Aligrup, nel Siracusano niente Cig
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Aligrup, nel Siracusano niente Cig
VENERDÌ 27 SE T TEMBRE 2013 LA SICILIA i FATTI .9 A CAUSA DI UN ERRORE NIENTE AMMORTIZZATORI SOCIALI PER DECINE DI LAVORATORI Aligrup, i dipendenti del Siracusano senza stipendi da gennaio Appello. Lavoravano nei punti di Avola, Pachino, Francofonte e del capoluogo ANDREA LODATO CATANIA. Mentre il 24 settembre è stata aperta e chiusa davanti la quarta sezione del Tribunale fallimentare di Catania, presieduta da Giuseppe Fichera, l’udienza per il vo- to dei creditori sull’ammissione al concordato preventivo di Aligrup, emergono alcuni casi di difficoltà in cui si trovano per varie ragioni lavoratori che dovrebbero essere sostenuti dagli ammortizzatori sociali. Un caso è quello dei lavoratori dei punti che si trovavano nella provincia di Siracusa. I lavoratori sono da mesi senza ammortizzatori sociali e scrivono: «Un anno senza soldi. Il peggio nel peggio. E’ questo il paradossale primato che deteniamo, ad oggi, i dipendenti Aligrup della provincia di Siracusa. Noi, pur facendo parte dello stesso - ormai - ex gruppo, ci troviamo a esser discriminati e penalizzati rispetto a quelli delle altre province, già parzialmente saldati, per via di un errore che non si è capito se causato da Aligrup o dalla sede Inps competente. Fatto sta che da inizio anno non è stato elargito nessun sussidio di CIG in nostro favore. Né in deroga, né straordinaria». E così oggi i lavoratori si domandano se sia ammissibile tutto questo? «Nonostante decine di nostre sollecitazioni fatte sia ad Aligrup che all’Inps, abbiamo assistito, inermi, a rimpalli della problematica e ricevuto giustificazioni sommarie (a quanto dicono, il motivo del blocco è dato da un errore sulle richieste autorizzate per Avola e per I Papiri). Non ci è stata data nessun’altra spiegazione. E restiamo, ovviamente, senza soldi da quasi un anno. Fino a che punto dobbiamo spingerci per ottenere questo nostro sacrosanto diritto? Mobilitazione dei lavoratori o sbroglio dei carteggi? » I punti in questione sono Pachino, Avola, Siracusa corso Umberto e I Papiri, Francofonte. Insomma un’altra questione da risolvere, mentre, per il concordato, il voto resta aperto per altri 15 giorni. Concordato che prevede il riconoscimento del 100% del debito contratto con i creditori privilegiati e del 30% per quelli chirografari, percentuali che potrebbero aumentare per l’esistenza di una clausola che prevede di mettere a disposizione dei creditori eventuali plusvalenze. «Se il voto si fosse chiuso subito spiega l’avvocato dell’Aligrup, Gaetano Franchina - l’esito sarebbe stato positivo, con una maggioranza elevata per l’accordo, visto che i dissensi sono pochi. Sono ottimista: si va verso l’accordo, ed entro la fine dell’anno potremmo passare all’omologazione. Sono ottimista anche sul futuro dei punti vendita: trattative sono in corso e c’è la possibilità che altri ex dipendenti tornino al lavoro». LA POLEMICA. Esplode la protesta di associazioni e politici. Grillini: «Il 60% di italiani potrebbe non comprare i suoi prodotti» «Mai spot con i gay». Bufera su Barilla Sul web parte il boicottaggio. Lui si scusa: «Frainteso, massimo rispetto per tutti» GIANCARLO COLOGGI ROMA. Dove c’è pasta… non c’è una coppia gay. «Sono per la famiglia tradizionale, non realizzerò mai uno spot con i gay», dice Guido Barilla, presidente della multinazionale della pasta, al programma radiofonico “La Zanzara”, scatenando reazioni di tutti i tipi a cominciare dalla rete “al grido” di #boicottabarilla e le associazioni omosessuali fanno sapere che «raccoglieremo l’invito del proprietario della Barilla a non mangiare pasta». Le parole di Barilla hanno fatto il giro del mondo, riprese dai quotidiani online e dalle maggiori agenzie internazionali, dal francese Le Monde, al britannico Indipendent, all’Huffington post americano. La maggior parte dei siti danno conto delle proteste immediatamente partite su tutti i social network, con l’invito a boicottare la Barilla. Ieri dal numero uno di Barilla arriva il dietrofront: «Mi scuso se le mie parole hanno generato fraintendimenti o polemiche, o se hanno urtato la sensibilità di alcune persone. Nell’intervista – prosegue- volevo semplicemente sottolineare la centralità del ruolo della donna all’interno della famiglia. Per chiarezza desidero precisare: ho il massimo