SCHEDA ZAMBIA - CELIM Volontari richiesti: N 6

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SCHEDA ZAMBIA - CELIM Volontari richiesti: N 6
N. B. Il progetto è in attesa di approvazione dall’Ufficio Nazionale del Servizio Civile
CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – AFRICA MERIDIONALE 2011
SCHEDA ZAMBIA - CELIM
Volontari richiesti: N 6
SEDE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: Mongu, Lusaka, Livingstone
INTRODUZIONE
DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE DOVE SI REALIZZA IL
PROGETTO:
Volontari nel mondo - FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 35 anni lavora nei
sud del mondo realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato
ed è quello di contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell‟autosviluppo al
superamento di quelle condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potuti essere, sono o sono stati
fonte di conflitti e di maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di
prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di
sperimentarsi come operatori privilegiati della solidarietà internazionale, Volontari nel mondo FOCSIV in
collaborazione con l‟Associazione Papa Giovanni XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha ripresentato nel
febbraio del 2007, all‟UNSC il progetto madre “Caschi Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa
al servizio civile all‟estero come intervento di costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto
(armato, sociale, economico, religioso, culturale, etnico…) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti
attraverso l‟implementazione di progetti di sviluppo tenendo presente che i conflitti trovano terreno fertile
dove la povertà è di casa, i diritti umani non sono tutelati, i processi decisionali non sono democratici e
partecipati ed alcune comunità sono emarginate. Il presente progetto di servizio civile vuole essere un
ulteriore testimonianza dell‟impegno della Federazione nella costruzione della pace nel mondo e vuol far
sperimentare concretamente ai giovani in servizio civile che la migliore terapia per la costruzione di una
società pacificata è lottare contro la povertà, la fame, l‟esclusione sociale, il degrado ambientale e che le
conflittualità possono essere dipanate attraverso percorsi di negoziazione, mediazione, di riconoscimento
della positività dell‟altro.
ZAMBIA
Situato nel cuore dell‟Africa meridionale lo Zambia, divenuto indipendente dal dominio coloniale inglese il 24
ottobre del 1964, è stato governato per 27 anni dal presidente Kenneth Kaunda, leader dell‟Unip che fino al
1991 è stato l‟unico partito politico legale del paese. Kaunda ha governato con pugno di ferro e l‟isolamento
internazionale e la pessima situazione economica del paese lo hanno costretto, in seguito a pesanti
proteste, a emendare la costituzione consentendo il multipartitismo. I risultati si sono subito fatti vedere, visto
che nel 1991 il candidato del MMD (Movement for Multiparty Democracy) Frederick Chiluba è stato eletto
presidente a larga maggioranza. Chiluba si è impegnato in una politica di appoggio alle grandi istituzioni
finanziarie internazionali, chiudendo le imprese minerarie statali ridotte ormai alla bancarotta e attuando una
serie di riforme strutturali che hanno però provocato un pesante rialzo dei prezzi. Il crescente scontento nei
confronti dell‟amministrazione ha persino portato a un tentato golpe militare nell‟ottobre 1997. Impossibilitato
a modificare per la seconda volta la Costituzione, affinché potesse essere eletto per la terza volta, Chiluba
ha dovuto cedere il passo al proprio delfino Levy Mwanawasa, eletto alla presidenza nel dicembre del 2001.
Ma mentre all‟estero è presentata come una imponente campagna anti-corruzione, quella lanciata
dall‟attuale presidente sembra essere più un tentativo di eliminare i fedelissimi del vecchio establishment
dalla politica zambiana. Nonostante non sembravano esserci grossi ostacoli a una rielezione di Mwanawasa,
per la verità più per demeriti degli avversari che per la qualità dell‟attuale classe dirigente ma nel frattempo
accusò numerosi problemi di salute, che infine l'hanno visto spirare in un ospedale di Parigi il 19 agosto del
2008. Già da tempo aveva affidato le redini del governo al suo vice, Rupiah Banda, il quale è ora divenuto
Presidente. Rupiah Banda è un vecchio membro dell'UNIP, l'antico partito unico, legatissimo all'UNITA
angolano e di posizioni nettamente antizimbabwiane. Nonostante un buon tasso di alfabetizzazione (l‟80,6%)
lo Zambia è uno degli ultimi paesi nella classica UNDP per indice di Sviluppo Umano. Si colloca infatti
appena al 164esimo su con un indice pari a 0,481 e una speranza di vita alla nascita di 38,63 anni. Ciò è
dovuto, oltre che ai problemi economici, a un alto tasso di mortalità infantile (il 10% dei bambini muore prima
di aver raggiunto i 5 anni) e ai problemi legati alla diffusione dell‟Aids. Il 15,2% della popolazione adulta
risulta contagiato dal virus nonostante l‟avvio di un programma per la diffusione di farmaci anti-retrovirali
varato nel 2003. Le donne sembrano essere le più colpite dal virus, tanto che nelle zone urbane una donna
su due ne risulta contagiata. Divenuto negli anni „60 il terzo esportatore di rame al mondo dopo Usa e Urss,
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lo Zambia continua a essere dipendente in maniera preoccupante dalle sue miniere. Nonostante la
privatizzazione di molte delle industrie collegate al settore abbia permesso allo Stato di sgravarsi delle
pesanti perdite causate dalla cattiva amministrazione precedente, il paese continua a essere uno dei più
poveri del mondo, con un tasso di disoccupazione superiore al 20% e almeno il 70% della popolazione che
vive sotto la soglia di povertà e uno stipendio medio pro capite annuale di 395 USD.Le abbondanti piogge
dell‟ultimo anno hanno permesso allo Zambia di essere l‟unico paese dell‟Africa meridionale ad aver
raggiunto un surplus alimentare e il rialzo del prezzo dei minerali ha favorito una ripresa dell‟industria
estrattiva, ma ancora oggi il paese rimane pesantemente dipendente dagli aiuti internazionali. Dopo aver
ottenuto una cancellazione di 3,8 miliardi di dollari di debito estero su 6,5 miliardi lo Zambia possiede denaro
da poter destinare alla crescita economica e in particolare alla diversificazione delle attività economiche, ma
la carente amministrazione e la corruzione dilagante impediscono qualsiasi riforma seria in campo
economico e politico. In questo quadro desolante, le violazioni dei diritti umani da parte delle forze di polizia
hanno continuato a essere frequenti. Giornalisti indipendenti sono stati oggetto di vessazioni e arresti. Politici
dell‟opposizione sono stati sottoposti a torture. La violenza sessuale contro le donne ha continuato a
rappresentare una delle principali cause di trasmissione dell‟HIV/AIDS. La diffusione della povertà ha
costretto molte donne a dipendere economicamente dalla prostituzione e il persistere della credenza che
l‟HIV possa essere curato facendo sesso con una vergine ha determinato un elevato numero di rapimenti di
ragazze e un aumento delle persone contagiate.
DESCRIZIONE DELLE ONG E DEI PARTNER TERRITORIALI CHE COLLABORANO CON LE ONG:
CeLIM Milano
CeLIM è presente in Zambia dal 1981, operando inizialmente nella Southern Province nel settore della
formazione professionale in campo agricolo, con il progetto ZTF (Zambesi Training Farm) (dal 1982 al 1988):
progetto di formazione con scuola agricola ed annessi terreni irrigati per gli agricoltori formati, soprattutto
nella coltivazione della banana, nell'area di Chirundu. Successivamente sono stati realizzati diversi progetti,
in collaborazione sia con alcune diocesi (di Livingstone e con l‟Arcidiocesi di Lusaka) e con i Ministeri della
salute e dell‟agricoltura, estendo le attività alle province Central e Western. Tali progetti hanno interessato le
popolazioni rurali più isolate, e questa scelta è sempre stata apprezzata dalle controparti locali. Oltre al
