la sinossi - Sale della Comunità

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la sinossi - Sale della Comunità
 Scheda a cura di Paola Sblendorio REGIA: Paolo Bianchini PAESE: Italia GENERE: Drammatico ANNO: 2012 DURATA: 100’ NOTE: Patrocini: Agiscuola; Comunità di S. Egidio; Unicef; Ministro per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione; Ministero Degli Interni; F.i.g.c. – Federazione Italiana Giuoco Calcio; Ministère de la Culture et du Patrimoine – Guinea; Save The Children Riconoscimenti M.i.b.a.c. : Film d’interesse culturale nazionale Festival e premi: Giffoni Film Festival – vincitore del II premio sezione + 10 Shanghai Film Festival –Focus Italy LA SINOSSI Il film racconta due storie: una vera e l’altra di invenzione ma tratta da vicende reali. La storia vera è quella del lungo viaggio di Yaguine e Fodè, due adolescenti guineani che nel 1999 hanno scritto a nome di tutti i bambini e i ragazzi africani una lettera indirizzata “Alle loro Eccellenze i membri e responsabili dell’Europa“. Nella lettera i due ragazzi chiedono aiuto per avere scuole, cibo, cure. Con la lettera in tasca Yaguine e Fodè si nascondono nel vano del carrello di un aereo diretto a Bruxelles ed inizia così il loro straordinario viaggio della speranza che si concluderà tragicamente. Le vicende di Yaguine e Fodè si incrociano con la seconda storia che narra di un altro viaggio, questa volta dall’Europa all’Africa, avvenuto dieci anni dopo, intrapreso da altri due adolescenti ed un pallone. Thabo e Rocco, uno africano e l’altro italiano, sono vittime del mercato di bambini calciatori, dal quale sono fuggiti. Un vero e proprio sfruttamento in cui i bambini spesso vengono levati dalle famiglie, “usati” e abbandonati quando non servono più. I due ragazzi giocando con un pallone, loro unico compagno di viaggio, attraversano l’Africa a piedi, percorrendo in senso opposto uno dei tanti “sentieri delle scarpe” tracciati in anni da migliaia di uomini, donne, bambini, in fuga dalle carestie e dalle guerre. Il loro viaggio è ricco di insidie e difficoltà ma anche di incontri ed esperienze straordinarie che li cambieranno per sempre. Quando l’airbus 300 della Sabena conclude il suo lungo volo atterrando a Bruxelles, un tecnico scopre abbracciati i corpi assiderati di Yaguine e Fodè, nelle loro tasche la lettera indirizzata “ Alle loro Eccellenze…”. Anche il lungo viaggio di Thabo e Rocco si conclude con l’arrivo a N’Dola il paese natale di Thabo , dove li aspetta in un campo di calcio dedicato a Yaguine e Fodè un mister un po’ speciale che tutti chiamano “pasta e fagioli”. C i r c o l o C i n e m a t o g r a f i c o I l P i c c o l o P r . i n . c i . p e . CINESCUOLA 2013 -­‐ 2014 -­‐ “STRANI” TIPI ovvero TIPI “STRANAMENTE NORMALI” APPUNTI DAL PRESSBOOK LA STORIA DI YAGUINE E FODE’ Conakry – Guinea 1999: Yaguine Coita e Fodè Tounkara sono due ragazzi rispettivamente di 15 e 14 anni. Vivono a Conakry, la capitale della Guinea, in delle baracche ai margini della città. Frequentano una scuola affollata e povera, senza corrente elettrica né libri. Nella classe di Fodè ci sono 107 alunni. La sera per studiare sono costretti a percorrere decine di km a piedi per raggiungere il parcheggio dell’aeroporto di Conakry unico luogo in cui ci sia la corrente e l’illuminazione e dove li attendono tanti altri ragazzi. Yaguine e Fodè sono legati da una profonda amicizia e li accomuna un desiderio: studiare per crescere, emanciparsi, per aiutare le loro famiglie e gli altri ragazzi guineani e Africani e li unisce anche la speranza di poter cambiare le cose con lo studio, con il dialogo. La loro speranza, purezza e anche ingenuità fa nascere in loro un pensiero: scrivere una lettera ai “signori membri e responsabili dell’Europa”, per raccontare quello che succede in Africa e chiedere loro aiuto, perché nelle menti candide dei due ragazzi i “Responsabili dell’Europa” non possono sapere quello che succede in Africa altrimenti non lo permetterebbero. E così ogni sera si ritrovano nel parcheggio dell’aeroporto dove, armati di carta e penna, iniziano a scrivere la loro lettera, prima in brutta copia per essere poi trascritta in bella copia. Chissà quanti sogni, quante speranze saranno passate nelle loro menti, quanto avranno parlato e discusso sui concetti da esprimere, sulle parole giuste da usare. Finché un giorno, terminata di scrivere e trascrivere la loro lettera, decidono di consegnarla personalmente al Parlamento Europeo nella sede di Bruxelles utilizzando uno dei tanti aerei che da Conakry vanno a Bruxelles. Così preparano le loro poche cose e con coraggio riescono ad infilarsi nel vano del carrello di atterraggio di un Airbus A300 della compagnia belga Sabena. I loro corpi sono stati trovati solo qualche giorno dopo all’aeroporto di Bruxelles; indossavano diverse paia di pantaloni e maglioni infilati l’uno sopra l’altro, ma ai piedi calzavano i sandali. Sono morti di freddo, sicuramente: all'altitudine di crociera di un aereo, la temperatura oscilla tra i -­‐50 e i -­‐55 gradi. Nelle loro tasche hanno trovato questa lettera. LA LETTERA DI YAGUINE E FODE’ (Traduzione del testo