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OLTRE GLI SCHEMI
Un filosofo interpreta l’arte del Novecento
Lezioni di Giuseppe Di Giacomo
Il ciclo di lezioni che si terrà al Teatro Piccolo Eliseo presenta l’arte del XX secolo attraverso una
prospettiva filosofica, con l’obiettivo di rendere comprensibile la complessità di una produzione
artistica caratterizzata dalla distruzione dei tradizionali modelli di riferimento e di tutti i paradigmi
che hanno segnato la storia dell’arte dalle origini alla fine del XIX secolo. Si vedrà allora come i
grandi artisti del Novecento - affrontati in questi incontri - evidenzino il fatto che, se si può ancor
oggi parlare in ambito artistico di un “paradigma”, questo è costituito dall’assenza di ogni paradigma.
15 marzo 2016, ore 17.30
Le origini della modernità: Manet e Cézanne.
La via della “rappresentazione”: l’Astrattismo di Kandinskij, Malevič, Mondrian.
La rottura con i modelli della tradizione è ben rappresentata nel passaggio tra l’Ottocento e il
Novecento dai francesi Edouard Manet e Paul Cezanne. Mentre Manet utilizza gli elementi strutturali
della pittura - verticali e orizzontali – in direzione della bidimensionalità, Cézanne recupera una
concezione geometrica e atemporale dello spazio come indice della “verità”.
Aspetti di questa ricerca confluiranno nel nascente Astrattismo, movimento che si nutre di spiritualità,
senza però negare l’importanza degli elementi sensibili e materiali dell’opera.
5 aprile 2016, ore 17.30
La via della “presentazione”: i ready-made di Duchamp.
Tra “rappresentazione” e “presentazione”: Picasso e il Cubismo.
La ruota di bicicletta o l’orinatoio di Duchamp mostrano come qualunque cosa possa essere intesa
come opera d’arte, se alla stessa viene sottratta la sua funzione originaria e presentata come tale alla
contemplazione in un museo. Evidenti richiami alla poetica di Duchamp sono confluiti nel Cubismo,
in cui l’immagine visibile viene scomposta e rappresentata sulla tela in modo da non essere più un
oggetto per l’occhio, bensì per l’intelletto.
19 aprile 2016, ore 17.30
Klee tra astrattismo e figurazione. Mirò e il Surrealismo.
Quando Paul Klee definiva il compito della pittura “non riprodurre il visibile, ma rendere visibile”
affidava un nuovo ruolo all’artista. Come un demiurgo, che concorre alla creazione del mondo, il
pittore ha il compito di rendere visibile ciò che è nascosto tra le pieghe della realtà oggettiva. Anche
Mirò dipinge la realtà non direttamente come la vedono i suoi occhi, ma mediata dai suoi ricordi. Sia
l’artista svizzero che il maestro catalano non procedono da modelli precostituiti, ma la loro opera è
un processo sempre in divenire.
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3 maggio 2016, ore 17.30
La nuova (s)figurazione: Giacometti e Bacon.
Momenti dell’arte italiana e francese del dopoguerra.
Francis Bacon e Alberto Giacometti sono accomunati nella ricerca della verità, propendendo per
un’arte che non sia mero realismo, quanto rassomiglianza intesa a far emergere l’essenza della figura
umana. La loro opera è risultata estremamente originale ed equidistante sia dall’arte figurativa che
dall’astrattismo.
Nel dopoguerra in Italia, con Alberto Burri e Lucio Fontana, e in Francia con Jean Dubuffet e Jean
Fautrier si è imposta l’arte informale come poetica del gesto e della materia.
10 maggio 2016, ore 17.30
Il ritorno della “rappresentazione”: l’Espressionismo astratto americano.
Il ritorno della “presentazione”: Pop Art, Minimalismo e Concettualismo.
