilancio produttivo della Port.Al e 120 quelli previsti dal progetto del centro termale Coquaddus. Senza le pale eoliche la fabbrica non potrebbe riaprire, in quanto il costo dell’energia graverebbe in misura eccessiva sulla produzione e non si capisce proprio perché i tempi autorizzativi debbano essere tanto lunghi, con il rischio di compromettere l’intero progetto e il ricollocamento di 160 lavoratori diretti ed almeno di un centinaio indiretti. All’incontro del 29 ottobre, svoltosi nella sala riunioni al 4° piano del Palazzo di Viale Trento, hanno partecipato l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, le impegna a: - verificare con gli uffici tecnico-amministrativi dell’assessorato, lo stato dell’iter autorizzativo e le possibili evoluzioni del caso in esame; - verificare presso il Mise la percorribilità di soluzioni sul costo dell’energia compatibili con le esigenze dell’azienda Port.Al, Ninetto Deriu. organizzazioni sindacali, le RSA e l’azienda. «Dopo un rapido riepilogo del caso aziendale e la condivisione che il principale problema risiede nell’elevato costo di approvvigionamento dell’energia, i presenti sono giunti ad un accordo così schematizzabile: • l’assessore dell’Industria si del mercato nazionale e del più ampio mercato comunitario; • coinvolgere nel percorso autorizzativo la Giunta regionale e il presidente della Regione; • riconvocare i presenti entro il giorno 14 novembre 2014, con la presenza dell’assessorato dell’Industria e della Presidenza della Regione Sardegna.» La posizione della CGIL sul futuro della miniera di Monte Sinni Carbosulcis, l’aspettativa della nuova fase L a Commissione europea ha chiuso la procedura d’indagine sul caso Carbosulcis, sentenziando che la Miniera può usufruire ancora di un sostegno pubblico finalizzato alla sua dismissione, come previsto dalle norme europee (decisione 787/2010/UE) per accompagnare la graduale cessazione della produzione, con “tutela ambientale, ricerca ed innovazione tecnologica, riqualificazione del personale”. Ora, come nel più grottesco schema pirandelliano fioccano le dichiarazioni entusiastiche dell’A.U. (in coro con vari ex assessori e politici), il quale come il “Gengè dell’Uno, Nessuno e Centomila”, provando ad estraniarsi da se stesso, parla di “un risultato positivo per un nuovo corso”, anziché della grave responsabilità di quella classe politica, della quale egli stesso è diretta emanazione, che ha impedito la possibilità concreta di valorizzazione dell’unica risorsa energetica nazionale. Non si illuda, quelle “maschere”, così come nel romanzo, resteranno tali. La realtà, che rimarrà nella storia, è che “Lorsignori” hanno portato la Miniera, e quello che rappresenta nel territorio, al disastro totale: da una parte per l’incapacità, la specifica incompetenza e la superficialità (certificate anche dal Consiglio regionale); e dall’altra mortificando chi ha operato nelle gallerie come nella ricerca di soluzioni tecnologiche che avrebbero permesso ben altra opportunità e sorte alla Carbosulcis. Il tutto condito dal peggior esercizio clientelare del potere e senza alcuna remora nei riguardi del patrimonio umano, professionale, tecnologico, operativo e culturale, verso il quale è in atto anche il peggior sciacallaggio industriale. è, infatti, di questi giorni, la notizia della decisione di Carbosulcis per la cessio- ne, per qualche spicciolo, a Sotacarbo (della quale è presidente il D.G. della Carbosulcis), del Lavoro e dell’attività di ricerca costati impegno e circa 5 milioni di euro. Situazione, se ce ne fosse bisogno, che evidenzia ancora più chiaramente il conflitto di interessi di chi, nel tempo, avrebbe dovuto gestire le competenze tecniche e professionali della Carbosulcis, miranti ad attuare RICERCA E INNOVAZIONE a favore della miniera e della propria produzione, mentre invece ne ha eliminato attività e reparti. Come è decisamente gattopardiano quanto dicono vada aperta- l’esodo, sui quali avrebbe ampia gestione e discrezionalità. Noi continuiamo a pensare che sia perlomeno paradossale che i responsabili del disastro gestionale della realtà produttiva (ed emanazione del Governo regionale peggiore e deleterio della Storia dell’Autonomia della Sardegna), possano essere anche i gestori della fase, che deve accompagnare la Società alla dismissione, attraverso le linee fondamentali della ricerca, riconversione, riqualificazione e rioccupazione! Da marzo proponiamo questo quesito alla Regione nella sua qua- La miniera di Nuraxi Figus. mente affermando l’A.U. rispetto alla sua sicurezza di restare alla guida di Carbosulcis: per la sua vicinanza all’attuale assessore dell’Industria e per il suo sostegno verso il deputato europeo e candidato alla leadership del PD sardo. Infine, a conferma dell’assenza di gestione industriale, a favore di quella politica e clientelare, con la moltiplicazione della comunicazione interna ed esterna all’azienda, sulla disponibilità di milioni di euro per buonuscite e incentivazioni al- lità di Azionista Unico, che ha sempre spostato la risposta all’esito della determinazione della Commissione europea. Ora che è arrivata vorremmo vedere l’atteso nuovo corso di gestione, di competenza, di serietà, passione e moralità per evitare che si passi dalla commedia al melodramma, e che al conclamato danno si aggiunga altra beffa! Roberto Puddu Segretario Generale della Camera del Lavoro del Sulcis Iglesiente IL NUMERO 275 4-9:IL NUMERO 181 3/10 04/11/14 00.53 Pagina 1 4 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XIX • N° 275 • 31 Ottobre 2014 I dati presenti nei documenti esaminati permettono di disegnare una mappa dello stato del ripopolamento del Sulcis I villaggi del Sulcis nella metà del ‘700 L’isola o penisola di Sant’Antioco, nel 1754 contava 302 abitanti stabii, per lo più affittuari o famigli di nobili e cavalieri di Iglesias. F Giuseppe Mura. atta eccezione per Iglesias, che come già visto comprendeva una gran parte degli abitanti del Sulcis, anche se oltre la metà di essi viveva dispersa nei salti e veniva in città, al massimo, una volta all’anno, poche erano le ville e pochi gli abitatori stabili. I pochi villaggi erano pressoché isolati tra di loro e dalla città d’Iglesias. Non vi erano strade carrabili se non quella che univa il capoluogo di provincia, Iglesias, a Cagliari. La strada reale che l’avrebbe congiunta con Sant’Antioco e il suo porto sarebbe stata costruita solo nel 1860. I sentieri, percorribili a piedi o a dorso di cavalcature, in inverno si trasformavano in torrenti. Come descritto nei documenti, il Vescovo stesso faceva le sue visite pastorali nella tarda primavera e ancora con qualche difficoltà, era sufficiente un acquazzone perché si gonfiassero i fiumiciattoli rendendone impossibile il guado. Per coprire, a cavallo, la distanza da Iglesias a Sant’Antioco, con il tempo clemente, erano necessarie sei ore; a piedi o con un carro a buoi, unico mezzo di trasporto possibile di derrate o merci di ogni tipo, i tempi si allungavano fino ad un giorno e mezzo. Quattro ore buone a cavallo, erano necessarie per muoversi da Villamassargia a Serbariu, come riportato appunto nei verbali delle Cause Criminali della Reale Udienza, relativi all’inchiesta per l’omicidio di un bracciante nel salto di Serbariu, nel furriadroxiu Musteddinu; ancora nel 1850, al giudice mandamentale e al suo segretario, per raggiungere a cavallo il luogo del delitto, in territorio di Serbariu occorsero quattro ore di cavallo. Un giorno intero, di buon passo a cavallo, in condizioni climatiche favorevoli, era necessario per arrivare da Iglesias a Teulada, la villa più lontana della diocesi. All’inizio di Giugno poi, ogni traffico si arrestava per il timore dell’intemperie, la malaria, che imperversava in quelle contrade. I malcapitati, che fossero obbligati a muoversi per il proprio uffizio, erano certi di scontare la temerarietà con le febbri malariche procurate dalla puntura della zanzara anofele che proliferava nelle maremme ed acquitrini che si estendevano dal salto di Coderra, fin verso Palmas, la costa e le colline. I funzionari piemontesi che venivano trasferiti in Sardegna, spesso per punizione, si ammalavano di malaria e, sopportando peggio dei nativi, l’assalto del Plasmodium malariae, la gran parte di essi moriva. Anche per queste ragioni la crescita demografica era bassa e desolate le campagne. Nella relazione attribuita al Vicario Generale, la villa di Carloforte, fondata nel 1737 da una colonia di pegliesi di Tabarka è l’unico insediamento, a parte Iglesias, ad essere definito Città (sic). Vengono poi citate le Ville di Teulada, Domusnovas, Villamassargia e Musei, le popolazioni di Sant’Antioco e di Portoscuso. I dati presenti nei documenti in esame, permettono di disegnare una mappa dello stato del ripopolamento del Sulcis nella prima metà del ‘700. Relativamente a Sant’Antioco, è possibile confrontare diverse fonti, di natura sia ecclesiastica che laica. L’Intendente Generale di Sardegna, Francesco Cordara, Conte di Calamandrana, coadiuvato dal maggiore Bressone, esperto di architettura militare, da un Regio Misuratore e da altri collaboratori aveva fatto, personalmente un’ispezione della penisola sulcitana, rilevando e facendo rilevare tutta una serie di dati che verranno poi riportati nella successiva relazione datata 1755, tutti raccolti in un voluminoso faldone, custodito nell’Archivio di Stato di Torino, denominato Sardegna Feudi, Sant’Antioco-Iglesias, da confrontare con le informazioni, relative agli anni 1761-1764 contenute nel codice, inedito, riguardante la diocesi di Iglesias. L’isola o penisola di Sant’Antioco contava nel 1754 trecentodue abitanti stabili, per lo più affittuari o famigli di nobili e cavalieri di Iglesias i quali possedevano nell’isola del Santo, terreni e case, nelle quali abitavano contadini e pastori, per tutto l’arco dell’anno «in società con padroni iglesienti, altri il suo, altri l’altrui bestiame pascendo, col vantaggio delle dette abitazioni, senza spesa d’affitto, ma con la condizione di lasciarle in tempo della Festa». Era, con ogni probabilità, ritenuto utile al prestigio sociale aver casa nell’isola dove, in occasione della festa, si ritrovavano le persone più illustri del regno, talvolta lo stesso Viceré e l’Arcivescovo di Cagliari. Nell’isola erano allevate 500 vacche, 2.000 capre e 600 pecore e, a detta dell’agrimensore, di cui ci è stato tramandato il nome, Filippo Griseri, il terreno seminativo poteva esser raddoppiato e dare quindi sostentamento ad una più numerosa popolazione. Gli 800 olivastri contati, potevano esser tutti innestati ad olivi, così da dare una produzione di olio più che dignitosa; sfortunatamente non v’era legname atto alla costruzione di case; questo poteva però essere preso nei territori di Iglesias, Villamassargia, Santadi, Piscinas o Teulada, tutti ad un giorno e mezzo di strada con il carro a buoi, anche perché le strade erano, come già detto, praticamente inesistenti. Per contro, erano abbondanti le pietre calcaree per la preparazione della calcina. Nell’anno in cui venne stesa la relazione le case abitate erano 49, i casolari e gli edifici come stalle o magazzini 10, le capanne sparse per la campagna e nelle vicinanze dell’abitato 23, mentre 63 erano sparse nelle campagne; inoltre, caso unico nel Sulcis, vi erano 116 grotte, resti di antichi ipogei; venivano occupate, in occasione della festa del Santo, dai pellegrini che vi trovavano ospitalità, o dai proprietari igle- La relazione del Conte di Calamandrana. sienti che le utilizzavano per la stessa occasione. Due sole di queste spelonche erano abitate stabilmente per tutto l’anno. La maggioranza delle costruzioni erano raggruppate intorno alla chiesa del Santo, sulla parte alta della collinetta nota come sa guardia de su pisu. Appena più in basso, dove ora c’è la piazzetta che ne ricorda il nome, vi era la chiesetta, ormai cadente, di Santa Rosa, la madre di Antioco secondo un’antica tradizione popolare, già interdetta dall’arcivescovo monsignor Falletti, ed utilizzata per la sepoltura dei defunti. L’edificio più grande e di maggior valore, fatta eccezione per la chiesa, tra quelli esistenti, era di proprietà della città d’Iglesias e valutato intorno alle 3.650 lire piemontesi. Veniva utilizzato per ospitarvi persone illustri e i rappresentanti del comune che colà si recavano in occasione delle feste del Santo. Era una costruzione a due piani che, oltre alle diverse camere, era sede, nel piano terreno, della prigione del villaggio perché, nonostante il vescovo vi esercitasse i diritti baronali, l’ordine pubblico era assicurato, da sempre, dal Capitano di Giustizia di Iglesias che, in quegli anni era Don Faldone custodito nell’Archivio Storico di Torino. Agostino Salazar. La casa era composta di due piani, al piano superiore camere cinque con sternito (Pavimento - in forma dialettale piemontese) di mattoni e calcina, muraglie di terra e pietre, imboccate (intonacate) alle sue due facce, in calcina, il coperto pendicio a due parti (il tetto inclinato a due spioventi) et il piano di terra composto di camere tre ed una prigione; avuto riguardo al buono stato si trova detta casa, si è stimata in Lire Piem. 3650. I principali edifici del piccolo abitato erano di proprietà di nobili iglesienti o di religiosi di un certo prestigio. Avevano casa in ottimo stato, nell’isola di Sant’Antico i Reverendi padri Gesuiti, composta di sei stanze e il tetto a due pendenze, con un bel giardino e un porticato chiuso da un parapetto in muratura. La casa era abitazione, per tutto il corso dell’anno di Sebastian Bullegas che vi dimorava con la sua famiglia. I PP. Conventuali di San Francesco di Iglesias possedevano una casa, non accanto alla chiesa, ma in regione