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DIPLOMAZIA
Disciplina
da campo
per diplomatici
Se i diplomatici sono soldati che “fanno la guerra
con altri mezzi” (il detto di von Clausewitz vale,
sul piano logico, per entrambe le categorie)
ne consegue che…
di Luis Foyle
L
a diplomazia è un’arte antica. Almeno
quanto la guerra, che la diplomazia precede e poi segue.
Mentre abbonda la letteratura sulla preparazione e sulle abitudini
più idonee ai soldati, si dà
per scontato che quanti si
occupano dei rapporti fra
nazioni non necessitino di
un addestramento fisico
adeguato.
Poiché l’attività del diplomatico non è meno importante di quella del soldato, questa lacuna è
difficilmente spiegabile,
considerato anche che la
diplomazia presenta requisiti specifici in fatto di formazione.
Un esempio: la necessità di mantenere un ragionevole livello di vigilanza
mentale, con il conseguente bisogno di dormire
in modo accettabile malgrado lo stress del lavoro
e delle cene ufficiali.
I moderni manuali di igiene, puritani non
meno che prescrittivi, non sono di grande aiuto:
si limitano a consigliare di non indulgere in com-
numero 51 gennaio/febbraio 2014
portamenti a rischio. I saggi consigli vanno dunque cercati nel passato.
Jean Anthelme Brillat-Savarin (1755-1826),
musicista, scrittore, avvocato e uomo politico
francese, inventò, per dirla in sintesi, il concetto
moderno di gastronomo epicureo. La sua Physiologie du goût (Fisiologia del gusto) fu pubblicata
nel dicembre 1825, due mesi prima della sua
morte, e da allora le ristampe non sono cessate.
L’opera è notevole e contiene perle di saggezza, dalle profonde riflessioni sui formaggi
(“Un dessert senza formaggio è una bella
donna con un occhio solo”) all’invenzione
della prima dieta “a basso tenore di carboidrati”. Questa si fonda su una constatazione:
“gli animali carnivori non diventano mai grassi
(pensiamo ai lupi, agli
sciacalli, agli uccelli predatori, ai corvi ecc.)”,
mentre gli erbivori “ingrassano rapidamente se
nutriti con patate, granaglie e farine di qualsiasi
genere”.
Ma alcune delle sue
parole più alate, BrillatSavarin le riserva al tema
del sonno:
“L’uomo che ha riflettuto sulla sua esistenza fisica… prepara
con saggezza il suo riposo, il suo sonno e i
suoi sogni.
“Suddivide il suo lavoro in modo da evitare l’eccesso; lo
rende più leggero variandolo con discernimento, e rinfresca le sue facoltà per
mezzo di brevi intervalli di riposo che gli
danno sollievo senza interrompere
quella continuità talvolta doverosa.
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MAGNUM/CONTRASTO/MARC RIBOUD
DIPLOMAZIA
“Se, durante il giorno, gli occorre un
riposo più lungo, vi si abbandona soltanto in posizione seduta; si rifiuta al
sonno, a meno di non esserne invincibilmente sopraffatto...
“Quando la notte porta con sé l’ora del
riposo, si ritira in una camera ben arieg38
giata, non si circonda di tende che gli farebbero respirare cento volte la stessa
aria, e si guarda bene dal chiudere le imposte, così da poter essere confortato da
un barlume di luce ogniqualvolta i suoi
occhi si schiudano.
“Si adagia in un letto leggermente rialzato dalla parte della testa… il suo busto
non è schiacciato sotto il peso delle coltri; ma ha cura di tenere i piedi al caldo.
“Ha mangiato con discernimento… ha
bevuto i vini migliori e, con prudenza,
anche i più famosi. Al dessert, ha parlato più di galanterie che di politica e ha
fatto più madrigali che epigrammi. Ha
preso una tazza di caffè, se la sua costituzione si presta, e ha accettato, dopo
qualche istante, una cucchiaiata di ottimo liquore, soltanto per profumarsi la
bocca. In tutto si è mostrato un amabile
commensale… pur senza oltrepassare,
se non di poco, i limiti della necessità.
“In questo stato si corica contento di
sé e degli altri, i suoi occhi si chiudono;
attraversa il crepuscolo e sprofonda, per
qualche ora, nel sonno assoluto.
“Ben presto la natura ha esatto il suo
tributo; l’assimilazione ha preso il posto
delle perdite. Gradevoli sogni vengono a
dargli un’esistenza misteriosa; vede coloro che ama, ritrova le occupazioni preferite; e viene trasportato nei luoghi
dove si è deliziato.
“Finalmente avverte il sonno dissiparsi gradualmente e rientra in società
senza aver motivo di rimpiangere il
tempo perduto, perché, anche nel sonno,
ha goduto di un’attività senza fatica e di
un piacere senza commistione”.
Luis Foyle è un ex diplomatico e giornalista che
scrive regolarmente di politica estera.
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