Rassegna stampa

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QUOTIDIANI
Del 24/09/2013, pag. 5
VERSO IL 12 OTTOBRE
La «via maestra», un corteo e poi in piazza
del Popolo
Per la conferenza stampa hanno scelto una sede dell'Arci a Roma (via dei Monti di
Pietralata 16), fuori dai 'luoghi comuni' della politica. Viene lanciato oggi il percorso
organizzativo nato dall'appello «La via maestra», per la difesa e soprattutto
l'attuazione della Costituzione, promosso prima dell'estate da dai costituzionalisti
Lorenza Carlassare e Gustavo Zagrebelsky, Luigi Ciotti, Maurizio Landini, Stefano
Rodotà. E che culminerà nella manifestazione del 12 ottobre a Roma: un corteo
partirà alle 13 da piazza della Repubblica per raggiungere piazza del Popolo, dove
alle 15.30 inizieranno gli interventi dal palco. In molte città, spiegano gli organizzatori,
stanno nascendo comitati che lavoreranno alla preparazione della mobilitazione con
iniziative locali, assemblee, dibattiti e incontri, tutti modi e strumenti pensati per
permettere anche alle singole persone di dare il proprio contributo di partecipazione.
Passo indietro invece da parte dei partiti e dei movimenti politici, che il 12 infatti non
saranno sul palco: richiesta è stata fatta sin dal principio dai promotori, per
sottolineare l'inclusività dell'iniziativa.
del 25/09/13, pag. 4
Rodotà dice sì all'amnistia, «nonostante Berlusconi», e all'abolizione
dell'ergastolo. E boccia i saggi: documento modesto
I bravi maestri della sinistra
Angelo Mastrandrea
«Una grande coalizione sociale per uscire dalla frammentazione e
trasformare l'Italia». Le parole d'ordine del 12 ottobre secondo
Bonsanti, Ciotti, Landini e Rodotà
ROMA
I numeri? È presto per darli e comunque, sostiene don Luigi Ciotti, «conta quello che
ognuno dei partecipanti farà dopo il 12 ottobre, come agirà da moltiplicatore dei contenuti
della manifestazione». Le adesioni al corteo (da piazza della Repubblica a piazza del
Popolo)? Tante, almeno un centinaio di organizzazioni anche se, a ieri, erano ufficialmente
ancora 27: oltre alla Fiom, a Libertà e Giustizia, al Gruppo Abele e alla Fondazione Basso
dei promotori Maurizio Landini, Sandra Bonsanti, don Ciotti e Stefano Rodotà, c'è di tutto,
dai Comitati Dossetti per la Costituzione alla neonata Fondazione Teatro Valle Bene
Comune. Da Sbilanciamoci all'Arci. Suscita qualche malumore il mancato sì dell'Anpi. «Ci
sarebbero problemi se l'obiettivo fosse quello di creare un'altra sinistra, perché non
rientrerebbe nei nostri compiti e nella nostra natura», ha fatto sapere qualche giorno fa il
presidente dell'Associazione nazionale partigiani Carlo Smuraglia, subordinando una
risposta positiva ai «chiarimenti» richiesti.
Dal tavolo della conferenza stampa convocata nella sede romana dell'Arci, dietro la
stazione Tiburtina, lo rassicura Sandra Bonsanti: «Non vogliamo fare un altro partito
politico». L'obiettivo, piuttosto, è una «grande coalizione sociale per la democrazia e i
diritti», che assuma la Costituzione come punto fermo da cui ripartire e ne dia una lettura
non imbalsamata ma innovativa, la consideri una «compagna di strada» (don Ciotti)
attraverso la quale «trasformare questo Paese» (Landini). La premessa è che la
«regressione culturale» italiana è devastante - 9 milioni di persone in stato di relativa
povertà, sei milioni di analfabeti, agli ultimi posti in Europa per dispersione scolastica, per
non parlare della demolizione dell'università e della ricerca, frutto dell'egemonia
neoliberista del ventennio berlusconiano - e «ha investito tutti». Di converso, esiste
«un'altra politica, un'altra cultura che in questi anni sono state ingabbiate», secondo
Rodotà, che delinea la rotta da seguire per provare a invertire la tendenza: «Uscire dalla
frammentazione, sociale e politica, e dare agli italiani quello che loro manca in questo
momento, prospettiva e fiducia».
Più che una manifestazione «contro», dice Landini, sarà «per»: «Per un piano di
investimenti straordinari, pubblici e privati, per difendere il lavoro e riqualificare l'industria,
per chiedere più servizi sociali». E per costruire un'Europa vera, fermando la dittatura
dell'economia «che mette tra parentesi i problemi del Paese» (Rodotà) e ha fatto inserire il
pareggio di bilancio in Costituzione «senza discussione», un provvedimento di cui ora si
pagano duramente le conseguenze.
Il «cattivo maestro» Rodotà non è spaventato dalle polemiche seguite alle sue
dichiarazioni sui No Tav e le cosiddette «nuove Br», risponde alle domande e non si
risparmia su nulla. Vittorio Antonini, ergastolano in semilibertà dell'associazione di detenuti
del carcere di Rebibbia Papillon, gli chiede di pronunciarsi sull'amnistia sociale - c'è una
campagna in proposito che ricalca una analoga lanciata in Francia dal Front de gauche, il
manifesto ha ospitato numerosi articoli in proposito - e lui attacca: «Sosterrò in pieno il
referendum radicale sull'abolizione dell'ergastolo e dico sì all'amnistia. Non mi faccio
spaventare dall'argomento che ne potrebbe usufruire Silvio Berlusconi, sarebbe un po'
arduo inserire la frode fiscale tra i reati da amnistiare. Ma il punto vero è la riforma della
giustizia: ci sono diverse proposte di riforma del sistema penale, tra cui una di Giuliano
Pisapia, perché il ministro Severino non le ritira fuori?». Visto che si parla di Costituzione,
Rodotà ne ha anche per i «saggi» nominati da Napolitano: «Il loro documento è di una
straordinaria pochezza culturale, è modesto, compilativo. Lo stesso lavoro poteva essere
svolto meglio, e con minori costi, dagli uffici studi della Camera e del Senato, oppure da un
gruppo di bravi dottorandi di ricerca, assegnando loro qualche borsa di studio».
