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ALLEGATI
AL DOCUMENTO
DEL CONSIGLIO DI
CLASSE
5Bs
DATE SIMULAZIONI
MATEMATICA 8 APRILE 2013
3^ PROVA
ITALIANO
3^ PROVA
17 APRILE 2013 (INGLESE, BIOLOGIA, FILOSOFIA, CHIMICA)
7 MAGGIO 2013
13 MAGGIO 2013 (INGLESE, ATTIVITA’ SPORTIVE, BIOLOGIA, INFORMATICA)
MATEMATICA 31 MAGGIO 2013
PRIMA PROVA SCRITTA DI MATEMATICA
Risolvere uno dei due problemi e 5 dei 10 quesiti in cui si articola il questionario.
PROBLEMA 1
In un piano riferito ad un sistema di assi cartesiani è data la funzione
f ( x) 
x2  x 1
x 1
1
a) Eseguire lo studio completo, fino alla derivata prima, e tracciare il grafico.
b) Verificare che il punto di intersezione degli asintoti è centro di simmetria.
c) Detta  la parabola con asse parallelo all’asse delle ordinate, di vertice V  1;0  e
passante
per il punto 0;1 , determinare le sue intersezioni con la funzione.
d) Determina le coordinate dei punti nei quali le rette tangenti al grafico della funzione 1
sono perpendicolari alla retta 3x  24 y  2  0 .
e) Dal grafico della funzione 1 dedurre quello della funzione
f ( x) 
x2  x 1
.
x 1
PROBLEMA 2
Si consideri la famiglia di funzioni reali definite da
f ( x) 
2 x 2  k 3 x  1
, k 
x  13
a) Mostrare che tutte le curve che rappresentano le funzioni della famiglia passano per uno
stesso punto P di cui si chiedono le coordinate.
b) Discutere al variare di k   il numero di intersezioni delle curve rappresentate dalle
funzioni della famiglia con l’asse x.
c) Determinare il valore di k in modo che il grafico  della funzione della famiglia data abbia
un punto stazionario nel punto di ascissa x  
7
.
2
d) Dopo aver verificato che la funzione corrispondente è
4 x 2  3x  1
f ( x) 
3
2 x  1
si studi la funzione ottenuta (fino alla derivata prima) e si rappresenti il suo grafico rispetto
ad un sistema di assi cartesiani xOy .
e) Determinare l’equazione della retta tangente al grafico della funzione nel punto di ascissa
x 0  2
QUESTIONARIO
1. Determina gli eventuali asintoti della funzione
e2x
y
1  e2x
ax 4  x 2  x  1
determinare per quali valori dei parametri la funzione
x 3  bx 2
ha per asintoto obliquo la retta y  x  1 .
2. Data la funzione
y
3. Determinare i valori del parametri a e b in modo che la seguente funzione sia continua su
tutto 
x2  2x  2

f  x    ax  b
 x 2  a

se
se
x  1
1  x  3
se
x3
4. Quale tra le seguenti espressioni è priva di significato in R? (spiega i motivi della scelta)
a)
sen ln e  2 
b)
log cos 4 
c)
log
1 x 2
 x  1
d)
 log 1 8
2
5. Determinare il dominio della funzione
y  4 cos 2 x  4 senx  1  tgx
6. Verificare, ricorrendo direttamente alla definizione, che
7. Considera la funzione
''
'
y  2y  3y
y  ae bx .
sapendo che
lim
x 0
1
 
x2
Trova a e b in modo tale che sia verificata la relazione:
y 0   9
''
3

x 2  2
8. Trova per quale valore di a la curva di equazione y  ax  2 a  1
tangente, nel punto di ascissa  1 , che passa per l’origine degli assi.
9. Si provi che non esiste un triangolo ABC con
AB  3 ,
ha la retta
AC  2 e   45 .
10. Si stabilisca se le seguenti equazioni rappresentano una similitudine e in caso affermativo, si
determini il rapporto di similitudine:
 x'  2 x  3 y  4

 y '  3x  2 y  1
SECONDA PROVA SCRITTA DI MATEMATICA
PROBLEMA 1
Nell’insieme delle funzioni f  x   ax 1  x 2  bx 2  c :
a) Si trovi la funzione f il cui grafico passa per il punto 1;0 ed ha massimo relativo nel
 2 1
punto 
;  .
2
2

b) Dopo aver verificato che la funzione f si ottiene per a  1 , b  0 , c  0 , si studi la
funzione e se ne disegni il grafico  analizzando gli eventuali punti di non
derivabilità.
c) Si tracci una retta y  mx che interseca la curva  nel punto P del primo quadrante;
detta Q la proiezione ortogonale di P sull’asse delle ascisse, si determini la retta per
la quale l’area del triangolo OPQ (O origine del riferimento) è massima.
d) Si calcoli l’area della regione finita di piano S delimitata nel primo quadrante dal
grafico  e dall’asse x.
e) Si calcoli il volume del solido avente per base la regione S, e le cui sezioni ottenute
tagliando la regione S con piani perpendicolari all’asse x sono quadrati.
PROBLEMA 2
Disegnate le curve:
C : x2  y2  4
e
P: y  2 x 2  2
condurre per il loro punto comune A, avente ascissa nulla, una retta che intersechi (oltre
che in A) in R la circonferenza e in Q la parabola.
Determinare:
a) Le coordinate di R e Q in funzione del coefficiente angolare m della retta, indicare
con H il punto avente la stessa ascissa di Q e la stessa ordinata di R.
b) Il luogo  descritto da H al variare di m. Dopo aver verificato che  ha equazione
1  4 x  , disegnare il grafico  .
2
y2
1  4x 2
c) Calcolare l’area della regione finita di piano delimitata da  e dall’asse x.
d) Determinare le coordinate del punto della parabola P appartenente al primo
quadrante in modo che l’area del triangolo avente per vertici l’origine, il punto e la
sua proiezione sull’asse x sia massima.
e) Il cerchio C è la base di un solido S le cui sezioni, ottenute tagliando con piani
perpendicolari all’asse x sono quadrati; calcolare il volume di S.
QUESTIONARIO
1. Una sfera S è inscritta in un cubo C di lato 2. Verifica che il rapporto tra i volumi di S
e C è uguale al rapporto tra le superfici totali di S e C.
2
2. Sulla curva di equazione y  9  x considera il punto A di ascissa h. Determina
h in modo che la somma dei quadrati delle distanze dai punti 3,0 e 0,3 sia
minima.
3. Si consideri una semicirconferenza di raggio unitario e un triangolo rettangolo
isoscele in essa inscritto. Costruire sui cateti due semicirconferenze di diametro pari
a ciascun cateto dalla parte esterna al triangolo. Si vengono così a formare, fra la
semicirconferenza maggiore e le altre due, due superfici dette lunule. Dimostrare
che la somma delle aree delle lunule è uguale all’area del triangolo rettangolo.