Canai, oltre a terre aratorie. Don Nicola Salazar, arcidiacono della cattedrale e seconda dignità del capitolo possedeva una casa. Il M. R. Don Michele Pes, arciprete e Vicario Capitolare, era proprietario di terre aratorie. Il capitolo di Iglesias possedeva una casa che ospitava il curato, Francesco Pintus il quale, a sua volta, era proprietario di due capanne e cinquanta pecore in regione pispisia. La casa del Capitolo era un edificio a due piani, appena discosto dalla chiesa, utilizzato dai canonici nelle ricorrenze festive, con cinque stanze al piano terra e tre a quello superiore, più alcune botteghe che venivano utilizzate da mercanti, nel corso della festa. Il Capitolo possedeva altre due piccole case, a due piani di recente costruzione, una a destra e l’altra a sinistra della chiesa, con il piano terra aperto a porticato per fungere da botteghe in occasione della festa. Anche l’eremitano, che custodiva la chiesa per il resto dell’anno, possedeva una capanna e terre aratorie. Vi erano poi le case del nobili iglesienti, tutte abitate da affittuari, mezzadri o servitori che le custodivano per conto dei proprietari. Avevano dei possedimenti: Il nobile don Fadda, Donna Matia de Espinosa, don Pietro Usay, don Emanuele Angioy, don Gavino Salazar, capitano di giustizia di Iglesias e con giurisdizione a Sant’Antioco per le cause criminali e ordine pubblico, quasi il fatto di possedere casa nell’isola del Santo Patrono costituisse una sorta di status symbol, un irrinunciabile punto di prestigio. Tutte queste costruzioni servivano da abitazione per le 300 persone che vi vivevano stabilmente, pur con qualche disagio, per tutto l’anno. L’economia, era da considerarsi di pura sussistenza, prova ne sia che la gran parte di quanto necessario all’alimentazione e ai consumi primari, proveniva dai prodotti del luogo. L’olio era quello chiamato Ollu de Stincu, ovvero prodotto dalle bacche del lentischio, abbondante nella macchia dell’isola. Il pane, prodotto dalle farine di frumento locale, è l’unico alimento di cui hanno una certa abbondanza, vien consumato con qualche pezzo di formaggio. Assai rara la carne sulla mensa degli abitanti, come frutta, qualche dattero e mirto selvatico. Talmente misera era la vita di quei villici che poche erano le coppie che potevano sposarsi, non essendo in grado di garantire la sussistenza alla famiglia. Per di più, nonostante da qualche anno fosse presente un cappellano nominato e pagato dal Capitolo, gli abitanti erano costretti, per sposarsi a recarsi ad Iglesias, perché il curato del Villaggio poteva amministrare solo i sacramenti del battesimo e dell’Estrema Unzione. Nel quarto dei quinque libri, quello dei morti, sono riportate, oltre all’annotazione del decesso, l’autorizzazione che il Vicario Generale dava al cappellano, di seppellire il defunto nella chiesetta di santa Rosa, ormai destinata a quell’unico scopo. Spostarsi in città, come già visto non era uno scherzo. Anche le puerpere per partorire dovevano andare presso i parenti ad Iglesias, affrontando il viaggio disagevole anche nella brutta stagione e talvolta, si può immaginare, in situazioni di estrema urgenza. La lana era filata dalle bestie allevate dai residenti e ogni donna filava e tesseva la lana grezza che costituiva il tessuto con il quale confezionare gli indumenti per tutta la famiglia. Nel 1756, nella parte “battesimi” dei quinque libri della novella comunità, furono registrate le prime tre nascite e altre 277 nei quindici anni successivi. Il primo matrimonio fu celebrato solo nel 1761. A partire da quella data, osservando il luogo di provenienza degli sposi, notiamo che in maggioranza provenivano da Iglesias, ma vi era anche chi veniva da Villacidro, Fluminimaggiore, Portoscuso, Teulada, Villa Speciosa e Cagliari. I morti, tra gli anni 1756 e 1770 furono 111, ma non possiamo sapere quanti erano originari di Sant’Antioco, in quanto, per 63 di essi, non è specificato il luogo di origine, ma essendoci tra questi ben 47 bambini, è probabile fossero nati nell’isola. Dai dati in nostro possesso, possiamo concludere che il numero di residenti crescesse rapidamente se, dopo appena due lustri, nelle visite pastorali, si riportavano circa 500 abitanti. Dopo circa un secolo, nel 1844, Sant’Antioco, nonostante l’ultima incursione dei barbareschi si fosse verificata nel 1815, con la cattura di 158 antiochensi, era ormai divenuto un grosso villaggio, con 2.610 abitanti, protetto da un forte con guarnigione e artiglierie, in grado di rintuzzare ulteriori incursioni e quindi capace di costituire un polo di attrazione per nuovi abitatori. Portoscuso era costituito, nel 1762, da poche case, raggruppate intorno alla chiesa di Santa Maria d’Itria, in prossimità della tonnara Su Pranu. Gli abitanti erano così pochi che venivano conteggiati tra quelli della parrocchia di Santa Chiara di Iglesias: il numero cresceva sensibilmente nella stagione delle tonnare. Per quanto riguarda l’amministrazione religiosa, la chiesa di Portoscuso dipendeva da quella di Sant’Andrea di Gonnesa, il cui beneficiato riscuoteva i diritti di sepoltura. Il Duca di San Pietro, feudatario dell’isola omonima, per suo privilegio provvedeva alla nomina e alla retribuzione sia del parroco di Carloforte, sia a quella del cappellano di Puerto Escus, come riportato nella relazione del Vi- sitator, arcidiacono Diego Salazar: Tambien en la Isla desan Pedro esta la Iglesia Parroqle, en la que està el V.o parroquial oara administar… un otra en Puerto Escus, donde hay un cappellan que sierve para celebrar… y amboslos nombra y ly paga el Illmo Duque de San Pedro… Era usuale che, i villaggi delle tonnare, con le casette per i tonnarotti e l’abitazione padronale, fossero dotate di una chiesa per la celebrazione della messa quando, in periodo di mattanza, si animavano con decine di presenze. Così anche la tonnara di Porto Palla, (Porto Paglia, all’estremità meridionale della spiaggia di Funtana Mare) di proprietà di don Stefano Brunengo, conte di Monteleone, aveva Stemma nobiliare della famiglia Sanjust. la sua chiesa e il suo cappellano. Carloforte che, pur essendo stato fondato nel 1737, appena 25 anni prima, contava di già oltre mille abitanti, tutti poveri ma laboriosi, seguivano con assiduità le funzioni religiose, anche se, le loro donne, erano ritenute, un poco troppo libere nei costumi. E però probabile che questo giudizio fosse eccessivamente “burocratico”, provocato dal fatto che le giovani copie che si aggiungevano alla colonia, provenienti da Tabarca, non avevano spesso, formalizzata la loro unione, in quanto nell’isolotto tunisino non era presente un parroco, il vincolo veniva però formalizzato non appena era data loro la possibilità. Il resto della popolazione che popolava i salti del Sulcis, era dispersa in piccoli e piccolissimi agglomerati di capanne, intorno alle antiche chiese che erano sopravvissute al trascorrere dei secoli. Tratalias, nonostante la bella cattedrale Romanica era deserta, Masainas era poco più che un furriadroxiu, così pure Perdaxius con le due chiesette di San Giacomo e San Leonardo. In queste chiese rurali, non si tenevano regolari funzioni religiose; si celebrava la messa, Comunicazione del Vicario Generale. una volta all’anno, per la festa del Patrono titolare e, per l’occasione, si teneva anche una fiera nella quale, i cussorgiali avevano la possibilità di approvvigionarsi di qualche suppellettile e fare anche qualche piccola spesa voluttuaria, oltre naturalmente a mondarsi, come prescritto, dei peccati commessi nei lunghi intervalli temporali tra una ricorrenza religiosa e l’altra. Sappiamo dalla relazione del Vicario Capitolare che tali feste erano attese e frequentatissime dai popolani come dai sacerdoti poveri che approfittavano di quelle occasioni per mangiare con abbondanza e compensare così i giorni di magra. Unica Villa, di quel territorio desolato che era il Sulcis in quegli anni, Teulada, situata all’estremo sud della diocesi a qualche chilometro dal mare, con i suoi più di 2000 abitanti, era allora feudo di uno dei rami della famiglia Sanjust, un’antica casata di origini iberiche, venuta in Sardegna al seguito dell’infante Alfonso di Aragona, con l’armata di conquista dell’Isola. Sembra dal codice cartaceo relativo alle visite pastorali, che, nel territorio di Teulada operassero diversi facinorosi, tanto che il feudatario, per tenerli in soggezione, vi dimorasse per buona parte dell’anno, abitando nel palazzo baronale che ancora esiste e sul cui portone principale è visibile lo stemma gentilizio: «Un monte con tre cime sul quale splende, in un cielo azzurro, un sole d’oro, sormontato da un elmo d’acciaio ornato da pennacchi». è invece scomparsa l’epigrafe, citata nel documento della visita pastorale che, nel 1764, ornava il frontone della chiesa parrocchiale, sotto l’invocazione della Beata Maria del Monte Carmelo, di Sant’Antonio di Padova e di Sant’Antioco che così recitava: «Hanc ecclesiam parroquialem mandavit suis expensis, Don Antonio Catalan huius baroniae Dominus, hac baro anno 1680». Don Antonio Catalan era membro di una famiglia di mercanti di origine provenzale e ottenne il cavalierato e la nobiltà nel 1678. La famiglia si estinse nel corso del XVIII secolo; feudo e titolo si trasferirono, per matrimonio ai Sanjust. L’epigrafe, presente nel 1762, è oggi scomparsa; forse nel corso dei diversi rifacimenti a cui la chiesa venne sottoposta negli ultimi 250 anni, nei quali mutò anche l’orientamento della facciata, fu ricoperta da uno strato di intonaco o rimossa dalla parete in cui era stata murata. Nel resto del territorio sulcitano, gli abitanti erano pochi e distribuiti in un’area vasta e semiselvaggia. Scomparse le antiche ville medioevali, restavano al loro posto pochi ruderi e qualche chiesa che i pastori che stazionavano in quei luoghi, per curare il bestiame ovino o bovino, frequentavano, almeno saltuariamente come unico riferimento e punto di riferimento, un embrione di aggregazione sociale che, nel secolo successivo si sarebbe evoluto per dar evita ai primi boddeus, i quali si trasformeranno, nella seconda metà del XIX secolo nei nuovi comuni. Così Piscinas, sede anticamente di terme romane, aveva già poche casupole raggruppate intorno alla chiesa, i cui pochi abitanti pascolavano vacche, pecore e capre. Gibba, poche casupole di fango, con poca terra coltivata intorno. Masainas, nel territorio del marchesato di Villa Sidro e Palmas, ma sottoposta alla regia giurisdizione e considerata porto reale per la sua vicinanza a Porto Buttis, con numerose sorgenti di buona acqua e territori che potevano essere seminati. Santadi, l’antica Sant’Agata, feudo della mitra (del vescovo sulcitan/eccelesiense), sottoposto però alla giurisdizione del capitano di giustizia di Iglesias. Vi si allevava numeroso bestiame; pochi i terreni coltivati rispetto a quelli incolti, nonostante la dovizia di acque. Intorno alla chiesa di San Nicola si stava consolidando un primo embrione di villaggio, cosa dimostrata anche dal fatto che colà aveva sede il primo e, per il momento, unico cappellano con cura d’anime di tutto quel vasto territorio della scomparsa curatoria giudicale. Si diceva, nella relazione attribuita al Vicario, che… hay otras tres iglesias de tantes destructas, sin haver senal enteiado… una en el salto de Santadi... non specifica di che chiesa si trattasse, ma è assai probabile fosse quella antica dedicata a Sant’Agata, da cui derivò, in seguito il nome stesso della villa, dato che, in quegli anni, era usata dal cappellano la chiesa di San Nicola. I resti della chiesa di Sant’Agata sorgevano in quella parte di paese oggi nota come Santadi Basso presso la riva sinistra del rio Mannu. Come riporta, la professoressa Pinna nel suo libro su Santadi, Nuxis e Villa Peruccio: «Completamente distrutta, si trova in area privata. Agli inizi del secolo (XX), furono distrutti i resti dei muri e i materiali usati dai proprietari del terreno per costruirsi una casa. Presso la casa erano i resti di un convento e un cimitero. Le tombe furono utilizzate per abbeverare il bestiame. Lapidi e pietre tombali buttate fra le siepi o utilizzate dalle donne per lavare i panni al fiume». Le rendite della chiesa parrocchiale, erano di pertinenza del vescovo, così come quelle di Trattalias, dove si trovava e si trova tutt’ora, la bella chiesa romanica di Santa Maria utilizzata, per qualche tempo, quale cattedra vescovile dei Presuli Sulcitani prima che la sede fosse trasferita ad Iglesias. La relazione del Vicerè, prosegue citando le antiche ville medioevali, completamente spopolate di Villa Peruccio e Tuluj, da tempo scomparse, nonostante a Tuluj vi fosse stata una basilica, dedicata al culto di San Giorgio, di cui si era persa ogni traccia. I due territori erano, in quegli anni, contesi tra due nobili iglesiente, don Francesco Otger e don Antonio de Luna, i quali ritenevano entrambi di essere titolari del dominio. Tutti questi luoghi erano, purtroppo, afflitti dalla malaria, di cui si ignoravano le cause ma che colpiva, donne, uomini e bambini con la stessa perniciosità, con febbri alte e intermittenti che fiaccavano le forze finanche alla morte. Di seguito, vengono citati, alcuni territori, come ad esempio il salto di Oridda, ricchi di acque e boschi, in grado di dare sostentamento ad una numerosa popolazione, ma che rimanevano deserti, in parte per la distanza dalla città di Iglesias ma, soprattutto, a causa dell’ostilità degli abitanti di Arbus e per il pericolo costante di grassazioni e rapine, assai frequenti nei luoghi isolati. (continua) - Giuseppe Mura IL NUMERO 275 5-8:IL NUMERO 181 3/10 04/11/14 00.45 Pagina 2 5 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XIX • N° 275 • 31 Ottobre 2014 è passato quasi un