Contribuenti al servizio del fisco

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Contribuenti al servizio del fisco
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• I PROFESSIONISTI IN CRESCITA • da pag. 49
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IN EVIDENZA
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Privacy & Consumatori Dopo il Garante, anche la
Cassazione striglia i call center
sulle chiamate mute
Ciccia Messina da pag. 6
Fisco/1 - Sospensione cautelare al debutto nel processo tributario. La Ctr Bari inaugura un
nuovo filone
Bongi-Bartolozzi a pag. 8
Fisco/2 - Fatture
false, fattispecie
estesa: i chiarimenti dei giudici
di legittimità sulla
dichiarazione fraudolenta
Loconte-Rotunno a pag. 10
Fisco/3 - Sgravi start-up a
maglie larghe: incentivi estesi
al 2016, elevate soglia e durata
minima
Pagamici a pag. 11
Impresa/1 - Grazie alla guida
Mise le aziende hanno una bussola per orientarsi fra le agevolazioni disponibili
Lenzi a pag. 14
Impresa/2 - Private equity e
venture capital, l’Italia piace e si
investe di più. Raccolta fondi a
2,5 mld, il 45% sono esteri
dell’Olio a pag. 15
Impresa/3 - Agenti e mediatori
creditizi: è caccia agli abusivi
del credito. I soggetti non autorizzati saranno resi noti
Unnia a pag. 16
Ambiente - Tutte le indicazioni
per essere in regola con i modelli 231 ed evitare
ecoresponsabilità e sanzioni
Dragani a pag. 17
Spendere meglio - Offerte
telefoniche a misura di partita
Iva: le strategie sul mercato per
professionisti e pmi
Di Palma a pag. 19
Affari in Piazza - Bond, è ora
di alzare l’asticella, ma senza
esporsi eccessivamente
dell’Olio a pag. 20
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Documenti - I testi
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delle
sentenze tributar commentate nella
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Selezione
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Contribuenti al servizio del fisco
Sempre più dati e adempimenti obbligatori per imprese, professionisti, lavoratori
autonomi a favore dell’anagrafe tributaria. Si va verso un socialismo reale hi-tech
MARINO LONGONI
[email protected]
DI
L
a quantità di dati che banche,
imprese, professionisti, enti pubblici devono inviare all’anagrafe
tributaria sta crescendo in modo
esponenziale. Negli ultimi 12 mesi sono
almeno una dozzina i provvedimenti
dell’Agenzia delle entrate che hanno imposto nuove corvèe fiscali: dagli enti di
previdenza alle università, dai professionisti alle imprese, dalle assicurazioni
alle banche, tutti hanno dovuto aggiornare procedure, software, competenze,
per adempiere ai nuovi obblighi di volta
in volta imposti dalla normativa tributaria. I conti bancari, i risparmi, perfino
le cassette di sicurezza sono scandagliati
in modo sistematico dal grande fratello
fiscale.
La gran parte delle riforme fiscali degli
ultimi anni si è tradotta in nuovi adempimenti a carico delle categorie produttive
che, oltre a combattere con clienti e fornitori, hanno dovuto sobbarcarsi oneri e
attività che la pubblica amministrazione
non è in grado o non vuole svolgere. Un
esempio recente è l’operazione 730 online, per la quale sono state arruolate, gratis et amore dei, schiere di professionisti,
imprese, lavoratori autonomi, che si sono
dovuti organizzare, quasi sempre in tempi stretti, per la trasmissione delle informazioni richieste dall’anagrafe tributaria. Spesso sotto la minaccia di sanzioni
pesantissime.
L’aumento delle informazioni in possesso del grande fratello fiscale ha messo nelle mani dell’Agenzia delle entrate
un’arma micidiale. Definitiva. L’evasione
fiscale, con tutti gli squilibri e le ingiustizie causati da
una ripartizione
iniqua
del
carico tributario,
sembra avere i giorni contati. Ma cosa succederà
quando tutto sarà sotto il
controllo vigile del fisco?
Quando strumenti
elettronici sempre
più
sofisticati
renderanno
l’evasione
un’ipotesi
residuale?
Succederà quello
che è già
successo
in Russia,
a
Cuba,
nell’Eu-
ropa dell’Est. Nessuno più avrà voglia di
avviare un’impresa, un’attività artigianale o professionale. Perché assumersi
dei rischi, impegnarsi allo spasimo, lavorare duramente se poi, con una pressione
tributaria che supera il 43% del
pil, a guadagnarci è sempre e
solo il fisco? È come giocare con
una roulette, dove vince sempre il banco. L’Italia si avvia
a inaugurare il socialismo
reale hi-tech.
Il rapporto tra l’apparato
burocratico statale, che si
nutre di imposte, e l’apparato produttivo, che
le imposte le paga, è
necessariamente
un rapporto dialettico, che si
mantiene su
delicati equilibri. Non
può essere
scardinato
a
favore
dell’una
o
dell’altra parte
senza
conseguenze rovinose. La storia del Novecento è ricca di esempi che lo dimostrano.
Invece, a fronte di un aumento impressionante e continuo della quantità di
dati contenuti nell’anagrafe tributaria,
le garanzie offerte ai contribuenti non
crescono affatto. Possono infatti accedere
all’anagrafe tributaria la gran parte dei
36 mila dipendenti dell’Agenzia delle entrate, oltre 400 enti esterni (Poste, Inps,
Inail, Equitalia e altri,) le regioni e 5.700
comuni. E in passato sono emersi casi
di accessi non esattamente per ragioni
di servizio. Il garante della privacy, pochi giorni fa, ha evidenziato la presenza
massiccia di dati errati: basta imputare
male un numero o un nome e questo può
generare accertamenti sbagliati, segnalazioni prive di fondamento, anomalie più
o meno gravi che rischiano di trascinarsi
per anni (o di non essere corrette mai).
Lo stesso garante non ha però previsto la
possibilità per il contribuente di accedere
ai dati a lui riferiti (per facilitare l’emersione di eventuali errori). E nemmeno ha
ritenuto necessario consentire ai contribuenti la conoscenza di quale funzionario
ha effettuato l’accessi sui suoi dati: lo ha
confermato di recente la struttura di Antonello Soro, rispondendo a un quesito in
tal senso posto da ItaliaOggi. Cresce così
lo squilibrio tra una parte, quella pubblica, che viene dotata di poteri sempre più
penetranti e un’altra, quella privata, che
si trova ad agire in ambiti sempre più ristretti. Da stato di polizia (tributaria).
© Riproduzione riservata
Quasi tutte le banche sono attive online. Fb, Twitter & co. nuovi strumenti di fidelizzazione e profilazione dei clienti
A caccia di correntisti sui social
Affari
Legali
Per gli studi legali
si apre la sfida
del Brevetto Ue
Occupazione,
il turismo fa spazio
ai giovani
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Sette
IL PRIMO GIORNALE PER PROFESSIONISTI E IMPRESE
C
omplice l’arrivo del bail-in, per il
settore bancario sta diventando
sempre più importante instaurare
e consolidare un rapporto di fiducia con la clientela acquisita e potenziale,
nella consapevolezza di almeno due criticità: le ferite rimaste aperte dopo la lunga
stagione di crisi, la necessità di fare i conti
con la clientela più giovane, per sua natura
meno portata alla fidelizzazione. Uno scenario che spiega l’interesse crescente degli
istituti di credito verso i social network.
Sui principali ci sono quasi tutti, almeno
tra gli operatori di grandi e medie dimensioni. Uno studio realizzato da Abi e Kpmg
segnala che ormai l’85% delle banche italiane è presente sui principali canali del
web, dato destinato a salire oltre la soglia
del 90% nell’anno in corso. Le piattaforme
più utilizzate sono Facebook, YouTube,
Twitter e LinkedIn, con una presenza che
mira sia a spingere il filone commerciale
sia a valorizzare il brand aziendale. E già
da qualche mese Facebook ha lanciato un
servizio per trasferire denaro: basta collegare la propria carta di credito o debito al
proprio account messenger per prelevare
dal conto corrente senza costi aggiuntivi e
con un semplice click.
NELL’INSERTO/2
NELL’INSERTO/1
Finanziamenti
Selezione di
PMI
Sentenze
tributarie
A CURA DELLO
SCADENZARIO RAGIONATO DELLE
OPPORTUNITÀ CONTENUTE NEI BANDI
COMUNITARI E REGIONALI
Aprile 2016
STUDIO FUOCO
a cura di CINZIA BOSCHIERO
1. CASE DI LUSSO, DELL’IVA RISPONDE L’ACQUIRENTE
Per domande o segnalazioni: [email protected]
2. CONTRIBUTO UNIFICATO, INVITO NON IMPUGNABILE
LEGENDA
3. BUONA FEDE, IL PRINCIPIO VALE PER LE DUE PARTI
4. CARTELLE NON IMPUGNATE, PRESCRIZIONE DECENNALE
5. CONCESSIONARIO, RESPONSABILITÀ AMPIA
-
Grado di anticipazione della notizia rispetto all’uscita in Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea espresso in numero di stelle (5 stelle = massima anticipazione)
-
Grado di difficoltà nella partecipazione: livello espresso da 1 a 5 (L. 1 ecc.). La valutazione del livello
fa riferimento alla tipologia della modulistica (complicata ecc.), ai tempi di attesa (tra l’inoltro e la comunicazione di avvenuto vaglio e approvazione), ai tempi per l’arrivo dei fondi ecc.
Aiuti per la competitività delle pmi, la formazione e la ricerca
6. DOCUMENTI INUTILIZZABILI SOLO SE RICHIESTI
7. DIFESA ESAUSTIVA NON IMPLICA ATTO MOTIVATO
I testi integrali delle sentenze sul sito www.italiaoggi.it/docio7
27 Marzo 2016
dell’Olio da pag. 12
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Domenica 27 Marzo 2016
L OT TA A L L’ E VA S I O N E
Sono ben 12 i provvedimenti dell’ultimo anno con nuovi obblighi di comunicazione
Anagrafe tributaria, mole
di informazioni da capogiro
Pagine a cura
ANDREA BONGI
Anagrafe tributaria un anno di nuovi obblighi
DI
nagrafe tributaria in
crescita esponenziale.
Sono ben 12, uno al
mese, i provvedimenti che nell’ultimo anno solare
hanno disposto nuovi obblighi
di comunicazione dati o hanno
integrato o modificato quelli
già esistenti. Ad ogni nuova
richiesta di invio di dati in
anagrafe tributaria corrisponde il reclutamento forzato di una nuova categoria di
operatori economici chiamati
ad inviare, con cadenza annuale o mensile, tutta una serie di
informazioni relative alle operazioni compiute nell’anno o
nel mese precedente.
La mole di dati che affluiscono periodicamente nelle varie
partizioni dell’anagrafe tributaria è da capogiro. A fronte
di tali continui afflussi e dello
stock di dati ed informazioni
già presenti non mancano continui richiami alla protezione
ed al controllo degli stessi da
intrusioni esterne da parte
del Garante della privacy alle
quali, in qualche modo, l’amministrazione finanziaria cerca di
dare risposta ed adeguamento.
In un tale contesto è urgente
capire se e come ogni singolo
cittadino possa attivarsi per
avere contezza di chi, come
e perché, ha avuto accesso
ai propri dati, spesso anche
sensibili. Forse le disposizioni in materia di trasparenza
dell’azione amministrativa (la
legge n. 241 dell’ormai lontano
1990) potranno costituire l’appiglio decisivo per un tale tipo
di tutela.
Ciò premesso vediamo, in
estrema sintesi, quali sono le
principali informazioni che affluiscono nell’anagrafe tributaria e quali sono le categorie
di operatori economici forzatamente obbligati dal fisco a far
affluire i dati stessi sotto la
comminatoria di pesanti sanzioni amministrative.
A
I «forzati» della Precompilata. Nell’ultimo anno solare
sono state arruolate dal fisco
tutta una serie di categorie
economiche che hanno dovuto
assumersi l’onere di comunicare telematicamente una ingente mole di dati ed informazioni
necessarie alla predisposizione
del «famigerato» 730 precompilato. Molte di queste nuove
comunicazioni sono evidenziate nella tabella in pagina.
I primi a pagare lo scotto della precompilata sono stati i
sostituti d’imposta che tutto
d’un tratto si son visti imporre, entro un termine più breve
rispetto al passato, l’obbligo di
trasmissione telematica delle
certificazioni uniche, pena la
Normativa
di riferimento
Tipologia di comunicazione
Provvedimento
del 19/2/2016
Dati relativi alle spese funebri
Provvedimento
del 19/2/2016
Dati relativi ai contributi versati alle forme pensionistiche
complementari
Provvedimento
del 19/2/2016
Dati relativi alle spese sanitarie rimborsate
Provvedimento
del 19/2/2016
Dati relativi alle spese universitarie
Provvedimento
del 25/1/2016
Modifiche ed integrazioni alla comunicazione in archivio
dei rapporti finanziari
Provvedimento
del 15/1/2016
Dati contenuti nelle Certificazioni uniche (Cu 2016)
Provvedimento
del 23/12/2015
Modifiche alla comunicazioni dati relativi ai contratti
assicurativi e ai premi assicurativi
Provvedimento
del 23/12/2015
Modifiche alla comunicazione dei dati relativi ai bonifici
per interventi di recupero del patrimonio edilizio e di
riqualificazione energetica degli edifici
Provvedimento
del 31/7/2015
Dati delle spese sanitarie ai fini della elaborazione della
dichiarazione dei redditi precompilata
Provvedimento
del 16/7/2015
Modifiche alla comunicazione dei trasferimenti, anche
attraverso movimentazione di conti, da o verso l’estero di mezzi di pagamento, da parte degli intermediari
finanziari
Provvedimento
del 28/5/2015
Integrazioni alla comunicazione integrativa annuale all’Archivio dei rapporti - giacenza media annua dei conti.
Provvedimento
del 31/3/2015
Modifiche alla comunicazione delle operazioni rilevanti ai
fini dell’imposta sul valore aggiunto – c.d. Spesometro
sanzione amministrativa pari
a 100 euro per ogni errore o
omissione,
Subito dopo i sostituti d’imposta il fisco ha arruolato gli
operatori finanziari per l’invio
dei dati relativi ai bonifici per
le spese di ristrutturazione
edilizia e risparmio energetico,
poi gli operatori della sanità –
medici e strutture sanitarie –
per l’invio dei dati relativi alle
prestazioni rese nei confronti
dei loro pazienti e per gli eventuali rimborsi delle stesse da
parte del servizio sanitario
nazionale.
A seguire sono stati precettati tutti coloro che erogano prestazioni funebri, le università
statali e non statali e gli enti
che erogano forme pensionistiche complementari. Ad ognuno
di essi è stato richiesto l’invio
dei dati delle prestazioni rese
nel corso dell’anno precedente
ai fini dell’inserimento degli
stessi nel modello precompilato.
Le comunicazioni degli
operatori finanziari. L’archivio dei rapporti finanziari
è il cuore dell’anagrafe tributaria. Gli operatori del comparto (banche, Poste italiane spa,
intermediari finanziari, imprese di investimento, organismi
di investimento collettivo del
risparmio, società di gestione
del risparmio ed ogni altro operatore finanziario) sono oberati
da una serie di obblighi di trasmissione telematica di dati
ed informazioni in anagrafe
tributaria sia su base mensile
che annuale.
Senza voler scendere nel
dettaglio (si veda articolo successivo) i principali obblighi
di trasmissione riguardano: i
bonifici per le detrazioni fiscali, la tassazione dei redditi da
risparmio sotto forma di pagamenti di interessi (direttiva
risparmio), i dati relativi all’archivio dei rapporti finanziari
(il c.d. monitoraggio fiscale),
gli interessi passivi su mutui,
le informazioni relative alle
indagini finanziarie e la co-
municazione delle operazioni
rilevanti ai fini Iva effettuate
tramite Pos.
Amministrazioni, enti
pubblici e società concessionarie. Molteplici anche
gli obblighi di comunicazioni
di dati all’anagrafe tributaria
da parte delle amministrazioni
locali (in particolare i comuni)
le pubbliche amministrazioni
e gli uffici pubblici.
Tutti i comuni italiani hanno infatti l’obbligo di trasmettere informazioni utili ai fini
dell’accertamento dei tributi
statali attraverso tramite il
sistema Siatel. Il flusso delle informazioni riguarda in
particolare i settori: commercio, professioni, urbanistica e
territorio, proprietà edilizie
e patrimonio immobiliare,
residenze fittizie all’estero e,
in generale, la disponibilità
di beni indicativi di capacità
contributiva. Grazie all’invio
di tali segnalazioni i Comuni
potranno poi partecipare in
quota al gettito erariale recuperato.
Gli uffici comunali che abbiano ricevuto denunce di
inizio attività e emesso atti di
assenso in materia di attività
edilizia devono poi effettuare
specifiche comunicazioni in
anagrafe tributaria in relazione a tali atti.
Allo stesso modo tutti gli
uffici pubblici che hanno concesso autorizzazioni, licenze e
concessioni di aree demaniali
marittime, devono comunicare
in anagrafe tributaria i dati dei
soggetti beneficiari.
Anche gli enti locali che
gestiscono la tassa rifiuti e
le società concessionarie che
gestiscono la Tariffa di igiene
ambientale, hanno l’obbligo
di comunicare annualmente
all’anagrafe tributaria i dati
relativi agli utenti dei servizi.
Assicurazioni, gestori di
utenze, ordini, strutture sanitarie e società di calcio.
Molteplici anche le comunicazione in anagrafe tributaria
alle quali sono obbligate le società e le compagnie di assicurazioni. Si va dai dati relativi ai
premi di assicurazione detraibili alle notizie, relativamente
ai soggetti contraenti, dei più
svariati contratti di assicurazione con esclusione soltanto
di quelli relativi alla responsabilità civile e all’assistenza
e garanzie accessorie.
Tutti gli operatori del settore
delle assicurazioni devono poi
comunicare in via telematica
all’anagrafe tributaria i dati
relativi alle liquidazioni effettuate in presenza di sinistri,
compresi quelli che si riferiscono a erogazioni effettuate
da altri in loro nome o per loro
conto.
I gestori di servizi di pubblica
utilità devono invece comunicare annualmente all’anagrafe tributaria i dati relativi ai
contratti di somministrazione
di energia elettrica, acqua,
gas e i contratti di servizi di
telefonia fissa, mobile e satellitare.
Gli ordini professionali e gli
altri enti ed uffici obbligati
alla tenuta di albi, registri e
elenchi istituti per l’esercizio
delle attività professionali e
di lavoro autonomo devono
invece comunicare, sempre
con cadenza annuale, all’anagrafe tributaria i dati relativi alle iscrizioni, variazioni e
cancellazioni.
Le strutture sanitarie private, organizzate in qualsiasi
forma, sono invece tenute a
comunicare telematicamente l’ammontare dei compensi
complessivamente riscossi
per ogni medico e paramedico
in ciascun anno solare.
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Domenica 27 Marzo 2016
Le principali comunicazioni all’archivio dei rapporti finanziari
Tipologia
rapporto
importi da comunicare
Altre
informazioni
Conto corrente e Saldo Contabile fine Saldo Contabile di Totale accrediti ef- Totale degli addebiti
fine anno
fettuati nell’anno
effettuati nell’anno
carte di credito anno precedente
con Iban
Conto deposito Controvalore dei tititoli e/o obbliga- toli alla data fine
zioni
anno precedente
(come da estratto
conto)
Controvalore dei titoli rilevato contabilmente alla data di
fine anno (come da
estratto conto)
Giacenza
media
Importo totale degli Importo totale disinacquisti di titoli, vestimenti effettuafondi ecc effettuati ti nell’anno
nell’anno, esclusi i
rinnovi.
Conto deposito a Saldo Contabile fine Saldo Contabile di Importo totale ac- Importo totale degli
risparmio libero/ anno precedente
fine anno
crediti ef fettuati addebiti effettuati
vincolato
nell’anno
nell’anno
Rappor to fidu- Controvalore rileva- Controvalore rilevaciario ex lege n. to contabilmente to contabilmente a
1966/1939
a fine anno prece- fine anno
dente
Gestione collettiva Ammontare del condel risparmio
tratto di gestione
alla data di fine anno
precedente
Importo totale distintamente individuato dei conferimenti (parziali/
totali) ef fet tuati
nell’anno
Giacenza
media
Importo totale distintamente individuato dei prelievi
(parziali/totali) effettuati nell’anno
Ammontare del con- Importo totale del- Importo totale dei
tratto di gestione le sottoscrizioni di rimborsi di quote
nell’anno
alla data di fine quote nell’anno
anno
Gestione patrimo- Valore globale del Valore globale del Importo totale degli Importo totale dei
niale
patrimonio a data patrimonio a data apporti effettuati prelievi effettuati
nell’anno
nell’anno
di fine anno prece- fine anno
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Certificati di depo- Totale degli importi
sito e buoni frut- facciali dei Certificatiferi
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anno precedente
Totale degli importi Importo totale delle Importo totale delle Numero totafacciali dei Certifi - accensioni effettua- estinzioni effettuate le dei certifinell’anno
cati o dei buocati o dei buoni a te nell’anno
ni fruttiferi
fine anno
Conto terzi indivi- Saldo Contabile alla Saldo Contabile alla Importo totale degli Importo totale degli
duale/globale
data di fine anno data di fine anno
accrediti effettuati addebiti effettuati
precedente
nell’anno
nell’anno
Dopo incasso
Saldo Contabile alla Saldo Contabile alla Importo totale degli
data di fine anno data di fine anno
incassi effettuati
precedente
nell’anno
Numero totale degli accessi effettuati
nell’anno
Cassette di sicurezza
Contratti derivati
Giacenza
media
Importo totale no- Importo totale no- Numero totazionale dei contratti zionale dei contratti le dei contratti stipulati
chiusi nell’anno.
accesi nell’anno
Carte di credito/ Utilizzo del plafond Utilizzo del plafond di Per le carte pre- importo totale degli
debito
di spesa a fine anno spesa a fine anno
pagate Ricaricabili, acquisti effettuati
precedente
l’importo totale del- nell’anno.
le ricariche effettuate nell’anno. Per
le prepagate non
ricaricabili l’importo
totale del valore delle carte acquistate
nell’anno
Prodotti finanziari
emessi da imprese di assicurazione
Importo totale de- Importo totale dei
gli incrementi della riscatti della polizza
polizza effettuati effettuati nell’anno
nell’anno
Acquisto e vendita
di oro e metalli
preziosi
Importo totale del Importo totale del Numero totavalore degli acquisti valore delle vendite le delle opeeffettuati nell’anno effettuate nell’anno razioni effettuate
Operazione Extraconto
Ammontare delle
operazioni nell’anno
Numero delle operazioni
effettuate
3
4
Domenica 27 Marzo 2016
L OT TA A L L’ E VA S I O N E
L’archivio dei rapporti finanziari rappresenta il cuore dell’Anagrafe tributaria
Conti bancari, il Fisco sa tutto
Pagina a cura
ANDREA BONGI
DI
iente sfugge più
all’archivio dei rapporti finanziari. Nessun segreto «bancario» può essere ormai tenuto
nascosto agli occhi dell’anagrafe tributaria italiana. Gli
007 del fisco possono capire,
con un semplice click, come
i contribuenti italiani movimentano ed utilizzano le loro
disponibilità finanziarie.
Per avere contezza di tutto
ciò basta dare un rapido sguardo alla tabella nella pagina
precedente nella quale sono
riepilogate, per ogni tipologia
di rapporto intrattenuto con
gli operatori finanziari, i dati
che periodicamente vengono
inviati all’archivio dei rapporti finanziari, vero e proprio
cuore dell’anagrafe tributaria
alla quale hanno accesso, oltre
ai funzionari dell’Agenzia delle
entrate, anche i militari della
Guardia di finanza, gli ispettori di Equitalia e di recente
anche quelli dell’Inps.
N
Comunicazioni mensili
e annuali. Gli operatori finanziari devono comunicare
mensilmente all’archivio dei
rapporti i dati relativi al rapporto finanziario e delle operazioni extra-conto, comprensivi
del codice identificativo e dei
dati anagrafici dei soggetti collegati al rapporto con specificazione del ruolo dagli stessi
rivestito.
Pe r q u a n t o r i g u a r d a
quest’ultimo sono previste le
seguenti tipologie soggettive:
Titolare e contitolare; Titolare
di ditta individuale; Delegato o
procuratore; Delegato di sportello o delegato occasionale; Titolare effettivo (come rilevabile
ai sensi della normativa antiriciclaggio); Garantito.
Su base annuale invece dovranno essere invece trasmessi, relativamente ai rapporti
attivi nel corso dell’anno di
riferimento, i seguenti dati:
1) dati identificativi del rapporto, compreso il codice univoco assegnato dall’operatore al
momento della comunicazione
di accensione del rapporto;
2) dati relativi ai saldi del
rapporto, distinti in saldo iniziale al 1° gennaio e saldo finale al 31 dicembre, dell’anno cui
è riferita la comunicazione;
3) saldo iniziale alla data di
apertura, per i rapporti acce-
si nel corso dell’anno; il saldo
contabilizzato antecedente la
data di chiusura, per i rapporti
chiusi nel corso dell’anno;
4) dati relativi agli importi
totali delle movimentazioni
distinte tra dare ed avere per
ogni tipologia di rapporto, conteggiati su base annua;
5) giacenza media annua relativa ai rapporti di deposito e
di conto corrente bancari e postali e rapporti assimilati;
6) altri dati contabili, solo
per alcune particolari tipologie
di rapporto.
Le «giacenze medie» dei
conti. Entrando più nel dettaglio delle singole comunicazioni non si può non evidenziare come per tre tipologie di
rapporti finanziari vengano
inviate al fisco anche le c.d.
«giacenze medie».
Si tratta di una nuova comunicazione introdotta a partire
dai dati di riferimento dell’anno 2014, tramite la quale le
banche e le Poste italiane spa
inviano, in ossequio al provvedimento direttoriale del 28
maggio 2015, le informazioni
della giacenza media annua
per i rapporti di conto corrente,
di conto deposito a risparmio
libero/vincolato e per i rapporti di conto terzi individuale/
globale.
Per giacenza media annua
del rapporto deve intendersi
l’importo medio delle somme
a credito del cliente in un dato
periodo ragguagliato ad un
anno. Il calcolo della giacenza media annua si determina
dividendo la somma delle giacenze giornaliere per 365, indipendentemente dal numero
di giorni in cui il deposito o il
conto risulta effettivamente attivo. Per giacenze giornaliere
si intendono i saldi giornalieri
per valuta.
In presenza di una giacenza
media negativa, i soggetti obbligati alla comunicazione dovranno indicare il valore zero.
Le informazioni della giacenza media annua vanno
trasmesse per tutti i soggetti
persone fisiche e non fisiche
che siano titolari di una delle tipologie di rapporto sopra
indicate.
Si tratta di un dato di evidente utilità segnaletica che va
ad aggiungersi alle rilevazioni
in ordine ai saldi contabili di
inizio e fine anno e all’invio dei
totali in accredito e in addebito
su base annua.
Le «Altre informazioni».
Per particolari tipologie di
rapporti bancari o finanziari il
fisco chiede agli operatori del
settore di inviare anche altri
dati aggiuntivi a quelli relativi
agli stock e ai flussi annuali.
Si prenda, ad esempio, quanto richiesto in relazione ai
certificati di deposito e buoni
fruttiferi posseduto dal contribuente. Per questi ultimi la
banca deve comunicare, oltre
agli importi facciali dei titoli
di fine ed inizio anno, nonché
i totali delle accensioni ed
estinzioni effettuate nel corso dell’anno, anche il numero totale dei certificati o dei
buoni fruttiferi posseduto dal
contribuente appositamente
identificato tramite codice
fiscale. Per le cassette di sicurezza il dato che interessa
il fisco è il numero totale degli accessi effettuati nell’anno
dal contribuente. Si tratta di
una informazione che potrebbe far scattare segnali di
allarme da parte dei soggetti
che hanno accesso all’archivio
dei rapporti finanziari perché
indicativi di movimenti in entrata o uscita, da o verso, la
cassetta di sicurezza stessa.
© Riproduzione riservata
Alcune informazioni viaggiano al contrario
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È un magazine
A fronte di una mole imponente di dati
verso l’anagrafe tributaria qualcosa ritorna in direzione dei contribuenti. Si tratta
delle nuove tipologie di comunicazione
definite «avanzate» dall’Agenzia delle entrate, con le quali si tenta di stimolare
l’assolvimento degli obblighi tributari e
l’emersione delle basi imponibili facilitandone gli adempimenti.
Il riferimento è alle disposizioni contenute nella legge 23 dicembre
2014 n. 190, articolo 1, commi 634-636 ed
al conseguente
provvedimento direttoriale
del 13 luglio
2015 (prot. n.
94624).
Grazie a queste
disposizioni i
contribuenti
potranno aver
accesso ad una
serie di informazioni che li
riguardano direttamente e
che potranno aiutarli nell’adempimento
spontaneo dei loro obblighi tributari.
Per adesso i dati che i contribuenti potranno ricevere e consultare dall’anagrafe tributaria sono solo di due tipi:
1. informazioni derivanti dal confronto
con i dati comunicati dai loro clienti attraverso il c.d. Spesometro, da cui risulterebbe che gli stessi abbiano omesso,
in tutto o in parte, di dichiarare i ricavi
conseguiti;
2. informazioni riguardanti possibili anomalie, presenti nelle dichiarazioni dei
redditi, relative alla corretta indicazione dei compensi certificati dai sostituti
d’imposta nei modelli 770, quadro «Co-
municazione dati certificazione lavoro
autonomo, provvigioni e redditi diversi»,
con causale A (prestazioni di lavoro autonomo rientranti nell’esercizio di arte o
professione abituale) ovvero M (prestazioni di lavoro autonomo non esercitate
abitualmente).
I dati dei sostituti affluiscono nel cassetto fiscale del contribuente nella sezione «comunicazioni». I dati relativi agli
spesometri
inviati dai
propri clienti dovrebbero invece
arrivare
tramite un
messaggio
sulla casella di posta
certificata
del contribuente. Il
condizionale è d’obbligo perché
a tutt’oggi,
nonostante
quanto indicato dal
provvedimento istitutivo, non risulta sia
stata inviata alcuna comunicazione del
genere.
Tornando alle comunicazioni rilevate dai
770 dei sostituti è opportuno evidenziare
come il valore segnaletico delle stesse sia
solo apparente. In esse è infatti evidenziata la ragione sociale del sostituto ed
il tipo di reddito assoggettato a ritenuta
ma non è indicato nessun importo né del
reddito né delle ritenute effettuate. Difficile quindi pensare che solo sulla base
di tale segnalazione sia possibile avere un
utile riscontro o una semplificazione degli
adempimenti tributari da effettuare.
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Domenica 27 Marzo 2016
Do
FISCALITÀ INTERNAZIONALE
5
La procedura di definizione preventiva prevista per le imprese a vocazione internazionale
Attività transnazionali in chiaro
Indagini fiscali solo su fattispecie non previste dall’accordo
DI
Pagina a cura
DUILIO LIBURDI
nterpello ad hoc per le
imprese a vocazione internazionale: le nuove
disposizioni introdotte
dal decreto legislativo n. 147
del 2015 trovano attuazione
dal 21 marzo scorso per effetto della emanazione del
relativo provvedimento attuativo da parte dell’agenzia
delle entrate. Effetti rilevanti
sulle attività di controllo da
parte dell’amministrazione
finanziaria che, di fatto, potrà indagare solo su fattispecie diverse rispetto a quelle
dell’accordo. Con un lasso
temporale coperto dal ruling
che, in linea di massima, dura
cinque periodi di imposta.
Le disposizioni contenute nel
decreto internazionalizzazione, hanno introdotto l’articolo
31-ter del dpr n. 600 del 1973
disciplinando la possibilità che
le imprese a vocazione internazionale possano individuare
con l’amministrazione finanziaria alcune regole certe in situazioni che, nell’ambito della
fiscalità internazionale, indubbiamente possono condurre a
controversie. Di fatto, dunque,
una norma (che sostituisce il
ruling internazionale introdotto nel 2003 e che non ha riscontrato grandissimo successo) di
garanzia per le parti interessate, a fronte, essenzialmente, di
un contraddittorio preventivo.
Posto che nella tabella in pagina sono delineati gli argomenti
per i quali è possibile attivare
l’accordo preventivo, il provvedimento del 21 marzo 2016
delinea in modo molto preciso
la procedura da seguire.
I
Le ipotesi oggetto di possibile accordo
Costi black list
L’articolo 31-ter del dpr n. 600 del 1973 prevedeva tale
ipotesi che nel provvedimento non viene più menzionata in funzione di quanto stabilito nella legge n. 208 del
2015 che prevede la deducibilità dei costi black list al
solo requisito della inerenza degli stessi
Determinazione dei valori di uscita o di ingresso in caso
Trasferimento di
di trasferimento della residenza ai sensi degli articoli
residenza imprese
166 e 166-bis del Tuir
Transfer pricing
Facoltativo o sostanzialmente automatico per le imprese
che aderiscono la regime collaborativo
Redditi
di natura
finanziaria
e royalties
Applicazione a un caso concreto di norme, anche di origine convenzionale, concernenti l’erogazione o la percezione di dividendi, interessi e royalties e altri componenti
reddituali a o da soggetti non residenti
Valutazione
della stabile
organizzazione
Valutazione preventiva della sussistenza o meno dei requisiti che configurano una stabile organizzazione situata
nel territorio dello Stato, tenuti presenti i criteri previsti
dall’articolo 162 del Tuir nonché dalle vigenti Convenzioni
contro le doppie imposizioni stipulate dall’Italia
Reddito
della stabile
organizzazione
Applicazione a un caso concreto di norme, anche di
origine convenzionale, concernenti l’attribuzione di utili
e perdite alla stabile organizzazione in un altro Stato di
un’impresa o un ente residente ovvero alla stabile organizzazione in Italia di un soggetto non residente
Di particolare
interesse
è la
i l
i
l
fase iniziale, in quanto, ancora
prima di presentare una istanza, il provvedimento afferma
che è data facoltà alle imprese con attività internazionale
di richiedere un incontro con
i rappresentanti dell’ufficio al
fine di ottenere, anche
h per il
tramite di propri procuratori
ed in forma anonima, chiarimenti e/o indicazioni in merito
alla procedura.
Da qui il provvedimento delinea la strada da seguire che
sarà:
- quella
ll della
d ll presentazione
i
di una istanza corredata da
documentazione nella quale si
espone il caso concreto nonché
la relativa soluzione. È evidente che questa parte è tipizzata
in ragione della fattispecie che
si intende trattare. Ad esempio,
nell’ambito della valutazione
della sussistenza dei requisiti
di stabile organizzazione, la
soluzione dovrà essere supportata da elementi di fatto e
di diritto idonei e congruenti
rispetto alla soluzione stessa;
- la determinazione in merito
alla ammissibilità della stessa
che viene comunicata entro 30
giorni dalla presentazione;
- l’avvio del contraddittorio
con la parte nell’ambito del
quale sarà possibile per l’amministrazione finanziaria procedere ad effettuare accessi mirati
nonché richiedere documentazione che viene ritenuta necessaria in relazione alla comprensione della fattispecie;
- il procedimento si chiude
entro i 180 giorni successivi
alla presentazione dell’istanza.
Deve essere osservato come a
differenza delle ordinarie forme
di interpello, non è ovviamente
prevista la forma del silenzio
assenso. Si tratta di un termine
indicativo decorso il quale non
è ipotizzabile la condivisione
sulla soluzione proposta;
- una particolare modalità di
svolgimento della procedura è
prevista, comunque, in relazione alla verifica della sussistenza di una stabile organizzazione in Italia;
- l’accordo, nell’ipotesi che
questo venga raggiunto, diviene vincolante per le parti e
rimane in vigore per il periodo di imposta in cui è stipulato e per i quattro periodi di
imposta successivi e, per tali
periodi, le attività di controllo
di cui all’art. 32 dpr n. 600/73
possono essere svolte solo con
riferimento a fattispecie che
non riguardano l’accordo medesimo.
Contraddittorio anticipato, transfer pricing in pole position
Il transfer pricing sarà, con tutta
probabilità, l’argomento che con
maggior frequenza potrà costituire
richiesta di accordo preventivo tra
imprese ed amministrazione finanziaria. La fattispecie è di rilevante
complessità e, in sede di verifica,
rappresenta uno degli argomenti sui
quali talvolta è complesso giungere
ad una soluzione univoca. Per tale
motivo lo strumento dell’accordo
preventivo potrà condurre ad una
maggiore «serenità».
In questo contesto, va ricordata, in
primo luogo, la norma di riferimento che è costituita dall’articolo 110,
comma 7, del Tuir. In base alla disposizione di legge, i componenti del
reddito derivanti da operazioni con
società non residenti nel territorio
dello Stato, che direttamente o indirettamente controllano l’impresa,
ne sono controllate o sono controllate dalla stessa società che controlla l’impresa, sono valutati in base al
valore normale dei beni ceduti, dei
servizi prestati e dei beni e servizi
ricevuti, determinato in base a criteri di «mercato» se ne deriva aumento
del reddito; la stessa disposizione si
applica anche se ne deriva una diminuzione del reddito, ma soltanto
in esecuzione degli accordi conclusi con le autorità competenti degli
Stati esteri a seguito delle speciali
«procedure amichevoli» previste dalle convenzioni internazionali contro
le doppie imposizioni sui redditi.
La disposizione in materia di prezzi
di trasferimento si applica anche per
i beni ceduti e i servizi prestati da
società non residenti nel territorio
dello Stato per conto delle quali
l’impresa esplica attività di vendita
e collocamento di materie prime o
merci o di fabbricazione o lavorazione di prodotti.
In concreto, la valutazione delle
operazioni soggette alla disciplina
dei prezzi di trasferimento ha sicuramente una conseguenza di natura
tributaria ma una «preparazione»
che è prettamente aziendalistica e
che si fonda cioè sulla valutazione
della fattispecie in relazione alle
indicazioni di matrice Ocse. Questioni, solitamente, estremamente
complesse e che indubbiamente si
prestano a valutazioni soggettive.
Sulla determinazione del corret-
to valore normale tra imprese del
gruppo, va ricordato peraltro come
l’ordinamento contenga una disposizione finalizzata a eliminare l’applicabilità delle sanzioni in caso di
accertamento laddove l’impresa abbia predisposto un apposito set documentale nel quale sono ricostruiti
criteri e modalità di determinazione
del prezzo di trasferimento delle
operazioni sui beni e sui servizi.
In tal senso, si esprime infatti il
provvedimento dell’Agenzia delle
entrate del 29/9/2010, n. 137654
emanato in attuazione di quanto
previsto dall’art. 1, comma 2-ter
dlgs 18 dicembre 1997, n. 471, ora
comma 6 dopo la riforma del sistema
sanzionatorio.
Nella sostanza, a seconda della tipologia di soggetto interessato dalla disciplina dei prezzi di trasferimento,
dovrà essere predisposta una tipologia di documentazione partendo da
quello che è definito Masterfile che
descrive, principalmente, la struttura del gruppo di appartenenza del
soggetto che predispone la relativa
documentazione.
La questione che dovrà essere at-
tentamente valutata alla luce della
introduzione del nuovo provvedimento è quella del rapporto tra le
discipline. Si deve infatti ritenere
come la possibilità introdotta di
accordo preventivo, nell’ipotesi
in cui lo stesso venga raggiunto e
sia rispettato, elimini in radice la
possibilità di irrogazione sanzioni
(in virtù del fatto che le attività di
controllo possono essere esperite,
come visto, solo su questioni diverse) e, conseguentemente, renda di
fatto inutile la predisposizione della documentazione da consegnare in
sede di verifica. O, per meglio dire,
si tratta di una predisposizione della documentazione effettuata in via
anticipata e propedeutica in quanto finalizzata all’accordo. Si deve
infatti ulteriormente ipotizzare
come la struttura e il contenuto
degli elementi che vengono portati
nel contraddittorio preventivo con
l’amministrazione finanziaria, non
siano di fatto diversi da quelli che
sono rappresentati nella documentazione che viene tenuta a disposizione dell’amministrazione stessa
in caso di controllo.
6
Domenica 27 Marzo 2016
P R I VAC Y & C O N S U M ATO R I
Dopo l’intervento del Garante una sentenza ferma le telefonate generate automaticamente
Anche la Cassazione striglia
i call center sulle chiamate mute
DI
Pagine a cura
ANTONIO CICCIA
MESSINA
top alle telefonate
mute: sono fuorilegge.
Anche per la Cassazione, che con la sentenza
n. 2196/16 del 15/1/2016, depositata il 4/2/2016 bacchetta
i call center che utilizzano lo
stratagemma dell’overbooking
di chiamate telefoniche. Ossia, un sistema automatizzato
chiama più numeri di quanti
siano gli operatori disponibili,
per evitare tempi morti. Così,
a volte, c’è un utente in linea
ma nessun addetto del call
center pronto a parlare. Il risultato è un trattamento dei
dati (il numero del chiamato)
non corretto: perché disturbare
qualcuno e farlo stare in attesa
e nell’ansia di non sapere chi
c’è all’altro capo del filo? Ma
non si tratta solo di una scorrettezza, si tratta di una vera
e propria illegittimità. Lo ha
detto il Garante della privacy
e lo ha confermato la corte suprema, che ha convalidato una
decisione del collegio presieduto da Antonello Soro.
La pronuncia ha rilevato
l’effettuazione delle chiamate
multiple attraverso un sistema, definito predictive. Esiste
cioè un compositore numerico
che connette gli operatori (a
quei numeri che danno risposta positiva. In caso di minor
numero di operatori rispetto
alle risposte positive, però, il
destinatario, proprio in considerazione della prescelta modalità, è esposto al rischio di
non ricevere risposta alla chiamata. Il Garante della privacy ha ritenuto questo sistema
contrario ai principi del codice
della privacy: secondo gli articoli 4 e 11 del Codice della
privacy, i dati personali vanno
gestiti rispettando i canoni
della correttezza, pertinenza
e non eccedenza rispetto alle
finalità del loro utilizzo.
Anche i giudici hanno ritenuto scorretta la modalità di
trattamento del dato messa in
atto dal sistema di telemarketing, in quanto tale modalità
mira a ottimizzare il successo
delle chiamate passate agli
operatori, facendo ricadere
il rischio, e il disagio, della
chiamata «muta» sui soli destinatari. Per la Cassazione
non ha alcuna importanza se
la percentuale delle telefonate
«mute» è molto bassa. Inoltre,
la Cassazione aggiunge anche
un altro motivo di illegittimità:
costituiscono un trattamento
dei dati personali con sistemi
automatici di chiamata, che è
consentito dal Codice della privacy (artt. 129 e 130) solo con il
consenso dell’interessato. L’esonero dall’obbligo di acquisire il
previo consenso riguarda solo
S
Cosa sono le chiamate mute e come tutelarsi
Cosa sono le telefonate mute
A cosa servono
E f fe t t o d e l l e
chiamate mute sulle persone
contattate
Vantaggi per il
call center
Tutele contro le
telefonate mute
Riconoscibilità
di una chiamata
muta a fini di
marketing
A cosa serve il
comfort noise
Termini di conservazione della traccia delle
chiamate mute
effettuate
Sono chiamate effettuate da call center per finalità commerciali, nelle quali la persona contattata, dopo aver
sollevato il ricevitore, non viene messa in comunicazione
con alcun interlocutore
I call center, per ottimizzare i tempi, utilizzano sistemi automatizzati che generano più chiamate rispetto al numero degli
operatori disponibili a gestirle, i quali, quindi, non possono
parlare con l’utente finché non si liberano dalle chiamate
precedenti che il sistema ha instradato automaticamente
Possono ingenerare nelle persone contattate uno stato di
ansia, allarme e preoccupazione circa la loro provenienza. Le
persone chiamate sono naturalmente portate ad associare tale evento a comportamenti illeciti (controlli indebiti, molestie,
stalking, verifiche di malintenzionati volte alla commissione di
eventuali reati, quali furti o aggressioni). Inoltre, si associa la
frustrazione connessa al senso di impotenza e all’incapacità
di reagire all’evento
Il call center può decidere di programmare il sistema in modo che esso inoltri un numero di telefonate anche di molto
superiore alla propria capacità ricettiva e di lavorazione, con
il vantaggio così di assicurarsi che i propri operatori, al termine di ciascuna telefonata effettuata, ne abbiano sempre
a disposizione una ulteriore, già instradata, da prendere in
carico ed evitare, così, che rimangano inattivi o si ingenerino
tempi morti
Il Garante ha stabilito che:
• non possono effettuarsi più di 3 telefonate mute ogni
100 andate a buon fine;
• la chiamata muta deve interrompersi trascorsi 3 secondi
dalla risposta dell’utente;
• a seguito di una chiamata muta deve essere preclusa la
possibilità di richiamare quella stessa utenza per almeno
cinque giorni;
• l’eventuale successivo riuso di quel numero deve avvenire in modo da assicurare la presenza di un operatore
L’utente non può essere messo in attesa silenziosa e che
il sistema deve generare una sorta di rumore ambientale,
il cosiddetto comfort noise (voci di sottofondo, squilli di
telefono, brusio)
Serve a rassicurare la persona chiamata. L’utente, anche
se non ancora in contatto con l’operatore, ha la sensazione
che la telefonata ricevuta provenga da un call center e non
da un pericoloso sconosciuto chiamante
I call center devono conservare i report statistici delle
percentuali di telefonate mute effettuate per ciascuna
campagna per un periodo non inferiore a due anni
Fonte: Faq www.garanteprivacy.it – Rielaborazione ItaliaOggi
il marketing diretto,
diretto effettuato
mediante l’uso del telefono con
l’operatore. Mentre, prosegue
la sentenza in esame, non rientrano nel concetto di marketing diretto con operatore, ma
riguardano sistemi automatici
di chiamata, le telefonate con
contatto abbattuto (quelle appunto «mute»), proprio perché
in esse l’operatore manca. La
Cassazione, quindi, conclu-
de che l’articolo 130,
130 comma
3-bis, del Codice della privacy,
che consente, in deroga al principio del consenso espresso, il
trattamento dei dati personali
mediante l’impiego del telefono
per le comunicazioni di natura
commerciale nei confronti di chi
non abbia esercitato il diritto di
opposizione mediante iscrizione della propria numerazione
nel registro pubblico delle op-
posizioni (regime dell’opt
dell’opt-out),
out)
non trova applicazione nel caso
in cui l’autore del trattamento
abbia inviato telefonate senza
operatore, né in quello in cui
l’utenza chiamata non risulti
inserita in uno degli elenchi
cartacei o elettronici a disposizione del pubblico (come per
esempio avviene per i telefoni
cellulari).
© Riproduzione riservata
I paletti
dell’Autorità
Comfort noise per evitare che il chiamato sia
raggiunto dalla telefonata di un malintenzionato.
È uno stratagemma per
rendere meno fastidiose
le chiamate di telemarketing, alla ricerca di un
non semplice equilibrio
tra esigenze commerciali
e diritto alla tranquillità
individuale. La prescrizione è inserita nel provvedimento del Garante della
privacy del 20 febbraio
2014, pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale n. 79
del 4 aprile 2014, con cui
ha imposto agli operatori
di telemarketing di adottare specifiche misure per
arginare il fenomeno delle telefonate mute.
Il problema deriva dalle
impostazioni dei sistemi
centralizzati di chiamata
dei call center, rivolte a
massimizzare la produttività degli operatori.
Le regole fissate dal Garante per eliminare gli
effetti distorsivi di questa pratica commerciale,
prevedono che i call center devono tenere precisa
traccia delle «chiamate
mute», che dovranno comunque essere interrotte
trascorsi 3 secondi dalla
risposta dell’utente.
Non possono verificarsi
più di 3 telefonate «mute»
ogni 100 andate «a buon
fine». Tale rapporto deve
essere rispettato nell’ambito di ogni singola campagna di telemarketing.
L’utente non può essere
messo in attesa silenziosa, ma il sistema deve
generare una sorta di
rumore ambientale, il cosiddetto «comfort noise»
(come con voci di sottofondo, squilli di telefono,
brusio), per dare la sensazione che la chiamata
provenga da un call center e non da un eventuale
molestatore.
L’utente disturbato da
una chiamata muta non
potrà essere ricontattato per cinque giorni e,
al contatto successivo,
dovrà essere garantita
la presenza di un operatore.
Infine i call center saranno tenuti a conservare per
almeno due anni i report
statistici delle telefonate «mute» effettuate per
ciascuna campagna, così
da consentire eventuali
controlli.
P R I VAC Y & C O N S U M ATO R I
l telemarketing «selvaggio» resiste. E si discute
se il Registro delle opposizioni sia stato davvero
efficace contro le chiamate
indesiderate.
Chi non vuole ricevere comunicazioni telefoniche commerciali iscrive il suo numero
nel registro e dovrebbe essere
al riparo (http://www.registrodelleopposizioni.it/). Le
aziende di marketing prima
di lanciare una campagna devono sottoporre le loro liste al
registro, che le ripulisce dalle
linee iscritte.
Eppure stando all’ultima
relazione annuale del Garante della privacy (per il 2014),
per quanto riguarda le utenze
telefoniche iscritte al Registro
pubblico delle opposizioni è
alto numero di segnalazioni
relative alla ricezione di chiamate promozionali indesiderate. Segnalazioni e reclami
in materia di marketing telefonico sono stati 2.220 (quasi
il 50% del totale).
Numerose segnalazioni
hanno riguardato anche telefonate a carattere commerciale effettuate nei confronti
di utenze riservate, fisse e
mobili, non presenti negli
elenchi telefonici e anche
di utenze, non riservate e
non iscritte nel Registro
pubblico delle opposizioni,
per le quali è stato negato il
consenso al trattamento dei
dati personali nei confronti
di una o più società.
In numerosi casi, rileva
il Garante, le aziende che
hanno svolto attività a contenuto promozionale hanno
operato anche tramite terzi
i quali, a loro volta, hanno
ulteriormente demandato
l’attività promozionale ad
altri soggetti, talora stabiliti all’estero. Lo svolgimento dell’attività istruttoria
ha comportato la necessità
di svolgere un previo accertamento sulla titolarità
delle utenze segnalate. In
numerosi casi, il numero
chiamante è risultato oscurato oppure solo apparentemente in chiaro (in quanto,
ricontattando l’utenza telefonica, la stessa è risultata
essere «inesistente»). Nel
2014 il Garante ha trattato
un totale di 1.398 pratiche,
delle quali, per più di 1.000,
è stata conclusa l’attività
istruttoria. In più di 80 casi,
inoltre, l’attività è stata definita con la trasmissione
degli atti al Dipartimento
competente per l’apertura di
un procedimento sanzionatorio. Gli accertamenti svolti
nell’ambito delle istruttorie,
peraltro, hanno determinato
in taluni casi la necessità di
effettuare attività di carattere ispettivo nei confronti
sia dei soggetti committenti
l’attività di telemarketing,
sia di alcuni call center.
Al 1° marzo 2016 nel Registro pubblico delle opposizioni sono presenti oltre
1.457.000 numerazioni, intestate ai cittadini che hanno manifestato il diritto di
opposizione alle chiamate
di telemarketing. Si ricorda
I
Il telemarketing
selvaggio resiste
Gli adempimenti per gli operatori
•
Nel corso della chiamata, gli operato- •
ri di telemarketing
devono:
•
consentire l’identificazione, mostrando il proprio
numero telefonico al cittadino contattato, la cui
utenza è presente sull’elenco telefonico
indicare con precisione all’abbonato che i suoi dati
personali sono stati estratti dagli elenchi telefonici
pubblici o da liste private
informare gli abbonati della possibilità d’iscrizione
nel Registro pubblico delle opposizioni al fine di non
essere più contattati
Come iscriversi al Registro opposizioni
Le modalità di iscrizione
Modulo elettronico sul sito web
L’Abbonato intestatario della numera- Telefono
zione presente negli elenchi telefonici
pubblici può iscriversi gratuitamente Raccomandata
al Registro pubblico delle opposizioni
Fax
attraverso
Posta elettronica
Possono iscriversi nel Registro pubblico
delle opposizioni gli abbonati (persona
fisica, persona giuridica, ente o associazione), il cui numero telefonico è presente negli elenchi telefonici, che non
desiderano essere contattati per proposte commerciali.
L’iscrizione è gratuita, a tempo indeterminato e revocabile senza alcuna limitazione.
Ci si può iscrivere in qualunque momento, a qualsiasi ora anche nei giorni festivi. Si possono iscrivere contemporaneamente più numerazioni intestate allo
stesso abbonato.
L’iscrizione, inoltre, è sicura e protetta
contro l’accesso abusivo.
L’accesso ai dati forniti dall’abbonato
può avvenire solo per fi nalità ispettive da parte del Garante della privacy
o dell’Autorità giudiziaria. L’iscrizione
decade automaticamente quando cambia
l’intestatario o si verifica la cessazione
dell’utenza.
Per iscriversi nel Registro ci sono cinque
modalità: compilando il modulo elettronico sul sito www.registrodelleopposizioni.it; chiamando il numero verde
800.265.265; inviando il modulo predisposto all’indirizzo di posta elettronica
[email protected]; inviando la raccomandata al Gestore del Registro pubblico delle opposizioni – Abbonati, Ufficio
che dal Registro pubblico
delle opposizioni vengono rimosse periodicamente le numerazioni iscritte che sono
cessate o per cui è cambiato
l’intestatario.
Dall’inizio delle attività
del servizio al 1° febbraio 2016, circa il 58% delle
Roma Nomentano,
Nomentano Casella Postale 7211,
7211
00162 Roma; oppure spedendo il fax allo
06.54224822.
L’iscrizione è effettuata entro il giorno
lavorativo successivo alla richiesta e diventa efficace al massimo trascorsi 15
giorni: dopo questo lasso di tempo gli
operatori di telemarketing devono rispettare le opposizioni del cittadino.
Se un abbonato continua a ricevere chiamate pubblicitarie indesiderate, per prima cosa, deve verificare se l’iscrizione al
Registro sia avvenuta con successo.
Si può, per esempio, chiamare il numero
verde 800.265.265 dal numero telefonico per cui è stata fatta la richiesta di
inserimento nel Registro. Occorre verificare, poi, se sono trascorsi 15 giorni
dall’iscrizione.
Ma soprattutto bisogna controllare di
non avere dato il consenso al trattamento dei propri dati per finalità di telemarketing a soggetti terzi che effettuano
chiamate pubblicitarie da fonti diverse
dagli elenchi telefonici pubblici. Tale
consenso, avvisa la Fondazione Bordoni,
che gestisce il registro, potrebbe essere
stato raccolto, per esempio, durante la
stipula di contratti con le aziende dalle quali sono stati acquistati prodotti o
servizi oppure durante la sottoscrizione
di tessere di fidelizzazione cliente, raccolta punti.
iscrizioni sono state effettuate via web, il 36% tramite
il numero verde, mentre il
restante 6% di registrazioni
è avvenuto con le modalità
email, fax e raccomandata.
Ma il Registro funziona? Secondo la Fondazione
Bordoni, che gestisce il re-
gistro,
gistro bisogna distinguere
l’impianto normativo con
l’effettivo funzionamento del
servizio. In sostanza si può
essere in disaccordo con la
scelta di lasciare la possibilità agli operatori di marketing di effettuare chiamate
senza il previo consenso
Domenica 27 Marzo 2016
D
7
(a certe condizioni), ma la
gestione del registro invece è ottimale. Per quanto
riguarda il servizio fornito
agli abbonati, il gestore ha
gestito tutte le richieste di
iscrizione pervenute entro il
giorno lavorativo successivo,
ha iscritto oltre un milione
di cittadini, ha fornito assistenza e supporto predisponendo un apposito help desk
a disposizione di tutti i cittadini e promosso iniziative di
sensibilizzazione sulle nuove regole e sugli strumenti
di tutela.
Certo è che con il varo del
Registro sono stati introdotti obblighi per gli operatori
di telemarketing. Le imprese che effettuano chiamate
promozionali, si legge sul
sito del gestore del servizio,
sono obbligati a: indicare
con precisione agli abbonati
da dove sono stati estratti i
loro dati personali; informarli
della possibilità di iscrizione
al Registro pubblico delle opposizioni al fine di non essep
rre più contattati; garantire la
Al 1° marzo 2016
nel Registro pubblico delle opposizioni
sono presenti oltre
1.457.000 numerazioni.
Dall’inizio delle
attività del servizio
al 1° febbraio 2016,
circa il 58% delle
iscrizioni sono state
effettuate via web
propria identificazione mop
strando il numero telefonico
all’abbonato contattato.
Tra l’altro è un sistema
adottato, oltre che dagli Stati
Uniti, da molti paesi europei:
U
Belgio, Danimarca, FinlanB
dia, Francia, Islanda, Olanda, Norvegia, Regno Unito,
Spagna. All’estero le chiamo
«liste Robinson».
Attenzione a non credere,
però, che l’iscrizione al Regip
stro protegga da tutte le chiamate di telemarketing.
m
Gli operatori di telemarketting possono, infatti, legittimamente chiamare se hanno
m
ottenuto il diretto consenso
dell’interessato, indipendenttemente dall’iscrizione nel
Registro. Il consenso potrebR
be essere stato raccolto, per
b
esempio, durante la stipula
di contratti con le aziende
dalle quali sono stati acquistati prodotti o servizi oppurre durante la sottoscrizione
di tessere di fidelizzazione
cliente, raccolta punti: il consenso specifico non è superato
dall’iscrizione nell’elenco. È
sempre possibile revocare il
consenso dato a terzi inviando la richiesta cancellazione
dei propri dati direttamente
al soggetto titolare del trattamento dei dati; il titolare ha
l’obbligo di rimuovere entro
15 giorni dalle proprie liste
il numero telefonico in questione.