4. Si determinino le equazioni degli asintoti della curva f  x  
x2  2x  3  x .
2
5. Dato il fascio di equazione y  kx  kx  2 , determinare la parabola del fascio tale
che la retta ad essa tangente nel suo punto di ascissa 2 formi con l’asse x un
1
angolo  tale che cos   
.
26
6. Si dimostri che il teorema di Pitagora è un caso particolare del teorema di Carnot.
2
2
7. Dato il fascio di circonferenze di equazione 2 x  2 y  2kx  k  6 y  k  8  0
spiegare di che tipo di fascio si tratta, individuarne i punti base, le circonferenze
degeneri e di raggio minimo, il luogo dei centri delle circonferenze.
8. Risolvere graficamente l’equazione 3 ln x  x  2  0 determinando la soluzione
con un’approssimazione di 0,01 .
9. Dopo aver enunciato il teorema di Lagrange, verificare se la funzione
x 2  3x
y
soddisfa le ipotesi del teorema nell’intervallo 0,2 e, in caso
4 x
affermativo, trovare i punti dell’intervallo che verificano il teorema.
10. Calcolare il valor medio della funzione f  x   ln 1  x  nell’intervallo 0,2 .
PROVA SCRITTA D’ ITALIANO
Svolgi la prova ,scegliendo una delle quattro tipologie qui proposte.
Tipologia A – Analisi del testo
Umberto Saba, Teatro degli Artigianelli da Il Canzoniere, sezione 1944
Falce martello e la stella d’Italia
ornano nuovi la sala. Ma quanto
dolore per quel segno nel muro!
Esce, sorretto dalle grucce, il Prologo.
Saluta al pugno; dice sue parole
5
perché le donne ridano e i fanciulli
che affollano la povera platea.
Dice, timido ancora, dell’idea
che gli animi affratella; chiude: “E adesso
faccio come i tedeschi: mi ritiro”.
10
Tra un atto e l’altro, alla Cantina, in giro
rosseggia parco ai bicchieri l’amico
dell’uomo, cui rimargina ferite,
gli chiude solchi dolorosi; alcuno
venuto qui da spaventosi esigli,
si scalda a lui come chi ha freddo al sole.
15
Questo è il Teatro degli Artigianelli,
quale lo vide il poeta nel mille
novecentoquarantaquattro, un giorno
di Settembre, che a tratti
20
rombava ancora il cannone, e Firenze
taceva, assorta nelle sue rovine.
da Tutte le poesie, a cura di A. Stara, introduzione di M.Lavagetto, Mondadori, Milano 1988
1. Falce e martello: simboli del Partito Comunista Italiano(1921-1991); la stella d’Italia: il
simbolo dell’Italia repubblicana
2. nuovi: durante il fascismo il Partito Comunista era stato sciolto d’autorità e l’Italia era una
monarchia
4. Prologo: il presentatore della manifestazione, un mutilato di guerra
11. alla Cantina: una cantina sociale vicina al teatro
12. parco: in quantità moderata
15. spaventosi esigli: tra gli avventori c’è chi è stato perseguitato per motivi politici o razziali
Umberto Saba(Trieste 1883- Gorizia 1957) poeta italiano, formatosi in ambiente mitteleuropeo. Il
suo Canzoniere (1921, accresciuto in successive edizioni) affida a forme cantabili le inquietudini di
una sensibilità divisa fra “estraneità” e “partecipazione”. La struttura della raccolta, con precise
indicazioni cronologiche, pone in primo piano l’elemento autobiografico della sua poesia,
ricondotta a particolari situazioni e momenti esistenziali.
1.COMPRENSIONE
1.1 Quale situazione storica e sociale descrive la lirica?
1.2 Nel teatro sono riunite molte persone: che cosa fanno? Perché sono lì? Una di esse, il Prologo,
ovvero il presentatore, prende la parola. Qual è “l’idea che gli animi affratella”? Perché è ancora
“timido”?
2.ANALISI
Il lessico
2.1 Il testo alterna immagini legate alla gioia della ritrovata libertà a immagini che ricordano le
sofferenze trascorse. Individua i termini che possono essere ricondotti ai rispettivi campi semantici.
La simpatia per gli umili
2.2 Da che cosa si può dedurre che in questa poesia,come in tante altre, Saba dimostra tutta la sua
simpatia per gli umili?
Le figure retoriche
2.3 Nell’ultima strofa ci sono due enjambement. Individuali, sottolineali e spiega la funzione di
ciascuno di essi (funzione metrica, funzione stilistica per conferire solennità, o per sottolineare
un’esitazione… ).
2.4 Chi è l’amico dell’uomo? Che cosa vuole significare in questo contesto?
2.5 “…si scalda a lui come chi ha freddo al sole”: come si chiama la figura retorica utilizzata in
questo verso? E’ un’immagine positiva o negativa? Perché?
3.APPROFONDIMENTO
3.1 Facendo riferimento alle persecuzioni subite da alcuni dei presenti, Saba allude indirettamente
anche alla propria vicenda biografica. Perché? Quale riflesso ebbero le vicende storiche sulla vita
del poeta? Conosci altri autori che furono perseguitati per ragioni razziali e che vissero esperienze
di “spaventosi esigli”? Ricordi altri testi, in prosa o in poesia, che richiamino queste tematiche?
Tipologia B – Redazione di un saggio breve o di un articolo di giornale
(puoi scegliere uno degli argomenti relativi ai quattro ambiti proposti)
CONSEGNE
Sviluppa l'argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, utilizzando i
documenti e i dati che lo corredano e facendo riferimento alle tue conoscenze ed esperienze di
studio. Da' un titolo alla tua trattazione. Se scegli la forma del “saggio breve”, indica la
destinazione editoriale (rivista specialistica, relazione scolastica, rassegna di argomento
culturale, altro). Se scegli la forma dell' "articolo di giornale", indica il tipo di giornale sul quale
ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro).Per
attualizzare l'argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari,
convegni o eventi di rilievo). Non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio
protocollo.
1. AMBITO ARTISTICO-LETTERARIO
ARGOMENTO: LO STRANIAMENTO, L’AUTO- ESILIO E IL RIFIUTO DELLA
REALTÀ: L’ARTISTA DECADENTE ALLA RICERCA DEL RUOLO PERDUTO E DI
UNA NUOVA FUNZIONE DELLA POESIA
DOCUMENTI
Ch. Baudelaire, Lo Spleen di Parigi [1857], in I fiori del male, in Opere, Milano, Mondadori,
1996
Poco fa, mentre attraversavo di gran premura il boulevard e saltellavo nella melma ,
in mezzo a questo caos frenetico dove la morte accorre al galoppo da tutte le parti in
un sol tempo, la mia aureola, a un movimento brusco, mi è scivolata di testa nella
fanghiglia del macadam.