originale) Alle Loro Eccellenze i signori membri e responsabili dell’Europa. Abbiamo l’onore e il piacere e la grande fiducia di scrivervi questa lettera per parlarvi del nostro viaggio e della sofferenza di noi bambini e giovani dell’Africa. Ma prima di tutto, vi presentiamo i nostri saluti più squisiti rispettosi, a tal fine, siate il nostro sostegno e il nostro aiuto, siatelo per noi in Africa, voi ai quali bisogna chiedere soccorso; ve ne supplichiamo per l’amore del vostro bel continente, per il vostro sentimento verso i vostri popoli , le vostre famiglie e soprattutto per l’amore per i vostri figli che voi amate come la vita... Signori membri e responsabili dell’Europa, è alla vostra solidarietà e alla vostra gentilezza che noi gridiamo aiuto per l’Africa. Aiutateci, soffriamo enormemente in Africa aiutateci, abbiamo dei problemi e i bambini non hanno diritti... noi africani, e soprattutto noi bambini e giovani africani, vi chiediamo di fare una grande organizzazione utile per l’Africa, perché progredisca. Se vedete che ci sacrifichiamo rischiamo la vita, è perché soffriamo troppo in Africa e abbiamo bisogno di voi per lottare contro la povertà e mettere fine alla guerra in Africa. Ciò nonostante noi vogliamo studiare, vi chiediamo di aiutarci a studiare per essere come voi... Infine vi supplichiamo di scusarci moltissimo di aver osato scrivervi questa lettera in quanto voi siete degli adulti a cui noi dobbiamo molto rispetto... Yaguine e Fodè due bambini guineiani. 2 CINESCUOLA 2013 -­‐ 2014 -­‐ “STRANI” TIPI ovvero TIPI “STRANAMENTE NORMALI” ANALISI DEL FILM LA NARRAZIONE Il film di Paolo Bianchini narra la storia reale dei due ragazzini guineiani parallelamente a quella immaginaria dei due amici Rocco e Thabo, mostrando il trait d'union tra le due solo nel finale: una modalità narrativa interessante, realizzata attraverso un intelligente montaggio che mescola i due piani temporali, fornendo solo alla fine (allo spettatore che ne fosse sprovvisto) le informazioni sul diverso setting delle due storie. Così, la storia di Rocco e Thabo, plot principale della storia, si intreccia a quella di Yaguine e Fodè, con quel particolare senso dell'amicizia, tipico dell'età dei protagonisti, a fare da filo conduttore tra le due vicende. Diversi i registri stilistici utilizzati per la sceneggiatura delle due storie: se il racconto del destino di Yaguine e Koita è teso e realista perché l’assurdità del loro gesto viene pienamente giustificato dall’ingenuità dei loro sogni di quattordicenni, il racconto di Thabo e Rocco mostra tratti di forte incredulità. La storia è raccontata infatti come una sorta di road movie a piedi, una storia di formazione in cui i due protagonisti sono guidati da un inesauribile senso di ottimismo, una fiducia nel prossimo (e nei propri mezzi) che cozza in modo palese con le dure vicende vissute da entrambi. La loro incredibile traversata dell'Africa, a piedi, assume quasi dimensioni mitiche: il villaggio di N’Dola, che sembra sconosciuto a tutti, si carica di significati simbolici, quasi emblema di un Eden perduto, di un'isola da ritrovare e per cui lottare. E' molto forte la scelta di caratterizzare una vicenda come quella qui narrata con toni da fiaba, con un tocco improntato a leggerezza e ottimismo, con quella visione a misura di bambino che non cessa mai di informare di sé il film. L'inesausta fiducia che guida i due ragazzini, e il tono lirico/avventuroso che caratterizza il loro viaggio, rischiano in più punti di inficiare l'elemento credibilità: ma il rischio viene aggirato quasi sempre con mestiere, specie considerata la natura allegorica e morale del racconto. Interessante anche la confezione registica in cui sottolineiamo per esempio i numerosi primi piani dei protagonisti della storia ripresi da dietro una rete o grata (la recinzione di un campo di calcio, il guardrail di una strada…), oppure l'abile montaggio della scena in cui i due protagonisti, dopo l'abbandono di Thabo, corrono l'uno verso l'altro. Anche la colonna sonora, che accompagna il viaggio dei due ragazzi, sembra molto efficace in quanto accentua la dimensione avventurosa e di esplorazione (di sé e del mondo). AMBIENTAZIONE Molto suggestive, seppur ridotte all’essenziale, sono le ambientazioni di questo film che in parte filma dal vero, in parte ricrea con set cinematografici, la povertà delle popolazioni africane e la durezza della natura di questo continente. Il Sole dentro è infatti ambientato tra Italia (Interland milanese-­‐Bari) e Africa (Tunisi – Ndola) ed è stato girato un po’ a Bari, nella Baia di San Giorgio, trasformata in Guinea, e un po’ in Tunisia, a 3 CINESCUOLA 2013 -­‐ 2014 -­‐ “STRANI” TIPI ovvero TIPI “STRANAMENTE NORMALI” Tozeur, ultima oasi ai margini del Sahara che ha fornito il set per il cammino dei due bambini. Un’ambientazione a parte riguarda il vano dell’aereo in cui si nascondono Yaguine e Koita, uno spazio stretto e buio tra tubi e pompe idrauliche, in cui la temperatura subisce escursioni molto forti che determinano la morte dei due bambini. CONACKRY – GUINEA: E’ il luogo da cui partono Yaguine e Koita . Il centro di Conackry è formato da