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8
Domenica 27 Marzo 2016
FISCO
La Ctr Bari inaugura il nuovo filone in materia di tutela post riforma del rito tributario
Sospensione cautelare a debutto
Per il ricorrente c’era il concreto pericolo di subire danni
DI
Pagina a cura
SILVIA BARTOLOZZI
E ANDREA BONGI
a sospensione cautelare dell’atto impugnato in Cassazione al
debutto nel processo
tributario. È una sentenza
della Commissione tributaria regionale della Puglia,
depositata il 25 febbraio
scorso, a inaugurare il nuovo fi lone giurisprudenziale
in materia di tutela cautelare post riforma del rito tributario ai sensi dell’articolo
62-bis del dlgs 546 del 1992
in vigore dal 1° gennaio del
corrente anno.
Con il decreto legislativo
156/2015, infatti, in attuazione del principio di delega enunciato nell’articolo
10, comma 1, lettera b), n.
9 della legge n. 23 del 2014,
volto a garantire, tra l’altro,
«l’uniformazione e la generalizzazione della tutela cautelare», il nostro legislatore ha
apportato modifiche all’art.
47 del decreto n. 546/1992,
introducendo l’istituto della sospensione (degli atti e
delle sentenze) per tutte le
fasi del processo.
I principi oggi sanciti
prevedono, in sintesi, che:
a) il contribuente può sempre chiedere la sospensione
dell’atto impugnato in presenza di un danno grave e
irreparabile; b) le parti possono sempre chiedere la sospensione degli effetti della
sentenza sia di primo che di
secondo grado, analogamente a quanto previsto nel processo civile; c) il giudice può
subordinare i provvedimenti
cautelari a idonea garanzia,
la cui disciplina di dettaglio
è rimessa a un decreto ministeriale.
Dal 1° gennaio 2016, dunque, il contribuente in presenza di un danno grave e
irreparabile, può invocare
la tutela cautelare in qualunque fase del giudizio,
chiedendo sia la sospensione dell’atto impugnato, che
eventualmente quella della
sentenza.
I presupposti della sospensione, dei quali il giudice deve riscontrare la
sussistenza all’esito di una
sommaria delibazione, rimangono quelli già noti, ovvero: a) il fumus boni iuris,
ossia la fondatezza prima
facie dei motivi di ricorso; b)
il periculum in mora, ossia
il pericolo di danno grave e
irreparabile, che l’esecuzione dell’atto cagionerebbe al
contribuente.
Il bilanciamento tra tali
interessi meritevoli di tutela e quello, contrapposto,
dell’amministrazione può
far propendere il giudice
per la concessione anche
di una sospensione parzia-
L
Il principio
Comm. trib. regionale Bari
- Sezione 23
Sentenza n. 217
del 25/02/2016
Dovendo tenersi in considerazione il solo
richiesto presupposto della gravità e irreparabilità del danno che potrebbe derivare
dall’esecuzione, per la valutazione della sua
sussistenza non si deve porre mente alla fondatezza o meno dell’impugnazione, giudizio
riservato alla Suprema corte, sospende l’esecuzione del primigenio atto di accertamento
Le nuove misure cautelari dal 1° gennaio 2016
Sospensione in primo grado:
articolo 47 dlgs 546/92
1. Il ricorrente, se dall’atto impugnato può
derivargli un danno grave e irreparabile,
può chiedere alla Commissione provinciale
competente la sospensione dell’esecuzione
dell’atto stesso con istanza motivata proposta nel ricorso o con atto separato notificata
alle altre parti e depositato in segreteria
sempre che siano osservate le disposizioni
di cui all’art. 22
Sospensione in appello
articolo 52 dlgs 546/92
2. L’appellante può chiedere alla Commissione regionale di sospendere in tutto o
in parte l’esecutività della sentenza impugnata, se sussistono gravi e fondati motivi.
Il contribuente può comunque chiedere la
sospensione dell’esecuzione dell’atto se
da questa può derivargli un danno grave e
irreparabile
Sospensione in Cassazione
articolo 62-bis dlgs 546/92
1. La parte che ha proposto ricorso per
Cassazione può chiedere alla Commissione
che ha pronunciato la sentenza impugnata
di sospenderne in tutto o in parte l’esecutività allo scopo di evitare un danno grave e
irreparabile. Il contribuente può comunque
chiedere la sospensione dell’esecuzione
dell’atto se da questa può derivargli un danno grave e irreparabile
le dell’esecutività dell’atto
impugnato o, addirittura,
per l’adozione di un provvedimento cautelare inaudita
altera parte, nei casi di eccezionale urgenza.
Ed è proprio dall’esame di
tali requisiti che la Commissione regionale della Puglia
ha deciso positivamente il
caso di un contribuente, che
avendo proposto ricorso per
Cassazione avverso una pronuncia della medesima commissione, ha presentato apposita istanza al giudice di
secondo grado per ottenere
in via principale la sospensione dell’atto impugnato o,
in subordine, quella della
sentenza di secondo grado
al vaglio dei giudici di legittimità. La Commissione
territoriale, prescindendo
dalla fondatezza del ricorso
per Cassazione proposto dal
contribuente, ha valutato
l’attuale gravità e il concredi tale processo,
concre
processo che come è
to pericolo per il ricorrente noto è volto alla impugnadi subire danni irrimediabi- zione di atti autoritativi.
li o comunque difficilmente
Per tale ragione il legirimediabili a causa dell’ese- slatore ha stabilito l’immecuzione della sentenza di se- diata esecutività solo per
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rispetto alla cui effi cacia il controversie, l’esecutività
legislatore ha introdotto ul- deriva dal passaggio in giudicato della sentenza.
teriori modifiche.
L’immediata esecutività
A differenza del processo civile, nel rito tributario delle sentenze si atteggia
l’esecutività immediata del- però in modo differente a
le sentenze risente inevita- seconda che le pronunce
bilmente della peculiarità siano favorevoli all’ammi-
nistrazione o, piuttosto, al
contribuente.
Nel primo caso il legislatore ha mantenuto fermo il
principio già sancito dall’art.
68 del rito tributario, in forza del quale dopo la sentenza di primo grado è prevista
la riscossione frazionata del
tributo, con esigibilità del
medesimo entro il limite dei
due terzi, per non aggravare
ulteriormente il contribuente esigendo un tributo la cui
legittimità è ancora sub judice.
Nel caso in cui invece la
sentenza di primo grado sia
favorevole al contribuente si
registrano le principali novità della riforma.
Se fino a oggi l’esecutività
si verifi cava solo a seguito
del passaggio in giudicato
della sentenza, a seguito del
decreto legislativo 156/2015
l’effetto cogente della decisione è immediato, sebbene
con qualche distinguo, reso
necessario dalla oggettiva
differenza tra i protagonisti
della vicenda giudiziaria.
La riforma ha infatti previsto alcune cautele per il
caso in cui il contribuente sia vittorioso in primo
grado e, dunque, ottenga il
rimborso del tributo pagato,
ma risulti poi soccombente
in grado di appello, dovendo
quindi «restituire» il tributo all’amministrazione. Al
fine di evitare che quest’ultima, all’esito del giudizio
di secondo grado, si trovi
nell’impossibilità di recuperare le somme erogate per la
insolvenza del contribuente,
la nuova norma ha subordinato il rimborso in favore
del contribuente al rilascio
di una idonea garanzia, a
carico della parte defi nitivamente soccombente nel
giudizio. Tale garanzia non
trova in ogni caso applicazione per importi inferiori a
10.000 euro e per la restituzione di somme pagate in
corso di causa, a prescindere
dal loro importo.
Nella sentenza in esame,
peraltro, i giudici pugliesi
hanno concesso l’invocata
misura cautelare, esonerando il contribuente anche
dalla prestazione della garanzia.
La riforma in commento,
sempre in tema di tutela
cautelare, ha disciplinato
anche il regime delle spese di lite relative a tale
fase, prevedendo che sia la
commissione a provvedervi
con l’ordinanza che decide
sull’istanza; detta pronuncia conserva efficacia anche dopo il provvedimento
che definisce il giudizio,
ciò, evidentemente al fine
di disincentivare il ricorso
abusivo alle richieste di sospensione.
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Domenica 27 Marzo 2016
FISCO
9
Con un recente intervento l’Agenzia delle entrate ha modificato le precedenti istruzioni
Ecobonus codificato per il 730
Da inserire le spese per interventi di risparmio energetico
DI
Pagina a cura
BRUNO PAGAMICI
egime agevolato
dell’ecobonus con
pieno diritto di cittadinanza nel mod.
730/2016. Con un recente
intervento (provvedimento
n. 36463 del 9 marzo 2016),
l’Agenzia delle entrate ha modificato le istruzioni approvate
lo scorso gennaio per la compilazione del modello, inserendo
specifici codici riguardanti le
spese per acquisto e posa in
opera delle schermature solari e degli impianti di climatizzazione invernale a biomasse
combustibili. Nelle istruzioni
del mod. 730/2016, approvato
con provvedimento del 15 gennaio 2016, non era infatti stata
prevista la codificazione per le
due tipologie di intervento. Di
seguito vengono riportate le
indicazioni per righi e per colonne, comprensive di esempi
e importi agevolabili.
Le novità nel 730/2016. Il
provvedimento n. 36463 del 9
marzo 2016 ha inserito alla
colonna 1 (Tipo intervento) dei
R
Le modifiche apportate al mod. 730/2016
Sono inseriti alla col.
1 (Tipo intervento), righi da E61 a E63, due
codici
•
•
•
All’elenco puntato della
col. 8 (Importo spesa)
sono stati aggiunti due
punti
righi da E61 a E63
E63, i seguenti
due codici:
- «5» Acquisto e posa in opera
di schermature solari;
- «6» Acquisto e posa in opera
di impianti di climatizzazione
invernale a biomasse.
Inoltre, all’elenco presente
nella colonna 8 (Importo spesa), sono aggiunti i due seguenti punti:
- per l’acquisto e posa in
•
«5» Acquisto e posa in opera di schermature
solari
«6» Acquisto e posa in opera di impianti di
climatizzazione invernale a biomasse
Per l’acquisto e posa in opera di schermature
solari (cod. 5): 92.307,69 euro per le spese
sostenute 1/1-31/12/ 2015 (65%)
Per l’acquisto e posa in opera di impianti dotati
di generatori di calore alimentati da biomasse
combustibili (cod. 6): 46.153,84 euro per le
spese sostenute 1/1-31/12/2015 (65%)
opera di schermature solari
(cod. «5»): 92.307,69 euro per
le spese sostenute dall’1/1 al
31/12/2015 (65%);
- acquisto e posa in opera di
impianti dotati di generatori
di calore alimentati da biomasse combustibili (cod. «6»):
46.153,84 euro per le spese sostenute dall’1/1 al 31/12/2015
(65%).
Istruzioni 730-2016. Le
spese sostenute dal 2008 al
2015 per interventi finalizzati
al risparmio energetico degli
edifici esistenti, di qualsiasi
categoria catastale, anche rurale, devono essere indicate nel
quadro E del mod. 730/2016,
nella sezione IV.
La detrazione d’imposta,
che verrà calcolata da chi presta l’assistenza fiscale, è pari
al: 55%, per le spese sostenu-
te dal 2008 al 2012 e dall’1/1
al 5/6/2013; 65%, per le spese sostenute dal 6/6/2013 al
31/12/2015.
Per le spese sostenute dal
2011 al 2015 la detrazione
deve ripartita in 10 rate annuali di pari importo (entro il
limite massimo previsto per
ciascuna tipologia di intervento effettuato).
Per le spese sostenute nel
2008 le rate annuali continuano a essere quelle scelte (da 8
a 10), salvo il caso di rideterminazione del numero delle
rate.
Si ricorda che le tipologie
di interventi previste sono: la
riqualificazione energetica di
edifici esistenti; gli interventi
sull’involucro di edifici esistenti; l’installazione di pannelli solari; la sostituzione di impianti
di climatizzazione invernale;
- acquisto e posa in opera di
schermature solari; acquisto
e posa in opera di impianti di
climatizzazione invernale con
impianti dotati di generatori di
calore alimentati da biomasse
combustibili.
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Righi da E61 a E63: guida alla corretta compilazione
Per ottenere le detrazioni devono
essere compilati i righi E61, E62,
E63.
Nello specifico, nella colonna 1
deve essere indicato il codice che
individua il tipo di intervento e in
particolare:
• «1» - Interventi di riqualificazione
energetica di edifici esistenti. Sono
diretti alla riduzione del fabbisogno
di energia primaria per soddisfare i
bisogni connessi a un uso standard
dell’edificio, che permettono di
conseguire un indice di prestazione
energetica invernale non superiore
ai valori di cui al dm Mise11/3/2008,
allegato A (sostituzione o installazione di climatizzatori invernali
anche con generatori di calore non
a condensazione, con pompe di calore, con scambiatori per teleriscaldamento, con caldaie a biomasse, gli
impianti di cogenerazione, rigenerazione, impianti geotermici e interventi di coibentazione che non hanno le caratteristiche richieste per
la loro inclusione negli interventi
descritti ai punti successivi);
• «2» - Interventi sull’involucro degli edifici esistenti. Sono interventi
relativi a strutture opache verticali (pareti), orizzontali (coperture
e pavimenti), fornitura e posa in
opera di materiale coibente, nuove
finestre comprensive di infissi, miglioramento termico di componenti
vetrati esistenti, demolizione e ricostruzione dell’elemento costruttivo
a condizione che siano rispettati i
requisiti richiesti di trasmittanza
termica U;
• «3» - Installazione di pannelli solari, realizzati anche in autocostruzione, bollitori, accessori e componenti
elettrici ed elettronici utilizzati per
la produzione di acqua calda a uso
domestico;
• «4» - Sostituzione di impianti di
climatizzazione invernale. Sono gli
interventi di sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale esistenti con
impianti dotati di caldaie a condensazione e contestuale messa a
punto del sistema di distribuzione.
Dall’1/1/2008 vi rientrano anche i
lavori di sostituzione, integrale o
parziale, di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati
di pompa di calore ad alta efficienza
o con impianti geotermici a bassa
entalpia. Dall’1/1/2012 sono compresi anche gli interventi di sostituzione di scaldacqua tradizionali
con scaldacqua a pompa di calore
dedicati alla produzione di acqua
calda sanitaria;
• «5» - Acquisto e posa in opera di
schermature solari, a protezione di
una superficie vetrata, applicate in
modo solidale con l’involucro edilizio e non liberamente montabili e
smontabili dall’utente;
• «6» - Acquisto e posa in opera di
impianti di climatizzazione invernale, con impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse
combustibili.
Alla colonna 2 «anno» deve essere
riportato l’anno in cui sono state sostenute le spese. La colonna 3 «periodo 2013» deve essere compilata
solo se le spese sono state sostenute
nel 2013 indicando i seguenti codici
numerici:
- «1» spese sostenute dall’1/1 al
5/6/2013 (55%);
- «2» spese sostenute dall’1/1 al
31/12/2013 (65%).
La colonna 4 (Casi particolari) deve
essere compilata solo se ci si trova
in una delle seguenti situazioni indi-
cando il codice corrispondente:
- «1» nel caso di spese sostenute per
lavori iniziati tra il 2008 e il 2014 e
ancora in corso nel 2015;
- «2» nel caso in cui le spese sostenute in anni precedenti al 2015
riguardino un immobile ereditato,
acquistato o ricevuto in donazione
nel 2015;
- «3» nel caso in cui siano presenti
entrambe le ipotesi descritte dai
codici «1» e «2» (lavori che proseguono in più anni e immobile
ereditato, acquistato o ricevuto
in donazione).
La colonna 5 deve essere compilata dai contribuenti che dal 2009 al
2015 hanno acquistato, ricevuto in
donazione o ereditato un immobile,
oggetto di lavori nel corso del 2008,
se hanno rideterminato o intendono rideterminare il numero delle
rate scelte da chi ha sostenuto la
spesa, indicano in questa colonna
il numero delle rate in cui è stata
inizialmente ripartita la detrazione
e nella colonna 6 il numero di rate
(10) in cui è possibile rideterminare
la detrazione.
Nella successiva colonna 6 deve essere indicato il numero di rate in cui
deve essere ripartita la detrazione
e, precisamente:
- «10» se la spesa è stata sostenuta
dal 2011 al 2015;
- fra «8» e «10» se la spesa è stata
sostenuta nel 2008 (numero di rate
in cui si è scelto di ripartire la detrazione). Se è stata compilata la colonna 5, il numero di rate da inserire
in questa colonna è il numero 10.
Nella colonna 7 deve essere riportato il numero della rata che si utilizza
nell’anno 2015. Ad esempio, indicare 3 per le spese sostenute nel 2013,
2 per le spese del 2014 e 1 per le
spese del 2015.
In colonna 8 deve essere indicato
l’ammontare della spesa sostenuta
entro i seguenti limiti:
• per gli interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti
(cod. 1): 181.818,18 euro per le spese sostenute fino al 5.6.2013 (55%);
153.846,15 euro per le spese sostenute dal 6.6. 2013 al 31.12. 2015
(65%). La detrazione massima consentita è infatti di 100 mila euro;
• per gli interventi sull’involucro
degli edifici esistenti (codice «2»)
e l’installazione di pannelli solari
(codice «3»): 109.090,90 euro per
le spese sostenute fino al 5 giugno
2013 (55%); 92.307,69 euro per le
spese sostenute dal 6 giugno 2013 al
31 dicembre 2015 (65%). La detrazione massima consentita è infatti
di 60 mila euro;
• per la sostituzione di impianti di
climatizzazione invernale (cod.4):
54.545,45 euro per le spese sostenute fino al 5 giugno 2013 (55%);
46.153,84 euro per le spese sostenute dal 6 giugno 2013 al 31 dicembre
2015 (65%). La detrazione massima consentita è infatti di 30 mila
euro;
• per l’acquisto e posa in opera di
schermature solari (codice «5»):
92.307,69 euro per le spese sostenute dal 1 gennaio al 31 dicembre 2015
(65%). La detrazione massima consentita è infatti di 60 mila euro;
• acquisto e posa in opera di impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili
(cod. 6): 46.153,84 euro per le spese sostenute dal 1 gennaio al 31 dicembre 2015 (65%). La detrazione
massima consentita è infatti di 30
mila euro.
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Domenica 27 Marzo 2016
FISCO
I principi enunciati dalla Cassazione in merito alla dichiarazione fraudolenta ai fini Iva
Fatture false, fattispecie estesa
Contano sia i contenuti, sia l’indicazione dei soggetti
Pagina a cura
LOCONTE
ROTUNNO
Le norme
DI STEFANO
E ROSSELLA
a creazione di fatture false, inserite nella dichiarazione della società, al
fine di detrarre indebitamente l’Iva, integra il delitto
di dichiarazione fraudolenta di
cui all’art. 2 del dlgs. 74/2000 e
non la diversa fattispecie prevista dall’art. 10-quater del medesimo decreto, ossia indebita
compensazione. Ad affermarlo
è la terza sezione penale della
Corte di cassazione con sentenza n. 5703 dell’11 febbraio 2016.
Con la pronuncia il giudice di
legittimità ha respinto il ricorso proposto da un contribuente,
indagato del reato di cui all’art.
2 del dlgs 74/2000, per avere, in
veste di amministratore di una
società per azioni, indicato nelle dichiarazioni annuali ai fini
Iva elementi passivi fittizi, avvalendosi di centinaia di fatture contraffatte, beneficiando, in
tal modo, di indebite detrazioni
di imposta per oltre un milione
di euro nell’arco di tre anni.
La decisione è di rilievo per
due ragioni: in primo luogo,
la suprema corte, confermando la qualificazione giuridica
compiuta dal giudice di merito,
chiarisce la portata della disposizione di cui all’art. 2, rimarcando il discrime tra la dichiarazione fraudolenta mediante
uso di fatture o altri documenti
per operazioni inesistenti e la
diversa fattispecie disciplinata
dal successivo art. 3 (dichiarazione fraudolenta mediante
altri artifizi). Successivamente,
allontanandosi dall’impostazione adottata dalla sentenza n.
42462/2010, si sottolinea come
nel caso di specie non possa
nemmeno invocarsi l’applicabilità dell’art. 10-quater, disciplinante la condotta criminis
di indebita compensazione. In
particolare, per quanto concerne il primo profilo, la Corte aderisce a quell’indirizzo
giurisprudenziale che ritiene
sussumibili nella disciplina di
cui all’art. 2 tanto le ipotesi di
falso ideologico quanto quelle
di falso materiale, ivi inclusa
la formazione di fatture materialmente false. Ciò, non solo
in ragione del fatto che già nel
contesto della precedente legge 516/1982, l’art. 4 riservava
a entrambe le condotte illecite il medesimo trattamento
sanzionatorio, ma soprattutto
in virtù della peculiare «struttura bifasica» che caratterizza
l’attuale ipotesi criminosa in
oggetto. Nella stessa, infatti,
la dichiarazione, quale momento conclusivo, dà vita a un
falso contenutistico, mentre la
condotta prodromica e, cioè, la
registrazione o detenzione ai
fini probatori dei documenti
che costituiranno il supporto
della dichiarazione, può avere
a oggetto sia documenti contenutisticamente falsi, emessi da
L
Dlgs 74/2000 Art. 2
Fattispecie
Dichiarazione fraudolenta mecriminosa
diante uso di fatture o altri
documenti per operazioni inesistenti
Soggetto
Chiunque (reato comune)
attivo
Condotta tipica Indicazione in dichiarazione di
(reati di mera elementi passivi fittizi, mediante
condotta e di utilizzo di fatture o altri docupericolo,a for- menti relativi ad operazioni in
ma vincolata) tutto o in parte inesistenti, o indicanti corrispettivi o Iva in misura
superiore a quella reale, o che
riferiscono l’operazione a soggetti diversi da quelli effettivi,
al fine di evadere le imposte sui
redditi o sul valore aggiunto
Art. 3
Art. 10-quater
Dichiarazione fraudolenta me- Indebita compensadiante altri artifizi
zione
Indicazione in dichiarazione di
elementi attivi inferiori a quelli
effettivi, od elementi passivi
fittizi o crediti e ritenute fittizi,
al fine di evadere le imposte sui
redditi o sul valore aggiunto, fuori da casi previsti dall’art. 2.
Soglie di punibilità:
• ricavi dichiarati > euro 30 mila;
• ammontare complessivo dei
crediti e delle ritenute fittizie portate a diminuzione
d’imposta > 5% dell’imposta
complessiva o, comunque >
euro 30 mila
Omesso versamento
delle somme dovute,
utilizzando in compensazione crediti
non spettanti, per un
importo annuo superiore a euro 50 mila
Elemento
Dolo specifico
soggettivo
Tr a t t a m e n t o Reclusione da un anno e sei Reclusione da un anno e sei Crediti non spettanti:
sanzionatorio mesi a sei anni
mesi a sei anni
reclusione da sei mesi a due anni
Crediti inesistenti: reclusione da un anno e
sei mesi a sei anni
altri
dell’utilizzatore,
lt i iin ffavore d
ll’ tili t
sia documenti materialmente falsi, ovvero contraffatti o
alterati (anche dallo stesso
utilizzatore del documento).
La fattispecie in esame si distinguerebbe, pertanto, da
quella prevista dall’art. 3 del
dlgs 74/2000, non tanto per la
natura del falso perseguito, ma
in virtù del rapporto di specialità reciproca esistente tra le
due citate disposizioni legislative, ove a un nucleo comune,
costituito dalla dichiarazione
infedele, si aggiungerebbero,
infatti,
specializzante,
i f tti in
i chiave
hi
i li
t
nell’art. 2, l’utilizzo di fatture
e documenti equiparabili relativi a operazioni inesistenti e,
nell’art. 3, la falsa rappresentazione nelle scritture contabili obbligatorie congiunta con
l’utilizzo di mezzi fraudolenti
idonei a ostacolare l’accertamento e la previsione di una
soglia minima di punibilità.
A quanto asserito, la Corte fa
presente come la condotta in
contestazione non potrebbe
essere ricondotta, come invece
eccepito dal contribuente, nean-
che
h alla
ll ffattispecie
tti
i meno grave
di cui all’art. 10-quater del dlgs
74/2000 che attiene alla indebita compensazione tra imposte
dovute e crediti non spettanti
o inesistenti. Ciò in quanto
l’art. 2 del decreto in oggetto,
la cui condotta si incentra sul
momento dichiarativo e non
sull’omesso versamento delle
somme dovute dal contribuente, presenta nella sua struttura
un elemento ulteriore e specificativo, e cioè l’utilizzo di fatture
o altri documenti per operazioni inesistenti nonché l’indica-
FISCO FLASH a cura dello Studio F. Ghiglione e A. Ghio
Fiscalità
internazionale
Iva trimestrale (provvedimento dell’Agenzia
delle entrate n. 42623 del 21 marzo 2016)
Disposizioni per l’attuazione della disciplina degli accordi preventivi per le imprese
con attività internazionale (provvedimento
dell’Agenzia delle entrate n. 42295 del 21
marzo 2016)
Iva
Approvazione del modello
Iva TR per la richiesta di
rimborso o per l’utilizzo in
compensazione del credito
Detrazioni irpef
SPESE RIQUALIFICAZIONE
ENERGETICA CONDOMINIO
Indicate le modalità con le quali il contribuente che non può usufruire della detrazione spettante può cederla
La versione integra- al fornitore (provvedimento
dell’Agenzia delle entrate
le è disponibile su
numero 43434 del 22 marzo
www.italiaoggi.it/
2016)
docio7
zione
in
i
i sede
d di dichiarazione
di hi
i
di elementi passivi fittizi, ponendosi, pertanto, in rapporto
di specialità (ex art. 15 c.p.)
rispetto all’invocata previsione del citato art. 10 quater che
rivestirebbe, al riguardo, carattere residuale. La sentenza in
rassegna appare condivisibile,
specie alla luce della riforma
apportata in materia penale
tributaria dal dlgs n. 158 del
2015. Con il provvedimento in
oggetto il legislatore è, infatti,
intervenuto sulle singole fattispecie criminose contemplate
nel dlgs 74/2000 inasprendo il
trattamento sanzionatorio delle
condotte connotate da maggiore gravità, specie sotto il profilo
dell’elemento soggettivo. Estendendo la portata della dichiarazione fraudolenta, e ricomprendendovi anche la condotta
di chi, mediante la creazione di
fatture materialmente false si
propone come unico obbiettivo
il perseguimento dell’indebita
deduzione dei costi, il giudice
di legittimità non fa che porsi
in armonia con quanto previsto
dal legislatore della riforma, riservando a un comportamento
certamente più riprovevole
rispetto a quello dell’indebita
compensazione, il più grave
trattamento sanzionatorio contemplato dall’art. 2.
Domenica 27 Marzo 2016
FISCO
11
Dal decreto interministeriale sulle agevolazioni per chi investe in neoimprese innovative
Sgravi start-up a maglie larghe
Incentivi estesi al 2016, elevate soglia e durata minima
DI
Pagina a cura
BRUNO PAGAMICI
er il restyling degli incentivi per chi investe
nelle start-up innovative il ministro dell’economia e delle finanze ricorre a
nuovo decreto, controfirmato
dal ministro dello sviluppo
economico. Rilevanti le novità apportate dal legislatore:
l’estensione dei benefici fino
a tutto il 2016, l’innalzamento della soglia massima degli
investimenti ammissibili a 15
milioni di euro, il periodo minimo di durata dell’investimento
che passa da 2 a 3 anni, a pena
di decadenza dell’agevolazione. I soggetti Irpef e i soggetti
Ires che investono in start-up
innovative possono quindi effettuare le proprie scelte di
convenienza sulla base di una
nuova normativa, che ha ampliato il perimetro entro cui
poter usufruire dei benefici fiscali previsti dopo il via libera
da parte di Bruxelles.
Il nuovo decreto del Mise.
Il decreto recante le nuove
disposizioni di attuazione
dell’art. 29 del dl n. 179/2012
è stato adottato al fine di adeguare la disciplina ai nuovi
orientamenti comunitari in
materia di capitale di rischio
e alla decisione della Commissione europea del 14 dicembre
2015 che ha autorizzato gli
aiuti anche per il 2016. Tra le
novità rispetto alla precedente
disciplina (decreto interministeriale del 30/1/2014):
- l’aumento da 2,5 a 15 milioni di euro dell’ammontare
complessivo dei conferimenti
ammissibili che ciascuna startup innovativa;
- l’aumento da 2 a 3 anni del
periodo obbligatorio di durata
dell’investimento.
Invariata la normativa relativamente ai soggetti beneficiari,
ovvero i soggetti Irpef (persone
fisiche) e i soggetti Ires (persone
giuridiche), così come disciplinati rispettivamente dai titoli I e
II del Tuir, che effettuano un
investimento agevolato in una
o più start-up innovate. Sono
esclusi: le start-up innovative;
gli incubatori certificati; gli
Oicr (organismi di investimento collettivo del risparmio); le
società di capitali che investono
prevalentemente in start-up innovative intermediarie per investi-menti propri nel capitale di
start-up innovative; nel caso di
investimento diretto, o indiretto
per il tramite di altre società di
capitali che investono prevalentemente in start-up innovative e
le cui azioni non siano quotate
su un mercato regolamentato
o su un sistema multilaterale
di negoziazione: i soggetti che
possiedono partecipazioni, titoli o diritti nella start-up innovativa.
Gli investimenti agevolati. Le agevolazioni spettano
nel caso di investimenti ef-
P
Le novità per le start up innovative
Estensione temporale delle agevolazioni
Incremento della
soglia massima di
investimenti ammissibili
Estensione del periodo minimo di
durata dell’investimento
Condizioni di decadenza
Esclusioni dalle
cause di decadenza
Le agevolazioni a favore delle start up innovative vengono
estese fino a tutto il 2016, dopo il via libera da parte
della Commissione europea
Le agevolazioni spettano fino ad un ammontare complessivo dei conferimenti ammissibili non superiori ad
euro 15.000,00 per ciascuna start up innovativa. Ai fini
del calcolo rilevano tutti i conferimenti agevolati ricevuti
dalla start up innovativa nel periodo di vigenza del regime
agevolativo
Le agevolazioni si applicano ai soggetti passivi dell’Irpef e ai soggetti passivi sul reddito delle società, che
effettuano un investimento agevolato in una o più start
up innovative nei quattro periodi d’imposta successivi a
quello in corso al 31 dicembre 2012
Il diritto all’agevolazione decade se entro 3 anni dalla
data in cui rileva l’investimento si verifica una delle seguenti cause: cessione delle partecipazioni ricevute in
cambio degli investimenti; riduzione di capitale sociale
o ripartizione di riserve; recesso o esclusione degli investitori; perdita di uno dei requisii richiesti per la qualifica
della start up innovativa
Sono state razionalizzate le cause di decadenza dell’agevolazione: non determina la decadenza dell’incentivo la
perdita dello status di startup innovativa, se dovuta al superamento del limite temporale dei 5 anni dalla costituzione,
o del tetto di 5 milioni di euro del valore della produzione
annua, o la quotazione su una piattaforma multilaterale di
negoziazione. Come previsto dalla precedente normativa,
non costituiscono causa di decadenza i trasferimenti a
titolo gratuito, o a causa di morte del contribuente, nonché
i trasferimento conseguenti a operazioni straordinarie
fettuati sia direttamente che
indirettamente per il tramite
di organismi di investimento
collettivo del risparmio (Oicr)
o altre società di capitali che
investono prevalentemente in
start-up innovative. In particolare, sono agevolati i conferimenti in denaro iscritti alla
voce capitale sociale e riserva
da sovrapprezzo delle start-up
innovative o delle società di capitali che investono prevalentemente in start-up innovative,
anche in seguito alla conversione di obbligazioni convertibili in
azioni o quote di nuova emissione, e agli investimenti in quote
degli Oicr.
Viene considerato conferimento in denaro (e costituisce
pertanto investimento agevolato) anche la sottoscrizione di un
aumento di capitale mediante
compensazione di crediti, a
eccezione dei crediti risultanti
da cessioni di beni o prestazioni di servizi diverse da quelle
previste dall’art. 27 del dl n.
179/2012 (ossia le prestazioni
dei dipendenti e dei collaboratori o di coloro che apportano
servizi resi in favore della startup innovativa).
Con riguardo alle start-up innovative non residenti che esercitano nel territorio dello stato
un’attività di impresa mediante
una stabile organizzazione, le
agevolazioni spettano in relarela
zione alla parte corrispondente agli incrementi del fondo di
dotazione delle stesse stabili
organizzazioni.
Le agevolazioni non competono in caso di:
1) investimenti effettuati
tramite Oicr e società, direttamente o indirettamente, a
partecipazione pubblica;
2) investimenti in start-up
innovative:
- che si qualifichino come imprese in difficoltà;
- operanti nel settore della
costruzione navale e dei settori
del carbone e dell’acciaio.
Rilevanza temporale degli investimenti. I conferimenti agevolabili rilevano nel
periodo d’imposta in corso alla
data del deposito per l’iscrizione nel registro delle imprese
dell’atto costitutivo o della
deliberazione di aumento del
capitale sociale ovvero, se successiva, alla data del deposito
dell’attestazione che l’aumento
del capitale è stato eseguito ai
sensi degli articoli 2444 e 2481bis c.c. I conferimenti derivanti
dalla conversione di obbligazioni convertibili, invece, rilevano
nel periodo d’imposta in corso
alla data in cui ha effetto la
conversione.
Incentivi fiscali. Ai soggetti Irpef è riconosciuta una
detrazione dall’imposta lorda
pari al 19% dei conferimenti
rilevanti effettuati, nel limite
complessivo di 500 mila euro
su base annua. Qualora la
detrazione sia di ammontare
superiore all’imposta lorda
l’eccedenza può essere riportata in detrazione sul reddito
delle imposte sui redditi degli
anni successivi, ma non oltre
il terzo. Ai soggetti Ires l’incentivo è concesso sotto forma
di deduzione dal reddito, in
misura pari a 20% dei conferimenti rilevanti effettuati,
per un importo annuo non
superiore a 1.800.000 euro. Se
la deduzione è di ammontare
superiore al reddito complessivo dichiarato, l’eccedenza può
essere computata in aumento
dell’importo deducibile dal reddito complessivo dei periodi di
imposta successivi, ma non
oltre il terzo.
L’eccedenza che non trova
capienza è computata in aumento dell’importo deducibile
dal reddito complessivo dei
periodi di imposta successivi,
ma non oltre il terzo, dichiarato dalle singole società fino a
concorrenza del suo ammontare. Le eccedenze generatesi
anteriormente all’opzione per
il consolidato non sono attribuibili al consolidato e sono ammesse in deduzione dal reddito
complessivo dichiarato delle
singole società.
Per fruire delle agevolazioni,
il beneficiario ovvero il soggetto intermediario (nel caso di
investimento indiretto) ricevere dalla start-up e conservare
una serie di documenti, tra
cui la documentazione della
start-up innovativa che attesti è stato rispettato l’importo
complessivo dei conferimenti
ammissibili che la start-up
innovativa può ricevere, pari
a 15 milioni di euro.
Le start-up innovative
sociali. Per le start-up innovative sociali e per quelle appartenenti al settore energetico, la
detrazione è elevata al 25% e
la deduzione al 27%, nel caso di
investimenti in start-up innovative a vocazione sociale o che
sviluppano e commercializzano
esclusivamente prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico in ambito energetico. È
il caso di ricordare che rientrano nella categoria delle start-up
innovative del settore energetico le start-up innovative attive
nei seguenti codici Ateco 2007:
27.1, 27.2, 27.32, 27.33, 28.11,
28.12, 28.13, 28.14, 28.15, 28.21,
28.25, 28.29.2, 29.31, 72.1.
Decadenza dalle agevolazioni. Una delle novità inserite
nel nuovo decreto firmato dal
Mef, di concerto con il Mise, riguarda le modifiche alla disciplina delle cause di decadenza
dalle agevolazioni fiscali. In
particolare, il diritto all’agevolazione decade se, entro 3 anni
(nella previgente disciplina il
termine era di 2 anni) dalla
data in cui rileva l’investimento, si verifica una delle seguenti
cause:
- la cessione, anche parziale,
a titolo oneroso, delle partecipazioni ricevute in cambio degli
investimenti;
- la riduzione di capitale sociale nonché la ripartizione di
riserve o altri fondi costituiti
con sovrapprezzi di emissione
delle azioni;
- il recesso o l’esclusione degli
investitori;
- la perdita, da parte della
start-up innovativa, di uno dei
requisiti richiesti dalla normativa.
Esclusioni dalle cause
di decadenza. La nuova disciplina ritocca anche i casi di
esclusione dalle cause di decadenza.
Non determina la decadenza
dell’incentivo la perdita dello
status di start-up innovativa,
se dovuta al superamento del
limite temporale dei 5 anni dalla costituzione, o del tetto di 5
milioni di euro del valore della
produzione annua, o la quotazione su una piattaforma multilaterale di negoziazione.
Non costituiscono causa di
decadenza, inoltre, i trasferimenti a titolo gratuito o mortis
causa del contribuente e quelli
conseguenti a operazioni straordinarie.
12
Domenica 27 Marzo 2016
IMPRESA
La maggior parte degli istituti è online. Lavori in corso su profilazione e moneta elettronica
Credito, ora la clientela
si fidelizza sui social network
DI
risultati di bilancio comunicati nelle ultime
settimane hanno evidenziato un fatto nuovo per
il mercato bancario italiano.
Complice l’arrivo del bail-in,
che chiama in causa anche i
correntisti (ma solo sopra i
100 mila euro di depositi) in
caso di crisi aziendale, vi sono
stati bruschi movimenti nella raccolta, con le banche in
maggiore difficoltà che hanno perso quota a vantaggio di
quelle reputate più stabili.
Un dato finanziario che
evidenzia quanto sia diventato importante per il settore instaurare e consolidare
un rapporto di fiducia con la
clientela acquisita e potenziale, pur nella consapevolezza
che vi sono due criticità: da
una parte le ferite rimaste
aperte dopo la lunga stagione della crisi, che richiederà
tempo per essere rimarginate; dall’altra la necessità di
fare i conti con la clientela
più giovane, per sua natura
meno portata alla fidelizzazione. Uno scenario che spiega l’interesse crescente degli
istituti di credito verso i social network.
che ha un taglio più professionale rispetto a Facebook e
Twitter. Le associazioni per i
diritti dei consumatori americane hanno già espresso
il loro dissenso a riguardo,
condannando questo metodo
di selezione, ma nei fatti è
impossibile impedire a una
società di fare le proprie valutazioni sui richiedenti credito. Del resto, la crescita dei
Big data e degli analytics va
proprio in direzione di una
migliore profilazione della
clientela (anche potenziale)
con l’intento di offrire a ciascuno la proposta migliore, e
al tempo stesso ottimizzare
rischi e investimenti delle
aziende.
Per altro, già da qualche
mese Facebook ha lanciato un
servizio per trasferire denaro:
basta collegare la propria carta di credito o debito al proprio account messenger per
prelevare dal conto corrente
senza costi aggiuntivi e con
un semplice click.
Canali social
Pagine a cura
LUIGI DELL’OLIO
I
Strategie diversificate.
Quanto alla presenza, sui
social network principali ci
sono quasi tutti, almeno tra
gli operatori di grandi e medie dimensioni.
Uno studio realizzato da
Abi (Associazione bancaria
italiana) e Kpmg segnala
che ormai l’85% delle banche italiane è presente sui
principali canali del Web, un
dato destinato a salire oltre
la soglia del 90% nell’anno
in corso. Le piattaforme più
utilizzate sono Facebook, YouTube, Twitter e LinkedIn, con
una presenza che mira sia a
spingere il filone commerciale, sia a valorizzare il brand
aziendale.
Un duplice obiettivo che
spiega l’intreccio tra comunicazione relativa a nuovi
prodotti e servizi e messaggi
di natura reputazionale. Lo
studio mette in luce anche i
limiti delle strategie adottate,
a cominciare da una limitata
carica innovativa, per esempio in merito al confronto con
gli utenti. La presenza sulle
piattaforme social è considerata strategica dalle banche italiane ed è per questo che nella
gran parte dei casi i canali social sono gestiti internamente
all’azienda o al massimo con
la collaborazione di agenzie
specializzate. Tra gli operatori
che non hanno ancora un profilo social, il principale ostacolo
indicato è relativo alla difficol-
Fonte Abi-Kpmg
In Russia sotto esame la condotta on-line
La notizia ha creato un certo sconcerto
tra le associazioni di tutela della privacy. A inizio marzo, il sistema nazionale
russo d’informazione creditizia (analogo
di Crif per l’Italia) insieme con la società It Double Data, ha lanciato un nuovo
servizio destinato alle banche, finalizzato
all’analisi del comportamento dei richiedenti crediti.
Dunque, chi intende rivolgersi allo sportello per ottenere un finanziamento, deve
aver cura di tenere un comportamento virtuoso sui social network. Qualche esem-
pio? Se un potenziale cliente fa parte di
gruppi di concessione facile e immediata
dei microcrediti o è simpatizzante di società che osteggiano il recupero dei crediti il rischio, potrà risultare poco affidabile. Mentre se, sul suo profilo, si mostrerà
positivo e con una buona propensione ai
consumi, sarà visto di buon occhio. Il tutto, ovviamente, non ha un valore assoluto, ma solo indicativo, accanto ad altri
parametri da tenere in considerazione, a
cominciare dal comportamento passato in
caso di finanziamenti già ricevuti.
Strategia di successo in quattro step
Social Minds ha messo a punto una guida
in quattro step per una strategia bancaria
di successo sui social network. Si inizia
con la customer care che è la funzione più
logica. I correntisti hanno spesso domande e lamentele da rivolgere alle banche.
Il bancomat che non funziona, la carta di
credito non abilitata per l’online e così
via. La raccomandazione è individuare figure specifiche per rispondere ai clienti,
con metodologie e forme prestabilite. Il
secondo ambito è la customer acquisition,
sfruttano la leva del profilo social per
acquisire nuovi clienti, con la raccomandazione di offrire alle persone contenuti
tà nel valutare i rischi legati
all’utilizzo di questi strumenti.
In alcuni casi le banche non attive indicano una scarsa chiarezza circa l’utilità effettiva
del ricorso a questi strumenti o
motivano questo orientamento
con la complessità nel pianificare le attività e nel misurare
il ritorno dell’investimento per
queste iniziative.
Le nuove frontiere. Il
e offerte di qualità se si vuole sperare
di crescere. Il terzo ambito riguarda i
servizi bancari, che al momento stanno
muovendo i primi passi, ma hanno il potenziale più grande. Infine la fidelizzazione, ricordando che è fallimentare usare
Facebook come cassa di risonanza per i
propri comunicati o per farsi pubblicità
autoreferenziale. Occorre costruire uno
storytelling della banca, mettendo l’istituto in una posizione defilata. Indicazioni
difficili da contestare, anche se non certo
facili da mettere in pratica se non c’è una
strategia a monte e l’impegno di professionalità adeguate.
quadro generale che emerge
è quello di un settore che sta
ancora muovendo i primi passi di un mercato ad altissimo
potenziale. Di certo siamo
ancora lontani da esperienze
internazionali come LendUp,
che utilizza i social come indicatore di stabilità per decidere se concedere o meno un
prestito bancario. Secondo la
società statunitense, infatti,
una attività intensa sui social
network può essere considerata un valido indicatore di
stabilità economica.
Mentre Lenndo utilizza il
medesimo indicatore, ma in
modo diverso: se tra gli amici
figura un cattivo pagatore, per
l’utente sarà difficile ottenere
un prestito.
Il focus è soprattutto sulle
amicizie vantate su LinkedIn,
La spinta dei millennials. Probabilmente presto
sul mercato arriveranno altre
novità su questo fronte. Una
recente indagine dell’Associazione italiana istituti di pagamento e di moneta elettronica
(Aiip), rivolta agli universitari
e mirata a sondare le abitudini finanziare dei giovani della
cosiddetta Millennial Generation, segnala risultato che gli
studenti apprezzano sempre
più la moneta elettronica, ricercando soluzioni innovative.
Il presidente dell’associazione, Maurizio Pimpinella, segnala come esempio da tenere
d’occhio BuddyBank la nuova
banca del gruppo Unicredit,
b
disegnata esclusivamente per
smartphone, che sarà operativa dal 2017, offrendo persino
v
un servizio di concierge via
u
chat o telefono, attivo 24 ore
su 24, che assisterà i clienti
iin operazioni quotidiane quali
lla prenotazioni al ristorante
o lo spostamento in taxi. «La
ttecnologia del mobile piace
sempre di più e i possessori
di carta chiedono quindi ad
emittenti e retailer di metterre a loro disposizione opzioni
di pagamento via smartphone
veloci e facili da usare», spiega
v
ll’esperto, ad esempio i giovani, non essendo interessati
n
ad attivare linee di credito,
grazie ai conti di pagamento,
g
più semplici ed economici di
un conto corrente, riescono
a soddisfare tutte le loro esigenze, controllando meglio le
spese. Molto presto potrebbe
cambiare in maniera radicale il modo in cui accediamo al
nostro home banking e lo utilizziamo, prevedendo soluzioni fino ad ora impensabili».
© Riproduzione riservata
Domenica 27 Marzo 2016
IMPRESA
13
Facebook, Twitter & co.: strumenti da gestire con attenzione per comunicare correttamente
Per le aziende
una nuova sfida
a una parte la consapevolezza ormai acquisita dalle aziende
che i social network
sono irrinunciabili strumenti
di comunicazione, ma anche
la difficoltà di pianificare una
strategia vincente. Dall’altra
le opportunità di interazione
rilevate dagli utenti, ma anche le minacce per la propria
privacy. Con 30 milioni di italiani che ormai navigano sul
Web, le piazze virtuali come
Facebook, Twitter e LinkedIn sono divenute un nuovo
punto di incontro tra imprese
e consumatore, ponendo nuove sfide. Uno scenario nuovo
per il legislatore, che non a
caso corre ai ripari cercando
innovazioni del quadro normativi.
D
Nuovo protagonismo.
«Se fino a qualche anno ciò
che si consumava, così come
il brand dell’azienda relativa,
erano uno status per il consumatore, oggi la prospettiva è mutata: il protagonismo
emerge dall’interazione con
chi produce e commercializza i beni, un dialogo che si
svolge grazie ai social network», spiega Francesco Morace, sociologo e presidente di
Future Concept Lab. «Tra le
aziende vi è ormai una presenza diffusa sui nuovi canali
di comunicazione, ma spesso
con una strategia inadeguata,
che è quella del sito web, finestra per far conoscere i propri
prodotti. Mentre è deficitario
l’aspetto del confronto con i
consumatori, che pongono
domande e a volte rivolgono critiche, che non possono
rimanere inevase». Né tanto
meno possono ricevere risposte evasive. «Occorre una
strategia mirata, occorrono
professionalità adatte a questo nuovo tipo di comunicazione», aggiunge Morace.
Dello stesso avviso è Andrea Barchiesi, fondatore di
Reputation Manager (società
che analizza e gestisce la reputazione online) e autore del
libro La tentazione dell’oblio.
Un concetto diffuso, ma con
contorni spesso approssimativi. «Tanti, sia a livello aziendale che tra i consumatori,
sono convinti che cancellare
informazioni dalla rete sia
possibile e sufficiente per avere una buona identità digitale», spiega. «Mentre sarebbe
da prediligere una gestione
corretta e organizzata della
propria identità
digitale».
In concreto
questo che cosa
comporta per chi
frequenta i social
network? «Per le
aziende è un imperativo programmare e gestire la
comunicazione,
ricordando che
resta traccia di
ogni cosa che si
fa online. Per
quanto riguarda
gli utenti occorre
tenere conto, per
esempio, che se
Utenti web in Italia
Gli errori da evitare
Cosa da fare non solo quando si apre il profilo
Non controllare le impostasocial, ma periodicamente perché spesso le
zioni della privacy
impostazioni di default vengono modificate
Lasciare in memoria la Cosa pericolosa se si perde o si presta ad altri il
propria password su pc, proprio dispositivo e, ancor più, se si accede da
smartphone, palmare
computer altrui (per esempio un Internet point)
Pubblicare dati finanziari
Le truffe in questo campo sono molto diffuse
Indicare a un’utenza indiffe- Cosa che espone al rischio che le informazioni
renziata il proprio recapito finiscano nelle mani sbagliate
Dall’Oba allo spam: così arriva la visibilità
Sono tre le tecniche più utilizzate dalle
aziende per avere visibilità nelle piazze
virtuali: il social spam (invio di comunicazioni pubblicitarie tramite le piazze
virtuali), il viral advertising (in genere
video, che vengono diffusi tramite condivisione tra gli utenti) e l’Oba (acronimo di online behavioural advertising,
vale a dire la pubblicità profilata sulla
basa della navigazione dell’utente).
Queste tecniche devono fare i conti
con la normativa italiana, a cominciare
dal Codice privacy (artt. 23, 130, Linee
guida garante privacy 19 marzo 2015,
4 luglio 2013, 8 maggio 2014): «Il social spam e il viral advertising richiedono l’opt in dell’utente, vale a dire il
suo preventivo consenso espresso ed
informato a ricevere queste comunicazioni commerciali», spiega Martini. «Vi
è un’eccezione per il follower, al quale si applicherà il regime dell’opt out
(e quindi l’azienda potrà trasmettergli
queste comunicazioni fino a che rimarrà follower e non si opporrà a ricevere
questi messaggi)». L’Oba invece richiede
sia l’opt in, sia l’informativa cookies, così
come il banner cookies e la notificazione
al garante.
si esprime
un’opinione
politica, se
si interagisce con un
produttore
di alcolici, si
trasmettono
informazioni
importanti di
sé». Dunque,
il possibile
protagonismo offerto
da questi canali di comu-
nicazione può essere un’arma
a doppio taglio.
Necessaria una presenza consapevole. «La presenza sui social network non va
temuta», precisa Barchiesi,
«ma è opportuno fare scelte
consapevoli». Considerando
che le tracce lasciate con le
proprie parole possono essere
utilizzate da chi ha uno specifico interesse. «Per esempio, ci
sono aziende che accedono ai
social network per valutare il
candidato all’assunzione o le
abitudini del cliente, acquisito o potenziale», spiega Gaia
Rubera, docente di marketing
alla Bocconi. Che ricorda come
il discorso valga anche per i
selfie, che «sono una miniera
di dati forniti direttamente,
seppure involontariamente»
dai consumatori stessi alle
aziende attraverso la pubblicazione su canali come Instagram e Tumblr.
Legislazione comunitaria in evoluzione. Il
legislatore prova a rincorrere l’evoluzione tempestosa
dal mercato, a cominciare
dall’ambito comunitario.
Nei mesi scorsi, dopo quattro anni di discussioni, è stata approvata una bozza del
nuovo Regolamento europeo
per la privacy, che dovrebbe
essere approvato nel giro di
poche settimane. Per quel
che riguarda l’Italia, prenderà il posto dell’attuale Codice
privacy (dlgs n.196/2003). «Il
regolamento stabilisce regole stringenti per i titolari del
trattamento dei dati, in particolare per le aziende che
usano i social monitorando
regolarmente e sistematicamente, ad esempio attraverso
una profilatura degli utenti
per scopi pubblicitari», spiega
Nadia Martini, del team intellectual property/information technology dello studio
Nunziante Magrone. L’ambito
di applicazione riguarda sia
le realtà della Ue, che quelle
con headquarter al di fuori
dell’area, Amazon o Google
inclusi). «All’utente dovrà
essere il consenso preventivo espresso e informato (opt
in)», spiega l’esperto. «Inoltre
l’azienda, chiamata a nominare un privacy officer per
la fase di compliance, dovrà
compiere una valutazione di
impatto sulla protezione dei
dati, fare un risk assessment,
e adottare misure di sicurezza idonee (come la cifratura
o la pseudoanonimizzazione
dei dati) documentandone
ll’adozione. Quindi, i risultati
rraccolti dovranno essere notificati entro 72 ore all’Autorità
garante. In difetto, le sanzioni
g
potranno arrivare fino al 4%
p
del fatturato annuo».
Norme severe, dunque, che
per Martini non freneranp
no lo sviluppo del mercato,
n
ma piuttosto offriranno un
m
quadro più chiaro per la sua
evoluzione. «I social network
rrappresentano per l’azienda
un potentissimo canale di cou
municazione da cui non si può
m
prescindere per poter attuare
p
una strategia efficace», ricoru
da. «Sono infatti uno strumento sempre più utilizzato
per pubblicizzare l’attività e
raccogliere follower di ogni
età e target, quindi clienti». Del resto, gli utenti che
hanno un profilo su almeno
uno di essi sono sempre in
aumento, il numero dei contenuti condivisi con la propria
rete di contatti cresce a livelli
esponenziali e la durata del
tempo trascorso sui social
network diventa sempre più
consistente.
14
Domenica 27 Marzo 2016
IMPRESA
Tutti i chiarimenti nella guida pubblicata dal ministero dello sviluppo economico
Agevolazioni, c’è la bussola
Sabatini-ter attiva soltanto fino al 31 dicembre 2016
DI
Pagina a cura
ROBERTO LENZI
a Sabatini-ter non è ancora partita ma ha già
una data di scadenza.
La guida alle agevolazioni, pubblicata dal ministero dello sviluppo economico il
22 marzo ha infatti ricordato
che la misura agevolativa rimarrà attiva solo fino al 31
dicembre 2016. E la circolare
del 23 marzo 2016, attuativa
della Sabatini-ter, nello stabilire che lo sportello di presentazione delle domande si
aprirà il prossimo 2 maggio,
ha anche informato le imprese
che il finanziamento bancario
o il leasing finanziario, cui è
subordinato il riconoscimento del contributo da parte del
Ministero, deve essere deliberato entro il 31 dicembre 2016
da una banca/intermediario
finanziario aderente alla convenzione. Quindi, il 31 dicembre 2016 non è la vera e propria scadenza per presentare
domanda, ma addirittura fissa
il termine massimo per la delibera di finanziamento da parte
dell’istituto convenzionato. Se
la Sabatini-bis, tuttora aperta
ma ormai prossima alla chiusura, potrà vantare oltre due
anni di operatività, non sarà
così invece per la Sabatini-ter
che nasce già con una data di
scadenza a pochi mesi di distanza, salvo interventi legislativi di proroga. Oltre a trattare i finanziamenti Sabatini,
il Mise, attraverso la guida,
fornisce uno spaccato dei principali strumenti nazionali a favore delle imprese, affiancando
anche una versione inglese a
beneficio di imprese estere,
multinazionali e imprenditori
stranieri interessati ad investire in Italia.
Sostegno alla competitività. Il sostegno alla competitività è la prima macro area
trattata dalla guida, ove sono
riportate le agevolazioni Nuova Sabatini, Fondo di garanzia
anche per imprese femminili
ed editoria, contratti di sviluppo, nuova imprenditorialità, assunzione di personale
altamente qualificato, Fondo
Italia Venture Capital e Cooperative-Nuova Marcora. La
Nuova Sabatini, recentemente
riformata, è lo strumento che
sostiene gli investimenti per
acquisto, anche in leasing, di
macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad
uso produttivo, nonché di hardware, software e tecnologie
digitali, effettuati dalle pmi su
tutto il territorio nazionale. Il
contributo che copre parte degli interessi sui finanziamenti
bancari è pari all’ammontare
complessivo degli interessi
calcolati al tasso del 2,75%, su
un piano convenzionale di ammortamento, con rate semestrali costanti e della durata
di cinque anni, di importo cor-
L
La guida in numeri
2 versioni
della guida
4 macro-aree
di intervento
1 focus
speciale
7 strumenti
di sostegno
alla competitività
Italiano
Inglese
Sostegno alla competitività
Sostegno all’innovazione
Efficienza energetica
Internazionalizzazione
Raffronto tra start-up e pmi innovative
Nuova Sabatini
Fondo di garanzia (e sue sezioni)
Contratti di sviluppo
Autoimprenditorialità
Assunzione personale altamente qualificato
Fondo Italia Venture Capital
Cooperative-Nuova Marcora
8 strumenti
di sostegno
all’innovazione
Credito di imposta per ricerca e sviluppo
Credito di imposta per investimenti nel Mezzogiorno
Super ammortamento beni strumentali
Patent box
Sostegno alle start-up innovative Start & Smart
Fondo nazionale innovazione
Disegni +3
Marchi +2
2 strumenti
per l’efficienza
energetica
Certificati bianchi
Conto termico
Inserimento sui mercati esteri extra Ue
Crediti all’esportazione
Studi di prefattibilità, fattibilità e assistenza tecnica
Fondo di Venture Capital
7 strumenti per
l’internazionalizzazione Partecipazione al capitale
Patrimonializzazione delle pmi
Prima partecipazione ad una fiera o mostra sui
mercati extra Ue
Conto termico in rampa di lancio
La sezione della guida sull’efficienza
energetica punta sui certificati bianchi e
sul conto termico, prossimamente operativo nella nuova versione 2.0. I certificati
bianchi sono titoli negoziabili che certificano il conseguimento di risparmi energetici negli usi finali di energia a seguito
di progetti di incremento dell’efficienza
energetica. La domanda di certificati
bianchi è determinata dai distributori di
energia elettrica e di gas naturale con più
di 50 mila clienti finali ai quali è assegnato l’obbligo di raggiungere annualmente
determinati obiettivi quantitativi di risparmio di energia primaria. Detti soggetti possono assolvere al proprio obbligo
realizzando direttamente progetti di efficienza energetica oppure acquistando sul
mercato organizzato dal Gme i certificati
bianchi rilasciati ad altri soggetti per interventi di efficienza energetica.
Il numero di certificati bianchi è proporzionato ai risparmi generati dal progetto
di efficienza energetica, mentre il valore
del singolo certificato dipende dall’andamento del mercato. Il conto termico vuole
incentivare la produzione di energia termica da fonti rinnovabili e la realizzazio-
ne di interventi di efficienza energetica
negli edifici nella pubblica amministrazione. L’accesso a privati e imprese è
consentito per la prima categoria di interventi, mentre per la seconda l’accesso
è riservato alle p.a. che vi possono accedere direttamente o attraverso una Esco.
