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2016/2017
95ma Stagione Concertistica
Giovedì 26 gennaio 2017, Teatro Sperimentale
CONCERTO PER LA MEMORIA
LE IMPERDONABILI
L’ULTIMA LETTERA DI ETTY HILLESUM
Per attrice, quartetto d’archi, quartetto vocale
femminile e percussioni
Testi di Etty Hillesum, Cristina Campo, Marina Cvetaeva, Sylvia Plath
e Goliarda Sapienza
Musiche di Silvia Colasanti
Scelte poetiche e drammaturgia di Guido Barbieri
Etty Hillesum
60121 ANCONA, Via degli Aranci 2 tel. e fax 071/2070119 www.amicimusica.an.it [email protected] P. IVA 00733590426
Ore 20.00
Incontro con
VERA VIGEVANI,
ENRICO CALAMAI,
LAURA BOELLA.
Interviene ANTONIO MASTROVINCENZO
Introduce GUIDO BARBIERI
Ore 21.00: concerto.
Musiche SILVIA COLASANTI
Scelte poetiche e drammaturgia GUIDO BARBIERI
Regia ALESSIO PIZZECH
Aiuto regista GIOVANNA SPINELLI
CLARA GALANTE, attrice
QUARTETTO FAUVES
LEONARDO CELLA, violino
PIETRO FABRIS, violino
ELISA FLORIDIA, viola
GIACOMO GAUDENZI, violoncello
Quartetto vocale femminile CANTAR LONTANO
VALENTINA MASTRANGELO, soprano
PAMELA LUCCIARINI, soprano
SARA ROCCHI, contralto
FRANCESCA SARTORATO, contralto
NINO ERRERA, percussioni
Direttore TOMMASO USSARDI
Il titolo dello spettacolo è tratto dallo studio della filosofa Laura Boella,
“Le Imperdonabili”, pubblicato dalla Casa Editrice Mimesis.
Una produzione
In collaborazione con il Comune di Ancona, il Consiglio Regionale
Assemblea Legislativa delle Marche e con il patrocinio della Comunità
Ebraica di Ancona.
Il dono imperdonabile della perfezione
Imperdonabile – secondo Cristina Campo, una delle voci poetiche più originali del nostro
tempo – è chi coltiva la “passione per la perfezione”. In questo pantheon terreno, secondo la
scrittrice bolognese, abitano uomini e donne per i quali la scrittura non è una decorazione o una
narcisistica esplorazione del proprio io, bensì una dolorosa, imprescindibile necessità quotidiana:
Marianne Moore, Gottfried Benn, Hugo von Hofmanstahl, Fryderyk Chopin, artisti “a disagio nel
mondo”, alieni, inconciliabili e inconciliati. Coltivando questo solco fertilissimo, qualche anno fa
Laura Boella, filosofa e studiosa del pensiero morale, ha declinato al plurale femminile Gli
Imperdonabili di Cristina Campo e ha incluso nell’élite dei “cuori pensanti” le figure di alcune
scrittrici che il Novecento non ha potuto perdonare: Milena Jesenská, Marina Cvetaeva, Ingeborg
Bachmann e la stessa Campo: donne che non “scrivono per i potenti” – per citare un verso di
Marianne Moore - che non “affidano le speranze a mani mercenarie”, ma che al contrario cercano
costantemente la misura dell’assoluto, che si fanno carne e specchio dell’imperdonabilità del nostro
tempo. E che proprio per questo praticano solo per brevi lampi la scrittura narrativa, affidandosi
assai più spesso al diario, allo scambio epistolare, al frammento, all’aforisma.
Tra le Imperdonabili convocate da Laura Boella, e tra le scrittrici che hanno patito
l'esperienza del lager, la figura forse più luminosa ed estrema è quella di Etty Hillesum, interprete
lucidissima dell’irriducibile conflitto tra annientamento e creazione che ha segnato l’offesa della
Shoah. Nata a Middelburg, in Olanda, nel 1914 Etty viene trasferita su sua richiesta a Westerbork il
30 luglio del 1942, dove, nella “miseria urlante” del campo, si prodiga per alleviare le sofferenze
degli internati. Il 7 settembre dell’anno successivo, insieme alla sua famiglia, viene deportata ad
Auschwitz dove vivrà soltanto per 83 giorni. Morirà in una camera a gas il 30 novembre del 1943, a
ventinove anni d’età. Il suo “altruismo radicale” – come è stato definito – la porta alla scelta della
non ribellione, a non opporsi alla macchina inarrestabile dell’annientamento, individuando al
contrario nella pratica della pietas quotidiana la forma più alta di irriducibilità rispetto al contagio
del male. I Diari che Etty redige, con assoluta costanza, dall’8 marzo del 1941 fino al 13 ottobre del
1942, sono un sismografo fedelissimo, reattivo, ad altissima precisione, degli avvenimenti minimi e
dei massimi pensieri vissuti giorno dopo giorno in libertà e in contenzione. Alla pagina scritta Etty
ritorna quotidianamente, spesso più volte al giorno, e ad essa affida la palpitante cronaca
intellettuale delle metamorfosi che la progressiva erosione dell’identità, implicita nella logica dello
sterminio, produce nel corpo e nella mente di una donna. Senza mai intaccare però il profondo,
inscalfibile vitalismo che la spinge a divorare costantemente, oltre ogni limite fisico e di pensiero, la
propria esistenza. In questa ricerca di “assoluto” che la imparenta con le altre imperdonabili del
Novecento, Hillesum perviene ad elaborare uno stile di scrittura che coniuga con felicità estrema
l’astratto e il concreto, il fisico e il metafisico, creando a tratti immagini di folgorante unicità, come
accade ad esempio nell’ultima pagina dei suoi diari: “Sono distesa qui da ieri sera e intanto
comincio a trattenere una piccola parte del gran dolore che deve essere assorbito da tutta la terra.