settore della formazione professionale in campo agricolo, si è intervenuto nei settori della sicurezza
alimentare, del supporto alle donne e ai giovani, della formazione professionale e dell‟educazione, della
sanità, sia a livello di strutture ospedaliere sia di sensibilizzazione nella comunità.
Dal 2005 è iniziata l‟esperienza di servizio civile in Zambia, affiancando il personale espatriato del CeLIM e
le controparti locali, nei progetti realizzati in collaborazione con i partner locali nei settori della formazione
agricola, dell‟agricoltura, della salute di base, dell‟educazione primaria e dell‟alfabetizzazione.
Partner del presente progetto di CeLIM Milano a Mongu (76436) :
- la Diocesi di Mongu attraverso il suo centro operativo, Diocese of Mongu Development Center
(DMDC). Il Legale rappresentante della Diocesi è il vescovo Monsignor Duffy, mentre il direttore del DMDC è
il signor Eugene Lubinda. Diocese of Mongu Development Centre (DMDC) venne istituito il 1 luglio 1997.
Prima della sua istituzione, il distretto di Mongu era parte della diocesi di Livingstone. La Diocesi copre
cinque dei sette distretti della provincia occidentale ed è divisa in 13 parrocchie, che ricoprono un‟area di
circa 88.000 kmq con una popolazione di 760.000 abitanti. Tra le attività svolte dalla diocesi, sono numerosi
gli impegni per la promozione dello sviluppo umano che avviene attraverso lo svolgimento di programmi
ricreativi ed educativi, che hanno come obiettivo il far assumere alle persone che vi partecipano la
consapevolezza dei loro diritti. A ciò si affiancano le attività per la sensibilizzazione sul tema dell‟HIV/AIDS, la
lotta alla prevenzione e l‟accoglienza di orfani i cui genitori sono rimasti vittime del virus, che necessitano di
istruzione e assistenza medica e legale. Diocese of Mongu Development Centre fornisce inoltre assistenza
agricola agli addetti che lavorano in questo settore, per affinare le loro competenze e la loro professionalità
in un‟ottica di un possibile miglioramento delle condizioni economiche della società, che soprattutto in questo
settore ripone le proprie speranze. Inoltre la Diocesi, da sempre, è attiva nel promuovere iniziative atte a
preservare e migliorare l‟ambiente e il patrimonio forestale dell‟area. Attualmente la Diocesi e CeLIM stanno
collaborando in un progetto che promuove la conservazione e l‟utilizzo sostenibile delle risorse forestali.
Partner del progetto di CeLIM Milano a Lusaka (61312) è:
- l‟Arcidiocesi di Lusaka nella persona del Vescovo, Mons. Medardo Mazombwe. La Diocesi è da anni
impegnata in attività di promozione umana e educazione e attualmente gestisce numerosi interventi sanitari
e socio-educativi. La collaborazione dell‟Arcidiocesi di Lusaka con il CeLIM ha due motivazioni:
- le Diocesi in Zambia, sono state e sono controparti affidabili e strutturate, la cui collaborazione è
sempre stata la chiave per l‟efficacia dell‟intervento e per la sostenibilità dello stesso.
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I risultati raggiunti nei due progetti del CeLIM a Livingstone, nel Centro di Formazione giovanile e a
Siavonga, nelle attività di Peer Education nelle scuole, sono stati i primi spunti per l‟avvio del
confronto tra le due realtà e l‟ideazione di progetti nell‟area di Lusaka.
L‟attività di promozione umana della Arcidiocesi si concentra sui giovani che ad oggi è la fascia più a rischio
specialmente nella realtà urbana dei quartieri poveri. In Zambia nel 2002 vi erano 620.000 orfani; tre quarti
dei bambini zambiani vivono sotto la linea di povertà e quasi metà di loro non va a scuola, facendo
aumentare ogni giorno il numero dei bambini e ragazzi di strada. Prevenzione dell‟AIDS ed educazione
sanitaria, educazione e formazione di giovani, lotta all‟analfabetismo sono gli ambiti in cui l‟Arcidiocesi di
Lusaka si impegna quotidianamente malgrado l‟emergenza sia davvero enorme. La collaborazione con
CeLIM nasce per sostenere e realizzare scuole comunitarie e formarne gli insegnanti.
-
Partner del progetto di CeLIM Milano a Livingstone (20273) è:
- la Diocesi di Livingstone, nella persona del vescovo Mons. Raymond Mpezele e del responsabile
dell‟Ufficio di Promozione Umana Martin Sampa.
La Diocesi copre parte della Western e della Southern Province per un totale di 43.650 kmq, ed è costituita
da due decanati (Livingstone e Sesheke) costituiti da 12 parrocchie con una popolazione di circa 345.000
persone, la maggioranza delle quali vive sotto la soglia di povertà. Per far fronte ai bisogni della gente,
all‟interno della Diocesi è stato costituito l‟ufficio di promozione umana, che attraverso i gruppi del DEP
(Development Educational Programme), mira allo sviluppo spirituale, sociale, economico e politico delle
persone. Per questo tipo di attività la Diocesi ha a disposizione un coordinatore a tempo pieno, un assistente
e numeroso personale specializzato. L‟obiettivo principale dell‟intervento del DEP è quello di educare le
persone e renderle consapevoli delle proprie potenzialità e delle risorse messe a loro disposizione. Lo staff
del DEP lavora nelle diverse parrocchie della zona, cura la formazione dei gruppi, promuove l‟auto-mutuo
aiuto, l‟avvio e la realizzazione di progetti di auto sviluppo a base comunitaria. Inoltre, il DEP viene
periodicamente coinvolto nella gestione e distribuzione degli aiuti umanitari nei casi di calamità naturali e nei
programmi di riabilitazione. La Diocesi è parte attiva nel progetto del Centro di Formazione Professionale
avviato con CeLIM, attraverso la presenza nel Comitato di Gestione (Management Committee) del
responsabile dell‟Ufficio di Promozione Umana, di un responsabile operativo, di un membro del DEP e dei
rappresentanti delle parrocchie dei tre quartieri in cui risiede il più grande numero di ragazzi in difficoltà.
Tutti i partner hanno dato la loro disponibilità ad accogliere volontari in servizio civile nelle attività dei progetti
portati avanti in collaborazione con il CELIM MI.
NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35
GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5
MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO ED EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL
PERIODO DI SERVIZIO:
I volontari in servizio civile permarranno all‟estero mediamente dieci (10) mesi.
EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:
Ai volontari in servizio si richiede:
 elevato spirito di adattabilità;
 flessibilità oraria;
 eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;
 attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di
riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi
sociali, ambientali, e di tutela della salute;
 riferimento costante al Responsabile di Progetto in loco
 mantenimento di un rapporto costante con il Responsabile del Servizio Civile presso la sede italiana
dell'ong
 comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la quelli già
programmati e previsti dal progetto;
 partecipazione a situazioni di vita comunitaria;
 rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;
 trasferimenti in città e distretti diversi da quelli di residenza nell‟ambito dello stesso Paese di
assegnazione;
 partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà
internazionale al termine della permanenza all‟estero;
 scrivere almeno tre (3) articoli sull‟esperienza di servizio e/o sull‟analisi delle problematiche settoriali
locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;
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
partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l‟estero,
ed al rientro in Italia prima della conclusione dell‟anno di servizio.
Per ogni singola sede vengono richiesti:
Mongu (Diocesi di Mongu)
 Nessuno
Lusaka (Diocesi di Lusaka)
 Nessuno
Livingstone (Diocesi di Livingstone)
 Nessuno
PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:
Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari in servizio civile impiegati all‟estero sono soggetti alle
seguenti condizioni di rischio:



Rischi di ordine pubblico – ritrovarsi in contesti territoriali, soprattutto urbani, con una forte
presenza di microcriminalità;
Rischi sanitari – ritrovarsi in territori in cui sono presenti patologie endemiche quali tifo, malaria,
aids e/o tubercolosi;
Rischi politici: ritrovarsi in territori caratterizzati da forti contrapposizioni politiche e/o etniche, e/o
religiose;
Mongu (Diocesi di Mongu)
 Nessuno
Lusaka (Diocesi di Lusaka)
 Nessuno
Livingstone (Diocesi di Livingstone)
 Nessuno
ACCORGIMENTI ADOTTATI PER GARANTIRE I LIVELLI MINIMI DI SICUREZZA E DI TUTELA DEI VOLONTARI A
FRONTE:
Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza, nell‟ambito di tutte le sedi di attuazione progettuale, si
adottano i seguenti protocolli:
 comunicazione alle Rappresentanze Diplomatiche d‟Italia nel Paese d‟invio dei volontari/e, la loro
residenza abituale e il tipo di progetto in cui saranno impegnati;
 l‟inserimento dei giovani in servizio civile nel Paese d‟invio è affidato agli operatori in loco e ai
responsabili paese delle ONG coinvolte nel progetto ed avviene in modo graduale.
 l‟inserimento prevede l‟accompagnamento dei giovani volontari alla scoperta e alla conoscenza del
contesto territoriale e ambientale, del partner locale, e del tipo di progetto nel quale saranno inseriti.
Questa metodologia di inserimento ha anche lo scopo di prevenire eventuali rischi/shock dovuti
all‟impatto culturale con conseguenti disagi dal punto di vista relazionale, di ordine pubblico,
sanitario, interculturale, politico;
 In fase di formazione sia in Italia che all‟arrivo nel paese d‟invio ai giovani vengono fornite le
informazioni necessarie per capire gli usi e i costumi locali, i modi di relazionarsi e comportarsi nei
diversi contesti quotidiani in cui i giovani si ritroveranno a vivere dal contesto lavorativo a quello
amicale/relazionale, religioso, politico e sociale; i pericoli legati alla microcriminalità; gli orari e le
zone del paese dove i rischi sono più elevati.
 condivisione con i giovani volontari/e in SCV un vademecum in cui, paese per paese, vengono
identificate le azioni da compiere, le persone da contattare in caso di necessità e/o pericoli.
In particolar modo, si richiede ai volontari il rispetto delle seguenti indicazioni:
 ordine pubblico – al fine di evitare fenomeni di microcriminalità diffusa sul territorio locale ogni
spostamento locale del volontario/a è pianificato con gli operatori responsabili. Saranno evitati
spostamenti durante ore serali e notturne;
 sanitario – prima della partenza vengono eseguite le necessarie vaccinazioni prescritte e/o
consigliate dall‟OMS. All‟arrivo nei paesi d‟invio vengono fornite informazioni necessarie sulle norme
igienico/sanitarie da seguire. Nella maggior parte dei paesi sia attraverso le Ambasciate e/o i
Consolati Italiani che le conoscenze delle controparti locali, vengono individuati medici e presidi
sanitari a cui rivolgersi in caso di necessità.
 politico – ai volontari è richiesto di tenere un atteggiamento di equidistanza tra le varie posizione
politiche espresse nel paese d‟invio.
Mongu (Diocesi di Mongu)

La Lewanika Hospital è a 1 KM dalla sede, 5 minuti. La sede è munita di automezzo proprio.
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Lusaka (Diocesi di Lusaka)

La Care for Business, è la struttura sanitaria più vicina alla sede del progetto. si trova a 3 Km dalle
sede, ed è raggiungibile in 10 minuti. La sede è munita di automezzo proprio.
Livingstone (Diocesi di Livingstone)