pochi edifici in muratura del periodo coloniale che ospitano uffici, un paio di alberghi e strutture governative sorvegliate da soldati armati , il resto della città è una immensa baraccopoli attraversata da una rete fittissima di sentieri polverosi che brulicano di uomini , donne , bambini, capre e galline . Spesso nell’aria si intrecciano con il vociare della gente e i clacson delle auto ritmi e canti che , davanti ad una baracce e un po’ più avanti di fronte ad uno spaccio di birre e caffè, gruppi di giovani improvvisano suonando le loro percussioni . La strada per l’aeroporto è un lungo rettifilo a due corsie che attraversa per chilometri un mare di baracche e improvvisati mercatini dove si vende un po’ di tutto. La strada è percorsa nei due sensi da camion stracolmi di ogni genere di merce, automobili, taxi, biciclette e una processione interminabile e colorata di gente. TUNISI: Di qui inizia il cammino africano di Rocco e Tabho verso N’Dola, il villaggio nativo del ragazzo africano. Appena arrivati in Africa, i due ragazzini vedono povertà e degrado, ma anche uno spettacolo unico della natura africana. Si tratta di uno dei tanti spazi polverosi brulicanti di gente, animali, piccoli venditori di ogni genere di mercanzia, di vecchi camion che si trovano in molti villaggi africani. Il “Sentiero delle scarpe”: E’ uno dei tanti sentieri del deserto tracciati negli anni da migliaia di uomini, donne, bambini, in fuga dalle carestie, dalle guerre e così chiamati per i resti delle scarpe di quanti non sono riusciti a sopravvivere al deserto. Si tratta di un’ambientazione affascinante, per quanto crudele, che attraversa il deserto, la savana, la pianura ed infine la foresta. Deserto: Il film mostra le enormi distese di sabbia e le dune ed offre la percezione della solitudine e dell’isolamento di quanti camminano in cerca di una vita migliore. Lungo il cammino infatti i due ragazzini incontrano un nomade su un cammello e un camion di disperati che sognano di raggiungere l’Europa. Savana: E’ un’ambientazione meno crudele del deserto. I due ragazzini percorrono il letto asciutto di un fiume e qui possono calmare la fame con i ciuffi di giunchi che raccolgono strappandoli a mazzi e che poi masticano succhiando. Pianura: Dopo la savana i due ragazzini attraversano un vasto paesaggio pianeggiante su cui spuntano cespugli secchi che rotolano spinti dal vento. 4 CINESCUOLA 2013 -­‐ 2014 -­‐ “STRANI” TIPI ovvero TIPI “STRANAMENTE NORMALI” Foresta: Non si tratta di una foresta vera e propria ma di un paesaggio in cui spuntano qua e là alberi rinsecchiti e senza foglie. Qui i bambini si fermano, sfiniti dal cammino, ai piedi di albero sino a quando non sentono il rombo di un’auto. N’Dola: E’ il villaggio in cui è nato Thabo. E’ un piccolo villaggio, formato da capanne e poche case in muratura che si affacciano su uno spiazzo di terra battuta. Qui Thabo ritrova i suoi amici e i suoi genitori e qui il suo allenatore è riuscito a far costruire un “vero” campo di calcio in terra battuta con porte e linee regolamentari, con le panchine sui bordi e perfino un piccolo spogliatoio ancora allo stato grezzo, ricavato in un vecchio pullman. I PERSONAGGI La sceneggiatura di questo film è piena di personaggi molto significativi per quanto strani e un po’ bizzarri che incarnano uno spiccato sentimento di fraternità universale e di solidarietà. Accanto a Yaguine e Koita, i protagonisti della storia reale che ha fornito il pretesto per la stesura de Il sole dentro, ci sono nella storia di finzione altri due bambini ingenui pieni di entusiasmo, Thabo e Rocco, che nel corso del viaggio dall’Italia verso il villaggio di ‘Ndola incontrano alcuni personaggi che prestano il loro il loro aiuto per il raggiungimento della loro meta: un marinaio che in cambio di pochi soldi nasconde i due ragazzi su di un traghetto per Tunisi; l’autista di un camioncino, lo speaker di un’emittente radiofonica ai bordi del deserto, un nomade del deserto, un personaggio bizzarro di nome Padre X, un volontario Unicef ed infine un’allenatrice di pallone molto particolare ed un Console onorario un po’ sui generis. Thabo: Ragazzino africano di circa 13 anni, sogna di diventare un grande calciatore. Prelevato in Guinea da un uomo senza scrupoli che gli promette una carriera nel mondo del pallone in cambio di soldi, arriva in Italia chiuso in un container di clandestini, comincia a giocare in una giovanile del Nord ma quando i responsabili della società sportiva decidono che non è più utile, viene letteralmente scaricato con una scusa e senza tanti complimenti, nel bel mezzo di un'autostrada. Rimasto solo e senza soldi decide di ritornare in Africa. Rocco: Ragazzino barese di circa 13 anni, orfano di madre, ha il padre in carcere, una sorellastra che vive a Torino e di cui non ricorda neanche il nome ed è affidato ad uno zio violento che lo vende ad una squadra giovanile di calcio del nord Italia. L’unico legame sincero che ha è l’amicizia con un compagno di squadra africano, Thabo. Chiara, detta “Pasta e fagioli” : E’ una donna italiana che ha scelto di vivere in Africa dove lavora per l’Unicef in un villaggio, in cui