Gloria, dall`armadio della nonna alla maison di Yves Saint Laurent

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Gloria, dall`armadio della nonna alla maison di Yves Saint Laurent
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L’ECO DI BERGAMO
DOMENICA 20 SETTEMBRE 2015
Le storie
L’iniziativa
Bergamo senza confini
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Gloria, dall’armadio
della nonna
alla maison di
Yves Saint Laurent
Gloria Gotti. Da due anni è volata da Bergamo a Parigi
I primi passi come «vestierista» alle sfilate di Milano
Poi il salto in Francia, prima da Kenzo e Dior. E ora...
FABIANA TINAGLIA
La sua è una dichiara­
zione d’amore: per la nonna
Francesca che, appena torna a
casa a Bergamo, corre ad ab­
bracciare. La nonna, leggera ed
elegante, dai modi cortesi che
le ha insegnato il gusto, l’abbi­
namento di stoffe e colori. Quel
modo sofisticato di amare un
tessuto, una fantasia bizzarra.
La moda probabilmente l’ha
imparata così, Gloria Gotti, vi­
vendo accanto a quegli armadi
zeppi di longuette e cappotti di
un tempo, che profumano di
vaniglia. E poi abiti e camiciole
di seta, tutto un mondo che è
entrato nel dna di questa
24enne bergamasca, a Parigi
per scoprire quanto la moda sia
un mondo in continua evolu­
zione che ben va a braccetto con
il suo spirito da girovaga.
Solo 24 anni, due dei quali da
parigina, con tanto tempo «per
scoprire la città e quel suo esse­
re cosmopolita: la sensazione
è quella di abitare in una me­
tropoli dove persone dalle di­
verse culture o abitudini vivo­
no insieme senza che questo
desti il minimo timore, rega­
lando, anzi, uno dei principali
“plus” della città» spiega Glo­
ria.
Vestierista a Milano
In Francia ci è arrivata per «un
senso d’insofferenza»: «Vivevo
a Milano e ho iniziato quasi per
caso ad arrotondare facendo la
vestierista da Neil Barrett». Co­
sa vuol dire? «Aiutare le model­
le a vestirsi durante le campa­
gne vendite: si sta nei camerini
e si dà una mano nei cambi di
abito». Una sorta di tuttofare
in quelle vorticose giornate che
si vivono dopo le settimane del­
la moda: «Ci sono i buyer di
tutto il mondo in giro per Mila­
no, ci sono ordini da fare, colle­
zioni da mostrare». Inizia così
Gloria, nel silenzio – e nella
confusione – più totale, a pas­
sare vestiti e chiudere cerniere:
«Cercavano una ragazza per
altre attività e ho proseguito
dando una mano nelle varie
mansioni richieste. Poi si è libe­
rato un posto da stagista: ero
l’assistente della responsabile
dell’e­commerce di Barrett.
Quando la ragazza se n’è anda­
ta, sono entrata ufficialmente
nel team».
Senza grosse esperienze, con
n n Il mio sogno? Fare
la stylist per una
produzione
cinematografica»
GLORIA GOTTI
24 ANNI, VIVE A PARIGI
indosso tanti abiti della nonna
che profumano di ricordi, e un
ottimo inglese: «Fondamentale
in questo mondo: eravamo in
tre a gestire la piattaforma e­
commerce, occupandoci della
collezione, degli shooting foto­
grafici, degli ordini e dei rap­
porti con i clienti – spiega anco­
ra –. Un lavoro che mi ha inse­
gnato molto ma che mi teneva
molte ore in ufficio, incollata al
pc». E lei, che un po’ spirito
libero si sente da sempre, «poco
facile da imbrigliare, anche ne­
gli stereotipi modaioli», non ce
la faceva più.
E­commerce au revoir
«Sono sempre stata una che
ama gli stili di ricerca, che va
pazza per l’avanguardia – dice
–. Dal punk al dark, dal nordico
al preppy, li ho testati un po’
tutti» sorride mentre parla
dentro una leggera tuta panta­
lone di seta, un paio di espadril­
las chiare e una borsa di stoffa
consunta. Sul braccio tatuaggi
abbinati a un raccolto rinasci­
mentale che tiene a bada i ca­
pelli corvini. Affascinante que­
sta ventenne, delicata come la
sua nonna, dal sorriso sottile e
gli occhi che brillano: «Un’ami­
ca da Parigi mi scrive e mi pro­
pone di mollare tutto e andare
da lei per qualche tempo: l’ho
fatto, frastornata ma felice ho
fatto le valigie e me ne sono
andata».
La gonna della nonna
In borsa la gonna di sempre:
«Me l’ha regalata la nonna, in
patchwork e degli effervescenti
anni Settanta, di Moschino».
Follie di colori, fantasie che si
rincorrono nei primi mesi pari­
gini di Gloria: «Trovo lavoro
una settimana dopo da Kenzo:
mi occupavo delle campagne
vendite, parlando in inglese e
seguendo in particolare i buyer
russi – spiega –. Non sapevo
una parola di francese e mi di­
stricavo tra oltre un centinaio
di capi di collezione da mostra­
re, indicando i trend della sta­
gione e consigliando le vendi­
te».