anno dalla chiusura del ponte sulla strada provinciale n° 2, gravemente lesionato dalle forti piogge Disagi infiniti sulla SP 2 all’altezza di Barbusi Il 14 marzo la Gestione commissariale dell’ex Provincia ha stanziato le risorse ma i tempi burocratici sono lunghissimi. è passato quasi un anno dalla chiusura del ponte sulla strada provinciale n° 2 che porta all’ingresso di Carbonia. Il 21 novembre 2013, in seguito alle forti piogge che si abbatterono sull’Isola, un grosso pezzo di cemento armato si staccò da una parete della struttura, provocando gravi pericoli per gli automobilisti. La Provincia di Carbonia Iglesias, con apposita ordinanza, stabilì immediatamente la chiusura della SP2 tra i chilometri 53.700 e 54.500, fino al ripristino totale della sicurezza. Ma da allora le cose non sono cambiate, e ancora adesso i migliaia di automobilisti che quotidianamente transitano su quel tratto di strada sono costretti a un’autentica gincana tra le vie di campagna che collegano Genna Corriga alla frazione di Barbusi. Tanti i disagi, soprattutto per gli autisti dei mezzi pesanti, costretti a destreggiarsi in mezzo a curve e strade strette che mai prima d’ora avevano dovuto sopportare un traffico tanto intenso. Ma nel corso dell’estate si sono registrati anche numerosi casi di autovetture terminate fuori dalla carreggiata a causa dell’illuminazione precaria e dell’asfalto reso viscido dalle prime piogge. Non un bel biglietto da visita, insomma, per la città di Carbonia. La situazione però è diventata insostenibile in particolar modo per i residenti della zona, ovvero gli abitanti di Genna Corriga e Seddargia, in tutto circa duecento famiglie pressoché dimenticate dalle amministrazioni. Da quasi un anno a questa parte, chi da Carbonia si reca nei centri urbani dell’estrema periferia è costretto ad allungare il percorso di circa quattro chilometri, con notevoli aggravi nelle spese per il carburante. «Non è più possibile tollerare questa situazione - sottolinea con fermezza Carlo Concas, abitante nella borgata di Genna Corriga - siamo consapevoli delle difficoltà economiche con le quali gli amministratori devono confrontarsi, ma dopo undici mesi di attesa esigiamo che la viabilità venga migliorata». Una, in particolare, la richiesta: «Ripensare il sistema della circolazione, tenendo presenti anche le necessità dei residenti, e non solo quelle di chi proviene da fuori città». Per venire incontro alle esigenze presentato una formale richiesta di finanziamento all’Amministrazione regionale, la quale aveva tuttavia declinato a causa delle gravi situazioni finanziarie in cui versavano (e conti- Il Partito dei sardi ha organizzato un convegno nei locali ex Emas Turismo attivo per il Sulcis Iglesiente S Il tratto di strada chiuso al traffico il 21 novembre 2013. di tutti, in fondo, potrebbe bastare poco: «La realizzazione di una rotatoria provvisoria e il ripristino del doppio senso di marcia sulla strada parallela alla SP2. Una soluzione che crediamo possa accontentare sia chi transita verso Carbonia, che gli abitanti Foto di Fabio Murru. nuano a versare) gli altri contesti territoriali. Il 14 marzo la Gestione Commissariale della ex Provincia di Carbonia Iglesias aveva invece approvato il Conto Consuntivo della gestione 2013, liberando le necessarie risorse per l’affidamento dell’incarico i è parlato di turismo attivo alcune settimane fa, nei locali dell’ex Esmas di San Giovanni Suergiu, in un incontro dibattito sulle iniziative dell’assessorato regionale ai Lavori pubblici per la costituzione di una rete integrata di piste ciclabili e percorsi escursionistici, ai quali sono stati invitati gli operatori del turismo attivo, imprese e privati cittadini che si occupano di cicloturismo, ippovie, escursionismo e turismo sportivo. Hanno partecipato diversi operatori del settore, che hanno offerto i dati del turismo attivo nel Sulcis, mettendo in evidenza criticità e punti di forza. è stata anche l’occasione per ribadire alcune posizioni del Partito dei Sardi sulle questioni che riguardano il territorio, partendo dall’emergenza occupazionale e dalla necessità di un deciso cambiamento di governance che rilanci il Sulcis e crei nuove prospettive di sviluppo e lavoro per i cittadini, oltre che sulle attività del Partito in Giunta e in Consiglio regionale. Dopo la presentazione di Luca Sarriu, coordinatore provinciale del Partito dei Sardi, Sabrina Sabiu ha svolto una dettagliata relazione storica sul territorio e sulle potenzialità dello stesso nel campo del turismo attivo. Sono seguiti diversi interventi, tra i quali quello di Marco Antonio Piras, sindaco di Tratalias, che ha sollecitato l’approvazione di una norma per la regolamentazione della pesca sportiva nei laghi, potenzialmente molto importante per un turismo di nicchia in grado di pro- Orrù, responsabile dell’associazione Kite Sardegna, che ha sottolineato la necessità di creare le condizioni per favorire la scelta del Sulcis da parte degli appassionati di questa disciplina, per lo svolgimento della stessa, creando opportunità per i giorni in cui le condizioni meteorologiche, per la Il convegno svoltosi nei locali ex Esmas di San Giovanni Suergiu. durre reddito; Giampiero Pinna, presidente dell’associazione Pozzo Sella e della Consulta delle associazioni del Parco Geominerario, che si è soffermato sulle opportunità offerte dall’escursionismo e sul progetto del Cammino di Santa Barbara; Marco mancanza di vento, non consentono le uscite in mare. Hanno concluso il dibattito, gli interventi del consigliere regionale Augusto Cherchi e del coordinatore regionale del Partito dei Sardi, Franciscu Sedda. Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, lancia l’allarme «Il futuro dell’Arst è fortemente a rischio» Una panoramica di Barbusi da Monte Sirai. del posto, in attesa del ripristino completo del ponte di Barbusi». Sul fronte burocratico, intanto, si muove ben poco. L’ente provinciale, già nei primi mesi del 2014, aveva di progettazione. Da allora, però, nessuna novità sostanziale, e sulla SP2 i disagi continuano a essere all’ordine del giorno. Roberto Rubiu G nulla - sottolinea il capogruppo dell’Udc -. Non è inoltre ammissibile il forte ritardo nell’erogazione dei contributi in conto esercizio. Non basta. Sembra assurdo che non vengano assegnate le risorse necessarie per gli investimenti su infrastrutture e materiale rotabile». L’appello di Gianluigu Rubiu è chiaro: «L’Arst è una delle aziende ianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, lancia l’allarme sul futuro dell’Arst, l’azienda isolana che conta oltre 2.500 dipendenti. L’esponente centrista ha presentato un’interrogazione urgente all’assessore dei trasporti, Massimo Deiana, sulla situazione della società. «Si tratta di un’importante risor- di interesse ambientale e culturale. Ebbene, da un incontro tenutosi tra i sindacati e i vertici dell’azienda regionale di trasporto, sarebbe scaturito fuori un quadro allarmante che desta grande preoccupazione per le prospettive dell’azienda. Di fatto, ai rappresentanti dei lavoratori sono state confermate, le indiscrezioni, addirittura in peggio, sulla dramma- Il consigliere regionale Gianluigi Rubiu. Gli autobus Arst del servizio urbano di Carbonia, Iglesias e Carloforte. sa pubblica per la nostra Isola denuncia Rubiu - che gestisce la quasi totalità delle autolinee extraurbane, il trasporto urbano su gomma in alcuni Comuni, oltre alla rete ferroviaria a scartamento ridotto, i servizi di metrotranvia di Cagliari e Sassari. Non si dimentichi il Trenino Verde che opera in ambito turistico con il collegamento tra diversi centri tica situazione finanziaria dell’azienda che, in meno di un anno - tra novembre 2013 e settembre 2014 - è passata da un credito vantato nei confronti della Regione di 70 milioni di euro all’attuale di oltre 90 milioni di euro». Gianluigi Rubiu mette in guardia la Giunta Pigliaru. «Non è concepibile assistere al decadimento di questa azienda senza che si faccia Ottavia Salidu ha raggiunto un altro straordinario traguardo Il 105° compleanno tra figli, nipoti e pronipoti O ttavia Salidu, la più longeva nonnina di Sant’Antioco e del Sulcis, nata il 12 ottobre 1909, ha compiuto 105 anni. A festeggiarla, nella sua casa di piazza Parrocchia, i suoi tre figli, di cui due risiedono a Sant’Antioco, sei nipoti e due pronipoti, insieme ai parenti e conoscenti che le hanno fatto visita per tutta la giornata. Nonna Ottavia vive da sola, è arzilla e ancora autosufficiente. Solo da qualche anno, i figli le hanno affiancato una badante che le fa compagnia e alla quale vuole bene come ad una figlia. Sempre lucida e con una memoria di ferro, Ottavia Salidu, prima di tagliare la torta sulla quale spiccava il numero 105, ha ricordato, tra tanti fiori e regali, momenti importanti della sua vita. Nonna Ottavia da oltre un secolo, infatti, è testimone e memoria Ottavia Salidu. storica dei tanti avvenimenti succedutesi in città. Ricorda ancora persino le poesie imparate a scuola che ha iniziato a frequentare nel periodo della grande guerra. Ama raccontare quando, ancora giovinetta, si recava nella campagna del padre appena fuori città, per innaffiare l’orto e raccogliere la frutta. «C’era di tutto - ricorda - aranci, mele e limoni». Tra i suoi ricordi più belli, la vita vissuta col marito Nicolino, che l’ha lasciata vedova trent’anni fa, i viaggi fatti dopo l’ultima guerra. è stata a Torino, Roma e due volte in Algeria, dove si è recata a trovare il figlio Mario che lavorava nel paese del nord Africa. «è una gioia che sia ancora con noi - dice il figlio Mario - speriamo possa continuare ancora per molti anni.» Tito Siddi www.tentazionidellapenna.com modello in Sardegna. Si potenzi il suo ruolo, soprattutto nelle zone più a rischio. Il Sulcis Iglesiente, ad esempio, avrebbe necessità di un incremento di tratte per la zona di Cagliari e dell’area vasta, visto che una larga fetta di studenti frequenta l’ateneo del capoluogo e un grande numero di lavoratori pendolari usufruiscono del servizio». La Giunta comunale di Carbonia ha approvato due progetti per l’adeguamento dell’impianto di Sa Terredda e per l’ampliamento dell’ecocentro Nuovi investimenti per ottimizzare il servizio di smaltimento dei rifiuti V enerdì 17 ottobre la Giunta comunale di Carbonia ha approvato un’importante delibera per l’adeguamento dell’impianto di trattamento dei rifiuti, in prossimità della discarica di Sa Terredda. «Con quest’ultimo intervento spiega Franco Manca, assessore dell’Ambiente del comune di Carbonia l’impianto, utilizzato per il trattamento dei rifiuti indifferenziati, sarà impiegato anche per la trasformazione dei rifiuti organici in compost di qualità. L’intervento sarà finanziato con circa 2 milioni di euro stanziati dalla Regione e con una quota di cofinanziamento comunale di circa 230.000 euro, per un totale di 2.311.700 euro.» «Grazie a questo nuovo intervento - conclude Franco Manca - dai rifiuti si riuscirà a ottenere un prodotto che potrà essere utilizzato nel settore agricolo, come concime.» Nella stessa riunione, la Giunta comunale di Carbonia ha approvato il progetto preliminare per i lavori di completamento del centro di raccolta dei rifiuti urbani (area PIP - L’impianto di trattamento di Sa Terredda. Piano di Insediamenti Produttivi). I lavori prevedono l’ampliamento dell’ecocentro esistente, con la realizzazione di un’area che comprende una rampa per permettere ai mezzi di raccolta di scaricare i rifiuti all’interno degli scarrabili (contenitori dei rifiuti). Alla fine dei lavori di ampliamento, lungo il perimetro di tutta l’area, saranno piantate essenze e piante aromatiche, che caratterizzeranno l’insieme dell’ecocentro comunale. è prevista anche la realizzazione di una tettoia per riparare alcune tipologie di rifiuti (vernici, televisori, etc.) dall’esposizione agli agenti atmosferici. L’intervento, finanziato dalla Regione Sardegna, rientra nella convenzione stipulata tra Ati Ifras S.p.A. e l’Amministrazione regionale, che incarica l’Ati Ifras di realizzare gli ecocentri per i Comuni appartenenti all’ambito territoriale del Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna. Questo nuovo intervento è finalizzato a migliorare l’efficienza dei servizi destinati a tutta la cittadinanza. IL NUMERO 275 6-7:IL NUMERO 181 3/10 04/11/14 00.38 Pagina 2 Anno XIX • N° 275 • 31 Ottobre 2014 7 La Provincia del Sulcis Iglesiente Spazio redazionale a cura del Comune di Carbonia, comunicazione istituzionale nel rispetto del principio della trasparenza Il Comune di Carbonia informa Parco Archeologico di Monte Sirai Monte Sirai è un Parco Archeologico di eccellenza che include un grande comprensorio archeologico esteso per l’intero altopiano, nel quale si concentrano decine di siti sorti dal IV millennio a.C. fino all’ultimo periodo dell’età punica; fra i principali citiamo quattro gruppi di Domus de Janas, tre nuraghi monotorre eretti sulle pendici dell’altopiano, gli abitati afferenti alle varie fasi di insediamento del pianoro, dal villaggio eneolitico di cultura Monte Claro fino ai nuclei abitativi di neopunica, e ai tratti di strada di accesso all’altopiano. L’impronta più marcata di Monte Sirai è tuttavia quella data dalla presenza prima dei fenici e poi dai cartaginesi, che scelsero il rilievo per la sua posizione strategica, dato che dominava il passo compreso fra il tronco meridionale e quello settentrionale della Via Sulcitana (da Sulky a Karali) e anche l’accesso ai sentieri che conducevano ai giacimenti minerari attraverso il Flumentepido. Fondato verso la metà dell’VIII sec. a. C., l’insediamento fenicio crebbe nell’ultimo quarto del secolo successivo. Nel 520 a.C. (circa) venne distrutto dai Cartaginesi e poi ricostruito nel corso del