si prende cura di un gruppo di ragazzi nelle loro mille esigenze quotidiane, dal mangiare alle medicine, compresa la costruzione di un campo di calcio. E’ il Mister della squadra di calcio giovanile del ‘Ndola ed è nota a tutti come “Pasta e fagioli” perché al termine di ogni partita prepara per tutti questa minestra. E’ una donna molto forte e 5 CINESCUOLA 2013 -­‐ 2014 -­‐ “STRANI” TIPI ovvero TIPI “STRANAMENTE NORMALI” risoluta pronta ad aiutare i bambini e insistente presso il consolato per ottenere fondi o documenti importanti. Nella finzione cinematografica è la donna che il 28 luglio 1999, in qualità di tecnico dell’aeroporto di Bruxelles, trovò i corpi straziati di Yaguine e Fodè e la lo loro lettera. Padre X: E’ un personaggio folle e surreale, un italiano che vive in Africa da 10 anni e che si definisce “uomo” con ascendente extraterrestre. Compare nel film due volte quasi come miraggio. Vive nel deserto da solo in una capanna, che è la casa di tutti quelli che passano di lì, e si circonda di immagini di bambini di tutte le razze che usa come aquiloni. “Da piccoli dice -­‐ è facile restare amici, mentre i grandi non ce la fanno, non si sa perché”, per questo fa svolazzare nel cielo queste foto che chiama Gesù, Maometto e Buddha nella speranza che questi, ossia che le diverse religioni possano stare insieme in armonia; E’ convinto che per aiutare il popolo africano, e “terzo mondo” in genere, non bastino solo soldi o cibo ma sia necessario creare le condizioni perché questo possa progredire da solo. “I piccoli – dice -­‐ sono il futuro del mondo, e un giorno i grandi dovranno ascoltarli”. I CONTENUTI Il Sole dentro è soprattutto un lungo viaggio all’insegna dell’amicizia e della speranza, così come il titolo poeticamente esprime, alludendo al desiderio di una vita migliore e all’ottimismo dei bambini che guida il cammino dei protagonisti delle due storie raccontate. Il sole dentro, ha infatti raccontato il regista, è nato da un sogno: «riflettevo su come avrei potuto riprendere con la cinepresa i visi dei due giovani attori africani nel buio della stiva di un aereo. Così, nel sonno, ho immaginato Yaguine e Fodé: i due ragazzini avevano il sole dentro di loro che li illuminava». Il film offre però numerosi spunti di riflessione per l’approfondimento in classe: -­‐ Il viaggio come scoperta dell’altro e di sé -­‐ Il diritto e la possibilità dei bambini e dei giovani di vivere in un “mondo migliore” -­‐ L’amicizia che supera le barriere e le differenze -­‐ L’Africa e le difficoltà dei ragazzi africani -­‐ Le differenze e le somiglianze fra ragazzi italiani ed africani -­‐ Le ragioni e le difficoltà dell’emigrazione: Viaggi simboli, compiuti nella solidarietà e nell'amicizia, che si snodano tramite percorsi geografici opposti con la speranza di andare verso una terra più accogliente -­‐ Lo studio e l’impegno come strumenti per migliorare il proprio Paese e la propria esistenza -­‐ Il calcio e lo sport come momento di aggregazione, di crescita e di aiuto reciproco Riportiamo qui di seguito un’intervista rilasciata dal regista in cui sono indicate le tematiche e le intenzioni del film. Come nasce l’idea di questo film? L’idea e la spinta per fare il film nasce dalla lettera dei due ragazzi africani. Di fronte a questi fatti si resta indignati e in genere con un grande senso di impotenza. Io ho deciso di impegnarmi a parlarne, e quindi insieme a mia moglie ci siamo messi a lavorare per farne un film che abbiamo prodotto noi stessi. 6 CINESCUOLA 2013 -­‐ 2014 -­‐ “STRANI” TIPI ovvero TIPI “STRANAMENTE NORMALI” Accanto alla storia vera di Yaguine e Fodè, il film racconta la storia di altri due ragazzi Thabo e Rocco, anche questa storia è vera? Con modalità più o meno simili sono tutte storie vere. Ci siamo ispirati alla storia di un ragazzino di colore che è stato trovato alla stazione di Milano dove era stato abbandonato dal suo presunto manager. Era stato scartato dalla scuola di calcio perché non ingrassava e quindi non aveva un adeguato tono muscolare. E’ stato abbandonato alla Stazione Centrale dove il suo ‘procuratore’ l’aveva portato con l’inganno dicendogli che gli avrebbe fatto incontrare un allenatore di una squadra importante, per sparire, piantandolo in asso. Questo ragazzino ha aspettato per una settimana che questo signore ritornasse. Poi una notte l’ha trovato la polizia dentro una cabina telefonica. Quando l’hanno portato al Commissariato non aveva nessun documento, di sé conosceva solo il nome, non sapeva quanti anni avesse e non risultava censito anagraficamente. Anche il nome del villaggio da cui diceva di provenire non risultava da nessuna parte. E’ stato affidato ad una parrocchia nei pressi della stazione, in attesa di avere ulteriori informazioni, dove è rimasto parcheggiato per qualche mese. Poi un bel giorno non l’hanno più trovato. Io ho immaginato che abbia deciso di tornare al suo villaggio. Quindi questo viaggio di ritorno è una sua invenzione? Io ho cercato di immaginare quello che questo ragazzino dall’apparente età di 14 anni poteva aver provato dentro di sé prima quando ha scoperto che non sarebbe mai diventato un campione