La Shafik Hospital è a 0,5 KM dalla sede, 5 minuti. La sede è munita di automezzo proprio.
PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:
Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari impiegati all‟estero sono soggetti alle seguenti condizioni di
disagio:
 il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà totalmente altra e non avere le giuste coordinate per
comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi sia nei confronti delle controparti locali che
delle istituzioni locali;
 il disagio di ritrovarsi in contesti territoriali, soprattutto urbani, con una forte presenza di
microcriminalità;
 il disagio di ritrovarsi in territori in cui sono presenti patologie endemiche quali malaria, aids e/o
tubercolosi;
 il disagio di ritrovarsi in territori caratterizzati da forti contrapposizioni politiche e/o etniche, e/o
religiose;
 il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni ostacolare
o/e ridurre le attività previste dal progetto e/o le comunicazioni nazionali ed internazionali.
Mongu (Diocesi di Mongu)
 Nessuno
Lusaka (Diocesi di Lusaka)
 Nessuno
Livingstone (Diocesi di Livingstone)
 Nessuno
DESCRIZIONE SEDE PER SEDE
DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE:
Mongu
Mongu è la città capoluogo dell‟omonimo Distretto della Provincia Occidentale del Paese. La città è abitata,
secondo l‟ultimo censimento del 2000 da 44.310 abitanti ed è il cuore della Diocesi di Mongu. La Diocesi
copre cinque dei sette distretti della provincia occidentale ed è divisa in 13 parrocchie, che ricoprono un‟area
di circa 88.000 kmq con una popolazione di 760.000 abitanti. In particolare il Distretto di Mongu si trova al
centro della provincia e sempre nel 2005 contava una popolazione di 178.000 abitanti. Confina a nord con il
distretto di Lukulu, a est con quello di Kaoma, a sud con quello di Senanga e a ovest con quello di Kalabo. Nel
distretto sono presenti 1 ospedale governativo ed uno di missionari, oltre alla rete delle cliniche rurali (16) e i posti
di salute o dispensari (1 per villaggio). Dal punto di vista scolastico si contano 3 secondary school e 10 primary
school. L‟area ha una media di piogge annue pari a 945 mm, concentrata tra ottobre e aprile. A gennaio si
verifica l‟esondazione del fiume Zambesi: parte delle terre viene sommersa dalle acque che, ritirandosi a
giugno liberano verdi pascoli per il bestiame e consentono la coltivazione di mais in piccoli orti. Mongu è
calda da settembre a dicembre, con una media massima ad ottobre di 35°C, mentre le temperature
scendono nel periodo maggio-agosto fino a minime di 10°C. L‟86% della popolazione vive sotto la soglia di
povertà, con un‟aspettativa di vita alla nascita di 42 anni, che nelle zone rurali si abbassa a 37. Nel distretto
non sono presenti attività industriali e le infrastrutture esistenti sono molto degradate. Le risorse naturali, come
legname, pesce e terre fertili, il cui utilizzo potrebbe contribuire allo sviluppo del paese, sono piuttosto abbondanti,
ma vengono costantemente sfruttate da pochi grandi investitori stranieri. Da un'analisi effettuata nel 1999 risulta
che il distretto di Mongu ha la seguente distribuzione di povertà: estremamente poveri 61,7%, poveri 13,6%
e non poveri 24.7%. Il numero assoluto di persone povere è di circa 133.000. É necessario sottolineare che
il tasso di incidenza di povertà è superiore per le famiglie in cui il capofamiglia è una donna, tipologia di
famiglia in crescita a causa della diffusione di HIV/AIDS. Questo incide negativamente sulla crescita,
educazione e sicurezza alimentare dei bambini. La maggior parte della popolazione dell‟area interessata dal
progetto è costituita da agricoltori e taglialegna e circa il 92% di essi vive al di sotto della soglia di povertà
Nel territorio del Mongu si interviene nel settore Ambiente e foreste.
DESCRIZIONE DEL CONTESTO SETTORIALE:
Ambiente e Foreste
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Lo Zambia gode in abbondanza di terre, acqua, foreste e di una ricca biodiversità, che potrebbero essere
fonte di grande ricchezza se utilizzate in modo sostenibile. Nonostante l‟approvazione del 2004 del Zambia
Forest Action Plan ad oggi non è presente nessuna informazione sulla crescita delle risorse forestali.
Solamente il 19.5% del legname ha un valore commerciale alto, per un totale di 3,5 milioni di metri cubi di
materiale commerciabile, mentre il 39.5% ha un valore commerciale medio. Tra il 1960 e il 1984 vennero
stimati 50.000 ettari di superficie coltivata a piante da legname, ma l‟80% di questa risultò essere di proprietà
della più grande società di legname del paese: la Zambia Forest and Forest Industries Limited (ZAFFICO).
In generale la vegetazione dell‟area di Mongu è classificabile in foresta, bosco e prateria (pascolo e arbusti). La
distribuzione del territorio secondo questa classificazione è la seguente:
- Pascolo (902 ha) 4.5%
- Arbusti (9,720 ha) 48.5%
- Bosco (5411 ha) 27%
- Foresta (4008 ha) 20%
Nel territorio di Mongu si registra un‟alta percentuale di alberi di Mukwa, che sono quelli più soggetti al taglio
scriteriato.
Purtroppo anche il taglio è aumentato esponenzialmente, anche se non si hanno dati in merito.
Nel corso degli ultimi anni il governo ha rivisto le sue politiche in materia ambientale, riconoscendo
l‟importanza del ruolo dei privati, che operano in questo settore e alla partecipazione delle comunità locali
alle attività di produzione di legname, come aspetti fondamentali per la crescita del settore. Si sono così
incentivati investimenti a lungo termine nei progetti di sviluppo sostenibile, per contribuire alla crescita
economica del paese, riduzione della povertà e corretta gestione dell‟ambiente. Nonostante l‟impegno
politico persistono una serie di problematiche legate all‟inadeguatezza degli interventi educativi, strutturali ed
organizzativi, che stanno portando ad una deforestazione e alla perdita di specie vegetali. La mancanza di
competenze specifiche dei taglialegna porta numerosi problemi ed è un ostacolo difficilmente superabile.
Infine l‟attività del Forestry Department rimane limitata ed insufficiente per promuovere un cambiamento, ad
essa si somma l‟isolamento del settore del legno e la carenza di informazione relative alle capacità
commerciali di mercato su questa materia prima.
Nel territorio sono anche presenti piante, come la jatropha, che potrebbero dare un importante contributo allo
sviluppo dell‟economia locale a zero impatto ambientale. I semi di questa pianta ad esempio, contengono
circa il 30-38% di olio, non commestibile ma utilizzabile come sapone o addirittura carburante, previa
semplice filtrazione.
Nel settore Ambiente e Foreste si interviene nel territorio di Mongu con i seguenti destinatari diretti e
beneficiari. Destinatari diretti sono 300 donne impegnate nella coltivazione della jatropha e nella
trasformazione dei semi in olio e fabbricazione di sapone, 200 taglialegna formati e organizzati in
cooperative di taglio legale della foresta e inseriti nelle attività di rimboschimento. Beneficiari indiretti sono le
500 famiglie dei destinatari diretti, pari a circa 3000 persone.
OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO DI IMPIEGO:
Mongu (Diocesi di Mongu)
 Ridurre il degrado ambientale e favorire la gestione controllata e sostenibile delle risorse forestali nel
distretto di Mongu formando 300 donne nella coltivazione della jatropha e nella trasformazione dei semi
in olio e fabbricazione di sapone.
 Promuovere la realizzazione di misure sperimentali per la conservazione ambientale, ridurre e
controllare il taglio delle foreste ed valorizzare il patrimonio forestale presente formando 200 taglialegna
organizzati in cooperative di taglio legale della foresta e inseriti nelle attività di rimboschimento.
DESCRIZIONE DEL PROGETTO:
Il presente progetto si propone di contribuire al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione del
distretto di Mongu, che riceve sostentamento dall‟utilizzo delle risorse naturali della foresta, nel quadro delle
politiche forestali del Paese e in accordo con lo Zambia Forestry Action Plan del 2004 (ZFAP). Mira a ridurre
il degrado ambientale e favorire la gestione controllata e sostenibile delle risorse forestali nel distretto di
Mongu, con un ritorno economico per la popolazione coinvolta.
Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
Azione 1: Realizzazione di misure sperimentali per la conservazione ambientale
1. N° 5 incontri per la produzione di 6 dispense didattiche sui temi ambientali.
2. Organizzazione di n° 60 sessioni di educazione ambientale nelle scuole comunitarie.
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N. B. Il progetto è in attesa di approvazione dall’Ufficio Nazionale del Servizio Civile
3. Organizzazione di 15 incontri di sensibilizzazione sulla gestione sostenibile delle risorse forestali.
4. Realizzazione di momenti di 20 incontri di discussione presso Radio Liseli.
5. Realizzazione di misure antincendio (60 km lineari di foresta) coinvolgendo le persone
precedentemente educate e sensibilizzate.
Azione 2: Miglioramento dello sfruttamento sostenibile delle risorse ambientali
1. N° 6 incontri per la identificazione e selezione dei 200 taglialegna.
2. Realizzazione di 5 corsi di formazione sui processi di trasformazione del legno e strategie di
marketing per i taglialegna.
3. Creazione di un centro formativo per la trasformazione del legname.
4. N° 5 incontri per l‟avvio e gestione in forma cooperativa del centro.
5. N° 8 incontri per l‟identificazione e selezione di 300 donne.
6. Realizzazione di 20 corsi di formazione su processi di coltivazione, raccolta e lavorazione dei frutti
di jatropha.
7. Realizzazione di una coltivazione di jatropha.
8. Creazione di un impianto di estrazione dell‟olio dai frutti di jatropha.
9. N° 10 incontri per l‟avvio e gestione in forma cooperativa dell‟impianto e della commercializzazione
dell‟olio.
Azione 3: Taglio ridotto e controllato della foresta
1. Organizzazione di 10 incontri informativi sui sistemi di licenza.
2. Organizzazione di 4 sessioni formative sulle cooperative.
3. N° 2 sessioni formative per le autorità locali sui sistemi di controllo.
4. N° 4 incontri per la programmazione di un efficiente sistema di controllo.
Azione 4: Aumento del patrimonio forestale
1. N° 4 incontri per la preparazione e diffusione di 100 questionari sulla percezione delle attività
promosse da parte degli attori coinvolti.
2. Analisi e diffusione dati scaturiti dai questionari.
3. Censimento delle foreste esistenti attraverso rilevamenti satellitari.
4. Avviamento di una ricerca specifica mirata allo studio della potenzialità dello sfruttamento delle
risorse forestali.
Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica
delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività.