La peculiarità dell’Espressionismo astratto americano del secondo dopoguerra sta nelle opere di artisti
come Mark Rothko e Barnett Newman e nell’action painting di Jackson Pollock.
Parallelamente la Pop Art analizza il ruolo dell’arte nella nuova società dei consumi e in relazione
alla cultura dei mass media. Maestro riconosciuto, Andy Warhol trasforma l’opera d’arte da oggetto
unico a prodotto seriale.
24 maggio 2016, ore 17.30
L’arte degli ultimi trent’anni: tra mercato e testimonianza, tra simulacro e immagine.
L’esperienza artistica della contemporaneità non si risolve completamente nella tendenza
neofigurativa e iperrealista delle produzioni Neo pop (si pensi a Jeff Koons e Damien Hirst), che si
sono impadronite in maniera pressoché definitiva dell’immaginario mediatico e del mercato dell’arte.
Contemporaneamente sono emerse produzioni artistiche del tutto originali, in grado di serbare
memoria delle sofferenze della storia, come per esempio in Antoni Tàpies, Christian Boltanski e
Anselm Kiefer.
Giuseppe Di Giacomo è Professore ordinario di Estetica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli
studi di Roma “La Sapienza” e, presso la stessa Facoltà, è membro del collegio dei docenti del Dottorato di ricerca in
Filosofia e Storia della filosofia.
È socio fondatore e membro del Consiglio di Garanzia della Società Italiana d’Estetica (SIE). È direttore della collana
Figure dell’estetica presso l’editore Alboverso-rio e della collana Forme del possibile, presso l’editore Mimesis; fa parte
del Comitato scientifico delle riviste Paradigmi, Studi di estetica, Rivista di estetica, Estetica. Studi e ricerche, di
Aesthetica Preprint, oltre che della rivista Comprendre. Revista catalana de filosofia, della rivista on line Memoria di
Shakespeare. A Journal of Shakespearean Studies. Fa parte inoltre del Comitato scientifico delle collane editoriali:
Filosofia (Mimesis, Milano), Caffè dei filosofi (Mimesis, Milano), Eterotopie (Mimesis, Milano). È Coordinatore
nazionale dell’Osservatorio di Storia dell’Arte della Società Italiana di Estetica. Dal novembre 2012 al 2015 è stato
Direttore del Museo Laboratorio di Arte Contempo-ranea (MLAC), presso il quale ha promosso numerose iniziative di
carattere espositivo, seminariale e di ricerca, anche in collaborazione con il Teatro Argentina di Roma e con il Teatro
Eliseo di Roma.
Tra le sue pubblicazioni: Dalla logica all’estetica. Un saggio intorno a Wittgenstein (Parma, 1989); Icona e arte astratta.
La questione dell’immagine tra presentazione e rappresentazione (Palermo, 1999); Estetica e letteratura. Il grande
romanzo tra Ottocento e Novecento (Roma-Bari, 1999); Introduzione a Paul Klee (Roma-Bari, 2003); Alle origini
dell’opera d’arte contemporanea (Roma-Bari, 2008); Beckett ultimo atto (Milano, 2009), Ripensare le immagini (Milano,
2009); Astrazione e astrazioni (Milano, 2010); L’oggetto nella pratica artistica, (Paradigmi, 2, 2010), Il Museo oggi
(Studi di Estetica, 2012), Narrazione e testimonianza (Milano, 2012), Aura (Rivista di Estetica, 2013), Malevič. Pittura
e filosofia dall’Astrattismo al Minimalismo (Roma, 2014), Fuori dagli schemi. Estetica e arti figurative dal Novecento a
oggi (Roma-Bari, 2015), Filosofia e teatro (Paradigmi, 1, 2015), Tra il sensibile e le arti. Trent’anni di estetica (Studi di
Estetica, 1-2/2014), Tra arte e vita. Percorsi fra testi, immagini, suoni (Milano, 2015), Arte e modernità. Una guida
filosofica (Roma, 2016).
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