V secolo, mentre l’ultima pianificazione urbanistica risale a un momento poco antecedente alla prima guerra punica (264-241 a. C.). Durante i primi secoli della dominazione romana della Sardegna, dal 238 a.C., Monte Sirai rimase un centro punico. I nuovi centri romani, infatti, si trovano a valle, intorno al pianoro e nell’area dell’attuale città di Carbonia. Il percorso consigliato comincia con l’abitato alto, chiuso sul lato settentrionale da fortificazioni; attraverso la porta Nord si accede all’unico spazio pubblico, una piccola piazza dominata dal tempio di Ashtart, dalla quale si dipartono tre strade parallele e quattro grandi isolati; la maggior parte delle abitazioni ha una planimetria a vani affiancati, come la casa “del lucernario di talco” (fine VII sec. a.C. - II sec. a.C.), mentre le case a corte sono una minoranza destinata forse ad un gruppo di famiglie dominanti: la cosiddetta “casa Fantar”, ad esempio, è molto vicina al tempio. Gli scavi più recenti hanno scoperto che, nell’estremità meridionale, un nucleo dell’abitato fu rioccupato in età tardo antica (V-VI d.C.). Verso Nord, all’esterno, si incontra la prima delle necropoli, quella fenicia, un’ampia area di tombe a incinerazione scavate nella roccia tufacea o nella terra, coperte da lastrine di pietra. Delle aree funerarie di età punica si possono visitare: la necropoli ipogeica, di particolare richiamo per le tombe familiari sotterranee; l’adiacente necropoli infantile (sepolture in anfora) nerari di archeo-trekking, archeologico-naturalistici e a diverse attività didattiche e di animazione, con le case e le botteghe puniche che prendono vita grazie a scalpellini, muratori e vasai, che mostrano il proprio lavoro ai visitatori, con vestiti e strumenti dell’epoca. E-mail: [email protected] Dove si trova Carbonia, Strada Statale 126 Sulcitana - località Sirai Museo PAS - PaleoAmbienti Sulcitani E.A. Martel Il Museo paleontologico di Carbonia ha la sua nuova sede nella Grande Miniera di Serbariu, nei locali della ex-officina. Venne costituito e gestito a partire dal 1972 dal Gruppo Ricerche Speleologiche “E. A. Martel”, all’interno della precedente sede in via Campania. Nel 1997 fu rilevato dal Comune di Carbonia nell’ambito di un progetto finalizzato alla valorizzazione dei beni culturali e ambientali della Città. Il Museo presenta una ricca mostra di reperti fossili che consentono un’escursione nel tempo attraverso le ere geologiche alla scoperta dell’evoluzione della vita sulla Terra, con particolare riguardo alle vicende del Sud ovest della Sardegna. Cattura l’attenzione, di grandi e bambini, la riproduzione, a dimensioni naturali, dello scheletro di un Tyrannosaurus rex adulto. Il Museo Paleoambienti Sulcitani E.A. Martel offre alle scuole la possibilità di partecipare a diversi laboratori didattici, durante i quali gli studenti possono avere un’esperienza pratica di paleontologia. Dove si trova PAS - PaleoAmbienti Sulcitani E.A. Martel presso Grande Miniera di Serbariu - 09013 Carbonia Contatti e informazioni Telefono: 0781 662199 E-mail: museoguidemed@ alice.it; [email protected] Direzione: direzione@pas martel.it Sito internet: www.pasmar tel.it Chiuso i lunedì non festivi. Orario estivo (dal 1 aprile al Esposizione del Museo PAS Paleoambienti Sulcitani E.A. Martel. Ricostruzione Tyrannosaurus rex adulto. Orari di apertura Orario invernale (dal 1 ottobre al 30 marzo): dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 18.00. 30 settembre): dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 14.00 e dalle 15.00 alle 19.00. Chiuso i lunedì non festivi. Foto G. Alvito - Teravista, proprietà Ifras, su concessione MiBACT. e, infine, un’area funeraria scoperta di recente, composta di tombe singole in fossa. A Nord-Ovest delle necropoli, su un altro rilievo sorge il tofet, santuario dei bambini morti prima di essere integrati nella comunità dei vivi, fondato intorno al 360 a.C. [Testo di Carla Perra] Servizi Il Parco garantisce numerosi servizi attraverso un complesso di edifici che comprende un fornito bookshop e una sala mostre e convegni, con vista sul magnifico panorama. Nel Parco, con prenotazione, è possibile prendere parte ad iti- Informazioni e prenotazioni Cell. 3205718454 Tel. Museo Archeologico 0781 63512 E-mail: museoguidemed@ alice.it Tel. 0781 64040 (Cooperativa Mediterranea) - Fax 178279 8302 Orari di apertura Orario invernale (1 ottobre 31 marzo): da mercoledì a domenica, dalle 10.00 alle 15.00. Lunedì e martedì aperto su prenotazione. Orario estivo (1 aprile - 30 settembre): da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 19.00. Chiuso i lunedì non festivi. Parco Urbano "Sa Grutta" con Necropoli Ipogeica di Cannas di Sotto Il Parco Urbano “Sa Grutta” si trova nella zona di Cannas di sotto a Carbonia. Ingresso da via Alghero. Contatti e informazioni Tel. 0781 63512 (Museo Archeologico) E-mail: museoguidemed@ alice.it Tel. 0781 64040 (Cooperativa Mediterranea) E-mail: [email protected]; [email protected] Servizi: visite guidate. Orari di apertura Orario invernale (dal 1 ottobre al 31 marzo): tutti i giorni dalle 8.00 alle 16.00. Visite guidate su prenotazione attra- Museo PAS Paleoambienti Sulcitani E.A. Martel verso il Museo archeologico (Tel. 0781 63512). dalle ore 8.00 alle 20.00. Visite guidate dal mercoledì alla Passeggiata coperta del Parco Urbano “Sa Grutta”. Orario estivo (dal 1 aprile al 30 settembre): tutti i giorni, domenica, dalle ore 10.00 alle ore 15.00. Altri musei a Carbonia Museo del Carbone - Centro Italiano della Cultura del Carbone Grande Miniera di Serbariu - 09013 Carbonia Contatti Uffici: Tel. 0781 670591 Biglietteria: Tel. 0781 62727 E-mail: prenotazioni@mu seodelcarbone.it; info@museo delcarbone.it Sito internet: www.museodelcarbone.it Orari di apertura Orario invernale (dal 21 settembre al 20 giugno): dal martedì alla domenica, dalle ore 10.00 alle ore 18.00. Chiusura: lunedì non festivi, Natale e Capodanno. La biglietteria chiude alle 17.00. Orario estivo (dal 21 giugno al 20 settembre): tutti i giorni, dalle ore 10.00 alle ore 19.00. La biglietteria chiude alle 18.00. Museo Archeologico Villa Sulcis - Via Campania snc; Parco Villa Sulcis - 09013 Carbonia Informazioni e prenotazioni Biglietteria 0781 63512 E-mail: museoguidemed@ alice.it e [email protected] Direzione: telefono e fax 0781 665037 E-mail: direzionemusei@ comune.carbonia.ca.it; villa [email protected] Orari di apertura Orario invernale (dal 1 ottobre al 31 marzo): dal mercole- Orario estivo (dal 1 aprile al 30 settembre): dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle La lampisteria della Grande Miniera di Serbariu. L’ingresso del Laboratorio di restauro del Museo Archeologico Villa Sulcis. dì alla domenica dalle 10.00 alle 15.00 (lunedì e martedì aperto su prenotazione). 14.00 e dalle ore 15.00 alle 19.00. Chiusura: i lunedì non festivi. IL NUMERO 275 6-7:IL NUMERO 181 3/10 04/11/14 00.38 Pagina 1 6 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XIX • N° 275 • 31 Ottobre 2014 IL NUMERO 275 5-8:IL NUMERO 181 3/10 04/11/14 00.45 Pagina 1 8 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XIX • N° 275 • 31 Ottobre 2014 Da 12 anni la prima domenica di settembre si svolge a Sant’Antioco l’evento creato dall’artista antiochense Gianni Salidu L’isola di Sant’Antioco abbraccia il mare I Altri 30 giorni di cultura, spettacolo e sport S Dopo la scomparsa dell’artista, la manifestazione vive grazie all’impegno dell’associazione “Sant’Antioco abbraccia il mare”. l 7 settembre si è svolta la dodicesima edizione di “Sant’Antioco abbraccia il mare”, organizzata dall’associazione che ha preso il nome dallo stesso evento, nato l’8 settembre 2002. Nel 2001 l’artista Gianni Salidu, venne contattato da un gruppo di sommozzatori per realizzare una scultura dedicata ai caduti in mare, da posizionare sott’aqua. Nello stesso anno, venne tastata la resistenza della pietra che poi avrebbe dato vita all’opera richiesta. ma l’associazione, di cui era presidente onorario, ha voluto continuare a portare avanti la manifestazione come quando lui era in vita. Anche quest’anno, si è svolta la commemorazione che ha toccato il cuore dei sempre più numerosi partecipanti. L’appuntamento era al porticciolo di Sant’Antioco, dove la corona d’alloro, con un banner con la foto dell’artista mentre scolpisce uno dei suoi innumerevoli capolavori, era attesa dagli uomini della Guardia Costiera Una volta arrivati sul posto, il figlio dell’artista, Massimiliano ed il suo figlioletto Federico, di soli 7 anni, hanno adagiato la corona sull’acqua con lo stesso amore e la stessa emozione che provava Gianni Salidu quando, sino a poco prima di ammalarsi, se ne occupava in prima persona. Una semplice corona d’alloro e tanti fiori, dono dei partecipanti alla cerimonia, in pochi attimi hanno trasformato il mare in uno specchio di profumati colori. I sommozzatori han- e della Finanza, dai Carabinieri e dagli uomini della Forestale di Sant’Antioco, dai sommozzatori di Sant’Antioco, Calasetta e Carloforte e dai sommozzatori dei Carabinieri di Cagliari, oltre che da tutte le altre persone affezionate alla manifestazione. La corona è stata portata, a piedi, alla motobarca Mariposa, con l’accompagnamento della Banda Musicale Giuseppe Verdi di Sant’Antioco, è stata accolta a bordo dal comandante Giovanni Serrenti e, mentre il sacerdote dava la sua benedizione, tutte le barche hanno suonato in segno di saluto. Dopo la benedizione, le motobarche del comandante Giovanni Serrenti e del comandante Franco Maxia hanno fatto salire tutte le persone che lo desideravano e, seguite da altre barche addobbate a festa, hanno raggiunto l’isola della Vacca. no poi rimosso la vecchia corona e posizionato la nuova, rinnovando così ancora una volta, il ricordo dei tanti caduti in mare e dello stesso artista che nel 2001 aveva accolto con entusiasmo e realizzato con orgoglio la sua “Sirena”. Alla fine della cerimonia, tutti i partecipanti si sono recati in località Su Pranu, presso il “Giardino dell’arte” dove da allora si trova il laboratorio di Gianni Salidu, ad attenderli un buffet ed una mostra dei capolavori dell’artista scomparso. L’appuntamento è per la prima domenica di settembre del 2015, quando sicuramente non mancherà l’emozione, ma i più curiosi potranno ammirare il suo presepe che, in occasione delle feste natalizie, verrà esposto presso il Museo archeologico di Sant’Antioco. Nadia Pische La scultura dedicata ai caduti del mare. Finalmente arrivò il giorno fatidico, la scultura era pronta e Gianni era emozionatissimo... la sua creatura “Una sirena che abbraccia un delfino” sarebbe diventata parte dei tesori del mare... in virtù di tutti coloro che proprio nel mare avevano perso la vita. La scultura da quel giorno si trova in una grotta sotto l’isola della Vacca, a Sant’Antioco, a 12 metri di profondità, in una secca che è stata poi denominata “Secca Salidu”. Dall’anno successivo, ogni prima domenica di settembre, a parte qualche anno in cui è stato fatto alla fine del mese di luglio, si ripete un rito commemorativo dedicato ai caduti in mare, una corona di alloro viene buttata in mare per poi essere posizionata dai sommozzatori ai piedi della sirena. Gianni Salidu, purtroppo, il 22 novembre 2009 è venuto a mancare, Sono in corso le iniziative dell’Ottobrata iglesiente 2014 ono in corso, a Iglesias, le iniziative inserite nel calendario dell’Ottobrata Iglesiente, cartellone di eventi che si inserisce nel solco della tradizione legata ai festeggiamenti in onore della Madonna del Buon Cammino. Numerosi gli appuntamenti che verranno proposti fino al 30 novembre, in tutta la città, nei diversi settori di cultura, spettacolo e sport. Novembre 6 novembre - Cultura: Scuola civica di Storia, Francesca Romana Casula, Marco Vacca: “L’abito tradizionale di Iglesias: storia e sua diffusione nel territorio”, ore 19.00, Sala Lepori. Dal 7 al 9 novembre - 45° Festival Internazionale di cinematografia “Villa di Chiesa” a cura del Cine Club Iglesias. Dalle ore 17.00. Centro culturale, Via Cattaneo. Teatro: “Il lavoro mobilita”, tappa del Festival di filosofia, a cura della Cernita Teatro, ore 21.00 Teatro Electra. Platea € 7,00, logge € 4,00. Cultura: “Cella n°21, il lungo cammino verso la dignità”, presentazione del libro di Bainzu Piliu, a cura dell’associazione culturale Prospettive, ore 16.30 Sala R. Branca. 8 novembre - Cultura: “Santa Barbara di Nicomedia, Storia, leggenda e devozione dall’Oriente a Burano”, presentazione del libro del prof. Paolo Molin, ore 9.30 Centro culturale Via Cattaneo. Musica: “Dr. Hyde & Mr. Jekyll” Prima assoluta musical. Produzione Ente concerti Città di Iglesias, attori dell’International Opera Academy accompagnati da un ensemble dal vivo, ore 20.30. Platea € 5,00, logge € 3,00. 9 novembre - Musica: XVI Festival Internazionale di musica da camera, “Recital a quattro mani” Carles Lama e Sofia Cabruja, pianoforte a quattro mani. A cura dell’associazione culturale Anton Stadler, ore 20.00, Teatro Electra. Platea € 6,00, logge € 4,00. 14 novembre - Teatro: “Sorella Cara”. A cura della compagnia “Quinte Emotive”, ore 20.30, Teatro Electra. Platea € 7,00, logge € 4,00. 15 novembre - Musica: “S’Innu de sa Natzione: Fortza Paris”, testo di Mario Puddu, musica di Mariano Garau. Presentazione, ore 18.00, Centro culturale. Musica: “Italo Aresti Orchestra. Dal Jazz al Pop”. Spettacolo musicale, produzione Ente concerti. Voci della Scuola di canto di Rita Sannia, ore 20.30, Teatro Electra. Platea € 5,00, logge € 3,00. 16 novembre - Sport: Trekking e Climbing Day, Mini enduras. A cura dell’associazione Verde Azzurro Pan di Zucchero. Dalle ore 11.00 alle 15.00, Porto Flavia, Castello dell’Iride. Musica: XVI Festival Internazionale di Musica da Camera: “Recital a quattro mani” Carles Lama e Sofia Cabruja, pianoforte. A cura dell’associazione culturale Anton Stadler, ore 20.00, Teatro Electra. Platea € 6,00, logge € 4,00. 