Recensioni del film “I cuccioli e il codice di Marco Polo“

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Recensioni del film “I cuccioli e il codice di Marco Polo“
Paola Casella
Europa
È il primo film di animazione in 3D diretto e
prodotto da italiani (due fratelli), basato
sull'omonimo
cartoon
tv
che
ha
già
sfondato non solo in Italia ma anche nel
resto del mondo. L'obiettivo dei Manfio
Brothers era coinvolgere il più possibile i
piccoli
spettatori
e,
a
giudicare
dalle
reazioni dei più piccoli in anteprima stampa,
si direbbe che ci siano riusciti. La storia è
piuttosto curata, come lo sviluppo dei
personaggi,
ed
essendo
il
target
i
giovanissimi non corre il rischio di essere
sopraffatto
dall'altro
grande
film
di
animazione nelle sale in questi giorni. »
Favola semplice e senza
tecnologia
di Maurizio Porro Il Corriere della Sera
Il nuovo sindaco se la dovrà vedere con
la Maga Cornacchia che vuol asciugare
Venezia: a salvarla l' allegra brigata di
papere, gattini, ranocchi recuperando il
Codice di Marco Polo. Scommettiamo
che c' è lieto fine? Un cartoon molto
minorenne ispirato a una serie per
bambini di Raidue in cui l' autore
Francesco Manfio, di Treviso, punta
sulla morale ambientalista sfruttando i
gondolieri e un reggae veneto, in 3D ma
senza occhiali. Il tutto ha un sapore da
favola semplice, lontana dalle nuove
tecnologie. »
La strega che odiava Venezia
di Paolo D'Agostini La Repubblica
Gli animali ecologici salvano
Venezia
Si tratta di una produzione italiana. Come si
di Maurizio Cabona Il Giornale
sa i cartoni animati richiedono grandi
Due anni di lavoro per un film realizzato
investimenti di mezzi e lavoro, non è
a Treviso, ma ambientato fra Venezia e
comune che in Italia se ne realizzino. I
l'Himalaya. Ecco Cuccioli - Il codice di
fratelli Francesco e Sergio Manfio, coautori,
Marco Polo di Sergio Manfio, che
operano in questo settore a tutto campo
immagina un gruppo di cuccioli di
con la loro "factory" trevigiana, e questo
animali vari e regioni (italiane) varie
progetto ha alle spalle l' omonima serie tv e
decisi a salvare Venezia non dall'acqua
varie esperienze teatrali. Le avventure dei
alta, ma dall'acqua bassa, cioè dalla
sei "cuccioli" (una gatta, un coniglio, una
prospettiva di essere una città come le
papera, un ranocchio, un pulcino e un
altre, solo più vecchia e più bella. La
cagnolino), coalizzati contro l' odiosa Maga
minaccia viene da una cattiva maga, nei
Cornacchia che vuole vendicarsi contro
due sensi del termine, e può essere
Venezia - con la quale ha un conto in
fermata grazie al codice che Marco Polo
sospeso
lasciò in un'oasi. »
-
prosciugandola,
sono
studiatamente concepite per un pubblico di
bambini piccoli. »
La maga Cornacchia vuole
distruggere Venezia Quei
cuccioli made in Italy glielo
impediranno
Vietato ai maggiori di otto
anni
di Silvio Danese Quotidiano Nazionale
Da una serie televisiva di successo, una
di Francesco Alò Il Messaggero
nuova animazione che prolunga il vento
"Il nonno di mio nonno aveva un nonno/che
dell'infanzia
natalizia.
