La sede della Regione a Bruxelles? Esiste

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La sede della Regione a Bruxelles? Esiste
Attualità IL REPORTAGE
Nella pagina a fianco, la sede della Regione a Bruxelles.
Qui sotto alcune immagini scattate all’interno
di Accursio Sabella
A
La sede della Regione
a Bruxelles?
Esiste
(ed è anche
costata parecchio)
Al civico 12 di Rue Belliard, i nuovi locali del “Dipartimento degli affari
extraregionali”. Acquistati per quasi 2,7 milioni di euro.
All’interno, marmo di Custonaci. Ma i riscaldamenti non funzionano
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l primo piano c’è la sede di
rappresentanza del Kashmir.
All’ultimo, quella dell’associazione internazionale lesbiche
e gay. In mezzo, sventola la bandiera
della Regione siciliana. Quarto piano al
civico 12 di una Rue Belliard coperta
dalla neve. Come il resto di Bruxelles.
“Quest’anno l’inverno è arrivato prima
del solito” spiega Gino, titolare della
pizzeria-trattoria “Positano”, uno degli
improvvisi lampi di sole in una zona
troppo “europea”.
Già, fa freddo. Anche all’interno della
sede della Regione. I riscaldamenti non
funzionano. Ed è una (non l’unica) contraddizione degli uffici del Dipartimento
di Bruxelles e degli affari extraregionali,
del quale molti ignorano persino l’esistenza. E che invece è costato la bellezza di 2,7 milioni di euro. Più un altro
mezzo milione per ristrutturarlo.
Nonostante quell’investimento, i locali
di Rue Belliard sono gelidi. Qualche dipendente gira indossando una specie di
colbacco. Mentre la dirigente Maria Cristina Stimolo suggerisce di accendere la
luce, che “magari riscalda un po’”.
Paradosso di una sede costata per la
precisione 2 milioni e 660 mila euro. E
che dovrebbe essere non solo di rappresentanza, ma anche di collegamento
con la Sicilia. Un legame che, però, non
sembra così forte, visto che l’attuale
presidente della Regione Raffaele Lombardo ha visitato soltanto una volta
quei locali, durante la ristrutturazione.
Perché oltre alla spesa per l’acquisto,
c’è stata anche quella per la “messa a
nuovo” dell’intero quarto piano. Circa
mezzo milione il costo degli interventi. Nei modernissimi locali, lampade di
design, vetri al posto delle pareti e pavimenti di marmo. Già, il marmo. Di Custonaci. Perché se la Sicilia è lontana,
almeno un “concreto” simbolo dell’Isola doveva esserci. “Se vengo a sapere
chi ha deciso di mettere il marmo – sorride amaro la dirigente Stimolo – gliene
Tra i compiti dell’ufficio, quello di interagire con gli organismi
europei, di monitorare le proposte di legge
che riguardano la Sicilia, di assistere il Presidente
della Regione. Ma Lombardo qui non viene quasi mai
dico quattro. Forse chi ha fatto il progetto non è mai venuto a vedere gli uffici e
gli appartamenti di Bruxelles. Una città
fredda, a volte freddissima. E il marmo
la rende ancora più gelida. Qui va usata
la moquette o il parquet”.
Marmo o parquet, comunque, come
detto, il presidente qui non è quasi mai
venuto. Nonostante per lui sia stata
allestita un’elegantissima stanza. Con
tanto di bandiere di Sicilia, Italia ed Europa alle spalle di una poltrona bianca
e intatta. Che profuma di nuovo, come
gli interni delle automobili appena immatricolate. “E, per la verità, nemmeno
gli europarlamentari – racconta la dirigente Stimolo - vengono mai. A parte
qualche eccezione, tutti snobbano questi uffici e vanno solo in Commissione
europea”. Insomma, il presidente non
viene, gli europarlamentari girano al
largo. Ma si è sentito ugualmente il bisogno di acquistare questa sede. “Una
scelta saggia, in fondo – spiega la Stimolo – visto i soldi che spendevamo
prima per pagare l’affitto”. Vale a dire,
21 mila euro, esclusa la T.v.a. (l’Iva
belga). Insomma, circa 26 mila euro al
mese. Oltre 300 mila euro l’anno. “Ma
nella vecchia sede (Place du Champ
de Mars 5, ndr) in quella cifra erano
compresi tutti i servizi”. In quella nuova, invece, c’è evidentemente qualcosa
che non va. I riscaldamenti, tanto per
cominciare. E la stanza che sarebbe dovuta diventare la buvette, presenta un
tavolo sgangherato, quattro sedie e un
boccione per l’acqua.