Ch. Baudelaire, L’albatro [1857], da I fiori del male cit.
... il Poeta è come lui, principe delle nubi,
che sta con l’uragano e ride degli arcieri;
esule in terra fra gli scherni, non lo lasciano
camminare le sue ali di gigante
P. Verlaine, L’arte poetica [1874], in Poesie, trad. it. di C. Fusaro, Milano, Dall’Oglio, 1957
Perché vogliamo ancora la sfumatura:
non il colore, sol la sfumatura.
oh la sfumatura sola disposa
il sogno al sogno e il flauto al corno!
A. Rimbaud, da La lettera del Veggente, in Opere, a cura di I. Margoni, Milano, Feltrinelli,
1975
Io dico che bisogna esser veggente, farsi veggente.[..] [..] il poeta si fa veggente
mediante un lungo, immenso e ragionato disordine di tutti i sensi […] il poeta è un
ladro di fuoco.
A. Rimbaud, da Il battello ebbro, in Opere cit.
Io so i cieli che scoppiano in lampi, so le trombe,
le correnti e i riflussi: io so la sera e l’alba
che si esalta nel cielo come colombe a stormo;
e qualche volta ho visto quel che l’uomo ha sognato!
[..] Non posso più dai miei languori, onde,
filare nella scia di chi porta cotone
né fendere l’orgoglio dei pavesi e dei labari
né vagar sotto gli occhi orrendi dei pontoni.
J.-K. Huysmans, da A ritroso (À rebours), Milano, Bur, 1987
[..] Via via che diveniva più acuto il suo desiderio di sottrarsi a un’odiosa epoca di
tangheri indegni, diveniva per lui dispotico il bisogno di non vedere più quadri che
rappresentassero l’umana effige almanaccante entro quattro mura del centro di Parigi
o sguinzagliata per le strade in cerca di denaro [..]
O. Wilde, da Il ritratto di Dorian Gray, in Tutte le opere, Roma, Casini, 1951
[...] per lui, certo la vita stessa era la prima e la più grande delle arti [...]
G. d’Annunzio, Epodo IV, in Isotteo
O poeta, divina è la Parola;
ne la pura bellezza il ciel ripose
ogni nostra letizia; e il Verso è tutto [...]
G. d’Annunzio, da un articolo apparso su “La Tribuna” (1893)
L’esperimento è compiuto. La scienza è incapace di ripopolare il «deserto cielo, di
rendere la felicità alle anime in cui ella ha distrutto l’ingenua pace... Non vogliamo
più la «verità. Dateci il sogno. Riposo non avremo, se non nelle ombre dell’ignoto.» e
nello stesso periodo anche Giovanni Pascoli sosteneva che: [..] La scienza ha
perfezionato, oltre ogni aspettativa, la tecnica, ma non ha saputo, né saprà mai
liberare gli uomini dal dolore e dalla morte, e solo ha tolto le illusioni della fede, che
lo compensavano del male del vivere, dell’atrocità del morire.
2.AMBITO SOCIO – ECONOMICO
ARGOMENTO: Corruzione, economia e società
DOCUMENTI
Ai nostri giorni,l’espansione indefinita e universale della criminalità,la sua diffusione nel tempo e
nello spazio attraverso processi continui,la sua penetrazione nelle sfere dell’economia , della
finanza e della politica,mutano completamente la questione. Si scopre con stupore e sconcerto che
la delinquenza e la criminalità sono diventate delle modalità di formazione di plusvalore, delle
strategie per l’acquisizione di posizioni di potere assai diffuse e generalizzate, in quanto
costituiscono le attività economiche più redditizie e assumono dimensione planetaria. Tali attività
hanno ormai da tempo cessato di riguardare solo i gruppi marginali e le “classi pericolose” Inoltre,
non possono più essere considerate come espressioni di comportamenti meramente individuali
dissociabili dal funzionamento dei contesti sociali in cui si radicano, ossia l’economia, la finanza e
il potere. Le pratiche criminali ,infatti ,sono diventate una delle modalità di funzionamento di tali
ambiti. Il problema risiede nella mancanza di vigilanza, in una pigrizia della volontà collettiva cui
sarebbe possibile opporre come rimedio qualche appropriata contromisura oppure siamo in presenza
di una manifestazione di una rivoluzione storica di cui non è ancora possibile valutare appieno la
natura e l’ampiezza? Una cosa è certa: la crisi riguarda in particolare lo stato-nazione, che ha
costituito la base e il fulcro dell’organizzazione politica ,economica e sociale del dopoguerra.
J de Maillard “Il mercato fa la sua legge. Criminalità e globalizzazione”, Milano Feltrinelli
2002
Non ci sono soltanto le dichiarazioni delle segretarie di via Bellerio a confermare quanto emerso
dalle intercettazioni sull'utilizzo disinvolto dei soldi della Lega Nord. Ora è anche l'autista e
bodyguard di Renzo Bossi a squarciare il velo sulla gestione allegra dei fondi pubblici nel partito
del Carroccio. Lui, Alessandro Marmello, si sfoga con un'intervista sulle pagine del settimanale
Oggi: «Non ce la faccio più – dice –, non voglio continuare a passare soldi al figlio di Umberto
Bossi in questo modo: è denaro contante che ritiro dalle casse della Lega a mio nome, sotto la mia
responsabilità. Lui incassa e non fa una piega.
