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comunicato stampa
Torino, 29 dicembre 2011
ASCOM: PER I SALDI INVERNALI FERVONO I PREPARATIVI E LE
ATTESE DOPO UN NATALE DA DIMENTICARE
A TORINO E IN TUTTA LA REGIONE, IL VIA DA GIOVEDI’ 5 GENNAIO
Per ogni famiglia, a Torino, si può calcolare una spesa media di circa 300 Euro
contro i 340 dell’anno scorso
Nel loro complesso i saldi invernali 2012 dovrebbero creare, sotto la Mole, un giro
d’affari di circa 120milioni di Euro, 16 in meno rispetto a quelli ipotizzati per i saldi
d’inizio anno 2011.
In media a Torino ogni nucleo famigliare si calcola infatti che quest’anno dovrebbe
spendere circa 300 Euro (contro i 340 ipotizzati l’anno scorso) per abbigliamento e
accessori a prezzi scontati.
Cifra decisamente inferiore (per le particolari e pesanti vicissitudini economiche
vissute negli ultimi anni dall’area torinese) rispetto alla spesa media di 403 Euro
calcolata da Confcommercio a livello nazionale.
Sono queste le stime ipotizzate dalle categorie dell’Abbigliamento (il settore più
coinvolto nel discorso “saldi”) aderente all’Ascom torinese, dopo un Natale
decisamente da dimenticare, il quarto consecutivo chiuso con bilanci assai poco
lusinghieri che, mediamente, si sono attestati quest’anno su cali d’incasso varianti dal
-15 al -25% rispetto al già critico Natale 2010.
“Nel complesso– spiega Francesco Cena, presidente del Sindacato Abbigliamento
dell’Ascom di Torino e provincia – si può calcolare che il settore moda chiuda il
2011 registrando un crollo delle vendite che oscilla dal -4 al -8%. I settori più colpiti
sono stati sicuramente quelli delle calzature e dell’abbigliamento sportivo. Recenti
indagini di mercato dicono anche che nel mese di dicembre a fare le più forti rinunce
per quanto riguarda l’abbigliamento sono state le donne in età compresa dai 50 ai
70 anni; meglio ha tenuto l’uomo, in particolare la fascia di clientela con età
(segue)
compresa fra i 35 e i 55 anni”.
In tutti i casi la grande kermesse dei “saldi invernali” si inizia, a Torino e in tutto il
Piemonte (così come in altre 13 regioni italiane; uniche eccezioni la Basilicata e la
Sicilia, accanto a Molise, Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige) giovedì 5 gennaio
prossimo per concludersi giovedì 1 marzo 2012: otto settimane che prendono il via
alla vigilia dell’Epifania e che si spera possano dare un po’ d’ossigeno al settore,
dopo mesi e mesi di basso profilo per la complessiva grave situazione della nostra
economia e per le conseguenti preoccupazioni che hanno indubbiamente frenato la
fiducia e la voglia di spendere dei consumatori.
Le speranze e le attese ci sono tutte. I commercianti già da giorni sono impegnati nel
conto alla rovescia, così come i consumatori sempre più attenti e preparati
all’acquisto – business, il più possibile mirato e consono al budget famigliare.
“Di buono c’è - afferma ancora Cena – che nei nostri negozi giace ancora molta
merce ‘fresca’ di moda e di ottima qualità. Non mancheranno dunque le possibilità
di fare veri affari con sconti che potranno anche arrivare al 30% per poi passare in
alcuni casi fino al 40 – 50% dopo le prime settimane di vendita. Un altro dato
confortante ci viene dalla constatazione che in generale i nostri consumatori pur
comprando ‘meno’ comprano ‘meglio’, scegliendo sempre più la qualità ed il
servizio e facendosi sempre meno allettare dalla massificazione dei centri
monomarca ‘fast fashion’ e dall’invasione ubriacante di quegli abiti ‘usa e getta’
che nulla hanno a che vedere con la tradizione del ‘made in Italy’”.
Un giudizio positivo sull’adozione in quasi tutte le regioni italiane della data del 5
gennaio per l’avvio dei saldi invernali (“che indubbiamente serve ad evitare
spiacevoli competizioni ed anarchie locali”) viene infine espresso da Maria Luisa
Coppa, presidente dell’Ascom torinese, che tuttavia sottolinea “la necessità di
un’azione politica che, a livello nazionale, non può più prescindere dall’obiettivo
conclamato della crescita per ridare finalmente spinta ai consumi e fiducia ai
mercati”.