1 1.3. Nuove tecnologie e futuro dell`educazione L`introduzione

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1 1.3. Nuove tecnologie e futuro dell`educazione L`introduzione
1.3. Nuove tecnologie e futuro dell’educazione
L’introduzione massiccia delle nuove tecnologie nei processi di comunicazione sta
assumendo le caratteristiche di una vera e propria rivoluzione, in grado di trasformare
radicalmente gli scenari della formazione. Il fenomeno maggiormente alla ribalta è
indubbiamente l’affermazione ricreativo-culturale e commerciale di INTERNET, ma non molti
sembrano ancora in grado di cogliere la portata effettiva di ciò che sta avvenendo.
L’elemento di novità connesso con questa rivoluzione non riguarda infatti soltanto la quantità
delle informazioni a cui è possibile accedere, il basso costo della trasmissione delle notizie e
la sua velocità, ma anche (e forse principalmente, da un punto di vista pedagogico) la
progressiva trasformazione dell’utente in protagonista dei propri messaggi e, in definitiva,
della propria formazione 1.
Alla base di tale rivoluzione si pone, innanzitutto, l’avvento del personal computer e di
programmi per la sua utilizzazione di tipo estremamente “amichevole”, giocati cioè sull’uso di
interfacce grafiche che rendono immediatamente utilizzabile lo strumento anche a chi non
possiede competenze di informatica. In secondo luogo, si può collocare l’arrivo sul mercato
dei cosiddetti ipertesti, nei quali le informazioni (testi scritti, immagini, suoni...) sono
organizzate non secondo la classica successione lineare del libro, bensì secondo
un’impostazione di tipo reticolare che consente al lettore di individuare e praticare propri
personali percorsi di lettura2 secondo logiche individualizzate e personalizzate. In terzo luogo,
e con effetti ancor più dirompenti, si possono porre le tecnologie della telematica che
assicurano la possibilità di accedere a banche dati sconfinate e di dialogare con il mondo
restando a casa propria. In un mondo che, realizzando la profezia di McLuhan3, diventa
davvero un “villaggio globale”.
Sul piano educativo, l’utilizzazione di questi strumenti consente la trasformazione del
computer da assistente del docente nella conduzione di percorsi che rimangono di natura
sostanzialmente istruttiva in “utensile cognitivo”, in strumento nelle mani dell’allievo, utilizzabile
1
Molto interessante l’analisi condotta in proposito da R.Maragliano, Manuale di didattica
multimediale, Bari, Laterza, 1993.
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Secondo Maragliano, gli ipertesti “non rappresentano soltanto le frontiere avanzate
dell’intelligenza, ma anche e soprattutto il campo di simulazione-generazione delle dinamiche
generali, più profonde ed elementari, del conoscere e del sentire”. Cfr.: R.MaraglianoO.Martini-S.Penge (a cura di), I media e la formazione, Roma, La Nuova Italia Scientifica,
1994, p.56.
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anche al di fuori della guida del docente per la conduzione di percorsi educativi di tipo
costruttivo 4 largamente autogestiti dal soggetto. E’ un elemento, questo, che non può non
mettere profondamente in crisi il sistema educativo tradizionale e, in particolare, il sistema
scolastico e il ruolo dell’insegnante. Di fatto, sotto la spinta delle nuove tecnologie della
comunicazione il contesto fondamentale dell’educazione, scolastica ed extrascolastica,
sembra diventare in modo crescente il mondo di vita privato e personale del singolo. Di
conseguenza, anche se in qualche modo può apparire un paradosso, la qualità
dell’esperienza formativa del singolo cittadino sembra sempre più dipendere dalla sua
soggettiva capacità/possibilità di entrare in contatto con “reti” culturali diverse, tutte
apparentemente extraterritoriali o comunque territorialmente decontestuate. In definitiva, le
nuove tecnologie e i loro “padroni”, apparentemente neutrali ed extraterritoriali, si
propongono quindi non solo come un nuovo strumento, ma come il contesto e la struttura
fondamentale della formazione.
Se tutto questo è vero, diventa quanto mai urgente avviare una riflessione
“pedagogica” molto approfondita sui modi di essere e di funzionare delle nuove tecnologie
della comunicazione e della informazione e attivare di pari passo radicali trasformazioni
dell’ambiente educativo tradizionale.