Impensabile, nell'Italia di oggi, dove accade che «un ragazzo debba farsi dare i soldi dal
padre per pagare il biglietto della metropolitana e poter andare a discutere della sua
ricerca all'università». È la risposta che si è sentito dare il giurista, qualche giorno fa, da un
suo allievo dallo sguardo triste.
del 25/09/13, pag. 9
Verso la piazza del 12 ottobre: la Costituzione
va applicata
ANDREA CARUGATI
«Stiamo facendo una cosa mai fatta prima...», scandisce il leader Fiom Maurizio Landini.
Accanto a lui Luigi Ciotti cita don Tonino Bello sulla difesa dei più deboli, Stefano Rodotà
si commuove, Sandra Bonsanti spiega che, «se avessi avuto l’età, sul tetto coi grillini per
difendere la Costituzione ci sarei salita anch’io...». Istantanee dalla conferenza stampa del
comitato promotore della manifestazione organizzata a Roma per il 12 ottobre, «La via
maestra» . A piazza del Popolo si ritroverà il popolo di quelli che dicono no al progetto di
Pd e Pdl di riscrivere la seconda parte della Costituzione, modificando l’articolo 138.
Dall’Arci al gruppo Abele, dalla Fiom a Legambiente e Articolo 21. Tra gli aderenti molti
nomi noti della sinistra, da Salvatore Settis a Dario Fo, da Michele Serra a Gad Lerner e
Moni Ovadia, più le direzioni del Fatto e de il manifesto. «Non dite che vogliamo solo
difendere la Costituzione perché non è così », avverte Landini. «Noi vogliamo applicarla
compiutamente per cambiare le cose in questo Paese». Cambiarla per affrontare di petto il
macigno dei 5 milioni di poveri, una cifra che fa dire a don Ciotti: «Di fronte a questi
numeri, che sono persone in carne ed ossa, non basta più l’indignazione, bisogna provare
disgusto. Per questo volevamo chiamare la manifestazione “miseria ladra”, o “porca
miseria”... ».
Ascoltando i promotori i temi si intrecciano: se la molla è stata una questione molto tecnica
come le modifiche dell’articolo 138 che il Parlamento dovrebbe approvare entro Natale, via
via la manifestazione si è riempita di contenuti di sinistra. «Per riempire uno spazio politico
vuoto, costruire una massa critica», spiegano i promotori, tra cui c’è anche Gustavo
Zagrebelsky. «Il 12 non sarà un evento, ma l’inizio di un percorso», spiega Ciotti. «Ma non
ci sarà un partito e meno che mai un piccolo partito», puntualizza Bonsanti. Il lavoro dei
saggi incaricati di formulare proposte per ammodernare la Costituzione, presentato pochi
giorni fa, viene bombardato di critiche. «Un testo di straordinaria pochezza culturale,
senza scomodare tutti quei professori bastava affidarlo a 5-6 dottorandi...», ironizza
Rodotà. «Mi sembra solo un riassunto di tutto il peggio che è stato pensato negli ultimi
anni, dal nome del premier sulla scheda all’ipocrisia di limitare i decreti del governo dando
tempi certi alla loro approvazione da parte del Parlamento ». «Troppi poteri nelle mani di
uno solo, troppo leaderismo e poco spazio al Parlamento», taglia corto Bonsanti.
«L’obiettivo è accentrare i poteri e diminuire i controlli», insiste Rodotà. «Siamo alla
negazione dei meccanismi essenziali della democrazia ».
I promotori respingono le accuse di conservatorismo arrivate anche dal premier Letta.
«Conservatori sono quelli che ripropongono idee vecchie come il presidenzialismo», dice
Bonsanti. Nel merito, però, i promotori non spiegano se e come vorrebbero modernizzare
la Costituzione. Al contrario, annunciano un appello ai parlamentari, soprattutto del Pd, per
invitarli a non votare la modifica del 138. Se non dovesse passare coi due terzi, il comitato
è già pronto a organizzare un referendum che bloccherebbe il percorso immaginato dalla
maggioranza. Servirebbero il 20% dei parlamentari oppure 500mila firme. Un traguardo
possibile, visto che Cinquestelle e Sel, da soli, raggiungono il 20% degli eletti. Ma prima
c’è da riempire piazza del Popolo.
del 25/09/13, pag. 3
12 OTTOBRE IN PIAZZA
“Via maestra” alla Carta
Sandra Amurri
Riscoprire la bussola della politica: la Costituzione. È questo l'invito che “la via maestra”
promossa da Luigi Ciotti, Stefano Rodotà, Maurizio Landini, Lorenza Carlassare e
Gustavo Zagrebelsky rivolgono in vista della manifestazione del 12 ottobre a Roma (corteo
alle 13 da Piazza della Repubblica fino a Piazza del Popolo con relativi interventi). Una
tappa importante, sottolineano i promotori, di un viaggio iniziato il 2 giugno, Festa della
Repubblica e della “Costituzione come ci piacerebbe che fosse” spiega Sandra Bonsanti,
che proseguirà nelle scuole, nelle Università nelle fabbriche contro “l'idea che si è fatta
strada, non a caso, e non innocentemente, che la Carta sia superata, che impedisca
l'ammodernamento del paese, che i diritti siano da freno allo sviluppo economico, che la
solidarietà sia una parola vuota”. Mentre “noi ci siamo resi conto di quanto sia giovane,
attuale e da riscoprire” dice Landini che invia due messaggi. Il primo: “Non scrivete
‘vogliono difendere la Costituzione’, è riduttivo. Perché noi chiediamo la completa
applicazione per cambiare il Paese, per superare le differenze sociali garantendo i diritti al
lavoro, all' istruzione, alla salute”. Il secondo: “La manifestazione del 12, che non è contro
qualcuno ma per unire ed evitare la frammentazione, nasce da un appello e da un’
assemblea aperta a tutti”. Segue Rodotà che si dice contrario all'abolizione dell'Imu sulla
prima casa a prescindere dal reddito: “Io voglio pagarla. La Costituzione tutela la dignità di
chi rinuncia a curarsi perchè non ha soldi per pagare il ticket. I diritti vanno tutelati sulla
base di un criterio con cui si ripartiscono le scarse risorse esistenti”. E conclude: “Questa
iniziativa nasce dal basso sul sito www.costituzionelaviamaestra.it troverete la lista di non
meno di 100 associazioni locali, che dicono come si sta costruendo questo viaggio”.