Kenzo, Dior e Saint Laurent
Gloria fa così cinque stagioni da
Kenzo: «Circa un anno in cui
cerco con difficoltà una casa
tutta mia, ma faccio un sacco di
amici e conosco un mondo affa­
scinante». Ed è proprio grazie
alle continue conoscenze, il
mondo estesissimo delle pr del­
la moda francese, che Gloria
finisce prima da Dior e, succes­
sivamente, da Saint Laurent
Paris: «Dove lavoro tuttora, fe­
licissima: un gruppo giovane,
affiatato, dove tra l’altro mi oc­
cupo dei clienti italiani». Un
impiego che non la occupa tut­
to l’anno: «Lo stipendio è buo­
no e c’è parecchio tempo per
vivere la città ma soprattutto
per un secondo lavoro che poi
è il mio sogno nel cassetto: fare
la stylist».
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Il sogno: fare la stylist
Per ora se ne occupa sempre
nell’ambito della moda: «Come
free­lance, collaboro con i foto­
grafi e insieme a loro scelgo i
temi da proporre alle riviste, i
trend, le modelle e l’ambienta­
zione delle immagini che an­
dremo a scattare». Poi ci sono
tutti i contatti con le case di
moda: «L’acquisizione degli
abiti, gli abbinamenti, il mo­
mento degli shooting e la scelta
degli scatti più appropriati».
Anche se il vero obiettivo di
Gloria è lavorare per il cinema:
«Fare la stylist per una produ­
zione che possa essere un film,
un documentario, un corto. Per
ora faccio l’assistente e più ga­
vetta possibile, con qualche
produzione indipendente in
cui mi invento i look».
Anche senza griffe di grido:
«Parigi vive di vintage e merca­
tini dell’usato. E poi ho sempre
un archivio personale di abiti
pieni di storia». Arrivano sem­
pre da quegli armadi profumati
e da continue ricerche che fa in
Italia e Francia: «Compro stof­
fe e mi faccio realizzare abiti da
1.Gloria Gotti, 24 anni, di Bergamo, oggi lavora a Parigi nel settore vendite della maison di moda Yves
Saint Laurent; 2. e 3. Il suo sogno però è quello di fare la stylist per il cinema: inventare gli abiti di
scena per un film. Intanto si esercita su di sé: e i suoi look sono comparsi sulle riviste da «Grazia Fran­
cia» a «Vogue Japan». La sua passione è andare nei mercatini vintage francesi a caccia di abiti da
combinare e di pezzi firmati da indossare in modo originale
sarte parigine su miei disegni,
vado a caccia di pezzi unici nei
mercatini».
I suoi look su Vogue
Tanto che i suoi look sono finiti
su riviste di moda – Vogue Ja­
pan e Grazia Francia per esem­
pio –, fotografata per lo stile
originale durante le settimane
della moda francese. Ultimi ac­
quisti? «Un impermeabile di
McQueen e un abito in brocca­
to, preso a un mercatino a 10
euro che tutti adorano». E gli
armadi straboccano: «E pensa­
re che forse devo lasciare anche
questa ennesima casa dove vivo
ora… i traslochi sono un incubo
in questa Parigi dagli affitti eso­
si e dalle case introvabili». Uni­
ca pecca? «Direi di sì, se penso
al cibo, alle tante cose da fare
e organizzare: qui c’è sempre
una mostra da vedere, un nuovo
film in proiezione, un angolo da
scoprire e riscoprire». Ma un
però c’è sempre: «L’abbraccio
di mia nonna e le sue lunghe
collane, i sapori da riscoprire di
mia madre». Mamma titolare
della Vineria Cozzi che di pari­
gino, tra l’altro, ha tantissimo:
«Ma io spesso e volentieri torno
a casa e cerco crescenza e pro­
sciutto cotto – ride –, il classico
pasto da ospedale: del resto a
Parigi di paté ne ho parecchio».
E poi di Bergamo c’è altro da
ritrovare: «I Colli, dove da ado­
lescente mi rifugiavo per fuma­
re di nascosto le prime sigarette
con le amiche, dove ho passato
ore di chiacchiere e segreti so­
pra motorini dalle marmitte
truccate». Ma poi si torna a Pa­
rigi: «E credo che non mi fer­
merò: c’è ancora tempo per gi­
rare e tornare, e rigirare anco­
ra». Spirito libero, quella legge­
rezza di una che la vita la vede
tutta davanti: «Libera sì, e sod­
disfatta. Parigi mi rende felice
con le sue iniziative culturali,
quegli aperitivi lungo i bordi
del Canal St Martin in primave­
ra». Che invidia a spasso nei
suoi abiti bizzarri, imparando
da lei la ricchezza di un mondo
cosmopolita che ha molto da
dire e da dare.
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