e poi quando è stato abbandonato. In genere in questi casi, di fronte ad un fallimento non vogliono più tornare indietro, perché sarebbe una delusione per tutta la comunità da cui provengono, la famiglia, il villaggio, perché la sua fortuna avrebbe rappresentato la fortuna di tutti. Io invece ho preferito immaginare che lui abbia deciso di tornare, con uno scatto d’orgoglio. Il suo compagno Rocco è un ragazzino italiano. Rocco è un altro bambino del sud del mondo, che proviene dalla estrema periferia di Bari dove uno zio lo ha venduto ad una squadra del Nord. Ed anche queste sono storie vere. Storie di famiglie intere che portano i ragazzini in questi centri. E’ la cultura del successo e della ricchezza. Il gioco del calcio non è più divertimento, ma successo economico. Quindi Rocco è un’altra vittima, che quando intuisce che il suo amico è in difficoltà, scappa per andarlo a cercare. Nel loro incredibile viaggio attraverso l’Italia e l’Africa incontrano personaggi molto singolari. In un film del genere non poteva mancare un personaggio come Giobbe Covatta. Lui è l’autista di un autobus che sta tornando a Bari dopo aver accompagnato un gruppo di tifosi in una trasferta nel nord, e che finisce per caricare anche i due fuggitivi che dopo l’ennesimo scontro con lo zio di Rocco, decidono di andare in Africa alla ricerca del villaggio di Thabo. Attraverseranno a piedi metà continente africano, giocando con l’inseparabile pallone, percorrendo all’inverso uno dei sentieri cosiddetti della speranza. Li chiamano anche i sentieri delle scarpe perché sono sette percorsi che attraversano il Sahara disseminati di sandali, scarpe e di poveri resti di chi non ce l’ha fatta. Poi quando finalmente arrivano al villaggio di Thabo ritrovano il primo allenatore di Thabo, la persona che gli aveva insegnato a giocare al pallone, la mitica ‘pasta e fagioli, interpretata da Angela Finocchiaro. Chiamata così perché alla fine di ogni allenamento prepara pasta e fagioli per i suoi piccoli atleti. Questo è l’unico personaggio che ci siamo inventati, e nel quale sia io che mia moglie ci siamo idealmente identificati. E’ lei che ci riconduce alla vicenda di Yaguine e Fodè. Abbiamo immaginato infatti che quel 2 agosto del 1999 sia stata lei, come tecnico dell’aeroporto di Bruxelles, a scoprire i corpi dei due ragazzini morti assiderati nel vano carrello, ed a trovare la lettera che avevano in 7 CINESCUOLA 2013 -­‐ 2014 -­‐ “STRANI” TIPI ovvero TIPI “STRANAMENTE NORMALI” tasca. Questa scoperta innescherà, qualche tempo dopo, la decisione di partire per l’Africa, lasciando tutto, per approdare in un piccolo villaggio dove costruisce una scuola e organizza una piccola squadra di calcio. Il film affronta il problema della tratta dei baby calciatori, una realtà che pochi conoscono. Il calcio è uno dei dogmi della nostra società, che muove interessi economici di proporzioni colossali, pertanto è inevitabile che intorno a questo mondo dorato si muovano realtà anche illegali. A questo proposito i dati che ci ha fornito la Federazione Gioco Calcio sono inquietanti. Loro definiscono questi personaggi gli scafisti del calcio, gente che pesca nell’enorme bacino del sud del mondo, che va dall’ America latina all’africa, per individuare i ragazzini che mostrano una qualche dote per il calcio, dopodiché convincono le famiglie a farseli consegnare, con la promessa di portare il ragazzo in una scuola di un grande club italiano, francese o spagnolo, da dove sarebbe uscito in poco tempo come un campione. Le famiglie, con il miraggio dei guadagni dei grandi calciatori, si indebitano per pagare questo servizio, che solo raramente finisce nei club, e più spesso in fantomatiche scuole private da dove i ragazzi se non sono dei fenomeni vengono abbandonati dove capita. Intorno al mondo del calcio proliferano queste scuole clandestine e questi personaggi. Secondo stime ufficiali questi giovanissimi ‘schiavi del calcio’ sono circa 20.000 e provengono in gran parte dall’Africa con destinazione Francia, Italia e Spagna. Uno degli argomenti più forti del film è proprio il significato del gioco. Che nella nostra società è stato deformato dall’aspetto economico. Nel loro viaggio di ritorno a piedi in pieno deserto Thabo e Rocco giocano con il pallone, che non hanno mai abbandonato. Nonostante l’esperienza negativa che hanno vissuto non hanno perso il senso più autentico del gioco. I ragazzi non hanno il senso della morte. Dopo i bombardamenti di Gaza con la polvere ancora per aria c’è una immagine di un bambino che palleggia con un pallone trovato tra le macerie. Il gioco è la speranza di un domani. Il film è raccontato con questa ironia, con questa leggerezza. Adesso tocca a lei portare la storia di Yaguine e Fodè a Bruxelles. Qualche mese fa abbiamo organizzato una proiezione a Roma alla Camera dei Deputati e nel frattempo abbiamo scritto a Martin Schultz, il Presidente dell’Unione Europea, informandolo del film, poiché arrivare in quella sede sarebbe importante sia per il film che per la memoria di Yaguine e Fodè. Comunque in ogni caso alla sede dell’Unione Europea di Bruxelles ci arriveremo grazie ad un’iniziativa che stiamo portando avanti assieme ai ragazzi del liceo Majorana di Guidonia, che hanno tradotto la lettera in tutte le lingue del mondo, poi l’hanno messa in rete chiedendo a tutti i ragazzi di partecipare, scrivendo la lettera nelle loro lingue. Non può immaginare cosa è nato da questa cosa. Migliaia e migliaia di lettere che noi portiamo al Parlamento europeo grazie all’appoggio di Poste italiane. Si è creato un movimento spontaneo che noi vogliamo che continui anche al di là del film, perché i giovani imparino a pretendere dai potenti del mondo il diritto alla vita ed alla scuola, oltretutto sancito dalle carte dell’Onu, Unesco e Unicef. Lo scopo di questo film non si esaurisce con la visione. Quando si riaccendono le luci in sala il film comincia a vivere. 