Cari amici, è bello essere qui oggi con voi per

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Cari amici, è bello essere qui oggi con voi per
Cari amici,
è bello essere qui oggi con voi per ricordare insieme Warmondo Barattieri, Dino,
l’amico, lo sciatore, il socio e il Presidente dello Ski Club Torino. Ed è anche bello
ritrovarvi così numerosi e partecipi.
Parlare di Dino e dire di lui “Una vita per lo sci e lo Ski Club” può sembrare una frase
fatta, ma nel suo caso risponde appieno alla realtà. Dino è stato socio del club per 58
anni, dal 1950 al 2008, Presidente per 18, dal 1976 al 1994, è stato segretario,
consigliere, Presidente Onorario e fin dagli inizi un attivo organizzatore.
Aveva calzato gli sci fin da piccolo e quando, nel 1950 a 22 anni, convinto e presentato
dallo zio Emilio Poma, entra nello Ski Club, è già uno sciatore smaliziato e può quindi
immediatamente cimentarsi nella sua nuova attività sci alpinistica con gli altri soci del
club.
Dino stesso ha definito il suo rapporto con lo Ski Club Torino un amore a prima vista e
negli anni lo confermerà. Da subito nasce anche il suo amore per la capanna Mautino,
che in quei primi anni era da poco stata ricostruita, dopo le distruzioni della guerra. Alla
Mautino passerà lunghi periodi, sia in inverno che in estate e vi porterà ancora piccoli
anche i figli, Alberico ed Alex.
Al circolo ci si trovava allora al giovedì sera e il gruppo degli sciatori alpinisti,
disdegnando i giocatori di boccette, si ritirava in una stanzetta per commentare le gite
fatte, annotarle sul libro e lanciare nuove idee e proposte per le uscite del successivo
weekend. Per amicizia, simpatia, capacità sciatorie o comunità di obbiettivi si
formavano gruppetti per nuove gite, gruppetti che di volta in volta potevano variare nei
suoi componenti e che avevano un leader tacitamente riconosciuto.
Dino entra rapidamente in questo meccanismo e dopo aver incominciato con le mete
più classiche delle valli di Susa e di Aosta e con quelle intorno alla capanna Mautino,
diventa a sua volta un promotore di gruppetti ed allunga sempre più il tiro alla scoperta
di nuove vallate e nuove mete, incurante delle sfacchinate in auto necessarie per
raggiungere, anche soltanto per un weekend, posti lontani come l'Engadina, le Dolomiti
o il Cevedale. Riesce sempre a convincere ed a trascinare con sé qualche socio od
amico.
Già in quei suoi primi anni nasce un'altra grande passione sciistica, che manterrà viva
per tutti gli anni a venire. Raymond Latarjet, illustre personalità parigina, inventa nel
1950 la formula dei rally di sci alpinismo e tiene a battesimo in quell’anno la prima
edizione del rally C.A.F, con l’appoggio delle case Lafuma e Le Trappeur.
Lo Ski Club è invitato nel 1951 e partecipa con due squadre a questa interessante
novità. Dino compare nell’edizione dell’anno successivo e la sua partecipazione si
ripeterà per dieci anni consecutivi. Nell’ultima edizione, quella del 1961, Dino viene
premiato con la coppa della fedeltà, unico concorrente ad aver partecipato a 10 edizioni
della gara.
Fra Latarjet, Dino e lo Ski Club Torino, nasce simpatia ed amicizia, un'amicizia che
porterà Latarjet ad essere socio dello Ski Club dal 1954 e lo Ski Club ad essere invitato
ad organizzare l’edizione del rally di quell’anno nel gruppo del Gran Paradiso, per la
prima volta sopra i 4000 m.