OBIETTIVO comune: ricostruire uno spazio politico vuoto perchè è in gioco la democrazia.
“Ho due riferimenti molto cari: il Vangelo e la Costituzione” è la premessa delle parole
dense di umanità e forza di Luigi Ciotti. “Non vogliamo inseguire la cronaca ma costruire
una storia fatta delle storie delle persone. La ferita di 5 milioni di poveri, 6 milioni di
analfabeti, 7 milioni che vivono il disagio lavorativo, non può lasciarci indifferenti. La
speranza ha il volto delle persone che fanno più fatica e da loro bisogna partire. La prima
forma di legalità e la fedeltà alla Costituzione perchè la legalità si fonda sulla giustizia
sociale. La Costituzione è stata imbalsamata da troppe differenze da troppe cerimonie,
dobbiamo prendercene cura”. E ricorda uno dei Padri Costituenti, Giuseppe Dossetti, che
nel'94 abbandonò l'eremo per costruire i comitati per la Costituzione. Conclude con le tre
parole chiave: “continuità, condivisione e corresponsabilità”
del 25/09/13, pag. 4
LA VIA MAESTRA
Una ruota per rifondare la politica
Pierfranco Pellizzetti
Urge una discussione a sinistra sui criteri plausibili per dare forma
organizzata all'azione pubblica
Al dà delle turbolenze stagionali, indizi consistenti inducono a pensare che la
normalizzazione procede rapidamente, sotto la guida sagace di Enrico Letta; abile anche
nel risiko tattico: se Berlusconi minaccia di far cadere il governo (attribuendone colpa al
Pd) l'altro replica con la controminaccia del ritorno dell'Imu (con relativa responsabilità del
Pdl); quando Renzi accusa di immobilismo la compagine governativa si sente rispondere
con il minimalismo di chi ripara guasti concreti (la gag del cacciavite) a fronte di un critico
che sciorina generiche promesse trionfalistiche. Nel gioco degli illusionismi contrapposti
vince chi riesce a dare loro una parvenza di realtà.
Sicché i competitori che esternano a getto continuo vengono macinati dalla mola
silenziosa del giovane neodemocristiano, che tende a espellere dai criteri stessi della
politica le ripartizioni tra un lato destro e uno sinistro; per riscoprire ataviche vocazioni alla
centralità, da cui governare le negoziazioni e su cui far convergere consensi divergenti:
logica con cui la Dc esercitò per quasi mezzo secolo la sua rendita posizionale di all catch
party. E con questi sono serviti gli apprendisti stregoni alla Grillo. Simmetricamente,
l'operazione anestetica in corso anacronizza i protagonismi delle star da talk show: la crisi
sociale ed economica o la si affronta (improbabile con questo ceto politico) o la si annega
in una miscela comunicativa da lotofagi; il «dico-disdico» dei Berlusconi e dei Renzi presto
si tradurrà in rigetto. Intanto il tempo lavora per "l'operazione Oblio" del premier, per cui la
spossatezza generale scivolerà nel deliquio: lo stato psicologico ideale per una
corporazione del potere intenzionata a restare ben in sella sul groppone del Paese.
Disegno irresistibile, se non si assisterà all'entrata di nuove soggettività che lo contrastino
in breccia. Il 12 ottobre, ossia la grande mobilitazione per la difesa dei principi della nostra
Costituzione dalle sovversioni con cui si pretenderebbe di avviare la Terza Repubblica
postdemocratica, può essere il momento fondativo di tale soggetto, di cui da tempo voci
nel deserto ne vorrebbero gridare il nome ineffabile? Insomma, la manifestazione per una
nuova Repubblica democratica può essere l'inizio di un vero progetto rifondativo della
politica?
Il quintetto che ci chiama a raccolta (Carlassare, Ciotti, Landini, Rodotà, Zagrebelsky) ha
tutte le credenziali per testimoniare in chiave propulsiva valori alti, dal pluralismo
deliberativo a una ritrovata socialità solidale, dall'idea di un modello di sviluppo come
costruzione collettiva (politica industriale partecipata) a una rappresentanza emendata
dalle perversioni della corporazione trasversale del potere. Impensabile che questi
benemeriti personaggi diventino gli assemblatori di una qualsivoglia struttura tradizionale.
Da ciò deriva l'urgenza di una discussione a sinistra sui criteri plausibili per dare forma
organizzata all'azione pubblica; assicurarne la continuità e la fattività.