8 CINESCUOLA 2013 -­‐ 2014 -­‐ “STRANI” TIPI ovvero TIPI “STRANAMENTE NORMALI” LA TRATTA DEI BABY CALCIATORI Il calcio nell’immaginario collettivo è visto come un mondo dorato attorno al quale c’è un giro economico di proporzioni mastodontiche e dove gli atleti sono strapagati ma c’è una realtà che pochi conoscono che è fatta di dolore e sfruttamento: è la tratta dei baby calciatori. Persone senza scrupoli, sedicenti procuratori, che sono stati nominati “scafisti del calcio” girano il mondo, soprattutto l’Africa, alla ricerca di piccoli talenti. Una volta individuati dei ragazzi convincono le famiglie a farseli consegnare per portali a giocare ed allenarsi in qualche club europeo con il sogno e la speranza di diventare i campioni del domani, ma per fare ciò si fanno pagare lautamente. Le famiglie che sperano di vedere il proprio figlio diventare un grande calciatore consegnano tutti i loro risparmi o si indebitano. Alcuni ragazzi vengono portati effettivamente nei club, ma se dopo pochissimo tempo non rispondono alle caratteristiche richieste vengono abbandonati dove capita oppure sfruttati come manodopera a basso costo, altri vengono direttamente sfruttati senza neanche passare per il club. Molti di loro provano a tornare a casa e per fare ciò finiscono nella rete della malavita, mentre molti altri scompaiono e si perdono completamente le loro tracce. Questi ragazzi vengono chiamati “nuovi schiavi del calcio”, sono circa 20.000 e provengono quasi tutti dall’Africa, le meta principale è la Francia, ma si sono verificati numerosi casi anche in Italia. La compravendita dei calciatori minorenni è vietata dall’articolo 19 del Regolamento Fifa sullo Status e sul Trasferimento dei giocatori, che recita: “I trasferimenti internazionali dei calciatori sono consentiti solo se il calciatore ha superato il 18° anno di età”. Sono previste, però, delle eccezioni: il trasferimento di un giocatore di 16 anni è consentito all’interno dell’UE o dell’ AEE, per via della sentenza Bosman (che liberalizza il mercato del calcio europeo); se i genitori del ragazzo si sono trasferiti nel Paese della nuova società per motivi indipendenti dal calcio; se è in essere un accordo di collaborazione tra accademie giovanili dei due club (con adeguato alloggio, mantenimento e istruzione). E su queste eccezioni s’innestano i sedicenti procuratori che riescono a falsificare i documenti oppure produrre falsi attestati in cui risulta che i genitori lavorano in Europa e per la Fifa è impossibile controllare tutto, specie se i ragazzi giocano in squadre amatoriali, e non riconosciute. Paolo Bianchini aveva in mente da almeno dieci anni una storia che denunciasse il triste fenomeno del mercato dei baby-­‐calciatori. «Ho cominciato a pensarci mentre mi trovavo in Congo per girare uno spot. Allora, venni a conoscenza del problema dopo avere saputo che un ragazzino era stato prelevato da una scuola-­‐calcio locale da qualche sedicente procuratore ed era sparito. Così, cominciai a fare ricerche sul fenomeno, attraverso l'Unicef». «Il sole dentro non esagera, fotografa la situazione reale», commenta Barbara Benedetti, segretaria nazionale del settore giovanile e scolastico della Figc (Federazione italiana giuoco calcio). Il fenomeno è molto diffuso anche in Italia, ed è difficile monitorarlo. Negli ultimi anni le cose sono migliorate grazie alla regolamentazione che pone dei paletti: adesso i trasferimenti internazionali dei calciatori sono possibili solo al compimento dei 18 anni. Ma il problema rimane vasto e radicato. L'età, poi dei ragazzini si è abbassata: come spiega la Benedetti, oggi ci si trova di fronte a casi di baby-­‐calciatori anche di appena 7 anni. E poi, non solo provenienti dall'Africa. La tratta, infatti, avviene anche fra una regione italiana e l'altra. Il traffico dei bambini calciatori pone un serissimo problema socio-­‐educativo: una volta trasferiti, infatti, bisogna capire se questi ragazzini vanno a scuola, se sono seguiti, accuditi, controllati. «Il pallone, di per sé, è uno sport altamente educativo», aggiunge la Bendetti. «Ma cosa ne sarà di un bambino illuso, sfruttato poi abbandonato? Probabilmente diventerà uno sportivo fallito, emarginato, violento e pieno di rancore». Nota I testi contenuti in questa scheda sono tratti dal sito ufficiale del film e dal pressbook . Le immagini sono tratte dai principali siti di informazione cinematografica. 