L’agevolazione consiste in un contributo
in conto capitale che può raggiungere anche il 65% della spesa ammissibile.
Internazionalizzazione. La macro area
sull’internazionalizzazione è quella che
riporta meno novità, in quanto gli strumenti di finanziamento sono attivi già da
diverso tempo e non hanno conosciuto
recenti riforme. In questa sono riportate
le agevolazioni, ormai classiche, che si
riducono alla riduzione di interessi e alla
partecipazione al capitele. Gli interventi
sono previsti per inserimento sui mercati
esteri extra Ue; Crediti all’esportazione; studi di prefattibilità, fattibilità e
assistenza tecnica; Fondo di Venture
Capital; partecipazione al capitale;
patrimonializzazione delle pmi; prima
partecipazione a una fiera o mostra sui
mercati extra Ue.
rispondente al finanziamento.
Il contributo è correlato a un
finanziamento bancario (o leasing), che può essere assistito fino all’80% dell’importo dal
Fondo di garanzia, compreso
tra 20 mila euro e 2 milioni di
euro. La scheda si chiude evidenziando che l’agevolazione è
aperta fino al 31 dicembre del
2016, ribadendone, a meno di
proroghe nei prossimi mesi,
la data di scadenza. La guida
prosegue elencando le altre
agevolazioni disponibili come
il microcredito, che supporta
l’avvio e lo sviluppo della microimprenditorialità, facilitando l’accesso alle fonti finanziarie alle imprese già costituite
o ai professionisti. Nella stessa
macro area si trova la sezione
imprese femminili, che mira a
supportare l’utilizzo della garanzia del Fondo a favore delle
imprese a prevalente partecipazione femminile.
Sostegno all’innovazione.
Una macro area importante
per le imprese è quella relativa al sostegno all’innovazione.
In questa sezione sono elencate le agevolazioni relative a
credito di imposta per ricerca
e sviluppo, credito di imposta
per investimenti nel Mezzogiorno, super ammortamento
beni strumentali, patent box,
sostegno alle start-up innovative Start & Smart, fondo nazionale innovazione, disegni
+3, Marchi +2.
Il credito di imposta per
la ricerca e sviluppo ha visto
aumentare la sua importanza
con la recente circolare 5E, che
ha esteso la possibilità di ottenere il contributo a tutte le
imprese che fanno ricerca, a
prescindere dalla tipologia di
personale che hanno in forza.
In questa area si trova anche il credito di imposta per
iinvestimenti nel Mezzogiorno, attualmente operativo per
n
gli investimenti a partire dalg
llo scorso 1° gennaio 2016. In
questo caso, il beneficio consiste nel riconoscimento di un
credito d’imposta, da utilizzare
iin compensazione in dichiarazione dei redditi, per l’acquisto
di beni strumentali nuovi efffettuati tra il 2016 e il 2019.
La misura dell’agevolazione è differenziata in relazion
ne alle dimensioni aziendali:
n
20% pmi; 15% medie imprese;
10% grandi imprese. E proprio in questi giorni è stato
p
emanato da parte dell’Agenzia delle entrate il provvedimento per stabilire che le
iistanze di accesso all’agevollazione devono essere presenttate a partire dal 30 giugno
2016. La guida tratta anche
iil super-ammortamento sui
beni strumentali, grazie al
b
quale viene riconosciuta una
maggiorazione del 40%, del
m
costo fiscalmente ammesso
iin deduzione a titolo di ammortamenti (o di canone di
m
lleasing).
Domenica 27 Marzo 2016
IMPRESA
15
Il rapporto Aifi su private equity e venture capital. Resta il divario con altri paesi
L’Italia piace e si investe di più
Raccolta fondi a 2,5 mld (+84,5%). Il 48% sono esteri
DI
Pagina a cura
LUIGI DELL’OLIO
dall’avvio della grande
crisi internazionale che
si susseguono gli inviti
alle aziende a ridurre
la dipendenza dal credito bancario, cercando alternative sia
sul fronte dei finanziamenti,
che del capitale, in modo da
fronteggiare con successo il
nuovo scenario di mercato.
Anche se poi, a guardare ai
dati, è sempre stata evidente
la difficoltà degli imprenditori
ad abbracciare le nuove opportunità, anche per la distanza
culturale e di prospettiva con
gli operatori istituzionali. Tuttavia lo scenario sta evolvendo
in senso positivo e questo non
può che essere letto positivamente per il nostro Paese,
che verosimilmente vedrà le
banche impegnate ancora per
diversi anni a rimarginare le
ferite dovute al boom di crediti
deteriorati.
La semina. Secondo l’ultimo rapporto di Aifi (Associazione italiana del private equity,
venture capital e private debt),
nel 2015 la raccolta dei fondi
di private equity presenti sul
mercato italiano si è attestata
a quota 2,487 miliardi di euro,
mettendo a segno un balzo
dell’84,5% rispetto al 2014.
Un risultato sul quale ha sicuramente inciso la situazione dei tassi di interesse, mai
così bassi nella storia europea,
ma che comunque va salutato con favore perché significa
che sono a disposizione risorse
importanti per far crescere la
capitalizzazione delle aziende
italiane. Per altro è indicativo
l’interesse degli operatori internazionali, che hanno contribuito per il 48,1% alla raccolta
totale.
Detto della semina, va comunque sottolineato che solo
una parte di queste risorse è
stata immediatamente impiegata, laddove è stata individuata dagli investitori un’opportunità di crescita e si è trovato
un accordo con l’imprenditore.
Prestiti in calo
È
Identikit delle imprese
In totale gli investimenti nel
corso del 2015 sono stati 342,
il 10% in più dell’anno precedente, con un ammontare
complessivo (considerando
quindi anche il denaro raccolto nel passato) di 4,62 miliardi
di euro (+31% sul 2014). «Si
tratta del secondo valore più
alto di sempre, a indicare la
ritrovata attrattività del nostro Paese», è l’analisi di Anna
Gervasoni, direttore generale
di Aifi. «Gli operatori internazionali hanno apportato ben
il 66% dell’ammontare totale
investito». Dalle opinioni degli
addetti ai lavori emerge che vi
è una maggiore disponibilità
del passato da parte degli imprenditori ad aprire il capitale dell’azienda agli investitori
istituzionali, che non apportano solo capitale, ma anche
competenze e una rete di contatti. Ma anche questi ultimi
Sul mercato si affacciano
i primi investitori sul debito
Non solo equity, cioè acquisto di quote azionarie. Tra i fondi crescono
anche quelli specializzati sul lato debito, cioè il finanziamento diretto alle
imprese, con un’ottica di medio-lungo periodo, a costituire un’alternativa
al credito concesso dalle banche. Secondo il censimento di Aifi, sono 17 i
soci che svolgono attività in questo campo, che è ancora dominato dagli
operatori domestici (77% del totale). Il target di raccolta dei fondi di
private debt italiani è di circa 4 miliardi, anche nel biennio di attività di
questi fondi non si è arrivati ancora al miliardo. Guardando alle fonti
della raccolta, sempre nel periodo 2013-2015, il 96% proviene da investitori istituzionali domestici, mentre il 4%dall’estero. Nella tipologia
della fonte, il 49% del capitale è arrivato dalle banche, il 20% dalle assicurazioni e il 16% da fondi pensione e casse di previdenza. Tra il 2014 e
il 2015 vi sono state 46 operazioni d’investimento per un ammontare di
264 milioni di euro. Sul versante debito andrebbe considerato anche il
settore dei minibond, con 179 emissioni già avvenute per 7,2 miliardi di
euro raccolti. Un settore, quest’ultimo, che è cresciuto rapidamente negli
ultimi mesi, accogliendo anche molte emissioni di piccolo importo.
hanno cambiato approccio,
approccio
allungando l’orizzonte di investimento e spesso accettando
di rilevare quote di minoranza
delle aziende.
Facile indebitarsi. Quanto alle tipologie di operazioni,
il 42% del mercato è costituito
dal buyout, vale a dire acquisizione di aziende il ricorso
prevalente al capitale di debito, che viene poi rimborsato
con l’utilizzo dei flussi di cassa
positivi generati dall’impresa
stessa. Il balzo del 49% sul
dato 2014 conferma l’abbondante liquidità presente sui
mercati finanziari. Crescono
anche le operazioni di seed/
startup, vale a dire nelle prime fasi della vita aziendale,
mentre soffrono quelle di
expansion (a sostegno della
crescita).
Nel 2015, l’ammontare disinvestito al costo di acquisto
delle partecipazioni, è stato
pari a 2.903 milioni di euro
in crescita del 10,3% rispetto
ai 2.632 dell’anno precedente,
con 178 dismissioni (+2,3%).
Lo strumento maggiormente
utilizzato per i disinvestimenti è stata la vendita ad altri
investitori finanziari.
Visti nel loro insieme, questi dati indicano la crescita
del private equity italiano,
anche se il confronto con gli
altri Paesi occidentali resta
impietoso.
Come rilevato dal presidente di Aifi, Innocenzo Cipolletta, se nella Penisola le
aziende finanziate ogni anno
sono circa 300, a livello europeo si arriva a quota 5 mila.
I fondi di private equity investono lo 0,1% del pil nazionale, contro una media europea
dello 0,28%, che comprende
lo 0,25% della Germania, lo
0,40% della Francia, lo 0,42%
dell’Inghilterra e lo 0,59% della Norvegia, prima in graduatoria. Differenze enormi che
chiamano in causa non solo
la tradizionale ritrosia degli
imprenditori italiani all’apertura del capitale, ma anche lo
scarso coraggio degli investitori del Paese. Per Cipolletta
occorre agire in più direzioni:
«Favorire l’ampliamento delle
forme di finanziamento disponibili per le Pmi non quotate; aumentare la capacità
attrattiva dell’Italia presso
gli investitori istituzionali
internazionali e migliorare
l’operatività del mercato».
Necessità che implicano uno
sforzo congiunto tra istituzioni, aziende e investitori.
Una spinta alle nuove aziende
Fare di necessità virtù è diventato il mantra di tanti italiani (giovani e
non) che negli ultimi tempi hanno deciso di dar vita a una nuova azienda.
Sostenuti anche dalle esperienze di successo che arrivano da Oltreoceano, dove da Facebook in giù si sprecano i casi di giovani realtà d’impresa
arrivate in pochi anni al successo globale. Va comunque detto che il tasso
di mortalità tra le startup è elevatissimo, vuoi perché le idee di business
devono confrontarsi (e spesso scontrarsi) con la realtà del mercato,
vuoi per la difficoltà di accedere a capitali a sostegno della crescita nei
primi anni di attività. A questo proposito va citato il progetto VentureUp,
promosso da Aifi e Fondo italiano d’investimento, consiste nella creazione di un sito web dedicato all’ecosistema startup e venture capital. Lo
scopo è di creare un luogo virtuale in cui venture capitalist e startupper
con idee innovative possano di incontrarsi e di fornire uno strumento
di informazione e orientamento verso gli attori e le opportunità che la
filiera delle nuove aziende offre, a disposizione di tutti coloro che sono
interessati ad approfondire questo mondo. Il sito include varie sezioni,
all’interno delle quali si trovano documenti, notizie, materiale informativo e molto altro ancora su venture capital, business angel, incubatori
e piattaforme di crowdfunding.
16
Domenica 27 Marzo 2016
IMPRESA
I numeri dell’Oam, l’organismo che vigila su agenti finanziari e mediatori creditizi
Caccia agli abusivi del credito
Controlli raddoppiati. I non autorizzati saranno resi noti
DI
Pagina a cura
FEDERICO UNNIA
ntensificazione dell’attività di vigilanza, con oltre
5 mila controlli effettuati
contro i 2.800 previsti, più
di 2.400 procedimenti sanzionatori avviati (di cui 1.875
conclusi; 1.693 con l’erogazione di una sanzione definitiva),
verifiche mirate su fenomeni
patologici quali le irregolarità
nel collocamento di fideiussioni, 57 esposti per esercizio
abusivo dell’attività. Sono
alcune delle cifre che esprimono le linee lungo le quali si
muove l’Oam, l’organismo per
la gestione degli elenchi degli
agenti in attività finanziaria e
dei mediatori creditizi.
Istituito con il decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 141,
che ha recepito la direttiva
europea 2008/48/Ce sui contratti di credito ai consumatori e introdotto il nuovo titolo
VI-bis del decreto legislativo 1°
settembre 1993, n. 385 (Testo
unico bancario), l’Oam gestisce gli elenchi degli agenti in
attività finanziaria e dei mediatori creditizi, accertando la
sussistenza (e la permanenza)
dei requisiti di onorabilità e di
professionalità previsti dalla
legge per chi vuole operare
nel settore.
Nel 2016 l’Oam intende
rafforzare l’azione contro
l’abusivismo e sta valutando
la possibilità di pubblicare i
nominativi dei soggetti non
autorizzati, di cui sia stato
evidenziato l’esercizio abusivo
della professione. «La battaglia contro l’abusivismo nella
mediazione creditizia», spiega
Antonio Catricalà, presidente dell’Oam, «è fondamentale.
Stiamo facendo la nostra parte
e sono allo studio misure per
informare i consumatori sui
soggetti che stanno sul mercato senza avere le carte in regola. Siamo in una fase in cui la
domanda di credito diventa essenziale per le famiglie e per le
imprese. Ma deve essere credito “buono”, supportato da tutte
le informazioni necessarie per
scegliere al meglio e ridurre
anche per questa via il rischio
del debitore di trovarsi negli
anni con un peso finanziario
del quale non aveva ben valutato le conseguenze. I consumatori possono essere garantiti solo se entrano in contatto
con gli operatori dotati della
necessaria professionalità,
che agiscono sotto la vigilanza
dell’Oam, con trasparenza. In
questo modo non solo si tutela
la parte più debole del rapporto ma si premiano gli operatori
onesti, ai quali viene richiesto
un aggiornamento professionale continuo».
Per raggiungere questo
obiettivo anche il legislatore
deve fare la sua parte perché
il deterrente penale, contro
gli abusivi, non è sufficiente,
I
Sintesi
Dati Elenchi al 31 dicembre 2015
n. 8.370 iscritti
n. 6.547 Agenti in attività finanziaria
n. 300 Mediatori creditizi
n. 1.523 Agenti nella Sezione speciale (servizi di pagamento)
n. 7.554 iscritti operativi e n. 816 non operativi
n. 10.759 collaboratori
n. 4.062 collaboratori di società di mediazione creditizia
n. 5.587 collaboratori di società di agenzia in attività finanziaria
Confronto con i dati all’inizio dell’anno:
- 1.017 iscritti (di cui - 435 iscritti operativi e - 582 iscritti non operativi)
+ 321 collaboratori
+ 1.826 cancellati
L’arretrato
vista la mole di lavoro di cui
sono oberate le nostre procure.
«Per i mutui immobiliari», propone Catricalà, «per esempio,
sarebbe fondamentale inserire
una norma in base alla quale,
nell’atto notarile, debba essere
indicato, a pena di nullità, il
nome del soggetto, mediatore o
agente in attività finanziaria,
che ha intermediato il mutuo
e che deve risultare iscritto ai
nostri elenchi, e la commissione pagata dal cliente. In
questo modo non solo emergerebbe base imponibile ma
verrebbe eretta una barriera
contro gli abusivi. È un meccanismo semplice, da incentivare prevedendo agevolazioni
fiscali per il mutuatario sul costo pagato per la commissione,
quando dovuta».
Il contrasto al fenomeno
dell’abusivismo, spiegano
fonti dell’organismo, rappresenta il cuore dell’azione
dell’Oam per migliorare, da
un lato, la protezione del consumatore e tutelare, dall’altro, i soggetti regolarmente
iscritti negli elenchi. Proprio
per facilitare le segnalazioni
è stata istituita una casella
di posta elettronica dedicata
e prevista un’apposita sezione
nel sito dell’organismo. E nel
2015 gli esposti pervenuti in
materia di esercizio abusivo
di attività finanziaria hanno
riguardato 162 soggetti (di cui
39 al Nord, 24 al Centro e 44
nel Sud e nelle Isole). In seguito agli accertamenti svolti,
l’Oam ha presentato 57 esposti alle procure della repubblica competenti per territorio.
Per disincentivare il ricorso
da parte dei consumatori a
soggetti privi dei necessari requisiti l’organismo ha inoltre
portato avanti una campagna
informativa ad hoc.
L’Oam partecipa inoltre
all’Osservatorio per il contrasto
all’esercizio abusivo dell’attivi-
tà di intermediazione del credito, costituito nel 2013 insieme
alle 13 associate (le associazioni di settore che costituiscono
l’assemblea dell’organismo)
oltre al sindacato Si.medi.
Scopo dell’osservatorio promuovere iniziative finalizzate a garantire maggiore efficacia e coerenza alle attività
di controllo sugli operatori,
monitorare la diffusione del
fenomeno dell’abusivismo,
intervenire in modo mirato e
contrastare con efficienza le
azioni scorrette; non solo per
tutelare i consumatori, ma
anche per salvaguardare l’immagine di una categoria che
ricopre un ruolo fondamentale
nel mondo del credito.
La battaglia contro l’abusivismo rappresenta tuttavia solo
uno degli aspetti dell’attività
di vigilanza portata avanti
dall’Oam che deve controllare
un comparto “regolare” costituito, a fine dicembre 2015,
da 8.370 soggetti iscritti negli
elenchi, di cui 6.547 agenti in
attività finanziaria, 300 mediatori creditizi, 1.523 agenti
nella sezione speciale servizi
di pagamento, affiancati da
10.759 collaboratori.
Proprio sulla vigilanza nei
confronti degli iscritti lo scorso anno si è registrato, secondo quanto si evince dall’ultima
relazione dell’organismo, un
cambio di passo: le attività di
controllo sono ora impostate
su controlli mirati e non su
verifiche a campione come
accadeva nel recente passato.
Un approccio che sta portando
i suoi frutti visto che quasi la
metà dei controlli si trasforma
in procedimenti e poco meno
in sanzioni.
L’attività di vigilanza si intreccia con l’attività di tenuta
degli elenchi: l’Oam deve infatti verificare la permanenza dei
requisiti necessari per l’iscrizione; il rispetto da parte degli
iscritti delle disposizioni loro
applicabili; l’assenza di cause
di incompatibilità, di sospensione e di cancellazione nei
confronti degli iscritti; l’effettivo svolgimento dell’attività
ai fini della permanenza negli
elenchi. A fronte di questa attività nel 2015 sono state deliberate complessivamente 2.291
cancellazioni di soggetti dagli
elenchi di cui 949 su istanza da
parte e 1.342 a seguito di provvedimenti, anche sanzionatori,
dell’organismo.
Per garantire che chi offre
credito ai consumatori lo faccia
con la necessaria competenza,
spiegano all’Oam, l’organismo
sta anche innalzando i requisiti di professionalità richiesti
per l’accesso alla professione:
nel 2015 sono stati incrementati i quesiti che costituiscono
il background culturale per la
prova d’esame destinata ad
agenti e mediatori. Nonostante tale incremento la percentuale di idonei è aumentata,
rispetto al 2012 (primo anno
di operatività dell’organismo),
dal 62 al 74%. Da settembre
dello scorso anno, inoltre,
l’Oam gestisce anche la prova
valutativa destinata ai collaboratori: a fronte dei 300 posti
disponibili, i partecipanti sono
stati 241, con un tasso di idoneità dell’83%.
L’Oam nel corso del 2015 ha
assunto anche la competenza
sulla gestione del Registro
degli esercenti l’attività di
cambiavalute, provvedendo al
necessario adeguamento delle
strutture informatiche. In base
alla normativa i cambiavalute
sono dunque tenuti a trasmettere all’Oam periodicamente
tutte le operazioni di cambio
effettuate. Si tratta di un accentramento delle informazioni che dovrebbe agevolare le
indagini penali in materia di
contrasto al riciclaggio e finanziamento del terrorismo.
© Riproduzione riservata
Domenica 27 Marzo 20
2016
AMBIENTE
17
Le indicazioni Fise Assoambiente per prevenire la responsabilità ex dlgs 231/2001
Gestione dei rifiuti senza rischi
Modelli organizzativi adeguati per prevenire gli ecoreati
DI
Pagina a cura
VINCENZO DRAGANI
alutazione dell’esposizione a tutti i reati previsti dal dlgs
231/2001, chiara definizione di compiti e responsabilità aziendali, peculiare
analisi dei rischi legati alle
aree sensibili dell’attività
d’impresa. Arriva da FiseAssoambiente la guida che
supporta le aziende di gestione rifiuti nella redazione
del «modello organizzativo»
utile ad arginare le dirette
responsabilità previste dal
dlgs 231/2001 in caso di reati
commessi da propri collaboratori. Approvate dal ministero
della giustizia nel dicembre
2015 e diramate nei giorni
scorsi anche sul sito internet
www.assoambiente.org, le linee guida sviluppate in collaborazione con CertiQuality
integrano e declinano le più
generali istruzioni già dettate
da Confindustria in materia
di responsabilità amministrativa degli enti.
V
Il contesto normativo.
In base al dlgs 231/2001
imprese ed enti rispondono
direttamente, con sanzioni
amministrative sia pecuniarie che interdittive, per determinati reati commessi nel
loro interesse o vantaggio da
propri amministratori, dirigenti e dipendenti. Le stesse
entità non rispondono di tali
illeciti (c.d. «reati presupposto», elencati dal decreto) se
dimostrano: di aver adottato
ed efficacemente attuato prima della loro commissione un
«modello di organizzazione e gestione» idoneo a
prevenirli; di aver svolto
effettiva vigilanza sulla
sua osservanza; l’avvenuta fraudolentemente
elusione del protocollo da
parte degli autori dell’illecito.
Il modello è considerato «idoneo» se risponde ai
requisiti essenziali sanciti dagli articoli 6 e 7 del
dlgs 231/2001, ossia: individua le attività nel cui
ambito possono commettersi i reati presupposto;
prevede specifici protocolli per formazione e attuazione delle azioni preventive; dispone obblighi di
informazione dell’Organo
di vigilanza; prevede un adeguato sistema sanzionatorio
per la violazione delle regole;
è costantemente verificato ed
aggiornato. Una presunzione
di conformità è sancita dallo stesso dlgs 231/2001 per i
protocolli riconosciuti dal ministero della giustizia.
I reati presupposto. Fondamentale nella redazione del
modello, sottolineano le nuove linee guida, è considerare
dalla legge 123/2007.
Tra gli illeciti di stretto
carattere ambientale (che se
non già sottoposti a prevenzione impongono un rapido
upgrade del proprio modello
organizzativo), si ricordano
invece due importanti upgrade del catalogo dei «reati
231»: quello effettuato dlgs
121/2011, che vi ha inserito
quelli in materia di inquinamento di acque, aria e suolo,
gestione dei rifiuti, danneggiamento di fauna, flora e
habitat; quello recato dalla
recente legge 68/2015 che
vi ha introdotto i nuovi ecodelitti (sia dolosi che colposi)
di inquinamento e disastro
ambientale, traffico o abbandono di materiale ad alta radioattività.
dell’azienda.
Nelle imprese
d
di
d gestione rifiuti, sottolineano
le linee guida, figurano
a
in
i tale senso le attività di
trattamento rifiuti, intermediazione, trasporto, bonifiche.
In relazione al trattamento
rifiuti, in particolare, peculiare attenzione dovrà essere
prestata a: processi di pianificazione dei conferimenti;
trasporti; gestione, esercizio e
manutenzione impianti; flussi in ingresso/uscita; analisi
di laboratorio; monitoraggi
ambientali (relativi a suolo,
acque, aria); gestione delle
emergenze; gare e negoziazioni dirette; omologa rifiuti.
In relazione alla bonifica di
siti inquinati particolare attenzione dovrà inoltre essere
posta su: attività preliminari
ed elaborazione dei progetti;
caratterizzazioni (come carotaggi ed emungimenti); messa in sicurezza; bonifica delle
falde; asportazione di strati
contaminati e trattamenti
on site.
Fra i controlli specifici sul
processo, l’attenzione dovrà
invece essere posta sui protocolli aziendali interni che
disciplinano anche: uso di
sostanze chimiche; eventi
potenzialmente contaminanti di matrici ambientali;
controlli manuali a campione; censimento di impianti,
macchinari, attrezzature e
dispositivi potenzialmente
contenenti sostanze lesive
dell’ozono; nuove opere e
manutenzioni straordinarie
anche in prossimità di aree
naturali; tracciabilità delle
attività; verifica di titoli autorizzatori in capo a soggetti
terzi cui vengono conferiti i
rifiuti (inclusa verifica delle
targhe dei mezzi); gestione
degli impianti con emissioni;
verifica della validità temporale delle autorizzazioni.
Il modello organizzativo. Al fine di garantire l’efficace controllo dei rischi, nella
costruzione del «modello 231»
particolare attenzione dovrà
essere posta nella chiara e
formale definizione di compiti e responsabilità delle figure aziendali. Tra i protocolli
di controllo per prevenire i
reati (anche nelle attività
eco-sensibili) si citano a titolo di esempio quelli relativi
alle variazioni del ciclo produttivo «trasversali» sia alla
gestione ambientale (quali
nuovi scarichi, rifiuti o emissioni) che alla gestione della
sicurezza sul lavoro (come
l’aggiornamento della valutazione dei rischi per ricezione
di nuovi rifiuti o utilizzo di
neo sostanze chimiche).
Analisi dei processi
aziendali. L’idonea prevenzione dei reati ex dlgs
231/2001 passa attraverso
l’individuazione dei rischi legati alle c.d. «aree sensibili»
I sistemi di gestione ambientale volontari. Le linee
guida Assoambiente offrono
infine utili indicazioni per
l’integrazione tra sistemi
volontari di gestione ambientali (Iso 14001 ed Emas)
e modelli ex dlgs 231/2001.
Tali sistemi volontari, evidenziano le linee guida, mirano proprio ad identificare
gli aspetti ambientali con
impatti significativi al fine
di effettuare gli interventi di
prevenzione, controllo, monitoraggio e miglioramento necessari. Fermo restando che
solo l’adozione e l’attuazione
del «modello 231» può avere
effetto contenitivo delle responsabilità legate ai sottesi
illeciti, i sistemi volontari Iso
ed Emas possono, con i dovuti
adattamenti che tengano conto delle relative prescrizioni
legali, contribuire proprio
alla valida costruzione del
documento di prevenzione
ex dlgs 231/2001.
Responsabilità 231, le indicazioni alle aziende
Quali reati
presupposto
Nella redazione del modello organizzativo occorre considerare:
• tutti i reati previsti dal dlgs 231/2001;
• affrontare le specificità degli illeciti che interessano
il settore merceologico
Nel modello
organizzativo
Particolare attenzione deve essere posta:
• alla definizione di compiti e responsabilità delle
figure aziendali;
• nei protocolli preventivi, alle variazioni del ciclo produttivo trasversali a gestione ambientale e sicurezza
sul lavoro
Nell’analisi
dei processi
Occorrono:
• individuazione e controllo dei rischi legati alle cd.
«aree sensibili» (come attività di trattamento rifiuti,
intermediazione, trasporto, bonifiche)
Con i dovuti adattamenti alle prescrizioni ex dlgs
Sistemi ambientali 231/2001:
Iso/Emas
• possono contribuire alla valida costruzione del modello organizzativo
tutte le fattispecie di reato
previste dal dlgs 231/2001,
salvo poi affrontare le specificità dei singoli illeciti cui
l’attività dell’azienda renda
sensibilmente esposti. Sotto
tale profilo, a titolo esemplificativo le istruzioni Assoambiente elencano una serie di
reati presupposto che interessano anche le imprese della
gestione sui rifiuti.
Tra questi, vengono in
primo luogo evidenziati gli
illeciti legati a rapporti e
contatti con la pubblica amministrazione, come malver-
sazione, indebita percezione
di erogazioni, truffa ai danni
dello Stato, concussione e corruzione.
In relazione a tali illeciti,
principali aree di rischio per
le aziende del settore ambientale appaiono essere: partecipazione a gare pubbliche
e negoziazioni; procedimenti
per rilascio di atti, provvedimenti e autorizzazioni.
Di rilevo, si evince dalle
stesse linee guida, anche l’as-
sociazione a delinquere, collegabile con il reato di attività
organizzata per il traffico illecito di rifiuti. Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro,
beni o utilità di provenienza
illecita possono altresì interessare le attività di raccolta
e smaltimento rifiuti come la
produzione di energie rinnovabili.
Sotto osservazione anche
l’impiego di cittadini di paesi
terzi con soggiorno irregolare,
illecito aggravato dall’esposizione a situazioni lavorative
di grave pericolo. Tra gli altri
reati di carattere generale,
l’attenzione deve altresì essere posta su falsità e frode
informatica, ricettazione, riciclaggio, impiego di denaro,
beni o utilità di provenienza
illecita. Peculiare, per la trasversalità delle fattispecie
sottese, dovrà altresì essere la prevenzione dei reati
di omicidio e lesioni colpose
commesse in violazione delle norme sulla sicurezza sul
lavoro, elevati a illeciti «231»
18
Domenica 27 Marzo 2016
PREVIDENZA
Le precisazioni dell’Inps in merito alla facoltà concessa dalla legge di stabilità
È ammesso il mix tra i riscatti
Sì alla cumulabilità tra laurea e congedo parentale
DI
Pagina a cura
DANIELE CIRIOLI
umulabile il riscatto della laurea con
quello del congedo parentale fuori
rapporto di lavoro. Dal 1°
gennaio, infatti, è possibile
chiedere all’Inps il riconoscimento di periodi di studio
anche se sia stato chiesto il
riscatto del periodo di congedo parentale non fruito
(massimo sei mesi) e viceversa. Il pagamento del riscatto,
determina il riconoscimento
di questi periodi ai fi ni del
diritto e della misura di una
pensione (dunque un’occasione in più per «arrotondare»
i mesi o gli anni che mancano per mettersi a riposo).
La novità arriva dalla legge
di stabilità 2016 ed è stata
illustrata dall’Inps nella circolare n. 44/2016.
C
Il riscatto del congedo
parentale (fuori rapporto
lavoro). I lavoratori dipendenti hanno la facoltà di riscattare, a domanda, i periodi corrispondenti alla durata
dell’astensione facoltativa
(ora congedo parentale), anche se relativi a maternità
che si siano verificate al di
fuori di un rapporto di lavoro. Per l’esercizio di tale
facoltà è richiesta un’unica
condizione: che a favore del
lavoratore risultino versati
almeno 5 anni di contributi
da «effettiva» attività lavorativa. Nel computo dei 5 anni,
pertanto, vanno considerati
soltanto i periodi durante
i quali c’è stata corresponsione di retribuzione assoggettata al pagamento di
contributi, anche se non c’è
stata effettiva prestazione di
lavoro (ferie, festività, malattia ecc.). Il requisito deve
essere posseduto alla data di
formulazione della domanda.
Quest’ultima va presentata
alla sede Inps competente
per territorio (dove risiede
il lavoratore), unitamente
a un’autocertifi cazione che
attesti tutti i dati relativi a
maternità, paternità e data
di nascita del bambino per il
quale si richiede il riscatto
del periodo di congedo parentale.
Il susseguirsi di norme e
riforme ha dato vita a una
griglia di condizioni e limiti
all’esercizio della facoltà di
riscatto, riassunta in tabella.
Oggi, ossia a partire dal 28
marzo 2000 (a seguito della
legge n. 53/2000 e in considerazione della modifica temporale di fruizione dei congedi introdotta dalla riforma
del Jobs act), il riscatto può
essere riconosciuto alla madre e al padre e il periodo
riscattabile, successivo ai
3 mesi dopo la nascita del
bambino (è questo il periodo
Quando e come il riscatto del congedo
Periodo
in cui ricade
la maternità
Dal 4 gennaio 1951
al 17 gennaio 1972
A chi è data
facoltà
di riscatto
Solo la madre
Il periodo riscattabile
e le altre condizioni
È quello successivo alle 8 settimane di assenza obbligatoria dopo il
parto, non può essere superiore a
6 mesi e si deve collocare entro il
primo anno di vita del bambino
Dal 18 gennaio 1972 Solo la madre È quello successivo ai 3 mesi di
al 17 dicembre 1977
assenza obbligatoria dopo il parto, non può essere superiore a 6
mesi e si deve collocare entro il
primo anno di vita del bambino
Dal 18 dicembre 1977
La madre o,
È quello successivo ai 3 mesi
al 27 marzo 2000
in alternativa, di assenza obbligatoria dopo la
il padre
nascita del bambino, non può essere superiore a 6 mesi e si deve
collocare entro il primo anno di
vita del bimbo
Dal 28 marzo 2000
Madre e padre, È quello successivo ai 3 mesi di asautonomamente senza obbligatoria dopo la nascita
del bambino, nella stessa misura
prevista nei casi di astensione in
costanza di rapporto di lavoro con
diritto alla relativa indennità e si
deve collocare entro i primi 8 anni
di vita del bambino
Dal 25 giugno 2015 Madre e padre, È quello successivo ai 3 mesi di asautonomamente senza obbligatoria dopo la nascita
del bambino, nella stessa misura
prevista nei casi di astensione in
costanza di rapporto di lavoro con
diritto alla relativa indennità e si
deve collocare entro i primi 8 anni
di vita del bambino (1)
(1) I periodi di congedo fruiti tra gli 8 e i 12 anni non è mai indennizzato
cosiddetto di «maternità/pamaternità/pa
ternità», per cui c’è l’assenza
obbligatoria della madre/padre), è quello stesso previsto
nei casi di astensione facoltativa (congedo parentale) in
costanza di rapporto di lavoro con diritto alla relativa
indennità: pertanto, quello
che si colloca entro i primi
8 anni di vita del bambino,
nonostante il congedo possa
essere fruito fino ai 12 anni
(perché i periodi di congedo
fruiti tra gli 8 e i 12 anni non
è mai indennizzato).
I contributi accreditati
dopo l’avvenuto pagamento
del riscatto sono utili sia ai
fini del diritto e sia della misura della pensione, inclusa
l’ex anzianità (oggi pensione
anticipata).
Il riscatto della laurea.
I lavoratori dipendenti hanno la facoltà di riscattare,
a domanda, i periodi corrispondenti al corso legale di
laurea a condizione che l’interessato abbia conseguito il
titolo di studio. Sono esclusi
dalla possibilità di riscatto:
a) i periodi di iscrizione
fuori corso;
b) i periodi già coperti da
contribuzione obbligatoria o
figurativa o da riscatto.
Si possono riscattare:
• i diplomi universitari
(corsi di durata non inferiore
a due anni e non superiore
a tre);
• i diplomi di laurea (corsi di durata non inferiore a
quattro e non superiore a sei
anni);
• i diplomi di specializzazione che si conseguono successivamente alla Laurea
e al termine di un corso di
durata non inferiore a due
anni;
• i dottorati di ricerca i cui
corsi sono regolati da specifiche disposizioni di legge;
• i titoli accademici introdotti con riforma del dlgs n.
509/1999 cioè: laurea, al termine di un corso di durata
triennale e laurea specialistica, al termine di un corso di durata biennale cui si
accede con la laurea.
Per quanto riguarda i diplomi rilasciati dagli istituti
di alta formazione artistica
e musicale possono essere
ammessi a riscatto ai fini
pensionistici i corsi attivati
a decorrere dall’anno accademico 2005/2006, e che danno
luogo al conseguimento dei
seguenti titoli di studio: diploma accademico di primo
livello; diploma accademico
di secondo livello; diploma
di specializzazione; diploma
accademico di formazione
alla ricerca (equiparato al
dottorato di ricerca universitario)
Il riscatto può riguardare tutto il periodo o singoli
periodi. A partire dal 12 luglio 1997 è data la facoltà
di riscattare due o più corsi
di laurea, anche per i titoli
conseguiti anteriormente a
questa data.
Come accennato, per poter
chiedere il riscatto è necessario che il lavoratore abbia
conseguito il diploma di laurea o titoli equiparati; che i
periodi per i quali si chiede
il riscatto non devono essere
coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa o da
riscatto; che il richiedente
sia titolare di contribuzione
(almeno un contributo obbligatorio). I contributi da
riscatto sono utili sia ai fini
del diritto e sia della misura
della pensione.
Il cumulo dei due riscatti. Fino al 31 dicembre
2015, in vigenza del comma 2, dell’art. 14, del dlgs
n. 503/1992 (abrogato dalla
legge n. 208/2015), era previsto che la facoltà di riscatto
dei periodi corrispondenti al
congedo parentale collocati
fuori dal rapporto di lavoro
non era cumulabile con il
riscatto del periodo di corso legale di laurea. Sotto la
vigenza del predetto comma
2, dunque, le due facoltà di
riscatto erano alternative:
l’esercizio dell’una precludeva l’altra a prescindere, peraltro, da entità ed eventuali
sovrapposizioni dei periodi
riscattati.
La legge di stabilità 2016
ha abrogato la norma (comma 2 dell’art. 14 del dlgs n.
503/1992) con la conseguenza che, per le domande di
riscatto presentate a partire dal 1° gennaio 2016, non
è più operativo il regime di
alternatività e, dunque, è diventato possibile esercitare
le due facoltà di riscatto anche cumulativamente.
Cumulabilità estesa
al pregresso. Peraltro, la
cumulabilità delle facoltà
opera anche con riferimento
«a periodi» antecedenti al 1°
gennaio 2016, nel senso che
le istanze di riscatto presentate a decorrere dal 1°
gennaio 2016, possono avere a oggetto anche periodi
di corso di laurea e/o periodi
corrispondenti al congedo
parentale fuori dal rapporto
di lavoro antecedenti a tale
data. Per converso, il regime
di incumulabilità/alternatività continua a essere vigente per le istanze di riscatto
presentate in data antecedente al 1° gennaio 2016,
le quali ricadono sotto la
normativa d’incumulabilità
vigente all’epoca. Tuttavia
l’Inps, in virtù del generale
principio di efficienza e di
non aggravio del procedimento amministrativo sui
cittadini, ha stabilito che le
domande presentate prima
del 1° gennaio 2016 e ancora pendenti, saranno definite d’ufficio (dalle competenti
strutture territoriali dell’Inps) come se fossero state presentate alla data del 1° gennaio 2016. Una volta definite
queste istanze pendenti, le
sedi dell’Inps daranno apposita informazione ai diretti
interessati, specificando che
l’onere del riscatto è stato
calcolato alla data del 1°
gennaio 2016.
© Riproduzione riservata
SPENDERE MEGLIO
Domenica 27 Marzo 2016
Domeni
19
Le strategie degli operatori di telefonia per conquistare liberi professionisti e pmi
Offerte a misura di partita Iva
I più gettonati: pacchetti scontati per chiamate e web
DI
Pagina a cura
SIBILLA DI PALMA
acchetti all inclusive, offerte tarate su
specifiche esigenze, promozioni. Gli
operatori di telefonia non
guardano solo ai privati, ma
puntano a conquistare nuovi
clienti anche tra partite Iva
e piccole e medie imprese.
Tramite proposte ad hoc che
consentono di ridurre i costi
legati all’utilizzo di cellulare, internet e telefono fisso.
Ecco una panoramica delle
principali offerte.
P
Caratteristiche. I più
gettonati sono in genere i
pacchetti che, al costo di
un canone mensile spesso
scontato, offrono una certa quantità di chiamate e
traffico internet. Per orientarsi tra le tariffe è bene
soffermarsi con attenzione
sulle condizioni proposte in
modo da scegliere quella più
adatta. Da sottolineare che
gli utenti di telefonia mobile, titolari di un contratto di
abbonamento, sono tenuti a
pagare la tassa di concessione governativa (pari a 12,91
euro per le imprese e i titolari di partita Iva) e che alcuni operatori prevedono delle
promozioni con il rimborso
della tassa.
Le offerte di Tim, Vodafone e Wind. Tim propone
Internet in uffi cio che permette di navigare da tablet,
chiavetta o router con la sim
dati e il servizio 4g Plus. La
compagnia offre 5gb a 20
euro al mese, 10gb a 30 euro
al mese e 20gb a 40 euro al
mese.
Sempre a imprese e professionisti è riservata l’offerta che include chiamate
illimitate verso tutti i numeri fissi e mobili nazionali,
internet illimitato fino a 100
mega in copertura fibra e router wi-fi con installazione
inclusa al costo di 35 euro al
mese come promo web (anziché 50 euro). Per il mobile,
la compagnia propone Tim
professional unlimited con
chiamate e sms illimitati e
1gb di internet a 39 euro al
mese.
Alle partite Iva sono riservate le seguenti proposte
Vodafone: Easy S al costo di
19,90 euro al mese (500 minuti e 500 sms, 1 gb); Easy
M (29,90 euro, 800 minuti
e 800 sms, 1gb); Relax L
(39,90, minuti e sms illimitati, 1 gb più 1gb 4g); Relax
L (minuti e sms illimitati, 2
gb più 1gb 4g).
Sempre alle partite Iva è
dedicata Soluzione lavoro
relax con internet e chiamate illimitate al costo di 29,90
euro al mese (anziché 39,90)
se attivata online.
Le offerte delle compagnie
Compagnia
Prodotto
Tim
Internet in ufficio: 5gb a 20 euro al mese, 10gb a 30 euro al
mese e 20gb a 40 euro al mese.
Chiamate illimitate verso tutti i numeri fissi e mobili nazionali,
internet illimitato fino a 100 mega in copertura fibra e router
wi-fi con installazione inclusa al costo di 35 euro al mese
come promo web (anziché 50 euro).
Tim professional unlimited: chiamate e sms illimitati e 1gb di
internet a 39 euro al mese
Vodafone
Per partite Iva: Easy S al costo di 19,90 euro al mese (500
minuti e 500 sms, 1 gb); Easy M (29,90 euro, 800 minuti e
800 sms, 1gb); Relax L (39,90, minuti e sms illimitati, 1 gb più
1gb 4g); Relax L (minuti e sms illimitati, 2 gb più 1gb 4g).
Soluzione lavoro Relax: internet e chiamate illimitate al costo
di 29,90 euro al mese (anziché 39,90) se attivata online.
Soluzione azienda - Express premium: chiamate illimitate verso
fissi, 150 minuti per interno verso mobile, 10 minuti condivisi
per interno verso internazionali a 170 euro al mese.
Soluzione azienda - Express relax: chiamate illimitate verso
fissi e mobile, 150 minuti condivisi per interno verso numeri
internazionali a 240 euro al mese
Wind
Per le partite Iva: All Inclusive (250 minuti verso tutti e 250
sms, internet 1 giga a 12 euro al mese); All inclusive big
(550 minuti verso tutti e 550 sms, internet 2 giga a 17 euro
al mese); All inclusive unlimited (minuti e sms illimitati verso
tutti, Internet 5 giga a 24 euro al mese); All inclusive unlimited premium (minuti e sms illimitati verso tutti, 1000 minuti
verso l’estero, 1000 sms e 3 giga di internet in Europa, Usa
e Canada a 32 euro al mese).
All inclusive business abbonamento: minuti e sms verso tutti,
chiamate illimitate verso i colleghi, internet illimitato a partire
da 17 euro al mese.
All inclusive aziende ricaricabile: minuti e sms verso tutti,
minuti illimitati verso i colleghi e internet a partire da 12 euro
al mese
3 Italia
Ufficio 3: chiamate senza limiti (in Italia e all’estero), al costo
di 15 euro al mese, con 20 gb di traffico internet 4g Lte e
100 mb in roaming nazionale
Fastweb
Business class: per titolari di partita Iva, 39 euro al mese,
connessione internet illimitata, linea telefonica con chiamate
verso rete nazionale fissa e cellulari nazionali, 1000 minuti di
chiamate internazionali e modem wi-fi.
Unlimited business: al costo di 65 euro al mese offre alle pmi
due linee telefoniche, internet senza limiti, chiamate illimitate
verso i telefoni fissi e mobili nazionali e 1000 minuti di chiamate internazionali
Per le piccole e medie imprese, invece, la compagnia
telefonica propone Soluzione
azienda - Express premium
con chiamate illimitate verso fissi, 150 minuti per interno verso mobile, 10 minuti
condivisi per interno verso
internazionali, oltre a connettività fibra o Adsl fino a
25 interni fissi e centralino
virtuale in cloud a 170 euro
al mese.
Mentre Soluzione azienda
- Express relax offre le stesse condizioni per l’Adsl, oltre
a chiamate illimitate verso
fissi e mobile e a 150 minuti
condivisi per interno verso
numeri internazionali a 240
euro al mese.
Wind propone i seguenti
pacchetti per le partite Iva:
All inclusive (250 minuti
verso tutti e 250 sms, internet 1 giga a 12 euro al
mese); All inclusive big (550
minuti verso tutti e 550
sms, internet 2 giga a 17
euro al mese); All inclusive
unlimited (minuti e sms illimitati verso tutti, internet
5 giga a 24 euro al mese);
All inclusive unlimited pre-
mium (minuti e sms illimitati verso tutti, 1000 minuti
verso l’estero, 1000 sms e 3
giga di internet in Europa,
Usa e Canada a 32 euro al
mese). Per le piccole e medie
aziende la compagnia propone All inclusive business
abbonamento, con minuti e
sms verso tutti, chiamate
illimitate verso i colleghi,
internet illimitato a partire
da 17 euro al mese. Mentre
All inclusive aziende ricaricabile offre minuti e sms
verso tutti, minuti illimitati
verso i colleghi e internet a
partire da 12 euro al mese.
Le proposte di 3 Italia e Fastweb. 3 Italia ha
lanciato offerte che prevedono promozioni ad hoc per
partite Iva, professionisti e
imprese. Ufficio 3 permette
di chiamare senza limiti (in
Italia e all’estero) e, al costo di 15 euro al mese, offre
un piano con 20 gb al mese
di traffico internet 4g-Lte
e 100 mb in roaming nazionale con il PocketCube
(dispositivo che integra le
caratteristiche di un router
wi-fi con quelle di un hotspot
tascabile e permette di collegare fino a cinque periferiche contemporaneamente).
L’offerta comprende anche
una Sim per smartphone con
minuti illimitati, in Italia e
all’estero, sms illimitati, 100
mb in roaming nazionale e 2
gb di Internet 4g-Lte. Inoltre, chi sottoscrive «Uffi cio
3» può attivare fino a cinque
ulteriori Sim ricaricabili
Gli utenti di telefonia
mobile, titolari di un
contratto di abbonamento, sono tenuti
a pagare la tassa di
concessione governativa. Alcuni operatori prevedono delle
promozioni con il
rimborso della tassa
per i propri collaboratori o
familiari, con minuti e sms
illimitati e 2 gb di internet
4g Lte, al costo di 10 euro al
mese ciascuna.
Anche Fastweb ha presentato le nuove offerte per
i titolari di partita Iva e le
piccole e medie imprese. Al
costo di 39 euro al mese,
Business class offre ai primi connessione internet illimitata, linea telefonica con
chiamate verso rete nazionale fissa e cellulari nazionali, 1000 minuti di chiamate
internazionali e modem wifi. Per chi è raggiunto dalla rete in fi bra di Fastweb,
l’opzione Ultrafibra (che permette di navigare fino a 100
Mbps in download e fino a 50
in upload) è gratuita per il
primo anno. Successivamente, il costo è di cinque euro
al mese.
Unlimited business, al costo di 65 euro al mese offre
invece alle Pmi due linee
telefoniche, internet senza
limiti, chiamate illimitate
verso i telefoni fi ssi e mobili nazionali e 1000 minuti
di chiamate internazionali. L’offerta include infine
anche un router wi-fi e un
centralino virtuale con due
telefoni Ip.
© Riproduzione riservata
20
Domenica 27 Marzo 2016
A F FA R I I N P I A Z Z A
Con i tassi a zero, per generare rendimento occorre assumersi una certa dose di rischio
Bond, è ora di alzare l’asticella
La precauzione: non esporsi troppo agli alti e bassi
DI
Pagina a cura
LUIGI DELL’OLIO
Andamento dello spread Btp-Bund
ripetuti tagli ai tassi da
parte della Bce hanno
portato buona parte dei
titoli di stato europei
(almeno quelli a breve e media scadenza) in terreno negativo. Così per l’investitore
intenzionato a mantenere
una quota di portafoglio investita nell’obbligazionario
diventa fondamentale un
check-up per valutare se
è il caso di pensare ad alternative, anche a costo di
alzare l’asticella del rischio.
Nella consapevolezza che lo
scenario non potrà cambiare
a breve, dato che l’istituto
di Francoforte ha assicurato
che proseguirà con l’approccio ultraccomodante ancora
per diverso tempo, dato che
l’obiettivo di inflazione prossimo al 2% resta lontanissimo, a fronte di prezzi tornati
a scendere nell’Eurozona.
I
Da risparmiatore a
investitore. Aldo Vittorio
Varenna, presidente di Efpa
Italia (ong europea che fissa gli standard professionali, etici, di formazione e
di esame per i professionisti dei servizi finanziari),
sottolinea l’importanza di
compiere un salto mentale
da risparmiatore a investitore, «chiarendo prima con
se stesso e poi anche con il
consulente quali sono gli
obiettivi per cui destina il
suo capitale d’investimento. L’obiettivo di rendimento, infatti, non può essere
disconnesso dal controllo
del rischio». Fatto questo
passaggio, che può richiedere anche diverso tempo,
arriva il momento di piani-
ficare gli investimenti e in
questo caso entrano in gioco
anche altri fattori, a cominciare dalla situazione dei
mercati per proseguire con
l’orizzonte d’investimento.
«Immaginando il profilo-tipo
di un piccolo investitore con
una disponibilità di 50mila
euro e bassa propensione al
rischio», riprende Varenna,
Rischio liquidità, banche al restyling
Imparare a vivere con meno liquidità.
Sembrerà strano, ma in una fase caratterizzata da liquidità abbondante sui mercati finanziari e mai così a buon mercato,
è questa la raccomandazione che emerge dal report annuale «Wholesale Banks
& Asset Managers», redatto da Morgan
Stanley e Oliver Wyman.
Contrariamente alla percezione diffusa,
spiegano gli autori dello studio, i fondi
comuni non sono stati fonte di rischio
sistemico: nei tre mesi peggiori del 2015,
i riscatti si sono attestati al 2-6% soltanto. Ma gli stress-test, le nuove norme
sulla liquidità, la crescente attenzione
dei supervisori del valore effettivamente offerto alla clientela in relazione alle
commissioni pagate e una normativa più
intrusiva richiederanno
un ulteriore
adattamento, con una
ulteriore
pressione
del 3% circa
sui costi e
una maggiore importan-
«si può ipotizzare di tenere
il 20% in liquidità, da usare come riserva in caso di
necessità o se si vuole investire in qualcos’altro nei
prossimi mesi, in attesa di
un’eventuale fase di mercato favorevole. Quindi un
10% a testa può essere riservato al debito sovrano dei
mercati emergenti e al Tre-
za dei fattori di scala e del capitale. Le
difficoltà a livello di liquidità, esacerbate
dai tassi negativi, potrebbero favorire e
non ostacolare gli investitori su indici
ed Etf.
Ma le difficoltà maggiori potrebbero
coinvolgere le banche, con ulteriori tagli in arrivo. «Lo scenario prevede che
nei prossimi due anni molti istituti di
credito non riusciranno a remunerare
adeguatamente il capitale, soprattutto
in Europa», si legge nel report. «Le politiche di re-pricing aiuteranno, ma non saranno sufficienti poiché i tassi bassissimi
e il cambiamento delle dinamiche della
liquidità pesano sulle fonti di reddito. I
benefici di scala acquisiranno ulteriore
importanza». Da qui la stima che il 5%
circa della quota di mercato possa rendersi disponibile a fronte di scelte molto
più selettive di partecipazione a livelli di
cliente, prodotto e paesi di molte banche
soprattutto europee».
Un contesto che impone un ripensamento
del modello operativo e scelte manageriali coraggiose. «Ne usciranno vincenti
le banche di maggiori dimensioni, quelle
di nicchia e specializzate, nonché gli operatori non bancari», è la previsione.
asury americano per puntare su una diversificazione
valutaria». La componente
più importante, nell’esempio elaborato da Varenna,
è in obbligazioni corporate
area euro investment grade
(quelle emesse da aziende
reputate affidabili, e che
quindi riescono a spuntare
rendimenti contenuti, ndr),
che coprono il 30% dell’investimento totale. Resta un
altro 30%, da dividere equamente tra azioni ad alto dividendo («ben diversificate
e internazionali», ricorda
l’esperto) e fondi flessibili a
delega bilanciati prudenti.
L’attenzione si sposta
sugli high yield. Raphaël
Chemla di Edmond de Rothschild Asset Management
sottolinea che l’estensione
del quantitative easing ai
bond corporate ad alta affidabilità tenderà a ridurre i
rendimenti di questi prodotti. Da qui l’interesse verso
le emissioni high yield (alto
rendimento, a fronte di un
minore merito creditizio
dell’emittente), i finanziari
senior e subordinati. «All’interno di un portafoglio bilanciato, per un investitore mediamente avverso al rischio,
suggeriamo un investimento
in obbligazioni tra il 40 e il
60%», aggiunge Chemla. Per
il quale anche nelle gestioni
obbligazionarie è il momento
di puntare su strategie attive, che lasciano al gestore la
libertà di muoversi secondo
le opportunità del momento.
A livello generale, comunque, la sua view è positiva
soprattutto verso l’area euro,
mentre resta selettiva verso
Stati Uniti e mercati emergenti.
Sugli high yield punta anche Edoardo Danieli, membro del team di gestione di
Sofi a Sgr, che indica tra le
obbligazioni preferite anche le subordinate bancarie
con scadenze tra i quattro e
i sette anni e i bond governativi legati all’inflazione
come il BTp Italia. «Occhio
a non commettere l’errore di
allungare le scadenze oltre i
sette anni», avverte, «poiché
improvvisi rialzi dell’infl azione, spinti anche da fattori
volatili come il prezzo delle
materie prime, sono capaci di
annullare anni di rendimentti in poche sedute. Mentre
iil premio per mantenere le
obbligazioni fino a scadenza
è talmente basso che è questionabile se preferirlo a non
iinvestire affatto».
Occhio alle scadenze.
Fabio De Gaspari, responF
sabile asset management
di Invest Banca, condivide
lla preoccupazione per le
scadenze lunghe in uno scenario che appare destinato
n
a restare volatile ancora a
llungo. «Dato che il rendimento medio delle emissioni
m
iinvestment grade è prossimi
all’1%, riteniamo rischioso
assumere posizioni su titoli
a medio/lunga scadenza».
Per un portafoglio ideale
di 50 mila euro con un basso
profilo di rischio, l’indicaziop
ne di Invest Banca è di punn
ttare su un massimo di esposizione al mondo corporate
non finanziario pari al 20%,
n
preferendo una esposizione
p
mediante fondi dedicati o
m
Etf. «Il piano della Bce renE
de interessante il corporate
high yield», sottolinea, «che
h
ottiene un beneficio relativo
iindiretto, di cui consigliamo
una esposizione massima del
10% attraverso l’acquisto di
Etf specializzati. Inoltre può
risultare interessante aggiungere un Etf sul mondo
corporate investment grade
senza rischio tasso che possa
beneficiare del restringimento degli spread di credito, con
un peso consigliato del 10%.
Resta un altro 60%, che per
De Gaspari è opportuno investire in «BTp Italia a media durata e in senior finanziari italiani possibilmente
a tasso variabile entro i tre
anni».
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C O N TA B I L I TÀ
Domenica 27 Marz
Marzo 2016
21
Gli effetti della prima applicazione della deduzione dell’imposta dovuta per il 2015
Costo del lavoro, il risparmio
Irap è reale e consistente
Pagine a cura
DI NORBERTO VILLA
E FRANCO CORNAGGIA
rima applicazione
della nuova deduzione per il costo del
lavoro ai fini Irap ai
nastri partenza. I primi calcoli effettuati individuano
un risparmio d’imposta reale e di importo consistente.
Le regole che dovranno applicarsi nell’ormai prossimo
calcolo dell’Irap dovuta per
il 2015 derivano dalle previsioni contenute nella legge
23 dicembre 2014, n. 190,
art. 1 commi da 20 a 24:
• a partire dal periodo
d’imposta successivo a quello
in corso al 31 dicembre 2014,
si considerano deducibili,
agli effetti dell’Irap, le spese sostenute in relazione al
personale dipendente impiegato con contratto di lavoro
a tempo indeterminato dai
soggetti che determinano il
valore della produzione netta ai sensi degli articoli da 5
a 9 del decreto Irap;
• il riconoscimento per i
medesimi soggetti che non
impiegano lavoratori dipendenti, di un credito d’imposta stabilito in misura pari
al 10% dell’Irap lorda. Il credito in esame è utilizzabile
esclusivamente in compensazione a partire dall’anno
di presentazione della corrispondente dichiarazione.
Le indicazioni della prassi
sono contenute in due documenti: circolare n. 6/E del 19
febbraio 2015 e circolare n.
22/E del 9 giugno 2015.
Con riguardo alla prima
delle due previsioni un chiarimento intervenuto riguarda il costo sostenuto per il
Tfr e per gli accantonamen-
P
za al verificarsi dell’evento
in quanto afferenti a costi
del lavoro deducibili dalla
base imponibile Irap a parti-
vigore
della nuova previsiov
ne norma senza incidenza
sul calcolo della base imponibile Irap, assumono rilievo
v nel caso in cui si realizzi
l’evento che ne ha determinato lo stanziamento in bilancio. Quindi la circolare
22/E ha sostenuto che «tali
oneri rientrano, pertanto,
nel calcolo del costo del personale deducibile ai sensi del
nuovo comma 4-octies) del
decreto Irap, ancorché non
imputati a conto economico
in quanto portati a diretta
riduzione degli accantonamenti operati».