Questo classico rally francese si trasforma poi nel rally internazionale C.A.I. - C.A.F., ma
l'idea originaria di Latarjet viene snaturata e lo spirito della competizione cambia. Dino
non vi parteciperà più. Tuttavia il seme lanciato da Latarjet ha attecchito e nel
frattempo ne sono nati di nuovi un po' dappertutto, in Italia, in Francia, in Spagna.
Anche lo Ski Club Torino, per merito di Carlo Marsaglia, presidente e grande amico di
Dino, promuove il rally della Capanna Mautino, nel 1961, e Dino ne viene coinvolto in
pieno come segretario dell’organizzazione. Nei giorni del suo svolgimento Dino si
trasforma anche in veloce ed esperto battipista, impegno che svolge con spirito di
servizio, perché il suo più vero desiderio sarebbe stato quello di gareggiare con I colori
dello Ski Club.
Negli anni ‘60 e ‘70 partecipa ripetutamente ai rally sorti nel frattempo, riuscendo
sempre a convincere gli amici, talvolta riottosi, a far parte con lui della squadra ed alla
fine saranno una cinquantina i rally a cui ha partecipato.
Nel 1970 una valanga travolge quattro soci dello Ski Club e tra questi Carletto Marsaglia,
Ignazio Pallavicino e Silvana Amari, grandi amici di Dino e suoi compagni di tante gite.
Per ricordarli, lo Ski Club trasforma il rally della Capanna Mautino nel Trofeo Marsaglia,
che da fisso diviene itinerante. Dino ne assume la direzione e con l'aiuto prezioso di
Luigi Dematteis ed altri amici mantiene l'impegno preso per ben 31 anni, sino al 2001.
Ogni anno un posto nuovo, non più soltanto nelle vicine valli di Susa e di Aosta o nelle
altre vallate piemontesi, ma anche in posti lontani come in Trentino, Ticino, Savoia,
Polonia o Baviera. Dino rimane sostanzialmente fedele allo spirito originario di Latarjet,
molte squadre ritornano ogni anno, molte sono straniere e all'interno dei partecipanti
al Trofeo riesce a creare uno straordinario clima di cameratismo e di amicizia.
Un Dino trascinatore, fedele alle sue idee, determinato nel raggiungimento dei suoi
obiettivi. Tra questi, uno è sempre ben presente: far conoscere e tenere alto il nome
dello Ski Club Torino.
Alla fine degli anni 50 nascono in FISI le classifiche dei dislivelli, individuali e per
società. Dino si da un gran da fare con tutti i soci sciatori del club, a fine stagione li
pressa perché mandino alla FISI le cartoline con la denuncia della attività svolta e, grazie
a questa sua oscura attività, lo Ski Club Torino è sempre primo in Italia in questa
speciale classifica, con largo distacco sui secondi.
Quando nella stagione 1962-‘63 si prefigge di vincere la classifica individuale, non perde
un colpo e vince con lo stratosferico dislivello complessivo di 80.420 m in una stagione,
record assoluto nelle classifiche FISI di quegli anni.
Sempre pronto a nuove esperienze con gli sci ed alla scoperta di nuove nevi, all'inizio
degli anni 70 apre anche un altro capitolo sciistico, quello delle maratone di gran fondo
e delle grandi traversate in sci. Una nuova passione, un'altra valida scusa per viaggiare e
conoscere posti nuovi.
Esordisce nel 1972 con Marcialonga e Vasaloppet e quando, nel 1996, cessa questa
attività ne avrà collezionate oltre 90, avendo trascinato con sé ogni volta gruppi di soci
del club, avendo organizzato viaggi di trasferimento e soggiorni non soltanto nel
classico Nord (Norvegia, Svezia e Finlandia) ma anche in località più inusuali come in
Selva Nera piuttosto che in Russia, Cecoslovacchia, Polonia o Ungheria.
Tra una gran fondo e l'altra si ritaglia lo spazio per grandi traversate, come quella
dell'Islanda, dal sud al nord, quella dell'isola di Angmagassalik in Groenlandia, quella in
Norvegia da Finse al lago di Tyin, quella del Finmark in Lapponia, la Pista dei Re in
Svezia ed altre ancora.