rispetto per qualunque persona, senza distinzione alcuna. Ho il massimo rispetto per i gay e per la libertà di espressione di chiunque. Ho anche detto e ribadisco che rispetto i matrimoni tra gay. Barilla nelle sue pubblicità – conclude – rappresenta la famiglia perché questa accoglie chiunque e da sempre si identifica con la nostra marca». L’intervista parte con una domanda sulle dichiarazioni della Presidente della Camera Laura Boldrini in merito al ruolo della donna nella pubblicità italiana imbrigliata nello stereotipo della «madre che serve a tavola». Incalzato dalle domande di Giuseppe Cruciani, Barilla spiega il punto di vista dell’azienda: «Non farei mai uno spot con una famiglia omosessuale. Non per mancanza di rispetto ma perché non la penso come loro, la nostra è una famiglia classica dove la donna ha un ruolo fondamentale. Noi abbiamo un concetto differente rispetto alla famiglia gay. Per noi il concetto di famiglia sacrale rimane un valore fondamentale dell’azienda». Ma la pasta la mangiano anche i gay, osservano i conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo: «Va bene, se a loro piace la nostra pasta e la nostra comunicazione la mangiano, altrimenti mange- L’imprenditore: «La famiglia sacrale rimane valore fondamentale. Se non gli piace, mangino altra pasta» GUIDO BARILLA DINASTY CASA BIANCA DIVISA Papà Bush testimone a nozze lesbiche Il figlio contro, la moglie Laura a favore NEW YORK. Le nozze gay dividono una «prima famiglia» d’America. L’ex presidente degli Stati Uniti George H. W. Bush ha rotto gli schemi: calzini orgogliosamente «diversi» rosso e blu, papà Bush, con la moglie Barbara, ha fatto da testimone al matrimonio di una coppia di lesbiche. Bonnie Clement e Helen Thorgalsen, le neo-sposine, stanno assieme da 12 anni e sono le proprietarie dell’emporio di Kennebunkport, il pittoresco villaggio sull’Atlantico in Maine, dove il 41° inquilino della Casa Bianca ha una bella villa sul mare in cui passa le vacanze. Bonnie e Helen sono amiche della ex Prima Coppia d’America da anni, tanto da permettersi di aver scritto a Bush e a Barbara chiedendo di essere testimoni al loro matrimonio. Il figlio George W. Bush era stato decisamente contro i matrimoni gay e aveva cercato di cambiare la Costituzione per fermare le nozze tra omosessuali, mentre l’ex First Lady Laura Bush e sua figlia Barbara, si sono pronunciate a favore dei matrimoni gay. ranno un’altra pasta. Uno non può piacere sempre a tutti. Sono anche favorevole al matrimonio omosessuale». Sdegnata la reazione della comunità omosessuale. Aurelio Mancuso, di Equality Italia, sottolinea che aderirà al boicottaggio: «Nessuno ha mai chiesto alla Barilla di fare spot con le famiglie gay, è evidente che si è voluta lanciare una offensiva provocazione per far sapere che si è infastiditi della concreta presenza sociale, che è anche un segmento importante di consumatori». Fabrizio Marrazzo, presidente di Gay Center, scrive: «Dopo le dichiarazioni di Guido Barilla ci chiediamo chi sceglierebbe se dovesse avere un testimonial tra Obama e Giovanardi. Il primo è a favore dei matrimoni gay, il secondo è un omofobo». Dal mondo della politica. Alessandro Zan, deputato di Sel ed esponente del movimento gay, a rilanciare l’idea del non acquisto: «Aderisco al boicottaggio della Barilla e invito gli altri parlamentari a fare altrettanto». «Tra i tanti tipi di omofobia ci mancava quella alimentare - si lamenta Franco Grillini, presidente di Gaynet Barilla invita chi non si riconosce nei suoi zuccherosi spot a non comprare i suoi spaghetti? Vuol dire che il 60% degli italiani potrebbe non comprare più la sua pasta». A dare manforte alla comunità gay scende in campo Eurispes, che fa sapere come ormai per l’82% degli italiani l’omosessualità non sia più un tabù. La concorrenza ha già fiutato l’aria e si è attrezzata: sulla pagina Facebook di Buitoni compare la foto di una porta spalancata sulla campagna con la scritta «A Casa Buitoni c’è posto per tutti». Idem un altro famoso marchio: «Le uniche famiglie che non sono Garofalo sono quelle che non amano la buona pasta». Ma ci sono anche voci che si sono levate a difesa dell’imprenditore italiano, come quella del Moige (Movimento italiano genitori), che apprezza «la scelta di comunicare il prodotto con la famiglia naturale». Solidarizzano con Guido Barilla anche la deputata del Pdl Eugenia Roccella («è un uomo