Quello che non si ha da fare sembra sufficientemente chiaro: il ritorno al modernariato del
paradigma di partito stanziale novecentesco (associazione gerarchica e verticista che dà
la linea e costruisce organigrammi), tanto meno prestare attenzione alle sirene che
starnazzano (con successo pop e pratiche di segno opposto) di "potenza della Rete" in
quanto delega salvifica all'internetcentrismo; il feticismo dell'Itc (information&comunication
tecnology) come magia che orienta nella complessità. Resta fermo che le nuove
tecnologie si rivelano preziose per la mobilitazione e il raccordo (effetto rendezvousing);
ma la potenza della Rete sta altrove, nella qualità relazionale, ad oggi inutilizzata. Si pensi
alle miriadi di energie che si segnalano sul territorio e che finiscono per isterilirsi
nell'episodicità. Forse si può azzardare una risposta strutturale proprio partendo da queste
straordinarie potenzialità, che richiedono l'approccio soft che oggi si afferma nei paradigmi
della nuova centralità economica: la logistica. A conferma che la modellistica organizzativa
degli ultimi due secoli ha il proprio laboratorio nel lavoro (le ferrovie e poi la fabbrica
integrata fordista format dell'amministrazione pubblica e del partito di massa), come prima
lo era l'esercito. E il nuovo modello si chiama hub and spoke, mozzo da cui si diparte una
raggiera.
Secondo metafora, possono fungere da mozzo (garanti di coerenza) proprio i firmatari del
documento per il 12 ottobre (Via Maestra), offrendo connessioni interpersonali a filiere che
partano dal volontarismo su base territoriale.
Dunque, un'ipotesi di lavoro o - magari - una provocazione per il lavoro trascurato dal
pensiero che insegue la balena bianca della trasformazione. Nell'accelerazione imposta
dalla crisi che sta implodendo in degrado civile irreversibile, mentre i tranquilli e benevoli
reazionari che ci governano operano abilmente per ritornare a un passato avvolto nel
cellofan lucido/ingannevole del "non ci sono alternative".
SITI
Da Huffington Post del 24/09/13
Stefano Rodotà: "Sì ai referendum radicali
anche se aiutano Berlusconi". Con Landini
corteo il 12 ottobre
“Io sosterrò il referendum radicale contro l’ergastolo. E sull’amnistia ho scritto tanto in
passato: la mia risposta è sì. E se l’obiezione è: se ne giova Berlusconi, non me ne frega,
a parte che mettere la frode fiscale nell’amnistia sarebbe un po’ arduo…”. Stefano Rodotà
rompe gli indugi alla conferenza stampa di presentazione della manifestazione del 12
ottobre, organizzata insieme a Maurizio Landini della Fiom, al don Luigi Ciotti di Libera,
Gustavo Zagrebesky di Libertà e Giustizia. E’ Vittorio Antonini, di Papillon Rebibbia a
fornire il pretesto per parlare di amnistia, tema scottante per la sinistra da quando riguarda
il condannato Silvio Berlusconi che ha firmato i referendum radicali.“Ma voi che scendete
in piazza siete favorevoli all’amnistia?”, chiede Antonini, condannato all’ergastolo dal 1985
e in semilibertà. Rodotà risponde per sé.
Perché è chiaro che il variegato mondo di sinistra che manifesterà a Roma il 12 ottobre
(da piazza della Repubblica a Piazza del Popolo) non ha una sensibilità omogenea
rispetto a temi come la condizione nelle carceri. Per dirla in parole povere, è un
arcobaleno che contiene diverse gradazioni di anti-berlusconismo ma anche nessuna: da
0 a 10, per dire. Basta scorrere l’elenco dei firmatari: dal sociologo Marco Revelli al vice
direttore del Fatto Marco Travaglio, da Paolo Flores D’Arcais di MicroMega a don Tonio
dell’Olio di Pax Christi e tanti altri singoli e associazioni, la stessa Papillon Rebibbia e
Emergency, Antigone e l’Arci, la cui sede nazionale ospita la conferenza stampa. “Ognuno
con la sua individualità e specificità che non vogliamo annullare”, assicura Rodotà. E
continua: “Ma l’amnistia funziona solo se funziona il sistema penale. Per esempio: perché
questo Parlamento non ritira fuori la proposta di riforma del codice penale elaborata da
Pisapia?”.
Parole che servono a ribattere alle accuse arrivate da Palazzo Chigi. “Conservatori”, li ha
definiti Letta in diverse occasioni. “No, quelle dei saggi sono proposte vecchie: il
presidenzialismo è formula da anni ‘80”, rilancia Sandra Bonsanti, altra promotrice della
giornata del 12 ottobre. “Non si dica che scendiamo in piazza per difendere la Costituzione
– precisa Landini – Non è così. Noi scendiamo in piazza per l’attuazione piena della
Costituzione in tutte le sue parti, in modo che siano garantiti i diritti che essa sancisce. Di
certo, la Carta non auspica i 5 milioni di poveri che attualmente ci sono in Italia”. “Questa
manifestazione, volevamo chiamarla Porca miseria oppure miseria ladra, per usare un
linguaggio comune – azzarda don Ciotti – poi abbiamo scelto ‘via maestra’ perché la
Costituzione è la nostra compagna di strada”.
Da Landini a Rodotà. La prima tappa di questo spaccato di protesta fu in piazza a Bologna
il 2 giugno scorso, poi l’assemblea a Roma l’8 settembre, ora la manifestazione nazionale.
Nasce un altro soggetto politico? “No”, insistono tutti. “Vogliamo offrire un terreno di
partecipazione, uno spazio politico dove c’è il vuoto”, sottolinea Landini. Rodotà cerca
l’orizzonte con lo sguardo: “Il tempo non sarà brevissimo ma tanti soggetti devono lavorare
insieme per ridare fiducia e prospettiva al paese. Non si risolvono i problemi con le battute,
tipo: faccio cadere il governo… Che politica è questa?”. Letta stia tranquillo, tanto più che i
manifestanti del 12 ottobre sono forse gli unici del panorama politico a prendere sul serio
le riforme dei saggi scelti dall’esecutivo, tanto da scendere in piazza per contestarle,
insieme a Lorenza Carlassare e Nadia Urbinati, le due ex sagge fuggite dal comitato
governativo.