Comincio a mettere al coperto un po’ del dolore che patiremo quest’inverno. (…) Ho spezzato il
mio corpo come se fosse pane e l’ho distribuito agli uomini. Perché no? Erano così affamati”. Se
l’ingiuria della Shoah non avesse interrotto bruscamente la sua esistenza materiale Etty Hillesum
sarebbe diventata senza alcun dubbio una delle voci letterarie seminali del Novecento e avrebbe
condiviso con le sue imperdonabili sorelle la stessa, medesima tensione verso la perfezione,
l’assoluto, l’irriducibile inconciliabilità con il mondo.
Per questo motivo la trama testuale del racconto, che coglie Etty tra il tramonto e l’alba del 6
giugno 1943, nelle ore che precedono l’ultimo viaggio verso Westerbrock, innesta nel tronco
principale del suo Diario e della sua ultima lettera, i rami laterali delle prose e delle poesie di
quattro diverse scrittrici del Novecento: le sue inconsapevoli eredi letterarie. Del resto la stessa linfa
percorre queste pagine, quella di una scrittura aforistica, non narrativa, obliqua, mai pacificata e
rassicurante. L’albero delle voci non possiede però la stessa sostanza: mentre le riflessioni, le
illuminazioni, le cronache di Etty sono affidate alla voce e al corpo di un'attrice, i testi di Cristina
Campo, Marina Cvetaeva, Sylvia Plath e Goliarda Sapienza vengono invece intonati da un “coro” di
quattro voci femminili. La parola si scioglie nel canto e il canto ne conserva quindi la memoria. Un
quartetto d’archi e un set di percussioni realizzano la trama strumentale.
Guido Barbieri
Una stupenda inesorabile rassegnazione
Le imperdonabili è un ritratto al tempo stesso musicale e teatrale di una delle più intense e
commoventi figure del Novecento, Etty Hillesum, giovane scrittrice olandese che si trasferirà
volontariamente nel campo di concentramento di Westerbork, per contribuire ad alleviare le
sofferenze degli internati, e finirà i suoi giorni ad Auschwitz.
La scansione della drammaturgia è in tre parti: tramonto, notte, alba. La musica introduce
l’apertura di ciascuno dei tre atti, con preludi o interludi che presagiscono il clima emotivo di Etty,
in un'attesa sempre più concitata di una nuova partenza per Westerbork, che si scioglierà nel finale
in una 'stupenda inesorabile rassegnazione'. In questi momenti il quartetto vocale si unirà al
quartetto d'archi e alle percussioni come strumento, puro timbro, onirico o lacerato. Lo stesso
quartetto vocale sarà invece protagonista degli interventi quasi madrigalistici delle altre
'imperdonabili', con le quali Etty stabilisce una relazione di sempre maggiore vicinanza, sentendosi
parte del flusso dell'umanità, contemporanea dei suoi antenati e delle figure che verranno.
La protagonista, Etty, sarà un'attrice, che dalla sola voce recitata con la quale interviene
all'inizio, diverrà parte di un disegno vocale/musicale che incastonerà le sue parole: la musica per
lei sarà presenza dapprima più sfuggente, ma finirà per invadere la scena, nel terzo atto, fondendosi
e talvolta sostituendosi alla parola.
Alle imperdonabili presenti nei testi, ho aggiunto musicalmente un'altra figura, anch'essa a
suo modo imperdonabile, consumata da passione assoluta: Ilse Weber, infermiera a Terezin,
compositrice di diversi canti, tra cui Wiegala, la ninna nanna intonata dai bambini nelle camere a
gas, mentre essi – respirando – si addormentavano per sempre. Il finale sarà affidato alle parole e
alla voce di Etty, avvolta in un intenso manto musicale composto a partire da questo tema.