Angelo Mincuzzi, “Le accuse dell'autista: ero il bancomat di Renzo” - Il Sole 24 Ore –
8 aprile2012
L’espressione criminalità dei colletti bianchi diventò celebre negli Stati Uniti grazie ad uno
studioso Edwin Sutherland, già nel lontano 1939. Egli rovesciò l’immagine fino ad allora
prevalente, secondo la quale la criminalità era un problema dei ceti popolari ( idea che sta per altro
tornando in auge). Ribaltando questo stereotipo, Sutherland scrisse quello che sarebbe diventato un
classico della letteratura scientifica: L’espressione withe collar crime si riferisce all’impunità degli
alti livelli dell’economia e della politica, della magistratura e dell’informazione. Nella più ampia
ottica anglosassone, sono le figure accusate di compiere crimini che sfuggono facilmente ai rigori
della legge: la frode fiscale e commerciale, la corruzione, il falso in bilancio. La mancanza, a volte
di un rapporto diretto tra autore e vittima del reato è un elemento importante per la scarsa
valutazione sociale di questo tipo di crimine. Un aspetto rivelatore del basso livello di reazione e
censura collettiva è l’uso frequente dell’aggettivo disonesto, invece di criminale nei confronti degli
autori di questi reati, che spesso non vengono stigmatizzati come delinquenti dalla collettività e non
si considerano tali
E Pinotti L. Testaroli , Colletti sporchi , Milano Rizzoli
Il 3 aprile a Gela un'anziana signora si è suicidata dopo avere appreso che la sua pensione era stata
ridotta da 800 a 600 euro. «Questa notizia l'ha letteralmente sconvolta. Non sapeva darsi pace
perché la riteneva un'ingiustizia» hanno riferito i figli. È solo l'ultimo aggiornamento di un
bollettino di suicidi per disperazione e per insopportabile umiliazione, il cui numero sta crescendo
con ritmi impressionanti: decine di operai senza pane, di imprenditori senza credito, di impiegati
ridotti quasi a mendicare, si gettano tra le braccia della morte. Una nullificazione fisica, esito finale
di una nullificazione sociale ed esistenziale subita come un'ingiustizia sociale. Suicidi come
"risposta-protesta" nei confronti di uno Stato da cui ci sente abbandonati e della vigile indifferenza
di una società nella quale ogni giorno di più «ognuno è solo sul cuore della terra, trafitto da un
raggio
di
sole,
ed
è
subito
sera».
Troppi nostri concittadini non hanno più la forza di attendere che si faccia sera "naturalmente".
Troppo insopportabile è divenuto il dolore. Tutto ciò accade mentre, come attestano le cronache
giudiziarie, uno sterminato esercito di termiti continua a divorare la polpa viva della ricchezza
residua della nazione, saccheggiando il denaro pubblico sotto lo scudo stellare di un'impunità
garantita dallo stratificarsi di una serie di leggi che nell'ultimo ventennio hanno azzerato il rischio
penale, garantendo la sistematica prescrizione di reati ormai ridotti a grida manzoniane, a tigri di
carta. Il popolo dei corrotti e di coloro che abusano del potere pubblico per fini personali, sa che la
gara del tempo è stata truccata a suo favore. Se proprio sei sfortunato e non riesci a raggiungere il
traguardo della prescrizione, il peggio che ti possa accadere è una condanna ad una pena sospesa o
all'affidamento sociale in prova, mentre continui a goderti i milioni di euro messi al sicuro nei
paradisi fiscali che garantiscono una rendita vitalizia a te e alle future generazioni della tua famiglia.
Un rapporto costi-benefici assolutamente sbilanciato a favore dei benefici, che opera ormai da anni
come uno straordinario moltiplicatore della corruzione. Il carcere viene riservato solo agli ultimi, a
quelli che occupano i gradini più bassi della piramide sociale, come attesta la composizione sociale
della popolazione carceraria. Oggi come ieri, la cifra statistica dei colletti bianchi in regime di
espiazione definitiva è statisticamente irrilevante. Vale la pena di ricordare che l'approvazione
parlamentare dell'indulto del maggio del 2006, dettato dall'esigenza di deflazionare le carceri
sovraffollate, fu subordinata alla condizione che tra i reati indultati venissero previsti anche quelli
riconducibili alla vasta fenomenologia della corruzione e dell'abuso del potere pubblico. Si trovò il
modo di indultare persino il reato di scambio elettorale politico-mafioso previsto dall'articolo 416ter del Codice penale, sebbene a quella data non vi fosse nelle carceri italiane neppure un detenuto
da "sfollare" per quel reato ed i processi pendenti fossero meno di una decina in tutto il paese.
All'uscita dal carcere dell'Ucciardone, un piccolo ladruncolo graziato dall'indulto, dichiarò agli
stupiti giornalisti: «Ringrazio i grandi ladri che hanno consentito ai piccoli ladri come me di uscire
dal carcere». Quel che è accaduto e continua ad accadere non è più tollerabile. La statistica dei
suicidi, punta visibile di un immenso iceberg di sofferenza sociale, e la statistica della corruzione
sono divenute le coordinate che disegnano lo spazio di un triangolo delle Bermude che, giorno dopo
giorno, continua ad inghiottire nei suoi gorghi interi pezzi della residua credibilità dello Stato e le
vite di milioni di concittadini che "se vanno via". Alcuni vanno via gettandosi nelle braccia della
morte, altri vanno via non identificandosi più nella nazione, altri ancora emigrando all'estero.
È tempo di rompere gli indugi e di imprimere una brusca inversione di rotta riaffermando a tutti i
livelli quel principio di responsabilità che costituisce nello stesso tempo la pietra angolare della
credibilità dello Stato e l'ingrediente principale di quella imprescindibile infrastruttura
dell'economia che i tecnici definiscono la «fiducia sistemica». Rinviare ancora o rassegnarsi a
patteggiate soluzioni minimaliste, significa scivolare sempre di più lungo quella stessa china che ha
portato al suicidio la democrazia greca, come nel giugno 2010 preannunciò, lucidamente e
vanamente, Alexis Papahelas, direttore del quotidiano Kathimerini: «Le misure di austerità,
inevitabili e necessarie sono irrealizzabili senza una democrazia funzionante e una classe politica
incorrotta. Ambedue le cose mancano in Grecia, a causa di una storia postbellica caratterizzata da
profonda sfiducia nello Stato e da una cultura della legalità inesistente».
Roberto
Scarpinato,Procuratore
generale
presso
la Corte d'appello di Caltanissetta, “Misure contro la corruzione: se non ora, quando”- Sole 24
ore 08 aprile 2012
3.AMBITO STORICO-POLITICO
ARGOMENTO: Fascismo e inquadramento delle masse
DOCUMENTI
Nel linguaggio politico moderno, il termine consenso indica l’accordo fra i membri di una comunità
su alcuni valori e principi fondamentali o su alcuni obiettivi specifici che la comunità stessa si pone
attraverso l’azione dei suoi gruppi dirigenti. Nei sistemi democratici e pluralistici, un certo grado di
consenso sui principi e sulle istituzioni è considerato indispensabile alla vita dello Stato; ma sulle
scelte dei governanti il dissenso è ammesso e in qualche misura istituzionalizzato attraverso
meccanismi che permettono il ricambio della classe dirigente. Invece nei sistemi autoritari – e
soprattutto in quelli totalitari – il dissenso è represso o nascosto, mentre il consenso è dato per
scontato, sulla base di una arbitraria attribuzione al capo, o al partito dominante (talvolta l’unico
sulla scena politica), di rappresentare il popolo e di interpretarne i bisogni.
G.Sabbatucci, Dizionario dei termini storici, Laterza, Bari 1978
Con la seconda metà del 1929 il regime fascista entrò in una nuova fase della sua storia, la fase che
può essere definita della sua maturità. Almeno sul piano interno, esso aveva ormai fatto le sue scelte
di fondo, aveva definito i suoi equilibri e il suo assetto, si era dato le sue strutture più caratteristiche.