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
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

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



1 esperto forestale
1 esperto gestione e trasformazione legnami
1 revisore contabile
1 coordinatore
1 tecnico agro-forestale
1 agronomo esperto di jatropha
1 tecnico attività produttive
1 responsabile centro estrazione dell‟olio
2 addetti al centro trasformazione dell‟olio
1 amministratore/logista locale
1 responsabile centro trasformazione legname
4 addetti centro trasformazione legname
Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto
Il 1° volontario in Servizio Civile svolgerà le seguenti attività:
 Supporto alla sensibilizzazione della popolazione sulla gestione sostenibile delle risorse forestali;
 Supporto all‟informazione, animazione e comunicazione sociale sui temi di tutela dell‟ambiente,
valorizzazione delle risorse forestali e sviluppo sostenibile;
 Affiancamento nell‟identificazione e selezione dei taglialegna e delle donne che parteciperanno al
progetto;
 Supporto nella realizzazione dei corsi di formazione sulla coltivazione, raccolta e lavorazione dei
frutti di jatropha.
 Supporto all‟identificazione delle aree da proteggere.
 Supporto nella realizzazione della formazione antincendio coinvolgendo le persone
precedentemente educate e sensibilizzate.
 Affiancamento alla realizzazione di una coltivazione di jatropha.
Il 2° Volontario svolgerà le seguenti attività:
 Supporto nella realizzazione dei momenti di discussione presso Radio Liseli;
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N. B. Il progetto è in attesa di approvazione dall’Ufficio Nazionale del Servizio Civile