21 novembre - Cultura: “Petali di Cuore”, racconti e poesie presentazione del libro di Alessandra Porru, a cura dell’associazione Prospettive, ore 17.30 Sala R. Branca. 22 novembre - Musica: “Come un film” Spettacolo musicale a cura dell’Ente concerti Città di Iglesias. Tre voci soliste dell’International Opera Academy di Iglesias accompagnate da violino, pianoforte e percussioni, ore 20.30, Teatro Electra. Platea € 5,00 logge € 3,00. 23 novembre - Musica: XVI Festival internazionale di musica da Camera: “Un viaggio danzante attraverso l’Europa” Sergio Marchegiani e Marco Schiavo pianoforte a quattro mani. A cura della associazione culturale Anton Stadler, Teatro Electra, ore 20.00, Teatro Electra. Platea € 6,00, logge € 4,00. 27 novembre - Cultura: Scuola civica di Storia. Alessandra Secci: “La lingua scritta delle donne di Iglesias durante la seconda guerra mondiale”, ore 19.00, Biblioteca comunale. 28 novembre - Cultura: Giornate tecniche iglesienti. “La metallurgia del piombo in Sardegna” a cura del perito industriale minerario Dario Sanna, a cura dell’associazione periti, ore 18,00, Museo dell’Arte mineraria, Via Roma. 30 novembre - Musica: XVI Festival internazionale di musica da camera: “Antologia di capolavori cameristici” Alberto Maria Ruta, violino e Antonello Cannavale, pianoforte, ore 20.00, a cura dell’associazione culturale Anton Stadler, Teatro Electra. Platea € 6,00, logge € 4,00. Dal 7 al 16 novembre. Mostra personale di Valeria Finazzi: “Volavo sugli aquiloni”, Sala espositiva Remo Branca. Piazza Municipio. Vernissage sabato 7, alle ore 18.00. 15/16/17 novembre. XXI Mostra Micologica, a cura della Pro Loco. Primo piano centro culturale. Via Cattaneo. Inaugurazione venerdì 15, ore 18.30. “Sa Festa Manna” in onore della Madonna del Buon Cammino. Colori, sapori e tradizioni di Iglesias. Singolare impresa per un appassionato di volo e paracadutismo Il libro di Susanna Trossero e Antonella Serrenti sul pane carasau L Q Ginoli Rinaldo, lanciarsi nel vuoto a 87 anni «Il medico mi ha detto che, se me la sentivo, ho fatto bene a fare questa esperienza. Credo che nella vita sia sempre importante fare ciò che ti rende vivo e felice, a maggior ragione ad un’età non più giovane come la mia. Per ragioni economiche, puoi fare tante rinunce, ma ritengo non si debba rinunciare ad una espe- anciarsi nel vuoto con un paracadute da un elicottero a quasi 87 anni! è la straordinaria emozione vissuta il 21 settembre scorso e ripetuta dopo un mese, da Ginoli Rinaldo, ex ottico di Carbonia da anni in pensione, appassionato di volo e di paracadutismo. siglio a tutti, indipendentemente dall’età. Una volta lasciato l’elicottero, a quota 4.000 metri, sospesi nel vuoto, imbragato in tandem con un istruttore, alla velocità di 200 km/h per 1 minuto in caduta libera, quando si apre il paracadute, ti sembra di essere il padrone del mondo. è una gioia che dura cinque minuti, asso- Ginoli Rinaldo. Uno dei momenti più emozionanti del primo dei due lanci di Ginoli Rinaldo. «Coltivavo da anni il desiderio di lanciarmi con il paracadute - racconta Ginoli Rinaldo - e, grazie a Skydive Sardegna, un’associazione sportiva che opera a Serdiana, sono riuscito a soddisfarlo. E l’emozione è stata tanto grande che, a breve, condizioni meteorologiche permettendo, la ripeterò.» «è un’esperienza straordinaria - aggiunge Ginoli Rinaldo - che con- lutamente impagabile.» Una volta arrivato al suolo, Ginoli Rinaldo è stato accolto con entusiasmo dai giovani che frequentano il centro di Serdiana, che ha salutato con un “arrivederci a presto”. Rientrato a casa, a Carbonia, si è sottoposto ad una visita medica che ha confermato le sue eccellenti condizioni fisiche, con una pressione arteriosa di 70/130. rienza simile che, con una modica spesa - conclude Ginoli Rinaldo -, ti ripaga con un’immensa gioia.» Skydive Sardegna è un’associazione sportiva senza fini di lucro, affiliata M.S.P. Italia, nata nel 2002, per diffondere la pratica del paracadutismo in Sardegna. Oggi è l’unica associazione in attività in Sardegna, costituita interamente da paracadutisti sardi. L’informazione in tempo reale su www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com Facebook: La Provincia Sulcis Iglesiente • Twitter: @provinciasulcis Storie e ricette di un’antica tradizione isolana uando Antonella Serrenti e Susanna Trossero mi hanno chiesto di recensire su “La Provincia del Sulcis Iglesiente” il loro libro, ho pensato di avere qualche difficoltà a non scrivere delle banalità su un prodotto conosciuto in Italia e nel mondo, non soltanto da sardi e connazionali: chi ha visto o sentito parlare di questo alimento primario eccellente, non può che apprezzarlo. Purtroppo, però, oggi la maggior parte di noi soltanto sa che: • è fatto di grano duro; • viene infornato due volte (bis-cotto); • dura anche dei mesi senza perdere gusto e qualità; • serviva ai pastori durante le lunghe assenze da casa; • che il centro prevalente di produzione è ancora in Barbagia e nella zona ai piedi del Gennargentu. Viceversa, Antonella e Susanna Trossero (il libro è scritto a quattro mani) hanno voluto rendere noti al grande pubblico, tanti aspetti tipici della sua lavorazione e produzione, partendo dall’origine per quanto oggi conosciuto. Ecco qui di seguito i tratti distintivi del loro lavoro: • le notizie sulla fermentazione naturale “su framentu”, oggi ancora usata in alcune località. Una per tutte, tratta dalla Biblioteca Università di Cagliari, autore A. Carcangiu - 1989 - dove si legge «questo tipo di fermentazione naturale ha le seguenti caratteristiche: fermentazione più lunga, maggiore metabolizzazione, produzione di anidride carbonica più lenta e graduale, maggiore produzione di sostanze aromatiche. L’unico vantaggio del lievito di birra, omologato e utilizzato in tutto il mondo per prodotti da forno, è la maggiore rapidità del processo». E ancora: • Le interviste ad alcune donne ultraottantenni che ne hanno praticato la lavorazione sin dall’adolescenza. Tutte vive e vere: Ziza, Lena, Franceschina, Regina. Traggo qui una sintesi di una tra le tante descrizioni: «Uno stanzone dove sono sedute a un tavolo sei sette donne affiancate. Talvolta, una bambina, appena discosta e con un suo tavolino. Stanno in ordine crescente di età. La più giovane inizia a lavorare l’impasto che passa alla vicina e così via sino alla più anziana che è anche la più esperta». Parte quindi il lavoro al forno, descritto minuziosamente. «La bambina viene ammessa come premio al suo interessamento e controllata dalle donne affinché diventi esperta a sua volta.» • Anche Valeria, sebbene cinquantenne, ha fornito importanti testimonianze. Troviamo ancora, nel libro, usi e costumi connessi al pane carasau, riferiti all’adolescenza delle intervistate (vita dei pastori, del soldato alla prima guerra mondiale, del bandito, ecc.) Voglio ricordare anche Pietro Sanna, nostro concittadino, anche lui intervistato: studioso soprattutto del territorio del Sulcis Iglesiente, dei suoi usi, della sua popolazione a partire dal Medioevo. Ha dato un contributo importante, connesso in qualche modo al pane carasau. Mi preme altresì riferire di un nutrito numero di antiche ricette, alcune arcinote; altre tramandate per La prima di copertina. La quarta di copertina. via orale: tutte, utilizzando un protagonista indiscusso: il pane carasau. Il libro è attualmente distribuito su tutto il territorio nazionale dalla Mondadori e dalla Feltrinelli. In Sardegna, oltre a “La voce del Sarrabus” il cui direttore Michele Garbato, ha scritto una bellissima recensione. Tra il 26 settembre e il 25 ottobre scorsi, il libro è stato presentato, nell’ordine a Capoterra, Carbonia (Biblioteca comunale), Sant’Antioco, Muravera, Carloforte. Il 24 ottobre è stato presentato da Rai Due, nella Eat Parade. Susanna Trossero è nata a Cagliari e vive a Roma. Antonella Serrenti è nata a Sant’Antioco e vive a Carbonia. Mario Bazzoni IL NUMERO 275 4-9:IL NUMERO 181 3/10 04/11/14 00.54 Pagina 2 Anno XIX • N° 275 • 31 Ottobre 2014 9 La Provincia del Sulcis Iglesiente. Grande successo, all’Auditorium comunale di Cagliari, per il Festival organizzato per ricordare il grande artista sardo Alla napoletana Flo il 7° Premio Andrea Parodi Premiati anche i siciliani Tamuna, il veneto Leo Miglioranza, il piemontese Amemanera, il siciliano Alessio Bondi e la friulana Serena Finatti. F lo, al secolo Floriana Cangiano, con “Olor a lluna”, in catalano, ha vinto la settima edizione del Premio Andrea Parodi, la cui serata conclusiva si è svolta all’Auditorium comunale di Cagliari, in Piazza Dettori, pieno in ogni ordine di posti. è stata una serata di grande festa, nel ricordo di un grandissimo indimenticabile artista, presentata, come le prime due, da Gianmaurizio Foderaro, giornalista di RadioRai, e da Ottavio Nieddu. Napoletana, Flo è stata anche premiata per la musica e l’arrangiamento. I siciliani Tamuna si sono aggiudicati il premio della critica e quello per la miglior interpretazione, il veneto Leo Miglioranza quello per il testo. Due riconoscimenti peculiari del Premio Parodi, quello dei bambini e quello dei concorrenti, sono andati rispettivamente a Serena Finatti ed ex ae-quo a Amemanera, Serena Finatti e Flo. Alessio Bondì si è invece aggiudicato la Targa SIAE e il Premio “Tre giorni in studio” (con Marty Jane Robertson, Michele Palmas e Antonio Ferraro). Il Premio Andrea Parodi è organizzato dalla Fondazione Andrea Parodi, sostenuta dalla Regione Autonoma della Sardegna e dalla Provincia di Sassari. La manifestazione è realizzata in stretta collaborazione con Rockhaus Blustudio e SCS di Ottavio Nieddu e grazie al patrocinio e al contributo del comune di Cagliari, dei partecipanti aderenti e degli sponsor. Si avvale inoltre del patrocinio della SIAE, i media partner sono Videolina, Sardegna 1, Roxy Bar Tv, Radiolina, Radio Popolare, Unica Radio. Dieci i finalisti del concorso, tutti di alto livello: Amemanera (con il brano brano Sensa la luna, piemontese), Alessio Bondì (Rimmilu ru’ voti, siciliano), Flo (Olor a lluna, catalano), Lou di Franco (Bentu, sardo), Serena Finatti (Bes di Diu, friulano), Leo Miglioranza (Ndemo xente, veneto), Tamuna (Ciuscia, siciliano), Tramas (Scida!, sardo), Elisabetta Usai & Ergot Project (Le miel de vie, sardo-francese), Lino Volpe (So’ stat’ io, napoletano). I concorrenti si sono esibiti davanti a una giuria tecnica, composta da addetti ai lavori, autori, musicisti, poeti, scrittori e cantautori; e a una giuria della Fondazione Andrea Parodi. Inoltre, verrà offerta al vincitore la opportunità di esibirsi alle edizioni 2015 del Premio Andrea Parodi, dell’“European jazz expo” di Cagliari, di Folkest del Friuli e del Negro Festival di Pertosa (SA), che sono partner della manifestazione, insieme a Premio Bianca d’Aponte e Federazione degli Autori. Oltre al premio principale ne sono stati attribuiti altri, andati ai diversi finalisti, dall’ottimo gruppo siciliano La premiazione della vincitrice del 7° Premio Andrea Parodi. critica, composta interamente da giornalisti, italiani e stranieri. Il premio consiste in una somma in denaro erogata a copertura di tutti i costi di masterclass, eventuale acquisto o noleggio di strumenti musicali, corsi e quant’altro il vincitore sceglierà per la propria crescita artistica e musicale, per un importo massimo di 2.500 euro. Un ulteriore premio è la realizzazione professionale del videoclip del brano in concorso, a spese Tamuna che ha trascinato all’entusiasmo il pubblico dell’Auditorium, al veneto Leo Miglioranza, dal piemontese Amemanera al siciliano Alessio Bondì e alla friulana Serena Finatti. Dopo l’esibizione dei dieci finalisti, è stato assegnato il Premio Albo d’oro 2014 al Cuncordu ‘e su Rosariu (coro della Confraternita del Rosario) di Santu Lussurgiu, un quadro di Mariano Chelo, consegnato, come il premio alla vincitrice del Premio, da Valentina Casalena, moglie di Andrea Parodi, in entrambi i casi visibilmente emozionata. Tutti gli ospiti, così come tutti i concorrenti, nelle prime due serate hanno interpretato anche un brano di Andrea Parodi. La manifestazione si è tenuta in prossimità dell’8° anniversario della scomparsa di Andrea Parodi (17 ottobre 2006), un grande artista passato dal pop d’autore con i Tazenda, a un percorso solistico di grande valore e rielaborazione delle radici, grazie al quale è diventato un riferimento internazionale della world music, collaborando fra l’altro con artisti come Al Di Meola e Noa. Il Museo multimediale a lui dedicato è aperto a Villanova Monteleone (SS) tutti i giorni tranne il lunedì, a Sa Domo Manna. Gli ospiti, come sempre, erano di altissimo livello, a partire dalla cantante libanese Abeer Nehme, una delle protagoniste della world music contemporanea, una sorta di diva nel mondo arabo, anche come attrice, che ha interpretato diversi brani, tra i quali la straordinaria “No potho reposare” che ha contribuito a far conoscere ed apprezzare Andrea Parodi in tutto il mondo. Dal Piemonte è arrivato il giovanissimo Duo Bottasso, composto dai fratelli Nicolò al violino e Simone all’organetto, che in un brano hanno accompagnato Abeer Nehme. La serata finale è stata conclusa da una jam session, sollecitata dai due presentatori, nella quale quasi tutti i concorrenti, Abeer Nehme, il Duo Bottasso ed Elena Ledda, hanno intrerpretato la splendida Sienda, canzone d’amore portata al successo da Andrea Parodi, e dall’esibizione della vincitrice Flo, con un brano dello stesso Andrea Parodi. Due giovani cinesi sposi a Monte Sirai Un sì che viene da lontano I l sindaco