(…) Tra il ’29 e il ’34 il consenso non raggiunse le vette di entusiasmo e di esaltazione che avrebbe
toccato nel ’36 (quando al termine della guerra d’Etiopia la proclamazione dell’impero fu accolta
con grande entusiasmo dal popolo italiano), in effetti fu però più esteso e soprattutto più totalitario
o, se si preferisce, meno venato di riserve e di motivi critici. E’ per questo che, volgendoci oggi
indietro a considerare l’intero arco del periodo fascista senza altre preoccupazioni che quella di
comprenderlo storicamente senza lasciarsi suggestionare dal clamore che certe vicende suscitarono
in Italia e all’estero, crediamo che – tutto considerato – sia giusto affermare che quel quinquennio
fu per il regime fascista e, in sostanza, anche per Mussolini il momento del maggior consenso e
della maggiore solidità. (…)
Renzo De Felice, Mussolini il duce, vol. I, Gli anni del consenso. 1929-1936, Einaudi, Torino
1974
La propaganda fascista fece un larghissimo uso delle immagini: dai cinegiornali ai film, dai
manifesti pubblicitari alle cartoline, alle riviste illustrate. Protagonista indiscusso dell’iconografia
del ventennio fu Mussolini, allo scopo evidente di favorire l’immedesimazione delle masse nel capo
del regime. Il duce apparve agli italiani negli atteggiamenti e nelle funzioni più diverse, secondo
una scelta che di volta in volta sottolineava questo o quell’aspetto della sua azione politica. Così
operosità, familismo, spirito d’avventura, virilità, semplicità furono altrettante sfaccettature della
sua immagine. Per la prima volta nella storia del nostro Paese il potere cercava di avvicinarsi al
popolo. Non si voleva però solo conquistare il suo consenso, ma si cercava di plasmarlo:
l’onnipresente figura pubblica del duce forniva così il modello su cui costruire una nuova identità
nazionale.
U. Baldocchi - S. Bucciarelli, Dentro la storia, D’Anna, Firenze, 2009
Il partito fascista promosse una “pedagogia totalitaria” permanente, finalizzata a educare il
“cittadino soldato” secondo il dogma del “credere, obbedire, combattere”. Come recitava un testo
ufficiale del Pnf, il partito doveva seguire gli italiani «in tutto il loro sviluppo, e prima ancora del
loro venire alla luce e formarsi, non abbandonandoli mai, dando a tutti una disciplina, una coscienza
e una volontà unitarie e profondamente accentrate».
E. Zanette, Studiare storia, B. Mondadori, Milano 2001
Un'altra grande, originale istituzione ha lasciato un'orma profonda nella storia del ventennio:
l'Opera Nazionale Dopolavoro, istituita con Regio Decreto Legge del 1 maggio 1925, n. 582. Scopo
dell’organizzazione era di «promuovere le iniziative di educazione fisica e di ricreazione per le
categorie operaie e impiegatizie nelle ore dopo il lavoro». L'attività del dopolavoro si sviluppò
specialmente su tre direzioni: 1. attività artistica, attraverso l'organizzazione di migliaia di
filodrammatiche, di associazioni musicali e corali, della radiotelefonia e della cinematografia
educativa; 2. l'attività fisica e sportiva, che diffuse fra la gioventù operaia le gare e le manifestazioni
sportive, attraverso circa ottomila sodalizi sportivi con oltre tre milioni di iscritti; 3. l'attività
turistica ed escursionistica. (…) Oltre seimila sodalizi escursionistici avviarono alle gite
escursionistiche fino al 1936 circa dodici milioni di dopolavoristi, in migliaia e migliaia di viaggi
turistici, di visite a città e a luoghi artistici, a stabilimenti, edifici e opere pubbliche di particolare
interesse, di pellegrinaggi ai cimiteri di guerra e ai campi di battaglia. (…)
I treni popolari, che portarono in visita i lavoratori di tutte le province nelle città più belle e più
famose d'Italia, e le palestre sportive in tutti i comuni d'Italia testimoniarono il successo morale e
politico del Dopolavoro, che era veramente diventato il grande strumento di elevazione morale e
fisica dell'operaio e del contadino italiano.
Augusto De Marsanich, Principî e istituti nello Stato fascista, edizioni Vallardi
L’idea di Mussolini era di impadronirsi del cittadino a sei anni e restituirlo alla famiglia a sedici.
In questa frase è racchiuso il senso della politica educativa del fascismo. […] Soprattutto per quanto
riguarda i bambini ci fu un notevole sforzo affinché nel loro immaginario entrasse una nuova
concezione dello Stato, della società e del potere. Nati in epoca fascista, o poco prima, essi
dovevano diventare fascisti perfetti. Non a caso un motto mussoliniano diceva libro e moschetto,
fascista perfetto: infatti fu proprio attraverso l’inquadramento paramilitare e l’istruzione di base
(elementare e media) che il regime tentò di rendere efficace la sua pedagogia di massa. Scopo
principale era di radicare nei cittadini la fede nel Duce, il servizio dello Stato, i valori di unità
nazionale. Le pubblicazioni per bambini erano esemplari di questo intendimento: nei libri di letture
il Duce diventava un guerriero a cavallo (ricordando così i soldatini di piombo, vicini
all’immaginario dei bimbi), un cavaliere fiabesco e, addirittura, acquisiva poteri miracolosi
(moltiplicava i pani e i pesci e trasformava gli italiani, come si legge in una didascalia). Gli
elementi su cui si insisteva erano l’aspetto paterno del Duce, l’idea di forza e coraggio che sapeva
trasmettere, il patriottismo che aveva sempre animato la sua vita. Per quei ragazzini la figura del
Duce finiva per perdere ogni valore puramente politico o istituzionale e veniva ad assomigliare
sempre più ad un personaggio mitico, fiabesco, quasi non reale. Il grande padre, il Capo del popolo,
si preoccupava di tutto: era rassicurante, forte, fiero e al bambino (futuro cittadino) non restava che
fidarsi ed obbedire.