Preparazione e diffusione questionari sulla percezione delle attività promosse da parte degli attori
coinvolti.
Analisi e diffusione dati scaturiti dai questionari.
Supporto nella produzione di dispense didattiche sui temi ambientali.
Affiancamento nell‟organizzazione di sessioni di educazione ambientale nelle scuole comunitarie.
Supporto nella realizzazione dei corsi di formazione sulla coltivazione, raccolta e lavorazione dei
frutti di jatropha.
Affiancamento nell‟organizzazione di attività di sensibilizzazione sulla gestione sostenibile delle
risorse forestali.
REQUISITI
Si ritiene di dover suddividere tra generici, che tutti i candidati devono possedere, e specifici, inerenti aspetti
tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i Volontari andranno ad implementare,
preferibilmente i seguenti requisiti:
Generici:
 Esperienza nel mondo del volontariato;
 Conoscenza della Federazione o di uno degli Organismi ad essa associati e delle attività da questi
promossi;
 Competenze informatiche di base e di Internet.
Requisiti Specifici:
Mongu (Diocesi di Mongu)
Volontari/e n°1-2:
 Diploma di scuola superiore e\o laurea in qualsiasi disciplina, preferibilmente in legate all‟ambiente e
allo sviluppo sostenibile;
 Buona conoscenza della lingua inglese
DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE:
Lusaka:
Capitale del paese dal 1935, Lusaka è anche il capoluogo di una delle 9 province (Provincia di Lusaka) in cui
è suddiviso il Paese ed è a sua volta suddivisa in distretti. Si trova nella parte centromeridionale del paese,
su un altopiano a 1400 metri di altezza dal livello del mare, nei pressi del fiume Lunsemfwa. Questa
favorevole posizione consente delle condizioni climatiche particolarmente miti. La città è diventata nel corso
del tempo un importante polo commerciale e industriale oltre che politico, sede del governo e di uffici
diplomatici ed internazionali, ed è snodo delle principali vie automobilistiche del paese. Lusaka oggi è una
città in espansione, motore della crescita economica dello Zambia moderno. Questa evoluzione ha
consentito inoltre una rapida crescita della popolazione cosmopolita; in totale si contano circa 2,5 milioni di
abitanti. L‟economia della zona è caratterizzata da una forte prevalenza del settore agricolo, che assorbe
circa il 70% della popolazione. Si tratta però di agricoltura di sussistenza praticata dalla gran parte della
popolazione su terreni di qualità mediocre e con tecniche arretrate. Lusaka vive quotidianamente i fenomeni
di disagio sociale causati dall‟immigrazione di parte della popolazione rurale verso la città alla ricerca di
migliori condizioni di vita. In una situazione dove il tessuto sociale è frammentato, i primi a essere penalizzati
sono i soggetti più deboli, in particolare i bambini ed i giovani delle zone periferiche della capitale. L‟area
periferica attorno a Lusaka così come tutta la Provincia, infatti, è tra le zone più povere dell‟intero Paese. In
modo particolare il compound di Chirundu e il compound di Kanyama nel distretto di Kafue, Provincia di
Lusaka sono le aree più colpite. Qui la povertà e la disoccupazione sono molto diffuse e la maggior parte dei
genitori (e tutori) non possono permettersi di mandare i loro figli a scuola. Questo è dovuto alla loro
impossibilità a sostenere i costi scolastici imposti dal governo e dalle scuole primarie private, fra cui quelli
legati alle tasse, alle uniformi, agli strumenti didattici. La popolazione del compound (sono definiti così i
quartieri miserabili della città) di Kanyama è composta di circa 85.022 persone per la maggior parte in un‟età
compresa tra 0-18 anni. Nell‟area di Kanyama (che si trova sotto il Kafue District Education Board), c‟è solo
1 scuola governativa, la Kalundu Basic School. Questa dista circa 8km dal compound di Kanyama, fatto che
ha compromesso la frequenza dei ragazzi e, in particolare, di quelle ragazze che devono affrontare il tragitto
da e verso scuola da sole. Nel distretto di Kafue, nell‟area periferica del distretto di Lusaka, la mancanza di
infrastrutture scolastiche governative impedisce l‟accesso e la partecipazione all‟istruzione primaria e
dunque il raggiungimento di un sufficiente livello di istruzione e formazione.
Nel territorio di Lusaka si interviene nel settore Educazione ed Istruzione.
DESCRIZIONE DEL CONTESTO SETTORIALE:
Educazione ed istruzione
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N. B. Il progetto è in attesa di approvazione dall’Ufficio Nazionale del Servizio Civile
L‟istruzione primaria rappresenta il livello d‟istruzione a cui ha accesso il maggior numero di persone ed è,
pertanto, la principale fonte di conoscenza per lo sviluppo sociale ed economico della comunità locale.
Nonostante i notevoli sforzi condotti a Lusaka da parte del Ministero dell‟Educazione tramite specifici
programmi governativi (7 secondary school e 105 primary school) e l‟apertura di 35 Community School
promosse da associazioni ed enti religiosi che pure provvedono al 21% dell‟istruzione primaria e media e
sono perciò una componente cruciale della strategia che cerca di rispondere alla scarsa istruzione, una
combinazione di fattori sta conducendo ad una graduale diminuzione nel numero delle iscrizioni scolastiche
e ad un declino nella qualità dell‟insegnamento fornito dalle scuole. Dall‟analisi dei bisogni condotta in
collaborazione con i rappresentanti delle Comunità e dei Partner locali, sul territorio in oggetto, emerge infatti
che: un numero altissimo di bambini non ha ancora accesso all‟istruzione primaria (36,63%) e la percentuale
di bambine che raggiunge il quinto anno rimane al di sotto del 75%. Purtroppo, la dipendenza delle famiglie
dall‟apporto economico derivato dal lavoro minorile fa in modo che siano gli stessi familiari a preferire che i
bambini abbandonino gli studi e siano inseriti nel mondo del lavoro. Inoltre, i programmi di studio non sono
adeguati ai bisogni individuali, comunitari e nazionali; il materiale didattico e le attrezzature scolastiche
scarseggiano; le infrastrutture adibite a scuole risultano spesso inadeguate; sessioni multiple delle lezioni e
classi sovraffollate (1 insegnante per 65/70 alunni) insieme ad una mancanza di risorse finanziarie da
investire in manutenzione ed interventi strutturali, fanno si che la maggior parte delle scuole risulti in
condizioni pessime. Nelle aree rurali le aule sono spesso costruite con materiali tradizionali (fango, paglia).
Le condizioni igienico sanitarie di queste scuole sono pessime. Per quanto riguarda la qualificazione degli
insegnanti, la maggior parte dei docenti, anche delle Community School, non ha né preparazione né
qualifiche adeguate. Si stima che oltre il 50% degli insegnati non ha il diploma di scuola media superiore. A
questo si somma il malcontento da parte del personale docente per la bassa remunerazione e le
scarsissime, se non inesistenti, possibilità formative e professionali. La gestione e il coordinamento delle
strutture di Community School sul territorio è affidata ai PCSC (Parent Community School Committee), le cui
capacità gestionali/amministrative sono piuttosto scarse.
Nel settore Educazione ed Istruzione si interviene nel territorio di Lusaka con i seguenti destinatari diretti e
beneficiari.
Destinatari diretti sono 65 insegnanti di 35 scuole che riceveranno corsi di formazione, 650 bambini in età
scolare e 10 membri del locale PCSC (Parent Community School Committee).
I beneficiari indiretti sono circa 3.000 bambini che avranno miglioramenti derivanti dalla miglior formazione
dei propri insegnanti e le famiglie dei bambini, per un totale stimato di circa 15mila persone.
OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO D’IMPIEGO:
Lusaka (Diocesi di Lusaka)