A dire il governo c’è un altro pezzo di sinistra che scende in piazza il 19 ottobre. Sono i No
Tav e altre sigle della galassia antagonista, quelle che giorni fa sono state invitate dalle
nuove Br a compiere il 'salto di qualità' su cui poi è 'scivolato' Rodotà ("Deprecabili ma
comprensibili") beccandosi il soprannome di 'cattivo maestro' sulla stampa. Ora il
professore ci scherza su: non voleva giustificare le Br (aveva chiarito: "Ingiustificabili") ma
leggerne il fenomeno. Ad ogni modo, la domanda è un classico per la sinistra antagonista,
spesso divisa: non si poteva promuovere un’unica manifestazione? Landini: “Noi non
abbiamo escluso nessuno. Chi ha organizzato altre manifestazioni e non ha coinvolto, ne
risponderà. Noi non manifestiamo contro nessuno ma per includere. E’ invitato chiunque
voglia manifestare democraticamente. Per noi il problema della democrazia non è solo un
valore, ma anche un vincolo rispetto alle forme della protesta”. Più morbido don Ciotti: "La
nostra proposta sprizza simpatia ad altre attività. Dobbiamo collaborare e non
contrapporci, unire forze ed energie". E’ possibile che, a distanza di una settimana a
Roma, potrebbero andare in scena manifestazioni di segno e forme totalmente diverse.
http://www.huffingtonpost.it/2013/09/24/stefano-rodota-si-ai-referendum-radicali-anche-seaiutano-berlusconi_n_3981992.html?utm_hp_ref=italy
Da Repubblica.it del 24/09/13
Landini-Rodotà: in piazza per difendere la
Costituzione
Presentata la manifestazione "Costituzione la via maestra" promossa da Lorenza
Carlassare, Luigi Ciotti, Maurizio Landini, Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky. Si terrà il
prossimo 12 ottobre a Roma, in piazza del Popolo. Sandra Bonsanti: "Il progetto di
modifica della Costituzione" attualmente in discussione in parlamento "è molto invasivo, e
non ci piace l'iter scelto"
(di Francesco Cocco)
Link al video http://video.repubblica.it/politica/landini-rodota-in-piazza-per-difendere-lacostituzione/140864/139401?ref=HREC1-10
Da Repubblica.it del 25/09/13
Sulla via maestra della Costituzione
Verso il 12 ottobre. Il punto è non essere vittime di un dibattito pubblico del tutto fuorviante
rispetto ai problemi del Paese. Un Paese che ha sì bisogno di riforme, ma ha prima di tutto
la necessità di “riscoprire la politica e la sua bussola: la Costituzione”. Crescono i
preparativi e le adesioni per Costituzione: la via maestra, la manifestazione del 12 ottobre
a Roma, indetta dopo un appello lanciato da Gustavo Zagrebelsky, Stefano Rodotà,
Maurizio Landini, Don Luigi Ciotti e Lorenza Carlassare. Per ritrovare il peso delle parole
chiave della Repubblica: dignità delle persone, giustizia sociale, solidarietà, legalità,
abolizione dei privilegi, equità e cultura. E per dire al governo Letta che “le uniche riforme
necessarie sono quelle che attuano la Costituzione, non quelle che la stravolgono”.
Riforme e stravolgimenti. La mobilitazione sui territori cresce. E il documento contenente
l’appello diffuso dal comitato promotore inizia a circolare. Tra l’altro, vi si legge: “La difesa
della Costituzione è la promozione di un’idea di società, divergente da quella di coloro che
hanno operato finora tacitamente per svuotarla e, ora, operano per manometterla
formalmente”. Un impegno culturale e politico che richiede “sia messa in chiaro la natura
della posta in gioco e che si riuniscano quante più forze è possibile raggiungere e
mobilitare”. Nessuno sterile conservatorismo nell’impianto ideale della manifestazione:
“Non è la difesa d’un passato che non può ritornare, ma un programma per un futuro da
costruire in Italia e in Europa”.
Superare l’isolamento. E il ricorso alla piazza è così spiegato: “Strade e piazze hanno
offerto straordinarie opportunità d’incontro e di riconoscimento reciproco. Devono
continuare ad esserlo, perché lì la novità politica ha assunto forza e capacità di
comunicazione; lì si sono superati, per qualche momento, l’isolamento e la solitudine; lì si
è immaginata una società diversa. Lì, la parola della Costituzione è risuonata del tutto
naturalmente”. Già in attività i comitati locali che stanno organizzando incontri a Napoli,
Bari, Cosenza, Milano, Firenze. E in decine di altre città. Raccogliere idee ed energie,
storie personali e collettive per impedire che la legge fondamentale dello Stato venga
cambiata in senso “efficientistico-aziendalistico”.
http://saviano.blogautore.repubblica.it/2013/09/24/sulla-via-maestra-della-costituzione/?
ref=HREC1-10
Da il FattoQuotidiano.it del 24/09/13
Il 12 ottobre in piazza per la Costituzione, Don
Ciotti: “Indignarsi non basta più”
di Tommaso Rodano
Sarà Piazza del Popolo a Roma, il 12 ottobre, a ospitare la manifestazione del movimento
per la difesa e l’applicazione della Costituzione lanciato nelle scorse settimane da Maurizio
Landini, Stefano Rodotà assieme ad altri giuristi, giornalisti, intellettuali e decine di
associazioni. “La manifestazione non è la conclusione, ma l’avvio di un percorso –
promette il segretario della Fiom – che metterà assieme tutte le persone che vogliono
cambiare il Paese applicando i principi e i valori della Carta”. Alla conferenza stampa di
presentazione dell’evento ha partecipato anche Don Ciotti, fondatore di Libera:
“L’indignazione non basta più – ha detto – Per prenderci cura della Costituzione serve
un’altra risorsa: serve il disgusto per quello che succede oggi nel nostro Paese”. Sandra
Bonsanti ha parlato dell’ipotesi di un referendum per cancellare la modifica dell’articolo
138 della Costituzione: “Bisogna che in Parlamento non ci sia una maggioranza di due
terzi. Ci appelleremo ad alcuni deputati del Partito democratico. In tal caso raccoglieremo
le firme per il referendum”. Per abrogare quella che Stefano Rodotà definisce “una
clamorosa violazione di una delle norme di garanzia”. “La Costituzione – conclude il
giurista – non si manipola per ragioni politiche e strumentali”. Sei non hai ancora firmato,
sottoscrivi la raccolta del Fatto Quotidiano
Link al video http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/24/12-ottobre-in-piazza-percostituzione-don-ciotti-indignarsi-non-basta-piu/722147/
Da Globalist-Popoff e Liberazione.it del 24/09/13
12 ottobre, autunno caldo e disgelo
costituzionale
di Checchino Antonini
«Attuarla vuol dire che non si può essere poveri lavorando». Maurizio Landini ha appena
lanciato, parlando di lavoro, l'appuntamento del 12 ottobre per la difesa e l'attuazione della
Costituzione. Al suo fianco, nella conferenza stampa nella sede nazionale Arci, Stefano
Rodotà, Sandra Bonsanti e quel Luigi Ciotti di Libera!: «La prima forma di legalità è la
fedeltà alla Costituzione - dirà il prete del Gruppo Abele - e le mafie sono più forti quando
la politica è debole».