Il fatto che la sede di Bruxelles esista
davvero, comunque, è già una notizia.
Per molti e per tanto tempo, in effetti, è stato quasi un luogo immaginario.
Da cartolina, o da favola. E invece, non
solo c’è la sede, ma anche le persone.
Undici dipendenti “abitano” l’ufficio
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La sala conferenze voluta da Bob Leonardi, la newsletter del dipartimento di Bruxelles
e il dirigente generale Francesco Attaguile
Il governatore ha deciso
di risparmiare, “tagliando”
tre dei quattro dirigenti.
Adesso ce n’è soltanto uno.
L’assessore Armao ha anche
ridotto del 25% le indennità
dei dipendenti (11 in tutto)
(quattro interni e sette “esterni”). A
questi si aggiungono il dirigente generale Francesco Attaguile e la dirigente
responsabile della sede Maria Cristina
Stimolo.
Oltre all’indirizzo, con l’avvento di
Lombardo, questi uffici hanno anche
mutato identità. Fino a due anni fa,
infatti, erano degli uffici di diretta collaborazione con la presidenza della Regione. Adesso quei locali ospitano un
vero e proprio dipartimento. In realtà, il
dipartimento di Bruxelles e degli affari
extraregionali può contare su tre sedi.
Oltre a quella belga, infatti, c’è quella
di via Marghera a Roma e quella di via
Generale Magliocco a Palermo (una
ventina di dipendenti in tutto).
Ma a Bruxelles sono undici, come detto. E fino a poco tempo fa erano anche
di più. Perché il dipartimento è andato
incontro a un ridimensionamento. Tre
dirigenti sono stati richiamati a Palermo. Un giornalista è stato “trasferito”
a Bruxelles. Mentre una collaboratrice
dell’assessore Armao “frequenta” quegli uffici, grazie a un incarico di membro della “segreteria particolare” col
compito di seguire i progetti europei.
Insomma, gente che va e che viene. E
tra quelli che vanno, nei prossimi giorni, potrebbero essere anche alcuni degli “esterni” che lavorano a Bruxelles.
Esperti, voluti dalla politica e forse per
la politica (che intanto ha cambiato facce e colori) non più necessari.
Cosa si fa a Bruxelles
“L’attività di questo dipartimento –
spiega la dirigente Stimolo – è simile
a quella di un’antenna. Noi cerchiamo
di venire a conoscenza di tutte le notizie riguardanti le politiche comunitarie
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A Bruxelles, però, nelle ultime settimane sono arrivati
due nuovi “inquilini”. L’ex coordinatore dell’ufficio
stampa della Regione Gregorio Arena e la sua compagna
Maria Garcia, collaboratrice di Armao
che possano interessare la Sicilia, e le
trasmettiamo ai dipartimenti della Regione. Sono loro, poi, che devono fare
qualcosa. Il nostro compito, insomma, è
quello di ‘fare rete’”. Rete, antenna, collegamenti. “L’Europa – prova a chiarire
il dirigente generale Francesco Attaguile – ha una ‘governance multilivello’.
E le Regioni, soprattutto negli ultimi
anni, hanno un ruolo importante nella
gestione dei fondi comunitari, e spesso
devono scontrarsi con le resistenze dei
poteri centrali”.