Con riguardo a tale seconda ipotesi vi sono però da coordinare gli effetti indiretti
re dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al
31 dicembre 2014 (sul punto
valgono ancora le indicazioni contenute nella circolare
12/E del 2008);
• i fondi relativi a oneri
per il personale dipendente
stanziati in bilancio in esercizi antecedenti l’entrata in
che tale regola comporta ai
fini delle imposte dirette
(Ires/Irpef). Gli accantonamenti in parola possono aver
concorso alla determinazione dell’Irap deducibile dalle
imposte sui redditi. Ora ottenendo gli stessi rilevanza
ai fini Irap sarà oggi per allora «necessario procedere
Guida al calcolo
Costo complessivo
per il personale
dipendente con contratto a
tempo indeterminato
A
Meno
Deduzioni Irap
B
Se A è maggiore di B la differenza forma deduzione
ai fini Irap
ti. Le quote di Tfr maturate a partire dall’esercizio
2015 sono da considerare
nella determinazione delle
spese per il personale
dipendente deducibili
ai sensi della norma in
esame, trattandosi di
costi sostenuti a fronte
di debiti certi a carico
del datore di lavoro. E
sono anche da comprendere le rivalutazioni
delle quote accantonate
negli anni precedenti.
Tale risposta consente di ritenere che allo
stesso modo eventuali
altri oneri accantonati
a fine esercizio (si pensi
ai cosiddetti ratei ferie)
siano allo steso modo da
considerare.
Più articolato invece
il ragionamento per gli
accantonamenti:
• per quelli effettuati a
partire dal 2015 per eventuali oneri futuri connessi al
rapporto di lavoro, gli stessi essendo poste di natura
estimativa sono indeducibili
dall’Irap e non rientrano nel
calcolo del costo del lavoro
ammesso in deduzione. Tali
oneri assumeranno rilevan-
a rideterminare l’eventuale
Irap dedotta negli esercizi
precedenti relativamente
agli stessi. In particolare,
l’imposta dedotta dovrà essere recuperata mediante
la rilevazione di un componente positivo di reddito
ai sensi dell’articolo 88 del
Tuir nell’esercizio di sostenimento della spesa afferente all’accantonamento
a suo tempo operato. A tal
fine, gli utilizzi andranno
prioritariamente attribuiti
ai fondi accantonati prima
dell’entrata in vigore della
nuova disciplina, che hanno
generato Irap deducibile,
partendo da quelli di data
più remota».
Con riguardo alla individuazione dei contratti a
tempo indeterminato la linea
interpretativa è stata rigida
con riguardo ai cosiddetti
stagionali. Infatti considerata che la norma ha come
finalità quella di incentivare
gli impieghi a tempo indeterminato la prassi ha ritenuto
di escludere che rapporti di
lavoro regolati a tempo determinato in funzione del
tipo di attività svolta ovvero
della normativa di settore
diano diritto all’applicazione della nuova misura
concernente la deducibilità
integrale delle spese per il
personale impiegato a tempo indeterminato. Pertanto
ai fini dell’applicazione della ulteriore deduzione non si
può tener conto dei rapporti
di lavoro a «termine» in ragione del tipo di attività svolta (lavoratori stagionali) o di
preclusioni legali/regolamentari (esempio: i calciatori con
contratto di durata massima
quinquennale.
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Beneficiarie anche le imprese
a concessione e a tariffa
Somministrazione e distacco
fanno discorso a sé
Anche le imprese operanti in concessione e a tariffa godono della
nuova deduzione. La possibilità di dedurre la differenza tra il costo
complessivo per il personale dipendente impiegato con contratto
di lavoro a tempo indeterminato e le deduzioni Irap spetta anche
alle imprese che operano in «concessione» e a «tariffa» escluse, per
espressa previsione di legge, dalle deduzioni sul cuneo fiscale. La
norma introduce, dunque, un criterio di deducibilità «per differenza»
tra il costo del lavoro complessivo sostenuto in relazione ai rapporti
di impiego a tempo indeterminato e le deduzioni già spettanti. Ma la
norma stessa non limita la possibilità della nuova deduzione a coloro i quali godevano delle precedenti. Da ciò se la sommatoria delle
deduzioni vigenti è inferiore al costo del lavoro, spetta un’ulteriore
deduzione fino a concorrenza dell’intero importo dell’onere sostenuto: quindi per coloro i quali le precedenti deduzioni non avevano
effetto o ne avevano uno limitato sarà maggiore il differenziale deducibile. Pertanto come chiarito dalla circolare 22/E: «La circostanza
che alcuni soggetti non beneficino di tutte le deduzioni richiamate
dalla norma non li esclude dall’applicazione del beneficio. Le public
utilities, escluse ex lege dalle misure sul cuneo fiscale possono, pertanto, beneficiare della deducibilità integrale del costo sostenuto
per i lavoratori impiegati a tempo indeterminato».
Somministrazione e distacco del personale con regole ad hoc per
il calcolo della deduzione.
Il contratto di somministrazione può essere concluso a termine
ovvero a tempo indeterminato (staff leasing) e in tal caso vede
coinvolti tre soggetti: il somministratore, l’utilizzatore e il lavoratore che presta il servizio.
Considerando che le nuove deduzioni Irap che riconoscono la deduzione del differenziale tra le spese relative al personale dipendente
impiegato a tempo indeterminato e le deduzioni spettanti ai sensi
dell’articolo 11 nel caso in esame:
• a prescindere dalle modalità di articolazione del contratto il beneficio spetta a condizione che il rapporto contrattuale tra datore
di lavoro e dipendente sia a tempo indeterminato;
• il beneficio è riconosciuto in capo all’utilizzatore per il periodo
di effettivo impiego del personale somministrato.
Nel caso del distacco di personale invece la circolare 22/E ha chiarito che sono «deducibili dalla base imponibile Irap dell’impresa
distaccante i costi sostenuti in relazione al personale dipendente
distaccato impiegato con contratto di lavoro a tempo indeterminato, con conseguente rilevanza degli importi spettanti, a titolo di
rimborso, delle spese afferenti al medesimo personale».
22
Domenica 27 Marzo 2016
enza lavoratori nuovo
sconto del 10% ai fini
Irap. La legge di stabilità per il 2015 (legge
190/2014) attribuisce ai contribuenti che «non si avvalgono di lavoratori dipendenti»
un credito di imposta pari al
10% dell’Irap lorda indicata
in dichiarazione.
La misura è stata introdotta al fine di riequilibrare la
situazione dopo che ai soggetti con lavoratori dipendenti è
stata concessa la deduzione
integrale del costo relativo
a quelli a tempo indeterminato.
Sul punto la circolare
22/E è risultata molto rigida
nell’interpretare questa regola sostenendo che: «L’articolo
1, comma 21, della legge di
stabilità 2015 subordina il
riconoscimento del credito
d’imposta, stabilito in misura pari al 10% dell’Irap lorda,
alla circostanza che i contribuenti non dispongano di lavoratori dipendenti. Stante il
tenore letterale della norma,
si è del parere che il beneficio in esame possa essere riconosciuto solo in favore dei
soggetti che non si avvalgano,
in alcun modo, di personale
dipendente, a prescindere
dalla tipologia contrattuale
adottata (tempo determinato /indeterminato). Si ritiene
inoltre che, per effetto della
condizione posta dalla norma,
non debba essere operato alcun ragguaglio nel caso in cui
il contribuente abbia avuto
nel corso dell’anno, anche per
un periodo di tempo limitato,
lavoratori alle proprie dipendenze».
Quindi le due indicazioni
della circolare sono:
• non spetta la deduzione
nel caso in cui l’impresa o il
professionista pur non avendo
dipendenti in ogni giorno del
periodo di imposta ne abbiano
solo per una parte dell’anno
(in questa ipotesi si poteva
anche ritenere che la deduzione fosse riconosciuta seppur in misura ragguagliata ai
giorni di assenza di personale
dipendente);
• non spetta la deduzione
nemmeno se la presenza di
lavoratori subordinata non
dia luogo alla deduzione del
costo del lavoro trattandosi
di lavoratori con contratto
diverso da quello a tempo indeterminato.
La seconda previsione mostra non poche criticità. Nel
caso infatti di presenza di
lavoratori a tempo non indeterminato si giunge infatti
a escludere tali soggetti da
ambedue le nuove deduzioni
Irap e ciò non appare equo. È
vero che la finalità della deduzione del costo del lavoro
indeterminato a come finalità
quella di favorire unicamente questo tipo di rapporto,
ma il credito del 10% doveva servire per riequilibrare
la situazione nei confronti
di coloro che non essendo in
tale situazione si vedono tolta
la deduzione ai fini Ires della
quota di Irap pagata sul costo
del lavoro. Ma applicando la
norma così come interpre-
S
C O N TA B I L I TÀ
Sconto per chi
non ha dipendenti
Così il credito d’imposta in dichiarazione
Nel rigo IS89 indicare:
• in colonna 1, l’eccedenza di credito risultante dalla precedente
dichiarazione;
• in colonna 2, l’importo di cui a
colonna 1 utilizzato entro la data
di presentazione della presente dichiarazione per compensare tributi
e contributi mediante il modello di
pagamento F24, ai sensi dell’art.
17 del dlgs n. 241 del 1997;
• in colonna 3, l’ammontare del credito d’imposta pari al 10% dell’Irap
lorda risultante dalla presente
dichiarazione;
• in colonna 4, il credito da utilizzare
in compensazione ai sensi del dlgs
9 luglio 1997, n. 241 (tramite modello F24). Nella presente colonna
gli importi a credito devono essere
indicati al lordo degli utilizzi già effettuati. Con risoluzione n. 105 del
17 dicembre 2015 è stato istituito
il codice tributo n. 3883;
• in colonna 5, il credito ceduto ai
fini della compensazione dell’Ires
dovuta dalla consolidante per effetto della tassazione di gruppo e
indicato nel quadro GN (o nel quadro GC) del modello Unico SC.
Si precisa che la somma degli importi
indicati in colonna 4 e in colonna 5
non può essere superiore al valore
risultante dalla seguente operazione:
col. 1 – col. 2 + col. 3.
Ires e Irpef, quando sono dovute...
C’è il rischio di pagare Ires e Irpef sul
credito d’imposta Irap del 10% riconosciuto ai soggetti che non si avvalgono di
lavoratori subordinati. Questa la conclusione (criticabile) che deriva dal contenuto della circolare n. 6/E del 19 febbraio
2015. Il quesito posto all’amministrazione
finanziaria riguardava il trattamento da
riservare ai fini delle imposte sui redditi
del credito di imposta del 10% previsto
dalla legge di stabilità 2015. Si chiedeva
nel dettaglio se lo stesso dovesse concorrere alla formazione del reddito di impresa o di lavoro autonomo del soggetto
che ne usufruisce. Ciò partendo dalla
considerazione che il provento rilevato
a conto economico in contropartita del
credito di imposta costituisce sopravvenienza attiva interamente imponibile,
o tassabile solo in parte a seguito della
limitata deducibilità dell’Irap a cui si
riferisce.
La risposta dell’agenzia è stata tranciante. La stessa ha sostenuto che «in
assenza di una specifica previsione normativa che disponga in senso contrario,
si ritiene che il provento contabilizzato a conto economico per effetto del
riconoscimento del credito d’imposta
costituisca una sopravvenienza attiva,
che concorre integralmente alla determinazione del reddito d’impresa ai sensi
dell’articolo 88 del Tuir. Diversamente,
il credito d’imposta non rileva ai fi ni
della determinazione del reddito di lavoro autonomo, non essendo previsto
come componente di reddito dagli articoli 53 e 54 del Tuir».
... e quando no
Il credito Irap se contabilizzato a scom- con riguardo alla posta dello stato patriputo delle imposte non dà luogo alla tas- moniale da attivare. Il credito d’imposta
è da iscrivere avendo
sazione Ires e Irpef. La ria riguardo il principio
sposta della prassi in tema
C’è il rischio di padi
di rilevanza reddituale del
d competenza e nello
stato
patrimoniale rapcredito Irap deve essere
s
gare Ires e Irpef sul
presenta
un credito nei
rivista. La stessa parte inp
credito d’imposta Irap
confronti
dell’erario.
fatti dal presupposto che
c
del 10% riconosciuto
Tale
credito ricordiamo
lo stesso sia iscritto quale
T
ai
soggetti
che
non
si
che
per regola generasopravvenienza attiva del
c
avvalgono di lavoratori
le deve essere esposto
conto economico. In realtà
subordinati
al
è possibile una diversa ina netto degli eventuali debiti compensabili.
terpretazione. Se infatti lo
Nulla
di specifico viene
stesso è considerato come
N
scomputo o diminuzione del costo Irap invece detto con riguardo al conto econodell’anno nessun effetto ai fini delle im- mico ma si ritiene che l’esposizione del
costo tributario al netto dei crediti sia
poste dirette viene a manifestarsi.
Sul punto i principi contabili aiutano il comportamento preferibile e che per
solo con riguardo alla individuazione di più elimina qualsiasi conseguenza in
della necessità di contabilizzazione e ambito tributario.
tata dalla prassi si giunge
a penalizzare i contribuenti
che pur personale dipendente
lo hanno in forma diversa da
quella indeterminata, i quali
si vedono negare la precedente deduzione senza goderne di
una nuova.
La prassi ha inoltre chiarito
il collegamento esistente tra
la deduzione dalle imposte
sui redditi del 10% dell’Irap
riconosciuta in presenza di
oneri finanziari indeducibili
e il credito di imposta introdotto per i contribuenti che
non si avvalgono di lavoratori
dipendenti. A commento della deducibilità dalle imposte
sui redditi del 10% dell’Irap
forfettariamente riferita a
interessi passivi e oneri assimilati indeducibili è stato
chiarito che l’Irap rilevante
è quella versata nel periodo
d’imposta a titolo di saldo del
periodo d’imposta precedente
e di acconto di quello successivo, nei limiti per quanto riguarda l’acconto dell’imposta
effettivamente dovuta. Ciò
La legge di stabilità
per il 2015 attribuisce ai contribuenti
che «non si avvalgono di lavoratori dipendenti» un credito
di imposta pari al
10% dell’Irap lorda
indicata in dichiarazione.
La misura è stata
introdotta al fine di
riequilibrare la situazione dopo che ai
soggetti con lavoratori dipendenti è stata
concessa la deduzione integrale del costo
relativo a quelli a
tempo indeterminato
deve ora essere coordinato
con il nuovo credito d’imposta,
quantificato in misura pari al
10% dell’Irap lorda che deve
essere utilizzato «esclusivamente in compensazione ai
sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997,
n. 241, a decorrere dall’anno
di presentazione della corrispondente dichiarazione».
Secondo la prassi «la compensazione «orizzontale» prevista dalla norma, mediante
utilizzo del credito anche per
debiti diversi da quelli relativi al pagamento dell’Irap, fa
sì che non vi sia una diretta correlazione tra il credito
maturato e l’Irap dovuta in
relazione a ciascun periodo
d’imposta.
Pertanto, la «deduzione
forfetaria» del 10% prevista
ai fini Ires/Irpef va calcolata
sull’Irap al lordo del credito.
Ciò anche nel caso in cui il
contribuente decidesse di utilizzare il credito maturato per
compensare l’Irap di periodo,
trattandosi comunque di imposta dovuta e versata previa
compensazione con il credito
spettante».
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Anno 25 - Numero 74 - €
0,50
Domenica 27 Marzo 2016
Affari
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IL PRIMO GIORNALE DEI PROFESSIONISTI DELLA GIUSTIZIA
NEGOZIAZIONE
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CASSAZIONE
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È quella che si apre per gli studi legali italiani che si occupano di Proprietà intellettuale
La sfida del Brevetto Ue
DI
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rescono i brevetti made in Italy e si rafforzano le tutele per la proprietà intellettuale. Con l’adesione dell’Italia, a ottobre dello
scorso anno, al Brevetto unico europeo gestito
dall’European patent office (Epo, ovvero Ufficio brevetti europeo), le opere dell’ingegno
italiane da quest’anno godono della stessa
protezione legale che viene riconosciuta ai
brevetti di tutti gli altri 25 paesi dell’Unione
europea che hanno aderito al sistema comunitario (l’unica a restarne fuori è solo la Spagna). Il vantaggio del Brevetto unico è sotto
gli occhi di tutti: attraverso un unico iter di
registrazione, e un solo pagamento, si ottiene
un unico titolo legale che garantisce la medesima tutela in tutti gli Stati comunitari.
Per paesi a medio-forte vocazione brevettuale,
come l’Italia, questo passaggio diventa molto
importante, e rafforza il ruolo dei consulenti
legali che si occupano del settore Ip. Secondo
il recente report dell’Epo, nel 2015, società
e inventori italiani hanno inoltrato 3.979
richieste di brevetto all’Ufficio brevetti europeo, contro le 3.649 del 2014, «invertendo la tendenza dell’ultimo periodo, che ha
registrato un calo nel numero di domande
per quattro anni consecutivi». Con una quota del 2% di tutte le richieste presentate in
Europa, l’Italia è risalita dall’undicesimo
al decimo posto tra i paesi richiedenti protezione brevettuale. Per gli avvocati che si
occupano di Ip, come emerge dall’inchiesta
che Affari Legali pubblica questa settimana,
si apre la strada della «nuova» sfida della
tutela brevettuale, che ormai varca i confini
nazionali e ha bisogno di studi e avvocati
pronti ad affrontarla.
II
Domenica 27 Marzo 2016
STUDI & CARRIERE
La protezione si uniforma e il contenzioso si svolgerà davanti a un tribunale multinazionale
Brevetto unico europeo,
l’assistenza varca i confini
Pagine a cura
di FEDERICO UNNIA
favorendo solo i
dell’Unione
titolari di brevetEuropea».
ti davvero forti e
Per Giorgio
Floridia, avn passaggio cultura- invece costringenvocato e ordile prima ancora che do a domandarsi
nario di diritprofessionale. Non se varrà ancora
to industriale
solo per le imprese la pena di mann e l l ’ U n i v e rma anche per i legali che le tenere brevetti
sità Cattolica
assistono. È questo l’effetto deboli, che oggi
del Sacro Cuodell’adesione dell’Italia il 7 spesso costituire di Milano
luglio 2015 al Brevetto Uni- scono spauracchi
«il risultato
tario, ratificando la preceden- contro le imprese
dell’adesione
te adesione all’Unified Patent minori. Col nuovo
Michele Bertani
Giorgio Floridia
Gualtiero Dragotti
Lydia Mendola
al sistema del
Court. Il 30 Settembre 2015 sistema potranno
la Commissione Europea ha essere eliminati con una sola giurisdizione, dividendo- ste aziende, per la scarsità di brevetto unitario è che si avrà
poi confermato la propria azione. «Avremo dunque un lo assurdamente in tre per ricerca in Italia, saranno in un unico titolo brevettuale
sistema molto più chiare esigenze di spartizio- gran parte in posizione di sovrannazionale che non soautorizzazione
affidabile, che li- ne e assegnando le tre sedi convenute».
stituisce, ma si affianca, ai tiall’adesione.
bererà risorse per delle rispettive Corti centrali
Dal canto suo Michele toli brevettuali già esistenti
Il sistema del
fare e per proteg- a Parigi, Londra e
Bertani, special e cioè al brevetto nazionale
Brevetto Unitagere l’innovazione Monaco di Bacounsel di Orrick ed al brevetto europeo, con
rio avrà quinvera» conclude.
e professore ordi- il vantaggio che con una sola
di efficacia nei
viera, secondo
Secondo Adria- criteri di assenario di diritto in- registrazione la protezione
primi mesi del
no Vanzetti, pro- gnazione irradustriale all’Uni- brevettuale è automatica2017. Da quel
fessore emerito di zionali. Tutte le
versità di Foggia mente estesa a tutti i paesi
momento le imdiritto industriale difese dovranno
r i c o r d a ch e « i n dell’Ue. Se questo sistema
prese (grandi,
n e l l ’ U n i v e r s i t à essere di regomateria di brevetto può costituire un incentivo
medie e piccole)
Cattolica del Sacro la svolte in una
europeo ad effetto all’innovazione tecnologie i centri di riCuore ed avvocato delle tre lingue
unitario le incogni- ca a livello europeo, non si
cerca universitaCesare Galli
a Milano, «l’ade- inglese, francese
te sono molte. Tut- deve comunque dimenticare
ri avranno una
sione al Brevetto e tedesco. I costi
te le criticità sono che l’enforcement del titolo
nuova opzione
irrilevanti a con- brevettuale unitario avrà dei
in più per ottimizzare le pro- Unitario è un mero atto di per le aziende
fronto dell’appro- notevoli costi».
prie strategie di protezione servilismo nei confronti del- italiane, specie
Adriano Vanzetti
«Chi si occupa di brevetti e
do, costituito da un
e sfruttamento dei risultati la triade Inghilterra – Fran- medio-piccole,
cia – Germania, che si sono saranno enormi,
titolo di protezione di contenzioso Ip è abituato
inventivi ottenuti.
Il Brevetto Unitario e la accaparrate il vertice della anche senza contare che que- unica per quasi tutta l’area a confrontarsi con vertenze
che coinvolgono più giurisdiUnified Patent Court offrizioni; la creazione di una ulranno ai titolari il vantaggio
DANIELA
MAININI,
PRESIDENTE
CENTRO
STUDI
ANTICONTRAFFAZIONE
teriore arena e di un nuovo
di disporre di un titolo unico
titolo non deve spaventare
per tutta l’Unione Europea
gli operatori, cui spetta il
(Spagna esclusa, per ora),
compito di impiegare questi
evitando traduzioni e paganuovi strumenti nella mamenti delle tasse per ciascuniera più effi cace» ricorda
no Stato. Il brevetto potrà
«La partita del brevetto unico ha visto due corti specializzate a Monaco e a Londra.
Gualtiero Dragotti, partessere difeso (e attaccato)
diversi autogol molti dei quali istituzionali. Dopo avere fatto opposizione alla Corte di
ner di Dla Piper. Che agin un’unica causa con effetti
Voglio dire che oggi che la decisione è stata Giustizia europea per ragioni procedurali ed
giunge: «sarà cruciale offrire
per tutta l’Europa davanti a
presa, che qualcuno se ne è finalmente as- averla persa, ha meditato a lungo se aderire
un’assistenza che prescinde
un Tribunale multinazionasunto la responsabilità mettendoci la faccia, o meno. I dati sono al contrario più che noti e
dai confini nazionali, anche
le specializzato e, prima antroviamo molti sostenitori anche istituziona- portati a conoscenza del sistema politico anin termini di selezione del
cora, costituirà una barriera
li, ma sin dal 2011 quando presi come presi- che dal Centro studi anticontraffazione: per
team di professionisti, dealle frontiere comunitarie
dente del Consiglio Nazionale Anticontraf- le imprese, il vantaggio è quantificabile in
stinati a confrontarsi con
contro i falsi. Insomma, un
fazione (Cnac), accompagnata da una serie quasi 12 milioni di euro all’anno, mentre per
magistrati e tecnici di più
vantaggio con forti risparmi.
autorevolissima di esperti giuridici posizione le casse dello Stato il vantaggio è stimabile
nazionalità. In positivo conin quasi 19 milioni di euro all’anMa i professionisti specializnetta e scritta, invitando i diverterà il ruolo della divisione
no». E così che abbiamo perso la
zati in IP come giudicano la
si governi che si sono succeduti
locale italiana del tribunale
partita di avere una delle Corti
nuova normativa?
a valutare le opportunità perse
unificato, che ha i numeri
centrali, dapprima sulla scorta
Secondo Cesare Galli,
dall’Italia a stare al di fuori di un
per divenire uno dei fori più
del fattore linguistico, poi per
name partner dello Studio
sistema con posizione a dir poco
importanti per le azioni di
l’opposizione di molti studi tecIP Law Galli, «si tratta di
miope. Furono taluni dirigenti
contraffazione».
nici brevettuali che temevano di
una soluzione equilibrata al
ministeriali i più forti detratPer Lydia Mendola,
perdere i proventi delle traduzioproblema della biforcazione
tori, uno dei quali mi invitò ad
counsel di Allen & Overy
ni necessarie per nazionalizzare
tra cause di nullità e di conoccuparmi solo di contraffazio«non c’è dubbio che le novità
e cioè validare in Italia i brevetti
traffazione prevista nell’ulne forse per mancata comprenpreviste rappresentino una
concessi in sede europea, insomtima versione delle Rules of
sione del legame tra brevetto,
grossa sfida per le imprese
ma le scuse sono state dentro e
Procedure della Corte che ha
innovazione e tutela». Daniela
italiane che dovranno ripenfuori le più disparate ma credo
permesso di superare gran
Mainini, presidente del Centro
Daniela Mainini
sare alla proprie strategie
che anche prima dell’avvento
parte delle perplessità che il
studi anticontraffazione (Csa),
brevettuali tenendo conto
della luce elettrica ci fossero le
sistema aveva suscitato inigià presidente del Cnac e condell’impatto che il nuovo sizialmente. Anche dal punto
sulente della Commissione parlamentare resistenze dei venditori di candele. «Persa la
stema potrà avere sul pordi vista del diritto sostanziadi inchiesta per la lotta alla contraffazione partita della Corte Centrale rimane la Corte
tfolio brevettuale esistente
le la fine definitiva della peha seguito da vicino la lunga partita che ha locale a Milano su cui vi è sostanziale accore futuro, e sulle modalità e
ricolosa illusione della «via
portata al varo della disciplina. «Tutt’oggi do istituzionale e dove è già stata identificata
i limiti della relativa tuteitaliana al contenzioso breoccorre monitorare che le inerzie che hanno una Sede anche perché l’adesione dell’Italia
la».
vettuale», cancellando l’idea
caratterizzato sin qui il percorso non con- alla cooperazione rafforzata comunicata ha
«Per quanto riguarda il riche validità e contraffazione
tinuino ad avere la meglio in questa mate- fatto finalmente cambiare verso alla vicenlascio del titolo, il vantaggio
si debbano valutare seconria così fondamentale per il sistema paese. da. Molto bene perché ospitare un’istituzione
do criteri diversi da quelli
L’Italia, autoesclusasi dal Brevetto unitario europea a Milano pur nella limitata visione
principale del nuovo sistema
risultanti dall’European
e presentando con ritardo la domanda per locale (rispetto alle potenzialità che avremconsiste nell’avere un brePatent Convention». Certo,
la candidatura a sede della Corte Unitaria, mo dovuto giocare) è l’ultima vera partita
vetto valevole in tutti i paesi
tutto questo imporrà di riha assistito da spettatrice inerte all’asse- che il Sistema Milano e il Sistema Italia non
aderenti, con riduzione dei
pensare totalmente le stragnazione della Corte centrale a Parigi, con devono perdere» conclude.
costi oggi dettati dal sistema
tegie di difesa e di attacco,
delineato dalla Convenzione
U
Un punto fermo dopo anni di inerzia
STUDI & CARRIERE
Domenica 27 Marzo 2016
Domeni
III
La normativa metterà in competizione gli studi legali
sul Brevetto Europeo», com- sata sulla sovrapposizione la semplificazione ammini- italiane in maggiori disagi «all or nothing» già peraltro
menta Salvatore Orlando, e innesto di nuove regole strativa compenseranno il da un punto di vista orga- vigente da svariati anni sia
n i z z a t i v o e per il Marchio Comunitario
socio dei dipartimenti con- dell’Unione europea su
di costi per che per il Design Comunitenzioso e proprietà intel- regole pre-esistenti di
a f f r o n t a r e tario. Le piccole e medie
lettuale Macchi di Cellere natura convenzionale
(quale p er esempio la
un giudizio imprese avranno un struGangemi Studio legale.
i n s t a u r a t o mento molto più efficace
«A livello di tutela giudi- Convenzione di Monaall’estero. In per difendersi da condotte
ziale, il vantaggio consiste co) nonché su regole di
q u e s t i c a s i abusive di imprese che fino
nella possibilità di ottenere diritto nazionale.
In aggiunta, l’Ufficio
si dovrà per- ad oggi hanno praticato una
un provvedimento efficace
tanto fare ri- strategia di brevettazione
in tutti i paesi aderenti. Ciò cui verrà assegnato il
corso ad uno a cortina fumogena deposipermetterà alle imprese di compito di rilasciare
studio legale tando brevetti a bassissimo
tutelare potenzialmente ad titoli brevettuali per
nel paese in valore e concessi con rivenun minor costo i propri bre- l’Unione europea sarà
Gianluca
c u i è s t a t a dicazioni limitatissime ma
vetti, riducendo il volume esterno all’Unione; sin
Giovanna
Bagnardi
De Cristofaro
r a d i c a t a l a branditi come strumenti di
del contenzioso ed i relativi dall’inizio, il sistema si
causa, che in coercizione concorrenziale»
esborsi, solo però nel caso di presenterà in modo evicontraffazioni su larga sca- dentemente frammentario». maggior rischio di causa: molti casi può avere
chiosa.
Le piccole-medie certo è che questo rischio si costi di gran lunga
la.
«Il sistema
imprese italiane potrà tradurre in un van- superiori a quelli
Si può anche
a Brevetto
d o v r a n n o a b i - taggio per il titolare di un praticati dai colprevedere una
Unitario, a
tuarsi all’idea di brevetto sufficientemente leghi italiani».
sorta di forum
mio avviso,
essere convenute forte da superare il vaglio
«Il sistema comshopping da
permetterà
in giudizio non della corte unificata dei porterà la necessiparte dei titolari
di riportapiù in Italia, ma brevetti. Il tema diventerà tà di maggior cura
dei brevetti, sia
re serietà e
avanti una sezio- reale alla fine del periodo nel selezionare le
pure all’interno
severità nel
ne non italiana transitorio – 7 anni, proro- innovazioni meridi alternativ e
sistema di
della corte cen- gabili – , quando soltanto i tevoli e nella scelrigide che forse
concessione e
tralizzata, con brevetti nazionali saranno ta dell’approccio
penalizzano le
gestione delproblemi di lin- sottratti alla giurisdizione giudiziario dato
Pmi italiane in
l e e s cl u s i v e
gua. «Infine, la esclusiva della corte uni- l ’ i n v e s t i m e n t o
termini di costi.
brevettuali,
Giovanni F. Casucci
decisione potrà ficata e il titolare
previsto
Altro dato signibasato sulla
Salvatore Orlando
anche imporre di un brevetto
ma offrificativo è quello
qualità dei
misure cautelari «debole» potrà
rà l’importante brevetti e non più sulle ridell’incentivo
opportunità per sorse finanziarie per poter
verso quegli studi legali e quali sequestro e inibitoria essere costretto
le entità a forte ottenere concessioni.
quelle realtà professionali con effetto sul territorio ita- a optare per più
valore innovatiche si stanno già muovendo liano. I costi di una even- brevetti nazioIl vero dubbio che resta
vo di poter vedere è: le imprese con grandi
nella direzione della crea- tuale difesa brevettuale per nali per evitare
premiati i propri risorse finanziarie (non nezione di strutture europee le piccole medie imprese il rischio di ansforzi».
con sedi in alcune o tutte italiane potranno incremen- nullamento con
cessariamente inventive)
Secondo Gio- accetteranno tale sfida o
le città in cui è istituito il tare» conclude.
un’unica azione
Per Gianluca De Cri- legale».
v a n n i F. C a - eluderanno il sistema uniTribunale unificato dei brestofaro, responsabile del
s u c c i , p a r t n e r tario per restare nel solo
vetti» .
I n f i n e, s u l l e
d i B a r d e h l e (e più comodo) gioco dei
Per Giovanna Bagnar- dipartimento di proprietà criticità Rocco
Rocco
Pagenberg «la brevetti nazionali con la
di, partner dello Studio intellettuale di Lca, «è dif- Lanzavecchia,
Lanzavecchia
vera differenza possibilità di gestire vittoLegale De Berti Jacchia ficile capire, in un momen- socio del diparche metterà alla rie e sconfitte locali nello
Franchini Forlani «il nuo- to in cui la tassa di rinnovo timento di Ip di
vo pacchetto costituirà una del brevetto unitario non è Simmons & Simmons , prova l’intero sistema bre- scacchiere comunitario?»
soluzione non tecnicamente ancora stata quantificata, ricorda come «queste si so- vettuale comunitario sarà conclude.
appropriata in quanto ba- se la riduzione dei costi e stanzieranno per le aziende l’applicazione del principio
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MARCO RASS
Con il Patent Box più incentivi per chi fa innovazione
O
aperta dall’adesione al Brevetto
ltre 4500 domande
Unitario».
di opzioni recapitate
Per Roberto Valenti, partner
all’agenzia delle entraresponsabile della practice di
te per aderire al patent
Intellectual Property all’interno
box. Un successo superiore alle
del dipartimento Intellectual Proattese? Secondo Cesare Galli,
perty & Technology di Dla Piper
dello Studio IP Law Galli «que«il dato delle domande di Ip Box
ste adesioni sono un buon segno.
non è particolarmente
Poiché infatti le opzioni
significativo di come la
esercitate riguardano
normativa (che - come
l’esercizio 2015, arrinoto - ha visto nel nostro
veranno anche i primi
studio uno dei più conruling dell’Agenzia delvinti supporter) troverà
le Entrate, che verosiapplicazione negli anni
milmente chiariranno
a venire. E infatti esso è
i punti ancora incerti
«viziato» dalla circostane quindi apriranno la
za che il decreto attuastrada a molte più adetivo è stato pubblicato
sioni per il 2016. Molte
solo il 20 ottobre 2015,
imprese, infatti, sono
il modulo per l’adesione
rimaste «alla finestra»
Roberto Valenti
è stato a disposizione dei
anche perché i benefici
contribuenti solo il sucprevisti sono proporziocessivo 10 novembre e la circolare
nalmente più elevati per 2016 e
esplicativa dell’Agenzia delle En2017 di quanto non siano per il
trate dell’inizio di dicembre.
2015. I ritorni positivi potrebbeIn questa situazione è evidente
ro quindi essere maggiori anche
che soprattutto le realtà più strutsotto il profilo dell’incentivo ad
turate non hanno avuto il tempo
investire nell’innovazione e anmateriale per predisporre le doche nella difesa dei diritti IP, atmande di adesioni in modo adetività che rientra nel perimetro
guato alla complessità dei diritti di
dell’agevolazione. Sono dunque
proprietà intellettuale gestiti. Era
buone notizie per tutto il Sistema
dunque difficile aspettarsi un dato
Italia, anche nella prospettiva
diverso. Sicuramente più rilevante dell’1.12.2015 – risulta più ageti dal punto di vista del numero
vole. È altrettanto prevedibile che
delle domande sarà quest’anno: e
molti titolari di diritti su marchi
sotto questo profilo noi registriaregistrati e segreti aziendali che
mo un interesse nei confronti della
non abbiano optato per il patent
normativa che continua ad essere
box l’anno scorso si organizzemolto da parte di socieranno per depositare
tà diversissime, dalla
l’istanza entro il 30
piccola società titolare
giugno, per evitare il ridi know-how al gruppo
schio che un cambio di
imprenditoriale multiregime in ottemperannazionale italiano con
za alle raccomandaziosignificativo portafoglio
ne dell’Ocse impedisca
brevettuale, dalla casa
la possibilità di fruire
di moda alla compagnia
dell’incentivo per il
di assicurazione».
prossimo quinquennio.
Infine, secondo MiNella nostra esperienchele Bertani, speza una quota non irricial counsel di Orrick
levante dei clienti di
Michele
Bertani
e Professore Ordinario
Orrick ha esercitato
di Diritto Industriale
l’opzione già nel 2015,
all’Università di Foggia «Il dato
mentre la maggioranza si sta orè in linea con le attese. È ragioganizzando per farlo nella prima
nevole immaginare che le istanmetà dell’anno appena iniziato.»
ze presentate abbiano riguardato
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soprattutto intangibles coperti
da diritti di proprietà intelletSupplemento a cura
tuale cd. «titolati» (principalmente marchi o design registrati ed
di ROBERTO MILIACCA
invenzioni brevettate), per i quali
[email protected]
la redazione dell’istanza di ruling
e GIANNI MACHEDA
– quanto meno nella forma «light»
consentita dal provvedimento del
[email protected]
direttore dell’Agenzia delle entra-
IV
Domenica 27 Marzo 2016
AT T UA L I TÀ
È quello riconosciuto sulle negoziazioni assistite che secondo i legali, non funzionerà
Un bonus fiscale poco allettante
L’incentivo non copre neppure i costi della procedura
suo ammontare complessivo
Anche Maria Laura Dalla ancora sfruttato nel modo il rischio che, «proprio ladlo pensa anche Roberto Ti- Giustina, partner di UpLex corretto, perché le parti af- dove oggetto del contenderone socio dello Studio Co- ritiene che l’incentivo fisca- frontano la procedura con ec- re siano somme di denaro,
er alleggerire i tri- cuzza & Associati, secondo le introdotto per agevolare cessiva rigidità ai fini della il creditore potrebbe essere
portato ad accettare una debunali dall’eccesso il quale, la misura «non ap- l’accesso alla procedura di composizione della lite».
A l l o s t a - curtazione del proprio credidi cause si è prova- pare sufficiente a spostare negoziazione
to attuale, to, pur di non incorrere nelle
to davvero di tutto, gli equilibri delle parti e a assistita possa
per Daniele lungaggini processuali.
o quasi. L’ultimo tentativo sollecitare o incentivare una costituire un
Sorgente,
La differenza rispetto al
in ordine di tempo sono gli soluzione transattiva del- valido escal ’ o b i e t t i v o passato non è di poco conincentivi fiscali alla negozia- la potenziale controversia. m o t a g e p e r
d e f l a t t i v o to, e infatti, le transazioni
zione assistita e agli arbitra- Il rapporto tra il risparmio evitare la risodella rifor- raggiunte nell’ambito di
ti, procedura attiva ormai da dello Stato per il fenomeno luzione della
ma «è stato un giudizio pendente, veniquasi un anno che mira, nel- deflattivo dei contenziosi controversia
raggiunto in vano valutate su elementi
le intenzioni della riforma, portato dalla negoziazione in Tribunale.
misura as- concreti in ragione delle dia portare i contenziosi fuo- assistita e l’ammontare de- Tuttavia, la
solutamente fese svolte dalle parti. L’atri dalle aule dei tribunali, gli incentivi risulterà pro- p r o f e s s i o n i insoddisfa- tuale procedimento, invece,
bloccando a monte l’afflusso babilmente, al massimo, in sta sottolinea
come «l’impulcente».
laddove conciliato, impone
dei processi e costituendo equilibrio».
Più morbido invece il giudi- so che è stato
La perce- una definizione sulla base
un’alternativa stragiudiziale
zio di Danie- dato dal lezione del pro- di elementi incerti».
all’ordinaria
le Sorgente gislatore trafessionista,
Che gli avvocati abbiano
risoluzione
m a n a g e r e mite questa
ad oggi, «è da sempre ricercato soluziodei conflitti.
Daniele Sorgente
team leader innovazione è
che la nego- ni transattive, che possano
La misura
del diparti- poco incisivo dal
ziazione as- evitare l’introduzione di una
incentivanmento con- punto di vista dell’effetto di sistita per molti operatori procedura contenziosa o la
te però non
t e n z i o s o e degiurisdizionalizzare il con- rappresenti semplicemente sua prosecuzione non è una
convince gli
arbitrati di tenzioso».
un passaggio obbligato da novità anche secondo Roavvocati che
Girardi StuDalla Giustina fa notare concludere prima di incar- berto Tirone che proprio per
la ritengono
dio Legale che la possibilità di otte- dinare un giudizio. In tale questa ragione, ritiene che
insufficiente
e Tributa- nere la somma a titolo di o t t i c a , l a
la mediazione
e di modesta
rio. A parere credito d’imposta è infatti s t r a d a d a
(che sia obblientità.
d e l p r o f e s - condizionata dal fatto che p e r c o r r e r e
gatoria o faL’incentivo
coltativa) così
fiscale previs i o n i s t a l o la procedura sia portata a per ottenere
come la negosto dall’artis t r u m e n t o termine con un accordo di risultati poziazione assicolo 21-bis del
degli incen- negoziazione assistita, esito sitivi è anMaria
Fazio
stita «hanno
decreto legge
t i v i f i s c a l i che non può essere dato per cora estreavuto e stannumero 83
n e l l ’ a m b i t o scontato. Ecco quindi che «la m a m e n t e
no avendo un
del 2015 per l’utilizzo degli della negoziazione assistita spesa per lo Stato appare fin lunga. Alcusuccesso molstrumenti alternativi di ri- e degli arbitrati «può contri- troppo elevata soprattutto in ni apprezto limitato».
soluzione delle controversie buire, almeno in parte, a dif- considerazione della riusci- zabili sepInoltre, l’avè rappresentato dalla previ- fondere in modo più proficuo ta del progetto, ciò avrebbe pur parziali
vocato dello
sione di un credito di impo- e consapevole il loro utilizzo. esito diverso nel caso in cui riscontri, a
studio Cocuzsta, riconosciuto sino alla La misure sono correlate al lo strumento così predisposto quanto conza e Associati
concorrenza di 250 euro per positivo esperimento di tali venisse realmente e concre- s t a , s o n o
non pensa che
ogni singolo procedimento, in procedure e sotto tale aspetto tamente utilizzato e portato stati otteMaria Laura Dalla Giustina
gli incentivi
favore di chi ha corrisposto ritengo che in termini di spe- a termine». Per poter fare un nuti esclufiscali siano
compensi per la definizione sa lo Stato potrà ricavarne passo indietro e andare ad s i v a m e n t e
positiva di questi procedi- un beneficio, in un’ottica di analizzare gli effetti dell’isti- nell’ambito del diritto di fa- lo strumento adeguato per
sollecitare il raggiungimenmenti.
progressiva degiurisdiziona- tuto che è alla base degli in- miglia».
centivi fiscali,
Sul punto è d’accordo Ma- to di accordi transattivi.
«Tenuto conto dei costi lizzazione».
l ’ a v v o c a t o ria Fazio, anche secondo lei
«Probabilmente un riledelle procedure arbitrali,
Sorgente
Dalla Giusti- il procedimento è destinato vante aumento dell’importo
nonché dell’attività che l’av- si focalizza
na ritiene che «a ridurre notevolmente il delle spese di lite a carico
vocato deve comunque esple- sul fatto che
sia necessario carico dei Tribunali per i della parte soccombente
tare, ritengo che il credito di la deflazione
operare una procedimenti di separazione e la dichiarazione ex ante
imposta sia esiguo e, quindi, del contend i s t i n z i o n e : consensuale, di scioglimento delle parti dei beni aggrenon sufficiente a incentivare zioso «sia un
«la procedura o di cessazione degli effetti dibili in caso di soccombenil ricorso a tali strumenti». proposito, di
di negoziazio- civili del matrimonio, nonché za potrebbe essere un serio
A dirlo è Maria Fazio del- per sé, conne assistita in di modifica delle condizioni incentivo a transigere cause
lo studio legale Mariani divisibile» e
materia sepa- di separazione o di divor- poco fondante o meramente
Menaldi che spiega come, a proprio per
razione e ces- zio».
dilatorie» suggerisce Tirone,
suo parere, gli incentivi così questo motisazione degli
Eppure, da un punto di vi- sottolineando che un diverso
concepiti da soli non possano vo, il meccaeffetti civili, sta meno settoriale, l’intro- strumento che potrebbe aveesser sufficienti al raggiungi- nismo degli
scioglimento o duzione della negoziazione re una buon effetto deflatmento di una convenzione di incentivi fimodifica delle assistita «non rappresenta tivo – peraltro recentemente
negoziazione, posto il limite scali e duncondizioni di una vera e propria novità adottato dal legislatore – «è
di detraibilità a 250 euro. que la valoRoberto Tirone
separazione e da un punto di vista sostan- quello del trasferimento di
«La disciplina potrebbe es- rizzazione di
divorzio finora ziale in ragione del fatto certi contenziosi a gli arbitri
sere corretta», suggerisce un vantaggio
la Fazio, «prevedendo che in personale per le parti «deve è apparsa un valido strumen- che, generalmente, prima (i quali sono anche più rapidi
determinate materie, il rime- essere ulteriormente incre- to per assistere persone con di attivare un contenzioso nell’emissione delle sentenze
dio della negoziazione assi- mentato ed accompagnato vicende che non presentava- in sede giudiziale, gli avvo- rispetto alla giustizia ordinastita sia alternativa rispetto a una puntuale formazione no grossi motivi di criticità e cati sono soliti cercare un ria, con conseguente soddisfaall’istituto della mediazione. da parte degli operatori del rientravano nelle condizioni accordo nell’interesse delle zione delle parti interessate).
Oggi, invece, gli istituti della diritto: la gestione di una previste dalla norma. In que- parti – continua Fazio - e Nel sistema attuale gli incenmediazione e della negozia- procedura di negoziazio- sto senso assolve in maniera infatti, anche in passato, tivi fiscali non appaiono sufzione assistita si pongono ne assistita coinvolge infatti suffi ciente alla volontà de- si assisteva soventemente ficienti neppure per questo
in parte come obbligatori aspetti non solo giuridici ma flattiva dell’intero provvedi- all’abbandono del giudizio strumento di soluzione altere conviventi tra loro con la anche relazionali, strategici mento nel quale è inserita». in ragione del fatto che, nativa delle controversie, ma
conseguenza che tanto per i e gestionali. Il vero risultato Diversamente, sottolinea la medio tempore, le parti ad- essendo l’arbitrato in sé un
cittadini, quanto per gli ope- potrà dirsi ottenuto quando professionista di UpLex, «per divenivano ad un accordo ottimo strumento risolutore
ratori di settore, costituisce la negoziazione assistita sarà quanto concerne la negozia- conciliativo».
di controversie, l’effetto voL’introduzione della ne- luto dal legislatore potrebbe
una faticosa rincorsa verso interpretata quale opportu- zione assistita tout court,
le aule di giustizia».
nità e non come un semplice trovo che sia uno strumento goziazione assistita per la essere, almeno in parte, ragChe l’incentivo sia di mo- incombente di carattere qua- potenzialmente molto utile professionista dello studio giunto».
desta entità e limitato nel si esclusivamente formale».
che attualmente non viene Mariani Menaldi, comporta
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DI
Pagina a cura
MARIA CHIARA FURLÒ
P
Selezione di
Sentenze
tributarie
A CURA DELLO
STUDIO FUOCO
1. CASE DI LUSSO, DELL’IVA RISPONDE L’ACQUIRENTE
2. CONTRIBUTO UNIFICATO, INVITO NON IMPUGNABILE
3. BUONA FEDE, IL PRINCIPIO VALE PER LE DUE PARTI
4. CARTELLE NON IMPUGNATE, PRESCRIZIONE DECENNALE
5. CONCESSIONARIO, RESPONSABILITÀ AMPIA
6. DOCUMENTI INUTILIZZABILI SOLO SE RICHIESTI
7. DIFESA ESAUSTIVA NON IMPLICA ATTO MOTIVATO
I testi integrali delle sentenze sul sito www.italiaoggi.it/docio7
27 Marzo 2016
SENTENZE TRIBUTARIE
Case di lusso, dell’Iva
risponde l’acquirente
Nel caso in cui la cessione di una casa di abitazione
di lusso, eccedente i 240 mq, venga assoggettata a Iva
con l’aliquota ridotta del 4%, del recupero fiscale
risponde solo l’acquirente e non anche il venditore; è
irrilevante, infatti, che il venditore fosse a conoscenza
della non applicabilità dell’agevolazione fiscale (egli
è certamente in grado di verificare che l’immobile da
vendere abbia le caratteristiche «di lusso»), poiché
il beneficio fiscale è a vantaggio della sola parte
acquirente, così come la dichiarazione mendace di
costui instaura un rapporto diretto, ed esclusivo, tra
l’acquirente stesso e l’amministrazione finanziaria. È
il principio che si legge nella sentenza n. 3844/2016
della Corte di cassazione. Gli Ermellini hanno ribaltato i due gradi di merito che si erano conclusi con la
soccombenza della società ricorrente.
La vertenza prende le mosse da un atto impositivo
con cui le Entrate recuperavano una maggiore Iva,
applicando l’aliquota ordinaria in luogo di quella
agevolata del 4%, relativamente alla compravendita
di una casa d’abitazione che aveva le caratteristiche
«di lusso», poiché eccedente i 240 mq. L’atto veniva
notificato alla società venditrice che, impugnandolo, sosteneva la propria estraneità alla pretesa che
doveva essere rivolta esclusivamente nei confronti
dell’acquirente. Primo e secondo grado di giudizio
respingevano le doglianze opposte dalla società che,
con ricorso per cassazione, chiedeva il vaglio dei
giudici di legittimità.
La Cassazione ha accolto il ricorso spiegando che,
nel caso in cui la cessione di una casa di abitazione
di lusso venga erroneamente assoggettata all’Iva
con aliquota del 4%, l’avviso di liquidazione va
emesso direttamente nei confronti dell’acquirente,
in quanto l’applicazione dell’aliquota inferiore da
parte del venditore dell’immobile è derivata da una
dichiarazione mendace dell’acquirente stesso; ciò ai
sensi della tariffa allegata al dpr n. 131 del 1986,
art. 1, nota 2-bis, applicabile a tutte le ipotesi di
accertata non spettanza del beneficio fiscale, si tratti
di imposta sul valore aggiunto, come nella specie, o
anche di imposta di registro. La dichiarazione (mendace) dell’acquirente di volere fruire del beneficio
fiscale, spiegano gli Ermellini, «impone al venditore
di applicare l’aliquota ridotta», non sussistendo in
capo a costui alcun obbligo di verifica delle condizioni per l’applicazione dell’agevolazione; così che,
in caso di rettifica fiscale, risponde esclusivamente
l’acquirente.
Nicola Fuoco
LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA
(…) In altri termini, la «dichiarazione»
dell’acquirente di voler fruire del
beneficio fiscale istituisce un rapporto
giuridico diretto ed esclusivo tra
l’acquirente stesso e l’amministrazione
finanziaria, in ordine al quale non
assumenessunrilievoilregimegiuridico
proprio della specifica imposta, sicché,
anche in ipotesi di soggezione dell’atto
all’Iva, la (generale) soggettività
passiva esclusiva del venditore viene
meno, soggiacendo egli all’opzione
potestativa dell’acquirente circa il
regime agevolato cui assoggettare
l’operazione economica. Perciò si
spiega la perentorietà del predicato
verbale («deve») utilizzato dal
legislatore nel comma 4 della
richiamata nota 2-bis), che impone
all’ufficio dell’Agenzia delle entrate,
presso cui sono stati registrati i relativi
atti, di «recuperare nei confronti degli
acquirenti», non già dei venditori,
avendo questi esaurito il rispettivo
2
rapporto tributario assoggettando
l’atto all’aliquota ridotta conseguente
alla richiesta dell’acquirente, «la
differenza fra l’imposta calcolata in
base all’aliquota applicabile in assenza
di agevolazioni e quella risultante
dall’applicazione
dell’aliquota
agevolata» nonché di «irrogare la
sanzione amministrativa, pari al 30%
della differenza medesima». Da tali
principi discende l’irrilevanza delle
osservazioni del controricorrente,
secondo cui «il venditore è infatti
chiaramente in grado di riconoscere,
prima della conclusione del contratto di
compravendita, se l’immobile venduto
è di lusso poiché di superficie utile
superiore ai 240 mq, e se tale requisito
oggettivo manca sin dall’inizio il
cedente è tenuto ad applicare la
corretta aliquota Iva del 20%»; come
visto, infatti, il cedente non dispone in
realtà di un simile potere di «rettifica»,
sostituivo rispetto alla dichiarazione
resa dall’acquirente, il quale ne assume
ogni responsabilità, sicché l’eventuale
conoscenza (o conoscibilità) della
mancanza delle condizioni di legge non
influisce in alcun modo sul predetto
rapporto tributario, che trova la sua
unica fonte e il suo presupposto nel
negozio traslativo del bene, considerato
nella sua consistenza oggettiva (…)
In conclusione, la sentenza impugnata
va cassata e, non occorrendo ulteriori
accertamenti in fatto, la causa può
essere decisa nel merito, ai sensi
dell’art. 384, primo comma, cod.
proc. civ., con l’accoglimento
dell’originario ricorso del contribuente,
al quale l’amministrazione finanziaria
soccombente dovrà rifondere le spese
del giudizio di legittimità, liquidate
in dispositivo; sussistono invece
giusti motivi, stanti le peculiarità
della vicenda processuale, per la
compensazione delle spese relative ai
gradi di merito.
SENTENZE TRIBUTARIE
Contributo unificato,
invito non impugnabile
L’invito al pagamento del contributo unificato
tributario, emesso dalla segreteria della Commissione tributaria nei casi di omesso o insufficiente
versamento dello stesso, non è un atto impugnabile.
Tale provvedimento, infatti, rappresenta un invito
spontaneo al pagamento del dovuto, senza addebito
di sanzioni e interessi e non ha le caratteristiche
di un atto impositivo vero e proprio. Il ricorso,
quindi, deve essere proposto contro la successiva
iscrizione a ruolo, notificata al contribuente tramite
la cartella di pagamento. È quanto si legge nella
sentenza n. 223/03/16 della Ctr di Genova.A seguito
della proposizione di un ricorso tributario o di un
appello, la segreteria della Commissione controlla
il versamento del contributo unificato tributario e,
qualora lo stesso manchi o si riveli insufficiente in
relazione al valore della lite, la stessa segreteria
notifica un invito volto alla regolarizzazione della
situazione; tale invito contiene l’importo omesso,
senza addebito di sanzioni e interessi e, in caso
di mancato versamento, il carico viene iscritto a
ruolo. Il contributo unificato tributario rientra nel
novero dei tributi e il giudice competente, dinanzi
al quale contestare la debenza di tali somme, è
la Commissione tributaria. Tuttavia, secondo la
Ctr di Genova, l’azione non può essere promossa
contro l’invito notificato dalla segreteria, essendo
necessario attendere la successiva cartella esattoriale. Tale atto, si legge in sentenza, «è un semplice invito all’adempimento spontaneo da parte
del contribuente delle somme in esso contenute»
ed è un «atto dovuto ex lege, che non può essere
ricompreso nel dettato di cui all’art. 19 del dlgs n.
546/92, né assimilato a un vero e proprio atto di
accertamento». A ulteriore riprova circa la natura
da attribuirsi a tale provvedimento, la Commissione
osserva anche che lo stesso si limita a richiedere il
pagamento dovuto entro 30 giorni, «senza addebito
di interessi e sanzioni». In ogni caso, prosegue il
collegio ligure, la tutela in giudizio delle ragioni
del contribuente non è affatto preclusa, poiché egli
può agire con l’impugnazione della cartella di
pagamento, facendo valere in tale sede anche gli
eventuali vizi dell’atto presupposto.
Facendo applicazione di tali principi, la Ctr di
Genova ha dichiarato inammissibile l’appello, e
ancor prima il ricorso introduttivo, condannando
il contribuente al pagamento delle spese di giudizio.
Benito Fuoco
LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA
[omissis] La commissione, in fase
d’appello, ritiene il ricorso inammissibile sul presupposto che è stato impugnato un atto autonomamente non impugnabile. L’invito al pagamento non
è infatti autonomamente impugnabile,
trattandosi di un atto che non prelude
all’esecuzione forzata, ma alla riscossione mediante ruoli esattoriali.
Il ridetto atto è un semplice invito
all’adempimento spontaneo da parte
del contribuente delle somme in esso
contenute al momento del deposito del
ricorso. In effetti, con l’invito in parola, l’ufficio di segreteria della commissione tributaria fa rilevare al ricorrente
che risulta omesso o insufficiente il
versamento del contributo unificato relativamente al deposito del suo ricorso,
e gliene richiede il pagamento entro
30 giorni, senza addebito di interessi e
sanzioni.
Pertanto, trattandosi di atto dovuto ex
lege, non può essere ricompreso nel
dettato di cui all’art. 19 del dlgs n. 542
del 1992, né assimilato a un vero e pro-
prio atto di accertamento. Ne discende
che i ricorsi proposti avverso tale atto
debbano ritenersi inammissibili (si
vedano, in tal senso, le sentenze nn.
16293/2007 e 16428/2007 delle Ss.uu.
della Corte di cassazione, relative alla
non impugnabilità degli avvisi bonari
dell’Agenzia delle entrate, considerati quali atti aventi la forma di invito a
fornire chiarimenti cui è necessario che
segua l’iscrizione a ruolo per precisare
e formalizzare la pretesa tributaria).
Tale orientamento è confermato anche dalla giurisprudenza di merito. In
particolare, la Commissione tributaria
provinciale di Enna (sent. n. 125/3/09)
ha ritenuto inammissibile il ricorso avverso l’avviso bonario relativo al contributo unificato tributario, in quanto
introdotto contro un atto di carattere
amministrativo non rientrante nell’ambito degli atti impugnabili di cui all’art.
19 del dlgs n. 546 del 1992. In buona
sostanza, tale invito non è un avviso
di liquidazione del tributo, né una cartella di pagamento o un qualsivoglia
atto che la legge dichiari impugnabile dinanzi ai giudici tributari. In ogni
caso, la tutela in giudizio delle ragioni
del contribuente può essere esercitata
in sede di impugnazione della cartella,
facendo valere anche i vizi dell’atto
presupposto. Condanna il contribuente
alle spese di lite anche per questa fase
di contenzioso che liquida nella somma di euro 300 oltre oneri ed eventuali
spese prenotate a debito. PQM
La commissione tributaria regionale di
Genova, sez. terza, riunita in camera di
consiglio, definitivamente pronunciando: dichiara inammissibile l’appello.
Condanna del contribuente alle spese
di lite che liquida nella somma di euro
300 oltre oneri ed eventuali spese prenotate a debito. [omissis].
3
SENTENZE TRIBUTARIE
Buona fede, il principio
vale per le due parti
I principi di lealtà, buona fede, collaborazione
e correttezza che devono improntare il rapporto
tra fisco e cittadino valgono per entrambe le parti,
vicendevolmente. Così che, il cittadino non può
invocare tali principi per evitare l’accertamento
derivante da un errore formale, quando quello stesso
errore si è posto come ostacolo ai controlli fiscali
(o comunque non li ha favoriti).