Il 1975 è per Dino l’anno di una nuova avventura, l'organizzazione del Trofeo Kind, una
gara di fondo di tipo alpino, sulle orme di quelle di inizio secolo, con forti dislivelli in
salita e ripide discese. Il battesimo avviene sulle nevi di Claviere ed in questa occasione
Dino conosce i discendenti di Adolfo Kind, il nostro fondatore. Con Camillo e sua moglie
Gritli instaura da allora una duratura amicizia e negli anni divagherà con loro sulle nevi
della Scozia, della Sierra Nevada, dell'isola di Creta, oltre che sugli straordinari percorsi
del Jura svizzero ed a numerose salite sci alpinistiche in Engadina.
Il nuovo impegno viene assunto da Dino con il consueto entusiasmo e determinazione
ed il Trofeo Kind verrà disputato per oltre un quarto di secolo, sino al 2001 e sarà
un'altra sua ammirevole perla organizzativa, che è stata in grado di richiamare ancora
una volta l'attenzione degli sportivi sullo Ski Club Torino.
Per celebrare i novant’anni del club organizza nel 1991, nelle sale della LA STAMPA in
via Roma, una mostra fotografica, che ripercorre con immagini la storia del club iniziata
nel lontano 1901. Dieci anni più tardi, in occasione del centenario dello Ski Club Torino,
partecipa alla stesura del libro “Un secolo di sci e di sciatori”, occupandosi in particolare
del mezzo secolo in cui è stato attore e protagonista.
Impegni organizzativi, problemi del club, partecipazione a gare e maratone, grandi
traversate e raid in sci non impediscono a Dino la continuazione di una attività sci
alpinistica intensa ed a larghissimo raggio. Nei primi trent’anni percorre la gran parte
degli itinerari classici sulle Alpi, sale sulle vette più prestigiose, sui 4000 sciistici, ma con
il trascorrere degli anni il suo sguardo e la sua curiosità si volgono più lontano.
Particolarmente negli anni '80 e '90 i suoi sci calcano vette insolite in giro per il mondo
e con lui continua a far viaggiare il nome dello Ski Club Torino.
Sale sul Fuji in Giappone, sul Mount Kosciusko in Australia, in Nuova Zelanda va sul
vulcano Ruapehu, è sugli Alti Tatra in Polonia, sui Monti Pirin in Bulgaria, sul Virf Omu in
Romania, su colli e vette intorno a Valbona in Albania, sul Demawend in Iran, sull' Elbrus
in Caucaso, sull'Ararat in Turchia, sul Chimborazo in Equador, sul Murarata in Bolivia, sui
4000 del Colorado, sull'Olimpo, in Corsica, ……….. e l’elenco potrebbe continuare
ancora. E’ tuttavia sufficiente a darci l’idea di quella che è stata la sua eccezionale
attività sciistica extra alpina.
Nel 2001, organizza ancora con successo un viaggio dello Ski Club Torino sulle nevi del
Libano. Tempo magnifico, neve eccellente e dal tetto del Libano raggiunto dai
partecipanti lo sguardo spazia sul Mediterraneo.
Dopo questa sua ultima uscita, Dino prende atto che le ginocchia non lo reggono più e
decide di chiudere qui le sue avventure con gli sci. Offre da bere a tutti e li posa
definitivamente.
Nei difficili anni seguenti Dino ritorna con la memoria alle sue storie di neve e le
raccoglie in un libro, che fa pubblicare alla fine del 2006 e che regala ai tanti suoi amici.
Un libro vivo, da cui si stacca prepotente la sua figura e che ha voluto concludere con
queste parole:
“Grazie allo sci ed alla montagna ho vissuto come volevo per molti anni della mia vita.
E voi ?”
Capanna Mautino 28 giugno 2009
Gian Origlia