9 CINESCUOLA 2013 -­‐ 2014 -­‐ “STRANI” TIPI ovvero TIPI “STRANAMENTE NORMALI” PROPOSTA DI LAVORO (Analisi del film e Percorso “Strani” tipi ovvero “tipi stranamente normali”) A. LA SCHEDA DEL FILM DATI GENERE TITOLO:  DRAMMATICO  COMMEDIA REGISTA:  STORICO NAZIONALITA’:  DOCUMENTARIO ANNO DI PRODUZIONE:  AVVENTURA INTERPRETI:  (altro)____________ B. LA NARRAZIONE (Struttura filmica, Ambientazione, Tempi narrativi e Personaggi) 1. Il film racconta due storie separate: quella di Yaguine e Fodè e quella di Rocco e Thabo. Riassumile brevemente. 2. Quando è perché le due storie s’incontrano? 3. Come è impostato il racconto? C’è un narratore oppure le immagini scorrono senza alcun commento? 4. Puoi individuare delle scene madri che consentono lo sviluppo narrativo? 5. Qual è il punto di vista con cui viene raccontata la storia? Interno o esterno? 6. Il montaggio è lineare o alternato? 7. Ci sono flashback o flashforward? Oppure lo sviluppo narrarivo è lineare? 8. Come ti sembra il ritmo narrativo? Lento o veloce? 9. Cosa pensi della colonna sonora che accompagna le immagini? 10. Le due storie sono raccontate con due stili diversi: una è drammatica, l’altra è quasi fiabesca. Sapresti abbinare lo stile alle due storie? C. AMBIENTAZIONE 11. Yaguine e Fodè vivono in Guinea. Fai una ricerca geografica e storica su questo paese. 12. Perché questi due bambini si incontrano tutte le sere nel parcheggio dell’aeroporto? Cosa fanno in questo luogo? 13. Approfondimento. Fai una ricerca sull’istruzione dei bambini in Africa. 14. Yaguine e Fodè si avventurano in un viaggio pericolosissimo. Su quale mezzo viaggiano e in quali condizioni? Descrivi. 15. Rocco e Thabo s’incontrano in un club di calcio ma qui conoscono un ambiente poco “pulito”. Racconta. 16. I due bambini attraversano il deserto percorrendo un “sentiero delle scarpe”. Sai dire di cosa si tratta? A chi appartengono le scarpe che Rocco e Thabo trovano durante il cammino? 17. Descrivi il viaggio di Rocco e Thabo e i diversi paesaggi che attraversano. Cosa trovano da mangiare lungo il loro percorso? 10 CINESCUOLA 2013 -­‐ 2014 -­‐ “STRANI” TIPI ovvero TIPI “STRANAMENTE NORMALI” D. I PERSONAGGI 18. Rocco e Thabo sono i protagonisti della storia principale raccontata in questo film. Traccia un ritratto di entrambi compilando questa scheda: NOME: ETA’: PAESE D’ORIGINE: DESCRIZIONE FISICA: (Altezza, Colori dei capelli e degli occhi, segni particolari) DESCRIZIONE CARATTERIALE: (Modo di rapportarsi con gli altri, Passioni, Sogni) AMBIENTE FAMIGLIARE IN CUI VIVE: ALTRE CONSIDERAZIONI: 19. Come mai Thabo si trova in Italia? E perché deve rientrare in Africa? 20. Cosa spinge Rocco ad andare con Thabo? 21. Perché i due ragazzi partono insieme? 22. Durante questo viaggio, i due ragazzi incontrano molte persone disposte ad aiutarli più o meno onestamente. Chi sono queste persone? Ripercorri il loro viaggio ed individua gli incontri più importanti. 23. Nel villaggio di ‘Ndola, Rocco è considerato un clandestino e per questo deve “assolutamente” ritornare in Italia. Come mai? Cosa significa “clandestino”? 24. Padre X è un personaggio un po’ bizzarro. Chi è? Perché vive da solo in una capanna costruita nel bel mezzo del deserto? Perché fa volare gli aquiloni? 25. Mister “Pasta e Fagioli”è una donna che ha deciso di abbandonare le comodità della sua vita per trasferirsi in Africa e dedicarsi totalmente ai bambini. Cosa ha determinato questa scelta? 26. Yaguine e Fodè sono invece i protagonisti della storia “secondaria”raccontata. Non si tratta di personaggi di finzione, ma di bambini che realmente sono morti in un vano di un aereo atterrato a Bruxelles, per consegnare una lettera al Parlamento Europeo. Fai una piccola ricerca in merito. E. LE TEMATICHE 27. Il Sole dentro racconta due viaggi molto particolari, mossi entrambi da uno stesso desiderio. Qual è secondo te? Pensa al titolo del film. 28. “Due cammini della speranza con mete opposte perché mentre Thabo e Rocco fuggono da chi in Europa ha messo il proprio profitto sopra tutto, Yaguine e Fodé puntano le loro speranze proprio sull’Europa non ancora inghiottita dalla crisi. Rispetto a questi ultimi colpiscono alcuni passaggi della lettera pensata e scritta dai due, chiedendo aiuto ed esprimendo il diritto e la possibilità delle nuove generazioni di vivere in “mondo migliore”. Commenta 29. Il regista ha detto che: “Questo film è nato dal bisogno di ascoltare la voce dei più lontani, degli sconosciuti, di tutti quelli che nascono e muoiono e nessuno se ne accorge, tra quelle voci ho riconosciuto quelle di Yaguine e Fodè: ci chiedono giustizia. Ho cercato di dargli voce.” Perché? Qual è la situazione in cui vivono i bambini africani? Approfondisci l’argomento. 30. Rileggi la lettera scritta da Yaguine e Fodè e scrivi la tua riflessione in merito. Quali sentimenti e/o emozioni ti suscita? 31. Padre X parla a Rocco e Thabo del “Terzo mondo”. Sai dire cosa è “il terzo mondo”? 32. Come mai centinaia di migliaia di persone ogni anno abbandonano il proprio Paese lasciando tutti gli affetti e rischiando la vita per raggiungere l’Europa? 