È quanto si legge nella sentenza n. 2371/19/16
della Ctp di Roma (presidente e relatore Ferrara).
La vertenza si origina dalla notifica di un avviso
di accertamento con cui l’Agenzia delle entrate
recuperava a tassazione maggiori canoni di locazione, riscontrando una difformità tra gli importi
dichiarati dal contribuente e quelli risultanti dal
contratto di locazione. A propria discolpa, il contribuente palesava di aver erroneamente sottratto
ai canoni l’assegno corrisposto al fratello, in forza
delle disposizioni rese dal defunto genitore nell’atto
di donazione dell’immobile locato: con tale atto, il
genitore donava l’immobile a uno dei figli, disponendo al contempo il pagamento, a onere di costui, di
una somma mensile pari a euro 1.200, vita natural
durante, in favore dell’altro figlio.
Essendo tale somma deducibile dalla dichia-
razione dei redditi, sosteneva il contribuente nel
ricorso, l’effetto finale sull’imponibile era del tutto
equivalente: per tal ragione chiedeva l’annullamento
dell’accertamento, atteso che non era stata sottratta
materia imponibile all’erario e che i rapporti e le
condotte dell’amministrazione finanziaria devono
essere orientate dai precetti dettati dall’articolo 10
della legge n. 212/2000 («Tutela dell’affidamento e
della buona fede. Errori del contribuente»).
La Ctp di Roma ha rigettato il ricorso, confermando la rettifica erariale. L’errore commesso dal
contribuente, consistente nell’aver omesso l’indicazione delle somme erogate al fratello nell’apposito
rigo della dichiarazione, seppure neutrale ai fini
dell’imposta, si pone come ostacolo ai controlli
dell’Ufficio. Se è vero, infatti, che l’amministrazione impronta i propri rapporti alla buona fede e
alla collaborazione, la stessa cosa deve valere al
contrario, da parte del cittadino. Correttamente,
dunque, l’Ufficio ha accertato un maggior reddito
di locazione (pari a quello effettivamente percepito),
arrecando le relative maggiori imposte. Alla soccombenza è seguita anche la condanna alle spese
a carico del contribuente.
Nicola Fuoco
LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA
In primo luogo, deve rilevarsi come la
costituzione in giudizio dell’Agenzia
delle entrate debba ritenersi tardiva e
non rispetta neppure i termini ultimi
stabiliti dall’articolo 32 del dlgs 546/92
per il deposito di memorie e documenti a ridosso dell’udienza di trattazione,
dacché le controdeduzioni non possono
essere considerate ai fini del presente
giudizio.
Il ricorso del contribuente è, tuttavia,
infondato e merita di essere rigettato.
Non è in dubbio, lo afferma la stessa
ricorrente nelle memorie illustrative,
che gli importi corrisposti al fratello
non sono stati dichiarati da costui e non
sono stati quindi sottoposti a imposizione. Così come è evidente che la contribuente non abbia indicato nella propria
dichiarazione dei redditi tali importi
nell’apposito quadro, così commettendo
un errore, oltre che formale, che si pone
anche d’intralcio ai controlli dell’amministrazione finanziaria, che non ha avuto
contezza di tali somme, onde poter effettuare i relativi controlli.
4
Se, dunque, la contribuente invoca a
proprio favore l’articolo 10 della legge
n. 212/2000, secondo cui i rapporti tra
fisco e contribuente devono essere improntati alla correttezza, alla reciproca
collaborazione e alla buona fede, tali
precetti debbono essere rispettati da
entrambe le parti, fisco e contribuente,
mentre nel caso di specie l’omissione
dichiarativa degli importi corrisposti al
fratello si pone nel senso esattamente
contrario, per quanto sopra detto. Da ciò
discende che, correttamente, l’Ufficio
ha accertato un reddito di locazione effettivamente superiore rispetto a quello
dichiarato dalla contribuente e tale reddito corrisponde al canone di locazione
del contratto registrato. Decurtare direttamente l’importo della locazione con le
somme corrisposte al fratello, oltre che
irrituale e inesatto, ha rappresentato anche un ostacolo per i controlli dell’amministrazione, ragion per cui non possono essere riconosciute le ragioni dedotte
dalla contribuente e l’accertamento va
confermato.
Le spese del presente giudizio seguono
la soccombenza e vengono liquidate
nella misura di euro 400 (quattrocento)
oltre accessori se dovuti.
PQM
La Commissione rigetta il ricorso e
condanna il ricorrente alle spese nella
misura di euro 400 (quattrocento) oltre
accessori se dovuti.
SENTENZE TRIBUTARIE
Cartelle non impugnate,
prescrizione decennale
Una volta notificata la cartella esattoriale,contenente
ruoli di natura tributaria, la mancata impugnazione
della stessa rende definitivo il credito: in tal caso,
il termine di prescrizione per vantare tale credito è
di dieci anni, suscettibile di proroghe in ordine alla
notifica di atti interruttivi (per esempio, intimazioni
di pagamento, preavvisi di fermo o ipoteca ecc.).
È quanto afferma la Ctr di Roma nella sentenza
n. 35/28/16, in accoglimento dell’appello proposto
dall’Agente della riscossione, soccombente dinanzi
ai giudici provinciali. Secondo l’interpretazione del
collegio laziale, la definitività della cartella, a seguito della sua non impugnazione, produce un effetto
di cristallizzazione del credito in essa contenuto;
l’atto si pone, a tal punto, quale un titolo esecutivo
e rimane assoggettato, in assenza di una diversa
specificazione normativa, all’ordinario termine di
prescrizione decennale, ex artt. 2934 e seguenti del
codice civile. Altra parte della giurisprudenza tributaria ha sostenuto, invece, che la prescrizione del
credito erariale, vantato per mezzo di una cartella
definitiva, si prescriva in cinque anni. Il ragionamento,
in tal caso, ruota attorno al concetto di obbligazione
tributaria quale obbligazione periodica. In tal caso,
se l’obbligazione tributaria (a prescindere dalla
tipologia d’imposta) ha fisiologicamente insita la
caratteristica della «periodicità», la stessa può essere ricondotta alla disciplina recata dall’art. 2948
n. 4 del codice civile, secondo cui «si prescrivono
in cinque anni... gli interessi e, in generale, tutto
ciò che deve pagarsi periodicamente ad anno o in
termini più brevi».
Anche la stessa Ctr del Lazio, nella sentenza n.
4721/29/15 aveva ritenuto operante il termine di
cinque anni e, di contro, «applicabile il termine
decennale solo quando la pretesa erariale si fondi
su una sentenza passata in giudicato, perché in tal
caso la cartella esattoriale, avendo a oggetto un
credito definitivamente accertato all’esito di un
contenzioso, ha come titolo la sentenza (cfr. Cass. n.
8380/13 e, da ultimo, Cass. n. 16354/14) e non un
atto amministrativo, per quanto non più contestabile
in sede amministrativa».
Nel caso di specie, tuttavia, i giudici della sezione
28 hanno ritenuto pienamente operante il termine di
prescrizione decennale al credito vantato con cartella
esattoriale definitiva, rilevando peraltro l’effetto
interruttivo portato dall’avvenuta notificazione di
intimazioni e preavvisi di misure esecutive.
Benito Fuoco
LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA
(…) nel procedimento dinanzi alle
commissioni tributarie deve ritenersi
ammissibile, in deroga alla regola generale di inammissibilità dell’impugnazione cumulativa, l’impugnazione, con
un unico atto, di più sentenze relative
a distinti procedimenti, allorquando: le
sentenze impugnate cumulativamente
siano espressamente indicate, con manifestazione non equivoca della volontà di impugnarle tutte; sussista identità
di parti e di rapporto giuridico d’imposta, pur se riferito a diverse annualità;
sia ravvisabile l’identità delle questioni
di diritto poste a fondamento delle decisioni formalmente distinte (sì da potersi configurare un giudicato rilevabile
d’ufficio in tutte le controversie oggetto
di ricorso).
Nel caso di specie si ritiene, pur non
vertendosi, in effetti, dell’ipotesi tipica e più ricorrente di plurime controversie concernenti identiche questioni
incidenti su diversi periodi d’imposta,
bensì del medesimo rapporto impositivo contestato nel momento iniziale
della rettifica e in quello successivo
dell’attuazione frazionata della pretesa
tributaria in corso di giudizio, che ricorrano tutti i requisiti di ammissibilità
teste indicati.
Si osserva, in particolare, che l’appello
della Imor srl è stato cumulativamente
proposto avverso:
- la sentenza n. 63/02/2006 della commissione tributaria provinciale di Oristano, avente a oggetto l’accertamento
Invim n. 708/91 e, segnatamente, l’ammissibilità del ricorso contro di esso
proposto dall’Au e legale rappresentante della Immobiliare Residenziale
srl, allorquando quest’ultima si era già
estinta a seguito del perfezionamento
degli effetti della fusione per incorporazione nella Imor srl; questa decisione ha
dichiarato inammissibile il ricorso, proprio perché non proposto da quest’ultima società, unico soggetto legittimato a
seguito della incorporazione;
- la sentenza n. 64/02/2006 della medesima commissione tributaria provinciale, avente a oggetto l’intimazione di
pagamento notificata a Imor in corso
di giudizio, ex art. 56, dpr 131/86, per
il pagamento di due terzi dell’importo portato dal suddetto accertamento;
anche in questo giudizio la legittimità
dell’atto impugnato veniva posta in relazione alla legittimità della notificazione dell’atto prodromico, pacificamente
ravvisabile nel suddetto accertamento
n. 708/91, tant’è vero che la decisione
è stata nel senso del rigetto del ricorso,
proprio perché la cartella di pagamento
era stata emessa e notificata a seguito
della regolare notificazione dell’atto di
accertamento, prima del perfezionamento della fusione per incorporazione, alla Immobiliare Residenziale Srl.
(…) In definitiva, la decisione della
commissione tributaria regionale di ritenere ammissibile l’appello, ancorché
proposto con modalità cumulativa, può
essere qui condivisa perché sostanzialmente collimante col suddetto orientamenti di legittimità, facente condivisibilmente perno sulla identità di ratio
decisoria e di effetti delle plurime sentenze unitariamente impugnate.
5
SENTENZE TRIBUTARIE
Concessionario,
responsabilità ampia
Se il ricorso è proposto esclusivamente nei confronti
del concessionario della riscossione, ma le doglianze
attengono aspetti di merito della pretesa che ricadono nella sfera di spettanza dell’ente creditore, è
interesse del concessionario stesso chiamare in causa
il soggetto che ha effettuato l’iscrizione a ruolo, per
non rispondere egli stesso dell’esito della lite. È
quanto si evince dalla sentenza n. 344/02/16 della
Ctp di Taranto. La vertenza prendeva le mosse da un
ricorso proposto contro una cartella di pagamento
emessa da Equitalia Sud, agente della riscossione
per la provincia di Taranto, recante un’iscrizione
a ruolo effettuata dalla regione Puglia per il bollo
auto dell’anno 2009. L’atto d’impugnazione veniva
rivolto esclusivamente nei confronti del concessionario, pur lamentando vizi concernenti l’iscrizione
a ruolo stessa, quali la prescrizione e la mancata
notificazione degli atti prodromici. Il resistente concessionario sosteneva, nel merito, il proprio difetto
di legittimazione passiva, atteso che le doglianze in
parola dovevano essere rivolte nei confronti dell’ente
creditore, essendo questioni di spettanza di quest’ultimo, la Ctp di Taranto ha ritenuto di poter trattenere
la causa (il concessionario aveva eccepito il difetto
di competenza territoriale, poiché l’ente creditore
aveva sede in Bari) e ha deciso la controversia in
favore del contribuente.
Sotto il profilo della competenza territoriale,
si legge nella sentenza, la Ctp richiama l’articolo
4, comma 1, del dlgs n. 546/92, secondo cui detta
competenza si individua in base alle «controversie
proposte nei confronti degli enti impositori, degli
agenti della riscossione e dei soggetti iscritti all’albo di cui all’articolo 53 del decreto legislativo 15
dicembre 1997, n. 446, che hanno sede nella loro
circoscrizione». Dunque, tale norma si riferisce
anche agli agenti della riscossione, così che il ricorso
proposto nei confronti di Equitalia va incardinato
in base alla provincia ove ha sede l’articolazione
territoriale che ha emesso l’atto contestato. Ciò è
stato di recente sovvertito dalla Corte costituzionale, che con la sentenza n. 44/2016, ha dichiarato
incostituzionale tale aspetto della norma applicata
dai giudici tarantini (la pronuncia della Ctp è
antecedente rispetto all’intervento della Consulta)
Scendendo nel merito, poi, la Ctp ha accolto il ricorso,
sotto il profilo della mancata notificazione di atti
prodromici, assunto quale elemento invalidante la
successiva cartella.
LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA
[omissis] Si costituiva l’Agente della riscossione mediante il deposito di
controdeduzioni con le quali evidenziava: a) l’incompetenza territoriale della
Commissione provinciale adita per essere competente quella di Bari, nella cui
circoscrizione aveva sede l’ufficio che
aveva formato il ruolo; b) il proprio difetto di legittimazione passiva in ordine
alle censure attinenti al merito della pretesa impositiva [omissis]. All’udienza
di trattazione, la causa veniva riservata
per la decisione. L’eccezione di incompetenza territoriale è infondata. L’art. 4,
comma 1, dlgs n. 546/1992, individua
tale competenza con riferimento alla
sede dell’ufficio o del concessionario
che ha emesso l’atto impugnato dal contribuente. Nella fattispecie trattasi di un
atto adottato da agente della riscossione
che ha sede nella circoscrizione provinciale di Taranto (cfr. Cass. Civ., sez. V,
sent. n. 20761/2014). Altrettanto infondata è l’eccezione relativa al difetto di
legittimazione passiva con riferimento
6
alla questione attinente «all’omessa notifica degli atti prodromici» atteso che
nel processo tributario la mancata notifica dell’atto prodromico alla cartella costituisce vizio proprio di questa e come
tale, legittima il concessionario della riscossione a contraddire nel relativo giudizio (cfr. Cass. Civ. Sez. V, 25/1/2008
n. 1652). Il motivo sub a è fondato. Il
contribuente ha allegato di non aver mai
ricevuto l’avviso di accertamento e la
controparte non ha documentato la regolare o avvenuta notifica di detto atto.
Ciò comporta un vizio della sequenza
procedimentale dettata dalla legge a
cui consegue la nullità della cartella per
omessa notifica del provvedimento presupposto (Cass. Civ. Sez. un. 25/7/2007
n. 16142). L’accoglimento del suesposto motivo, esime il collegio dall’esaminare le ulteriori doglianze del ricorrente.
Alla soccombenza della spa Equitalia
Sud consegue la condanna della stessa
al rimborso, in favore dell’altra parte
delle spese e dei compensi di lite.
Nicola Fuoco
SENTENZE TRIBUTARIE
Documenti inutilizzabili
solo se richiesti
L’inutilizzabilità in sede contenziosa dei documenti
non prodotti in risposta agli inviti dell’amministrazione opera solamente a condizione che la richiesta
dell’Ufficio sia specifica; non è sufficiente, in tal senso,
un generico e ampio riferimento nel questionario a
una categoria di atti e documenti, poiché la ratio
della norma è quella di instaurare un confronto leale
e trasparente tra fisco e cittadino in sede precontenziosa e non quella di precludere al contribuente il
proprio, pieno esercizio di difesa. Sono i principi che
si evincono dalla sentenza n. 542/01/16 della Ctr di
Milano, con cui il collegio meneghino rigetta l’appello
proposto dall’Agenzia delle entrate. L’articolo 32,
comma 4, del dpr 600/73 prevede che «le notizie e i
dati non addotti e gli atti, i documenti, i libri e i registri non esibiti o non trasmessi in risposta agli inviti
dell’ufficio non possono essere presi in considerazione
a favore del contribuente, ai fini dell’accertamento
in sede amministrativa e contenziosa. Di ciò l’ufficio deve informare il contribuente contestualmente
alla richiesta». Così che, qualora nel confronto tra
l’amministrazione e il contribuente, costui ometta di
esibire o fornire taluni dati o documenti richiesti, gli
stessi non potranno entrare nel successivo contenzioso
tributario. Questa pesante sanzione sul piano proba-
torio determina una certa compressione al diritto di
difesa e, perciò, la stessa deve operare solamente in
specifici casi. In particolare, spiega la Ctr, al contribuente deve essere «chiaramente esplicitato l’oggetto
della sua obbligazione, e cioè chiaramente indicato
che cosa deve esibire o trasmettere all’Ufficio». Non
può ritenersi sufficiente, dunque, un generico invito a
«evidenziare i beni derivanti da liberalità o vincite»
o, ancor meno, la generica previsione di «altre giustificazioni suscettibili di apprezzamento da parte
dell’Ufficio», per impedire l’ingresso di specifici
documenti nel giudizio tributario. La logica della
previsione normativa, infatti, mira alla realizzazione
di un «leale precontenzioso tra l’amministrazione e il
privato», dovendosi valutare, pertanto, se l’omissione
del contribuente sia stata dettata effettivamente dalla
volontà di nascondere il documento agli agenti del
fisco. Applicando detti principi, la Ctr di Milano ha
confermato la decisione dei colleghi provinciali di
annullamento di un atto impositivo, utilizzando della
documentazione probatoria che, a parere dell’appellante ufficio finanziario, non poteva essere presa in
considerazione, poiché non prodotto in risposta a
un questionario.
Benito Fuoco
LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA
[omissis] La norma richiamata dall’Ufficio prevede che le notizie e i dati non
addotti e gli atti, i documenti, i libri e
i registri non esibiti o non trasmessi in
risposta agli inviti dell’ufficio non possono essere presi in considerazione a
favore del contribuente ai fini dell’accertamento in sede amministrativa o
contenziosa, salvo che l’omessa produzione dipenda da cause non imputabili.
La pesante sanzione sul piano probatorio prevista dalla norma presuppone
che al contribuente sia chiaramente
indicato che cosa deve esibire o trasmettere all’ufficio. Nel caso in esame
l’ipotesi della dazione di una somma da
parte di un familiare non era indicata
tra quelle evidenziate nel questionario
sottoposto al contribuente. Tale non può
essere considerato l’invito a evidenziare
i «beni derivanti da atti di liberalità» e
la «disponibilità di somme derivanti da
eredità e vincite» e ancor meno la generica previsione di «altre giustificazioni
suscettibili di apprezzamento da parte
dell’ufficio». A fronte di una richiesta
non precisa in ordine a un determinato
fatto - quale poteva emergere magari nel
corso di un contraddittorio integrato da
un incontro personale - non sussiste la
lamentata omissione, la cui ratio è quella di realizzare un leale contraddittorio
precontenzioso tra l’amministrazione e
il privato. Alla documentata, e non contestata nella sua attualità, dazione della
somma di euro 16 mila da parte del
padre del contribuente si aggiunga la
considerazione dei redditi del coniuge
che, se pure non esposti nel questionario non poteva essere ignota all’ufficio;
anche queste risorse, una volta provate,
vengono a togliere fondamento all’accertamento per l’anno 2006.
[omissis] L’appello deve quindi essere
respinto e le spese del grado, liquidate
come in dispositivo, seguono la soccombenza.
PQM
La Commissione rigetta l’appello. Condanna l’appellante alla rifusione delle
spese del grado, che liquida in euro
1.000,00 oltre accessori di legge. [omissis]
7
SENTENZE TRIBUTARIE
Difesa esaustiva non
implica atto motivato
Il fatto che il contribuente abbia avuto la possibilità/capacità di esperire un’adeguata e compiuta difesa, in ordine all’impugnazione di un atto impositivo, non è elemento di per sé sufficiente a ritenere assolto l’obbligo di motivazione dei provvedimenti emessi dall’amministrazione finanziaria.
La correttezza e la chiarezza della motivazione,
infatti, devono essere valutate in ragione delle
indicazioni riportate ab origine sull’atto stesso,
indipendentemente da ciò che il contribuente abbia potuto eccepire in sede contenziosa.
È il principio che si legge nella sentenza
n.762/67/16 della Ctr di Brescia, depositata lo
scorso 8 febbraio.
Il giudice d’appello ha ribalto l’esito del giudizio di prime cure, ritenendo fondata l’eccezione di carenza di motivazione mossa nel ricorso
introduttivo, in relazione a un avviso di accertamento catastale emesso dall’Agenzia delle entrate, sezione Territorio.
I giudici della provinciale di Brescia avevano
respinto la doglianza formulata dal ricorrente, secondo cui l’atto impositivo fosse del tutto
sfornito di una motivazione chiara ed esaustiva,
sul presupposto che la difesa tributaria era stata
puntuale e precisa: tale circostanza denotava il
fatto che il contribuente avesse compreso chiaramente an e quantum della pretesa, escludendo
l’asserito difetto di motivazione.
L’interpretazione resa dalla Ctp viene definita
dal collegio regionale «una visione riduttiva del
ruolo della motivazione, che pur leggendolo in
funzione dell’esercizio del diritto di difesa, finisce
per legittimare un possibile, ma inammissibile,
giudizio ex post della sufficienza della motivazione, argomentata dalla difesa comunque svolta in concreto dal contribuente, piuttosto che un
giudizio ex ante argomentata sulla rispondenza
degli elementi enunciati nella motivazione». In
definitiva, dunque, ,la valutazione in ordine alla
presenza nell’atto impugnato di una adeguata
motivazione deve essere condotta ex ante, cioè
indipendentemente dal fatto che il ricorrente sia
riuscito, o meno, a svolgere un’adeguata difesa
in sede di gravame.
Esperita detta premessa, la Ctr ha valutato la
motivazione contenuta nell’originario accertamento, ritenendola tutt’altro che chiara ed esaustiva;
per tale ragione, l’appello del contribuente è stato
accolto, con vittoria di spese poste a carico dell’amministrazione finanziaria.
Nicola Fuoco
LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA
(…) il Giudice a quo ha pertanto errato
quando ha «presupposto» la presenza
di «dati oggettivi utilizzati dall’Ufficio» (ma poi: quali avrebbero dovuto/
potuto essere questi dati oggettivi?)
invero assolutamente inesistenti in
motivazione, concretizzandosi la stessa nei soli passi riportati in narrativa; il
Giudice a quo ha anche errato quando,
esplicitando la convinzione che «se la
Ricorrente si è difesa vuol dire che
l’atto era motivato», ha qualificato lo
stesso come «provocatio ad opponendum»; infatti, ci dice la Cassazione
che «...ciò significa che l’atto impositivo, avendo carattere di provocatio
ad opponendum, offriva sufficienti
elementi perché il contribuente potesse svolgere efficacemente le proprie
difese. Questa è una visione riduttiva
del ruolo della motivazione, che pur
leggendolo in funzione dell’esercizio
del diritto di difesa, finisce per legittimare un possibile, ma inammissibile,
giudizio ex post della sufficienza della
8
motivazione argomentata dalla difesa
comunque svolta in concreto dal contribuente piuttosto che un giudizio ex
ante argomentata sulla rispondenza
degli elementi enunciati nella motivazione a consentire ex se l’esercizio
effettivo del diritto di difesa. In realtà, l’obbligo di motivazione dell’atto
impositivo «persegue il fine di porre
il contribuente in condizione di conoscere la pretesa impositiva in misura
tale da consentirgli sia di valutare
l’opportunità di esperire l’impugnazione giudiziale, sia, in caso positivo,
di contestare efficacemente l’an e il
quantum deleatur. Detti elementi conoscitivi devono essere forniti all’interessato, non solo tempestivamente
(e cioè inserendoli ab origine nel
provvedimento impositivo), ma anche con quel grado di determinatezza
e intelligibilità che permetta al medesimo un esercizio non difficoltoso
del diritto di difesa» (Cass. 12 luglio
2006, n. 15842; v. in senso conforme
Cass. 27 novembre 2006, n. 25064;
Cass. 30 ottobre 2009, n. 23009)»
(Cass.sent.2013/21564 in motivazione); insomma la valutazione in ordine
alla presenza nell’atto impugnato di
una adeguata motivazione va fatta dal
Giudice ex ante indipendentemente,
cioè, dal fatto che il Ricorrente sia
riuscito, o meno, a svolgere un’adeguata difesa in sede di gravame; in
conclusione i motivi di appello, sul
punto, sono fondati; rimangono assorbiti gli ulteriori motivi; la sentenza va,
pertanto, riformata con annullamento
degli atti impugnati; le spese di giudizio, liquidate come in dispositivo,
seguono la soccombenza.
A F FA R I L E G A L I
Domenica 27 M
Marzo 2016
V
I nodi da sciogliere sul trattamento da riservare alle corresponsioni
CASSAZIONE
Migranti, fisco leggero
Legale
fai-da-te,
procura ko
Non tassabili i compensi alle famiglie
essere fatto con i Cas (contributo di autonoma sistemazione),
già riconosciuti, in occasione di
calamità naturali, in favore dei
compensi eventualmente nuclei familiari che provvedeerogati a cittadini e famiglie vano autonomamente alla proche si rendano disponibili pria sistemazione alloggiativa.
ad accogliere migranti non Con Circ. n. 11 del 21.05.14 la
costituiscono redditi soggetti a Regione Emilia Romagna ha a
tassazione. Una cosa che non tale proposito stabilito che «si
sembra ancora sia stata presa ritiene che il Cas, non essendo
nella dovuta considerazione, inquadrabile in alcuna delle
categorie redné dalla prassi né
dituali di cui al
dalla normativa, è
Un primo
citato articolo 6
quale sia la natudel Tuir, non sia
ra giuridica di tali
raffronto è
imponibile ai fini
corresponsioni e
con il conIrpef». Seguendo
quale l’eventuale
tributo di
la stessa ratio
trattamento triautonoma
della circolare cibutario. In attesa
ssistemazione
tata, gli importi in
di interventi ufquestione potrebficiali che ne posbero essere allora
sano chiarire la
disciplina, proviamo dunque assimilati a indennità, che non
a porre, senza certo pretesa sostituiscono redditi, ma reindi definitiva soluzione, alcune tegrano un onere (forfettariaquestioni. A fronte dell’impe- mente determinato), sostenugno a garantire vitto e alloggio to per esigenze di solidarietà.
ai migranti dovrebbe essere Anche la giurisprudenza, per
prevista l’erogazione, a favore affermare la tassabilità o meno
dei cittadini e famiglie ospitan- di una somma, mentre reputa
ti, di contributi giornalieri. Un irrilevante la qualificazione forprimo raffronto potrebbe allora male dell’erogazione, utilizza il
criterio della concreta funzione corrisposti ad imprese, escludell’erogazione, laddove questa si quelli per l’acquisto di beni
non sarebbe, nella specie, il cor- strumentali».
rispettivo per una prestazioLa ritenuta operata costitune, ma la compartecipazione irebbe poi acconto delle impopubblica, tramite
ste che il beneficontributo, all’acciario dovrebbe
Sul punto
coglienza privata.
corrispondere
Il contributo, del
sul proprio redl’intervento,
resto, non rappredito. Laddove il
nel 2014,
senta il pagamento
contributo fosse
della
regione
d
di una cessione di
da considerarsi
Emilia Robeni o di una precome corrispettimagna
stazione di servizi
vo sussisterebbe
e, come tale, sarebinoltre l’obbligo
be qualificato fuori
del beneficiario
dal campo di applicazione Iva. di emettere regolare fattura
Tale ratio non dovrebbe vale- nei confronti dell’ente erogare, però, per quei soggetti che tore. Invece, ai sensi dell’art.
svolgono tale attività in forma 143, c. 3, lett. b) del Tuir, per
professionale o imprenditoria- gli enti non commerciali, che, in
le. Ai fini infatti delle imposte conformità ai fini istituzionali,
dirette, per i contributi erogati effettuino prestazioni di servizi
a soggetti che svolgono attivi- con finalità sociali, i contributà di impresa, ex art. 28, c. 2, ti, normalmente concessi sulla
del dpr n. 600/73, «le regioni, base di rendiconti di spesa,
le province, i comuni, gli altri non dovrebbero concorrere alla
enti pubblici e privati devono formazione del reddito. Infine,
operare una ritenuta del 4% a come sancito dall’art. 16, dlgs.
titolo di acconto delle imposte n. 460/97, non dovrebbero esse[sul reddito delle persone giu- re soggetti a ritenuta i contriridiche] e con obbligo di rivalsa buti riconosciuti alle Onlus.
sull’ammontare dei contributi
© Riproduzione riservata
Litisconsorzio facoltativo
anche nel rito tributario
Legittima la presunzione
da condotta contra pacta
Si applica anche nel processo tributario l’istituto del
litisconsorzio facoltativo, nella duplice forma del litisconsorzio facoltativo proprio, che ricorre nel caso
in cui le cause risultino connesse per il titolo o per
l’oggetto e del litisconsorzio facoltativo improprio,
che si verifica allorché le cause risultino connesse per
il fatto che la decisione di ciascuna di esse dipende
dalla risoluzione di una questione identica. Così ha
stabilito la Cassazione con la sentenza n. 4629 del
09.03.2016. Nel caso di specie la Ctr, pur riconoscendo che l’applicabilità delle disposizioni del codice di
procedura civile al processo tributario rende estensibili le norme sul litisconsorzio, riteneva tuttavia che
in tale processo il litisconsorzio necessario ha una
dimensione eminentemente processuale, collegata
all’inscindibilità dell’oggetto, mentre il litisconsorzio
facoltativo ricorre quando l’impugnazione proposta
da uno dei coobbligati non è fondata su elementi impositivi comuni a tutti i destinatari. I ricorrenti censuravano quindi, davanti alla Corte, l’errore della Ctr,
laddove aveva ritenuto che non si applica al processo
tributario l’istituto del litisconsorzio facoltativo, rilevando che dalla lettura della norma non è dato evincere alcun elemento di incompatibilità tra l’istituto
litisconsortile e il processo tributario. Sia l’art. 26 che
l’art. 29 del dlgs 546/92 risultano del resto improntati
alla stessa ratio dell’art. 103 cpc, ovvero quella di garantire la massima economia processuale, attraverso
la riunione in un unico contesto processuale di tutte
le domande oggettivamente connesse tra loro, o che
presuppongono la definizione di identiche questioni,
ed evitando così la possibilità di sentenze difformi o
contrastanti. La Corte affermava quindi che l’istituto del litisconsorzio facoltativo gode, pur in difetto
di un esplicito riconoscimento normativo, di pieno
riconoscimento nel processo tributario. Non prevedendo il dlgs 546/92 alcuna disposizione in ordine al
cumulo dei ricorsi e rinviando il suo art. 1, secondo
comma, alle norme del
cpc per quanto da esso
La sentenza
disposto, deve insul sito www.italia- non
fatti ritenersi comunoggi.it/docio7
que applicabile l’art.
103 cpc.
È legittima, in assenza di adeguati supporti probatori,
la presunzione impositiva derivante da una condotta
contra pacta, da cui si possa ricavare l’esistenza di
ricavi non fatturati, tra l’altro all’interno di una logica
di gruppo. In ogni caso deve essere fornita la prova
dell’esistenza di accordi derogatori delle previsioni
contrattuali già pattuite, le quali, in caso contrario,
conservano la loro efficacia vincolante e i conseguenti
effetti fiscali. Così ha stabilito la Cassazione con la
sentenza n. 3845 del 26.02.2016. Nel caso di specie,
in base a scrittura privata stipulata tra due società
appartenenti ad un medesimo gruppo, la prima provvedeva a cedere alla seconda i contratti di compravendita stipulati con i clienti, dietro versamento di
un corrispettivo pari al prezzo di vendita, decurtato
di una percentuale preconcordata a titolo di remunerazione dei servizi di trasporto e assistenza al cliente
forniti direttamente dalla società «cessionaria», e suscettibile di variazione su accordo delle parti, salvo
conguaglio. L’Ufficio, vista la fatturazione per importi
inferiori a quelli dovuti in base alle pattuizioni negoziali, presumeva corrispettivi non fatturati, nell’ambito peraltro di una strategia di gruppo. La contribuente impugnava l’avviso, asserendo il lecito esercizio
dell’autonomia negoziale, che avrebbe potuto fiscalmente rilevare solo in presenza dei presupposti del
transfer pricing, non applicabile però ad un gruppo
di società nazionali. La Ctp di Firenze accoglieva il
ricorso con sentenza poi confermata anche dalla Ctr,
per la quale il contratto contemplava un lecito meccanismo di regolazione dei rapporti infragruppo, non
esorbitante dall’autonomia negoziale. In Cassazione
l’Agenzia evidenziava come, in ogni caso, non era stata prodotta alcuna prova, che, in base alla invocata
autonomia negoziale, dimostrasse la modificazione
delle previsioni contrattuali. La Corte, come detto,
accoglieva il ricorso, vista l’assenza di prova (che, in
base alle medesime clausole, doveva essere scritta)
sulla discrasia tra i dati
contabili e la disciplina
La sentenza
a cui le
sul sito www.italia- contrattuale,
parti si sarebbero dovuoggi.it/docio7
te attenere, essendovisi
liberamente vincolate.
DI
Pagina a cura
GIOVAMBATTISTA
PALUMBO
I
I soggetti in possesso dei
requisiti richiesti per l’abilitazione all’assistenza tecnica dinanzi alle commissioni tributarie possono stare
in giudizio personalmente,
anche laddove partecipino
al giudizio quali legali rappresentanti di una società.
In tal caso non è necessario
che il legale rappresentante
sia munito di procura rilasciata a se stesso. Così la
Cassazione con la sentenza
n. 4621 del 09.03.2016. Nel
caso di specie la Commissione tributaria regionale
aveva accolto l’appello
dell’Agenzia, dichiarando
inammissibile il ricorso
proposto dalla società sulla base della irregolarità
della procura. Evidenziavano i giudici di merito
che l’amministratore della
società, avendo i requisiti
per ricevere procura speciale alla difesa ed essendo
iscritto nell’albo dei dottori
commercialisti, aveva nominato se stesso difensore
ed autenticato la sua firma
sia come amministratore
mandante della procura,
sia come mandatario della
procura stessa. Secondo la
Ctr, così facendo, si erano
però verificate alcune illegittimità che rendevano
nullo l’atto di procura.
L’amministratore, ad avviso dei giudici, aveva infatti violato la normativa
che prevede sia un pubblico ufficiale ad autenticare
la sottoscrizione di una
procura speciale ed aveva inoltre violato il principio di terzietà che deve
sussistere tra mandante e
mandatario per non incorrere nella figura giuridica
dell’autocertificazione.
Proponendo ricorso per
cassazione il contribuente
evidenziava allora, tra le
altre, che, posto che l’allora amministratore della
società era abilitato alla
difesa tecnica innanzi alle
commissioni tributarie, la
difesa era consentita senza necessità di una procura a se stesso. La procura
era quindi superflua per la
coincidenza di parte e difensore. I giudici di legittimità ritenevano fondato
il ricorso e affermavano
che la regola secondo cui
i soggetti in possesso di
abilitazione all’assistenza
tecnica possono stare in
giudizio personalmente,
opera anche nei casi in cui
il soggetto partecipi non
in nome proprio, ma in
rappresentanza di altri e,
quindi, quale legale rappresentante di una società. Ne discendeva che, nel
caso di specie, il controllo
di validità della procura
era irrilevante.
VI
Domenica 27 Marzo 2016
A F FA R I L E G A L I
DALL’EUROPA/ L’obiettivo delle nuove norme che sono state proposte dal Parlamento
Uguali diritti per tutti i minori
Processo equo da garantire in qualunque stato dell’Ue
DI
PAOLO BOZZACCHI
guali diritti per tutti i minori europei
coinvolti nei processi
penali. Questo l’obiettivo delle nuove norme proposte dall’Europarlamento,
che intendono garantire che i
minori indagati o accusati di
un crimine ricevano un processo equo in qualsiasi stato
membro dell’Unione europea.
La nuova direttiva stabilisce
anzitutto il diritto a essere
assistito da un avvocato e accompagnato dal titolare della responsabilità genitoriale
(o da un altro adulto idoneo)
nel corso del procedimento.
Strasburgo punta così a un
modello comune europeo di
giusto processo per i minori, in
cui trovare un equilibrio tra la
necessità di accertamento della responsabilità del crimine e
quella di tenere in debita considerazione la vulnerabilità
dei minori e le loro specifiche
esigenze. Nel testo sono anche
esplicitati i casi che fanno eccezione al diritto di assistenza
legale, valide «solamente nel
U
caso in cui sia ritenuto non
proporzionato alle circostanze
del processo o in casi eccezionali (nella fase pre processua-
le), se nell’interesse superiore
del minore». La proposta di
direttiva è stata approvata a
larghissima maggioranza (613
voti favorevoli, 30 contrari e
56 astensioni). Gli stati aderenti dovranno garantire che
la privazione della libertà del
Un giro di vite sulla detenzione di armi
Un giro di vite sulla detenzione delle armi
da fuoco. Con più controlli europei sulle vendite online e l’obbligo per i registri nazionali di
tracciare dalla registrazione fino alla distruzione definitiva. Questo il progetto normativo
della Commissione europea, discusso dalla
Commissione mercato dell’Europarlamento,
che aveva il compito di valutarne l’impatto
economico e sociale. Le attuali norme europee
in vigore sulle armi da fuoco sono datate 2008,
e Bruxelles ha deciso di attualizzarle dopo gli
attacchi terroristici di Parigi. Nell’Unione europea oggi le armi da fuoco automatiche sono
vietate, e quelle semiautomatiche (che sparano
una sola carica di munizioni ogni volta che
si preme il grilletto) richiedono un’autorizzazione specifica. Le altre armi da fuoco, come
i fucili, devono essere dichiarate dai proprietari, mentre le armi d’antiquariato non
sono disciplinate da alcuna legge. Bruxelles
propone anzitutto di vietare oltre alle armi
automatiche anche quelle semiautomatiche, e
di applicare le nuove norme di registrazione
anche ai collezionisti e ai musei, obbligandoli
a specifiche autorizzazioni. Su quest’ultimo
punto la discussione è aperta, visto che secondo gli esperti interpellati dall’Europarlamento
«disattivare un’arma significa mutilarla fino
al punto di quasi distruggerla, e sarebbe come
togliere il motore da un’auto storica». Nelle intenzioni della Commissione europea c’è anche
quella di prolungare il periodo (attualmente
20 anni) di conservazione nei registri nazionali delle armi da fuoco. Philippe Nobels, responsabile della polizia giudiziaria francese,
ha dichiarato: «Vent’anni è troppo poco. Negli
attacchi di Parigi sono state usate armi datate
dal 1942 al 1957». Bruxelles punta anche a introdurre regole comuni europee sulla vendita
via internet delle armi, un mercato in forte
espansione. La relazione della Commissione
mercato dell’Europarlamento dovrebbe essere
adottata entro la fine di giugno, per poi arrivare all’esame di prima lettura in seduta
plenaria nel prossimo autunno. Per ulteriori
informazioni è possibile consultare il sito
http://www.europarl.europa.eu/news/it.
Paolo Bozzacchi
minore sia disposta solo come
ultima istanza, e deve essere
sempre della più breve durata possibile. Inoltre i minori
dovranno essere detenuti separatamente dagli adulti, a
meno che si ritenga preferibile evitarlo nel loro interesse.
Tra le altre garanzie previste:
il diritto a essere accompagnato dal titolare della responsabilità genitoriale o da un
altro adulto idoneo durante
le udienze e anche gli interrogatori di polizia, il diritto alla
tutela della privacy durante il
procedimento, la formazione
specifica per giudici, pubblici
ministeri e tutti i professionisti coinvolti nell’amministrazione della giustizia minorile.
La nuova direttiva dovrà ora
essere approvata dal Consiglio dei ministri dell’Ue, e poi
gli stati avranno tre anni di
tempo per recepirla nelle legislazioni nazionali. Ma Regno
Unito, Danimarca e Irlanda
hanno già annunciato che
non aderiranno. Per ulteriori
informazioni visitare il sito
http://www.europarl.europa.
eu/news.
LETTURE DI DIRITTO
Autori - Guido Vasapolli e Andrea
Vasapolli
Titolo - Dal bilancio di esercizio al
reddito d’impresa
Casa editrice - RT Editore, Milano,
2016, pagg. 3300
Prezzo - Euro 160
Argomento - Punto di riferimento da
oltre venti anni
ol
per commerciap
listi, direttori
li
amministrativi
a
e finanziari, la
nuova edizione
n
del testo di Guid
do e Andrea Vad
sapolli è di nuosa
vo nelle librerie
professionali
aggiornato sota
to molti aspetti.
Pregio dell’opera è da sempre la trattazione approfondita e puntuale, con
taglio operativo, dei riflessi civilistici
e fiscali che hanno impatto sull’intero iter che porta dalla formazione del
bilancio di esercizio fino al pagamento
delle imposte dirette e indirette. La
profonda conoscenza della materia da
parte degli autori ha permesso loro di
creare al contempo uno strumento di
lavoro imprescindibile e una fonte
di aggiornamento professionale per
quanti si occupano della redazione dei
bilanci e delle dichiarazioni dei redditi
delle imprese e che devono muoversi
con padronanza tra le novità fiscali
e civilistiche di volta in volta introdotte dal legislatore. I lettori possono
contare su un testo strutturato in sei
sezioni: la prima è dedicata ai postulati del bilancio, alla nota integrativa
e alla relazione sulla gestione, mentre
nella seconda sezione si affrontano le
specifiche norme che disciplinano la
determinazione del reddito d’impre-
sa. Nella terza sezione si trova, invece, un’approfondita analisi civilistica
e fiscale delle singole voci dello stato
patrimoniale e del conto economico. Di
seguito un’intera sezione, la quarta,
è dedicata alle modalità di determinazione della base imponibile Irap. Il
libro si conclude con la quinta sezione,
relativa alla dichiarazione dei redditi
e al versamento delle imposte, e con
la sesta sezione inerente la tenuta dei
libri e dei registri contabili obbligatori. Da quest’anno il testo cartaceo può
essere integrato o sostituito da un servizio online offerto dagli autori attraverso il loro portale www.ilvasapolli.it.
Abbonandosi digitalmente, oltre alla
consultazione elettronica del testo, si
otterranno aggiornamenti costanti «in
tempo reale» grazie al lavoro di revisione degli autori che periodicamente
recepiscono e commentano ogni nuova
rilevante legge, sentenza o circolare
possibilmente entro 15 giorni dalla
sua emanazione. Un nuovo e innovativo motore di ricerca permette di
trovare facilmente e in pochi secondi l’informazione cercata e la nuova
documentazione richiamata nel testo
può essere visualizzata e archiviata.
Inoltre viene consentita la personalizzazione con sottolineature, note e segnalibri del testo così come puoi la creazione di fascicoli elettronici nei quali
raccogliere sia la documentazione del
portale sia i documenti delle proprie
pratiche di lavoro e di studio.
Autori - Paolo Bastia e Raffaella
Brogi
Titolo - Operazioni societarie straordinarie e crisi d’impresa
Casa editrice - Ipsoa, Milano, 2016,
pagg. 416
Prezzo - Euro 40
Argomento - L’opera costituisce la
prima monografia dedicata ai rapporti
tra operazioni societarie straordinarie
e diritto concorsuale. In un approccio
interdisciplinare alle problematiche
trattate, unisce la prospettiva giuridica con quella aziendalistica, cercando
di fornire a tutti coloro che operano nel
mondo concorsuale un’analisi sistematica in grado di sviluppare un’adeguata comprensione di fenomeni particolarmente complessi come quelli delle
operazioni straordinarie nell’ambito
delle crisi aziendali. Operazioni straordinarie, come la fusione e la scissione,
si prestano a consentire riassetti idonei per la gestione delle crisi aziendali,
li anche in sede
concorsuale,
sia
co
in ipotesi di ristrutturazione
st
del
d debito, che in
quella
di risanaqu
mento.
Le operam
zioni
su capitale
zi
sociale
attuate
so
nella
fase della
n
crisi
cr di impresa
si rivelano sia
come
strumento
co
di riorganizzazione del finanziamento
sia come modalità di possibile soddisfazione dei creditori, anche in eventuale combinazione con le operazioni
corporative come la fusione, la scissione e la trasformazione. Queste ultime,
già dalla riforma del diritto societario
del 2003, hanno, inoltre, assunto un
rilievo sistematico anche nell’ambito
degli enti non profit, evidenziando anche in tali casi, grazie alla legge sul
sovraindebitamento, possibili impieghi in chiave di riorganizzazione e di
ristrutturazione del debito.
Autore - Salvo Dell’Arte
Titolo - Fotografia e diritto
Casa editrice - Utet Giuridica, Torino, 2015, pagg. 527
Prezzo - Euro 42
Argomento - Sin dalla sua invenzione nel XIX secolo, la fotografia
ha affascinato ognuno di noi grazie
alla
al sua capacità
espressiva
che
es
cambia
a seconca
da
d del soggetto
che
ch la osserva. La
fotografia
«è realfo
tà e immaginario,
verità
e falsità,
ve
rappresentaziora
ne
n e creatività. È
tutto
e il contratu
rio
ri di tutto, ambiguità
gu e umanità».
Proprio per questo suo forte potere
mediatico è evidente che un utilizzo
improprio della fotografia da parte di
chiunque può generare effetti devastanti sia nel bene che nel male. E
anche per questo le norme che regolamentano «l’utilizzo» della fotografia
sono cresciute e si sono evolute col
tempo, tanto da poter parlare di diritto della fotografia. L’opera di Salvo
Dell’Arte espone in maniera organica
un quadro completo delle norme di
diritto riguardanti la fotografia ed il
fotografo, spaziando dalla normativa
nazionale a quella internazionale alla
luce di nuovi percorsi interpretativi
e giurisprudenziali. Nel testo viene
«toccato» ogni argomento d’interesse:
dal diritto d’autore alla privacy; dal
diritto all’immagine alla pubblicità;
dal fotografo come soggetto del diritto
agli atti di trasferimento dei diritti
sulla fotografia. Il testo è completato
da un’appendice nella quale è riportato un elenco esaustivo di massime
di sentenze sulla materia.
a cura di Francesco Romano
A F FA R I L E G A L I
Domenica 27 M
Marzo 2016
VII
Sentenza della Corte di cassazione su un caso di accuse rivolte alle forze dell’ordine
Ingigantire i fatti è calunnia
Stessa conseguenza dell’incolpare soggetti innocenti
DI
Pagina a cura
LORENZO ALLEGRUCCI
a Cassazione ha stabilito che ingigantire
le conseguenze di un
fatto vero costituisce
calunnia, quindi, si consuma
il reato anche se il fatto di cui
viene incolpata una persona
è reale ma a condizione che
venga ingigantito (sez. VI,
sentenza n. 9874 del 9 marzo 2016). Incolpare dinanzi
a una pubblica autorità un
soggetto innocente consuma
il reato di calunnia ma si ha
la stessa conseguenza, dunque, se il fatto, pur vero, viene
ingigantito. Infatti, secondo la
Suprema Corte, si configura
l’illecito penale di calunnia,
anche se il fatto, oggetto della falsa incolpazione, abbia
natura più grave di quello
effettivamente posto in essere
dalla persona incolpata.
Nel caso specifico era stato
ritenuto colpevole, dai giudici
di merito, del reato di calunnia un soggetto che nell’ambito di una narrazione complessivamente veridica, riferiva
all’autorità giudiziaria particolari volutamente falsi integranti autonomi e distinti
profili di responsabilità penale
nei confronti di due appartenenti alle forze dell’ordine.
Il soggetto condannato aveva affermato che, nel quadro di
violenze effettivamente subite ad opera di due carabinieri,
aveva anche subito la perdita
dell’incisivo, con conseguente
deformazione dell’armonia
della simmetria facciale (e
queste sono caratteristiche
proprie dello sfregio permanente del viso, secondo l’art.
583, comma 2, n. 4 c. p.), e ciò
nonostante la consapevolezza
della innocenza dei militari,
perché l’avulsione dentale era
avvenuta nel corso di una lite
ingaggiata con cittadini extracomunitari per motivi connessi
alla compravendita di sostanze
stupefacenti e prima dell’intervento dei carabinieri. Quindi,
in altri termini, aveva denunciato una falsa circostanza
aggravante. Secondo i giudici
della Suprema Corte «sussiste il reato di calunnia anche
quando il fatto, oggetto della
falsa incolpazione, sia diverso
e più grave di quello effettivamente commesso dalla persona incolpata, condizione che
si verifica allorché la diversità, incidendo sull’essenza
del fatto, riguardi modalità
essenziali della sua realizzazione, che ne modifichino
l’aspetto strutturale e incidano sulla sua maggiore
gravità ovvero sulla sua
identificazione».
L
La sentenza
sul sito www.italiaoggi.it/docio7
ASSICURAZIONI
Non è più reato esporre contrassegni taroccati
Falsificare i contrassegni assicurativi
o esporre, sul parabrezza dell’auto, un
contrassegno taroccato non è più reato è una conseguenza del decreto
legislativo n. 7 del 2016 in tema di
depenalizzazione di alcune figure di reato. Tale depenalizzazione
comprende anche il reato di falso in
scrittura privata e con esso anche la
falsificazione del contrassegno assicurazione, lo ha stabilito la Cassazione con la sentenza del 2 marzo
2016, n. 11013
Secondo la Corte di cassazione, la
falsificazione di un contrassegno
assicurativo e l’uso dello stesso non
integrano il delitto di ricettazione
a meno che il documento falso sia
proveniente da altro reato. Si pensi,
ad esempio, all’ipotesi in cui i moduli assicurativi «in bianco» siano
provento di furto, di appropriazione
indebita o di altro reato.
La norma che prevedeva il reato di
falso in scrittura privata sanzionava
la contraffazione di un documento a
condizione che di questo se ne faces-
se uso. Ciò indipendentemente dal
fatto che il soggetto utilizzatore
della falsa assicurazione sia stato lo stesso a compilare il modulo non autentico (inserendovi i propri dati anagrafici e
quelli identificativi del veicolo), o che a predisporre il
certificato assicurativo in
bianco sia stato un terzo.
Ora secondo la ricostruzione della Cassazione
in tali casi non è
più prevista la configurazione del
reato di ricettazione (fattispecie
che invece resta
penalmente rilevante), ma
solo di falso in
scrittura privata che, invece, è stato
depenalizzato e che resta
u n s e m p l i c e illecito civile.
Due anni di matrimonio
bastano per l’assegno
Si può donare soltanto
dopo aver diviso l’eredità
La Corte di cassazione con una ordinanza ha stabilito
che non sono pochi due anni di matrimonio per escludere l’obbligo di versare l’assegno di mantenimento al
coniuge (ordinanza, sez. VI civile, dell’11 marzo 2016,
n. 4797).
Il parametro della durata del matrimonio, deve essere sempre presente al giudice di merito nel momento
in cui fissa l’ammontare dell’assegno mensile all’ex
coniuge, motivo per cui per le nozze «lampo», ovvero
quando la separazione sia arrivata poco dopo il matrimonio, si può anche escludere del tutto il versamento
dell’assegno di mantenimento. Tale considerazione ha
valore in quei casi in cui il tempo matrimoniale è durato veramente poco (ad esempio, pochi mesi o, addirittura, alcune settimane). Ora intervengono i giudici
della Suprema Corte, che nel caso analizzato, ovvero di
una unione che si sia protratta per 24 mesi, affermano
che l’assegno di mantenimento non può essere negato,
poiché è illogico sostenere che una breve durata del
matrimonio possa costituire «ragione da sola sufficiente per escludere l’assegno divorzile». Conseguentemente opera la regola per cui, se uno dei due coniugi
ha un reddito inferiore rispetto a quello dell’altro e,
quindi, con la separazione si verifica il peggioramento
del proprio tenore di vita rispetto a quello goduto
in costanza di matrimonio, il coniuge con il reddito minore avrà diritto all’assegno di mantenimento.
Il caso si è chiuso con i giudici che hanno ritenuto
legittima la richiesta della donna: a lei l’ex marito
dovrà versare l’assegno divorzile, seppure su cifre
economiche più contenute, ovvero 150 euro mensili
rispetto ai 200 previsti in primo grado. La diminuzione
è stata giustificata dai giudici d’appello con due considerazioni: la prima, la «breve durata del matrimonio»,
cioè due anni; la seconda, con le maggiori spese cui
l’uomo dovrà fare fronte per il mantenimento della
nuova famiglia di fatto che ha costituito con un’altra
donna. L’incertezza intorno al quantitativo monetario
da versare, l’applicazione del concetto di debolezza
economica spesso ondivaLe sentenze
go, fanno emergere anche
da noi l’esigenza di una
sul sito www.italialegge sui patti prematrioggi.it/docio7
moniali.
L’erede non può donare a terzi uno dei beni ricevuti
con la successione se ancora non si è proceduto alla
divisione con gli altri coeredi e ciò neanche se la cessione ha per oggetto, non l’intera proprietà, ma solo la
quota ideale del bene stesso. È quanto hanno chiarito
le Sezioni Unite della Cassazione con la sentenza n
5068 del 15 marzo 2016.
Quindi, se ancora non vi è stata divisione dell’eredità, sarà impossibile la cessione della quota pro indiviso, con la conseguenza che sarà nullo l’atto con cui
si cede la titolarità di un immobile proprio perché
ancora di proprietà di tutti gli altri coeredi.
Le Sezioni Unite hanno stabilito che è nulla la donazione, da parte del coerede, della quota di un bene
indiviso compreso in una massa ereditaria, perché
prima che avvenga la divisione, il singolo bene non
fa parte del patrimonio del coerede donante.
Il caso specifico si è verificato perché un coerede
defunto aveva donato al nipote la nuda proprietà della sua quota, corrispondente ai 5/12 indivisi
dell’intero, di 2 appartamenti costituenti l’intero
secondo piano di un fabbricato di vecchia costruzione. I giudici hanno ritenuto che l’atto di donazione
sia affetto da nullità, perché non si può donare ciò
che ancora non è proprio. In altri termini la donazione di un bene altrui è nulla (e non semplicemente
inefficace come, invece, precedenti sentenze avevano
stabilito).
Il problema sorgeva intorno alla interpretazione
dell’art. 771 c.c., che stabilisce che la donazione non
può comprendere che i beni presenti del donante. Se
comprende beni futuri, è nulla rispetto a questi, salvo
che si tratti di frutti non ancora separati.
Il codice si riferisce solo alla donazione di «beni futuri»
e non invece a quella di «beni altrui», come nel caso
della comunione ereditaria non ancora divisa. Tuttavia, secondo la Cassazione, è possibile arrivare a tale
conclusione partendo dalla disposizione civilistica, che
afferma che un atto è nullo se la sua causa è nulla, e
seguendo il seguente ragionamento: nella donazione,
la causa, è costituita dallo spirito di liberalità in favore
di un altro soggetto, però la circostanza che il bene sia
di proprietà altrui è incompatibile con la causa della
donazione, pertanto la donazione stessa è nulla.
VIII Domenica 27 Marzo 2016
A F FA R I L E G A L I
Coinvolti a Firenze gli uffici di giustizia e la Camera di commercio
Ticket tribunale-Cciaa
Convenzione per digitalizzazione degli atti
DI
MARZIA PAOLUCCI
ribunale e Camera di
commercio di Firenze
insieme per sveltire la
giustizia e favorire la
competitività delle imprese.
Succede nel capoluogo toscano dove il 17 marzo scorso a
Palazzo Vecchio, Tribunale e
Camera di commercio si sono
dati appuntamento per la firma di una convenzione per la
digitalizzazione degli atti tra
il Registro delle imprese e il
Tribunale. Ma nel bagaglio
delle iniziative di giustizia
2.0 lanciate durante la presentazione, le voci di novità
sono più di una: a parte i
depositi telematici tra tribunale e registro delle imprese,
c’è in programma anche la
digitalizzazione dell’ufficio
del processo, la promozione
dell’arbitrato e della Camera
di mediazione internazionale
fondata quasi un anno fa a Firenze, un nuovo organismo di
risoluzione delle crisi aziendali e uno sportello informativo in tribunale sui sistemi di
risoluzione alternativa delle
T
controversie.
ATTI TELEMATICI FRA
TRIBUNALE E REGISTRO
IMPRESE. Il registro delle Imprese e il Tribunale lavorano
insieme per definire centinaia
di atti ogni anno solo a Firenze.
La novità è che tutti questi documenti circolano adesso esclusivamente per via telematica,
grazie al supporto di Infocamere. Il Ministero ha riconosciuto
a Firenze il valore legale dei
depositi telematici negli atti
di competenza del giudice del
registro insieme a pochissime
altre realtà pilota come Roma,
Milano, Bologna e Catania.
UFFICIO DEL PROCESSO. L’hardware necessario per
il processo telematico è fornito
dalla Camera di commercio e
nell’ambito di questa informatizzazione, magistrati e personale amministrativo potranno
contare sulla consegna gratuita
degli strumenti necessari alla
firma digitale, come smart card
e token Usb.
ARBITRATO. Uno stru-
mento per la risoluzione delle
controversie civili e commerciali alternativo all’ordinaria via
giudiziaria: la sua caratteristica
fondamentale è la possibilità di
avvalersi di arbitri, fra tecnici
ed esperti della materia debitamente formati. La procedura
termina entro 180 giorni. A Firenze dal 2013 è attivo il primo esempio in Italia di Camera
arbitrale congiunta tra un ente
pubblico come Camera di commercio e gli ordini professionali
del settore giuridico-economico
(avvocati, commercialisti e notai). La nuova convenzione
potenzierà il ricorso a questo
metodo contribuendo anche a
ridurre l’arretrato in tribunale.