Nonostante le spiegazioni, il senso di
questi uffici resta un po’ fumoso, sfuggente. Così, può venire in aiuto una presentazione offerta dalla stessa dirigente
Stimolo. Ecco, in sintesi, le funzioni
dell’ufficio di Rue Belliard, racchiudibili
in alcune parole-chiave. Intanto, “interazione” (con la Commissione Europea,
il Consiglio dei Ministri Ue, il Comitato
delle Regioni, il comitato economico e
sociale, il Parlamento Europeo). Altro
termine fondamentale: “assistenza” (al
Presidente della Regione e alla Giunta,
agli Uffici regionali siciliani, ai rappresentanti degli Enti locali, delle Università, delle associazioni di categoria). E
poi, “relazioni” (con l’Ars e con le altre Regioni italiane ed europee), “monitoraggio” (della Corte di Giustizia),
“divulgazione” (delle opportunità a livello europeo). Già, divulgazione. Per
la verità, uno dei dati maggiormente
divulgati è proprio quello dello scarso
utilizzo dei finanziamenti europei in Sicilia. Solo il 2,26 per cento per i fondi
dal 2007-2013. L’ultima regione d’Italia.
Forse, anche questo dato ha suggerito
qualche doloroso... taglio.
I tagli di Lombardo e Armao
In effetti, gli uffici che furono a Place
du Champ du Mars erano ancora più
popolati di quelli attuali di Rue Billiard.
E soprattutto, la spesa per il personale era più “pesante”. Se adesso, infatti,
l’unico dirigente (escluso il direttore Attaguile) è Maria Cristina Stimolo, fino
al 26 settembre 2009 i dirigenti erano
quattro. Tre di loro sono stati richiamati
in Sicilia. Un bel risparmio, quantificabile nell’indennità di residenza all’estero (stiamo parlando di cifre tra i seimila
euro dei dirigenti e i 3.200 dei funzio-
nari). La scelta di riportare a casa tre
dirigenti è di Raffaele Lombardo in persona, che ha intrapreso la via dell’austerity, seguita dall’allora suo assessore
alla Presidenza Gaetano Armao, ora
all’Economia. Fu di quest’ultimo, infatti, la decisione di ridurre del 25% le
indennità del personale di Bruxelles.
E non sono mancati i mugugni. In effetti, prima della delibera di Armao, e
dopo uno studio commissionato alla
dottoressa Marisa Finocchiaro, si era
deciso di tagliare sì, ma solo del 10 percento. Equiparando, in questo modo, le
indennità dei siciliani a quelle dei colleghi toscani. Accordo trovato. Ma per
Armao non basta. E con una delibera di
pochi giorni dopo, si decide che la decurtazione sarà maggiore: 25 per cento
in meno.
Insomma, adesso a Bruxelles c’è un
solo dirigente. E sulla permanenza
belga di Maria Cristina Stimolo alcuni
maligni hanno ventilato l’intercessione
dell’ex marito Lillo Speziale, deputato
regionale e presidente della commissione antimafia all’Ars. “Questo è il mio
curriculum – risponde la dirigente – ed
è l’unico motivo per cui sono rimasta
qui. Sono l’unica che avesse i requisiti
per rimanere in questo ufficio”.
Un ufficio dove persino il direttore Attaguile è costretto a girare in cappotto e
berretto. Ma per lui, costretto a fare da
“pendolare” tra gli uffici di Bruxelles,
Roma e Palermo, le “puntate” belghe
non sono così frequenti. Una o due volte al mese, in occasioni importanti. Siamo fortunati e becchiamo proprio uno
di quei giorni. “Il dimagrimento degli
uffici – spiega Attaguile – non influisce sull’efficienza. Io credo che l’ufficio
non abbia bisogno di più dipendenti
regionali, ma, semmai, più rappresentanti del ‘Sistema Sicilia’. Ad esempio, a
breve ospiteremo i rappresentanti delle
Università siciliane, ci auguriamo anche di poter accogliere i rappresentanti
delle categorie produttive, come quelle degli industriali”. Non servono più
persone, dice Attaguile. Ma qualcuno,
proprio nel mese scorso, a Bruxelles è
arrivato.
I due nuovi inquilini di Rue Billiard
Insomma, tagli. Risparmio. Austerity.
