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23 maggio 2006 delle ore 18:10
fino al 18.VI.2006
Base Camp 2
Merano (bz), Kunst Merano Arte
Spazio ai giovani, anzi ai giovanissimi. Un progetto unico nel suo genere in Italia. Gli artisti, ancora
all’accademia, sono di Monaco, Muenster, Vienna. E chissà se sentiremo ancora parlare di qualcuno
di loro…
L’obiettivo è quello di dare spazio, in un
contesto museale, ai lavori di artisti giovani.
Anzi giovanissimi, nel vero senso della parola.
Di più. Ancora studenti presso alcune
accademie europee: quelle di Newport,
Muenster, Sassari e Vienna. La mostra,
insomma, è un Base Camp, un campo base, di
nome e di fatto. La scorsa edizione c’erano una
tenda canadese, un’alta fontana d’acqua
improvvisata e un trolley letteralmente
smembrato a rimandare all’idea di spostamento,
di precarietà. La Kunsthaus di Merano
organizza infatti –con la curatela di Valerio
Dehò- questa ricognizione, unica nel suo genere
in Italia, già per la seconda volta, con cadenza
biennale.
Quest’anno i giovani si dimostrano maggiormente
introspettivi. C’è molta fotografia che indaga
momenti intimi: la vita da bar e le stanze degli
adolescenti ricoperte di poster nei lavori di
Danis Laner e Julie Fogarty; l’esperienza dei
militari-bambini russi in Guy Martin o le
esistenze mortificate nelle carceri minorili di
Hong Kong in Stephen Kelly, tutti di Newport.
Se il confronto è con realtà lontane, differenti,
anche se abitate ugualmente da adolescenti, in
altre opere ritorna l’idea di casa, sia nel senso
di quotidianità che come oggetto di riletture
ironiche. Julia Arztmann e Je Hun Choi
hanno creato un paesaggio tridimensionale di
morbide casette con un patchwork di stoffe;
Seabastian Walther invece, nei suoi disegni,
mostra la casa del futuro, una residenza non più
familiare, ma aliena, montata su cingoli,
sospesa su un’alta antenna, o sotto
un’astronave, oppure nascosta da una fittizia
montagna innevata.
Niente paesaggi metropolitani in questa mostra,
dove il punto di vista è più ravvicinato. Nel
video di Lisa Pock l’inquadratura è talmente
vicina che la trama della lana di un pullover si
trasforma in una texture astratta.
contro l’altra, tante, tutte uguali, confuse, con
le luci lampeggianti, poi alcune si fermavano
quando esaurivano le batterie, altre si
incastravano, altre impazzivano ed iniziavano
a girare su loro stesse come in un autoscontro
in miniatura, ma molto più folle ed estremo di
uno vero, molto più simile al traffico reale.
Tante foto, alcune installazioni, alcuni video,
ma anche pittura. Visibile solo da lontano dalle
finestre che si affacciano sulla scalinata interna,
come i quadri delle chiese che si scrutano dal
basso, è il Cristo col volto cancellato dipinto ad
olio da Nazim Unal Ylamaz. È invece una
pittura murale di grandi dimensioni eseguita
direttamente su una parete del museo la grafica
di Tim Cierpiszewski, una sorta di albero
genealogico della simbologia contemporanea:
all’interno di insiemi sono contenuti i disegni
di oggetti comuni e di forme artificiali, tra loro
uniti dalle precise diramazioni di un albero
stilizzato.
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mostra visitata il 27 aprile 2006
Base camp 2. Arte giovane dall’Europa - A cura
di Valerio Dehò
Kunst Merano Arte, Via Portici 163, Merano
(BZ)
Tel 0473.212643 - www.kunstmeranoarte.org
Tutti i giorni escluso il lunedì, 10 – 18
indice dei nomi: Mariella Rossi, Valerio Dehò,
Rossi, Dem
A fare riferimento al traffico urbano è solo
Thomas Eller nell’installazione, documentata
da un video, che per la prima volta ha occupato
uno spazio esterno alla struttura della galleria
ed era visibile il giorno dell’opening dalla
terrazza all’ultimo piano dell’edificio. Numerose
automobiline giocattolo si muovevano una
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