di Carbonia. Giuseppe Casti, ha unito in matrimonio, il 1° ottobre, due giovani cinesi nel suggestivo scenario di Monte Sirai. Zhan Ying Long, nato a Cagliari il 1° febbraio 2014, residente a Cagliari, e Jin Yinyue, nata a diato sia futuro in chiave turistica), la festa si è trasferita nel vicino Museo Ristorante Tanit, dove si è svolto il pranzo nuziale. Il sindaco, Giuseppe Casti, ha ringraziato i giovani sposi per aver scelto Carbonia per il loro matrimonio e loro hanno sottolineato che I giovani sposi Zhan Ying Long e Jin Yinyue. Zhejiang il 26 aprile 2014, residente a Sestu, hanno scelto Carbonia per coronare il loro sogno di matrimonio e sono stati assistiti da una splendida giornata di sole di inizio autunno. Dopo la cerimonia, svoltasi in presenza di circa 250 persone, tra parenti e amici (che hanno creato anche un importante ritorno economico per la città, sia imme- sicuramente non dimenticheranno mai questo giorno, anche per lo splendido luogo che li ha ospitati. A Carbonia è presente, come in tutti i principali comuni della Sardegna, Cagliari compresa, una vasta comunità cinese che opera prevalentemente nei settori del commercio e della ristorazione. G.P.C. I progetti di Gian Franco Cau, autore di “L’archeologo inglese” A Sant’antioco raggiunto l’accordo per l’apertura della struttura G D Viaggio continuo tra pittura e libri ian Franco Cau è nato e vive a Portoscuso. Artisticamente nasce come pittore, le sue opere spaziano dal naturalismo al realismo e si trovano in numerose collezioni private ed Enti pubblici. Nell'ambito della sua carriera espositiva ha ricevuto, a Genova, nel 1992 il premio “La caravella d’argento” e a Roma, nel 1995 la “Targa colosseum” e nel 2000 il “Timbro d’autore”. Da oltre quindici anni, svolge corsi privati di disegno e di pittura, dove insegna le tecniche dei maestri del ‘500. Lo scorso anno ha pubblicato la sua prima fatica letteraria, “L’archeologo inglese”, un romanzo ambientato in Sardegna, una terra ricca di bellezze naturali, lasciate in eredità dai popoli che precedentemente l’hanno abitata, luoghi che per le descrizioni minuziose ed accurate vien voglia di andare a visitare. La trama ha un contenuto abbastanza attuale che invita a numerose riflessioni e che si conclude in un modo imprevisto... La storia narra come, anche in età matura, si possa riuscire a vi- vere l’emozione di un sentimento puro e complesso come l’amore... Lui, un archeologo inglese che si trova in Sardegna per lavoro, single per scelta, vista la vita che condusse il suo stesso padre, sem- La copertina del libro. pre in giro per il mondo e lontano dagli affetti familiari. Lei un’insegnante, un matrimonio fallito alle spalle, separata e madre di due ragazze adolescenti, ormai certa di non far più riuscire a far battere il suo cuore per amore. Il libro veicola dei veri e propri messaggi... la povertà di una vita priva di affetti, quella di lui; la paura di sbagliare ancora e quindi la importanza di rivalutare una seconda possibilità, quella di lei; così come la riscoperta di se stessa come donna capace di desiderare ed essere desiderata, senza però tralasciare di essere una madre. “L’archeologo inglese”, Giampaolo Cirronis editore, è stato presentato a Portoscuso, Pula, Iglesias, Barumini ed il 10 ottobre anche a Carbonia, presso la biblioteca comunale. La serata si è svolta in un’atmosfera molto piacevole, il pubblico ha rivolto diverse domande all’autore che ha risposto amabilmente, soddisfando appieno tutte le curiosità dei presenti. Per concludere un brindisi di augurio affinché questa sua prima opera letteraria non resti unica. Appuntamento quindi alla sua prossima mostra o alla presentazione del suo nuovo libro a cui l’autore, secondo alcune indiscrezioni, starebbe già lavorando... Nadia Pische Rinascerà l’ostello della gioventù opo le numerose vicissitudini e i tanti cavilli burocratici che hanno fatto da contorno, pare che per l’Ostello della Gioventù, ubicato nel Lungomare Cristoforo Colombo, a Sant’Antioco, sia vicina la tanto attesa soluzione. Dopo la seduta del Consiglio comunale svoltasi la scorsa settimana, nella quale questa tematica era tra i punti all’ordine del giorno, è emersa una manifestazione di interesse di una cooperativa di Capoterra, dichiaratasi disponibile a farsi carico dell’intero progetto. La cooperativa sarebbe disposta a fare un investimento notevole. Sul piatto ci sono 280mila euro, necessari per portare a conclusione i lavori di ristrutturazione dell’edificio, con il successivo impegno relativo alla gestione della struttura, dietro il pagamento di un canone di 8mila euro annui al comune di Sant’Antioco. «Siamo orgogliosi di aver raggiunto questo obiettivo - commenta Massimo Melis, vicesindaco del comune di Sant’Antioco -. Crediamo che la priorità principale sia quella di rendere fruibile la strut- tura alla cittadinanza e ai turisti. Tale progetto porterà, dunque, numerosi vantaggi, tra i quali un ritorno occupazionale diretto ed indiretto per la collettività antiochense.» giunti all’epilogo di questa tormentata vicenda. La cautela è d’obbligo, ma nel frattempo questo è il punto della situazione. Gli abitanti antiochensi attendono fiduciosi, nella speranza che L’Ostello della Gioventù di Sant’Antioco. La vicenda dell’Ostello della Gioventù, eterna incompiuta del territorio sulcitano, dura da oramai vent’anni. Dopo innumerevoli interessamenti da parte di Enti e Cooperative andati in fumo, pare si sia il territorio riprenda a fiorire di nuove imprese e strutture, nonostante la situazione non facile alla quale si è costretti a far fronte da anni. Riccardo Sanna Parte dalla Sardegna la voglia di cambiamento e di aggregazione Una strategia comune per tutti i diabetici P arte dalla Sardegna la forte voglia di cambiamento e di aggregazione tra i rappresentanti dei diabetici di tutte le Regioni d’Italia. Dalla prima conferenza nazionale dei presidenti di federazioni e coordinamenti delle associazioni dei pazienti diabetici che si è svolta alcune settimane fa all’Hotel Setar di Quartu Sant’Elena, è emersa la precisa volontà di dare vita a rapporti di collaborazione tra le rappresentanze regionali affinché si possano instaurare una serie di tavoli di lavoro per stabilire le linee programmatiche di comporta- mento per affrontare i vari problemi che affliggono i diabetici italiani. La salvaguardia dell’autocontrollo, la scuola, il lavoro, la diversità di trattamento che esiste in ogni Regione verso i diabetici ma anche la mancanza di un organismo di valutazione scientifica nazionale degli strumenti utilizzati per l’autocontrollo, i costi dell’assistenza, diversi da Regione a Regione. L’evento, organizzato a porte chiuse dalla fand del Sulcis per conto del coordinamento della Sardegna, è servito ad evidenziare le problema- tiche della diabetologia, per le quali, i partecipanti hanno stabilito di incontrarsi nuovamente per porre le basi di un’azione congiunta che punta a salvaguardare i diritti dei diabetici. L’importanza della Conferenza scaturisce dal fatto che la partecipazione dei presidenti segna una collaborazione interassociativa che supera l’appartenenza alle singole sigle, con spirito di collaborazione, per il bene dei diabetici di tutta italia, quattro milioni e mezzo di persone affette da questa patologia. M.P. Perder peso mangiando in modo sano e gustoso c/o Conad, via della Rinascita, 46 Tel. 0781 800226 - 333 6212240 - SANT’ANTIOCO IL NUMERO 275 3-10:IL NUMERO 181 3/10 04/11/14 00.36 Pagina 1 10 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XIX • N° 275 • 31 Ottobre 2014 CeDAC ha presentato la stagione di prosa 2014/2015 che sarà in programma presso il teatro Massimo di Cagliari “Giù la maschera”, il teatro come luogo di verità Tra i protagonisti delle performances in cartellone: Branciaroli, Placido, Gullotta, Beppe Fiorello, Marcorè e De Capitani. A lla vigilia dell’inaugurazione del XXXV Circuito Teatrale Regionale Sardo presso il Teatro Cinzia Crobu. Massimo di Cagliari, il CeDac sceglie uno slogan emblematico, per connotare il proprio cartellone. “Giù la maschera” è il motto che incita a riconoscere il teatro «come luogo della verità, in cui avviene lo smascheramento, lo svelamento. Menzogna e ipocrisia son diffusi e generalizzati nella vita quotidiana, spesso siamo portati a costruirci un’identità fittizia, mentre in scena, nella finzione, ci si può permettere il lusso di essere veri». Ma “Giù la maschera” anche come invito, non troppo velato, nei confronti delle istituzioni, poiché rendano note le reali intenzioni e le linee politiche che regoleranno lo spettacolo in Sardegna. Valeria Ciabattoni, direttore artistico del CeDac, ha parlato in questi termini nel corso della conferenza Stampa, tenutasi il 22 ottobre, presso la sede dell’assessorato regionale della Pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport a Cagliari, in presenza dell’assessore Claudia Firino. Quest’ultima ha però rassicurato tutti dicendo di non possedere affatto una maschera e di sentirsi onesta per come, lei ed i colleghi, stanno procedendo in questo difficile cammino, al fianco degli operatori del settore, con i quali è continuamente in atto il dialogo. Antonio Cabiddu, presidente del CeDac ha aggiunto e sottolineato che l’attività del Circuito teatrale regionale sardo (Ctrs) resta un “patrimonio comune da difendere e proteggere”. Il presidente ha invitato gli enti locali ad una partecipazione più convinta oltre ad un opportuno adeguamento delle regole regionali al progetto di riforma del Mibact, il quale chiede un minimo di sessanta recite in tre anni di programmazione. «I tagli lineari subiti in questi ultimi anni - ha aggiunto Cabiddu - ci hanno purtroppo costretto ad una riduzione progressiva del numero di recite. Aggiungendo a ciò i limiti imposti dall’insularità e del ridotto numero di abitanti, il Ctrs corre il rischio di non possedere i parametri minimi necessari per avere il contributo ministeriale». Con difficoltà non indifferenti sono stati inseriti in programma nove titoli e 50 recite dal 19 novembre al 26 aprile; nel complesso, il circuito interesserà 17 località (si sperasono ancora in corso le trattative nelle sedi “satellite” fra cui Carbonia ed Iglesias n.d.r) per un totale di 148 recite, che vedranno il CeDac diffondere, con impegno e convinzione, la cultura teatrale in Sardegna. Cosa dire di questo cartellone? Ricco e ben strutturato, offre la possibilità di vedere in scena attori L’assessore regionale Claudia Firino. di spessore, spaziando dai classici al teatro contemporaneo, con un occhio di riguardo verso la ricerca drammaturgica. Per ora allego il programma cagliaritano, sperando di conoscere presto quelli inerenti il Teatro Centrale di Carbonia ed il Teatro Electra di Iglesias, ancora in fase di elaborazione. Ecco gli spettacoli nello specifico, come da comunicato stampa a cura di A. Brotzu. A dare il la a “La Grande Prosa al Teatro Massimo”/ “Giù la Maschera” - da mercoledì 19 a domenica 23 novembre 2014 - sarà lo stravagante “Beatles Submarine”: lo spettacolo concerto del Teatro dell’Archivolto, con testo e regia di Giorgio Gallione, intreccia aneddoti e canzoni, i racconti surreali di John Lennon e i versi di Paul McCartney, le avanguardie pop e le filastrocche di Lewis Carroll con la psichedelia. La leggenda dei Fab Four e l’inesauribile beatlesmania rivivono sul palcoscenico, in un coinvolgente divertissement in cui le doti canore e affabulatrici di Neri Marcorè s’intrecciano alle stravaganze dei quattro maestri della Banda Osiris. La stagione proseguirà dal 10 al 14 dicembre 2014 con “Re Lear” di William Shakespeare, per la regia di Michele Placido e Francesco Manetti. Il capolavoro del Bardo inglese indaga il senso dell’esistenza, il conflitto tra l’amore e il dovere, il potere e l’umana fragilità, e l’eterna lotta tra il bene il male: protagonista sulla scena, Placido incarna il sovrano che sceglie di abdicare, rinunciando al trono, per ritornare alla condizione di uomo tra gli uomini. Sarà poi la volta - dal 14 al 18 gennaio 2015 - dell’“Enrico IV” di Luigi Pirandello, con la regia di Franco Branciaroli, anche protagonista sotto i riflettori, insieme ad un’ottima e numerosa compagnia. Fulcro del dramma è il tema della follia: imprigionato per una crudele beffa del destino nei panni dell’imperatore tedesco, il protagonista ha consumato la sua giovinezza in quella stravagante fissazione, mentre la vita intorno a lui ha continuato il suo corso, finché un subitaneo risveglio lo ha riportato alla realtà. Riflettori puntati - dal 28 gennaio al 1 febbraio 2015 - su “L'Origine del Mondo/ ritratto di un interno”: vincitore di tre Premi Ubu, tra cui quello per la ricerca drammaturgica, lo spettacolo scritto e diretto da Lucia Calamaro e interpretato da Daria Deflorian, Federica Santoro e Daniela Piperno racconta un rapporto madre-figlia, intorno a cui ruota una costellazione familiare, in un paesaggio domestico che assume tratti surreali e quasi iperrealisti. Spazio poi - dal 4 all'8 febbraio 2015 - a “Prima del Silenzio” di Giuseppe Patroni Griffi, che vede protagonista - in un’intensa e convincente prova d’attore - un artista come Leo Gullotta accanto a Eugenio Franceschini, in un allestimento multimediale, impreziosito da video e musica. La pièce scritta per Romolo Valli nel 1979 indaga la condizione dell’intellettuale contemporaneo, davanti al dilemma Il Mediterraneo Film Festival sulcitano continua a crescere 6 giornate di cinema di qualità G rande successo, a Carbonia, per il 7° Mediterraneo Film Festival, organizzato dal Centro Servizi Culturali di Carbonia Iglesias e dalla Cineteca Sarda della Società Umanitaria, in collaborazione con il Comune di Carbonia e la Regione Sardegna, sotto la direzione artistica