Dalle prime adesioni è possibile pronosticare una reale partecipazione di massa
all'appuntamento indetto dal leader della Fiom e dal gruppo dei costituzionalisti. Su una
cosa sono chiarissimi: che ci sarà un "dopo" e non sarà un partito. Sarà l'apertura di uno
spazio e di un tempo, piuttosto che un evento, necessari per recuperare partecipazione,
una «grande coalizione - dice Rodotà - per la democrazia e i diritti». Anche se in platea ci
sono diversi soggetti che vedrebbero bene una «condensazione» (Marco Revelli di Alba)
di questo campo che si va delineando da quando, il 2 giugno scorso, si tenne a Bologna la
prima manifestazione in difesa della Costituzione proprio nel giorno della festa della
Repubblica. Poi è venuta la raccolta torrenziale di firme, l'assemblea dell'8 settembre.
Infine questa piazza romana fra diciotto giorni preceduta da decine di assemblee in tutta
Italia.
Intanto è a un punto avanzato il tentativo di manomissione per il quale Letta ha coinvolto i
"saggi" per partorire un documento che i costituzionalisti definiscono vecchio e modesto,
tutto teso a imporre il presidenzialismo restringendo i tempi di decisione, e dunque di
riflessione, riscrivendo 69 articoli e soprattutto quel 138 che avrebbe dovuto preservare la
Carta fondamentale dai grimaldelli dei governi.
Riduttivo dire che sia una manifestazione per la difesa della Carta. Rodotà, il professore,
ricorda come la fase di riforme degli anni '60 venne definita di «disgelo costituzionale».
Quando i promotori pensano a un nuovo disgelo, immaginano la Costituzione come lo
strumento - finora poco attuato - per scardinare le diseguaglianze magari con un po' di
«buona manutenzione» (Rodotà). In realtà, quella Carta è stata già manomessa dal
centrosinistra per far tornare i Savoia o introdurre il federalismo fiscale. Uno dei membri
della Corte costituzionale è quell'Amato, ex premier, che promosse la concertazione dopo
il taglio della scala mobile e altre leve per il ventennale massacro sociale che sconvolge
l'Italia. E, in sintesi, si può affermare che a poco è servita la Carta per fermare gli sfracelli
del liberismo. Nemmeno nei confronti del pareggio di bilancio che fa inorridire i promotori
del 12 ottobre, inserito senza discussione parlamentare da Pd e Pdl secondo i diktat di
un'Europa che i promotori vorrebbero cambiare.
Eppure, se si osserva la questione con gli occhi di don Ciotti, la Costituzione dovrebbe
essere fatta da «parole di carne» e allora la "Via Maestra", è il titolo della manifestazione,
riguarda tutti. Almeno finché quello «spazio non perimetrato» (Rodotà) servirà a costruire
la massa critica necessaria a contrastare la «dittatura dell'economia» (Rodotà) che ha
prodotto finora cinque milioni di poverissimi, nove milioni di persone in condizioni di
povertà relativa, sei milioni di analfabeti. Numeri che don Ciotti snocciola con l'angoscia di
chi ha negli occhi almeno tre funerali di operai che si sono uccisi per mancanza di una
luce nel tunnel della crisi.
Il punto decisivo per Landini è la democrazia, «vincolo rispetto alle forme con cui realizzi il
conflitto sociale» ma la sua accettazione dell'accordo interconfederale del 31 maggio sulla
rappresentanza (per alcuni una sorta di porcellum sindacale) intacca un po' l'immagine del
protagonista di tanti talk show. Rodotà pensa a una «rilettura con occhi nuovi» della
Costituzione, a «rifondare la cultura giuridica» anche grazie a un'amnistia o all'abolizione
dell'ergastolo per affrontare una «vergogna carceraria che riguarda tutti i governi degli
ultimi anni».
«La nostra proposta sprigiona energie, è inclusiva», dicono i partecipanti ma Landini glissa
la domanda sul 19 ottobre, la manifestazione dei movimenti per i beni comuni e il diritto
all'abitare convocata già prima del lancio del 12. Non si poteva unificare le date? Landini
se la cava dicendo che chiunque avrebbe potuto intervenire all'assemblea dell'8
settembre. In realtà ci saranno zone di sovrapposizione tra le due piazze ma confederali e
sindacati combattivi non si parlano ancora ma dovrebbero farlo se è vero quello che dice
Ciotti che «la speranza ha il volto degli esclusi».