In questa sede, intendiamo limitarci a fornire una breve panoramica di ciò che
costituisce una risorsa già largamente disponibile a tutti, gli strumenti della multimedialità e
della telematica5, tralasciando quindi prospettive più sofisticate, quali quelle peraltro già
offerte dalla realtà virtuale e dai modelli di simulazione.
1.3.1. Multimedialità e ipertesti
La multimedialità è rappresentata dall’utilizzo congiunto, in uno stesso testo o
messaggio, di mezzi di comunicazione diversi al fine di suscitare un coinvolgimento
dell’interlocutore e favorirne la motivazione, oltre a fornire strumenti e abilità per conoscere
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Cfr., fra l’altro, M.McLuhan, Gli strumenti del comunicare, Milano, Il Saggiatore, 1967.
Per un approfondimento dell’analisi di questa trasformazione si veda: A.Calvani, Manuale di
tecnologie dell'educazione, Pisa, ETS, 1996. Si veda inoltre, V.Midoro-G.Olimpo-D.Persico,
Tecnologie didattiche, Pescara, Menabò edizioni, 1996.
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Nella stesura di questa parte si è fatto largo riferimento a: E.Giliberti, Multimedialità e nuove
tecnologie in un modello di formazione iniziale, Bologna, SINFORM-Regione
Emilia/Romagna, in pubbl.
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ed esplorare la realtà in un modo nuovo. La forza innovativa di un supporto formativo
multimediale risiede prima di tutto nella possibilità di utilizzare al meglio i mezzi e le
rappresentazioni “tradizionali” della conoscenza (testi, immagini, filmati), fornendo all’utente
uno strumento per raggiungere in breve tempo una grande quantità di informazioni; inoltre, e
questo è l’aspetto più innovativo con il quale confrontarsi, la multimedialità mette in azione
meccanismi di associazione, scoperta e simulazione che rendono il processo formativo più
completo e simile, virtualmente, ad un’esperienza vissuta in prima persona.
Introdurre la multimedialità in un processo formativo significa dunque ampliare ma
soprattutto ridefinire l’insieme dei linguaggi e degli strumenti adatti a veicolare un messaggio
o un contenuto. La multimedialità in questo senso è la capacità di coniugare sorgenti
informative diverse (scritte, orali, iconografiche, musicali) con mezzi di rappresentazione
diversi (visivi, sonori, ma anche tattili) per costruire un’esperienza formativa più completa e
coinvolgente. È possibile utilizzare la parola scritta insieme alla parola orale, alla musica, al
suono, all’immagine, per rendere un’idea, un’azione, un sapere più vicino all’esperienza di chi
utilizza il supporto multimediale.
La multimedialità è diventata esperienza diffusa con l’avvento degli ipertesti
multimediali. Con il termine “ipertesto” intendiamo, come abbiamo già accennato, una serie
di blocchi informativi relativi a blocchi di informazione connessi gli uni agli altri attraverso
collegamenti (link) in modo da formare una struttura reticolare, leggibile secondo sequenze
non lineari. La struttura a blocchi di informazione, chiamati “nodi”, ha la caratteristica di
permettere all’utente di procedere in una lettura dei contenuti attraverso un cammino di
esplorazione che lo porta ad attraversare l’intero insieme dei nodi senza una sequenza
precisa e stabilita dall’autore.
La tecnologia del personal computer permette di effettuare in modo semplice ed
immediato la consultazione di un testo collegato ad un altro, semplicemente attraverso
l’azione del mouse. L’ipertesto permette al lettore di muoversi al suo interno in modo libero,
senza uno schema prestabilito, agendo a piacere sui link di ciascuna pagina e raggiungendo
immediatamente l’informazione desiderata. Questa caratteristica rende la struttura delle
pagine e dei collegamenti che le uniscono simile ad una ragnatela, a una rete di collegamenti
fra i nodi. La struttura reticolare è per sua natura non sequenziale (non ha un inizio né una
fine, e tantomeno un percorso stabilito in modo univoco) e non prevede un “centro di
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attenzione” definito: è il lettore a costruire il proprio percorso, ponendo l’attenzione sui
contenuti che via via si rivelano per lui più interessanti. La metafora che meglio di tutte
descrive la lettura di un ipertesto è quella della “navigazione”: non esistono vincoli, e la rotta
può essere ridefinita istante per istante dal lettore.
