La leadership delle cicogne La democrazia dei babbuini
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La leadership delle cicogne La democrazia dei babbuini
Perché i pinguini si tuffano in mare uno dopo l'altro? Perché i salmonirisalgonoifiumiin gruppi? Perché molli volalili si muovono nella stessa direzione? Ci sonoragionidi sopravvivenza e ragioni di «comando». Ma «comandanti» si nasce o si diventa? Ecco che cosa succede in natura La leadership delle cicogne La democrazia dei babbuini Nuovi studi analizzano i comportamenti sodali di branchi e stormi Pesci euccelli che aspirano aessere capi sonounpo egoisti, tra gMefanti prevalgono l'empatiaeil senso di responsabilità di GIUSEPPE REMUZZI mmaginiamo di vedere uno stormo di cicogne che migra, o un gruppo di pinguini che si tuffano in mare uno dopo l'altro, o un branco di salmoni risalire un fiume. Colpisce vederli tutti insieme fare sostanzialmente la stessa cosa. Ma perché lo fanno e come si sono organizzati? È una questione di sopravvivenza: ciascuna cicogna da sola in Africa non ci arriverebbe mai e salmoni che risalissero i fiumi ciascuno per conto proprio sarebbero facile preda degli orsi. Questi animali nascono per vivere in gruppo. Ma il gruppo è fatto di individui e ciascuno — sulle scelte da fare: per esempio dove andare, o che cosa fare dopo — ha le sue preferenze. Se però ognuno fa quello che gli pare, il gruppo si dissolve in men che non si dica e allora addio vantaggi dello stare insieme. Il problema si risolve con un leader, ciascuno lascia da parte le sue preferenze e segue un leader. Benissimo, ma leader si nasce o si diventa? Uno sarebbe indotto a pensare che chi è destinato a essere leader abbia un corredo genetico che lo porti a essere dominante o carismatico o quantomeno abbia maggiori conoscenze degli altri, o che sappia comunicare in modo più efficace. Non è così. Rufus Johnstone e Andrea Manica del dipartimento di Zoologia dell'Università di Cambridge in Inghilterra — lo studio è stato pubblicato su «Proceedings of the National Academy of Sciences» — hanno scoperto che chi sarà leader è quasi sempre qualcuno che tende a fare quello che vuole senza curarsi di quello che vorrebbero fare gli altri. Insomma la leadership è un tratto della personalità anche se non è ancora chiaro com'è che nel corso dell'evoluzione certi individui arrivino a quella personalità lì. I geni c'entrano senz'altro, ma c'è sicuramente dell'altro. I Gli scienziati hanno anche visto che non basta che uno sia portato a fare comunque quello che gli pare, intrinsic leadership; per diventare effettivamente il leader di un gruppo bisogna che sia anche capace di imporre le sue scelte agli altri, effective leadership. E questo dipende più dalle circostanze che dalla personalità di ciascuno. Proprio Johnstone e Manica in un lavoro di qualche anno fa avevano già notato che lo stesso individuo può essere leader in un certo ambiente ma finire per essere uno dei tanti che seguono il capo in un contesto sociale diverso. Capita perfino che un animale che non avrebbe l'inclinazione a essere leader lo diventi de facto: in un gruppo dove nessuno ha la personalità del capo, chi non sarebbe intrinsic leader per attitudine può diventare in certe circostanze effective leader perfino un po' per caso. Può succedere per esempio che il gruppo decida di seguire le scelte di uno senza una ragione precisa, perché qualcuno bisogna pur seguire, e quello sia promosso sul campo a svolgere un compito per cui non era nato e per cui non è nemmeno particolarmente portato. Insomma, si fa di necessità virtù. Ci sono anche altre variabili. La capacità di stabilire legami, e anche l'estroversione e il senso dell'avventura — almeno per gli uccelli e per i pesci — servono più dell'esperienza o del saper comunicare. Quello che emerge in modo molto chiaro negli esperimenti di Johnstone e Manica è che per essere leader ed essere riconosciuti come tali bisogna essere egoisti almeno un po'. Tutto questo vale per uccelli e pesci. Virtù o necessità In alcuni casi la vocazione a fare il capo è una dote innata, in altri dipende dalla situazione e dal momento. E il leader non è necessariamente il migliore E per gli animali più evoluti? Per loro è tutto più complicato, ci sono interazioni fra predisposizione genetica, cultura e ambiente che contribuiscono alla leadership, oltre alla personalità che comunque gioca un ruolo determinante. Un lavoro pubblicato su «Science» fa vedere come le considerazioni sulla leadership fatte partendo da studi che hanno preso in esame prevalentemente uccelli e pesci non valgano per gli elefanti dell'Africa. Chi fra loro è destinato a essere leader deve saper dimostrare qualità affatto diverse, come per esempio sensibilità per i problemi degli altri e senso di responsabilità; insomma, è