Davide Montino, Educazione scolastica, formazione del consenso e regime fascista, DI.S.M.E.C
Università di Genova
4.AMBITO TECNICO – SCIENTIFICO
ARGOMENTO: Energia nucleare, pro e contro
DOCUMENTI
Ci sono argomenti pro e contro l'energia nucleare. Una valutazione razionale non gioca a suo
favore, esistono fonti energetiche meno costose e meno problematiche. Con una certa regolarità
salta fuori la voglia di energia nucleare: risolverebbe il pericolo "blackout", renderebbe il paese
meno dipendente da importazioni di petrolio e carbone, potrebbe far scendere il prezzo
dell'elettricità, le centrali nucleari, se gestite in maniera corretta, non sono inquinanti e meno
pericolose delle grandi dighe. Questi gli argomenti.Nella realtà sorgono tanti intoppi: dalla
progettazione all'avvio di un nuovo impianto nucleare passano sette/otto anni, il tempo che ci
vorrebbe per trovare un sito adatto e non contestato dagli abitanti resta un interrogativo. Quindi
niente soluzione tempestosa dei problemi attuali. I costi di un nuovo impianto nucleare sono molto
alti, per quello che sta sorgendo in Finlandia si parla di tre miliardi di Euro. Molto costoso e
completamente irrisolto il problema delle scorie. Cosa farne, dove metterli? Un nuovo decreto legge
permette l'esportazione, ma gli altri paesi hanno gli stessi problemi e per legge non importano più
scorie. Se, inoltre, si considerano i sussidi che hanno ricevuto le imprese per ricerca e sviluppo nel
campo dell'energia nucleare, questa tecnologia è da considerare molto cara: nell'ultimo programma
quadro per la ricerca europea, le nucleari hanno ricevuto più di 1,2 miliardi di euro, mentre le
energie rinnovabili solo 390 milioni di euro. A questo ci sono da aggiungere i prestiti stanziati nel
quadro del trattato Euratom, per un totale di 3,2 miliardi di euro dal 1977, fa i conti Greenpeace.
Questi aiuti sono andati a scapito delle fonti rinnovabili, come il solare che nel paese del sole stenta
a decollare. Lo stesso vale per l'eolico. Ambedue queste tecnologie hanno un loro impatto
sull'ambiente, ma è un impatto prevedibile, calcolabile e meno costoso del nucleare. Le fonti, sole e
vento, sono inesauribili, investendo nella ricerca e migliorando le tecnologie si può aumentare la
resa e diminuire l'impatto ambientale. Si pone la domanda: perché optare per una soluzione (che è
sempre parziale) problematica e costosa, se esistono delle possibilità più facilmente "digeribili".
Rita Imwinkelried , Altroconsumo - Ottobre 2011
Negli anni Settanta cominciava a diventare una possibilità concreta quella di utilizzare le centrali
nucleari per produrre grossi quantitativi di energia, allora si decise di usare come soluzione
provvisoria alla grande richiesta di energia quella delle centrali nucleari a fissione, perché a quell'
epoca scienziati e potenti erano a conoscenza dei gravi pericoli e degli enormi costi che l' utilizzo di
simili centrali avrebbe comportato. Allora si era già a conoscenza del fatto che esiste una forma di
energia nucleare molto più pulita, e più economica quella a fusione.Oggi a distanza di parecchi
decenni, non esistono ancora centrali elettriche a fusione nucleare, nel corso degli anni i fondi
destinati alla ricerca sono diminuiti in maniera molto consistente, aumentando i tempi e diminuendo
i risultati raggiunti. A quanto pare, a chi di dovere, interessa di più il guadagno immediato che il
riguardo per l' intera umanità, e continuano a permettere che venga usato un sistema di produrre
energia che, si ne produce grandi quantitativi, ma non è ne sicuro dato il grandissimo numero di
incidenti nelle centrali elettriche che hanno coinvolto gran parte del mondo ( ne sono esempi gli
eventi di Chernobyl, Detroit e Three Mile Island ), ne pulito data la produzione di scorie che
inquinano in maniera mostruosa, ne economico perché mantenere uno stabilimento attivo e
funzionale ha moltissimo costi, e ne ha molti di più provvedere allo smantellamento di uno
stabilimento quando non più attivo e a rendere sicura la zona in quanto non sono più presenti
controlli nelle centrali, infatti gli stabilimenti aperti in Italia prima del referendum avvenuto quasi
vent'anni fa non sono stati smantellati e ancora oggi e ci sono dubbi sul fatto che siano sicuri.
Questo dimostra che non solo a chi di dovere non importa niente del futuro dell' umanità ma anche
non gli importa dei suoi interessi stessi, perché infatti l' utilizzo di centrali elettriche a fusione
sarebbe molto più pulito in quanto l' unico materiale risultante sarebbe normalissimo elio, più
economico perché avviene con atomi di idrogeno, materiale tranquillamente estraibile dall' acqua, e
più sicuro infatti qualunque interferenza durante il processo di fusione porterebbe inevitabilmente
allo spegnimento della reazione, senza particolari altre conseguenze. I dati raccolti durante il 19°
congresso mondiale dell' energia, comunque sono preoccupanti e invitano ad un' attenta analisi del
problema, infatti secondo questo congresso la domanda energetica mondiale raggiunta nel 2030 sarà
praticamente il doppio di quella attuale! Da 15'500 TWh a ben 31'000 TWh ! Sicuramente molti
hanno pensato come soluzione ideale la produzione di tantissime centrali nucleari a fissione, senza
porsi il problema di dove mettere le scorie da esse prodotte, invece di finanziare in maniera più
consistente di adesso le ricerche sull' energia prodotta dalla fusione di due atomi. Attualmente il
progetto che sembra più promettente è l' ' ITER ( International Thermonuclear Experimental
Reactor ) il cui obbiettivo principale è costruire un reattore nucleare a fusione calda in Francia, il
progetto aspirava a fare tutta una serie di ricerche sull' energia a fusione, molte delle quali sono
state cancellate a causa degli scarsi fondi. Questo tipo di tecnologia prevede anziché scindere il
nucleo di un atomo di uranio (come nella fissione) l' unione di due atomi di idrogeno (materiale
molto meno radioattivo e più facilmente reperibile ) ottenendo un atomo di elio, per farlo gli
scienziati devono riuscire a vincere la forza elettromagnetica che spinge i due atomi ad allontanarsi
e avvicinarli abbastanza da fare in modo che la forza nucleare forte spinga i due atomi ad unirsi,
questo produrrebbe una grande quantità di energia cinetica facilmente trasformabile in energia
elettrica senza il rischio di gravi disastri in caso di fallimento della reazione, infatti l' unica
conseguenza sarebbe il non fondersi dei due atomi; e nello stesso tempo eliminerebbe il problema
delle scorie nucleari, il procedimento è lo stesso che avviene nelle stelle. Insomma, la strada che il
mondo sta seguendo per trovare energia è quella sbagliata, invece di ricorrere alla soluzione più a
portata di mano dovrebbe fidarsi di più di questo tipo di ricerca che presenta già oggi risultati molto
promettenti e abbandonare almeno in parte l' energia prodotta grazie alle centrali nucleari a fissione
e soprattutto quella prodotta dal petrolio che oltre ad inquinare moltissimo sta causando anche
moltissime guerre che potrebbero essere evitate.