Il grado di strutturazione di un ipertesto è la sua caratteristica in base alla quale il
lettore si trova più o meno libero dai vincoli dell’autore; è in funzione della grandezza delle
pagine e del numero dei link a partire da ciascuna di esse: un ipertesto con poche pagine
molto grandi e con pochi link rende il lettore meno libero di navigarvi attraverso, riducendone
le scelte. Rispetto ad un testo tradizionale è possibile inserire con maggiore libertà
informazioni e commenti che potrebbero essere funzionali a lettori diversi. Questo permette
l’inclusione di una pluralità di opinioni e di punti di vista, a vantaggio di una visione più
profonda e completa di un argomento.
1.3.2. Gli strumenti della telematica
Per telematica si intende l’utilizzazione congiunta del concetto e degli strumenti della
telecomunicazione con quelli dell’informatica. Dall’incrocio di queste due dimensioni
scaturiscono diverse possibilità, tutte estremamente rilevanti sul piano dei loro risvolti
pedagogici: esaminiamo in particolare alcune delle prospettive offerte dalle reti telematiche
o, per semplificare, da quella che oggi è “la” rete: Internet.
Internet è un sistema di comunicazione telematica che permette il trasferimento di
informazioni attraverso la rete telefonica. Il servizio che offre è essenzialmente quello di
fornire un “formato” univoco per la codifica e il trasferimento dei dati (il protocollo) che
possono così essere scambiati da tutti i computer che si adeguano a questo formato. Ogni
utente, attraverso un computer e una linea telefonica, può collegarsi a Internet attraverso un
provider (un “fornitore di servizi” che con il pagamento di un abbonamento si pone come
tramite fra l’utente e la rete), riceve un indirizzo (una sorta di “numero telefonico”) e una
propria “password”. Da questo momento può entrare in comunicazione potenzialmente con
tutti gli altri utenti attraverso una serie di servizi: vediamone alcuni nel dettaglio.
a. Posta elettronica (e-mail): è la funzione che permette, analogamente al normale servizio
postale, di fare giungere ad un destinatario un messaggio o di riceverlo. Le peculiarità
della posta elettronica sono la velocità (pochi minuti per raggiungere tutto il mondo), la
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versatilità (attualmente si possono mandare tutti i dati che risiedono su un computer) e
l’economia (il costo è compreso nel pacchetto di servizi offerti dal provider). Altri aspetti
che rendono la posta elettronica molto versatile sono la possibilità di risposta automatica
al mittente di un messaggio, di reindirizzamento e di spedizione di uno stesso messaggio
a destinatari multipli.
b. Mailing list: è la possibilità di inviare messaggi in copia a vari destinatari e permette la
creazione di riviste elettroniche (e-zines) con tirature elevate e costi di diffusione nulli. Chi
vuole iscriversi ad una mailing list non deve fare altro che comunicare il proprio recapito di
posta elettronica al gestore della lista, che provvederà ad aggiungerlo all’elenco degli
iscritti: da quel momento risulterà collegato e riceverà tutti i messaggi (o numeri della
rivista).
c. Gruppi di discussione (newsgroup): costituiscono una modalità alternativa all’e-mail per
esprimere il proprio pensiero in rete. Il modello è quello di una bacheca virtuale, con
spazio potenzialmente illimitato, in cui gli utenti possono lasciare “appeso” il proprio
messaggio. Gli argomenti trattati sono i più vari, e i newsgroup sono attualmente circa
30.000; in Italia l’espansione è continua e si contano già centinaia di gruppi in lingua
italiana, classificati con il prefisso “it”.
d. Trasferimento dati contenuti in file: la funzione di trasferimento dati (FTP, File Transfer
Protocol) consente il trasferimento automatico dei dati da e verso un qualsiasi computer
della rete semplicemente effettuando il collegamento e impostando la procedura. Il
collegamento FTP dà la possibilità di gestire i file su di un computer remoto proprio come
se fossero presenti nel computer su cui si opera. Per questo tipo di processo non è
importante il formato dei dati che può essere qualsiasi: immagini, suoni, grafici possono
viaggiare con la stessa facilità.
e. Telnet e l’accesso ad un sistema remoto: con questa funzione è possibile agire su un
computer remoto come se fosse il nostro sistema locale, accedendo alla sua potenza di
calcolo. Tutte le risorse del computer possono essere utilizzate, anche se di solito occorre
una password che il gestore del sistema comunica solo agli utenti abilitati a modificare i
dati. Può essere possibile anche un accesso libero ad alcuni dati e programmi, in
modalità di sola lettura: questo sempre al fine di garantire l’integrità del sistema e
assicurare una protezione contro le manomissioni.