Silvia Colasanti
Protagonista della propria storia
“Etty immersa nelle atrocità delle deportazioni trova forza ed entusiasmo per affrontare un
pensiero complessivo su sé stessa e sui rapporti sociali che si trova a vivere; Etty supera la propria
condizione di vittima e diventa protagonista della propria storia.”
Sono passati circa cinque anni da queste righe che scrissi per un laboratorio teatrale che
avrei tenuto su Etty Hillesum ed eccomi ora con poche righe a raccontarvi questo nostro “piccolo
ma prezioso gioiello creativo” che intorno ad Etty vede, per la prima volta, l’intrecciarsi di musica,
parola detta e parola cantata.
Nello spazio delimitato di quattro sedie una donna deve fare i conti con gli oggetti da portare
via; lei donna matura che ha visto la vita passare davanti a lei, sul suo corpo attraversato
dall’esistenza, si confronta oggi con gli oggetti che la raccontano; più lontano, su di un tavolo, un
diario scritto nel passato e fermo lì ad attendere di essere vissuto, ripreso? riletto? come
testimonianza di qualcosa che è stato.
Lei è Imperdonabile, lo sarà sempre nella sua rivolta verso il mondo, nella sua capacità di
leggere il tempo, la storia e gli accadimenti attorno a lei; lei sarà sempre Imperdonabile davanti al
giudizio di una società costruita e strutturata da uomini.
Il dolore e la forza del coraggio e della testimonianza si dipanano così attraverso pochi gesti,
poche luci, in un concerto di voci in lei stessa che si scopre non sola, ma accompagnata e visitata da
altre donne a loro volta sorelle, madri ed amiche del suo segreto, del suo scoprire istante dopo
istante il mondo.
Un teatro che definirei da camera dove la parola detta fa eco alla musica, dove i gesti
evocano e dove solo un’attrice come Clara Galante poteva raccontare questo lungo tragitto dal
tramonto all’alba, senza piegarsi ad essere Etty ma a farsi mezzo per dialogare con Etty !
Nel dialogo fisico tra i due luoghi della rappresentazione, l’attrice farà esperienza del
pensiero di Etty e lo farà proprio, dialogando il proprio presente di donna con quello del
personaggio e facendo sì che la storia non resti qualcosa di bloccato, fermo, immobile ma che si crei
un movimento emotivo: che la memoria di Etty sia di stimolo per una capacità di leggere il presente
con più coraggio, per immaginare un futuro di cambiamento e di trasformazione per chi verrà dopo
di noi.
Alessio Pizzech
I curricula e le foto dei protagonisti del concerto sono disponibili sul sito www.amicimusica.an.it,
alla pagina dedicata al Concerto per la Memoria.
***
ABBONAMENTI:
Concerto compreso nell’abbonamento alla Stagione 2016/2017 degli Amici della Musica
BIGLIETTI
INTERI: € 22.00
RIDOTTI: € 13.50
(Riservato a: Palchettisti, Amici delle Muse, ARCI, UNITRE, studenti universitari, giovani
da 19 a 26 anni, invalidi e disabili – un biglietto omaggio per l’accompagnatore)
RIDOTTI EXTRA: € 4.00
(Gruppi di allievi di Scuole Medie Inferiori e Superiori; bambini e ragazzi fino a 19 anni)
Ingresso gratuito riservato a n. 10 studenti dell’Università Politecnica delle Marche: per
ritirare il biglietto gratuito, presentarsi muniti di libretto universitario presso la biglietteria del
Teatro delle Muse nel giorno del concerto, fino ad esaurimento dei posti disponibili.
BIGLIETTERIA:
Tel. 071 52525 – Fax 071 52622
[email protected]
PER INFO:
Società Amici della Musica “Guido Michelli”
Via degli Aranci, 2
Tel. – fax: 071/2070119 (Lun. – ven. 9.30 - 17.30)
[email protected]
www.amicimusica.an.it
Soci Benemeriti e Soci Sostenitori della Società Amici della Musica “G. Michelli”:
Enrichetta Compagnucci Colonnelli, Maria Luisa Orlandi Bucci.
Roberto Baldini, Donatella Banzola Ricci, Annalisa Bianchi Bernetti, Anna Paola Borghini
Frazzica, Guido Bucci, Mario Canti, Giancarlo Coppola, Giuliana Cucchieri Guazzati,
Maria Luisa De Angelis Stoppani, Elisabetta Galeazzi Mantovani, Vanna Gobbi Pizzi,
Anna Giulia Honorati Orlandi, Lamberto Lombardi, Corrado Mariotti, Giuliano Migliari,
Sergio Morichi, Raffaele Orlandoni, Francesca Paoletti Lucchetti, Giampiero Paoli,
Alessandra Presutti Paciaroni, Mara Rinaldi Guerci, Paolo Russo, Ugo Salvolini, Nicola
Sbano, Enea Spada, Fausto Spegni, Carla Zavatarelli Russo, Efi Zermia Paroletti, Maria
Cristina Zingaretti.