INFOPOINT ADR IN TRIBUNALE. Tribunale e Camera
di commercio di Firenze si stanno impegnando per diffondere
sempre di più la cultura della
mediazione, anche attraverso il
progetto Nausicaa nell’ambito
dell’Osservatorio sulla giustizia civile. Come nuovo passo
di promozione è allo studio un
vero e proprio Infopoint ca-
merale sulle Adr (Alternative
dispute resolution) all’interno
del Tribunale di Firenze: un
luogo dove sarà possibile approfondire tutti gli strumenti
di giustizia alternativa, come
mediazione e arbitrato sia in
ambito nazionale che internazionale con la possibilità di depositare domande introduttive
per l’avvio dei procedimenti.
MEDIAZIONE INTERNAZIONALE. Dopo la nascita di Fimc, Florence international mediation chamber,
unica iniziativa di mediazione
internazionale promossa da
soggetti pubblici, la Camera di
commercio di Firenze si sta impegnando per portare a Firenze
un’iniziativa mondiale di Imi
(International mediation institute), organismo non profit che
punta a promuovere ed elevare
gli standard della mediazione.
L’iniziativa (info su www.globalpoundconference.org) fa
parte di un ciclo di conferenze
nelle principali città del mondo
dove verranno affrontati e votati i temi chiave della giustizia
anche attraverso un’innovativa
piattaforma digitale. A Firenze,
unica città italiana coinvolta, la
conferenza è prevista per i primi mesi del 2017.
I DATI. Per la mediazione
ci sono state 401 domande
nel 2015. Gli argomenti più
trattati sono stati quelli in
materia di liti su contratti
bancari e finanziari, locazione
e compravendita immobiliare,
condominio, successioni ereditarie e divisioni di patrimoni.
Mediamente l’anno scorso una
mediazione con esito positivo si
è risolta in 71 giorni. Nel 65%
dei casi è stato trovato l’accordo quando le parti che si sono
presentate al tavolo hanno
manifestato l’intenzione di
iniziare la mediazione. Ben al
di sotto la diffusione di arbitrati visto che dal 2014, anno di
nascita della camera arbitrale
congiunta, sono state gestite
appena 20 procedure arbitrali
di cui alcune internazionali.
Gli argomenti più trattati sono
i contratti di appalto di beni e
servizi, le compravendite immobiliari e le controversie fra
soci e affitto d’azienda.
L’ASSEGNAZIONE
DEI BENI AI SOCI
t&TUSPNJTTJPOFBHFWPMBUFQFSJCFOJEJNQSFTB
t"TTFHOB[JPOFDFTTJPOFFUSBTGPSNB[JPOF
t-PQFSB[JPOFEJBTTFHOB[JPOFBHFWPMBUB
t"MUSFJNQPTUFJOEJSFUUFQFSMFUSFPQFSB[JPOJ
t-BDFTTJPOFBHFWPMBUBEFJCFOJBJTPDJ
t-BUSBTGPSNB[JPOFJOTPDJFUËTFNQMJDF
t-FTUSPNJTTJPOFEBQBSUFEJJNQSFOEJUPSJJOEJWJEVBMJ
t1SPmMJ*WBEFMMFPQFSB[JPOJBHFWPMBUF
Gli aspetti fiscali, contabili e civilistici delle operazioni di
estromissione previste dalla legge di stabilità per il 2016
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IMMOBILI & CONDOMINIO
Domenica 27 Marzo 2016
D
35
La Cassazione su una delibera illegittima di passaggio al riscaldamento autonomo
Si può tornare al centralizzato
La richiesta di ripristino non costituisce abuso del diritto
DI
Pagina a cura
GIANFRANCO DI RAGO
on costituisce abuso
del diritto la richiesta
del condomino che,
dopo avere ottenuto
la dichiarazione dell’illegittimità della delibera assembleare che aveva soppresso
l’impianto centralizzato di
riscaldamento, ne pretenda
il ripristino. E questo anche ove nel frattempo siano
passati molti anni e i condomini abbiano provveduto
all’installazione di impianti
individuali nei rispettivi appartamenti. Lo ha stabilito la
seconda sezione civile della
Cassazione con la sentenza
n. 1209/2016.
N
Il fatto. Nel caso di specie
la proprietaria di due unità
immobiliari comprese in un
edificio condominiale aveva convenuto in giudizio il
condominio, in persona del
proprio amministratore pro
tempore, per sentirlo condannare all’immediato ripristino del servizio centralizzato
di riscaldamento. La stessa
aveva premesso di avere ottenuto in un precedente giudizio la dichiarazione della
nullità della delibera assembleare che aveva autorizzato
tale trasformazione e che
tale sentenza, confermata in
sede di appello, era passata
in giudicato. Il condominio
si era quindi costituito nel
nuovo giudizio eccependo l’intento esclusivamente emulativo dell’azione giudiziaria,
poiché nel frattempo tutti i
condomini si erano dotati di
propri impianti individuali.
Secondo il condominio, quindi, la domanda di ripristino
dell’impianto preesistente
andava integralmente rigettata, poiché l’unico scopo della
condomina attrice era quello
di recare un danno agli altri
comproprietari. Il tribunale,
qualificata la domanda come
di natura possessoria, aveva
però provveduto ad accoglierla, ordinando al condominio
di reintegrare la condomina
nel possesso dell’impianto di
riscaldamento centralizzato,
mediante il ripristino del medesimo.
La sentenza era stata prontamente impugnata dinanzi
alla Corte di appello che,
qualificando invece la domanda come petitoria, aveva
ritenuto la stessa di natura
meramente emulativa, rigettandola quindi integralmente. I giudici di secondo grado
avevano evidenziato come,
non essendo stata ottenuta
a suo tempo la sospensione
dell’efficacia della delibera impugnata, i condomini
avessero provveduto a costosi
interventi per l’installazione
nei propri appartamenti di
altrettanti impianti indivi-
tivato dall’assemblea condominiale. Del resto i condomini si erano successivamente
dotati di propri impianti autonomi proprio in attuazioIl diritto al ripristino dell’impianto dotati di impianto unifamiliare) - ovne della medesima delibera,
di riscaldamento centralizzato ri- vero all’onerosità del ripristino - e,
quindi sempre sulla base di
un presupposto illegittimo.
sponde all’utilità del condomino di dall’altro, alla circostanza che il
Secondo la Cassazione la senusufruire di un servizio comune che condomino che chieda di ritornare
tenza di secondo grado aveva
risulti essere stato illegittimamen- allo statu quo ante avrebbe potuto
quindi errato nel ritenere che
la condotta della condomina
te disattivato. Appare erroneo, nel dotarsi a sua volta di un impianto
concretasse una fattispecie di
valutare se la richiesta di ripristino autonomo (e chiedere il risarcimenabuso del diritto. I giudici di
del servizio da parte del condomi- to del danno determinato dai costi e
appello, infatti, nell’assumeno configuri o meno un’ipotesi di dai disagi sopportati): in tal modo,
re tale decisione, da un lato
avevano fatto riferimento alla
abuso del diritto, fare riferimento, infatti, l’abuso del diritto verrebbe
natura e all’entità delle opeda un lato, alla natura e all’entità ravvisato formulando un inammisre di radicale trasformazione
delle opere di trasformazione che sibile giudizio di proporzionalità fra
che si sarebbero rese necessarie per il ripristino dell’imsarebbero necessarie per il ripri- l’utilità conseguibile dal condomino
pianto (quando ormai tutti
stino dell’impianto (quando ormai e l’onerosità che ne sarebbe derigli altri condomini si erano
tutti gli altri condomini si siano vata agli altri comproprietari.
dotati di impianto unifamiliare), dall’altro si erano richiamati alla circostanza che
la condomina attrice avrebbe
duali di riscaldamento. Oltre nello svolgere la sua impugna- re che l’esercizio del diritto di potuto dotarsi di un impianto
a ciò il ripristino del vecchio zione dinanzi alla Cassazione, proprietà risponda alla fun- autonomo e chiedere tutto al
impianto centralizzato, se- aveva in primo luogo conte- zione riconosciuta al titolare più il risarcimento del danno
condo quanto risultante da stato l’applicabilità al caso di dall’ordinamento, impedendo determinato dai costi e dai diuna consulenza tecnica svol- specie del principio dell’abu- che i poteri e le facoltà dal sagi subiti nell’adeguarsi alla
ta nel corso del giudizio, non so del diritto che, secondo la medesimo esercitabili si tra- delibera assembleare.
sarebbe stato possibile con le propria tesi difensiva, essen- ducano in atti
In
tal
medesime caratteristiche che do stato elaborato dalla giu- privi di alcun
modo,
però,
m
Non
può
ritenersi
lo stesso aveva in preceden- risprudenza sulla base degli interesse per
c o m e c o remulativo l’atto che
za, perché non più a norma di artt. 1175 e 1375 c.c., avrebbe il proprietario
rettamente
r
risponda a un intelegge per quanto riguardava dovuto rimanere circoscritto ma che, per le
ravvisato
il rispetto della disciplina in all’ambito contrattuale. In concrete modalla
Supred
resse del proprietamateria di sicurezza. Di qui ogni caso, sempre secondo la dalità con le
ma
m corte, si
rio, dovendo esclul’ingente esborso economico ricorrente, nel caso specifico quali sono poera pervedersi che il giudice
che il condominio sarebbe non vi sarebbero neppure sti in essere,
nuti
all’inn
possa compiere una
stato costretto a sopportare stati i presupposti per la sua abbiano l’efdividuaziod
valutazione compaa fronte di tale intervento. applicazione, poiché il dirit- fetto di recare
ne di una
rativa discrezionale
Secondo la consulenza tecni- to a ottenere il ripristino del p r e g i u d i z i o
fattispecie
ca d’ufficio, infatti, i relativi vecchio impianto centralizza- ad altri condi
d abuso del
fra gli interessi in
costi si sarebbero aggirati tra to invalidamente smantellato sociati. Anche
diritto
sulla
d
gioco
i 173.500,00 e i 251.500,00 per decisione dell’assemblea n e l l ’ a m b i t o
base
di un
b
euro, oltre alle spese per la costituiva l’unica modalità della proprieinammissii
messa a norma della centra- prevista dall’ordinamento tà e dei diritti reali
eali è dunque bile giudizio di proporzionap
le termica.
per eliminare le conseguen- applicabile il principio più lità fra l’utilità conseguibile
Secondo la Corte di ap- ze illegittime dell’operato del generale dell’abuso del dirit- dalla condomina e l’onerosità
pello, quindi, la domanda di condominio. In altri termini, to che, nello specifico, emerge che ne sarebbe derivata agli
parte attrice configurava un secondo la ricorrente, l’abuso dal disposto di cui al predetto altri comproprietari. Ma,
evidente caso di abuso del del diritto sarebbe stato con- art. 833 del codice civile. Tut- come evidenziato in precediritto, poiché la stessa, che figurabile soltanto laddove, a tavia, perché la condotta del denza, non sono queste le
pure aveva ottenuto la dichia- fronte di un diritto, il titolare proprietario possa conside- caratteristiche proprie di
razione dell’invalidità della avesse a disposizione diverse rarsi tale, la stessa deve ri- detto istituto giuridico. In
delibera impugnata, avrebbe modalità per la sua pratica velarsi oggettivamente priva casi del genere, quindi, per
potuto ottenere comunque un attuazione e scegliesse quella di utilità per quest’ultimo e quanto costoso per la colletristoro economico ai danni su- più afflittiva per la contropar- di per sé idonea ad arreca- tività condominiale, deve esbiti in relazione all’illegittima te, agendo quindi più con lo re danno a terzi. Pertanto, sere assicurato al condomino
costrizione a installare degli scopo di recare un pregiudizio secondo la Cassazione, non che correttamente si dolga
impianti autonomi nelle uni- all’avversario che di godere di può ritenersi emulativo l’at- dell’agire dell’assemblea il
tà immobiliari di proprietà un vantaggio proprio.
to che comunque risponda a diritto di pretendere il riesclusiva. I giudici di secondo
Su questo specifico punto i un interesse del proprieta- pristino dello status quo angrado avevano altresì richia- supremi giudici hanno tutta- rio, dovendo escludersi che il tecedente alla deliberazione
mato l’evoluzione legislativa via premesso che, trattandosi giudice possa compiere una illegittima. Da questo punto
diretta a incentivare la tra- di causa vertente in tema di valutazione comparativa di- di vista è anche utile evidensformazione in autonomi de- comproprietà di un bene con- screzionale fra gli interessi ziare l’importanza, in siffatte
gli impianti di riscaldamento dominiale, la possibile anti- in gioco ovvero formulare un eventualità, di una ponderata
centralizzati, evidenziando giuridicità della condotta po- giudizio di meritevolezza e di valutazione da parte del giucome il risultato del preteso sta in essere dalla condomina prevalenza fra l’interesse del dice dell’impugnazione sulla
ripristino avrebbe condotto ricorrente andava verificata proprietario e quello di terzi. sussistenza delle esigenze
alla messa in funzione di un con riferimento alla previsioNel venire alla questione cautelari che possono portare
impianto ormai obsoleto e ne di cui all’art. 833 c.c., con- concreta, i giudici di legitti- alla sospensione dell’efficacia
non più in linea con le poli- tenente il noto principio per mità hanno quindi rilevato della delibera in attesa deltiche di risparmio energetico cui il proprietario non può come il diritto al ripristino la sentenza di merito (nella
e di sicurezza. Avverso tale compiere atti che non abbia- dell’impianto di riscaldamen- specie l’istanza di cui all’art.
decisione la condomina ave- no altro scopo se non quello to azionato dalla condomina 1137 c.c. era stata respinta
va quindi presentato ricorso di nuocere o recare molestia rispondesse oggettivamente dal tribunale presso il quale
ad altri. La disposizione in all’utilità della stessa di po- era stata impugnata la deliin Cassazione.
questione, come parimenti tere usufruire di un servizio berazione che aveva soppresLa decisione della Su- evidenziato dalla Cassazio- comune che era stato, si noti so l’impianto centralizzato).
prema corte. La ricorrente, ne, ha la finalità di assicura- bene, illegittimamente disat© Riproduzione riservata
Il principio di diritto
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35
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SCADENZARIO RAGIONATO DELLE
OPPORTUNITÀ CONTENUTE NEI BANDI
COMUNITARI E REGIONALI
Aprile 2016
a cura di CINZIA BOSCHIERO
Per domande o segnalazioni: [email protected]
LEGENDA
-
Grado di anticipazione della notizia rispetto all’uscita in Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea espresso in numero di stelle HHHHH (5 stelle = massima anticipazione)
-
Grado di difficoltà nella partecipazione: livello espresso da 1 a 5 (L. 1 ecc.). La valutazione del livello
fa riferimento alla tipologia della modulistica (complicata ecc.), ai tempi di attesa (tra l’inoltro e la comunicazione di avvenuto vaglio e approvazione), ai tempi per l’arrivo dei fondi ecc.
Aiuti per la competitività delle pmi, la formazione e la ricerca
FINANZIAMENTI PMI
In questo inserto molti i bandi per il settore dei
nuovi materiali, della salute e della formazione.
Si segnala che la Commissione europea ha aperto una consultazione pubblica sino al 4 maggio
per raccogliere le opinioni di imprese e cittadini
sui Centri di informazione Europe direct (Edic)
che sono oltre 500 sportelli. Si ricorda che la Bei
ha approvato 42 progetti per un finanziamento
BANDI E FONDI
COMUNITARI
SETTORE
AGRICOLTURA
ANTICIPAZIONE
HHH
GRADO DI DIFFICOLTÀ
L. 3
TITOLO
AGRICOLTURA
Contenuto: gli agricoltori possono beneficiare di un
pacchetto aggiuntivo di misure eccezionali che sfruttano tutti gli strumenti messi a disposizione nel quadro
della Politica agricola comune (Pac) salvaguardando al
tempo stesso il mercato interno dell’Unione Europea.
Sono stati stanziati 93.650.000 euro per azioni di informazione e di promozione riguardanti i prodotti agricoli
realizzate nel mercato interno e nei Paesi terzi (rif. Guue
C 41/4 del 4/2/2016). Si punta a rafforzare la competitività del settore agricolo dell’Unione europea; si vuole
migliorare il grado di conoscenza dei meriti dei prodotti agricoli dell’Unione europea e degli elevati standard
applicabili ai metodi di produzione comunitari; vengono sostenti progetti per aumentare la competitività e il
consumo dei prodotti agricoli e di determinati prodotti
alimentari dell’Unione europea e ottimizzarne l’immagine tanto all’interno quanto all’esterno dell’Unione; si
punta a rafforzare la consapevolezza e il riconoscimento
dei regimi di qualità comunitari; possono essere coperte le spese per progetti utili ad aumentare la quota di
mercato dei prodotti agricoli e di determinati prodotti
alimentari comunitari, prestando particolare attenzione ai mercati di paesi terzi che presentano il maggior
potenziale di crescita. Sono stati stanziati 9 milioni di
euro per programmi d’informazione e di promozione
del latte e dei prodotti lattiero-caseari, dei prodotti a
base di carne suina o di una combinazione dei due; si
punta a rafforzare la consapevolezza e il riconoscimento dei regimi di qualità specifici dell’Unione europea
per questi prodotti e si vuole favorire quei progetti che
possano mettere in evidenza le specificità dei metodi
di produzione agricola comunitaria, in particolare sul
piano della sicurezza degli alimenti, della tracciabilità,
dell’autenticità, dell’etichettatura, degli aspetti nutrizionali e sanitari, del benessere degli animali, del rispetto
dell’ambiente e della sostenibilità, oltre alle caratteristiche dei prodotti stessi, in termini di qualità, sapore,
diversità o tradizioni. Beneficiari dei fondi sono organismi dotati di personalità giuridica; organizzazioni
2
complessivo di 5,7 miliardi di euro. Il Fei ha deliberato 84 operazioni per un sostegno complessivo
di 1,8 miliardi di euro ed è stato costituito anche
il Polo europeo di consulenza sugli investimenti Advisory hub di assistenza per l’individuazione,
la preparazione, lo sviluppo e il finanziamento
dei progetti che intendano effettuare gli investitori sia privati che pubblici.
professionali o interprofessionali, organizzazioni di
produttori o associazioni di organizzazioni di produttori; associazioni e organismi del settore agroalimentare.
Si segnala tuttavia che Copagri ha scritto di recente
al Ministro Martina delle proposte per rivendicare nei
confronti di Bruxelles cinque punti di intervento per
il Sistema Italia. Sono punti che Copagri ritiene fondamentali per riavviare la nostra economia agricola:
Istituire un’agenzia di sorveglianza per garantire un
prezzo latte alla stalla che riconosca i costi reali di produzione; istituire una Dop sul latte (latte italiano Dop)
e non solo sui prodotti trasformati; limitare i contributi
nazionali e regionali ai soli caseifici che trasformano latte 100% italiano; Consentire la produzione di formaggi e
derivati partendo solo dalla materia prima (latte crudo
e pastorizzato); vietare l’uso della chimica; pianificare
una campagna di educazione alimentare sull’acquisto
e il consumo dei prodotti lattiero-caseari. Oltre a concretizzare queste proposte, occorre, secondo Copagri,
occorre attuare il Programma di responsabilità del mercato, realizzato dai membri dell’European Milk Board,
attraverso il quale è possibile prevenire e gestire i momenti di crisi economica del comparto.
A chi rivolgersi: ec.europa.eu - Commissione europea - DG Agricoltura e sviluppo rurale - ec.europa.eu/
agriculture/index_it.htm
SETTORE
COOPERAZIONE
ANTICIPAZIONE
HH
GRADO DI DIFFICOLTÀ
L. 4
TITOLO
AUDIOVISIVO
Contenuto: è aperto un bando del programma
europeo denominato Europa Creativa del sottoprogramma Media che elargisce sostegni alla produzione
di opere audiovisive destinate alla diffusione televisiva. Possono partecipare al bando società di produzione
indipendenti che abbiano sede in uno degli Stati
dell’Unione europea e nei Paesi extra-europei ammessi al programma. Possono essere cofinanziati progetti
di produzione audiovisiva quali opere drammatiche,
opere di animazione e documentari, che implichino la
partecipazione di almeno tre emittenti televisive di
tre diversi Paesi. I progetti devono durare al massimo 42 mesi. Il budget totale ammonta a 12,5 milioni
di euro e per le opere drammatiche e di animazione
non può essere superiore a 500 mila euro o al 12,5%
dei costi totali ammissibili di produzione. Per le serie
televisive co-prodotte, di genere drammatico, costi-
FINANZIAMENTI PMI
tuite di almeno sei puntate di durata non inferiore a
45 minuti ciascuna, con un budget di produzione ammissibile di almeno dieci milioni di euro, può essere
richiesto un contributo massimo di un milione di euro. Per i documentari, invece, il contributo non sarà
superiore a 300 mila euro o al 20% dei costi totali ammissibili di produzione.
A chi rivolgersi: ec.europa.eu/education/participants/
portal/desktop/en – eacea.ec.europa.eu/creative-europe/
funding/tv-programming-2016_en
realtà sul territorio di rilievo quali ADMI-Ass. Donne
Magistrato italiane, UnWomen Comitato Nazionale
Italia, EWMD (European Women Management Development) International, Ande, Moica, Inretedonne,
SWA-PromAzioni360.
A chi rivolgersi: Commissione europea - DG Giustizia e Consumatori – ec.europa.eu/justice/grants1/calls
SETTORE
COOPERAZIONE
ANTICIPAZIONE
SETTORE
HH
COOPERAZIONE
ANTICIPAZIONE
H
GRADO DI DIFFICOLTÀ
L. 1
TITOLO
GRADO DI DIFFICOLTÀ
L. 2
COOPERAZIONE
TITOLO
COOPERAZIONE
Contenuto: si può partecipare a un bando (rif.
JUST/2015/RCHI/AG/PROF) che cofinanzia progetti per lo sviluppo delle capacità dei professionisti che
operano nei sistemi di protezione dei minori e dei legali
che rappresentano i bambini nei procedimenti giudiziari. Il bando è nell’ambito del programma comunitario
Diritti, uguaglianza e cittadinanza. Possono essere cofinanziati progetti transnazionali relativi a tre target
group che riguardino (target A) lo sviluppo delle capacità degli operatori/professionisti che si occupano dei
bambini all’interno delle carceri o in strutture di assistenza alternative; (target B) per lo sviluppo delle
capacità degli avvocati/consulenti legali che rappresentano i bambini nei procedimenti giudiziari penali,
amministrativi e civili; e per progetti di (target C) sviluppo delle capacità degli operatori della giustizia o di
altri operatori, come gli assistenti sociali e gli operatori
sanitari, gli operatori giovanili e i servizi di polizia, nel
seguire pratiche multidisciplinari, a misura di bambino
nel settore della giustizia alternativa. Sono cofinanziati
moduli di formazione, applicazioni di strumenti pratici, attività di coordinamento multidisciplinari. Possono
beneficiare dei fondi enti, pmi, organizzazioni pubbliche e private, associazioni anche internazionali. Ogni
progetto va presentato da almeno quattro organizzazioni di diversi Stati e la richiesta non deve essere
inferiore a 100 mila euro. Possono essere coperti i costi sino all’80%. Il proponente del progetto deve essere
una associazione/organizzazione senza scopo di lucro.
Le iniziative devono durare massimo ventiquattro
mesi. I progetti devono essere presentati utilizzando
l’apposito sistema Priamos. Sono stati stanziati 3 milioni e 300 mila euro. Di recente è stata premiata Paola
Bonzi che ha fondato il centro di aiuto alla vita presso
la clinica Mangiagalli di Milano per sostenere le donne che vogliono portare avanti la gravidanza davanti
a mille difficoltà. Assieme a lei sono state premiate
in tutti trenta donne eccellenti, tra cui anche la dott.
ssa Maria Banchero, referente dei progetti di Regione
Lombardia sulla medicina di genere, rappresentante
della Direzione Generale Salute al tavolo nazionale antiviolenza. Il premio internazionale Stand Out è
stato organizzato dalla consigliera di parità Anna Maria Gandolfi, ha avuto il patrocinio del Ministero del
Lavoro, della Regione Lombardia, della Commissione
europea. Il Comitato di valutazione era composto dalla Consigliera Nazionale di Parità e da una serie di
Contenuto: è aperto un bando del programma comunitario Europa Creativa (rif. EACEA 12/2016), per
il sostegno all’integrazione dei rifugiati. Possono essere cofinanziati progetti transnazionali orientati ad
aiutare i rifugiati a socializzare e a esprimersi senza
necessariamente parlare fin da subito la lingua del Paese ospitante; progetti per sviluppare piattaforme di
apprendimento in senso ampio, capaci di promuovere
il rispetto e la comprensione della diversità, delle competenze interculturali e civiche, dei valori democratici
e della cittadinanza; progetti per consentire ai cittadini comunitari di comprendere i valori e le culture dei
rifugiati; iniziative di coproduzione di opere culturali
e/o audiovisive in tutta Europa; progetti di collaborazione tra organizzazioni di vari Stati. Sarà dato un
sostegno a un numero limitato di Partenariati Creativi di alta qualità per lo sviluppo di progetti culturali,
audiovisivi e transettoriali volti a favorire l’integrazione dei rifugiati nella realtà europea, rafforzando la
comprensione culturale reciproca e incoraggiando il
dialogo interculturale e interreligioso, la tolleranza e
il rispetto per le altre culture. I Partenariati Creativi
sono consorzi costituiti da organismi che operano nei
settori culturali e coinvolgono anche altri settori, come
il pubblico, il sociale, il settore dell’istruzione, dell’assistenza sanitaria etc. Possono essere coperte spese per
progetti creativi quali manifestazioni, festival, co-creazioni, tour, film e produzioni audiovisive; conferenze
e seminari; attività di formazione; azioni di sensibilizzazione e diffusione; azioni mirate alla creazione e
al potenziamento di reti, allo scambio di buone pratiche; studi, analisi, progetti di mappatura; scambi,
mobilità; attività di ricerca. Possono partecipare realtà dei 28 Stati dell’Unione europea, dei Paesi Efta/
See (solo Islanda e Norvegia); dei Paesi candidati effettivi e potenziali (Albania, Bosnia-Erzegovina, ex
Repubblica jugoslava di Macedonia, Montenegro, Serbia, Turchia). Si possono ricevere sino a 200 mila euro
con una copertura dell’80% dei costi. Beneficiari sono quindi organizzazioni, associazioni, imprese attive
nei settori culturali e creativi, ma anche organizzazioni, associazioni, imprese attive in settori diversi dalla
cultura, come il settore pubblico, sociale, dell’istruzione, dell’assistenza sanitaria o altri settori che possono
contribuire all’integrazione dei migranti. I progetti devono avere una durata massima di 24 mesi. Il budget
totale ammonta a un milione e 600 mila euro.
A chi rivolgersi: ec.europa.eu/education/participants - Agenzia esecutiva per l’istruzione, gli audiovisivi
e la cultura (Eacea) – eacea.ec.europa.eu
3
FINANZIAMENTI PMI
SETTORE
SETTORE
COOPERAZIONE
ANTICIPAZIONE
HHHH
INNOVAZIONE
GRADO DI DIFFICOLTÀ
L. 5
TITOLO
ANTICIPAZIONE
HHH
GRADO DI DIFFICOLTÀ
L. 3
TITOLO
CULTURA
RICERCA
Contenuto: si può partecipare a un bando per il
settore Cultura (rif. EACEA 13/2016) per progetti di
traduzione letteraria. È un bando del programma comunitario Europa Creativa. Si punta a promuovere la
diversità culturale e linguistica nell’Unione europea; la
circolazione transnazionale di opere letterarie di elevata qualità e si vuole migliorare l’accesso alle opere
tradotte sia all’interno che all’esterno dell’Unione europea per raggiungere nuovi pubblici. Tra le priorità
si punta a sostenere la promozione della letteratura europea, incluso l’uso appropriato delle tecnologie
digitali, per distribuire e promuovere le opere; incoraggiare la traduzione dalle lingue meno usate verso
l’inglese, il tedesco, il francese, lo spagnolo (castigliano) in modo da garantire un’ampia circolazione delle
opere letterarie; incoraggiare la traduzione dei generi
meno rappresentati, come le opere per i giovani (bambini, adolescenti), i fumetti, i graphic novel, i racconti
e la poesia; incoraggiare la traduzione e la promozione dei libri che hanno vinto il Premio europeo per la
Letteratura. Possono essere dati fondi per progetti
biennali per la traduzione di opere letterarie. I progetti devono riguardare la traduzione e la promozione
di un pacchetto di tre/dieci opere letterarie. Si possono
tradurre opere in tutte le lingue ufficiali dei paesi ammissibili al sottoprogramma Cultura, compreso latino
e greco. Le opere possono essere sia in formato cartaceo che digitale (e-book). Inoltre, le opere da tradurre
devono essere esclusivamente opere di narrativa di
alto valore letterario indipendentemente dal genere,
come romanzi, racconti, opere teatrali, poesia, fumetti
e narrativa per ragazzi; essere state scritte da autori
che abbiano cittadinanza o residenza in uno dei Paesi
ammissibili al Sottoprogramma Cultura (escluso per
le opere in Greco o Latino); essere già state pubblicate e non tradotte in precedenza nella lingua prescelta
per la traduzione. Possono essere coperti i costi di traduzione, pubblicazione, distribuzione e promozione di
un pacchetto di opere di narrativa di alto valore letterario; traduzione di estratti di opere di narrativa per i
cataloghi degli editori e delle case editrici, per contribuire a promuovere la vendita dei diritti sia all’interno
che al di fuori dell’Europa; eventi speciali e attività di
marketing/distribuzione organizzati per la promozione delle opere quali fiere del libro e festival letterari.
Possono beneficiare dei fondi editori o case editrici che
siano legalmente costituiti con personalità giuridica da
almeno due anni in uno dei Paesi ammissibili al sottoprogramma Cultura (i 28 Stati comunitari, i Paesi
Efta/See (solo Islanda e Norvegia), i Paesi candidati e
potenziali candidati (Albania, Bosnia-Erzegovina, ex
Repubblica jugoslava di Macedonia, Montenegro, Serbia, Turchia), Georgia, Moldavia, Ucraina. Possono
essere coperti sino al 50% dei costi per un massimo di
100 mila euro. I progetti devono durare al massimo 24
mesi. Sono stati stanziati 3 milioni e 54 mila euro.
A chi rivolgersi: ec.europa.eu/education/participants/portal - Agenzia esecutiva per l’istruzione, gli
audiovisivi e la cultura (EACEA) – eacea.ec.europa.eu
Contenuto: si può partecipare ai bandi aperti del
programma comunitario Horizon 2020 per il cosiddetto
Pilastro «Sfide della società» per i temi Salute e Società inclusive, innovative e riflessive. In particolare per
l’area Salute, benessere e cambiamento demografico
è aperto un bando H2020-SC1-2016-2017 di medicina
personalizzata che riguarda la cooperazione tra Unione europea e Giappone sulla robotica per l’assistenza e
l’avanzamento dell’età (rif- SC1-PM-14-2016 - EU-Japan cooperation on Novel ICT Robotics based solutions
for active and healthy ageing at home or in care facilities). Ci sono poi altri bandi aperti sulla resistenza
antimicrobica, fondi per progetti di ricerca sulla medicina personalizzata, progetti per la standardizzazione
pre-analitica e analitica delle procedure in vitro; un
bando sulla European Human Biomonitoring Initiative (rif. SC1-PM-05-2016); un bando sulla ricerca clinica
sulla medicina rigenerativa (rif. SC1-PM-11-2016-2017:
Clinical research on regenerative medicine); un bando
sullo sviluppo di vaccini per la malaria o altre patologie infettive (rif. SC1-PM-06-2016: Vaccine development
for malaria and/or neglected infectious diseases). Inoltre per il tema Società inclusive, innovative e riflessive
è aperto un bando (rif. CO-CREATION-05-2016: Cocreation between public administrations: once-only
principle) per la cooperazione tra pubbliche amministrazioni. Mentre per il programma Horizon 2020 ma
per il Pilastro denominato Leadership Industriale per
il bando H2020-ICT-2016-2017 – Tecnologie dell’informazione e comunicazione – ci soni bandi di ricerca
su vari temi tra cui il bando – ICT-01-2016 - Smart
Cyber-Physical Systems; il bando - ICT-03-2016: SSI Smart System Integration; il bando ICT-06-2016: Cloud
Computing; un bando sull’ Iniziativa Net (rif.
- ICT-12-2016: Net Innovation Initiative); un bando di
sperimentazione (rif.- ICT-13-2016: Future Internet
Experimentation - Building a European experimental Infrastructure); diversi bandi sui Big Data (rif.
- ICT-14-2016-2017: Big Data PPP-Cross-sectorial and
cross-lingual data integration and experimentation:
- ICT-15-2016-2017: Big Data PPP-Large Scale Pilot
actions in sectors best benefitting from data-driven
innovation; - ICT-17-2016-2017: Big data PPP-Support, industrial skills, benchmarking and evaluation
(CSA); ICT-18-2016: Big data PPP-Privacy-preserving
big data technologies); un bando sul supporto tecnologico per le industrie creative (rif. - ICT-21-2016: Support
technology transfer to the creative industries); un
bando per le Tecnologie della formazione (rif. - ICT-222016: Technologies for Learning and Skills); un bando
sulla fotonica (rif. - ICT-29-2016: Photonics KET 2016);
un bando sulla robotica (rif. ICT-25-2016-2017: Advanced robot capabilities research and take-up); un
bando per una maggiore sinergia per il settore artistico
(rif. - ICT-36-2016: Boost synergies between artists, creative people and technologists). Inoltre ci sono due bandi
aperti (rif. H2020-IOT-2016-2017) per il così definito- Internet degli oggetti. Inoltre si segnalano altri bandi aperti in
seconda fase per il settore dei materiali e dell’energia (rif.
4
FINANZIAMENTI PMI
- PILOTS-01-2016: Pilot lines for manufacturing of
materials with customized thermal/electrical conductivity properties – bando PILOTS-02-2016: Pilot
Line Manufacturing of Nanostructured Antimicrobial
Surfaces using Advanced Nanosurface Functionalization Technologies). Si può partecipare anche ai topics
sull’economia circolare (rif. - CIRC-01-2016-2017:
Systemic, eco-innovative approaches for the circular
economy: large-scale demonstration projects; bando CIRC-02-2016-2017: Water in the context of the circular
economy; CIRC-03-2016: Smart Specialisation for systemic eco-innovation/circular economy; - CIRC-04-2016:
New models and economic incentives for circular economy business; - CIRC-05-2016: Unlocking the potential of
urban organic waste). Si segnala anche l’edizione 2016
del concorso europeo I giovani e le scienze, la cui edizione
italiana è organizzata dalla Federazione delle associazioni scientifiche e tecniche. A Milano si terrà la finale
nazionale i giorni 9-11 aprile 2016 e i migliori parteciperanno alla finale europea del concorso dell’Unione
europea per i giovani scienziati (http://eucys2016.eu)
vincendo sino a 7 mila euro per progetti e invenzioni,
viaggi, borse di studio, soggiorni studio all’estero tra cui
la possibilità di partecipare alla 13a ESE, esposizione
scientifica europea di Milset (http://ese2016.milset.org)
a Tolosa in Francia dal 9 al 15 luglio 2016.
A chi rivolgersi: https://ec.europa.eu/programmes/
horizon2020 - www.fast.mi.it
SETTORE
INNOVAZIONE
RICERCA
HH
GRADO DI DIFFICOLTÀ
L. 2
TITOLO
INNOVAZIONE
Contenuto: si può beneficiare del fatto che il Fondo
europeo per gli investimenti (Fei) e il Fondo di Garanzia
per le pmi hanno firmato in Italia un accordo Cosme, che
usufruisce del sostegno del Fondo europeo per gli investimenti strategici (Feis), fulcro del Piano di investimenti
per l’Europa. Il contratto di controgaranzia consentirà al
Fondo di Garanzia di sostenere finanziamenti per oltre
un miliardo di euro a favore di ventimila piccole e medie
imprese italiane nel corso dei prossimi 12 mesi. Il Fondo di Garanzia sosterrà le pmi italiane tramite i confidi
(società di mutua garanzia che forniscono garanzie alle
pmi in Italia). Il contratto di controgaranzia è stipulato nell’ambito del programma Cosme comunitario con
il sostegno finanziario della Commissione europea. Jyrki Katainen, Vicepresidente della Commissione europea
responsabile per il portafoglio «Occupazione, crescita,
investimenti e competitività», ha dichiarato: «L’Italia
è molto impegnata nella conclusione delle convenzioni
di finanziamento per le pmi nel quadro del Piano di investimenti: il numero di quelle stipulate in Italia è di
gran lunga superiore a quelle concluse negli altri Stati membri. Si tratta di uno sviluppo particolarmente
positivo in quanto le pmi sono la spina dorsale dell’economia italiana». L’accordo riflette l’impegno del gruppo
Bei a rispondere con tempestività alle richieste degli
Stati membri, della Commissione europea e del Parlamento europeo per un rapido avvio di iniziative concrete
nell’ambito del Feis finalizzate ad accelerare le operazioni di concessione di prestiti e di garanzie che siano in
grado di stimolare la crescita e l’occupazione nell’Unione Europea. Il Fondo europeo per gli investimenti (Fei)
fa parte del gruppo della Banca europea per gli investimenti. La sua missione fondamentale è sostenere
le microimprese, le piccole e medie imprese europee,
facilitandone l’accesso ai finanziamenti. Secondo le stime della Banca europea per gli investimenti (Bei), fino
a febbraio 2016 il Fondo europeo per gli investimenti
strategici (Feis) aveva attivato oltre 60 miliardi di euro di investimenti in Europa. Cosme è il programma
dell’Unione Europea per la competitività delle imprese e
le piccole e medie imprese per il periodo 2014-2020, che
dispone di un bilancio totale di 2,3 miliardi di euro. Almeno il 60% delle risorse del programma sarà destinato
ad agevolare l’accesso delle pmi ai finanziamenti in Europa attraverso due strumenti finanziari. Lo strumento
di garanzia dei prestiti del programma Cosme fornisce
garanzie e controgaranzie alle istituzioni finanziarie
per aiutarle a erogare nuovi prestiti e finanziamenti
tramite leasing alle pmi. Lo strumento prevede anche
la cartolarizzazione di portafogli di crediti concessi alle
pmi. Il programma Cosme investe anche attraverso il
suo strumento di equity per la crescita in fondi di equity che forniscono capitale di rischio alle pmi soprattutto
nelle fasi di crescita e di espansione. Il programma Cosme si fonda sul successo del programma quadro per
la competitività e l’innovazione (CIP) che, tra il 2007 e
il 2013, ha contribuito a mobilitare oltre 20 miliardi di
euro di prestiti e 3 miliardi di euro di capitale di rischio
a favore di oltre 373 mila pmi in Europa. Si ricorda anche che la neo costituita banca di sviluppo multilaterale
Asian Infrastructure Investment Bank - AIIB - pilotata
dalla Cina e alla quale partecipano, al momento, 57 Stati
membri fondatori, tra cui diversi Stati dell’Unione Europea, compreso l’Italia e le due istituzioni finanziarie
dell’Unione Europea (la Banca Europea per gli Investimenti e la Banca Europea per la Ricostruzione e lo
Sviluppo), ha manifestato l’interesse a partecipare alla
capitalizzazione del Fondo Europeo per gli Investimenti
strategici - EFSI - che rappresenta il braccio operativo
del Piano di investimenti per l’Europa (Piano Juncker)
che si inquadra in una strategia generale che associa
investimenti, riforme strutturali, integrazione del mercato unico e responsabilità fiscale degli Stati membri. La
dotazione finanziaria iniziale ammonta a 21 miliardi di
euro con una garanzia di 16 miliardi di euro a carico del
bilancio generale dell’Unione Europea e di 5 miliardi di
euro forniti dalla Bei. L’AIIB inaugurata il 16 gennaio
2016 a Pechino dal suo presidente Jin Liqun, ha come
scopo principale quello di promuovere gli investimenti
pubblici e privati in Asia nel settore delle infrastrutture,
dei settori produttivi e dei servizi, e in particolare in tutti quei settori dove meno si dirigono i capitali privati. Ha
un capitale autorizzato di 100 miliardi di dollari. Inoltre
la Commissione europea ha adottato una serie di programmi di cooperazione transfrontaliera per un totale
di un miliardo di euro a sostegno dello sviluppo sociale ed economico delle Regioni situate su entrambi i lati
delle frontiere esterne dell’Unione. Il nuovo pacchetto
di misure finanzia progetti in trenta Stati, di cui sedici
sono Stati membri dell’Unione europea (Italia, Bulgaria, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Lettonia,
Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Svezia,
Ungheria e Slovacchia). I finanziamenti sono del Fondo
Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr) e dello Strumento europeo di vicinato (European Neighbourhood and
Partneship Instrument - ENI). Si segnala anche che il
5
FINANZIAMENTI PMI
Fondo europeo per gli investimenti (Fei) e il Credito Valtellinese, assistito da Finanziaria Internazionale, hanno
sottoscritto un accordo di tipo InnovFin (finanziamento
dell’Ue per l’innovazione) per le pmi. L’accordo InnovFin
consentirà al Credito Valtellinese di mettere a disposizione delle imprese innovative in Italia finanziamenti
per i prossimi due anni garantiti dal Fei e con il sostegno di Horizon 2020, il programma-quadro dell’Ue per
la ricerca e l’innovazione. Il supporto comunitario per le
imprese italiane innovative potrà generare un volume
di prestiti bancari fino a 150 milioni di euro. C’è anche
un accordo InnovFin con la Banca Cassa di Risparmio
di Savigliano S.p.A. (Banca CRS) che consentirà a Banca CRS di concedere prestiti per i prossimi due anni a
imprese innovative in Italia con prestiti bancari pari a
30 milioni di euro.
A chi rivolgersi: ec.europa.eu/growth/smes/cosme/
index_en.htm - http://www.access2finance.eu/
SETTORE
INNOVAZIONE
ANTICIPAZIONE
H
GRADO DI DIFFICOLTÀ
L. 1
TITOLO
INNOVAZIONE
Contenuto: è aperto un bando denominato Blue Labs
– Soluzioni innovative alle sfide marittime. Finanzia
laboratori innovativi per lo sviluppo di soluzioni da applicare al settore marittimo e/o all’ambiente marino. Il
bando è finanziato dal Feamp (Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca). Nei blue labs giovani scienziati
supportati da ricercatori, industria e stakeholder locali
si mettono insieme per sviluppare soluzioni innovative
che sostengono lo sviluppo di un’economia blu sostenibile, preservando le risorse marine e gli ecosistemi. Le
priorità sono 1 - biorisanamento blu - sfruttare nuovi
metaboliti e biomolecole, enzimi e geni da microrganismi che vivono in ambienti marini estremi, al fine di
sviluppare e sperimentare soluzioni di biorisanamento
in diverse aree/luoghi, compreso il possibile riutilizzo
e riciclaggio di materiali pericolosi; 2 - rifiuti marini sviluppare nuove tecnologie, strumenti e prodotti per
affrontare la riduzione di questi rifiuti e la gestione di
specifici tipi di rifiuti, compresi i nanomateriali, la micro-plastica e i rifiuti esplosivi; 3 - patrimonio culturale
subacqueo - sviluppare nuovi servizi, tecnologie o prodotti (ad esempio, veicoli autonomi senza pilota/sistemi
robotizzati ecc.) per scoprire, proteggere e valorizzare
il patrimonio culturale subacqueo; 4 - proliferazione di
specie aliene invasive e di meduse - sviluppare nuovi
prodotti, servizi e strumenti per affrontare la proliferazione nell’ambiente marino di specie aliene invasive
e/o meduse, comprese la diagnosi precoce, la prevenzione, la mitigazione e misure di gestione; ad esempio la
raccolta delle meduse può essere utilizzata a per impieghi alimentari, medici e industriali. Ogni Blue Lab
è uno spazio organizzativo per un lavoro collaborativo
e multidisciplinare teso a sviluppare una nuova idea da
applicare al settore marittimo e/o all’ambiente marino.
Il team deve comprendere almeno un team di studenti universitari, studenti post-universitari con diploma
universitario di almeno tre anni; laureati recenti e uno
o più ricercatori e tutor con esperienza provenienti dal
settore accademico, imprenditoriale o pubblico che gui-
6
deranno il team. Le soluzioni sviluppate devono essere
rivolte ai problemi o esigenze specifiche di uno o più
bacini marittimi che circondano le coste europee (Mediterraneo, Atlantico, Mare del Nord, Mar Baltico, Mar
Nero). Ogni Blu Labs opera a livello di interfaccia tra la
ricerca e lo sfruttamento commerciale, così che i risultati della ricerca saranno portati sul mercato. Possono
beneficiare dei fondi persone giuridiche, pubbliche o private attive nei settori della ricerca, dei problemi marini
e marittimi o in altri settori se rilevanti per il progetto;
organizzazioni non profit private o pubbliche, autorità
pubbliche nazionali, regionali, locali, università, istituti di istruzione e formazione, centri di ricerca, imprese
pubbliche o private, piccole, medie o grandi, federazioni
e associazioni; gruppi di azione locale della pesca. Ogni
progetto potrà ottenere sino a un massimo di 500 mila
euro e la copertura sino all’80% dei costi ammissibili. I
membri del consorzio devono avere sede in uno Stato
comunitario; possono partecipare a un progetto come
partner aggiuntivi però anche soggetti di Paesi terzi il
cui coinvolgimento sia necessario per il raggiungimento
degli obiettivi del bando. In particolare sono ammissibili
i Paesi terzi che si affacciano sui bacini che costituiscono
l’ambito geografico del bando e partecipano alle relative
strategie (Strategia dell’Atlantico: Canada e Usa; Strategia del Baltico: Bielorussia, Norvegia, Russia; Strategia
Adriatico-Ionica: Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Serbia; Unione per il Mediterraneo: Algeria,
Albania, Bosnia-Erzegovina, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Mauritania, Monaco, Montenegro, Marocco,
Palestina, Tunisia e Turchia; Strategia del Mar Nero:
Armenia, Azerbaigian, Georgia, Moldova, Russia, Turchia e Ucraina). Lo stanziamento totale ammonta a un
milione e 700 mila euro.
A chi rivolgersi: ec.europa.eu/fisheries/cfp/emff/
index_it.htm - Commissione europea – Agenzia Esecutiva per le PMI (EASME) – https://ec.europa.eu/easme/
en/call-proposals-blue-labs-innovative-solutions-maritime-challenges
SETTORE
INNOVAZIONE
ANTICIPAZIONE
HHHH
GRADO DI DIFFICOLTÀ
L. 4
TITOLO
INNOVAZIONE
Contenuto: si può partecipare a un bando intitolato
Blue careers in Europe per lo sviluppo di competenze
per lavorare nell’economia blu. Il bando è finanziato
dal Feamp (Fondo europeo per gli affari marittimi e la
pesca). Si punta a colmare la carenza di personale qualificato; attrarre verso le professioni marittime laureati
o persone con qualifiche professionali/tecniche grazie a
iniziative mirata e innovative di istruzione e/o di formazione (compreso l’orientamento professionale); possono
essere cofinanziati progetti per riqualificare e sviluppare le competenze dei lavoratori impiegati in altri settori
e/o disoccupati e a diversificare o ampliare le competenze delle persone attualmente impiegate nell’economia
blu perché possano progredire nella loro carriera e/o per
facilitare la loro mobilità verso altri lavori marittimi. I
fondi sono destinati a progetti di istruzione e/o formazione iniziale/continua destinati ai lavoratori attuali o
futuri del settore dell’economia blu che necessitano di
FINANZIAMENTI PMI
specifiche qualifiche/competenze/profili professionali nel
contesto locale, regionale o transfrontaliero pertinente.
Possono essere coperte le spese per attività di progettazione o adattamento di corsi di formazione, moduli
per l’istruzione e la formazione professionale primaria
o l’alta formazione con elementi forti di apprendimento
sul lavoro, come i piani di apprendistato; progetti per lo
sviluppo di programmi di formazione, creazione di corsi
di formazione e orientamento professionale destinati a
lavoratori esperti con qualifiche tecniche quali gli elettricisti, i lavoratori metallurgici e gli ingegneri meccanici
al fine di riqualificarli/sviluppare le loro competenze per
posti di lavoro in settori marittimi; creazione di corsi/
formazione quali corsi specialistici o lauree/master per
fornire conoscenze e competenze specifiche, compreso
l’orientamento professionale, per lavorare nell’economia
blu a professionisti altamente qualificati quali avvocati, lavoratori del settore della logistica, biologi, chimici,
ingegneri civili. Inoltre fondi sono destinati a corsi di riqualificazione e sviluppo di competenze (Ict, lingue ecc.)
per i professionisti del settore. Tra le università che organizzano corsi di formazione si ricorda Unimeier che
organizza iniziative di aggiornamento in vari settori
professionali, ma anche corsi di politica per donne di
cui uno recente a Novara, Torino e Milano; corsi di psicologia, psichiatria ecc. «Gli aggiornamenti nel nostro
ambito professionale sono costanti», dice Cyrus Roustayan, psicologo e psicoterapeuta, docente,«L’Intensive
Short-Term Dynamic Psychotherapy, offre ad esempio,
a differenza di altri orientamenti tradizionali di psicoterapia, la possibilità di arrivare alla risoluzione dei
sintomi di ansia, depressione nel minor tempo possibile
e soprattutto, risparmiando danaro rispetto numerose
sedute spesso senza ottenere risultati soddisfacenti. La
cooperazione internazionale tra enti e università con
cui io collaboro dimostra la dinamicità del sistema formativo internazionale attuale». Possono beneficiare del
bando persone giuridiche, pubbliche o private attive
nei settori dell’istruzione, della formazione, del lavoro
o dell’economia blu e settori correlati (energie marine
rinnovabili, biotecnologie blu, turismo costiero, acquacoltura, trasporto marittimo, petrolio e gas offshore,
pesca o acquacoltura). Possono partecipare al bando
cluster marittimi in possesso di personalità giuridica,
parti sociali o altri rappresentanti del mondo del lavoro, centri di ricerca, enti che forniscono orientamento
professionale, servizi di consulenza e informazione
professionale, associazioni professionali, istituti di
istruzione e formazione, istituti di istruzione superiore, scuole/istituti secondari/centri di istruzione, aziende
pubbliche o private piccole, medie o grandi, camere di
commercio, dell’industria, dell’artigianato qualificato
o del lavoro e altri organismi intermedi, federazioni e
associazioni, fondazioni, organizzazioni no profit private o pubbliche, autorità pubbliche nazionali, regionali,
locali. Per ogni progetto approvato saranno elargiti sino a 700 mila euro con una copertura sino all’80% dei
costi ammissibili. Ogni proposta di progetto può essere inoltrata da un consorzio costituito da almeno
due soggetti ammissibili e deve comprendere almeno
un istituto di istruzione/formazione (università, scuola secondaria o istituto di formazione professionale) e
una impresa o Camera di commercio (Cciaa) o altro
ente intermedio. Il budget totale ammonta a 3 milioni e 452 mila euro.
A chi rivolgersi: ec.europa.easme - Commissione europea – Agenzia Esecutiva per le pmi (EASME)
SETTORE
MOBILITÀ
ANTICIPAZIONE
HH
GRADO DI DIFFICOLTÀ
L. 2
TITOLO
APPRENDISTATO
Contenuto: è aperto un bando per un progetto pilota
sulla mobilità a lungo termine per gli apprendisti della Commissione europea, Direzione Generale Occupazione, Affari
sociali e Inclusione. Si punta alla creazione di «un quadro
europeo per la mobilità degli apprendisti» per permettere ai giovani in apprendistato di sviluppare competenze
e migliorare le prospettive occupazionali, rafforzando,
allo stesso tempo, il loro senso di cittadinanza europea.
Possono essere cofinanziati corsi di apprendistato per gli
studenti di formazione professionale della durata minima di sei mesi e massima di dodici, da svolgere all’estero
in uno Stato comunitario; organizzazioni di sessioni di
benvenuto e corsi di lingua come preparazione, e parte,
dell’esperienza di apprendistato nel Paese ospitante; progetti di sviluppo di dettagliati contratti di apprendimento
per i tirocini degli apprendisti, compresi i contenuti
curricolari e i risultati di apprendimento; attività per
facilitare l’integrazione dei giovani nella località ospitante in modo da promuovere un senso di cittadinanza
europea tra gli apprendisti; sviluppare strutture/reti di
cooperazione sostenibile tra le organizzazioni competenti
al fine di garantire tirocini di qualità e, più in generale,
sviluppare sistemi innovativi e sostenibili per superare
gli ostacoli alla mobilità nella formazione professionale.
«L’apprendistato», dice Angela Formaggia, titolare della sartoria di alta moda omonima, «è importante. Noi
lavoriamo da oltre trenta anni e lamentiamo la mancanza di interventi seri e concreti a favore del settore
artigianale e soprattutto la mancanza di seri sgravi
fiscali». Ogni progetto deve essere presentato da un
consorzio costituito da almeno due fornitori di IFP
accreditati a livello nazionale, legalmente costituiti
e registrati in due diversi Stati comunitari. I progetti devono anche coinvolgere come partner associato
almeno un’impresa ospitante, preferibilmente una
pmi legalmente registrata e con esperienza nel fornire formazione professionale. Possono partecipare ai
progetti come partner associati anche organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro a livello locale/
ragionale/nazionale, camere di commercio o altre organizzazioni rappresentative di settori o professioni,
servizi per l’impiego, agenzie di sviluppo, organizzazioni giovanili. Il budget ammonta a 1,8 milioni di euro.
Il cofinanziamento arriva sino all’ 85% dei costi ammissibili sino a una cifra massima a progetto di 200
mila euro.
A chi rivolgersi: ec.europa.eu/social
SETTORE
RICERCA
ANTICIPAZIONE
H
GRADO DI DIFFICOLTÀ
L. 1
TITOLO
RICERCA
Contenuto: sono aperti dei bandi per il programma europeo Horizon 2020 per quello che è definito
7
FINANZIAMENTI PMI
Pilastro «Sfide della società». Si tratta di bandi 20162017 per i temi di sicurezza alimentare, agricoltura
sostenibile, ricerca marina e marittima, bioeconomia.
Ricordiamo che per i programmi di lavoro 2016-2017
sono stati stanziati circa 16 miliardi di euro. Tra quelli aperti segnaliamo ad esempio bandi con scadenza
in seconda fase al 13 settembre 2016 che riguardano
temi quali la sostenibilit, il controllo delle sementi, i
legumi, le interazioni patogene, nuovi tools, fondi per
migliorare l’acquacoltura, aiuti per progetti di sicurezza alimentare in Africa; lo sviluppo di tecniche
per sistemi di agricoltura innovativi. Inoltre per (rif.
bando H2020-RUR-2016-2017 – rinascimento rurale
- promuovere l’innovazione e le opportunità di business) fondi sono destinati a progetti di ricerca per le
cosiddette water-farms, per progetti di agricoltura sostenibile, per progetti che creino modelli sinergici tra
gli ambienti rurali e quelli urbani. Mentre per il bando
H2020-BB-2016-2017 – relative a bio-innovazione per
beni e servizi sostenibili - sostenere lo sviluppo di una
bio-economia europea – i fondi sono destinati a progetti per soluzioni e tools per la gestione del patrimonio
forestale, per le bio-industrie. E per il bando H2020BG-2016-2017 – Crescita Blu i fondi sono destinati a
progetti per le biomasse, le bioraffinerie, nuove tecnologie marine, un Sistema di osservazione artica
integrato, attività legate all’iniziativa denominate
Blumed per un coordinamento marino e marittimo
di attività di ricerca e innovazione nel Mediterraneo.
Inoltre per i trasporti intelligenti ci sono bandi aperti in seconda fase per l’automazione, per la sicurezza,
per l’automazione dei veicoli e per il bando H2020MG-2016-2017 – mobilità per la crescita – ci sono
bandi aperti in seconda fase per progetti di ricerca e
innovazione su temi quali trasporti via acqua, infrastrutture innovative, cluster, progetti dimostrativi,
riduzione energetica.
A chi rivolgersi: https://ec.europa.eu/programmes/
horizon2020
SETTORE
SALUTE
ANTICIPAZIONE
HHH
GRADO DI DIFFICOLTÀ
L. 3
TITOLO
INNOVAZIONE
Contenuto: si può partecipare al bando aperto del
programma Salute in vigore sino al 2020. Si tratta
del terzo programma d’azione in tema di salute della Commissione europea. Risponde alle priorità della
Strategia comunitaria sulla salute che è stata integrata dal recente documento di lavoro della
Commissione europea intitolato Investing in Health.