E
qui
aveva un nonno che gli raccontava/che il
proprio
un
di
personaggi
nonno di suo nonno su quel molo/con
simpatici e semplici che mantengono la
Marco Polo spesso si incontrava". Non sarà
peripezia e la morale nel girone vietato
il tormentone "Ponyo, Ponyo" di Miyazaki
ai maggiori di otto anni, e forse
ma questo scatenato reggae cantato da un
esageriamo. Dalla papera Diva con
gondoliere
l'ambizione da top model al ranocchio
meraviglia.
pellicano
E'
uno
entra
dei
in
testa
pezzi
a
forti,
che
in
invece
giro
punta
alla
siamo
carriera
stranamente poco usato nel film, del
cinematografica come attore l'armata
cartoon in computer graphic Cuccioli - Il
brancaleone famosa in decine di paesi
codice di Marco Polo di Sergio Manfio,
del pianeta se la deve vedere con la
tratto da una fortunata serie tv della Rai. E'
cattiva Maga che si chiama giustamente
l'avventura di un gruppo di cuccioli di
Cornacchia. »
animali (gatta, papera, coniglio, rana, cane,
pulcino) che deve bloccare i piani diabolici
della maga Cornacchia spalleggiata da due
pestiferi ermellini. »
Cuccioli prendono le misure del nuovo schermo in un
racconto senza fronzoli
Maga Cornacchia vuole prosciugare Venezia, la città che l’ha vista umiliarsi
pubblicamente da giovane e venire bandita dall’ordine dei maghi. Ora che ha preso
dimora nel palazzo della magia sull’Himalaya possiede le conoscenze per farlo, le basta
solo ritrovare il Codice di Marco Polo, l’unico strumento in grado di fermarla. A meno che i
Cuccioli non arrivino prima di lei. Richiamati da ogni dove dal cane Portatile, infatti, la
gatta Olly, il coniglio Cilindro, la papera Diva, la rana Pio e il pulcino Senzanome si
riuniscono sulla laguna per fermare la maga Cornacchia e i suoi scagnozzi e salvare la
città di Marco Polo.
Nato dal progetto televisivo omonimo, targato Rai Fiction, esportato in mezzo mondo e
giunto ormai alle soglie della quinta stagione, Cuccioli è quasi un parto indotto, obbligato
dal successo. Il team degli autori, tuttavia, non sottovaluta il salto dimensionale e per il
grande schermo sceglie un’ambientazione ambiziosa – una città sull’acqua, da sempre
l’elemento che più sfida chi si occupa di animazione - e una storia intricata al punto giusto.
Come avviene spesso negli episodi televisivi, l’avventura cerca una base storica, che in
questo caso è la figura di Marco Polo, per soddisfare una necessità di interesse
sovranazionale e forse una finalità didattica, anche se poi s’incanala sul binario della
caccia al tesoro, buono per ogni contenuto o quasi. L’originalità non regna sovrana e non
è un problema di budget ma di penna, si distingue però il personaggio di Senzanome che,
non sapendo parlare, costringe se stesso e gli autori ad un’efficace sforzo d’inventiva. Non
male anche la maga Cornacchia, questa volta per il simpatico lavoro della “voce”, Paola
Giannetti.
Ispirati da un’idea di racconto senza fronzoli, che non distragga i piccoli spettatori dalla
trama, i fratelli Manfio sembrano non voler giocare con siparietti e gags, salvo poi
sistemare in coda un lungo scambio tra Diva e Cilindro in un supermercato e infarcire il
film di citazioni – dai Blues Brothers all’Era Glaciale passando per Indiana Jones e 007 per rimarcare lo specifico del nuovo mezzo di riferimento, in maniera non fastidiosa ma
senz’altro superficialotta. Più interessante, invece, è la strada del coinvolgimento del
pubblico, che il film testa a più riprese ma timidamente, senza optare per una richiesta
continua,
che
sarebbe
stata
più
rischiosa
ma
anche
meno
disomogenea.
Affiatati tra loro e sicuri dell’affetto di migliaia di bambini, i Cuccioli si presentano sullo
schermo vantando uno status da stars (Olly a Chicago, Diva a Parigi, Cilindro a
Hollywood, Pio al “Grande Nasello”) ma la verità è che stanno posando per una prova
tecnica di trasmissione, un provino. Lo superano, ma senza lode.