«Rifondazione comunista aderisce, parteciperà e si adopererà per garantire la più ampia
partecipazione possibile al corteo per la difesa e la piena attuazione della Costituzione», è
il commento a caldo di Ferrero, segretario del Prc, che si augura «diventi il punto di
partenza per la costruzione di una opposizione di massa alle politiche di austerità che
caratterizzano tanto il governo Letta quanto le direttive europee. Contro il governo delle
larghe intese, contro la grande coalizione dei banchieri e dei poteri forti vogliamo quindi
costruire la grande coalizione per il lavoro, i diritti sociali e civili, l'allargamento della
democrazia».
http://popoff.globalist.it/Detail_News_Display?ID=87026&typeb=0
Da Meridiana Notizie del 24/09/13
L’appello di Rodotà, Landini e Don Ciotti per
la Costituzione: il 12 ottobre scendere in
piazza
Promotori dell’iniziativa Don Luigi Ciotti, Maurizio Landini e Stefano
Rodotà.
(MeridianaNotizie) Roma, 24 settembre 2013 – Lavoro, rispetto della dignità umana,
attuazione dei diritti all’istruzione e alla salute. Il 12 ottobre si scenderà in piazza per la
Costituzione, non per difenderla ma per attuarla, come ci tengono a sottolineare i
promotori dell’iniziativa Don Luigi Ciotti, Maurizio Landini e Stefano Rodotà che questo
pomeriggio hanno presentato le linee guida della manifestazione dal nome “Costituzione:
la via maestra”.
Una via maestra per cambiare l’Italia anche grazie alla partecipazione come dichiara il
presidente della Fiom Maurizio Landini. “Si può cambiare solo se si recupera la fiducia e il
senso di stare insieme e si superano le divisioni che in questi anni si sono determinate
soprattutto tra le persone dentro il mondo del lavoro
Ad invitare alla partecipazione anche Don Luigi Ciotti. “non basta indignarci, dobbiamo
rendere degno il lavoro, degna la democrazia, degna la politica”.
Il servizio di Diana Romersi
Link al video http://www.meridiananotizie.it/2013/09/politica-2/lappello-di-rodota-landini-edon-ciotti-per-la-costituzione-il-12-ottobre-scendere-in-piazza/
RADIO E TV
Tg3 del 24/09/13
Servizio sulla conferenza stampa di presentazione della manifestazione del 12 ottobre a
partire dal minuto 15.00
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-6e71dc6f-321e-48a8-bf3ce29708dd3f22-tg3.html#p=0
Radio Popolare del 24/09/13
Servizio e interviste nel corso della conferenza stampa
Radio Popolare Roma del 24/09/13
Servizio e interviste nel corso della conferenza stampa
AGENZIE
Da Adn Kronos del 23/09/13
RIFORME: 'LA VIA MAESTRA' PER LA
COSTITUZIONE INCONTRO DOMANI A ROMA
INTERVENGONO BONSANTI, CIOTTI, LANDINI E
RODOTA'
Roma, 23 set. (Adnkronos) - Tempi e modi ormai decisi per la manifestazione nazionale
"Costituzione: La via maestra" in programma per il 12 ottobre a Roma. Il corteo partira' alle
13 da Piazza della Repubblica per raggiungere Piazza del Popolo, dove, alle 15.30,
inizieranno gli interventi dal palco. Sandra Bonsanti, Luigi Ciotti, Maurizio Landini e
Stefano Rodota' interverranno domani a Roma per illustrare obiettivi e contenuti
dell'iniziativa: l'appuntamento e' alle 13.30, presso la sede nazionale dell'Arci, in via dei
monti di Pietralata 16. La manifestazione nasce dal cosidetto appello dei cinque, firmato
da Lorenza Carlassare, Luigi Ciotti, Maurizio Landini, Stefano Rodota' e Gustavo
Zagrebelsky. In molte citta' stanno nascendo comitati organizzatori locali, che lavorano
alla preparazione della mobilitazione. Nelle prossime settimane saranno organizzate
iniziative locali, assemblee e dibattiti. In vista dell'iniziativa sono stati pensati strumenti per
permettere a tutti, anche ai singoli, di dare il proprio contributo. Il sito
www.costituzionelaviamaestra.it raccoglie tutte le informazioni utili, materiali video,
volantini-banner-locandine da stampare, notizie sui trasporti per raggiungere Roma,
rassegne stampa. Online c'e' anche una pagina facebook Costituzione: la via maestra e
un account twitter @xlacostituzione. (Rex/Zn/Adnkronos)
Da Ansa del 24/09/13
Riforme: Ciotti-Landini-Rodota',corteo per
Costituzione 12/10
100 associazioni a Roma, siamo Grande coalizione per i diritti (ANSA)
ROMA, 24 SET - Oltre 100 associazioni, ''una grande coalizione culturale per la
democrazia e i diritti'', con le parole di Stafano Rodota', manifesteranno a Roma il 12
ottobre nel corteo ''Costituzione. La via maestra''. Il corteo, che partira' da piazza della
Repubblica alle 13 e arrivera' in piazza del Popolo, e' stato promossa da Rodota' con Luigi
Ciotti (Libera), Maurizio Landini (Fiom), Gustavo Zagrebelsky (Liberta' e giustizia) e
Lorenza Carlassare (Liberta' e giustizia). (ANSA). Y19 24-SET-13 16:30 NNN
Da Adn Kronos del 24/09/13
RIFORME: LANDINI, PIENA ATTUAZIONE
COSTITUZIONE PER ITALIA PIU' LIBERA
PRESENTATA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL 12 OTTOBRE A
ROMA
Roma, 24 set. (Adnkronos) - "La completa e piena attuazione della Costituzione in tutte le
sue parti per trasformare il nostro paese e renderlo piu' libero". E' questo l'obiettivo della
manifestazione nazionale 'Costituzione: la via maestra', in programma il 12 ottobre a
Roma, nelle parole di Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, tra i promotori
dell'iniziativa, insieme a Luigi Ciotti, Stefano Rodota', Gustavo Zagrebelsky, Lorenza
Carlassare e Sandra Bonsanti. "L'intento - spiega Landini nella conferenza stampa di