Migliorare l‟offerta formativa di istruzione primaria a 650 bambini emarginati della Provincia di
Lusaka.
Aumentare le possibilità di accesso all‟istruzione primaria per bambini orfani, vulnerabili e
svantaggiati delle due Province attraverso: il potenziamento delle infrastrutture; il training di 65
insegnanti; il potenziamento delle capacità di management delle Community attraverso la
formazione di 10 membri del PCSC (Parent Community School Committee).
DESCRIZIONE DEL PROGETTO:
Il progetto opera nell‟ambito delle Community School, scuole organizzate dalle comunità e dalle
congregazioni religiose, in contesti dove le scuole governative non sono in grado di supportare l‟elevata
domanda di istruzione o mancano del tutto. Il comitato di gestione di queste strutture è costituito da un
gruppo di genitori degli studenti, il Parents Community School Commette (PCSC).
Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
Azione 1. Accesso all‟educazione primaria
1. Organizzazione di n°10 incontri di campagne di sensibilizzazione rivolte ai membri della comunità
sull‟importanza dell‟istruzione e sui diritti dell‟infanzia.
2. Realizzazione delle attività curriculari ed extra curriculari (teatro, canto, sport, giochi di ruolo, …) per
650 bambini.
3. Ideazione e realizzazione di un programma formativo, per i 650 bambini, in ambito sanitario e
nutrizionale.
Azione 2. Formazione degli insegnanti
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N. B. Il progetto è in attesa di approvazione dall’Ufficio Nazionale del Servizio Civile
1. Organizzazione e realizzazione di n° 5 seminari e n° 4 corsi di aggiornamento/formazione interni
rivolti ai 65 insegnati delle Community School su materie specifiche (matematica, letteratura, etc..);
aspetti didattici-metodologici e organizzativi (preparazione delle lezioni; definizione del programma,
etc..).
2. N° 2 corsi di formazione psicologica per gli insegnanti.
Azione 3. Sostenibilità finanziaria e gestionale
1. N° 10 incontri di supporto tecnico e gestionale ai 10 membri dei PCSC nella gestione delle scuole.
2. Organizzazione e realizzazione di 2 seminari e 2 corsi sulla raccolta fondi e la gestione
amministrativa nelle scuole rivolti ai membri dei PCSC.
3. N° 8 incontri per l‟avvio di forme di auto-sostentamento che coprono i costi delle scuole.
Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica
delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività








1 coordinatore
2 animatori esperti di sensibilizzazione
65 tra insegnanti
10 animatori esperti di animazione bambini
2 psicologi
1 dottore
1 nutrizionista
2 animatori esperti di animazione sanitaria e nutrizionale
Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto







Supporto all‟organizzazione e alla gestione di seminari formativi rivolti agli insegnanti delle
Community School;
Supporto all‟ideazione e alla realizzazione delle campagne di sensibilizzazione;
Supporto nelle attività di gestione delle community school;
Collaborazione nella ideazione, organizzazione e gestione delle attività educativo-formative per i
bambini beneficiari;
Supporto nell‟avvio delle attività curriculari ed extra curriculari;
Supporto nell‟implementazione del programma scolastico nutrizionale e sanitario.
Affiancamento nella raccolta dati ed elaborazione di statistiche per la redazione dei rapporti di
valutazione dei risultati raggiunti.
REQUISITI
Si ritiene di dover suddividere tra generici, che tutti i candidati devono possedere, e specifici, inerenti aspetti
tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i Volontari andranno ad implementare,
preferibilmente i seguenti requisiti:
Generici:
 Esperienza nel mondo del volontariato;
 Conoscenza della Federazione o di uno degli Organismi ad essa associati e delle attività da questi
promossi;
 Competenze informatiche di base e di Internet.
Requisiti Specifici:
Lusaka (Diocesi di Lusaka)
Volontari/e n°1-2:
 Formazione in campo educativo
 Buona conoscenza della lingua inglese
DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE:
Livingstone
Livingstone è una città con circa 97 mila abitanti e capoluogo del distretto omonimo, che si trova nella parte
più meridionale della Southern Province dello Zambia. La densità di popolazione è di circa 150 persone per
kmq. La maggior parte della popolazione , circa l‟85%, vive nell‟area urbana, mentre il 15% in quella periurbana. I gruppi etnici predominanti sono Toka-leya e Lozi. Sono però presenti anche minoranza Tonga,
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N. B. Il progetto è in attesa di approvazione dall’Ufficio Nazionale del Servizio Civile
Bemba e Ngoni. L‟unica risorsa economica rilevante per la maggior parte della popolazione del distretto è,
per la popolazione urbana e semi-urbana, il commercio di frontiera e, per la popolazione rurale, l‟agricoltura.
A causa della ristrutturazione dei dipartimenti governativi e del collasso dell‟industria tessile, la percentuale
dei capifamiglia con lavoro regolare è del 29,7%, mentre il 56,4% è coinvolto in attività informali. Il tasso di
povertà è particolarmente alto: l‟86% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, meno di un
dollaro al giorno. Anche il tasso di mortalità infantile è molto alto a causa della povertà e della disattenzione
alle più semplici regole igieniche, e si aggira intorno al 22%. Recentemente diversi night club sono sorti con
la conseguenza di un consistente aumento di prostituzione e di aumento della diffusione del HIV/AIDS. Il
tasso di prevalenza dell‟Aids sugli adulti è di oltre il 26%, più alto della media paese, soprattutto nel caso di
donne incinta sieropositive. La media nazionale di donne incinta sieropositive secondo i Centri di
Sorveglianza era nel 2001 pari al 26%, a Livingstone questo valore era del 32%. Significativa è la
ripercussione sui bambini-orfani nella zona. Antica capitale della Rhodesia, Livingstone ha un buon
potenziale turistico derivante dalle cascate dello Zambesi, che vengono però assai meno valorizzate di
quanto avvenga a Victoria Falls, la corrispondente città nel territorio dello Zimbabwe sull‟altra riva del fiume.
Nella città convivono zone dignitose e quartieri miserabili, la maggior parte di quest‟ultimi identificati con il
nome di “compound” posti nella periferia della città. In questi quartieri, l‟allargamento e l‟accorpamento delle
famiglie, in seguito alle alte condizioni di povertà e di mortalità, hanno comportato il sorgere di capanne e
baracche tra una casetta e l‟altra, aumentando del 100% la densità abitativa e peggiorando sensibilmente le
condizioni igieniche ed ambientali.
Nel territorio di Livingstone (20273) si interviene nel settore Educazione ed Istruzione.
DESCRIZIONE DEL CONTESTO SETTORIALE:
Educazione ed istruzione
I dati relativi agli orfani di Livingstone sono stati ottenuti da un‟indagine condotta dalla Diocesi di Livingstone
con la consulenza del Project Concern International (PCI) tra la fine del 1997 e il gennaio 1998 in alcuni
compound. L‟indagine ha evidenziato un altissimo numero di orfani, con una media intorno al 10% della
popolazione. In particolare:
- nel quartiere di Dwamba, il Nakatindi Compound era composto di 323 nuclei familiari, ne sono stati
visitati 48, trovandovi 124 orfani; nel Sawmills Compound c‟erano 281 nuclei familiari e 439 orfani;
- nel quartiere di Maramba, il Malota Compound presentava 598 orfani di età compresa fra 13 e 25 anni;
- Maloni, una piccola baraccopoli nel quartiere di Linda, aveva 64 orfani;
- gli altri compound contavano non meno di 300 orfani ciascuno.
L‟indagine inoltre ha confermato che per questi ragazzi in particolare, ma anche per gli altri in situazioni
familiari difficilissime, si presentano situazioni di denutrizione, abbandono scolastico, mancanza di cure e di
assistenza familiare, sfruttamento e abuso sessuale. Gran parte dei ragazzi oltre gli 8 anni, nei quartieri di
Lusaka, non frequenta la scuola. La stragrande maggioranza dei giovani dai 14-18 anni non ha un lavoro
stabile o non lo ha affatto. Ciò spiega il fenomeno dei ragazzi di strada che vagano tra casa e strada,
dandosi talvolta o al furto e alla prostituzione, o peggio oggetto di violenza e sfruttamento. Secondo il
National Living Condition Survey i bambini sottoposti ad abusi fisici e sessuali e i bambini costretti a lavorare
rappresentano oltre il 5% dei bambini tra i 5 e gli 11 anni facenti parte di una comunità familiare, quindi
senza tenere conto dei bambini di strada. Anche i più dotati o i più fortunati dei ragazzi (e più ancora delle
ragazze) con famiglie economicamente più stabili alle spalle, hanno grandi difficoltà a sviluppare le proprie
capacità arenandosi negli studi. La cause possono essere individuate nell‟arretratezza dei programmi, nella
mancanza di attrezzature adeguate e nello scollamento tra il mondo del lavoro e la scuola. A Livingstone lo
Youth Community Centre si offre come polo di aggregazione e di formazione professionale per orfani e
ragazzi in difficoltà del territorio.
Nel settore di Educazione ed Istruzione si interviene nel territorio di Livingstone con i seguenti destinatari
diretti e beneficiari.
Destinatari diretti sono 60 studenti del Youth Community Centre e 300 bambini che partecipano alle attività
ricreative dello stesso centro.
Beneficiari indiretti sono i 300 familiari degli studenti e i1.500 famigliari dei minori coinvolti nelle attività
ricreative, per un totale stimato di 1800 persone.
OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO D’IMPIEGO:
Livingstone (Diocesi di Livingstone)