come se agli elefanti che aspirano ad essere capi si chiedesse di essere un po' «uomini». Che cosa vuol dire? Le nostre società, che erano competitive e spesso violente, hanno potuto sopravvivere, diffondersi, occupare la terra e prevalere su tutti gli altri animali (su ratti e topi, per esempio, che avevano un vantaggio competitivo) perché hanno trovato il modo di cooperare e coltivare sentimenti di altruismo. Gli elefanti seguono la stessa logica. E così anche per le scimmie? Per loro valgono altre regole ancora. Secondo uno studio appena pubblicato su «Science» i babbuini per esempio anziché seguire un individuo dominante costruiscono i loro processi decisionali attraverso regole che ricordano quelle delle decisioni democratiche; è così e soltanto così che arrivano a un consenso su cosa sia meglio fare e come e quando. Studiosi di Princeton, Panama, Oxford e Costanza in Germania, che hanno svolto le loro ricerche in Kenya, hanno tracciato il movimento dei babbuini servendosi di un modello matematico estremamente sofisticato. Volevano capire chi del branco fosse più influente nell'orientare le decisioni di tutti gli altri sul dove trasferirsi, per esempio, dopo aver dormito in un certo posto. Erano convinti che ci fosse un maschio dominante e pensavano che fosse quello a orientare il gruppo. Un po' come succede per gli uccelli. Invece hanno trovato qualcosa di affatto diverso, che è % Le ricerche Lo studio sulla leadership comunque estremamente interessante e che avvicina il mondo dei babbuini a quello delle nostre società più avanzate. Fra i babbuini il maschio dominante non ha più probabilità di essere seguito di chiunque altro, il carisma fra i babbuini non c'entra; l'importante è la sintonia con altri del branco. Se individui diversi, in uno stesso gruppo, si muovono in direzioni opposte, gli altri tendono ad aspettare che si crei una maggioranza capace di dettare democraticamente la direzione da prendere. E chi è andato dall'altra parte? Dopo un po' torna indietro per unirsi al gruppo. Insomma, la direzione da prendere non dipende quasi mai dal carisma di un leader, ma dalle regole di organizzazione del gruppo. Uno potrebbe pensare che i maschi abbiano più influenza delle femmine nel processo decisionale (nel mondo degli uomini per anni è stato così), ma fra i babbuini che hanno preso parte a questi studi tutto ciò non avviene. Quando i ricercatori hanno studiato gruppi di babbuini che comprendevano soprattutto maschi e li hanno confrontati con gruppi fatti prevalentemente di femmine non sono stati in grado di mettere in evidenza nessuna differenza. Gli autori dello studio di «Science» non sembrano avere dubbi sul fatto che quella dei babbuini sia una decisione democratica. Ma c'è un'altra possibilità suggerita da Brad Wray — professore di filosofia della scienza alla State University of New York, di Oswego, Stati Uniti —: lui sostiene che i risultati dello studio di «Science» non implicano necessariamente che quelle dei babbuini siano scelte compiute democraticamente. Gli stessi risultati possono essere interpretati a suo dire in modo affatto diverso e rafforzerebbero l'idea già emersa in passato che fra le scimmie esista una «saggezza della folla», per cui la soluzione migliore emerge da decisioni spontanee dei diversi individui coinvolti, non necessariamente coordinate fra loro. Insomma non ci sarebbe nessuna forma di democrazia che ispira le scelte dei babbuini, semplicemente si fa di volta in volta quello che ai più sembra più ragionevole e attraente. © RIPRODUZIONE RISERVATA condotto da Ariana Evolution ofPersonality National Academyof Strandburg-Peshkin, Differences in Leadership di Sciences». La leadership Rufus Johnstone e Andrea ricercatrice in Biologia condivisa nelle comunità di Manica, docenti e evolutiva dell'Università di babbuini è invece indagata Princeton, e da Margaret ricercatori della facoltà di in Shared Decision-Making Crofoot, antropologa Drives Collettive Movement Zoologia all'Università di dell'Università della Cambridge, è uscito su in Wild Baboons, lavoro California Davis «Proceedingsofthe pubblicato su «Science» e Bibliografia Tra le edizioni recenti della Monadologia ài Gottfried W. Leibniz si segnala quella a cura di Salvatore Cariati (Bompiani, 2001). Il saggio di Thomas Nagel Cosasi prova ad essere un volume unico l'opera di Infine è appena uscito il pipistrello? è uscito in Italia Gilles Deleuze e Felix testo di Jakob von Uexkùll nel 2013 presso l'editore Guattari Millepiani. Biologia teoretica (a cura di Castelvecchi (traduzione di Capitalismo e schizofrenia (a Luca Guidetti, Quodlibet, Teodoro Falchi). Lo stesso cura di Massimo Carboni, pp.LXIII-285,€32) Castelvecchi ha pubblicato traduzione di Giorgio lo scorso anno in un Passerone, pp. 605, €30).