Questo lo spirito degli interventi sulla
sede di Bruxelles della Regione siciliana. Via tre dirigenti. Tagli alle indennità
dei presenti e, come vedremo, pronti a
lasciare Rue Billiard anche alcuni degli
esperti esterni facenti capo al dipartimento.
Eppure, in questo clima di strette al
cordone, ecco arrivare negli uffici belgi
due nuovi “inquilini”. Gregorio Arena
è stato a lungo il capo ufficio stampa
della Regione (quell’ufficio composto,
per intenderci, da una ventina di caporedattori). Maria Garcia de Los Angeles,
invece, ha ricoperto il ruolo di consulente dell’assessore Gaetano Armao ai
Beni culturali. Per il primo, ecco un
incarico da oltre 10 mila euro mensili (compresa l’indennità di residenza
all’estero) per la cura della newsletter
del dipartimento (e per la successiva
trasformazione della stessa in una testa
giornalistica). Per la seconda, un incarico di collaborazione di 40 mila euro
annui per seguire le politiche europee.
Il caso vuole, ovviamente, che Arena e
la Garcia siano compagni. E sempre il
destino ha fatto in modo che le due nomine siano arrivate proprio negli stessi
giorni (a distanza di due settimane, più
o meno).
“Io ancora il dottor Arena non l’ho visto – racconta la dirigente Stimolo – ma
è probabilmente dovuto al fatto che, essendo un giornalista, dovrà stare molto
in giro. Comunque, lui non ha l’obbligo
di firmare le presenze, così come non
ha veri e propri orari di ufficio”.
Per il direttore Attaguile, invece, l’arrivo di Arena è un “cadeau”, un regalo
che accetta ben volentieri: “A me in
questo ufficio – precisa – servirà molto. In pochi sanno cosa si fa in questo
dipartimento. Finora abbiamo un semplice bollettino che distribuiamo agli
interessati. E la creazione di una testata
giornalistica servirà a tutti”. Un regalo.
Inaspettato, ma utilissimo. Così lo definisce Attaguile. Peccato che, solitamente, i regali non vengano richiesti. È proprio Attaguile, infatti, a ribadire, in una
lettera inviata al presidente Lombardo il
12 ottobre scorso come il dipartimento
“trarrebbe utilità dalla presenza in loco
di un giornalista professionista”. E Attaguile non si ferma qui: “Trattandosi
peraltro di sede attrezzata per attività
svolte direttamente dall’On.le Presidente – continua nella missiva a Lombardo
– si richiede una figura professionale
adeguata e con specifica esperienza in
rapporti internazionali ed interistituzionali, connesse all’attività residenziale,
come quelle maturate nel corso degli
anni dal Dott. Gregorio Arena”.
Insomma, altro che cadeau. Il meccanismo del regalino, qui, ricorda la
“letterina a Babbo Natale”. E Lombardo, ovviamente, dà il suo ok. Arena a
Bruxelles per curare la newsletter, che
diventerà un mensile. Contratto di tipo
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giornalistico. Indennità per l’estero. Nel
dipartimento dove quattro dirigenti
sono troppi, guadagnano troppo e fanno troppo poco. E tra l’altro, la scelta di
Arena è fondata su criteri assai “vaghi”.
“Credo – dice Attaguile – che all’interno
dell’ufficio stampa della Regione esista
una specie di gerarchia”. Vai a capire
quale sia, in una redazione composta
solo da capo-redattori. Ancora più difficile comprendere quali siano le esperienze
nei rapporti internazionali. Alcuni dipendenti, infatti, (che preferiscono rimanere
anonimi, ovviamente) raccontano della
necessità di “supportare” Arena nelle attività di traduzione e comprensione delle
lingue straniere. Sulle quali non sarebbe
ferratissimo. “Ma credo che un po’ se la
cavi” assicura Attaguile.
Sarà. Negli stessi giorni, però, ecco concretizzarsi l’altro “trasferimento”. E, visto che la diretta interessata è la compagna di Arena, si può parlare di un vero
trasloco. Per la verità, la posizione di Maria Garcia de Los Angeles è assai diversa.