Il suo obiettivo è di integrare, sostenere e aggiungere valore alle politiche degli Stati membri per
migliorare la salute dei cittadini e ridurre le disuguaglianze fra i cittadini in termini di salute,
incoraggiando l’innovazione, accrescendo la sostenibilità dei sistemi sanitari e proteggendo i cittadini
dalle gravi minacce sanitarie transfrontaliere. I fondi sono destinati a progetti suddivisi per obiettivi
ovvero per l’obiettivo 1 a iniziative e progetti finalizzati a promuovere la salute, prevenire le malattie e
incoraggiare ambienti favorevoli a stili di vita sani
8
tenendo conto del principio «la salute in tutte le politiche» (rif. Guue C 84/8 del 04/03/2016). I fondi sono
suddivisi per obiettivi. Ad esempio, per l’obiettivo 1 si
punta a dare finanziamenti a progetti per promuovere la salute, prevenire le malattie e incoraggiare
ambienti favorevoli a stili di vita sani tenendo conto
del principio «la salute in tutte le politiche. Le azioni
tematiche finanziabili sono varie tra cui interventi
per la salute dei migranti con lo sviluppo di modelli
di assistenza basati sulla comunità, tesi a migliorare
l’accesso all’assistenza sanitaria dei migranti e dei rifugiati vulnerabili, con l’obiettivo di individuare
modi innovativi per ridurre le disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari e a promuovere l’inclusione
sociale. Possono essere finanziati test pilota e modelli di valutazione comparativa per erogare assistenza
sanitaria ai migranti vulnerabili all’interno di un
gruppo selezionato di Stati comunitari; la creazione
di una rete di competenze in materia di salute mentale dei migranti e dei rifugiati, in particolare da
stress post-traumatico; progetti di formazione dei professionisti della salute e del sociale perché siano in
grado di rilevare disturbi mentali e offrire un primo
aiuto psicologico ai rifugiati; individuazione di percorsi efficaci per programmi di assistenza di lungo
periodo che potrebbero comprendere attività sociali
e sostegno tra pari nelle popolazioni di rifugiati al fine di prevenire l’insorgenza dei disturbi mentali;
individuazione di modi per dare consulenza ai rifugiati in tema di accesso alle cure per la salute
mentale. Per tali misure sono stati stanziati 4.500.000
euro. Inoltre per la misura 1.2.- raccogliere le conoscenze e scambiare le migliori pratiche sulle misure
per ridurre la disponibilità di bevande alcoliche il budget è di un milione e duecentomila euro. Si vuole
promuovere progetti di buone pratiche innovative per
ridurre i danni collegati all’alcol e contribuire al conseguimento degli obiettivi dei Piani d’azione degli
Stati membri in tema di ubriacature giovanili e ubriacature gravi episodiche che riprendano il piano di
azione comunitario. Mentre per il punto 1.3. - raccogliere le conoscenze e scambiare le migliori pratiche
sulle misure per prevenire l’uso illecito di droghe in
linea con gli standard minimi di qualità nella riduzione della domanda di droga i fondi sono di
seicentomila euro. Possono essere cofinanziati progetti per prevenire l’uso illecito di droghe e ritardare l’età
di inizio nel consumo di droghe illecite in particolare
attraverso la creazione e/o promozione di buone pratiche di prevenzione nuove/innovative, sostenendo in
questo modo il piano d’azione comunitario in materia di droga. Per l’azione invece 1.4. - sostenere gli
Stati membri e gli stakeholder nell’affrontare la sfida delle malattie croniche ci sono 2 milioni e mezzo
di euro. Tra le attività finanziabili ci sono progetti per
individuare, sviluppare e mettere in pratica misure
basate su prove per prevenire e gestire le malattie
croniche con un focus su diagnosi precoce delle principali malattie e interventi adeguati e tempestivi, con
particolare attenzione per gli interventi inter-settoriali e trasversali; identificazione dei bisogni e delle
opportunità per la prevenzione delle malattie e interventi mirati per i gruppi più vulnerabili; mezzi
efficaci per facilitare l’accesso e mantenere i malati
cronici sul mercato del lavoro e nel loro ambiente domestico; miglioramento delle comunità di assistenza
per una migliore prevenzione e gestione delle malat-
FINANZIAMENTI PMI
tie croniche; elementi per una gestione più efficace
delle multi-morbilità; identificazione o sviluppo e attuazione di percorsi integrati di assistenza ai
pazienti; assistenza sanitaria tecnologica per interventi migliori. Possono essere finanziati anche
progetti per una migliore informazione sanitaria e di
sicurezza sanitaria attraverso l’espansione di dati per
il monitoraggio e la valutazione delle politiche e delle azioni relative alla salute; il miglioramento della
cultura della salute attraverso un migliore accesso e
maggiore disponibilità di informazioni sanitarie per
i gruppi più vulnerabili. Poi per l’obiettivo 4- facilitare l’accesso a un’assistenza sanitaria migliore e più
sicura per i cittadini ci sono diverse azioni tematiche
tra cui la 4.3 - selezione e protezione dei donatori (tessuti, cellule e sangue) che punta ad aumentare la
sicurezza delle donazioni e dell’applicazione clinica
di tessuti e cellule e/o sangue, ottimizzando le procedure per la selezione e la protezione del donatore. Si
segnala l’iniziativa United for beauty che si terrà a
Milano il 29 maggio presso la Scuola Militare Teulié,
organizzata dalla associazione Vivisalute con il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri
Regione Lombardia Assessorato Inclusione sociale. È
giunta alla sua terza edizione e si terrà anche a Torino, è stata ideata da Marcello Caforio, Hairstylist,
assieme alla dott.ssa Cosima Coppola, Presidente Nazionale della Associazione Vivisalute, alla prof.ssa Dea
d’Aprile, Presidente di Vivisalute Lombardia e al prof.
Antonio Mussa, chirurgo oncologo e docente dell’Università di Torino. Gli operatori della bellezza
presenti durante la manifestazione offriranno gratuitamente un servizio di cura e di bellezza agli ospiti
disabili e nel contempo insegneranno loro semplici
regole per sentirsi sempre in ordine. A seguire ci sarà uno spettacolo artistico-musicale sul palco in cui
si alterneranno vari artisti ed è prevista anche la performance di due giovani cantanti, talenti della
associazione lirica europea e un ricco buffet finale.
Nasce dalla consapevolezza del ruolo rigenerativo che
può avere la cura di sé, troppo spesso dimenticata a
causa delle malattie e delle disabilità. «L’iniziativa è
aperta al pubblico», dice Dea D’Aprile, presidente di
Vivisalute Lombardia, «Sono coinvolti, volontari, responsabili delle strutture socio-assistenziali presenti
sul territorio regionale che ospitano persone con disabilità psico-fisiche; adulti, giovani ragazzi e
ragazze e adulti di tali strutture; loro accompagnatori; gli operatori del settore dell’estetica e della cura
della bellezza. Vogliamo incoraggiare la cura del sé
corporeo nelle persone con disabilità e puntiamo a
sensibilizzare quanti ruotano attorno a loro per collaborare assieme affinché si possa favorire lo
sviluppo di autostima nei soggetti giovani e adulti affetti dalla disabilità psicologica e/o mentale o che
vivono situazioni di disagio». Tornando al bando europeo per la salute si punta a riunire assieme gli
individui e le organizzazioni dei settori tessuti e cellule e/o sangue che hanno competenze nel rivolgersi
ai donatori per attività di raccolta e confronto dei criteri nazionali di selezione e protezione dei donatori
basati su una valutazione approfondita dei rischi per
donatori e riceventi; individuazione delle informazioni necessarie sui donatori o le loro famiglie per
consentire l’applicazione di criteri appropriati per il
rinvio o l’esclusione del donatore; individuazione di
approcci per controllare e minimizzare i rischi; iden-
tificazione e validazione di procedure per raccogliere
informazioni complesse e sensibili che tengano conto
anche dei fattori socio-economici, culturali ed emotivi; sviluppo di linee guida per lo screening dei
donatori; realizzazione di una proposta di questionario standardizzato per il donatore e la sua famiglia e
progetti per una assistenza e un follow-up di breve e
di lungo termine e dei donatori viventi. Il bilancio ammonta a 550 mila euro. Possono partecipare ai bandi
associazioni, enti, autorità pubbliche, istituzioni di ricerca e sanitarie, università, istituti di istruzione
superiore. I progetti, che devono essere triennali, possono ottenere un contributo che copra sino all’80% dei
costi ammissibili. Devono essere presentati da partenariati comprendenti organismi reciprocamente
indipendenti di tre diversi Stati dell’Unione europea
o di Islanda e Norvegia. Il budget totale ammonta a
9.350.000 euro.
A chi rivolgersi: CHAFEA - Agenzia esecutiva per
i consumatori, la salute e gli alimenti – ec.europa.eu/research/participants/portal/desktop/en
SETTORE
SALUTE
ANTICIPAZIONE
HHHH
GRADO DI DIFFICOLTÀ
L. 4
TITOLO
RETI
Contenuto: è aperto un bando del programma
europeo Salute in vigore sino al 2020 per le reti di
riferimento europee e accordi quadro di partenariato
(rif. Guue C 100/4 del 16/03/2016). Questo bando, che
rientra nelle misure dell’obiettivo 4 del programma
Salute2014-2020 e fornisce un sostegno finanziario
alle reti europee di riferimento (Ern) che abbiano
ottenuto un riconoscimento formale come Ern. Disciplinate dalla Direttiva 2011/24/Ue, le Ern sono reti
di riferimento europee tra prestatori di assistenza
sanitaria e centri di eccellenza negli Stati membri
e si basano sulla partecipazione volontaria dei loro
membri, che contribuiscono alle attività della rete
conformemente alla loro normativa nazionale. Sono
aperte in ogni momento all’entrata di nuovi membri
e devono essere costituite da almeno dieci componenti di almeno otto Stati membri. Si lavora con gli
accordi quadro di partenariato (Fpa) della durata
massima di cinque anni – per gli anni 2017, 2018,
2019, 2020 e 2021 – che consentono di candidarsi per
aggiudicarsi accordi specifici di sovvenzione (Sga).
Ogni FPA comprende un piano di lavoro pluriennale per il periodo 2017-2021, comprensivo di un piano
di bilancio generale. Solo le Ern approvate possono
sottoscrivere un Fpa. La firma di un Fpa non garantisce il cofinanziamento annuale tramite Sga.
Sono stati stanziati due milioni e mezzo di euro e
il cofinanziamento copre sino al 60, massimo 80%,
per un massimo di 200 mila euro. Fa parte delle reti Ern l’Istituto Besta che si occupa molto anche di
malattie rare. «Spesso più che malattie rare, i dati
comunitari, ci dicono che sono malattie sotto-diagnosticate se si valutano i numeri dei pazienti che sono
elevati ad esempio per talune patologie nell’Unione
europea», spiega il dott. Davide Pareyson, che ha di
recente partecipato come relatore a Miami all’INC
9
FINANZIAMENTI PMI
– Inherited Neuropathy Consortium Investigators’
Meeting della rete Rare Clinical Diseases Research
Network, di cui è l’unico referente italiano, «della rete di cui faccio parte con 20 gruppi internazionali,
seguiamo 3500 pazienti di cui 400 sono del nostro
Istituto. Del registro nazionale copriamo il 10%.
Con gli Erf-European reference networks la Commissione europea punta a migliorare la sinergia
tra ospedali, associazioni, centri di ricerca. Presso
il nostro Istituto i soggetti con malattia neurologica rara sono seguiti dall’età pediatrica fino alla
senescenza e questo ci rende un Centro di Riferimento a livello europeo e internazionale anche per
l’elevato numero di casistiche di pazienti che curiamo». Presso l’Istituto Neurologico Carlo Besta sono
seguite 89 malattie o gruppi di malattie rare neurologiche (89 codici) di pertinenza con 12 referenti
medici per l’età pediatrica, 19 referenti medici per
quelle relative all’età adulta, 6 referenti (medici o
biologi) di laboratorio. Gli ambulatori speciali sono circa 50 attivi per malattie o gruppi di malattie
rare. Vi sono inoltre cinque bio-banche/biorepository (Dna, siero, fibroblasti, mioblasti, tumori rari).
Molti sono i progetti di ricerca sulle malattie rare ,
attualmente presso la Fondazione I.R.C.C.S. Istituto Neurologico Carlo Besta, vi sono 38 trial clinici
interventistici e osservazionali attuali all’interno
dei 160 attivi; altri 31 riguardano i tumori primitivi che sono tumori rari.
A chi rivolgersi: Commissione europea – CHAFEA
(Agenzia esecutiva per i consumatori, la salute e i gli
alimenti) – ec.europa.eu/chafea/health/hp-ern-2016_
en.html
BANDI E FONDI
regionali
e strutturati
SETTORE
INNOVAZIONE
REGIONE
SETTORE
INVESTIMENTI
REGIONE
EMILIA-ROMAGNA
Contenuto: gli imprenditori possono fare riferimento al programma di promozione degli investimenti
promosso dalla Camera di commercio e dal Comune di
Ferrara. Sono stati stanziati 100 mila euro. Possono
fare domanda gli aspiranti imprenditori che vogliono
insediarsi nel territorio comunale e le micro, piccole e
medie aziende con sede attuale o futura a Comacchio.
Viene elargito un contributo a fondo perduto che copre
sino al 40% le spese connesse all’insediamento produttivo, quali opere murarie, macchinari e impianti,
hardware e software, pubblicità e marketing, forniture
di materie prime. Si può presentare domanda sino al
30 settembre 2016. Sempre in Emilia-Romagna si segnala che è aperto un bando (rif. Delibera n. 11 dell’11
gennaio 2016 in B.U.R. n. 17 del 22 gennaio 2016) a
favore dell’avvio o del consolidamento di start-up innovative. Sono stati stanziati 6.028.065,87 euro. Possono
beneficiare dei fondi progetti di avvio (tipologia A), che
possono essere presentati da start-up innovative costituite successivamente al primo gennaio 2013; progetti
di consolidamento (tipologia B), che possono essere
proposti da start-up innovative costituite successivamente al primo marzo 2011. Le richieste possono
essere inoltrate fino al 30 settembre 2016 esclusivamente on line, tramite l’applicativo disponibile sul sito
regionale. Possono fare domanda le micro e piccole imprese, regolarmente costituite come società di capitali
(incluse le srl uninominali, consorzi, società consortili e cooperative), registrate nella Sezione speciale del
Registro delle imprese presso la Cciaa dedicata alle
start-up innovative, con unità locale sede di progetto
in Emilia Romagna e con codice ATECO 2007 primario
dell’unita locale rientrante tra quelli individuati nella Strategia Regionale di Specializzazione Intelligente
relativi a vari ambiti produttivi tra cui agroalimentare; meccatronica e motoristica; industrie della salute e
del benessere; industrie culturali e creative.
R i f e r i m e n t i : h t t p : / / w w w. f e . c a m c o m . i t /
promozione/finanziamenti/bando-per-lattrazione-e-losviluppo-di-nuoveattivita-produttive-nel-comune-di-comacchio - www.regione.emilia-romagna.it
TUTTE
Contenuto: è aperto un bando per le micro e
piccole aziende. Si tratta degli incentivi economici
previsti dal programma Disegni+3 (rif. G.U. del3dicembre 2015, n. 282). La Direzione Generale per la
Lotta alla Contraffazione - Ufficio Italiano Brevetti
e Marchi (di seguito DGLC-UIBM) del Ministero dello Sviluppo economico ha reso noto che dal 2 marzo
2016 si possono inoltrare domande di agevolazione
per l’acquisto di servizi specialistici esterni per favorire la messa in produzione di nuovi prodotti correlati
a un disegno/modello registrato (Fase 1 Produzione);
la commercializzazione di un disegno/modello registrato (Fase 2 - Commercializzazione). Il programma
Disegni+3 punta a potenziare la capacità innovativa
delle imprese italiane sui mercati nazionale e internazionali, attraverso la valorizzazione economica dei
modelli e disegni industriali e la conseguente tutela
dell’innovazione da essi generata. Sono stati stanziati 5 milioni di euro.
Riferimenti: www.disegnipiu3.it
10
SETTORE
INVESTIMENTI
REGIONE
ABRUZZO
Contenuto: le micro, piccole e medie aziende, cooperative, consorzi, con sede legale o unità operativa
a Pescara possono fare domanda alla Camera di commercio per i danni subiti dovuti alla alluvione del
14 settembre 2015. Possono essere coperte, con un
contributo a fondo perduto, le spese sostenute per
il ripristino del funzionamento dei macchinari, per
la sostituzione d’impianti, arredi o altre attrezzature danneggiate; possono essere coperti anche i costi
di riparazione, trasporto, montaggio, smontaggio e
smaltimento. Gli interventi devono essere successivi al14 settembre.
Riferimenti: http://www.pc.camcom.it/promozione/
contributi/contributi-1/apre-il-25-gennaio-2016-il-bando-che-concede-contributi-alleimprese-colpite-dallalluvione-di-settembre
FINANZIAMENTI PMI
SETTORE
INVESTIMENTI
REGIONE
PIEMONTE
Contenuto: è aperto un bando relativo a interventi integrati per l’acquisizione di aziende in crisi,
di impianti produttivi chiusi o a rischio di chiusura
(rif. Determinazione n. 33 del 22 gennaio 2016 (in
B.U.R. n. 4 del 28 gennaio 2016, Supplemento n. 1).
Il budget ammonta a 4.546.553 euro. Possono essere
elargiti contributi in conto capitale a favore di imprese italiane ed estere per l’acquisizione di aziende
o rami d’azienda in crisi o di impianti, stabilimenti
e centri di ricerca chiusi o a rischio di chiusura. L’investimento, di importo non inferiore a 1,5 milioni di
euro, deve consentire di mantenere o di raggiungere
almeno il 40% del livello occupazionale dell’azienda
in crisi. Le domande potranno essere presentate fino
al 30 giugno 2017. Potranno presentare domanda le
aziende di qualsiasi dimensione, italiane o estere con
unità operativa localizzata in Piemonte al momento dell’erogazione del contributo. Sono considerate
aziende in crisi le imprese che hanno formalmente
avviato una procedura di licenziamento collettivo o
di cassa integrazione straordinaria per crisi, oppure
una procedura concorsuale (concordato, liquidazione, fallimento, amministrazione straordinaria). Viene
elargito un contributo a fondo perduto con un massimale di due milioni di euro per gli investimenti; gli
incentivi all’occupazione potranno arrivare al massimo a 400 mila euro per singolo beneficiario.
Riferimenti: www.finpiemonte.info.
gnala anche un bando, per il sostegno all’economia
del territorio di Varese, attraverso l’abbattimento
dei costi dei prestiti bancari, varato dalla Camera di commercio di Varese. Possono fare domanda
le micro, piccole e medie imprese con sede legale o
unità operativa nella Provincia di Varese. Inoltre
la Regione Lombardia, con il bando approvato con
decreto n. 412 del 26 gennaio 2016, mette a disposizione contributi per aprire un franchising. Possono
fare domanda gli aspiranti franchisee per l’apertura
di attività in franchising del commercio, della ristorazione e dei servizi; e anche aziende già esistenti
che intendano riconvertire o ampliare la propria attività attraverso l’affiliazione a uno dei franchisor
coinvolti nella misura. Sono stati stanziati 452 mila euro. Possono essere coperte le spese ad esempio
per opere inerenti la struttura del punto vendita
(opere strutturali e murarie, opere impiantistiche,
riqualificazione del punto vendita); opere inerenti
l’allestimento del punto vendita e le attrezzature;
acquisto di software e hardware e altri beni strumentali necessari per il punto vendita. L’importo
minimo dell’investimento non deve essere inferiore
a 20 mila euro al netto Iva. Il contributo viene elargito a fondo perduto, cumulabile con altri contributi
pubblici nel limite del rispetto della normativa comunitaria sul de minimis.
Riferimenti: Camera di commercio di Alessandria, Via Vochieri 58, 15121 Alessandria - http://www.
al.camcom.gov.it - http://www.va.camcom.it - www.bandimpreselombarde.it
SETTORE
SETTORE
SVILUPPO
REGIONE
LAZIO
Contenuto: le aziende possono partecipare a un
bando della Regione Lazio con un budget di 1,2 milioni di euro, a sostegno della nascita e/o dello sviluppo
di imprese nel settore delle attività culturali e creative. Possono fare domanda le pmi costituite da non
più di sei mesi, con sede legale e operativa nel territorio della Regione Lazio. Possono presentare domanda
anche promotori, persone fisiche che intendano costituire una nuova micro, piccole e media impresa ad
alto contenuto creativo e innovativo. Possono essere
coperte le spese sino all’80% con un tetto massimo
di 30 mila euro per investimenti materiali e immateriali e di funzionamento, sostenute dall’impresa nei
primi due anni di attività.
Riferimenti: GeCoWEB www.regione.lazio.it
SETTORE
SVILUPPO
REGIONE
LOMBARDIA
Contenuto: si segnala che la Camera di commercio di Alessandria ha pubblicato un bando per
finanziare corsi di aggiornamento professionale. Possono accedere ai contributi le imprese e i consorzi
con sede o unità operative nella Provincia. Possono
essere elargiti un massimo di 700 euro per i nuovi
assunti e di 500 euro per i dipendenti. Le domande
vanno presentate entro il 31 dicembre 2016. Si se-
TURISMO
REGIONE
TUTTE
Contenuto: è prevista una agevolazione fiscale
per le strutture ricettive turistico-alberghiere, esistenti alla data del primo gennaio 2012, introdotta
dall’art. 10 del dl n. 83/2014 e le cui modalità di attuazione sono state disciplinate dal decreto del Ministero
dei beni e delle attività culturali del 7 maggio 2015.
Può essere ottenuto un credito d’imposta del 30%
dei costi sostenuti, negli anni 2014, 2015 e 2016, per
interventi di riqualificazione delle strutture alberghiere al fine di migliorarne la qualità dell’offerta
ricettiva e accrescere la competitività delle destinazioni turistiche.
Riferimenti: www.beniculturali.it - https: //procedimenti.beniculturali.gov.it
EUROAPPUNTAMENTI
Ogni mese vengono evidenziati alcuni eventi, manifestazioni, iniziative, progetti a cui le
aziende possono partecipare gratuitamente e
che riguardano finanziamenti e settori di ricerca europei.
COOPERAZIONE
Area tematica: AGROALIMENTARE
Data: 27 aprile 2016
Sede: Barcellona, Spagna
Contenuto: è previsto un evento di matchmaking
gratuito per le aziende grazie alla rete Enterprise Eu-
11
FINANZIAMENTI PMI
rope Network della Commissione europea. Si terrà
all’interno della fiera denominata Alimentaria.
Riferimenti: https://www.b2match.eu/alimentariabrokerage2016
COOPERAZIONE
Area tematica: INNOVAZIONE
Data: 28-29 aprile 2016
Sede: Londra, Gran Bretagna
Contenuto: si terrà un evento di brokerage gratuito per le aziende del settore Ict, turismo e di
innovazione sanitaria. È organizzato dalla rete EEN
della Commissione europea in collaborazione con Ucl
e Ccir Paca.
12
Riferimenti: https://www.b2match.eu/Marseille2London2016
COOPERAZIONE
Area tematica: NAUTICA
Data: 29 aprile 2016
Sede: Palma di Maiorca, Spagna
Contenuto: all’interno della 34esima edizione
dell’International Boat Show previsto a Palma de
Maiorca si terrà un evento di brokerage gratuito per
le aziende del settore della nautica organizzato dalla rete EEN.
Riferimenti: https://www.b2match.eu/boatshowpalma2016
Domenica 27 Marzo 2016
Lavoro
43
IIL NUOVO CODICE
DELLA STR
S RADA
Il settimanale delle
in edicola
a con
co
Opportunità professionali
SCELTI & PRESCELTI
Italiani esterofili,
ma senza esperienza
Sono molti gli italiani che ogni
anno lasciano i confini della
propria patria, ma ancora di più
sono quelli che sognano di partire,
anche per la prima volta. Quasi il
67% di chi vive in Italia vorrebbe
infatti trasferirsi all’estero per
migliorare la propria condizione
lavorativa o la qualità della
propria vita, possibilmente in Germania (35%) o Usa (33%).
Tuttavia, pochi di loro hanno
effettivamente già fatto un’esperienza di studio (22,3%) o di
lavoro (25,5%) in una nazione
diversa dalla nostra. È questo uno
dei principali risultati di una
ricerca di Jobrapido.
Dal 6 all’8 aprile
torna IoLavoro
Il 46% dei profili ricercati riguarda neodiplomati e neolaureati,
tra figure tradizionali e professionisti della cultura
Il turismo
è giovane
Dal 6 all’8 aprile si svolgerà a
Torino la 20ª edizione di IoLavoro. Chi cerca un impiego può
iscriversi online sul sito www.
iolavoro.org e candidarsi per le
opportunità di occupazione che
saranno offerte da oltre 100
aziende e agenzie per il lavoro in
cerca di personale. Le offerte di
lavoro sono migliaia e ripartite in
ogni settore. A queste si aggiungono le migliaia di proposte di
lavoro in Europa grazie alla
partecipazione dei Servizi per
l’impiego francesi Pôle Emploi e
dei referenti della rete Eures
(Portale europeo della mobilità
professionale). Dalle elaborazioni
dei dati delle passate edizioni
emerge che circa il 25% dei
candidati ha trovato un impiego
dopo la manifestazione.
Studenti universitari
al test televisione
Supplemento a cura
di FRANCA FLORIS
[email protected]
Almaviva. Il gigante dei call
center in Italia annuncia l’avvio delle procedure di mobilità per quasi 3 mila lavoratori
nelle sedi di Roma, Palermo
e Napoli
SU
Giuliano Poletti. Per evitare abusi e nuove forme di
precariato arriva la stretta
sui voucher che saranno pienamente tracciabili prima del
loro utilizzo
Ù
GI
Fox Networks Group Italy e Sim
(Società italiana marketing)
presentano il Premio Marketing
Fox, la XXVIII edizione del
Premio Marketing per l’Università
che metterà per la prima volta gli
studenti italiani alla prova su un
caso di studio legato al mondo
televisivo. Al premio Marketing
concorrono studenti di 29
università pubbliche e private
italiane, è possibile partecipare
come singoli individui o in
squadre composte al massimo da
3 persone. I vincitori avranno
l’opportunità di effettuare uno
stage retribuito presso gli uffici di
Fox, con la possibilità di svolgere
un breve periodo all’estero. Le
domande di iscrizione potranno
essere inviate fino a fine maggio
2016. Per partecipare è sufficiente
visitare il sito www.premiomarketing.com.
44
Domenica 27 Marzo 2016
FORMAZIONE
I corsi di formazione organizzati da Forma Futuro Gestione hi-tech dell’ambulatorio
Street food in aula Veterinari pronti
Un’Academy sul cibo di strada
Pagina a cura
FILIPPO GROSSI
DI
l cibo di strada diventa
oggetto di un vero e proprio corso, anzi di un’intera accademia. A Parma,
città riconosciuta dall’Unesco
per la creatività e la qualità
della gastronomia, è infatti
appena nata la Street
food academy dedicata alla formazione e
all’inserimento professionale nel settore del
cibo di strada, quale
ad esempio il cuoppo
napoletano, il siciliano pane cà meuza o
il lampredotto fiorentino. Il corso è ideato
da Forma Futuro, ente
formativo pubblico,
con la collaborazione
dello chef Rubio, protagonista del programma tv
Unti e bisunti sullo street
food. La prima fra le offerte
formative della neonata accademia consiste nel corso
in Addetto alla ristorazione
con competenze street food
con annessa qualifica profes-
I
sionale certificata. Per ottenerla, occorrerà partecipare
al corso gratuito, aperto a un
massimo di 20 partecipanti (disoccupati e inoccupati
anche senza esperienza nel
settore), che si terrà dal 20
aprile a fine ottobre 2016 a
Parma. In particolare, il corso
in Addetto alla ristorazione
con competenze street food
ha come obiettivo principale
di formare la figura di un professionista che sia in grado di
preparare e distribuire pasti
e bevande intervenendo in
tutte le fasi del processo produttivo della ristorazione,
con particolare attenzione
al settore del cibo di strada nelle sue diverse forme
(truck, street food stanziale,
take away ed eventi gastronomici vari). Il corso, che si
articola in vari moduli quali
sicurezza del luogo di lavoro,
trattamento materie prime,
preparazione e distribuzione
piatti e bevande e
sistemi di conservazione, dal 15 luglio al 15 settembre
2016 prevede inoltre attività di inserimento lavorativo
mirato e prioritario
degli studenti in
attività produttive
street food tramite
somministrazione.
Infine, i 12 studenti più meritevoli
otterranno un contratto a tempo indeterminato dalle aziende partner
dell’iniziativa. Per iscriversi
e avere maggiori informazioni, consultare il sito web:
www.formafuturo.it o scrivere all’indirizzo email: info@
formafuturo.it.
alla tecnologia
iventare veterinari
del Terzo millennio.
È l’obiettivo del corso ne «La gestione
innovativa degli ambulatori,
delle cliniche e degli ospedali
veterinari» che partirà a ottobre 2016 per la durata di
sei mesi ed è organizzato da
Cure veterinary consulting
in collaborazione con Sda
Bocconi, dove è
stato presentato il 19 marzo.
In un momento in cui il pet
sta assumendo
un ruolo sociale
sempre maggiore, al professionista veterinario
s o n o r i ch i e s t e
nuove competenze manageriali e
approcci tecnologici, anche
per gestire in modo meno
costoso, innovativo, efficace ed efficiente la propria
struttura sanitaria veterinaria. Un corso per veterinari
2.0, attivi anche sui social
network, specializzati in
animali domestici e pensato
D
per superare gli attuali limiti
della professione. L’obiettivo
è, infatti, far sì che il professionista impari a gestire al
meglio la propria organizzazione, rendendola sempre
più efficace ed efficiente,
acquisendo nuovi strumenti a sostegno dei costi della
salute, attraverso assicurazioni, credito al consumo e
charity per le famiglie meno
abbienti. Tutto questo rimanendo al passo con le nuove
tecnologie. Per iscriversi e
per avere maggiori informazioni, consultare il sito internet: www.sdabocconi.it o
scrivere all’indirizzo email:
[email protected].
CORSI & MASTER
Torna in autunno il master in
Urban interior design (i termini per
l’iscrizione scadono l’1 settembre
2016) organizzato da Poli.design
assieme alla Escuela Politecnica
superior universidad di Madrid.
Il master, che si svolgerà dal 3
ottobre 2016 al 20 settembre 2017,
è un percorso internazionale che
mira a formare designer degli
spazi urbani contemporanei, ossia
progettisti educati al progetto delle
aree non costruite: piazze, strade,
parchi, rotatorie e altri vuoti urbani non definiti. Una professione
attuale e ricercata anche da realtà
consolidate, attive da anni a livello
internazionale nella progettazione
di edifici e spazi pubblici, di piani
urbanistici e nel campo del disegno di interni e dell’allestimento.
Obiettivo del master è permettere
ai partecipanti di apprendere un
metodo progettuale solido e attuale
per dare forma concreta e funzionale
agli spazi urbani che ospiteranno le
nuove esigenze collettive, siano
esse virtuali o reali, private o
pubbliche. Interamente in lingua inglese, l’iter formativo
prevede una duplice esperienza
formativa fra Milano e Madrid,
in cui lezioni frontali più teoriche si alternano a intense fasi
di workshop progettuali; per tutti
gli studenti, infine, è previsto un
periodo di stage presso realtà di
primo piano del settore dove mettere
in pratica gli insegnamenti raccolti
e avviare il proprio percorso professionale. Per iscriversi e per avere
maggiori informazioni, consultare
il sito web: www.polidesign.net.
Si terrà a Milano e a Roma il corso
di formazione Finanziare l’impresa
con i fondi europei organizzato da
Ipsoa-Wolters Kluwer. Il corso, che
si svolgerà a Milano dal 12 maggio
al 9 giugno 2016 e a Roma dal 24
maggio al
21 giugno
2016, intende offrire
un quadro
chiaro e completo delle opportunità
di finanziamento europeo per le
piccole e medie imprese. Attraverso
formazione teorica e laboratori pratici, il corso si propone di creare le
competenze della nuova figura del
professionista europeo di finanza
d’impresa permettendo inoltre di
ottenere la dichiarazione degli apprendimenti ai sensi delle normative europee in tema di qualifiche
professionali. Durante la parte
teorica, verranno illustrate le domande di finanziamento secondo il
nuovo strumento «Sme instrument»
all’interno del programma tematico
Horizon 2020, le condizioni di ac-
cesso ai finanziamenti, le principali
tecniche di stesura del proposta di
progetto; durante il laboratorio
pratico, invece, verranno più concretamente predisposte le domande
di finanziamento su fondi europei
aventi come beneficiari piccole e
medie imprese prevedendo una
serie di simulazioni sulle modalità
di risposta a bandi europei e nazionali di finanziamento alle pmi.
Per iscriversi e per avere maggiori
informazioni, consultare il sito web:
www.formazione.ipsoa.it.
internazionale e la formazione erogata in tema di sicurezza è valida
anche come aggiornamento rssp/
aspp multiateco fino a 24 ore. Per
iscriversi e per avere ulteriori informazioni, consultare il sito internet:
www.istum.it.
Scadono il 6 aprile i termini per
iscriversi al master in Sistemi di
gestione integrati qualità, ambiente,
energia e sicurezza organizzato da
Istum nelle sedi di Milano, Roma,
Entro l’11 aprile è possibile
iscriversi al corso di alta formazione in Quality assurance & Gmp
compliance organizzato da Quality
assurance academy nelle sedi di Milano, Roma e Napoli. Il corso, che
si terrà dal 15 aprile al 14 maggio
2016, intende formare la figura
tecnica del quality assurance che,
data la natura articolata della
sua attività, è tra le professioni
più richieste nel mondo farmaceutico. Si tratta, infatti, di una
figura aziendale trasversale,
chiamata a coordinare i servizi
e le direzioni coinvolte nella
produzione dei farmaci al fine di
assicurare che i processi e l’organizzazione siano sempre efficienti, controllati e documentati nel rispetto
delle norme di buona fabbricazione
(Gmp). L’obiettivo del corso, anche
grazie a esercitazioni pratiche rappresentative di processi reali che si
possono presentare in ogni azienda
farmaceutica, è quello di formare
persone pronte
ad un inserimento rapido
al quality assurance di aziende
farmaceutiche o
biotech, percorrendo tutti i concetti chiave del lavoro nel quality
assurance. Per iscriversi e avere
maggiori informazioni, consultare
il sito web: www.qaccademy.it.
Padova, Firenze, Bari e Cagliari e
co-organizzato con gli ordini degli
ingegneri territoriali e con il provider Sudformazione. Il master, che si
terrà dal 9 aprile al 9 luglio 2016,
rappresenta un percorso formativo
completo a livello nazionale
per i riconoscimenti e titoli
accreditati che lo caratterizzano (tra cui le nuovissime
norme ISO 9001:2015 e
ISO 14001:2015 con conseguente rilascio dei titoli
in riferimento alle stesse)
nonché per le ampie possibilità di
spendibilità lavorativa nel settore.
All’interno del mater, sono inoltre
inclusi i quattro corsi per «Lead
auditor 40 ore» (auditor interno ed
esterno) qualità, ambiente, sicurezza ed energia riconosciuti a livello
Domenica 27 Marzo 2016
L’ I N C H I E S T A
45
Le opportunità offerte da un settore che contribuisce con il 10,3% al Pil nazionale
Il turismo fa spazio ai giovani
Il 46% dei profili ricercati tra neodiplomati e neolaureati
DI
Pagina a cura
EMANUELA LANCIANESE
oggi la contribuzione
del turismo alberghiero vale 16,6 miliardi di Euro, cui si
aggiungono gli 1,2 miliardi
di euro generati dagli alloggi privati gestiti in maniera
imprenditoriale e dai b&b registrati. Complessivamente il
contributo del turismo al Pil
italiano è importante e vale
circa il 10,3% del totale. Ma
questa percentuale potrebbe
essere di gran lunga maggiore. Basti pensare al valore
rappresentato dai 51 siti italiani patrimonio dell’Unesco,
dalla nostra cultura culinaria
e di accoglienza e dal traino
che riveste per l’occupazione
giovanile (i giovani sono oltre
il 50% delle risorse impiegate.
Tra le assunzioni programmate nel 2016 il 46,9% dei
profili ricercati è adatto a un
giovane appena uscito dal sistema formativo). L’industria
dei viaggi, con agenti e tour
operator, l’alberghiero e la
ristorazione, per un totale di
565.581 aziende registrate,
offre sempre numerose e interessanti opportunità.
A
Di queste aziende registrate tuttavia solo 198 mila
hanno del personale alle dipendenze, una cifra che vale
il 13% di tutte le imprese
italiane extra-agricole con
dipendenti. La maggior parte
(163 mila unità) opera nella
ristorazione, mentre 35 mila
si concentrano sulle attività
del core business turistico. In
generale prevalgono le piccole imprese: il 90% ha infatti
meno di 10 dipendenti.
Sulla base delle indicazioni,
divise per comparto e numero
di occupati, fornite dall’indagine Excelsior di Unioncamere all’interno del salone
Fare Turismo, si stima che
i lavoratori dipendenti delle
imprese turistiche siano stati,
a fine 2014, poco più di 877
mila, pari al 7,7% del totale nazionale (considerando
esclusivamente i dipendenti
dell’industria e dei servizi e
escludendo l’agricoltura e il
settore pubblico). Di questi,
circa 210 mila lavorano nelle
attività core business, mentre
quasi 667 mila operano nella ristorazione e nei pubblici
esercizi.
Ma i dati cambiano se consideriamo l’offerta ricettiva
rappresentata oltre che dai
bed and breakfast, dalle camere, stanze o appartamenti
disponibili tramite i portali.
E se si considerano anche
quelle attività ricettive non
registrate, che appartengono al settore dell’economia
«informale», le cifre spesso
subiscono delle oscillazioni
considerevoli. Un calcolo lo
ha effettuato Res Joint Venture Partner in Italia di Str
Global, sulla base dei dati
Istat rielaborati alla luce dei
numeri che emergono estraendo i dati dai portali Homeaway, Homelidays, Flipkey e
Wimdu, Housetrip, Onlyapartments, Sunny rentals.
A fronte di 33.290 alberghi,
125.122 esercizi extralberghieri e 117.749 tra alloggi
in affitto, b&b e agriturismi,
in Italia ci sono 177.865 tra
case, appartamenti ville e
stanze, private o condivise,
disponibili sul portale Airbnb; 95.346 inserzioni presenti su Homeaway seguite dalle
94.449 contenute su Homelidays, dalle 41.185 di Flipkey,
le 38.931 di Wimdu per finire
con le 24.694 di Housetrip,
le 5.821 di Onlyapartments
e le 3.414 di SunnyRentals.
Queste sistemazioni presso
le abitazioni private totalizzano 111,4 milioni di presenze (il totale è di 254 milioni),
di cui solo 37,6 milioni sono
effettivamente registrate.
E quanto vale in cifre assolute di introiti/fatturato
l’economia turistica degli alloggi privati non registrati?
Le stime le ha fatte l’Incipit
su dati Istat, Banca d’Italia
e Federalberghi e viaggiano
su un fatturato di 2,4 miliardi di euro.
Il che significa una evasione di 112 milioni in termini
di Iva (che per 1,6 miliardi
di Euro viene versata oggi
dagli alberghi mentre per
114 milioni di euro proviene
da alloggi privati registrati), di 57 milioni di euro in
meno in termini di imposta
di soggiorno (che oggi vale
271 milioni di euro versati
da alberghi e 29 milioni di
euro versati da alloggi privati e b&b registrati), di
73 mila occupati in più che
potrebbero essere impiegati
in regola e di 763 milioni di
euro di salari e stipendi che
dovrebbero essere pagati regolarmente.
© Riproduzione riservata
Dal barman al sommelier,
la selezione corre sul web
Nuovi spazi professionali
tra cultura e ambiente
Non solo o non tanto chef ma anche e soprattutto
accoglienza in sala, impiegati del back office e gestori della parte informatica, dei canali online e del web.
Le 28 aziende che attualmente ricercano personale nel
settore turistico alberghiero hanno stilato una lista di
profili professionali molto variegata: si cercano esperti
di ricevimento, animatori, assistenti bagnanti, bagnini,
barman, bellboy, camerieri bar/sala, capi e segretari di
ricevimento, chef de partie, chef de rang, commis cucina,
commis sala, cuochi, direttore struttura ricettiva, governanti, hostess di sala, istruttori sportivi, macellai, maitre,
pasticcieri, pizzaioli, portieri di notte, revenue manager,
room division manager, sommelier. Dunque un monito
che il mondo del lavoro turistico alberghiero, che si è
appena riunito nel salone espositivo fare Turismo, lancia
ai giovani iscritti agli istituti tecnici e agli Its alberghieri
(in Italia ce ne sono solo sette ma il settore chiede al
Governo di autorizzarne di più) oltre che ai laureati in
Scienze turistiche e gastronomiche: non si può essere
tutti Carlo Cracco e non è neanche auspicabile. Sono 150
le figure professionali di cui vanno a caccia aziende come
Alpitour World / VOIhotels, Barceló Hotels & Resorts,
Elite Club Vacanze, Hilton, Holiday Inn, Minerva Club
Resort Golf & SPA, NH Hotels, Niquesa Hotels, Hotel
Nord Nuova Roma, Planetaria Hotels, Renco, Roscioli
Hotels, Royal Group Hotels & Resorts, Sheraton Parco
de’ Medici Rome Hotel, Starwood Hotels & Resorts, TH
Resorts, Hotel Valadier, Visconti Palace Hotel. Le modalità di reclutamento vanno dal Web a Linkedin, ai centri dell’impiego. Altre informazioni si possono reperire
sul portale Professionioccupazione.isfol.it, che rimanda
anche alle offerte del portale Click Lavoro. Infine Blastness, società di La Spezia con sede a Roma e Milano
è alla ricerca di personale con high skill informatiche e
competenze nel marketing online. Dai Revenue Manager
che, spiega il vice presidente di Blasteness, Piergiorgio
Schirru, definisce la strategia commerciale dell’hotel (in
concerto con il general manager) e assume le decisioni
relative ai prezzi e alla disponibilità, al Software Developer per la parte informatica, al Web marketing manager
e Web designer.
Nuove figure professionali crescono all’ombra del turismo culturale, ambientale e di scoperta. Per esempio
la necessità di ampliare l’offerta facendo rete, apre un
mondo di opportunità ai creatori dei network culturali
e di start up, che sono in grado di offrire una esperienza
emozionale unica al viaggiatore, promuovendo il territorio in una logica di sistema. Sul versante culturale e
del turismo sostenibile, oltre ai percorsi religiosi in cui
è possibile fare anche del volontariato, si può godere
dell’ospitalità diffusa in borghi medievali, delle viste guidate da scrittori, degli itinerari emozionali nei musei e
luoghi d’arte, degli incontri con un ospite misterioso.
Ad esempio la Compagnia turismo e cultura di Torino
(www.assoctc.it) propone New York con Fabio Geda, la
Londra dei Sex Pistols e di Dickens in compagnia di Giuseppe Culicchia o la San Pietroburgo di Puškin, Gogol’,
Dostoevskij, Tolstoj, assieme a Paolo Nori. Ma si può
anche scegliere un’emozione: rabbia, gioia, estasi, amore,
meraviglia, paura e seguire il tour che offre AppTripper
(la app per smartphone, sviluppata dalla Fondazione
ITs per i beni e le attività culturali di Vico Equense, che
ha già dato lavoro a 60 giovani creatori e che sta espandendo la rete di collaboratori). Hostart (Milano) è il
social network dei professionisti dell’ospitalità, dedicato
all’incontro e alla relazione tra hotel, locali, ristoranti
e le persone che lavorano all’interno di queste attività;
Bed&Care (Roma) è il portale che si rivolge alle persone
con disabilità, Swip (Milano), il servizio di Car renting
peer to peer, mette in contatto chi possiede una macchina che resta inutilizzata per molti giorni dell’anno con
chi ne ha bisogno. Il lavoro c’è anche per procacciatori
di risorse finanziarie tramite il fundraising sui social
media e per i curatori di immagine di circuiti turistici,
ma anche più prosaicamente, avverte Flavia Coccia di
Unioncamere, per spedizionieri ed esperti nella preparazione e conservazione dei cibi per la logistica del food.
Tutte figure che puntano a comunicare: l’area, il sistema,
il network, invece del prodotto o del marchio che devono
avere competenze manageriali e formazione di livello
superiore (universitaria e post universitaria) incluso
l’ambito umanistico.
Competenze
trasversali
Mentre all’estero le
grandi catene alberghiere sono interessate ai
Business development
executive, ai Digital
manager, ai Guest experience manager, ai Green
manager o ai consulenti
per il consumo energetico, in Italia si cercano
ancora figure tradizionali come l’assistenza
ai piani e personale per
la reception. Una ricerca del Ciset sottolinea,
in particolare, che per
lavorare all’estero nel
marketing occorre avere
competenze maturate nel
brand management, nella
Crm Customer relationship management, nel
Pricing, nella consumer
behaviour analysis (studio socio-psicologico del
consumatore e comportamento del consumatore), nei social media e nel
bundling (commercializzare un pacchetto di
prodotti). Nel Sales and
business development
sono fondamentali invece le esperienze maturate nel Demand planning e
logistica (pianificazione
della domanda), nel Sales forecasting (previsione delle vendite) e competenze trasversali di
interculturalità, visione
strategica e di insieme.
In Italia gli hotel sono
speso di piccole dimensioni e a gestione familiare, dimensioni troppo
esigue per ricercare queste figure. Le assunzioni
al 54% riguardano il personale suddiviso tra cucina, sala e accoglienza
(all’estero la percentuale
scende al 34%), il marketing e la comunicazione
11% e l’area commerciale
(19% delle assunzioni).
Comunque si rafforza
l’attenzione per il digitale con lo sviluppo dei
siti web e dei profili dei
social media. Ancora
lontana, invece, la realizzazione di database,
per acquisire informazioni sulla clientela che
è invece indispensabile
per la sua fidelizzazione. Il ruolo della risorsa
umana resta comunque
centrale, occorre laurea
e specializzazione, aggiornamento costante
delle competenze, incluso quelle linguistiche
specialmente l’arabo, il
cinese e il russo, predisposizione nelle relazioni e allo stress e cultura
dell’accoglienza.
46
Domenica 27 Marzo 2016
O P P O R T U N I TÀ
Le opportunità di lavoro per i giovani declinate in un convegno dell’ordine di Milano
Ingegneri specializzati cercansi
Le aziende puntano sulle competenze multidisciplinari
DI
GABRIELE VENTURA
l mercato chiede nuove
specializzazioni ai giovani ingegneri. Dalla
geofi sica e geologia per
studiare il terreno, alle tecnologie di raffinazione, alle
tecniche di produzione di
energia in modo efficiente da
fonti alternative quali biomasse o biocarburanti, fino
alla tecnologia dell’informazione. Oggi, le opportunità di
lavoro nelle grandi aziende
sono infatti riservate ai professionisti tecnici con competenze multidisciplinari. È
quanto è emerso, tra l’altro,
nel corso di un seminario
organizzato dall’Ordine degli ingegneri di Milano dal
titolo «Professioni emergenti e nuove opportunità per
giovani ingegneri», che si è
svolto nei giorni scorsi a Milano. Durante l’evento hanno
illustrato la loro s t r a t e g i a
di recruiting
I
aziende come Abb, Enea,
Eni, Trenitalia, Piaggio Aerospace e Aermatica, sottolineando le nuove tendenze
e le evoluzioni professionali
legate al mondo dell’ingegneria.
Abb Italia, in particolare,
conta in azienda ben 1.406 ingegneri e ogni settimana tiene
assessment di selezione legati
alle facoltà di ingegneria elettrica, meccanica, elettronica
e gestionale. Le nuove competenze che ricerca l’azienda
riguardano soprattutto la
tecnologia dell’informazione,
con importanza primaria alla
conoscenza dell’inglese, dato
che i due terzi della produzione di Abb Italia vengono
esportati all’estero. Una volta
entrato, il giovane ingegnere
può accedere a diverse macro
aree e dopo tre anni può la
mobilità interna.
Eni, invece, è collegata
a 100 università in tutto il
mondo e in Italia, in particolare, pesca i giovani talenti
dai politecnici di Milano e
Torino. Sono ricercati, visti gli
investimenti della società, ingegneri che abbiano conoscenze in geofisica e geologia per
lo studio del terreno, vista la
necessità di costruire modelli
geologici e di giacimento. La
perforazione, in particolare,
è l’attività che assorbe maggiori risorse per Eni, ovvero il
40% del budget destinato alla
ricerca. Di questi, il 20% delle
risorse serve per incrementare l’efficienza e il 50% per la
sicurezza dei giacimenti. In
particolare, sarà importante
per il futuro lo sviluppo dei
controlli remoti delle attività
per collegare i siti con centri
di eccellenza. Per quanto riguarda le specializzazioni più
richieste, inoltre, Eni punta
sulla comunicazione, sull’automazione e sull’efficienza
energetica, che saranno temi
centrali per tutto il mondo
industriale. È necessario,
oggi, per l’azienda, ricercare materiali innovativi per
la produzione di energie da
fonti alternative, e in parti-
colare da materiali biologici e
biodegradabili, incrementando l’efficienza.
Piaggio Aerospace, invece,
dal 2012 al 2016 ha ristrutturato l’engineering portando il
numero di risorse da 186 (13%
del totale) a 220 (18%), sviluppando il know how e puntando
su nuovi skill e attitudini. In
particolare, è cresciuta significativamente l’area avionica
& sistemi di missioni (+70% in
termini assoluti) che include
l’area dei sistemi di controllo velivolo, che ha registrato
la crescita maggiore. Oggi,
quest’area occupa il 30% del
settore engineering di Piaggio Aerospace. Il system engineer è una figura chiave per
l’azienda all’interno del team
di progetto. A lui spetta infatti il compito di supportare
il capo progetto e il program
manager coordinando tutte
le attività specialistiche attraverso la definizione delle
attività necessarie a eseguire
il progetto, minimizzando i
rischi. Le qualità speciali del
system engineer sono quelle
di validare e verificare l’implementazione dei requisiti.
In particolare la validazione,
nelle fasi iniziali del progetto richiede la creazione di un
ambiente virtuale di analisi:
il system engineer si cura
quindi di modellare tutti gli
elementi della catena (velivolo, sistema, equipaggiamento)
e di verificare i modelli stessi,
spesso con test dedicati.
Infine, forte attenzione in
Piaggio Aerospace è rivolta
alla figura del product green
fielding engineering. Si tratta
di una competenza professionale addetta alla quantificazione del bilancio energetico a
vita intera di un prodotto o di
un sistema, vale a dire l’energia utilizzata per lo sviluppo,
produzione, utilizzo, dismissione e smaltimento. Creando, quindi, una sorta di «passaporto energetico» che oggi
ancora è poco utilizzato e non
è imposto dalla normativa in
termini di soglie quantitative
di idoneità.
Strumenti di lavoro
Autore - a cura di Enri
Enrico Cerni
Titolo - LE ACADEMY
AZIENDALI - Cultura,
competenza e formazione in azienda
Casa editrice - FrancoAngeli Editore, 2016,
pagg. 126
Prezzo - Euro 16
Argomento - Il testo propone una riflessione approfondita sulle Academy
aziendali sulla base di
esperienze di formazione
fatte in aziende del Nordest di Italia dalla Niuko Innovation & Knowledge,
ex Cuoa Impresa, società di formazione collegata
alla Confindustria veneta. Gli autori presentano
un modello di soluzioni organizzative e didattiche
che può essere sperimentato anche in altre realtà.
L’obiettivo dell’Academy aziendale è quello di creare
ambienti di apprendimento attraverso processi di
formazione e di auto-formazione, cui si aggiunge lo
sviluppo delle competenze tecniche e trasversali. Nel
libro vengono di frequente effettuati interessanti
confronti con le Corporate university (Cu). In effetti,
non è così semplice differenziate i due organismi,
fermo restando che le Cu hanno un’ampiezza di intervento sul complesso dei collaboratori per favorire
i processi di cambiamento in sintonia con gli obiettivi strategici, mentre le Academy sono maggiormente
focalizzate su specifiche aree in trasformazione, con
particolare attenzione al trasferimento di know-how
tecnico professionale. Nel primo dei sei capitoli del
libro si analizzano le trasformazioni avvenute nella
formazione aziendale, mentre nel secondo si parla
del modello Academy di Niuko. Il tema successivo
è quello della conoscenza, quale elemento generatore di valore per le organizzazioni, seguito da tre
esperienze concrete di aziende internazionali con
filiali produttive in Veneto. Nel quinto capitolo si
prospetta lo sviluppo delle Academy del futuro, mentre nell’ultimo si documenta lo stato dell’arte delle
Corporate university e delle Academy.
Autore - Luciano Bonucci
Titolo - IL CORAG
CORAGGIO DI OSARE - Leadership e cambiamento creativo
Casa editrice - Guerini Next Editore,
2015 pagg. 189
Prezzo - Euro 20
Argomento - Il libro
presenta le pratiche
necessarie ai leader
di oggi per sviluppare
visione e pensiero creativo, due competenze
fondamentali per guidare in modo efficace i
processi di cambiamento, che è diventato sinonimo
di nuova normalità. Fare previsioni è sempre più
difficile, aumentano le complessità e l’incertezza,
per questo i leader devono sviluppare capacità di
pensiero e di problem solving di altissimo livello
per reagire in modo rapido e originale al mutare del mercato, guidando i collaboratori a fare lo
stesso. La creatività è il nuovo modo di pensare
che consente di rispondere in modo puntuale ed
appropriato alle sfide del mercato. Il volume propone il modello del Catch leader, acronimo che sta
per Creative agent of transformation & change:
un leader che, come suggerisce il termine inglese
catch, in uno scenario in cui tutto è in movimento
offre una presa, un appiglio sicuro, un punto di
riferimento. Il coraggio di osare, titolo del libro, è
una vera e propria cassetta degli attrezzi da usare
senza dimenticare che possono esserci molti modi
diversi di approcciare la leadership, la creatività e
l’innovazione: l’importante è capire il proprio modo
e allenarsi per interpretarlo. Infatti, la creatività è
dentro di noi, ma occorre esercitarla, sapendo che
ciò richiede un profondo mutamento nel proprio
modo di essere e la capacità di suscitare analoga trasformazione nel modo di essere degli altri.
I primi quattro capitoli del volume sviluppano i
contenuti delle parole chiave dell’acronimo, mentre l’intero quinto capitolo presenta una serie di
esercizi e il sesto contiene alcuni casi di esperienze
concrete.
Autori - Luca Conti e
Cristiano Carriero
Titolo - CONTENT
MARKETING - Promuovere, sedurre e vendere con i contenuti
Casa editrice - Ulrico Hoepli Editore,
2016, pagg. 305
Prezzo - Euro 24,90
Argomento - Questo
volume sul content marketing ha la forma di un
manuale agile, facile da
assimilare, immediato
nell’applicazione pratica sul campo. L’avvento del digitale ha cambiato
le regole del gioco della comunicazione, ampliando
il territorio delle persone coinvolte, influenzando i
contenuti e le modalità di trasmissione. Rispetto
alle strategie aziendali di comunicazione del passato, oggi un’impresa, capace di creare rapidamente
contenuti efficaci, può condividere i suoi messaggi
in tempo reale online con i network, superando largamente nei tempi la concorrenza che ancora non
si è adeguata alla nuova metodologia. Di fronte
a un pubblico sempre più smaliziato e informato,
l’obiettivo di vendere di più si raggiunge creando
contenuti online molto attrattivi, che presentino al
meglio i prodotti e i servizi, in modo che appaiano
sulla prima pagina dei risultati dei motori di ricerca.
Tuttavia il content marketing non è più un tema
che riguarda solo le aziende e i liberi professionisti
che hanno un blog, ma può riguardare anche coloro che vogliano costruire la propria identità online.
Nella realtà resta principalmente uno strumento
per generare business, ma è bene conoscerne tutte
le potenzialità. Il libro intende offrire un contributo
ai professionisti del marketing e a coloro che intendano confrontarsi su questo tema. Lo sviluppo
degli argomenti è molto segmentato per la facilitare
l’apprendimento, per questo si contano 24 capitoli,
mediamente di 10/15 pagine ciascuno, che comprendono tutti al termine l’indicazione di «Cinque cose
che potete fare subito».
a cura di Pietro Scardillo
Domenica 27 Marzo 201
2016
PERCORSI
47
L’evoluzione tecnologica implica la richiesta di nuovi profili per essere più competitivi
La pubblicità si sposta sul web
Professionisti specializzati per annunci e campagne online
Strategie di marketing
nel piano formativo
L’identikit
Mansioni
Competenze
Settori in cui opera
e prospettive
Formula gli annunci
pubblicitari online, traducendo i prodotti e i
servizi degli inserzionisti in elenchi di parole
chiave
Capacità analitiche e
strategiche di alto livello
e passione per il lavoro
di consulenza diretta ai
clienti, sapere collaborare in team
Lavora soprattutto nelle
agenzie media e creative, nei motori di ricerca
e nei siti internet
Definisce l’impostazione strategica e analizza
i dati del rendimento
Occorre avere solide basi
umanistiche o tecniche
e abilità linguistiche,
soprattutto un’ottima conoscenza dell’inglese
Le prospettive sono buone in quanto la comunicazione online sta prendendo sempre più piede
in Italia e nel mondo
Pagina a cura
ROBERT HASSAN
campagne pubblicitarie.
bbli it i IInfi
fine, si occupa di incoraggiare
gli inserzionisti a implementare le varie strategie di annunci orientate all’ottimizzazione del roi e di suggerire
miglioramenti editoriali e
strutturali che ottimizzino
le campagne pubblicitarie. È
un profilo che lavora soprattutto nelle agenzie media e
creative, nei motori di ricerca
e nei siti internet, e talvolta
anche all’interno delle aziende più strutturate. Si tratta
dunque di un ruolo che offre
consulenza agli inserzionisti
per svilupparne la strategia
e che richiede capacità analitiche e strategiche di alto
livello e grande motivazione
per il lavoro di consulenza diretta ai clienti. Inoltre, questa figura professionale deve
saper collaborare in team, in
particolare con l’area sales
and operations nel gestire
il portafoglio clienti, al fine
di ottimizzare il rendimen-
DI
e evoluzioni tecnologiche
hanno implicato negli ultimi anni una richiesta
di professionisti come
veri fattori competitivi per
un’azienda che vuole lavorare a tutto campo. Un esempio
viene dai profili che formulano
gli annunci pubblicitari online,
traducendo i prodotti e i servizi
degli inserzionisti in elenchi di
parole chiave che assicurino la
massima visibilità e resa della
campagna pubblicitaria. Sono
ruoli che si occupano essenzialmente di definire l’impostazione strategica e di analizzare i
dati del rendimento. Le loro
prospettive sono piuttosto buone in quanto la comunicazione
on-line sta prendendo sempre
più piede in Italia e nel mondo.