33. Molti italiani come Chiara, il console, il rappresentante dell’Unicef, sono impegnati all’Estero in azioni umanitarie o diplomatiche. Qual è il loro ruolo e la loro attività? 11 CINESCUOLA 2013 -­‐ 2014 -­‐ “STRANI” TIPI ovvero TIPI “STRANAMENTE NORMALI” 34. Hai mai sentito parlare della “tratta dei Baby calciatori”? sai dire di cosa si tratta. Approfondisci l’argomento. 35. Il film affronta in modo leggero temi drammatici. Puoi dire che si tratti di un film pieno di speranza? 36. Rocco e Thabo sono due bambini molto diversi eppure il loro legame mostra la bellezza dell’amicizia. Cosa scrive Thabo sul gesso di Rocco all’inizio del viaggio? Commenta. 37. Nella partita di calcio finale in un campo povero e polveroso ma costruito con amore, tutti i ragazzi giocano insieme senza distinzione di provenienza. Qual è il valore dello sport? E’ ancora possibile oggi sperare in un calcio pulito che rappresenti un momento di confronto agonistico sano e leale? 38. Il regista parlando del messaggio del film afferma: «Dipende da ognuno di noi che questo modello sociale di ingiustizia venga cambiato. Il diritto alla vita appartiene ad ogni persona che nasce, per una legge che regola la vita sul nostro pianeta: c'è anche un filo che ci lega, e fa sì che ognuno debba vivere insieme agli altri. Invece noi abbiamo la cultura del primo della classe. Ci vuole una presa di coscienza, ognuno deve sentirsi protagonista di questo cambiamento». Commenta. F.IL TUO GIUDIZIO 39. Ti è piaciuto il finale? Oppure avresti preferito un altro finale? Inventa. 40. Infine dai la tua valutazione Da non perdere Divertente Noioso Da non rivedere 41. Osserva questa immagine del film e descrivi: 12 CINESCUOLA 2013 -­‐ 2014 -­‐ “STRANI” TIPI ovvero TIPI “STRANAMENTE NORMALI” NOTA PER I DOCENTI: La presente scheda, che riassume il tema della rassegna, può essere utilizzata, volta per volta al termine di ogni film, nella sua interezza o in parte, oppure alla fine del ciclo delle visioni come riflessione complessiva sull’intero percorso filmico proposto. PERCORSO “STRANI” TIPI OVVERO “TIPI STRANAMENTE NORMALI” Molto spesso, mentre camminiamo per strada o mentre guardiamo film o programmi televisivi ci imbattiamo in persone apparentemente un po’ “strane”: uomini o donne con tratti somatici molto diversi dai nostri; grandi e bambini che fanno cose che non comprendiamo; che parlano una lingua che non capiamo o che semplicemente non fanno “le cose che fanno tutti quelli che conosciamo”. Qual è la nostra reazione rispetto a questa diversità? Diffidenza e derisione oppure curiosità e voglia di conoscere? Proviamo, attraverso l’analisi del film che abbiamo visto insieme, a capire come mai, a volte questo giudizio di “stranezza” ci porta ad escludere l’Altro. 1. Tra i personaggi del film potrebbero esserci dei “tipi un po’ strani”. Tu cosa hai pensato di fronte al volto e alle azioni dei protagonisti di questo film? 2. Cosa ha condizionato maggiormente il tuo giudizio? L’aspetto fisico, le sue abitudini di vita o il modo di reagire alle situazioni? 3. Probabilmente, i protagonisti di questo film sono all’apparenza molto “diversi” da te e/o vivono in un ambiente molto “diverso” da quello in cui vivi tu. In cosa consiste questa diversità dalla tua vita? 4. Sapresti dire cosa s’intende per “diversità culturale”? 5. Spiega a parole tue, il significato di questi articoli tratti dalla DICHIARAZIONE UNIVERSALE DELL'UNESCO SULLA DIVERSITA' CULTURALE Articolo 1 -­‐ La diversità culturale, patrimonio comune dell'Umanità La cultura assume forme diverse nel tempo e nello spazio. La diversità si rivela attraverso gli aspetti originali e le diverse identità presenti nei gruppi e nelle società che compongono l'Umanità. Fonte di scambi, d'innovazione e di creatività, la diversità culturale è, per il genere umano, necessaria quanto la biodiversità per qualsiasi forma di vita. In tal senso, essa costituisce il patrimonio comune dell'Umanità e deve essere riconosciuta e affermata a beneficio delle generazioni presenti e future. Articolo 3 -­‐ La diversità culturale, fattore di sviluppo La diversità culturale amplia le possibilità di scelta offerte a ciascuno; è una delle fonti di sviluppo, inteso non soltanto in termini di crescita economica, ma anche come possibilità di accesso ad un'esistenza intellettuale, affettiva, morale e spirituale soddisfacente 6. Prova a metterti al posto di uno dei personaggi di questo film. Se ti fossi trovato a vivere le situazioni raccontate nel film e nel contesto in cui avvengono, saresti “strano” anche tu per i tuoi amici? 7. Commenta queste affermazioni: -­‐ Tutti siamo strani rispetto a tutti. -­‐ Nessuno è uguale ad un altro -­‐ Siamo tutti strani nella nostra normalità. 8. Rifletti: Cosa spinge all’azione, i personaggi di questo film? -­‐ Il Desiderio di amare e di essere amati -­‐ La voglia di distinguersi dagli altri -­‐ Lo spirito d’avventura e di unicità -­‐ La felicità del cuore 9. Al termine di queste piccole riflessioni, pensi ancora che i personaggi del film siano “strani”? Come li definiresti? 10. Un gioco di parole: Non è un po’ strano pensare che questi “tipi strani” siano “stranamente normali” 13