Non è stata assunta dalla Regione. Ha un
semplice rapporto di collaborazione con
l’assessore Armao. L’assessore all’Economia. Eppure, chi lavora a Rue Belliard
l’ha vista più volte “prendere posto”
negli uffici che fanno capo alla Presidenza. Altro ramo dell’amministrazione
regionale. “Mica possiamo buttarla fuori
– dice il direttore Attaguile – certo, dobbiamo chiarire la sua posizione. Per me
– aggiunge – l’importante è che tutto sia
a posto dal punto di vista formale. Poi,
l’assessore può nominare come consulente chi vuole”. E ci mancherebbe. Ma
anche la dottoressa Stimolo nutre qualche dubbio sulla natura del rapporto tra
la Garcia e i “suoi” uffici: “Viene qui, e si
siede a lavorare. Ma non so a che titolo e
con quali mansioni. Qualcuno mi dovrà
spiegare, visto che sono la responsabile
della sede”. Insomma, se trasloco deve
essere, qualcuno almeno avvisi i coinquilini.
All’interno, l’angoscia degli esterni
Proprio tra quei coinquilini, c’è un gruppetto che sembra un po’ più “congelato”
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La stanza nella quale era prevista la buvette
Tra i dipendenti dell’ufficio,
però, scoppia il “caso”
dei sette esperti esterni.
Voluti dalla politica, e nominati
per “chiamata diretta”
durante la presidenza Cuffaro,
ora rischiano di perdere il posto
degli altri. Queste persone stanno lì, in
freezer. In attesa di essere, forse, scongelati nuovamente in Sicilia. Perché tempo
fa la politica li ha voluti. E oggi, forse, la
politica non sa più che farsene di questi
(più o meno) giovani dai cognomi, in alcuni casi, molto noti in Sicilia.
Maria Grazia Basile, Luigi Lo Piparo,
Matilde Modica, Francesca Parlagreco, Jane Torrisi, Pierfrancesco Virlinzi e Sara Merendino sono i cosiddetti
“esperti” esterni della sede di Bruxelles. Un “impiego” giunto per chiama-
ta diretta, con Salvatore Cuffaro presidente della Regione, e un contratto
equiparato a quello dei componenti gli
uffici di gabinetto. Ed è proprio la natura di questo contratto a “sbarrare” la
strada verso una loro stabilizzazione.
Non sono entrati per concorso, quindi
per loro niente assunzioni. Non solo.
Da tre anni gli è stata tolta l’indennità
per il lavoro all’estero. E per molti di
loro il contratto scade il 31 dicembre di
quest’anno. “Le prospettive – racconta
uno di loro – sono quelle di un ritorno
a casa. Ed è avvilente. Alcuni lavorano qui da sette, otto anni. Siamo stati
decisivi per la vita di questo ufficio. E
ciascuno di noi ha competenze e curricula di altissimo livello”. E invece, sono
prossimi ad abbandonare quegli uffici.
“In molti pensano che guadagniamo
chissà quanto. Tolta l’indennità, adesso
il nostro stipendio è di circa 1.800 euro.
In una città cara come Bruxelles non
sono tanti. Niente a che vedere con
quelli dei dirigenti, che si lamentano
delle decurtazioni a indennità altissime, o ai contratti fatti recentemente a
chi non parla nemmeno le lingue. E a
cui noi dobbiamo fare da assistenti”.
Non vogliono che si faccia il loro nome,
i dipendenti dai nomi “noti”. Voluti dalla politica e dalla politica scaricati. In
nome dei “tagli” che riguardano alcuni
e non altri. Stanno lì, in attesa, dentro
il freezer di Rue Belliard numero 12.
Quarto piano. Terzo. Secondo. Primo:
c’è la rappresentanza del Kashmir. Fuori
nevica. Altro che pullover. Ha ragione
Gino, della pizzeria Positano. Oggi, qui a
Bruxelles, serve il maglione pesante.
La dirigente Maria Cristina Stimolo