(di Amedeo – sito web http://amehomepage.altervista.org/)
Dunque ci siamo. L’avevamo ipotizzato piú di dieci anni fa. La schizofrenia ambientalista appare in
crisi. Di fronte all’allarme (a mio parere comunque esagerato) della catastrofe climatica (la peste),
la sciagura dell’energia nucleare non sarebbe più vista come il colera. Tutt’al più una influenza
controllabile ma provvidenziale come antidoto all’effetto serra. I corifei del catastrofismo a tutti i
costi e i trombettieri dell’apocalisse che preannunciano la “morte del pianeta”, ovviamente per
colpa dell’uomo “faber” oltre che “sapiens”ora si convertono fra le grida e i pianti scomposti degli
ultimi “dinosauri” antinucleari imperterriti nel predicare disgrazie ad ogni passo e nell’illudersi ed
illudere nell’avvento di panacee miracolistiche quali le energie alternative che, seppure auspicabili e
incentivabili se intese in un contesto tecnico-scientifico corretto, non hanno dimensioni tali da
confrontarsi, in una indispensabile economia di scala, con i vituperati ma ritenuti indispensabili
combustibili fossili.Ha cominciato l’inglese James Lovelock, il guru ambientalista ideologo di
“Gaia”, l’estate scorsa; continuano ora ambientalisti americani di grido quali Stewart Brand, Fredd
Krupp, Jonathan Lash e Gustave Speth. Aspettiamo gli italiani. E pensare che fino a poco tempo fa i
“dinosauri” restii all’estinzione, eravamo noi, ossia quella schiera di scienziati, tecnici, ricercatori
che, dal 1987 (anno dello sciagurato referendum surrettiziamente interpretato come affossatore
dell’energia nucleare in Italia per colpa di un’equivoca mentalità referendaria, di una irresponsabile
strategia politica e di una farneticante campagna mass-mediatica) si sono battuti e hanno affrontato
battaglie difficilissime, perfino denigrazioni ed emarginazioni, sostenendo sempre la necessità di
una più razionale valutazione, tecnicamente e scientificamente corretta, dei costi che la messa ai
margini o addirittura l’abbandono della produzione di energia nucleare da fissione avrebbe
comportato. In occasione della famigerata Conferenza Nazionale sull’Energia, tenutasi all’EUR, a
Roma, nel 1987 prima del referendum, fu presentata una Dichiarazione (sottoscritta da 900 fisici
italiani) redatta, nel corso di un Convegno Nazionale di poco precedente,da un Panel composto,
insieme con il sottoscritto, allora Presidente della Società Italiana di Fisica, da Edoardo Amaldi,
Fernando Amman, Nicola Cabibbo, Carlo Castagnoli, Donato Palumbo, Carlo Rubbia, Giorgio
Salvini, Claudio Villi. Eccone alcuni passi: “L’aspetto dominante dell’attuale fase di sviluppo delle
comunità umane è la crescente domanda di energia e l’aumento del suo consumo pro-capite. È
quindi il valore assoluto di tale fabbisogno che conterà nei prossimi decenni, accentuato peraltro
dall’espansione sociale e demografica dei Paesi in via di sviluppo i quali hanno già compiuto o si
accingono a compiere radicali mutamenti di struttura al fine di trasformare la loro esistenza in un
sistema di vita piú complesso ed avanzato…. Ciò significa che il problema energia ha dimensioni
planetarie ed i conseguenti aspetti scientifici, economici, sociali, culturali e politici non possono
essere affrontati con pregiudizi, improvvisazioni e schematismi ideologici fuori della portata storica
di tale problema…. Nessun sistema socio-economico è in grado di svilupparsi… se la collettività
non è in grado di trarre l’energia di cui ha bisogno da fonti diversificate e sempre piú avanzate. Ciò
richiede l’utilizzo ottimale non soltanto delle risorse naturali ma anche delle grandi scoperte
scientifiche e delle innovazioni tecnologiche. Da ciò discende che la rinuncia volontaria di una
fonte energetica quale la fissione nucleare, tuttora in fase di espansione e di perfezionamento anche
per ciò che riguarda il rischio ambientale e sanitario, costituirebbe una decisione non corrispondente
allo sviluppo storico delle risorse energetiche dell’umanità…”.Aggiungerò che nelle valutazioni che
io presentai alla Conferenza nazionale a nome della Società Italiana di Fisica si preventiva un
fabbisogno energetico per l’Italia di 187-190 Mtep per il 2000, a fronte di previsioni al risparmio
(145 Mtep) dei Verdi. Siamo in effetti arrivati a 185 Mtep e già nel 1990 eravamo a 163. In
questo quadro è utile ricordare che l’Italia “non nucleare”' è debitrice per circa il 17-18% di energia
elettrica proveniente da centrali nucleari francesi, svizzere e slovene e che oggi l’ENEL ha
(finalmente) ripreso una politica nucleare acquistando buona parte degli impianti nucleari slovacchi,
cosí come l’accordo EDF-Edison permetterà all’Italia di entrare nel gioco del reattore europeo
avanzato EPR, di cui due prototipi verranno realizzati rispettivamente in Finlandia e in Francia. Si
potrebbe dire “era ora!''', così come si potrebbe auspicare che il nostro Paese si ponga il problema di
partecipare alle grandi iniziative internazionali come il “Generation IV International Forum“(GIF)
che ha il fine di sviluppare i sistemi nucleari di futura generazione che assicureranno un ancor più
elevato livello di sicurezza, la massima riduzione di residui radioattivi, un maggior sfruttamento
delle risorse minerarie di materiali fissili e fertili, capacità di produrre idrogeno con processi
termochimici di scissione dell’acqua senza passare attraverso l’energia elettrica. Né andranno
dimenticati i progetti italiani di reattori innovativi quali il MARS dell’Università di Roma e l’IRIS
del Politecnico di Milano e dell’Ansaldo.Ovviamente il ripensamento all’opzione nucleare nel
nostro Paese non può fermarsi qui e un discorso piú serio sulla capacità e possibilità di una
produzione nazionale di energia elettronucleare va comunque ripreso. Del resto, fatto importante,
sono i cittadini comuni, la “gente” come spesso si usa dire per assumere atteggiamenti pontificali in
nome della stessa, ad esprimere opinioni sempre piú ragionevoli sull’opportunità di riesaminare tale
opzione. Si vedano i vari sondaggi riportati sempre piú frequentemente dai mass-media oggi in fase
di “ripensamento senile”.Personalmente, avendo sempre sostenuto che l’opzione nucleare debba far
parte di un mix energetico ragionevole e sostenibile e sia in ogni caso necessaria non solo per
calmierare l’uso e l’abuso dei combustibili fossili e contribuire alla diminuzione degli effetti
ambientali ad essi dovuti, non mi iscrivo(e con me molti altri scienziati e tecnici avveduti e
intellettualmente onesti) alla “società dei catastrofisti climatici “ (il riscaldamento globale dovuto
all’effetto serra antropico è ancora tutto da dimostrare). Ma è certo che l’opzione nucleare si
giustifica in ogni caso per due motivi: in primo luogo la razionalizzazione dell’uso di risorse
naturali preziose e l’adeguamento dei loro prezzi di mercato; in secondo luogo la necessità di
mantenere e sviluppare un patrimonio tecnico e scientifico debitore alla fisica e all’ingegneria
nucleare che, anche nel nostro Paese, hanno creato conoscenze e competenze di prim’ordine che
solo una dissennata campagna ideologica e oscurantista ha messo pericolosamente in forse con costi
socio-culturali difficili da ammortizzare. È ora che si dia più credito alle competenze e alle risorse
tecnico-scientifiche che tuttora esistono e che possono veramente “dare una mano“ per definire i
problemi, coordinare le analisi e offrire possibili e realistiche soluzioni senza pretese miracolistiche
ma anche senza furberie demagogiche. È ora anche che i corifei dell’irrazionalità e delle paure
infondate, così come i furbi dell’ultima ora siano fatti o si facciano da parte. E lascino parlare e
lavorare quelli che “poco sanno” ma “sanno”.