coraggioso») e il collega della Lega Nord Gianluca Buonanno («da oggi mangerò soltanto pasta Barilla»). E anche Giorgia Meloni, di Fratelli d’Italia, difende «il diritto di Guido Barilla ad essere diverso rispetto al pensiero unico dominante che si vorrebbe imporre nella società italiana». «Cogliamo di buon grado il parziale dietrofront di Guido Barilla che evidentemente si è reso conto di aver esagerato, ma non possiamo non pensare agli effetti devastanti che un colosso pubblicitario qual è il suo marchio può avere nel veicolare certi messaggi retrogradi», commenta infine Sandro Mangano, presidente di GayLib, associazione omosessuale di centrodestra. SANITÀ IN SICILIA. Inutilizzabile anche per le cure compassionevoli Comitato regionale di bioetica boccia il “metodo Stamina” PALERMO. No al “metodo Stamina” da senza di alternative terapeutiche», ha parte del Comitato regionale siciliano puntualizzato il Comitato. di bioetica, che ha espresso, all’unaniIntanto, nel 2012, rispetto agli anni mità, parere negativo nei confronti del precedenti, sono diminuiti i viaggi della trattamento terapeutico a base di cellu- speranza verso altre regioni d’Italia ed è le staminali, inventato da Davide Vanno- migliorato il dato sulla mobilità sanitani. Lo ha reso noto, ieri, l’assessorato al- ria inter-regionale, con un risparmio di la Sanità della Regione siciliana. circa 15 milioni di euro rispetto al 2011. Il no del Comitato è arrivato dopo che, I ricoveri fuori regione sono stati nel alcune settimane fa, la commissione Sa- 2012 pari a 50.496, con una riduzione di nità all’assemblea regionale siciliana, 4.633 ricoveri rispetto al 2011 (-8,4%). aveva individuato le strutture dove, per «Questi dati sono il risultato di un imi circa 250 soggetti dell’Isola, affetti da pegno continuo, possibile solo con il patologie rare, sarebbe stato possibile contributo degli operatori - ha detto l’assottoporsi alle cure del metodo Vannoni: sessore regionale alla Salute, Lucia Boril “Vittorio Emanuele-Ferrarotto-Santo Bambino” di Catania ed il “Villa Sofia-Cervello” di Palermo. Il Comitato, esaminata tutta la documentazione a disposizione, infatti, ha dovuto rilevare, «la comprovata evidenza della non fondatezza scientifica del trattamento con cellule staminali e l’assenza di prove sia di una sua efficacia che della sua di innocuità»; la «metodica» utilizzata per mettere in pratica le cosiddette cure «compassionevoli», se- BOCCIATO ANCHE IN SICILIA IL METODO STAMINA condo i membri del Comitato, «è sfornita di dati scientifici og- Viaggi della gettivi e misurabili». Inoltre, i trattamenti sperimentali con staminali «devono ri- speranza. ferirsi esclusivamente alla normativa vigente che, proprio a salvaguardia dei pazienti, non consente il ricorso a trattamenti per i quali non esistono sufficienti garanzie di sicurezza e almeno qualche evidenza di possibile efficacia, neppure in casi di estrema gravità e in as- Riduzione dell’8,4% con un risparmio di 15 milioni di euro sellino - per un servizio sanitario più attento ai bisogni dell’utente invece che al mantenimento di rendite di posizione e spesa storica. Oggi - ha aggiunto - nelle strutture pubbliche della Regione, sono disponibili tecnologie, anche grazie all’uso dei fondi europei, come la radioterapia avanzata, la tomoterapia, il lokomat». «Questi dati - ha concluso l’assessore - confermano l’opportunità di una pianificazione, rivolta anche alla sanità privata, volta ad abbattere i cosiddetti Drg Fuga, cioè quelle prestazioni per cui in carenza di servizi ci si rivolgeva ad altre regioni, e incrementare la qualità dell’offerta sanitaria regionale sia nell’alta specialità che nei servizi territoriali». Per il presidente di Aiop-Sicilia (associazione italiana ospedalità privata), Barbara Cittadini: «Si tratta di un risultato eccezionale non solo per gli operatori, ma per tutti i cittadini siciliani, che trovano, finalmente, una risposta alla loro domanda di salute, senza bisogno di doversi allontanarsi da casa e dalle loro famiglie». «Al riguardo - ha aggiunto Cittadini - siamo orgogliosi di potere affermare, che gli imprenditori della sanità privata siciliana hanno dato un contributo fondamentale per il raggiungimento di questo risultato, producendo circa 13 milioni di quelle prestazioni ospedaliere per le quali i siciliani, più frequentemente, ricorrono ai così detti viaggi della speranza». ANNA CLARA MUCCI