presentazione dell'iniziativa-e' quello di costruire un'Europa sociale anche con
l'applicazione della Costituzione italiana". "La manifestazione - riferisce Landini - nasce da
un appello e da un'assemblea (quella dell'8 settembre) aperta a tutti. La nostra e' una lotta
per cambiare il paese senza escludere nessuno". "Vogliamo andare oltre il 12 ottobre,
dopo la manifestazione -conclude- dovremo valutare quale sara' il ragionamento per
impedire la modifica della Costituzione". (Amn/Ct/Adnkronos) 24-SET-13 16:06 NNNN
Da Adn Kronos del 24/09/13
CARCERI: RODOTA', AMNISTIA FUNZIONA SOLO
CON RIFORMA SISTEMA PENALE
'SOSTEGNO A REFERENDUM SU SOPPRESSIONE ERGASTOLO'
Roma, 24 set. (Adnkronos) - Un provvedimento di amnistia ''funzionera' solo se il sistema
penale verra' rivisto profondamente''. Lo ha detto Stefano Rodota', alla conferenza stampa
di presentazione della manifestazione "Costituzione: la via maestra". ''Non e' difficile, ci
sono molte proposte di riforma del sistema penale - ha ricordato - eccellente quella di
Pisapia". E rispondendo a una domanda di Vittorio Antonini, ergostolano del carcere
romano di Rebibbia, Rodota' ha aggiunto: ''Sostengo in pieno il referendum sulla
soppressione dell'ergastolo, bisogna rifondare la civilta' giuridica". (Amn/Ct/Adnkronos) 24SET-13 15:42 NNNN
Da Redattore Sociale del 24/09/13
Costituzione, la “via maestra”: in piazza
contro le modifiche alla Carta
Sabato 12 ottobre a Roma la manifestazione indetta da Lorenza
Carlassare, Luigi Ciotti, Maurizio Landini, Stefano Rodotà, Gustavo
Zagrebelsky contro le modifiche “efficientistico-aziendalistiche” della
Carta fondamentale della Repubblica
ROMA - "Ciò che vogliamo non è la semplice difesa della Costituzione, ma la sua piena
applicazione". Maurizio Landini spiega così il senso della manifestazione indetta per
sabato 12 ottobre a Roma, presentata oggi insieme a Stefano Rodotà, Luigi Ciotti e
Sandra Bonsanti. La manifestazione è il punto di visibilità di un percorso iniziato il due
giugno scorso, continuato durante l’estate e sintetizzato nell’appello "Costituzione: la via
maestra", sottoscritto anche da Lorenza Carlassare e Gustavo Zagrebelsky. L’obiettivo è
raccogliere la massima partecipazione dal basso, da tutti coloro che – affermano i
promotori - credono che “la difesa della Costituzione è innanzitutto la promozione di
un'idea di società, non è la difesa d'un passato che non può ritornare, ma un programma
per un futuro da costruire in Italia e in Europa”. La manifestazione ha già raccolto le
adesioni di molti singoli e associazioni (dall'Arci a Legambiente, Articolo 21, Fiom, Flc,
Antigone, solo per citarne alcune), "ma entro domani saranno più di cento - aggiunge
Rodotà -. Stiamo cercando di fare qualcosa senza precedenti, mettere insieme una massa
critica di persone che fanno un'altra politica, che hanno difeso la libertà di parola, le
donne, che hanno fatto trionfare i referendum sull'acqua, e che fino adesso sono state
disperse e divise". "Non siamo contro qualcuno - dice Landini -, bensì propositivi e inclusivi
verso tutti coloro che si riconoscono nei valori fondanti della nostra Carta, nei diritti che
afferma", negando ogni contrapposizione con altre manifestazioni dello stesso periodo. “Al
termine del percorso non ci sarà un partito”, aggiunge Bonsanti, che spiega il punto di
partenza di questo movimento: "La recente spinta alla modifica della Costituzione è
sbagliata sia nel metodo, che parte dalla modifica dell'articolo 138, spianando la strada al
cambiamento di altri 69 articoli, sia nel contenuto, sia negli interlocutori". "Non siamo
contro ogni modifica - aggiunge il costituzionalista - anzi, negli anni ne abbiamo proposte
diverse. Se si fosse fatta una buona manutenzione costituzionale ora non sentiremmo dire
che è vecchia. La Costituzione è giovane, e oggi acquista nuovi sensi, a partire
dall'articolo uno sul lavoro". Ma le riforme avanzate, secondo i promotori, vanno solo in
direzione efficientistico-aziendalistico, con proposte "di una straordinaria pochezza
culturale". Nell'attacco ai diritti fondamentali, dal lavoro, alla salute, all'istruzione, spiegano,
rientra anche il progressivo abbandono del principio di progressività alla partecipazione
delle spese pubbliche, facendo gravare il 90 per cento delle entrate sui lavoratori
dipendenti e sui pensionati ed erodendo lo stato sociale. "I miei riferimenti sono il Vangelo
e la Costituzione - ha aggiunto Ciotti -. La prima forma di legalità è la Costituzione, e
siamo oltre l'indignazione, che non basta più, c'è il disgusto dato dalla ferita che ci siano
cinque milioni di poveri assoluti, nove relativi, 6 di analfabeti, 7 che soffrono a vario titolo il
disagio lavorativo, vediamo che ad essere calpestata è innanzitutto la dignità, prima
ancora dei diritti che da essa nascono".Il corteo del 12 ottobre partirà alle 14 da Piazza
della Repubblica per raggiungere Piazza del Popolo, dove, alle 15.30 inizieranno gli
interventi dal palco. Punto di aggregazione organizzativa sono il sito, la pagina Facebook,
l’account Twitter,, per raccogliere le adesioni, le informazioni utili, materiali video e da
stampare, notizie sui trasporti per raggiungere Roma, rassegne stampa. C’è anche una
mappa interattiva, per conoscere e aggiungere i riferimenti ai gruppi e ai pullman che
partiranno alla volta della capitale.
(Elena Filicori)