di Stefano Obino. Sono stati più di 1.800 gli spettatori intervenuti nelle 6 serate (dal mercoledì 8 a domenica 12 ottobre con l’anteprima del 4 ottobre) al Teatro centrale, a cui si sommano i circa 500 ragazzi delle scuole cittadine che hanno partecipato alla quinta edizione del concorso CINEMA/LAVORO/MIGRAZIONE. Questi numeri testimoniano il gradimento che il Festival ha registrato tra i tanti cittadini di Carbonia e del territorio. Il cartellone, che ha offerto agli spettatori la possibilità di osservare, da diversi punti di vista, tematiche di grande attualità come la migrazione, il lavoro e le lotte sociali, ha portato a Carbonia, tra gli altri: l’attrice Claudia Gerini e la regista Marina Spada per il film “Il mio Domani”; l’attore Libero De Rienzo, protagonista di “Smetto quando voglio”; il regista Antonio Augugliaro e Alaa Bjermi e Mc Manar protagonisti del film evento “Io sto con la sposa”; l’attore Francesco Pannofino e il regista Felice Farina con il film “Patria”; il regista Bonifacio Angius e gli attori Stefano Deffenu e Noemi Medas per il film “Perfidia”, il montatore del grande François Truffaut, Yann Dedet; i registi iraniani Arash e Arman Riahi con il film documentario Everyday Rebellion; Ivano Marescotti e Angelo Pasquini, componenti della giuria tecnica del concorso CINEMA/LAVORO/MIGRAZIONE e la Band musicale “Calibro 35” per il concerto di fine Festival. Sono stati molto apprezzati anche i documentari e le fiction in concorso, in particolare: “Destination de Dieu” di Andrea Gadaletta Caldarola (premiato dalla giuria tecnica per la sezione documentari e dalla giuria dei circoli del cinema); “Zacharie ya no vive aqui” di Alberto Segre e “Beep” di Antonello Il nuovo progetto permetterà di rendere visitabile la sede dell’'ex Direzione Mineraria, che diventerà “museo di sé stessa” e luogo legato alle arti audiovisive e cinematografiche, anche con la creazione di veri e propri percorsi multimediali interni alla struttura e di uno spazio culturale, artistico, scientifico e didattico di grande rilievo socio-culturale e turistico. La cerimonia di consegna delle chiavi è stata completata da un breve incontro, nel corso del quale sono Claudia Gerini. Giuseppe Casti consegna le chiavi. Murgia (premiati a pari merito dalla giuria tecnica per la sezione fiction); “Va Pensiero. Storie Ambulanti” di Dagmawi Yimer (premiato dalla giuria dei ragazzi). Durante la settima edizione del Festival sono state consegnate dal comune di Carbonia, alla Società Umanitaria, le chiavi della palazzina dell’ex Direzione mineraria della Grande Miniera di Serbariu, avviando così il progetto “ExDi Memorie in movimento - La Fabbrica del Cinema”. stati presentati i punti più significativi del progetto. «La settima edizione del Mediterraneo Film Festival - hanno detto Giuseppe Casti, sindaco di Carbonia, e l’assessore della Cultura, Loriana Pitzalis - ha dimostrato quanto sia importante scommettere sugli avvenimenti a carattere culturale, che permettono non soltanto di far assistere il pubblico ad eventi di indiscutibile livello, ma anche di conoscere ed apprezzare la città di Carbonia.» della scrittura e specialmente della poesia. Il senso della vita e l’imprevedibilità del cuore sono al centro de “La serata”, inedita pièce teatrale scritta e diretta da Sergio Rubini, in cartellone dal 18 al 22 febbraio 2015: nel cast, oltre allo stesso Rubini, anche Fabrizio Bentivoglio, alle prese con la trama sottile degli affetti, per una riflessione sui legami d’amore e d’amicizia. La dialettica dei sentimenti, le convenzioni sociali ma anche la gestione della casa, dei figli e del denaro affiorano tra confessioni e lacrime, progetti e aspettative di futuro, e alla fine di una notte bianca arriverà, per tutti i personaggi, il momento dei bilanci e delle scelte, non senza sorprese. S’intitola “Penso che un sogno così...” lo spettacolo scritto (con Vittorio Moroni) e interpretato da Giuseppe Fiorello, in cartellone dal 4 all’8 marzo 2015: un viaggio nell'Italia e nella Sicilia del secondo Novecento, tra i ricordi d’infanzia e il fascino delle canzoni di Domenico Modugno, che hanno disegnato la colonna sonora di un’epoca. Una sorta di diario privato, con le impressioni e le sensazioni di un bambino, poi adolescente e giovane uomo del Sud, tra sogni e speranze, buffi incontri, storie divertenti e amare, e incredibili avventure che affiorano dalla memoria, in una sinfonia di volti e voci, colori e suoni. La ricerca della verità - implicita in quel “Giù la maschera” che è titolo e tema della Stagione 2014-15 riaffiora prepotentemente con “Novantadue - Falcone e Borsellino, vent’anni dopo” di Claudio Fava, al Teatro Massimo di Cagliari dal 18 al 22 marzo 2015: la pièce riprende il filo della storia da quei giorni di isolamento forzato sull’Isola de L’Asinara, durante i quali i due magistrati completarono l’atto di accusa per il maxi processo contro la mafia. Un momento cruciale per la lotta contro la criminalità organizzata, che avrebbe reagito con violenza alla fine dell’impunità: è il preludio alla stagione cruenta delle bombe, le stragi di Capaci e di via d’Amelio, le minacce e gli omicidi di uomini politici, gli attentati a Firenze e a Milano e quello fallito - allo Stadio Olimpico di Roma. Nato in occasione dell’anniversario delle stragi, lo spettacolo ritorna in scena in un nuovo allestimento, con attori come Filippo Dini (Premio Hystrio Anct 2014) e Max Mazzotta (Enrico Fiabeschi in “Paz!”) diretti da Marcello Cotugno. Chiuderà in bellezza il cartellone de “La Grande Prosa al teatro Massimo” di Cagliari dal 22 al 26 aprile 2015 - uno dei capisaldi della drammaturgia del Novecento, “Morte di un commesso viaggiatore” di Arthur Miller, con la regia di Elio De Capitani, anche protagonista sulla scena, insieme ad un’ottima e competente compagnia. Una tragedia americana che riflette il fallimento del “sogno”: il protagonista, Willy Loman, dopo aver inseguito per tutta la vita il miraggio del successo, trac- Antonio Cabiddu, presidente CeDAC. cia l’amaro bilancio di quel che gli resta.Tra delusioni e rinunce, tra le ambizioni e le speranze riposte nei figli, e l’ingannevole immagine di se stesso, cede ad un ultimo sussulto d’orgoglio che gli impedisce di cambiare lavoro, precipitandolo nell'inevitabile sconfitta. I protagonisti de “La Grande Prosa al Teatro Massimo”/ Giù la Maschera” incontreranno il pubblico per “Oltre il Sipario/ gli attori raccontano”, il ciclo di appuntamenti in programma tra la MEM/Mediateca del Mediterraneo e il Cinema Odissea di Cagliari che, in occasione degli spettacoli, porta il dibattito sui temi trattati - e quindi metaforicamente l'azione teatrale - in varie location cittadine, con il coinvolgimento di appassionati e curiosi. A corollario della stagione di prosa del CeDAC al Teatro Massimo di Cagliari, si rinnova l’appuntamento con la rassegna “Schermi & Sipari” al Cinema Odissea di Cagliari organizzata in collaborazione con la cooperativa Spazio 2001: cinque film “a tema” - dallo psichedelico “Yellow Submarine” di George Dunning, musical d’animazione dedicato ai Fab Four, allo storico “Re Lear” di Peter Brook; dall’“Enrico IV” di Marco Bellocchio, a “Giovanni Falcone” di Giuseppe Ferrara alla trasposizione cinematografica de “Morte di un commesso viaggiatore” firmata da Volker Schlöndorff. La stagione 2014-15 de “La Grande Prosa al Teatro Massimo”/ Giù la Maschera” è organizzata dal con il contributo e il patrocinio del MiBACT/ ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo, dell’assessorato della Pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e dell’assessorato del Turismo, artigianato e commercio della Regione Autonoma della Sardegna, dell’assessorato della Cultura, Pubblica istruzione, sport, spettacolo e politiche giovanili del comune di Cagliari. “La Grande Prosa al Teatro Massimo” è sostenuta inoltre dalla Fondazione Banco di Sardegna, con il prezioso apporto di Sardinia Ferries. La stagione si avvale di preziose collaborazioni come quella con Spazio 2001 per la rassegna e gli incontri al Cinema Odissea di Cagliari, con la MEM/Mediateca del Mediterraneo sempre per “Oltre la scena”. Si rinnova anche la convenzione con l’ERSU, con riduzioni speciali per gli studenti universitari, oltre agli abbonamenti speciali per le scuole. Infine, la sinergia con l’Istituto per ciechi “Maurizio Falqui” ha l’obiettivo di rendere tale servizio culturale più accessibile anche per i non vedenti riservando loro sconti particolari, ma sopratutto realizzando una piccola brochure del programma teatrale tradotto in Braille ed un’applicazione audio per pc e smartphone. Per info: [email protected]. Cinzia Crobu [email protected] Si è conclusa il 7 ottobre la nona edizione del Festival di letteratura Tuttestorie, una formula che piace D al 2 al 7 ottobre ha avuto luogo la nona edizione del Festival di letteratura per ragazzi “Tuttestorie” che ha registrato un’ampia partecipazione, oltre le migliori aspettative. L’evento quest’anno era dedicato al tema della “Sorpresa”, da qui il titolo “Racconti, visioni e libri da restare a bocca aperta”. La biblioteca Centro Sistema di Carbonia ha accolto 80 classi, più di 1.200 alunni provenienti dalle scuole primarie e secondarie di primo grado della città, dalle frazioni e da vari comuni che fanno parte del Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis, confermando una proficua collaborazione che si rinnova e cresce negli anni, suscitando un numero sempre maggiore di adesioni. Nella biblioteca di Gonnesa, nella stessa settimana, si sono recati gli alunni delle scuole locali, con un numero di 400 partecipanti. Nella splendida cornice del Parco di Villa Sulcis, tra girandole colorate e gazebi ricchi di “attrazioni culturali”, si sono svolti contemporaneamente vari laboratori; nella zona giochi Mirko, un sorprendente personaggio, ha intrattenuto con la giocoleria e la fisica del gioco, grandi e piccini, stupendoli e divertendoli allo stesso tempo; all’interno del museo, è stato possibile fare un salto nel passato, recandosi al “Mercato romano”, mentre all’interno della biblioteca si sono svolti gli incontri con gli autori. Un’“offerta” degna di plauso, che ha regalato esperienze significative agli organizzatori, ripagandoli del grande impegno e ai partecipanti che sono andati via soddisfatti e divertiti. Da quattro anni a questa parte, si è avuto il decentramento delle attività presso la biblioteca di Carbonia, che è diventata capofila, ospitando le scuole dei comuni di Carloforte, Giba, Masainas, Perdaxius, Piscinas, Portoscuso, San Giovanni Suergiu, Santadi, Tratalias, Villamassargia e Villaperuccio. Tra gli scrittori ed animatori intervenuti a dar vita agli incontri: Chiara Carminati e Giovanna Pezzetta, Carlo Carzan, Gek Tessaro, Francesco D’Adamo, Silvia Vecchini e Antonio Vincenti, Giorgio Scaramuzzino e Elena Kedros, tutti conosciuti a livello nazionale. Ma se il Festival, nel suo insieme, è stato un successo, grande conferma sono stati anche i ragazzi del liceo scientifico Amaldi di Carbonia che, per il secondo anno consecutivo, coordinati dalla loro professoressa di storia dell’arte, Barbara Cappella, hanno contribuito alla riuscita dell’evento. I giovani liceali hanno gestito con entusiasmo “contagioso” il laboratorio creativo “Rompiamo le scatole”, dove i bambini sono stati guidati attraverso un percorso che li stimolava verso un lavoro individuale ma anche collettivo. Divisi in più gruppi, ciascuno ha ricevuto un foglietto riportante alcune parole: un oggetto, un animale, un verbo e un luogo. «Il loro compito consisteva nel disegnare una storia che legasse insieme tali parole per poi raccontarla a noi, giovani operatori rompiscatole, sotto lo sguardo vigile delle loro insegnanti», spiega Marta, una delle tante ragazze che hanno preso parte attivamente al Festival. «è stato un incontro generazionale molto costruttivo, attraverso il quale abbiamo avuto modo di metterci in gioco e relazionarci con i più piccoli - afferma Francesca hanno saputo stupirci con la loro ingenuità e i loro fantasiosi elaborati, ci hanno fatto sorridere e hanno suscitato in noi tanta tenerezza. Sono stati loro i veri protagonisti.» Tanti i ragazzi che hanno aderito al progetto e, con pazienza, hanno trascorso le loro mattinate fra le risate cristalline dei bambini: Marta Fuligni, Francesca Gallina, Alice Locci, Giulia Esu, Carlotta Cossu, Mara Salis, Daniele Ricciardi, Mattia Fais, Sara Lisci, Ilaria Candelargiu, Giulia Coni, Marco Mattana, Simone Pisu, Giorgia Vacca Valentina Cani, Giacomo Balloccu, Giulia Dessì, Eleonora Cosa, Giulia Matteu. E, per quanto sia stato faticoso tenere a bada le piccole pesti, gli studenti non hanno dubbi e si dichiarano particolarmente arricchiti dall’esperienza. Intanto, hanno già assicurato orgogliosamente la loro partecipazione per il Festival Tuttestorie 2015. Questo grande successo, pone l’accento sull’importanza di valorizzare la promozione della lettura... ben vengano quindi tutte queste iniziative, in cui le forze delle varie istituzioni si fondono, per dar vita ad un’offerta formativa sempre più ampia e completa, in grado di soddisfare le crescenti richieste da parte delle scuole. Appuntamento al 2015 quindi... per la decima edizione del Festival... sicuramente ci attendono nuove incredibili avventure! Nadia Pische IL NUMERO 275 2-11:IL NUMERO 181 2/11 04/11/14 08.36 Pagina 2 Anno XIX • N° 275 • 31 Ottobre 2014 11 La Provincia del Sulcis Iglesiente CANALE 40 IN ONDA IL FUTURO Tel. 0781 672155 [email protected] Continua la corsa vittoriosa della squadra di Vittorio Corsini, neopromossa, ora in testa alla classifica in Promozione regionale La Monteponi vola e sogna una nuova promozione Dopo il 5 a 1 subito nel derby, il tecnico