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f. World Wide Web (WWW): Il World Wide Web, o rete globale, è l’insieme delle pagine che
gli utenti della rete rendono disponibili in un formato ipertestuale standard. Un utente (ma
può essere un’azienda, un’università…) che voglia rendersi visibile attraverso la rete può
contattare il proprio provider che per avere a disposizione un indirizzo e uno spazio su cui
depositare le proprie informazioni. Queste informazioni permettono a tutti gli utenti che
vogliano collegarsi a quell’indirizzo di leggere la pagina, con tutti i suoi suoni, immagini,
filmati, così come l’autore l’ha costruita. Poiché la diffusione di informazioni sul web è
aumentata decisamente negli ultimi anni, è sempre più utile poter disporre di uno spazio in
questa sorta di “palcoscenico globale”, in quanto le informazioni in esso “pubblicate”
saranno accessibili immediatamente da tutto il mondo. La possibilità di rendere queste
pagine interattive e modificabili apre una serie di possibilità al mondo dell’educazione, ad
esempio, nella gestione dei progetti di formazione a distanza.
g. Motori di ricerca: la reperibilità delle informazioni costituisce uno dei limiti maggiori della
rete. Un motore di ricerca è essenzialmente uno strumento che permette di ricercare in
modo selezionato informazioni contenute nella rete. La bontà di un motore è costituita
essenzialmente dalla sua potenza e dalla sua capacità di discriminare le informazioni.
1.3.3. Le implicazioni pedagogiche delle nuove tecnologie
Dal punto di vista pedagogico, le nuove tecnologie si propongono nello stesso tempo
come enorme risorsa e come grande rischio. Esaminiamo esemplificativamente le
potenzialità e i problemi pedagogici della rete e della comunicazione in rete.
L’idea che un gruppo di persone possano accedere ad un servizio fornito da un
gestore centrale è abbastanza consolidata: è ciò che avviene nella maggioranza dei casi nei
servizi pubblici. La struttura diventa reticolare quando il gestore centrale mette a disposizione
degli utenti la possibilità di comunicare fra loro direttamente, rendendo esclusivamente
veicolare la propria funzione di gestore. L’esempio tipico di un servizio di questo tipo è la
rete telefonica: ogni utente può raggiungere tutti gli altri in modo assolutamente diretto, anche
se di fatto la comunicazione passa attraverso il sistema centrale e rimangono peraltro
presenti e utilizzabili servizi tipicamente centrali (ad esempio, le informazioni sull’elenco
abbonati).
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La forza di un approccio di questo tipo sta nella possibilità di avere la comunicazione
diretta fra tutti gli utenti, e in più l’accesso alle risorse “centrali” come se fossero a
disposizione di ciascuno. Ciò permette ad ogni utente di svolgere il proprio compito nella
sede locale che preferisce, ma di poter usufruire delle informazioni, delle risorse e del
supporto proveniente della sede centrale dei servizi. L’introduzione di strumenti per un
modello di comunicazione reticolare comporta un ampliamento delle possibilità comunicative
e una modifica della struttura informativa, con conseguenze immediate sul processo di
socializzazione e sulle modalità di acquisizione e di produzione di cultura.
Il processo di socializzazione è il primo aspetto ad essere modificato. La possibilità di
accedere da casa attraverso Internet alle risorse di innumerevoli centri di informazione (o
anche di specifici centri di formazione) e di scambiare messaggi con altri utenti rappresenta
una forma di socializzazione alternativa. La possibilità di interagire con diversi soggetti
attraverso un mezzo nuovo, che si aggiunge a quelli più tradizionali, consente all’utente di
sperimentare una forma di comunicazione che lo pone all’interno di una rete mondiale.