Questa figura emergente deve
avere generalmente solide basi
umanistiche o tecniche e abilità linguistiche, soprattutto
un’ottima conoscenza dell’inglese. Occorre avere inoltre ottime doti nella scrittura e nelle
relazioni interpersonali, capacità di smaltire velocemente
grossi volumi di lavoro, abilità
nella risoluzione dei problemi e
capacità di raggiungere livelli
di produttività elevati. In tutto questo processo l’esperienza
di questo ruolo è un elemento
fondamentale per ottimizzare
le scelte e identificare la strategia vincente. Il potenziale
business che queste figure
offrono all’area tradizionale
di appartenenza è in crescita,
anche per attirare nuove e più
tradizionali tipologie di clienti
dall’enorme mercato che il web
presenta.
Questo professionista è
chiamato dunque a controllare la qualità editoriale, monitorare e analizzare i dati sul
rendimento delle campagne
di marketing, utilizzare le conoscenze approfondite dei siti
web e dei prodotti dei clienti
per sviluppare e ottimizzare i
contenuti e la struttura delle
L
to
t generale
l delle
d ll campagne
pubblicitarie. Le campagne
di search marketing richiedono un impegno costante di
analisi, controllo e ottimizzazione. In molte aziende esiste
un team di esperti dedicati
a questa attività, quello dei
search account manager, che
insieme ai clienti mettono
in atto la migliore strategia
per il raggiungimento degli
obiettivi prefissati. C’è chi
ad esempio vuole un cost per
click più conveniente, chi invece una maggiore visibilità
per le proprie campagne, chi
invece il migliore Roi (Return
of investment possibile).
Riguardo la formulazione
degli annunci pubblicitari online, generalmente sono molti
i fattori da valutare per decidere quali sono le parole chiave
più adatte per implementare
le campagne di advertising
on-line realmente efficaci.
Innanzitutto, è essenziale
identificare con chiarezza il
Per completare la formazione dei profili che lavorano
nella formulazione degli annunci pubblicitari online generalmente sono utili i corsi in web marketing. Su questo
tema Galdus, ente di formazione, organizza corsi rivolti a
imprenditori, a chi lavora nel settore marketing, comunicazione e vendite. Questi incontri formativi, strutturati
su due livelli, intendono fornire tutti gli strumenti necessari per applicarli alle differenti situazioni e tipologie
aziendali. Durante il corso di base verranno approfondite
tematiche legate al marketing e strategie search engine
optimization, all’analisi dei dati statistici web: misurazione e analisi del traffico sul sito aziendale, valutazione
del grado di interesse e coinvolgimento del navigatore,
analisi e valutazione dell’efficacia delle campagne advertising, nonché dell’indicizzazione e del posizionamento
sui motori di ricerca. Per il livello avanzato invece si tratteranno argomenti come: il web media mix (integrazione
tra social media e sito aziendale), social media e web
reputation, analisi «professionale» dati statistici web:
estrapolazione di dati significativi dall’analisi dei dati
statistici e loro utilizzo per ottimizzare la performance
del sito (provenienza utenti – motori di ricerca, chiavi
di ricerca, siti; geolocalizzazione). Infine, il programma
del corso prevede l’analisi del mercato di riferimento e
della concorrenza; degli strumenti di misurazione del
proprio sito e della concorrenza – benchmarking e report comparativi; dei social network e altri strumenti di
comunicazione: forum, blog, newsletter, a seconda delle
merceologia delle aziende presenti.
Negli ultimi anni la figura del web marketing manager, insieme a quella dell’on-line manager, ha permesso
al canale web di ritagliarsi una posizione di sempre
maggiore importanza all’interno delle strutture commerciali e marketing delle aziende. Il fatturato e il
market-share generati dal canale online stanno crescendo di anno in anno, arrivando a ricoprire percentuali interessanti sul fatturato globale dell’azienda.
Questo trend rappresenta l’evoluzione del ruolo del
web marketing manager che ha affiancato alla responsabilità di presenza dell’azienda nel mondo web quella
del fatturato e market share per singoli segmenti di
mercato.
settore in cui opera l’investitore e chiarire gli obiettivi
strategici che si vogliono raggiungere. Una volta effettuata
questa identificazione, si stila
STRATEGIE DI LAVORO
Coppie di successo
Per alcune persone il fatto di lavorare con il
partner rappresenta una grande risorsa in
quanto consente un confronto esterno alla
vita privata nel quale possono emergere
risorse nuove e arricchenti per la coppia. Il
lavoro in comune, inoltre, può rappresentare un’occasione di rafforzata conoscenza del
compagno/a, soprattutto per chi non conviva
e non abbia la possibilità di condividere molti
spazi privati.
Le variabili che influenzano il successo del
lavoro in coppia sono molteplici e si collegano
al vissuto della propria individualità, al come
una persona riesca a conciliare i problemi
professionali con la gestione della quotidianità e, non ultimi, ad aspetti prettamente emotivi, quali, ad esempio, l’invidia o la gelosia.
Un elemento importante per aumentare la
probabilità che tale esperienza risulti positiva sarà il creare confini netti nell’ambito
dell’attività lavorativa, al fine di mantenere
separati ruoli e responsabilità. Un ulteriore
tassello sarà rappresentato dal mantenimento di una buona comunicazione tra i partner,
dall’interesse reciproco nei confronti dei risultati raggiunti e dal rispetto delle differenze individuali nell’affrontare, ad esempio,
compiti e difficoltà.
In effetti, la regola per eccellenza sarà lo
scambiarsi frequentemente punti di vista e
idee, «sfruttando» le capacità creative e le caratteristiche tecniche e trasversali del partner. Un lavoro svolto in coppia, per produrre
risultati positivi, dovrà avere come base la
sincerità, la condivisione di informazioni
e il sostegno nel portare avanti i rispettivi
impegni.
In tale maniera, si ridurranno le possibilità
di entrare in conflitto su temi lavorativi e non
si temerà il giudizio dell’altro.
Infine, un atteggiamento non sempre semplice da mostrare, ma fondamentale per la
salvaguardia del rapporto, sarà il sapersi
congratulare per il successo del partner, anche quando i propri risultati non si rivelino
altrettanto brillanti.
Angelo Boccato
[email protected]
un primo elenco di keyword
utilizzabili. La maggior parte
di queste parole chiave sono
molto specifiche e legate al
core business del cliente, altre
invece possono essere più generiche. Il principale fattore
di successo di una campagna
di keyword advertising sta
proprio nel bilanciare nella
maniera ottimale il rapporto
tra le prime, che presentano
in genere un costo moderato e
un forte tasso di conversione,
e le seconde, più costose, ma
di norma in grado di generare
più elevati volumi di traffico
e vendite sul sito del cliente.
L’insieme di parole chiave
che verranno utilizzate nella
campagna pubblicitarie sarà
quindi formato dal mix di
keyword che meglio si presta
al raggiungimento delle performance desiderate. Durante la campagna di advertising
online è inoltre necessario
monitorare costantemente il
rendimento delle singole parole chiave, apportando, se
necessario, alcune modifiche.
Il vantaggio di queste campagne on-line, rispetto alla pubblicità offline, è di aggiustare
il tiro mentre la campagna è
in corso.
48
Domenica 27 Marzo 2016
AZIENDE
I giovani più promettenti preparati a occupare ruoli dirigenziali
Futuri manager in Bosch
Per 280 neolaureati la formazione di Jmp
Pagina a cura
LAURA ROTA
DI
o s ch i n v e s t e n e i
futuri manager:
quest’anno il fornitore di tecnologie e
servizi, presente in Italia
dal 1904 e oggi sul territorio
con quasi 5.800 collaboratori,
17 società e quattro centri di
ricerca e che costituisce per
il gruppo uno dei mercati
più importanti nel mondo,
prevede di inserire circa 280
persone nel programma per
junior manager. A livello globale, è in corso una ricerca
di laureati con voti superiori alla media, da inserire nel
Junior managers program
(Jmp) che, nei prossimi anni,
li preparerà ad occupare ruoli manageriali. «I manager di
domani», dichiara Christoph
Kübel, membro del board e
direttore delle relazioni industriali di Bosch, «devono
essere ottimi navigatori per
indicare la giusta rotta. Per
questo prepariamo i nostri
tirocinanti a guidare i collaboratori in un ambiente
B
lavorativo connesso a livello mondiale, a fornire loro
orientamento e a lavorare
insieme per raggiungere
l’eccellenza». La maggior
parte delle opportunità è
in Germania (65) e in Cina
(41). In Italia, tra assunzioni
e stage, attualmente ci sono
circa 40 posizioni aperte. Con
34 ricerche, l’azienda sta
espandendo il proprio programma nel
sud-est asiatico. Per
la prima volta saranno aperte anche
quattro candidature
in Africa.
«Stiamo cercando», aggiunge Kübel, «figure complete
con abilità It, software e laureati in ingegneria ed economia». Il Jmp è un trampolino di lancio per la carriera:
quattro dei membri dell’attuale board di Bosch sono
stati tirocinanti. Le donne
qualificate che si candidano
hanno ottime possibilità di
accedere al programma. Entro il 2020, il gruppo vuole
infatti aumentare la quota
femminile in posizioni ma-
nageriali, portandola al 20%.
Il Junior Managers Program
da 30 anni prepara giovani
talenti a ricoprire cariche
manageriali. È caratterizzato da moduli di programma
personalizzati sviluppati insieme ai partecipanti con un
tutor manager senior. «Imparano a conoscere fin dall’inizio», spiega Kübel, «una
cultura aziendale orientata
ai valori e alla sostenibilità,
invece di concentrarsi sul
massimizzare i profitti nel
breve termine».
Nel Jmp i partecipanti
cambiano diversi ruoli negli
stabilimenti, divisioni e reparti, svolgendo progetti e
compiti associati al lavoro di
ogni giorno e hanno accesso
alla formazione. L’obiettivo
dei manager junior è arrivare
a una funzione manageriale
di un reparto otto anni dopo
l’inserimento nel programma.
I giovani hanno, quindi, un
contratto di lavoro a tempo
indeterminato. Il Jmp offre
diverse opportunità: ricerca
e sviluppo, It, contabilità,
logistica, vendite e acquisti, dura dai 18 ai 24 mesi
e comprende un’esperienza
all’estero. Al termine i tirocinanti, solitamente, occupano
ruoli impegnativi. «Gli aspiranti manager hanno
prospettive
di carriera
accattivanti», dichiara
Stefan Asenkerschbaumer,
vicepresidente del board di
Bosch. «La combinazione di
personalità e abilità professionali è la chiave per progredire sul lavoro. Chiunque
sia interessato a una futura
carriera dirigenziale nella
nostra azienda dovrebbe
essere in grado di motivare
le persone, possedere una
mentalità imprenditoriale e
saper lavorare in team». Per
candidarsi, collegarsi al sito
http://www.bosch-career.it/
it/it/home_it/home.html.
Il gruppo Tienneti cerca
consulenti e promoter
Le filiali Credem pronte
a 150 inserimenti
Nuove opportunità di lavoro a Roma con il gruppo
Tienneti. L’azienda, specializzata nella produzione e
commercializzazione nel settore infissi e climatizzatori, annuncia un piano di reclutamento di dieci consulenti alle vendite e promoter, con un’età minima di
25 anni, diploma di maturità, capacità organizzativa,
passione, dinamismo,
motivazione,
buone
doti relazionali e di
problem
solving,
disponibilità full time e nei weekend. È previsto un
percorso formativo che permetterà di essere subito operativi in un ambiente sereno e professionale.
Le selezioni intendono potenziare e completare una
struttura commerciale già consolidata a Roma, opportunità a disposizione con la mansione di standisti nei principali centri commerciali e supermercati
della capitale. Tienneti intende entrare in contatto
con collaboratori che sappiano gestire le trattative
con i clienti. La collaborazione si svolgerà direttamente con l’azienda e prevede una retribuzione fissa
giornaliera più un regime provvisionale: il piano di
incentivazione sarà in grado di premiare il raggiungimento di obiettivi prefissati. Gli interessati possono
inviare il loro curriculum, con foto e autorizzazione
al trattamento dei dati personali ai sensi del dlgs 196
del 30 giugno 2003, all’indirizzo mail info@tienneti.
it. Superata la fase di colloquio, gli inserimenti saranno immediati, con sedi di lavoro esclusivamente
a Roma e provincia. L’azienda è in sviluppo, in questi
anni di crisi è riuscita a eludere eventi e ad investire
in persone e tecnologie, arrivando nel 2014 alla realizzazione del sogno di produrre qualcosa di proprio,
finestre in pvc, un prodotto interamente italiano. Per
ogni informazione è possibile visitare il sito www.
tienneti.it e, nello specifico, consultare la sezione
lavora con noi.
Saranno fino a 150 i giovani che Credem, tra i
principali gruppi bancari italiani, inserirà entro fine
2016, in aumento di circa 50 unità rispetto a quanto
già annunciato lo
scorso settembre.
Si conferma così la
strategia di crescita
della banca, di cui
l’investimento sulle
persone rappresenta uno dei capisaldi.
Il gruppo, infatti,
ha chiuso il 2015
con un incremento
dell’organico del
2,2%. Come riconoscimento dell’attenzione che dedica al
personale, il gruppo
ha recentemente ottenuto la certificazione Top Employers, riconosciuta alle imprese che raggiungono i più
elevati standard nelle condizioni di lavoro dei dipendenti, assegnata in Italia a 66 aziende, di cui cinque
banche. «Siamo convinti», dichiara Francesco Reggiani, direttore hr di Credem, «che investire sulle persone
e sui giovani sia la strategia vincente per primeggiare
in un contesto particolarmente complesso. Il nostro
obiettivo è offrire a chi lavora con noi la possibilità di operare in un ambiente dinamico e orientato al
gioco di squadra, all’interno di un’organizzazione che
è da anni ai vertici del sistema bancario per solidità
patrimoniale e soddisfazione della clientela. In particolare, vogliamo continuare ad attuare pratiche di
eccellenza per valorizzare il merito, offrendo costanti
opportunità di sviluppo delle competenze e strumenti
all’avanguardia per la gestione, lo sviluppo del personale e delle sue competenze tecniche e manageriali».
Nel 2016, inoltre, saranno potenziati gli investimenti
in formazione e valorizzazione delle risorse umane,
il programma di welfare aziendale, con iniziative a
sostegno del reddito, della salute e della maternità, la
valorizzazione della seniority (over 50) e delle donne
in azienda e l’attivazione del remote working. Candidarsi al sito www.credem.it, lavora con noi.
NEWS
VueTel Italia, secondo
operatore internazionale
italiano in telecomunicazioni, operante nei servizi
wholesale voce e dati,
cerca per la sede di Roma account executive per
servizi voce laureato in
economia, business development executive (data)
con laurea in economia
o in ingegneria gestionale, entrambi con buona
conoscenza dell’inglese, e
trade analyst laureato in
statistica o matematica.
Curriculum a www.vuetelitalia.it, lavora con noi.
Vueling, compagnia
low cost spagnola, organizza un open day a
Catania il 31 marzo per
la selezione di nuovi assistenti di volo. Gli interessati, con età minima 18
anni, diploma, conoscenza
della lingua inglese e
buona comprensione dello
spagnolo, ottime doti relazionali e comunicative,
permesso di lavoro valido
in Ue, nessun tatuaggio o
piercing visibile, dovranno mandare un’e-mail a
[email protected].
Jimmy Choo, brand del
settore retail del lusso,
ricerca nuove figure con
conoscenza della lingua
inglese e dei principali
strumenti informatici ed
esperienza: uno store manager e un sales assistant
good seller man shoes and
bags a Milano, uno stock
controller per Roma e un
ingegnere gestionale a
Firenze. Candidarsi al sito
http://row.jimmychoo.
com/on/demandware.
store/Sites-jchrow-Site/
en/Default-Start, careers.
Idea Bellezza, catena di
profumerie, cerca beauty
consultant comparto tricologico a Pescara, Giulianova, Ortona, Chieti, Sulmona e Teramo; addetti alla
vendita nelle stesse sedi e
a Napoli e appartenenti
alle categorie protette a
Salerno e Benevento; responsabile della logistica
a Nola (Na); promoter a
Napoli, Salerno, Benevento, Avellino, Sorrento,
Piano di Sorrento, Pompei
e Giugliano. Offre inoltre
stage. www.ideabellezza.
it, lavora con noi.
Club Animazione, con
sede operativa a Casoria (Na) specializzata
nell’animazione e nei servizi turistici, seleziona
500 giovani di età non
inferiore ai 18 anni per la
stagione estiva, disponibili a lavorare almeno in
luglio e agosto, tra cui animatori di contatto e mini
club, ballerini, coreografi,
capi villaggio, istruttori
sportivi e altre figure.
Candidature al sito www.
clubanimazione.it, lavora
con noi.
I L P R O F E S S I O N I STA
Domenica
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2016
1
Cesare Cesa Bianchi, a capoo d
del
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dal
al 20
2012
012
Quando la montagna chiama
Avere la fortuna di fare un professione rara porta alla consapevolezza
di dover sempre fare il massimo per valorizzare ogni minimo dettaglio
DI
BEATRICE MIGLIORINI
criveva William Blake: «Quando
uomini e montagne si incontrano, grandi cose accadono». Cose
talmente grandi, alle volte, che
possono fare sì che una grande passione
per la matematica passi in secondo piano di fronte alla necessità primordiale
di stare all’aria aperta, il più possibile
a contatto con le montagne. Ne sa qualcosa Cesare Cesa Bianchi, presidente
del Collegio nazionale delle guide alpine
italiane dal 2012, classe 1950, milanese
nell’anima, cresciuto tra i numeri e le
montagne, tanto da laurearsi in matematica e poi scegliere di continua a lavorare a contatto con la natura. «Il legame
con la montagna ha origine fin dalla mia
infanzia e col tempo, non ha fatto altro
che consolidarsi, fino al punto in cui terminati gli studi», ha raccontato a ItaliaOggi Sette Cesa Bianchi, «ho scelto di
proseguire la mia attività come maestro
di sci prima e come guida alpina in un
secondo momento». Cesa Bianchi, però,
nasce e cresce a Milano ed ecco, quindi,
la necessità di trovare una soluzione per
unire l’utile al dilettevole. «Quando ho
iniziato a gettare le basi per la mi attività ho scelto di andare controcorrente
rispetto all’attività tipica delle guide
alpine che tendenzialmente aspettano
i loro clienti direttamente nella località
dell’escursione. Facendo base a Milano
questo non era possibile», ha raccontato
il numero del Collegio nazionale, «e da
questa consapevolezza è nata l’idea di
lavorare sul territorio da cui provenivo
andando a cercare un cliente dopo l’altro
e offrendo, come valore aggiunto, un accompagnamento completo. Si parte dalla città prima della vacanze e si arriva
alla meta insieme». Ed è proprio questo
uno degli aspetti che Cesa Bianchi apprezza di più del proprio lavoro e che,
nonostante le difficoltà anche fisiche, lo
ha sempre portato a non abbandonare
mai la propria strada. L’emozione che
si prova nel sapere che quando si è guida alpina si ha nelle mani la vita degli
altri, ma che anche le persone con cui
si intraprendere un percorso possono
avere nelle mani la tua è qualcosa a
cui è difficile rinunciare. Non è un caso,
quindi, che nella vita professionale delle
guide alpine la formazione rivesta un
ruolo centrale, tanto da essere anche il
punto di partenza dell’impegno per la
categoria di Cesa Bianchi. «Subito dopo
essere divenuto guida alpina ho scelto, a
mia volta, di dedicarmi alla formazione
S
di coloro che ambivano a fare questo mestiere. Una scelta che ancora oggi, se alla
base c’è una forte passione, consiglierei
a qualsiasi ragazzo. Quello della guida
alpina, infatti, è un mestiere che offre
buone opportunità di lavoro. Alla base,
però, ci deve essere tanta determinazione, tanta testardaggine e spirito di sacrificio vista e considerata anche la grande
componente fisica che deve essere sostenuta». Una realtà quella delle guide, che
in Italia, comprese le guide vulcanologiche e quelle di media montagna,
non conta più di 1.500 unità ma
che si contraddistingue per la
forte compattezza. «Le guide alpine sono tra le
poche categorie
al mondo che
hanno la fortuna di avere
una formazione comune», ha
raccontato Cesa
Bianchi, «e questa è una
garanzia per tutti coloro
che scelgono di usufruire
delle nostre prestazioni
professionali. Allo stesso
modo poi, è una grande
opportunità per tutti i
colleghi che sanno di poter vedere riconosciuto
il loro valore anche a livello
internazionale». Ed è proprio
partendo da questa consapevolezza che è stato fissato
l’obiettivo della presidenza di
Cesa Bianchi. «È necessario
che sia fatto ordine nel settore delle attività di montagna
professionistiche. L’attuale
poca chiarezza nel settore fa
sì che tutta la categoria ne
risenta anche a livello qualitativo. Senza contare, poi,
che il livello della sicurezza è
il primo ad abbassarsi». Presidenza a
parte, però, tra i sogni del cassetto del
numero uno delle guide alpine italiane
c’è quello di creare una vera e propria
cultura della montagna. «È necessario
che le persone capiscano che la montagna non può essere affrontata senza
preparazione e conoscenza. E in questa
ottica noi siamo chiamati a svolgere
un ruolo chiave, così come altri nostri
colleghi sta già facendo all’estero. Il
turismo montano deve continuare a
svilupparsi», ha concluso Cesa Bianchi, «ma con la fattiva collaborazione
dei professionisti del settore».
Chi è Cesare Cesa Bianchi
• Viaggiatore per passione e per professione, tra i luoghi che porta nel cuore il monte Manaslu in Nepal
• Tra i vantaggi del contatto con la natura c’è anche quello di poter vedere da vicino le aquile
• Lettore eclettico, il poco tempo a disposizione non gli impedisce di dedicarsi ai libri di storia
• Amante del cibo e della buona tavola, da italiano genuino ha una predilezione per tutti i tipi di pasta
• La Tv è un buon sonnifero, ma quando si tratta dell’opera di Verdi il cuore batte più forte
NOME
Cesare Cesa Bianchi
NATO A
Milano
IL
2 luglio 1950
PROFESSIONE
Laureato in matematica
nel 1978, decide fin da su-
bito di dedicarsi alla montagna, facendone una professione. Guida alpina dal
1980 e guida alpina istruttore dal 1983,
è stato presidente della Commissione
tecnica nazionale del Collegio nazionale
Guide alpine italiane dal 1985 al 2000.
Da sempre legato alla categoria, mentre
ricopriva la carica di vicepresidente
dell’Uiagm tra il 2012 e il 2014, diviene
presidente del Collegio
nazionale. Nonostante
gli impegni, continua
a svolgere l’attività di
guida a tempo pieno
organizzando e realizzando i programmi
con la Mountain Kingdom
49
50
Domenica 27 Marzo 2016
P RO F E S S I O N I S T I I N C R E S C I TA
Bordogna entra in Cathay Pacific airways
Daniele Bordogna assume
l’incarico di sales & marketing
manager Italia
di Cathay Pacific
Airways. Milanese, classe 1973,
dopo gli studi
universitari in
Italia e negli Stati Uniti, inizia la
sua esperienza
professionale in
importanti tour
operator italiani.
Successivamente
decide di ampliare le sue competenze all’interno
di alcune tra le più importanti compagnie aeree italiane e internazio-
Tre nuovi consiglieri
nel comitato Leonardo
Tre nuovi consiglieri nel Comitato
Leonardo. L’assemblea dei soci ha infatti approvato la nomina di Mauro
Moretti, a.d. e direttore generale di
Finmeccanica, Alessandro Castellano, a.d. di Sace e Andrea Tessitore,
co-fondatore e a.d. di Italia Independent Group a membri del consiglio
direttivo, l’organo esecutivo dell’Associazione. Oltre alle nomine dei nuovi consiglieri, sono stati cooptati nel
Comitato due realtà aziendali leader
nei rispettivi settori di appartenenza:
nali. Nel 2007
approda in Cathay Pacific Airways come sales
executive fino
al 2011, quando
assume la carica
di client nanager presso Finnair, compagnia
di bandiera finlandese con una
sviluppata rete
di collegamenti
con l’Asia. In seguito approda in
easyJet dove ricopre la posizione di sales executive, dal 2012 al
2015, e poi di head of sales Italia
fino ai primi mesi del 2016.
Paolo Castelli SpA (arredo) e Conad
(grande distribuzione), che saranno
rappresentate nel Comitato rispettivamente dall’a.d. Paolo Castelli e
dall’a.d. e direttore generale Francesco Pugliese. Paolo Castelli e Conad si
aggiungono ai numerosi imprenditori
e personalità del mondo dell’arte, della cultura e della scienza già associati
al Comitato.
Laura Pagani head of sales
di Tradelab per l’Italia
Tradelab rafforza il team italiano annunciando la nomina di Laura
Edlmann managing partner Ashurst Italia
Ashurst annuncia che il
socio Stephen
Edlmann è
stato nominato managing
partner per
l’Italia. Edlmann, stimato
esperto nei settori del debt e
dell’equity capital markets,
prima di spostarsi in Italia ha operato
nel securities
and derivatives group della
sede di Londra
e ha svolto un ruolo di primo
piano nella strutturazione e sviPagani in qualità di head of sales
per il mercato italiano. In precedenza sales manager North Italy
in 4W MarketPlace, la manager
affiancherà Gaetano Polignano,
country manager, mettendo al servizio della piattaforma programmatica indipendente i suoi 15 anni di
esperienza in società di primo piano
del settore come Populis, Rcs, Msn e
Tiscali. L’obiettivo di questa nomina sarà guidare la squadra di sales
nell’acquisizione di nuovi clienti,
contribuendo all’ideazione di nuove strategie commerciali e allo sviluppo dell’approccio consulenziale
dell’azienda.
Il vostro salva-patrimoni
COVER STORY
GREEN, ETICO, SOSTENIBILE…
MA QUANTO RENDONO?
Questi strumenti hanno performance in linea con gli altri fondi, ma nelle
fasi di crisi difendono meglio il portafoglio. Ecco come funzionano e su
cosa investono
Il patrimonio è qualsiasi cosa abbia per voi un valore inestimabile: una
casa, il futuro di un figlio, un quadro, un libro, un’idea.
Patrimoni è il primo mensile italiano creato appositamente per aiutarvi a
far crescere qualsiasi patrimonio, anche il più piccolo, con la consulenza di
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tesori, l’ha scelto anche Patrimoni perché questo è quello che
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Leggerlo vi arricchirà.
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luppo dei team
di Debt capital
markets a Londra ed Hong
Kong,
con
particolare riferimento al
recruitment di
nuovi partner
e professionisti a vari livelli.
Ha precedentemente ricoperto il ruolo
di partner in
Linklaters per
24 anni nonché
il ruolo di head
of international finance per
cinque anni e co-head of Equity
capital markets per dieci anni.
Andrea Bastoni direttore
generale di Paglieri
È forte di un’esperienza internazionale ventennale nel largo consumo Andrea
Bastoni, nuovo direttore generale di Paglieri S.p.A., a cui l’omonima famiglia,
proprietaria del 100% dell’azienda di
Alessandria, ha deciso di affidare i piani di crescita e di sviluppo in Italia ed
all’estero, a cominciare proprio dall’anno del suo 140° anniversario. E non è
solo Bastoni l’unico talent che ha deciso
di scommettere sulle ambiziose sfide di
Paglieri: di recente insediamento troviamo anche Daniele Del Fiol, nuovo
P RO F E S S I O N I S T I I N C R E S C I TA
Responsabile Tecnico con una forte vocazione per l’innovazione. Andrea Bastoni - 46 anni, mantovano, laureato in
Economia Aziendale presso l’Università
Luigi Bocconi di Milano, ha ricoperto
incarichi in diverse Società, di cui tre
affiliate del Gruppo Henkel, passando
dall’Italia alla Grecia e, successivamente, alla Spagna, dove ha concluso la
propria carriera all’interno del colosso
tedesco con il ruolo di General Manager
Laundry&Home Care di Henkel Iberica
SA. Manager poliglotta - oltre alla madrelingua, parla perfettamente inglese,
spagnolo e francese - multiculturale e
multidisciplinare, ha dimostrato di saper raggiungere risultati importanti anche in situazioni di mercato complesse
e diversificate.
Daniele Del Fiol - 40 anni, milanese,
laurea in Chimica organica all’Università di Pavia, ha all’attivo oltre dieci
anni di Ricerca&Sviluppo a livello globale nel settore dei prodotti per la pulizia della casa di Unilever - esperienza
durante la quale «ha portato a scaffale»
oltre 30 nuovi prodotti. A completare il
suo profilo manageriale, un periodo de-
Stefano Merlino sales manager di Ism
Stefano Merlino è stato
nominato sales
manager di Ism
(Integrated security management), azienda
milanese specializzata nella
realizzazione
e gestione di
sistemi di sicurezza. Torinese,
nato nel 1974,
prima dell’arrivo in Ism ha
maturato una
significativa
esperienza in
aziende come
Dot System e STC, dove è stato responsabile commerciale, e
dicato all’innovazione dei prodotti Unilever in chiave di packaging in qualità
di platform manager. Fiore all’occhiello
di Del Fiol anche l’aver fatto parte della
squadra che nel periodo 2008-2012 ha
portato Unilever alla creazione di 4 nuovi brevetti nell’area della detergenza.
Raimondo Massimo Cogotti
cresce nel gruppo Gabetti
Raimondo Massimo Cogotti è il
nuovo direttore Office Italia all’interno della divisione Agency corporate di
Gabetti. Cogotti si occuperà a livello
nazionale di coordinare le attività
Ase, dove ha ricoperto il ruolo
di responsabile
acquisti. Ism
– Integrated
security management è una
realtà imprenditoriale con
forte know-how
nel settore della sicurezza e
della localizzazione satellitare, con una
forte specializzazione nei
settori della
logistica e dei
trasporti, sia
per quanto riguarda i mezzi che
gli impianti fissi.
sulla commercializzazione in locazione e vendita di immobili a uso terziario. La sua esperienza internazionale permetterà di offrire ai clienti del
Gruppo, sia proprietari che end-user,
un forte contributo nell’individuazione del miglior prodotto, in armonia
con i nuovi dettami dello smart working e del workplace. Cogotti lavora
nel settore immobiliare corporate dal
1991. Prima di approdare in Gabetti,
ha ricoperto la carica di responsabile
Global client services Italia in Cbre, e
ha lavorato per oltre 20 anni in JLL
in Francia, diventando poi a Milano il
responsabile Tenant representation e
quindi Corporate solutions business
Domenica 27 Marzo 2016
Do
51
development della società. Sempre
In Francia, Cogotti ha conseguito nel
1990 un master in pianificazione urbanistica e territoriale presso l’Università Jean Moulin Lyon III, con una tesi
sul mercato Prime office nella Central
business district area di Londra.
Monaco responsabile sistemi
informativi di Probios
Gino Monaco è il nuovo responsabile Sistemi Informativi di Probios,
azienda leader in Italia nella distribuzione di prodotti biologici vegetariani e per intolleranze alimentari,
Nel suo nuovo ruolo, Gino Monaco
avrà la responsabilità di tutte le fasi
di sviluppo del sistema informativo
Probios, realizzando nuove soluzioni e supportando il processo di innovazione dell’azienda. Negli ultimi
anni 10 anni Gino Monaco, ingegnere
informatico con Master in «ICT Governance e IT Service Management»,
ha diretto i reparti IT di importanti aziende del settore servizi, della
distribuzione e del settore delle costruzioni. Ha partecipato in qualità
di capo progetto alla realizzazione e
allo sviluppo di applicazioni all’interno di avanzati progetti di ricerca
europei ed è stato responsabile di
Business unit e direttore del project
office in varie aziende ICT. È socio
fondatore e membro del consiglio direttivo della JIA (Java Italian Association), membro del Pmi (Project
management institute), dell’Assirep
(Associazione professionale dei responsabili di progetto) e del Club dei
dirigenti delle tecnologie dell’informazione.
IL NUOVO CODICE
DELLA STRADA
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CON IL TESTO AGGIORNATO DEL CODICE DELLA STRADA
IN EDICOLA CON
Disponibile anche sul sito
www.classabbonamenti.com
52
Domenica 27 Marzo 2016
PROFESSIONISTI IN CRESCITA
Poker di studi per l’acquisto
di via Tortona 37 a Milano da
parte del fondo Neif II
Neif II Fund (Next Estate Income
Fund II), fondo paneuropeo di diritto
lussemburghese gestito da Bnp Paribas Real Estate Investment Mana-
Paolo Rulli
gement, ha annunciato l’acquisto del
complesso di via Tortona 37, a Milano, di proprietà della famiglia Toffano
Pagnan. Il fondo è stato assistito, per
gli aspetti legali dallo studio Clifford
Chance con un team composto dal socio Paolo Rulli e dal senior associate
Ivana Magistrelli, per gli aspetti di
diritto tributario dallo studio Pirola
Pennuto Zei & associati con un team
composto dal socio Francesco Mantegazza e dal senior consultant Giovanni Giudici. La famiglia Toffano
Pagnan, venditore del complesso, è
stata assistita, per gli aspetti legali,
da Paolo Marra, socio dello Studio
Hi.lex - avvocati associati e, per gli
aspetti di diritto tributario, da Antonio Guarnieri socio dello Studio
Cortellazzo & Soatto di Padova.
Gop assiste Ge Capital
Interbanca nel ricorso al
Tar Lazio
Il partner Antonio Lirosi e il
counsel Marco Martinelli del dipartimento di diritto amministrativo dello
studio legale Gianni, Origoni, Grippo,
Cappelli & partners, coadiuvati dal
founding partner Giuseppe Iannoc-
Belluzzo & partners
sbarca a Singapore
Belluzzo & partners, studio di
commercialisti e avvocati con uffici a Milano, Verona e Londra, apre
una nuova sede a Singapore e ha
organizzato, il 24 marzo scorso, un
workshop sull’attrattività del mercato italiano e le potenzialità che
l’Italia presenta agli imprenditori e
agli investitori attivi nel Far East.
All’incontro hanno partecipato, tra
l’altro, i rappresentanti dell’Ambasciata italiana, della Camera di
Commercio italiana a Singapore e
della Singapore Manufacturing Federation. «Il Far East è l’area più
strategica nel processo di globalizzazione delle imprese europee, così come l’Italia torna a rappresentare
uno dei paesi di maggiore appeal per molti investitori internazionali»,
commenta Luigi Belluzzo (nella foto), managing partner dello studio.
La nuova struttura professionale metterà a disposizione di imprenditori e uomini d’affari italiani e internazionali un team di professionisti
dotati di specifiche competenze e in grado di affiancare le imprese e di
supportarle sia nella fase di start-up che nello sviluppo delle attività
sui mercati. Il nuovo team professionale sarà guidato da Malcom Lim
(Tan & Lim e Belluzzo & Partners). L’attività sarà concentrata anche
sulla clientela private, con particolare attenzione agli investimenti in
Europa, Regno Unito e Italia soprattutto.
interventi ambientali sui siti d’interesse nazionale di Torviscosa, Brescia
e Colleferro. Nell’accogliere il ricorso,
comunica lo studio, il Tar Lazio ha riconosciuto l’illegittimità del provvedimento impugnato sotto diversi profili
attinenti al difetto dei suoi presupposti
sia soggettivi che oggettivi.
Cristiano Tommasi
lead managers mentre Kbc Bank nv
e Skandinaviska Enskilda Banken
AB (publ) in qualità di co-lead managers. Il team di Allen & Overy che
ha assistito Unicredit è composto dai
partner Cristiano Tommasi e Craig
Byrne, coadiuvati dalla senior associate Alessandra Pala e dall’associate
Alessandro Laurito. Gli aspetti fiscali
dell’operazione sono stati curati dal
partner Francesco Bonichi coadiuvato dal senior associate Michele
Milanese.
Gattai Minoli Agostinelli
& partners con Cir
nell’accordo con F2i
per l’acquisto di Kos
Allen & Overy con
UniCredit per un bond da
1 miliardo di euro
Antonio Lirosi
cone dello studio legale Iannaccone,
hanno assistito Ge Capital Interbanca
spa nel ricorso al Tar Lazio per l’annullamento del provvedimento del ministero dell’ambiente, adottato ai sensi
dell’art. 305 del Codice dell’ambiente,
che, nell’ambito della vicenda Caffaro-Snia, l’aveva intimata, assieme ad
altre società, a effettuare immediati
Allen & Overy ha assistito Unicredit spa nell’emissione di un bond senior a tasso fisso con valore nominale
pari a un miliardo di euro. L’emissione, documentata ai sensi del programma emtn di Unicredit, è destinata alla
quotazione sul mercato regolamentato
dalla Borsa del Lussemburgo. Banco
Santander sa, Citigroup Global Markets Limited, Jp Morgan Securities
plc, Société Générale e UniCredit
Bank ag hanno agito in qualità di joint
Domani in ufficio,
macchina o motorino?
Gerardo Gabrielli
Lo studio Gattai Minoli Agostinelli
& partners ha assistito Cir – Compa-
Telefono 02-58219.1 - e-mail: [email protected]
Direttore ed editore Paolo Panerai (02-58219209)
Direttore Marino Longoni (02-58219207)
Redazione: Silvana Saturno (02-58219378)
Roxy Tomasicchio (02-58219335)
Impaginazione e grafica: Alessandra Superti (responsabile)
VE LO DICE
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Domenica 27 Marzo 2016
PROFESSIONISTI IN CRESCITA
gnie Industriali Riunite spa nell’ac’accordo raggiunto tra Cir e F2i con A
Ardian per l’acquisto da quest’ultima per
292 milioni di euro del 46,7% di Kos,
società del gruppo Cir tra i principali
operatori nazionali del settore socio –
sanitario. Il team che ha assistito Cir è
stato composto dai soci Bruno Gattai e
Gerardo Gabrielli e dal senior associate Michele Ventura. F2i è stata assistita per i profili legali dallo Studio
Carbonetti e Associati, con un team
guidato da Massimo Tesei coadiuvato
da Alessandro Metrangolo, Rocco Santarelli e Carlo Mecella, nonché dallo
Studio Pessi e Associati per i profili
giuslavoristici e dallo Studio Sanino
per i profili regolamentari.
Ashurst nomina Stephen
Edlmann nuovo managing
partner per l’Italia
anni e co-head of Equity capital markets
k
t per dieci
di i anni.
i
Legance, Gatti Pavesi
Bianchi e Hogan Lovells
nell’operazione Tuttogiglio
Gatti Pavesi Bianchi e Legance –
avvocati associati hanno assistito rispettivamente Cbre Global Investors,
in qualità di venditore e Tikehau Capital partners in qualità di acquirente,
nell’acquisizione dell’intero capitale
sociale di Tuttogiglio spa, proprietaria del centro commerciale «I Petali
di Reggio». Il team di Legance è stato
guidato da Alberto Giampieri e da
Elena Generini, coadiuvati dagli associate Francesca Iannò e Paolo Antonio
Mulas, mentre il team di Gatti Pavesi
Bianchi è stato guidato dai soci Rocco
Ferrari e Guido Sagliaschi, coadiuvati dall’associate Stefano Motta. Per la
Ashurst annuncia che il socio Stephen Edlmann è stato nominato
managing partner per l’Italia. Edlmann, esperto nei settori del debt e
dell’equity capital markets, prima di
spostarsi in Italia ha operato nel securities and derivatives group della
sede di Londra e ha svolto un ruolo
Stephen Edlmann
di primo piano nella strutturazione
e sviluppo dei team di Debt capital
markets a Londra e Hong Kong, con
particolare riferimento al recruitment di nuovi partner e professionisti a vari livelli. Ha precedentemente
ricoperto il ruolo di partner in Linklaters per 24 anni nonché il ruolo di
head of international finance per 5
Pedersoli e Simmons nel
finanziamento a favore di
Wide srl
Lo studio legale Pedersoli e associati
con un team guidato dal socio Alessandro Fosco Fagotto, con Annalisa
Baratto e Rosalba Pizzicato, ha assistito Banca Popolare di Milano scarl e
Elena Felici
Alessandro Fosco
Cassa di risparmio di Parma e Piacenza spa (Cariparma) nell’erogazione del
finanziamento a favore di Wide srl, società di nuova costituzione controllata
da Wise sgr spa, società di gestione del
fondo mobiliare chiuso Wisequity III,
dalla famiglia Di Iorio e dalla famiglia
Emdin. La nuova finanza sarà di supporto al perfezionamento dell’acquisizione del 100% del capitale sociale del
Gruppo Controls. Per Wide e Wise ha
agito lo studio Simmons&Simmons
con il socio Davide D’Affronto, Maria
Ilaria Griffo e Cettina Merlino.
Rocco Ferrari
parte fiscale Cbre Global Investors è
stata assistita da Pirola Pennuto Zei,
nella persona del socio Claudio Schettini, mentre il dott. Michele Iavagnilio
ha assistito Tikehau Capital Partners.
Legance ha inoltre assistito Tikehau
Capital partners nella connessa operazione di rifinanziamento di Tuttogiglio
spa, con un team guidato da Alberto
Giampieri e da Marco Iannò, coadiuvati dall’associate Alessandro Marino.
La banca finanziatrice, Crédit Agricole Cib, è stata assistita da Hogan
Lovells con un team guidato da Carlo
Massini, socio, e da Francesco Marchini, associate.
53
Pavia e Ansaldo per il
centro simulatori di volo
di Ansett Aviation Training
Lo studio legale Pavia e Ansaldo,
con i partner Elena Felici e Christian
Caserini, ha assistito Ansett Aviation
Training, fornitore indipendente di
servizi per la formazione con simulatori di volo a livello globale, nell’accordo siglato con Sea per la realizzazione
presso l’aeroporto di Malpensa di un
nuovo centro per le attività di addestramento di piloti ed equipaggi. La
nuova struttura sorgerà su di un’area
di circa 3 mila mq, in ambito aeroportuale, per la quale Aat ha sviluppato
un progetto preliminare che prevede la
realizzazione di un edificio che ospiterà
fino a quattro simulatori di volo. L’infrastruttura troverà accoglienza in un
terreno «landside» di immediato accesso dalla strada in una zona intermedia
fra i due terminal aeroportuali. Enac
ha espresso l’assenso sul progetto preliminare e a breve verranno avviate le
procedure approvative finali con tutti
gli enti coinvolti, con l’obiettivo di avviare la costruzione del centro entro
la metà del 2016. L’inaugurazione è
prevista entro il 2017.
Nctm con Universal Music
Publishing nel giudizio in
Cassazione
Nctm studio legale ha assistito e
difeso Universal Music Publishing
Group (Umpg) nel giudizio promosso
da un noto cantautore, che chiedeva
l’identificazione della durata della cessione, a un editore, del diritto di stampa di opere musicali, quali spartiti e
testi di canzoni, in un periodo massimo di 20 anni alla stregua di quanto
previsto dalla legge sul diritto d’autore
per le opere letterarie. Con sentenza
del 29 febbraio, comunica lo studio, la
Cassazione ha rigettato le richieste
principali addotte dal ricorrente, accogliendo invece le motivazioni proposte
da Universal Publishing. La Suprema
Corte ha riconosciuto che la durata
continua a pag. 54
Il nuovo magazine per donne
c o s m o p o l i t e , t r e n d s e t t e r, c u r i o s e
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54
Domenica 27 Marzo 2016
segue da pag. 53
della cessione del diritto di stampa di
opere musicali coincide con quella del
copyright, ed è quindi da calcolare in
70 anni dalla morte dell’autore. Nctm
ha assistito Universal Publishing con
il partner Lorenzo Attolico.
Cassa Renon difesa all’Antitrust
da Macchi di Cellere Gangemi
Simone Gambuto e Giordana
Aquilea, del dipartimento concorrenza
dello studio Macchi di Cellere Gangemi, coadiuvati da Lukas von Lutterotti
dello studio legale Frei - Tarfusser –
Lutterotti di Bolzano, hanno difeso la
Simone Gambuto
più grande cassa rurale del sistema
Raiffeisen dalla accusa di aver posto
in essere per oltre sette anni un’intesa unica e complessa a danno delle
PROFESSIONISTI IN CRESCITA
Dentons apre
il China desk a Milano
Lo studio legale Dentons apre
il proprio China desk in Italia, a
Milano, con l’ingresso di Claudio
Giammarino (nella foto) nel ruolo
di senior associate. Giammarino,
rientrato in Italia dopo un’esperienza di cinque anni tra Pechino
e Hong Kong dove ha lavorato
per Chiomenti studio legale, ha
maturato esperienza nell’assistere clienti cinesi che investono in
Italia e ha altresì affiancato importanti gruppi italiani nel loro
ingresso e consolidamento sul
mercato cinese. «La Cina è già
diventata una realtà tra i grandi
investitori del mercato italiano»,
ha commentato Federico Sutti, managing partner di Dentons, «l’arrivo
di Claudio Giammarino ci consente di iniziare a guardare a quel mercato
con l’intento di sfruttare anche l’incredibile piattaforma rappresentata
dai nostri 44 uffici in Cina. Non appena possibile cercheremo poi di
verificare la fattibilità di un Italian Desk in Cina».
famiglie, in particolare concordando
con altre 13 casse Raiffeisen e la omonima Federazione il tasso minimo per
i mutui ed altre condizioni commerciali. La Banca del Renon, comunica lo
studio, ha dimostrato nel merito l’infondatezza delle accuse dell’Antitrust,
provando su ogni punto di contestazione la liceità dei suoi comportamenti:
partecipazione ad incontri, scambio e
messa in comune di informazioni, limitazione dell’apertura di sedi e del
confronto concorrenziale con le altre
casse. L’Antitrust ha riconosciuto la
correttezza dei comportamenti della
Renon e comminato alle altre Casse, alla Federazione Raiffeisen e alla
Federazione Trentina della Cooperazione, sanzioni per circa 27 milioni di
euro.
Rödl & partner con il gruppo
Voss nell’acquisizione di Larga srl
Rödl & partner ha assistito la so-
cietà
Voss Fluid GmbH, appartenenc
V
te
t all gruppo Voss nell’acquisizione
del
d 100% delle quote di Larga srl.
Con
questo passo, il produttore di
C
q
qualità
di raccordi per tubi rigidi ted
desco
integra il suo programma di
p
prodotti
con altri componenti idraul
lici.
Il gruppo Voss è un gruppo att
tivo
a livello internazionale, mentre
Stefan Brandes
V
Voss
Fluid GmbH è specialista nel
settore della tecnologia di raccordo
idraulico. Il gruppo è stato assistito
dai consulenti dello studio Rödl &
partner, in particolare per gli aspetti legali da Stefan Brandes, managing partner, ed Evelyn Ziebs, associate partner, e per gli aspetti fiscali
da Birgit Rauschendorfer, associate
partner. Larga spa è stata, invece,
assistita da Giuseppe Montrasio, titolare dell’omonimo studio di ragioniere commercialista in Monza.
Gabriele Ventura
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Domenica 27 Marzo 2016
55
POLAR CAPITAL FUNDS
Comparto
Classe
di Azioni
Global Technology
CNP Alpenbank Aggressive
CNP Alpenbank Balanced
CNP Alpenbank Balanced 2
CNP Alpenbank Dynamic
CNP Alpenbank Substance
CNP CIIS Aggressivo
CNP CIIS Dinamico
CNP CIIS Equilibrato
CNP CIIS Moderato
CNP CIIS Prudente
CNP CIIS Total Return
CNP CIIS Essential
CNP CIIS Advanced
CNP Crescita
CNP Dynamic Structured Opp
CNP Equilibrato
CNP Fondo Interno Certius IV
CNP Fondo Interno Certius V
CNP Linea Aggressiva
CNP Linea Conservativa
CNP Dinamico
CNP Moderato
CNP Protezione
CNP Prudente
CNP Reddito
CNP Sviluppo
99,83
94,45
100,39
122,06
107,18
89,09
92,20
91,73
94,78
97,41
96,32
78,54
86,58
92,85
100,00
93,64
82,44
48,28
94,76
92,23
95,73
97,04
97,43
98,30
94,08
21/03/2016
21/03/2016
21/03/2016
21/03/2016
21/03/2016
21/03/2016
21/03/2016
21/03/2016
21/03/2016
21/03/2016
21/03/2016
21/03/2016
21/03/2016
21/03/2016
20/01/2016
21/03/2016
21/03/2016
21/03/2016
21/03/2016
21/03/2016
21/03/2016
21/03/2016
21/03/2016
21/03/2016
21/03/2016
NAV
EUR
GBP
USD
21,42 23/03/2016
16,9600 23/03/2016
23,9300 23/03/2016
Healthcare Opportunities
EUR
GBP
USD
Polar Japan Fund
USD
GBP
JPY
UK Absolute Return Class A EUR
Class A GBP
Class A USD
Class I EUR
Class I GBP
Class I USD
20,34
16,1100
22,7300
19,13
13,6100
2160,4200
12,22
10,2523
16,5042
12,5050
10,4927
16,8911
23/03/2016
23/03/2016
23/03/2016
24/03/2016
24/03/2016
24/03/2016
18/11/2013
18/11/2013
18/11/2013
18/11/2013
18/11/2013
18/11/2013
www.polarcapital.co.uk
NATIONALE SUISSE VITA
Gruppo HELVETIA
FONDI PENSIONE APERTI
Valori al
PREVISUISSE-Crescita-MAIN
PREVISUISSE-Dinamica-MAIN
PREVISUISSE-Garanzia-MAIN
Valori in Euro
29/02/2016
15,21
13,94
16,16
MetLife Europe Limited
Rappresentanza Generale per l’Italia
Via Andrea Vesalio n. 6
00161 Roma
1,296
MetLife Protezione in Crescita 80%
1,202
MetLife Protezione in Crescita 90%
1,091
Alico Aper.Indiciz.Ita
23/03/16
BANCASSICURAZIONE
UNIT LINKED
UNIDESIO 760071
12,189
18/03/2016
UNIDESIO 760129
12,189
18/03/2016
UNIDESIO 760186
11,3600
18/03/2016
UNIDESIO 760072
12,201
18/03/2016
UNIDESIO 760130
10,8580
18/03/2016
UNIDESIO 760187
11,8400
18/03/2016
UNIDESIO 760073
12,216
18/03/2016
UNIDESIO 760139
11,965
18/03/2016
UNIDESIO 760189
11,9130
18/03/2016
UNIDESIO 760075
13,045
18/03/2016
UNIDESIO 760140
12,0100
18/03/2016
UNIDESIO 760191
10,464
18/03/2016
UNIDESIO 760078
11,5290
18/03/2016
UNIDESIO 760147
12,0200
18/03/2016
UNIDESIO 760192
11,8210
18/03/2016
UNIDESIO 760080
11,6690
18/03/2016
UNIDESIO 760149
11,9560
18/03/2016
UNIDESIO 760193
12,0560
18/03/2016
UNIDESIO 760082
11,5130
18/03/2016
UNIDESIO 760150
11,962
18/03/2016
UNIDESIO 760201
11,465
18/03/2016
UNIDESIO 760085
10,812
18/03/2016
UNIDESIO 760156
10,260
18/03/2016
UNIDESIO 760202
12,145
18/03/2016
UNIDESIO 760088
12,2410
18/03/2016
18/03/2016
18/03/2016
18/03/2016
12,4400
13,0920
12,4240
UNIDESIO 760157
UNIDESIO 760203
UNIDESIO 760091
18/03/2016
18/03/2016
18/03/2016
10,8110
10,574
11,9400
UNIDESIO 760205
UNIDESIO 760095
UNIDESIO 760159
18/03/2016
18/03/2016
04/03/2016
10,9110
11,1170
11,597
UNIDESIO 760206
UNIDESIO 760096
UNIDESIO 760160
UNIDESIO 760163
10,0400
18/03/2016
UNIDESIO 760210
12,240
18/03/2016
UNIDESIO 760169
12,905
18/03/2016
UNIDESIO 760216
10,990
18/03/2016
UNIDESIO 760170
11,905
18/03/2016
UNIDESIO 760229
11,147
18/03/2016
UNIDESIO 760234
10,110
18/03/2016
UNIDESIO 760235
10,082
18/03/2016
UNIDESIO 760243
9,577
18/03/2016
UNIDESIO 760098
12,417
18/03/2016
UNIDESIO 760099
11,727
18/03/2016
UNIDESIO 760102
11,305
18/03/2016
UNIDESIO 760104
11,1020
18/03/2016
UNIDESIO 760174
12,1990
18/03/2016
UNIDESIO 760105
10,6810
18/03/2016
UNIDESIO 760179
11,699
18/03/2016
UNIDESIO 760106
11,9410
18/03/2016
UNIDESIO 760180
11,8750
18/03/2016
11,431
18/03/2016
6,739
11,4000
18/03/2016
18/03/2016
UNIDESIO 760109
11,5760
18/03/2016
UNIDESIO 760183
UNIDESIO 760125
12,145
18/03/2016
UNIDESIO 760185
0,763
AZZOAGLIO DINAMICO
AZZOAGLIO EQUILIBRATO
UNIDESIO PRUDENTE
UNIDESIO MODERATO
UNIDESIO ATTIVO
UNIDESIO VIVACE
OBBLIGAZIONARIO MISTO
AZIONARIO EURO
AZIONARIO GLOBALE
BILANCIATO
CONSERVATIVE
BOND MIX
5,620
6,796
11,600
11,923
12,331
12,288
10,633
9,040
12,068
11,900
10,345
10,723
18/03/2016
18/03/2016
18/03/2016
18/03/2016
18/03/2016
18/03/2016
18/03/2016
18/03/2016
18/03/2016
18/03/2016
18/03/2016
18/03/2016
23/03/16
1,107
Alico Liquidita’
23/03/16
AZZOAGLIO CONSERVATIVO
DUAL INDEX - 2012
102,222
23/03/2016
DUAL INDEX - 2013
100,799
23/03/2016
INDEX EURO DIVIDEND - 2013
106,138
23/03/2016
INDEX EuroCrescita 2014
98,985
23/03/2016
INDEX TOP DIVIDEND 2013
107,791
23/03/2016
107,886
23/03/2016
BALANCED
11,764
18/03/2016
GLOBAL EQUITY
14,231
18/03/2016
UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE
10,294
18/03/2016
UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE
11,145
18/03/2016
UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO
11,586
18/03/2016
UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE
14,924
18/03/2016
OBBIETTIVO 03/2021
9,772
18/03/2016
OBBIETTIVO 05/2021
10,242
18/03/2016
HIGH DIVIDEND
8,804
18/03/2016
MEGATREND
7,909
18/03/2016
INDEX LINKED
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13,744
13,513
14,064
17/03/2016
17/03/2016
17/03/2016
12,165
12,624
12,361
13,207
13,508
13,639
13,058
13,280
14,343
29/02/2016
29/02/2016
29/02/2016
29/02/2016
29/02/2016
29/02/2016
29/02/2016
29/02/2016
29/02/2016
FPA - LINEE
Alico Prot.Trim. Eur
23/03/16
1,083
Alico R. Prudente
23/03/16
1,193
EUROSTOXX 50 - 2012
Alico Prot.Trim. Usa
23/03/16
1,089
Alico R. Crescita
23/03/16
1,090
LINEA 1
LINEA 1 - FASCIA A
LINEA 1 - FASCIA B
LINEA 2
LINEA 2 - FASCIA A
LINEA 2 - FASCIA B
LINEA 3
LINEA 3 - FASCIA A
LINEA 3 - FASCIA B
CANALE AGENTI E BROKER
INDEX LINKED
HELVETIA EUROCRESCITA
Alico Gest.Bilanc.Glob
23/03/16
1,355
Alico R. Multi Comm.
23/03/16
UNIT LINKED - FONDI INTERNI
94,625
23/03/2016
0,385
ATTIVO SPECIFICO
Alico Gest.Azion.Glob
23/03/16
1,369
Alico Multi Comm.
23/03/16
0,406
HELVETIA QUATTRO.10
99,069
23/03/2016
HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2013
105,660
23/03/2016
HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2014
HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE
96,937
12,330
23/03/2016
22/03/2016
PIP - FONDI INTERNI
HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY
HELVETIA WORLD EQUITY
Alico Gest.Bilanc.Eur
23/03/16
1,356
Alico Sec. Acc. 2016
23/03/16
1,054
Alico Gest.Azion. Eur
23/03/16
1,329
Alico Sec. Acc. 2017
23/03/16
1,064
Alico Aper.Indiciz.Eur
23/03/16
0,982
Alico Long Investment
23/03/16
0,788
23/03/16
1,714
Alico Agriculture
23/03/16
216,400
22/03/2016
HELVETIA WORLD BOND
243,790
22/03/2016
HELVETIA GLOBAL BALANCED
172,610
22/03/2016
HELVETIA GLOBAL EQUITY
126,740
22/03/2016
LINEA GARANTITA
12,443
29/02/2016
LINEA BILANCIATO
13,557
29/02/2016
FPA - LINEE
12,870
22/03/2016
LINEA OBBLIGAZIONARIO
13,402
29/02/2016
155,400
22/03/2016
LINEA AZIONARIO
9,843
29/02/2016
www.helvetia.it
Il resto,
scopritelo da voi.
UNIT LINKED
Valori al 24/03/2016
Alico Aper.Indiciz.Usa
HELVETIA EUROPE BALANCED
UNIT in EURO
0,403
Ivy Gl.Investors Asset Strat.A
EUR 1388,26
Quality
Progress
Maximum
Global Equity
Global 100
Flex Equity 100
Opportunità Reddito
Opportunità Reddito Plus
Opportunità Crescita
Opportunità Crescita Plus
DATA
PREZZO
16/03/2016
16/03/2016
16/03/2016
16/03/2016
16/03/2016
16/03/2016
16/03/2016
16/03/2016
16/03/2016
16/03/2016
7,558
6,8230
5,4010
5,8420
5,2320
11,478
4,915
4,633
4,927
4,621
EUROVITA ASSICURAZIONI S.p.A.
Alico Aper.Indiciz.Glo
23/03/16
1,330
Alico Metals
www.metlife.it
23/03/16
0,410
Via dei Maroniti, 12 - 00187 - Roma
Tel. 06 474821
www.eurovita.it
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