del Carbonia Maurizio Ollargiu si è dimesso; l’Atletico Narcao è in difficoltà in coda alla classifica. L a Monteponi è un rullo compressore nel primo scorcio del campionato di Promozione regionale. Neppure l’aria del derby ritrovato con il Carbonia ha creato problemi alla squadra di Vittorio Corsini, passata trionfalmente al “Carlo Zoboli” con l’ampio punteggio di 5 a 1! In questo momento tra le due squadre c’è un divario netto che emerge anche dalla classifica che da una parte vede i rossoblù al comando con 19 punti in 7 partite e tre punti di vantaggio sulla coppia Siliqua-Ferrini, entrambe vittoriose in trasferta, rispettivamente a San Vito per 2 a 1 e a Elmas con la Frassinetti, per 3 a 0. Ha perso contatto dalla seconda posizione, invece, la Kosmoto Monastir, fermata in casa dal Girasole sull’1 a 1. Intorno alla Monteponi c’è un nuovo entusiasmo che sta contagiando tutta la città che attende il suo ritorno a casa, nel rinnovato stadio Monteponi, dopo un lungo esilio a Sant’An- Vittorio Corsini (Monteponi). Foto F. Murru. tioco durato per tutto il vittorioso campionato di Prima categoria e pro- trattosi finora in questo avvio di stagione. La data per l’inaugurazione del campo in erba naturale deve essere ancora fissata (in un primo momento era stato previsto il 13 novembre per l’amichevole con il Cagliari di Zdenek Zeman, ma è probabile lo slittamento di alcune settimane). La squadra sta dimostrando di essere competitiva anche in Promozione e promette di lottare fino alla fine per un nuovo salto di categoria che, se centrato, riporterebbe il calcio iglesiente, dopo tanti anni, al vertice nel Sulcis Iglesiente. Il Carbonia, da parte sua, dovrà reagire subito al pesante ko, perché la classifica comincia a farsi preoccupante, e manca ancora la vittoria dopo sette giornate di campionato (5 pareggi e 2 sconfitte), ma dovrà farlo senza il suo tecnico Maurizio Ollargiu che al termine del derby ha rassegnato le dimissioni. La società guidata dal presidente Renato Giganti dovrà decidere se respingerle, Marco Foti (Monteponi). Foto F. Murru. rinnovando la fiducia, o accettarle e quindi scegliere un sostituto. La prima del mese di novembre è stata una domenica da dimenticare anche per l’Atletico Narcao, sconfitto di misura ad Arbus per 1 a 0 e penultimo in classifica con due soli punti. La squadra appare in difficoltà e senza qualche inserimento di qualità, probabilmente dovrà faticare non poco per raggiungere il traguardo della salvezza per il terzo anno consecutivo. Nel girone B del campionato di Prima categoria, continua la marcia in vetta alla classifica del Senorbì, impostosi per 4 a 1 ad Escalaplano, inseguito ora a 4 lunghezze dal Sant’Antioco, vittorioso di misura nel derby casalingo con il Tratalias per 1 a 0. Cresce il Carloforte, terzo con 13 punti dopo la nuova vittoria sulla Libertas Barumini per 2 a 0, insieme alla Villacidrese, bloccata sullo 0 a 0 dalla Fermassenti di Gianni Maricca. Pari senza goal, infine, per l’Iglesias con il Seui Arcueri, mentre Maurizio Ollargiu (Carbonia). Foto F. Murru. il Gonnesa ha perso ancora, 4 a 1 a Villanovatulo. In Sardegna è stato giocatore del Cagliari e tecnico del Carbonia Le due squadre sulcitane hanno iniziato il nuovo torneo di B1 S B Se n’è andato, a 77 anni, Renzo Cappellaro e n’è andato, all’età di 77 anni, Renzo Cappellaro, centravanti del Cagliari dal 1963 al 1966 e tecnico di diverse squadre, tra le quali il Carbonia, che guidò per due stagioni in serie D (1980/81) e in serie C2 (1984/85). Nato a Vicenza il 12 maggio 1937, iniziò a giocare al calcio nelle giovanili del Lanerossi Vicenza, con la quale vinse il prestigioso Torneo di Viareggio per due anni consecutivi, nel 1954 e 1955, aggiudicandosi anche la classifica dei marcatori (conserva quel primato, raggiunto qualche anno fa dall’attuale centravanti della Nazionale, Ciro Immobile). Giunse alla prima squadra nel campionato di serie A 1957/58 e in cinque stagioni collezionò 56 presenze e 21 reti. Lasciò il “suo” Vicenza nell’estate del 1961 per vestire la maglia grigia dell’Alessandria, con la quale vinse la classifica dei cannonieri del nia di Adriano Novellini, Giampaolo Zaccheddu, Guido Accardi, Floriano e Marco Congiu, Aldo Scopa, Carlo Pusceddu, Giuseppe Mura, Marco Manconi e Mondo Mameli, Pierino Aresu, Roberto Sequi, Marco Fenu, Luciano Gambula, Rino Pianta, Pino Tocco, e ancora di Ugo Corda, Egidio Cossu, il compianto Sandro Piras, Mauro Virdis e Walter Lindiri, che nel catino di Bacu Abis, dove giocava per l’indisponibilità dello stadio comunale, per l’intero girone d’andata (cinque vittorie consecutive all’inizio) e la prima giornata del ritorno, incantò tutti, dominando letteralmente il campionato. Chiuse il girone d’andata in testa alla classifica con 28 punti (13 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte). La prima sconfitta a Olbia, 0 a 1, il 2 novembre 1980, riscattata con una bella vittoria nel derby interno con l’Iglesias, 3 a 1, con un’impresa este in sei giornate: alle spalle delle promosse Torres e Frosinone e del Terracina. La grande delusione lasciò il segno e la società l’anno successivo affidò la guida della squadra a Checco Fele, che con la conferma dei migliori giocatori e gli inserimenti di Pietro Pillosu, Gianni Tronci, Sergio Bodano, Riccardo Erriu e Leopoldo Pardini, riuscì a scrivere una delle pagine più belle della storia calcistica del Carbonia, centrando la promozione in C2, nella primavera 1982. L’esperienza di Renzo Cappellaro alla guida del Carbonia ricominciò due anni più tardi, in C2, presidente Benigno Atzori. Dopo un buon avvio (2 a 0 a Montevarchi con goal di Fabrizio Rizzola e Giovanni Leone e pari interno con la Massese, 2 a 2, con goal di Giovanni Leone e Floriano Congiu) e tre vittorie interne consecutive (alla 7ª giornata 1 a 0 all’Olbia, con goal di Sandro Zaccolo; VBA/Olimpia e Volley Iglesias, c’è tanto da fare ello e sfortunato esordio, per la VBA/Olimpia Sant’Antioco, nel nuovo campionato di B1 di volley maschile. Al Palasport di Sant’Antioco, la squadra di Adrian Pablo Pasquali è stata battuta 3 a 2 dall’Emma Villas Chiusi, una delle formazioni più accreditate per la promozione in A2, dopo oltre due ore e mezza di durissima battaglia. La squadra lagunare, completamente rinnovata rispetto alla passata stagione, ha tenuto testa fino in fondo ai più quotati avversari, arrendendosi solo sul 16 a 14 del tie-break. A Segrate ci si aspettava una crescita ed un risultato positivo, viceversa sul campo è maturata una secca sconfitta per 3-1 (25-19, 25-21, 22-25 e 25-19). La squadra ha faticato molto in avvio, cedendo i primi due set Un attacco vincente di Sarpong. abbastanza nettamente 25 a 19 e 25 a 21, riuscendo ad entrare in partita nel terzo set, vinto 25 a 22. A quel punto la reazione della squadra di casa è stata autoritaria e per i lagunari non c’è stato niente da fa-re: 25 a 19 e 3 a 0 finale. L’avvio di stagione è stato amaro, come ampiamente previsto, per il Volley Iglesias di Mario Basciu, andata incontro a due pesantissimi ko sul campo del Volley Lupi Santa Croce (25 a 9, 25 a 12, 25 a 11) e in casa con il Parella Torino: 14-25, 1725, 15-25. Il roster pare inadeguato alla categoria e la società cercherà di completarlo ma la stagione, al momento, si prospetta tutta in salita. Dopo la prima pausa stagionale, la VBA/Olimpia ospiterà il Sant’Anna Tomcar Torino, mentre il Volley Iglesias giocherà a Mondovì. Le prime due vittorie avevano illuso la squadra isolana Per il Calasetta Basket si è spenta la luce I Renzo Cappellaro. Il Carbonia protagonista del campionato di serie D 1980/81. campionato di serie B, con 21 reti (36 presenze). L’anno successivo passò al Lecco, poi al Cagliari, nell’estate del 1963. Con la maglia rossoblù, al primo anno, conquistò una storica promozione in Serie A, realizzando 9 reti. Dopo due stagioni in serie A (in tre campionati, collezionò 63 presenze e 16 reti), ritornò in serie B con il Genoa, per poi passare al Potenza. Appese le scarpette al chiodo quando era ancora giovane, a 32 anni. Iniziò subito la carriera di allenatore, nella giovanili della Sambonifacese e dello Schio, ma è in Sardegna che riuscì a togliersi le migliori soddisfazioni. Il debutto alla Nuorese (1974/75), poi a Latina (1975/76), ancora a Nuoro (1978/79), Quartu Sant’Elena (1979/80), quindi a Carbonia, in serie D, nella stagione 1980/81, presidente Elvio Verniani. Fu quello, nella prima parte, il miglior campionato della sua carriera. Era il Carbo- 1 a 0 al Foligno, l’impresa all’Acquedotto di Sassari contro la Torres, battuta 1 a 0 con uno splendido goal di Marco Congiu e con la Romulea, al ritorno allo stadio Comunale, 1 a 0; la sconfitta di Velletri, 2 a 1 e le vittorie sulla Lodigiani, 3 a 1 (doppietta di Adriano Novellini) e sull’Angelana, 3 a 2 (doppietta di Pino Tocco). Fu a quel punto che la squadra cominciò a balbettare e, giornata dopo giornata, a perdere terreno rispetto alle principali concorrenti, Frosinone e Torres, che era riuscita a fermare rispettivamente con un pari ed una vittoria sui loro campi, nel corso del girone d’andata. Renzo Cappellaro non riuscì a capacitarsi dell’involuzione della sua creatura ed il girone di ritorno si tramutò in un’autentica sofferenza per i tanti tifosi che si erano esaltati per quattro mesi: 6 sole vittorie, 3 pareggi e ben 8 sconfitte, per complessivi 13 punti ed il quarto posto finale, alla 9ª 1 a 0 allo Spezia con goal di Luca Rivetta; all’11ª 1 a 0 alla Torres con goal di Giuseppe Innella), la squadra iniziò a balbettare e nell’ultimo scorcio di stagione, con una classifica allarmante, i dirigenti decisero di esonerare Renzo Cappellaro e di affidare la squadra a Ugo Corda. Il cambio sortì l’effetto desiderato, il gruppo reagì e riuscì a centrare il traguardo della salvezza con 29 punti, grazie alla miglior classifica avulsa rispetto allo Spezia, alla Vogherese e, soprattutto, all’Olbia, alla Nuorese e all’Imperia, che finirono in Interregionale. La carriera di Renzo Cappellaro, di fatto, si concluse lì, perché nelle stagioni successive il tecnico vicentino si dedicò alla cura dei giovani. Lascia un bellissimo ricordo tra quanti hanno avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo, sia per le qualità tecniche sia per quelle umane. Giampaolo Cirronis primi due illusori successi avevano fatto presagire un torneo di vertice, a braccetto con Sant’Orsola Sassari ed Accademia Sestu nella lotta per un posto nei playoff che portano alla Serie B. Ma da quel momento in poi, si è spenta la luce, e il Calasetta Basket, con quattro battute d’arresto consecutive, è scivolato al terz’ultimo posto in classifica nel Girone L del campionato di Serie C, davanti soltanto ai fanalini di coda Elmas e Torres. Difficile analizzare i perché di un calo così repentino dei tabarchini, che sulla carta rimangono una delle migliori formazioni del torneo. In estate, infatti, la dirigenza ha messo pesantemente mano al roster che pure aveva brillato nello scorso torneo di DNC, nel tentativo di renderlo più profondo e completo. Tre soltanto le conferme: il capitano Maurizio Fontana, il giovanissimo play Stefano Massidda e l’ala marchigiana Andrea Morresi. Per il resto, tantissime novità, a partire dal coach Andrea Masini, che ha preso il posto di Edoardo Peretti, ora nello staff del Cus Cagliari (A1 femminile). Classe 1959, il tecnico di San Giovanni Valdarno ha maturato importanti esperienze soprattutto da giocatore, vestendo la maglia della Stella Azzur- ra Roma in Serie A nel corso degli anni ‘80. Assieme a lui sono arrivati il playmaker Fabio Aralossi; la guardia siciliana Ernesto Savarese; l’ala-pivot Giampaolo De Caris, proveniente da Veroli; il centro argentino Yael Barreiro e l’esterno cagliaritano Stefano Santona. In più, il Maurizio Fontana. Foto G.L. Zuddas. dirigente Mario Fontana è riuscito a portare a casa Fabio Cau e Alberto Deliperi, due ragazzi molto interessanti formati dal florido settore giovanile della Scuola Basket Carbonia. Le prime due settimane di campionato hanno portato risultati confortanti: all’esordio, nell’Opening Day di Quartu, Calasetta ha battuto net- tamente l’Elmas per 80-66, grazie anche ai 27 punti di Morresi. A Sassari contro la Torres è arrivato il bis (76-84). Poi il crollo: prima lo stop nel big match contro la Sipal Genneruxi (81-72, vani i 25 punti di Barreiro), quindi le sconfitte piuttosto nette contro le prime della classe Su Stentu e Tavoni (vittoriose, rispettivamente, per 63-74 e 108-80) e, infine, il doloroso ko interno contro l’Esperia (61-69), che ha di fatto sancito l’inizio della crisi. Tante le nubi che ora si addensano sul futuro del sodalizio gialloblù. Il campionato è ancora lunghissimo (sono previsti due gironi di andata e altrettanti di ritorno), ma la distanza dal primo posto - l’unico che garantisce l’accesso agli spareggi promozione contro le squadre della penisola - è già troppo grande per poter essere colmata. E allora una annata partita con tante ambizioni, potrebbe essere già naufragata dopo appena un mese e mezzo, al punto che, secondo alcuni rumors, non sono esclusi dei ridimensionamenti in corso d’opera. Chissà se coach Masini, e assieme a lui la truppa di “forestieri” arrivati con tanto entusiasmo qualche mese fa, chiuderanno la stagione sull’isola di Sant’Antioco. Roberto Rubiu IL NUMERO 275 1-12:IL NUMERO 181 4/9 04/11/14 00.44 Pagina 1 12 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XIX • N° 275 • 31 Ottobre 2014 MACELLERIA Rosticceria - Polleria da Fabrizio Esclusivamente carni sarde Carni rosse e bianche - Prodotti pronto cuoci Piatti pronti (arrosti) su prenotazione Consegne a domicilio in tutto il Sulcis Aperto 7 giorni su 7 (la domenica solo al mattino) Via Bellini, 14 - Carbonia - Tel. 0781 1884515