Rafforzare e garantire continuità all‟opera aggregativa e formativa della Diocesi di Livingstone a
favore dei ragazzi vulnerabili e degli orfani da HIV/AIDS, stabilizzando e consolidando le attività di
animazione, per 300 bambini, e di formazione, per 60 studenti; e garantendo efficaci strumenti di
autofinanziamento dello Youth Community Training Centre.
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N. B. Il progetto è in attesa di approvazione dall’Ufficio Nazionale del Servizio Civile

Garantire la sostenibilità gestionale e l‟autosufficienza economica della struttura.
DESCRIZIONE DEL PROGETTO:
Il “Centro di formazione giovanile a Livingstone” si pone l‟obbiettivo di essere un polo di aggregazione e di
formazione per orfani e ragazzi in difficoltà della città di Livingstone. Il Centro, denominato Youth Community
Training Centre (YCTC), fornisce opportunità formative offrendo 4 corsi professionali in sartoria,
falegnameria, servizi alberghieri e lavorazioni metalliche. Inoltre sono state avviate attività animative e
aggregative, volte a togliere dalla strada i ragazzi della periferia della città.
Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
Azione 1: Supporto alle attività di aggregazione
1. Organizzazione di 2° incontri di sensibilizzare la popolazione sul tema dell‟HIV/AIDS.
2. Realizzazione di n° 50 lezioni scolastiche relative ad HIV/AIDS durante i corsi di formazione.
3. Avvio del centro di counselling a disposizione di giovani che frequentano il centro.
4. Ideazione e realizzazione di 4 corsi di alfabetizzazione.
5. Ideazione e realizzazione di 4 corsi professionali (artigianali sartoria, falegnameria, servizi
alberghieri e lavorazioni metalliche) per 60 studenti.
6. Realizzazione di attività quotidiane d‟animazione e ludico-ricreative per i 300 bambini.
Azione 2: Supporto alle attività di formazione
1. Un incontro con cadenza settimanale di aggiornamento per i 12 insegnanti su: programmazione
delle attività formative, organizzazione delle lezioni e metodi di insegnamento.
2. Realizzazione di 1 un corso di tecniche economico/gestionali, per 60 studenti
3. Erogazione e monitoraggio di 60 borse lavoro per gli studenti.
Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica
delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività








1 coordinatore-logista
1 formatore
1 coordinatore-supervisore
1 responsabile delle attività di animazione
3 guardiani
3 addetti alle pulizie e alla cura del giardino
6 educatori
10 animatori
Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto
I 2 volontari/e in servizio civile collaboreranno alla realizzazione delle seguenti attività:
 Collaborazione nell‟organizzazione degli incontri di sensibilizzare la popolazione sul tema
dell‟HIV/AIDS.
 Supporto nella realizzazione delle lezioni scolastiche relative ad HIV/AIDS durante i corsi di
formazione.
 Collaborazione nella ideazione e realizzazione dei corsi di alfabetizzazione e dei corsi professionali
(artigianali sartoria, falegnameria, servizi alberghieri e lavorazioni metalliche) per 60 studenti.
 Collaborazione nella realizzazione delle attività quotidiane d‟animazione e ludico-ricreative per i
bambini.
 Sostegno nell‟erogazione e monitoraggio delle borse lavoro per gli studenti.
REQUISITI
Si ritiene di dover suddividere tra generici, che tutti i candidati devono possedere, e specifici, inerenti aspetti
tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i Volontari andranno ad implementare,
preferibilmente i seguenti requisiti:
Generici:
 Esperienza nel mondo del volontariato;
 Conoscenza della Federazione o di uno degli Organismi ad essa associati e delle attività da questi
promossi;
 Competenze informatiche di base e di Internet.
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N. B. Il progetto è in attesa di approvazione dall’Ufficio Nazionale del Servizio Civile
Requisiti Specifici:
Livingstone (Diocesi di Livingstone)
Volontari/e n°1-2:
 Formazione in campo educativo
 Buona conoscenza della lingua inglese
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