Da parte loro, le dimensioni dell’acquisizione di conoscenze e dell’autonoma
elaborazione culturale ricavano pure un forte vantaggio dall’utilizzo delle nuove tecnologie
della telematica. Al di là del loro costituire una risorsa quantitativa enorme, esse presentano il
vantaggio di far leva sulla motivazione personale: l’utente utilizza le nuove tecnologie a sua
disposizione per completare un percorso che ha scelto e per il quale si sente responsabile.
L’ampliamento dei confini della comunicazione (ad esempio attraverso la partecipazione a
gruppi di discussione, o lo scambio di posta elettronica con altri utenti di altri Paesi) può
costituire la motivazione all’apprendimento della lingua inglese. Nel lavoro in rete
(networking), l’utente si trova ad interagire con diversi soggetti, geograficamente anche molto
distanti, che partecipano e collaborano a costruire un progetto unico, concordato e
coordinato, che rappresenta l’insieme degli sforzi di tutti i partecipanti.
Tutto questo comporta ovviamente dei problemi. Un rischio, ad esempio, è
rappresentato dalla modificazione del processo di costruzione dell’identità, di percezione di
sé, soprattutto in riferimento a termini come “rete globale”, “panorama globale”, “mercato del
lavoro globale”. Il sé è tale rispetto agli altri: la quantità e la contemporanea inesistenza fisica
degli altri risulta una novità, un cambiamento di prospettiva che può fare perdere i riferimenti.
Esiste inoltre il problema del possesso delle coordinate necessarie per un approccio
graduale alle possibilità offerte da Internet. In particolare la caratteristica di Internet di offrire
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molto di più del necessario, in qualsiasi campo e per qualsiasi funzione, si risolve spesso in
una frustrazione per l’utente che, ammesso che ne abbia gli strumenti, si ritrova a dover
faticosamente scegliere e recuperare un’informazione rilevante in mezzo ad un insieme
colossale di altri dati inutili.
In definitiva, l’esplosione delle nuove tecnologie della comunicazione e della
informazione è un tipico aspetto della società post-moderna. Il suo primo risultato consiste
nella tendenziale rottura di ogni sistema formativo fondato su principi ispirativi unitari e nella
“consegna” del percorso di formazione al campo delle scelte individuali. Questa situazione
presenta alcuni elementi indubbiamente positivi, ma produce altrettanti problemi:
??il problema (o il rischio) del possibile isolamento dell’individuo all’interno di modelli di
socializzazione esclusivamente virtuali;
??il problema (o il rischio) del nascere di tante “biografie” formative individuali o di piccolo
gruppo apparentemente al di fuori da qualsiasi controllo sociale.
Ma c’è anche il grande problema di chi determina in realtà queste solo
apparentemente autonome “biografie”. Come sempre, dietro la deregolazione della postmoderna società telematica si può nascondere, in modo più o meno esplicito e raffinato,
qualcuno con forti interessi a tirare le fila. Il rischio è allora quello di trovarsi di fronte a milioni
di biografie che si dichiarano individualizzate e personalizzate, ma che in realtà risultano
essere del tutto suddite e funzionali rispetto a nuove ideologie autoritarie, di tipo culturale,
politico, economico.
Per affrontare compiutamente questo rischio è necessario che la riflessione
pedagogica ed il sistema formativo, nelle sue dimensioni scolastiche ed extrascolastiche,
raccolgano fino in fondo la sfida delle nuove tecnologie lavorando nella prospettiva di rendere
ogni cittadino “padrone attivo” delle loro procedure6.
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Il compito è arduo anche per la presenza di notevoli “resistenze” presso la classe docente.
Come ricorda Calvani “tra educazione e tecnologia esistono numerosi ostacoli e
fraintendimenti (...): scarsa familiarità con apparati scientifico-tecnologici per chi proviene da
una formazione umanistica; residui culturali, ad esempio di derivazione idealistica, che
portano a contrapporre attività spirituali ed attività pratiche con scarsa considerazione per le
seconde; paura di riduzionismi e meccanicismi; constatazione di fallimenti di esperienze
tecnologiche passate, ad esempio di istruzione programmata; paura di disumanizzazione,
disgregazione, frammentazione dinanzi alla pervasività dei media” in A.Calvani, Manuale di
tecnologie dell'educazione, op. cit., p. 45.
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