di RENATO ANGELO RICCI (pubblicato su L'Avanti, 22 maggio 2005
Nucleare sì, nucleare no: interviste di Rita Lena per Apcom
1) Carlo Bernardini: Bisogna ricostruire competenze
Ma, intanto si potrebbero comprare gli impianti.“Non parlerei di centrali nucleari in termini di
risparmio, come mi sembra di aver sentito dire da qualcuno, perché per ritornare al nucleare bisogna
pensare prima di tutto a ricostituire le competenze”. È il commento che Carlo Bernardini Ordinario
di Fisica, all'Università di Roma “La Sapienza”, fa sulla possibilità di un ritorno dell'Italia al
nucleare. “Le vecchie competenze sono disperse, chi è andato in pensione, chi all'estero e oggi sono
pochissimi i giovani che vogliono specializzarsi in questo settore, perché non ci sono prospettive di
lavoro e perché per la ricerca non ci danno i finanziamenti. È chiaro che i giovani non sono
incentivati”. Quindi è pessimista? “Sono pessimista – risponde – per i tempi e sulle modalità di
realizzazione, anche se ritengo indispensabile tornare al nucleare. Ci vogliono almeno cinque anni
per formare nuove competenze, il tempo necessario per i ragazzi, che invogliati da una possibile
ripresa del nucleare, si iscrivano e portino a termini gli studi”. E nel frattempo cosa si fa? “Intanto
se veramente si pensa di produrre energia dal nucleare, si potrebbero comprare le centrali dalla
Francia e disaccoppiare il problema della formazione di nuove competenze con il problema
dell'acquisto, che penso sia una opzione inevitabile. Ormai la tecnologia americana o francese è
consolidata e sicura.” Molti pensano che sarebbe meglio optare per le energie alternative. “Le
energie alternative non possono risolvere il fabbisogno energetico italiano che è di 50 mila MW, tra
l'altro con le nostre vecchie centrali nucleari, Trino e Caorso, rimesse in funzione arriveremmo solo
a 1500 MW e quello di qui noi avremmo veramente bisogno è di almeno 10 centrali nucleari. Per
quanto riguarda l'idrogeno è un'utopia, i suoi costi di produzione sono troppo alti; il solare va bene
per la produzione di energia per realtà locali; l'eolico è un po' superato per problemi di impatto
ambientale dei rotori sul territorio; quanto alla biomassa.. ”
2) Ugo Spezia: Caorso non riattivabile
Per nuovi impianti vero problema fattibilità politica“Nessuno dei quattro impianti nucleari italiani
può essere riavviato in questo momento perché le attività di smantellamento sono in uno stadio
molto avanzato”. È quanto afferma Ugo Spezia, ingegnere nucleare della Sogin - la società che ha il
mandato di smantellare le vecchie centrali nucleari e di bonificare i siti sui quali sorgono interpellato sulla possibilità di riattivare le vecchie centrali per un futuro ritorno al nucleare. “Inoltre
– continua – queste centrali, parliamo di Trino Vercellese, Latina e Garigliano, sono state progettate
alla fine degli anni '50 ed entrate in funzione all'inizio degli anni '60, ed oggi sono arrivate oltre la
vita tecnica prevista per un impianto. Anche per Caorso (BWR-Boiling Water Reactor), progettata
ed entrata in funzione negli anni 70, si pone il problema della tecnologia, anche se è vero che ci
sono nel mondo centrali gemelle che funzionano ancora. Per far ripartire una centrale ci vuole la
licenza di esercizio e l'APAT (Agenzia per la Protezione dell'Ambiente per i servizi Tecnici) non
rilascerebbe in nessun caso una nuova licenza di esercizio per Caorso, non solo perché è un
impianto a tecnologia superata, ma perché è ferma da venti anni. Ed anche nella lontana ipotesi che
la licenza possa essere rinnovata i costi da sostenere per rimettere l'impianto in condizione di
funzionare agli standard di sicurezza attuali, sono superiori a quelli che si dovrebbero sostenere per
un nuovo impianto”. Quindi non avendo più le competenze dovremo comprare le centrali?“Le
competenze che hanno consentito di fare le vecchie centrali non ci sono quasi più, ma qui in Sogin
siamo più di 800 persone e di queste almeno la metà è costituita da personale diplomato e laureato
con competenze nel nucleare. Quindi, per ora, il personale tecnico presente in Italia è più che
sufficiente per svolgere funzioni di committenza di un impianto nucleare qualora il governo
decidesse di cambiare la politica energetica del paese. Quanto al fare gli impianti, anche le
“vecchie” sono state comprate, oggi a livello mondiale ci sono quattro grossi progettisti e costruttori
di centrali nucleari che vendono impianti chiavi in mano a chiunque voglia comprarle. Ad esempio i
francesi forniscono un impianto completo in meno di tre anni da 1200 MW. Ma non è questo il
punto, perché poi bisogna mettere in conto la fattibilità dal punto di vista politico, dato che in Italia
non si riesce a realizzare neppure un impianto convenzionale per l'opposizione delle
amministrazioni locali o della popolazione che vive vicino al sito prescelto. È anche per questa
ragione che il nostro sistema elettrico è alle corde, perché sono venti anni che in Italia non si sono
realizzati impianti convenzionali per la produzione dell'energia elettrica”.
3) Paolo Fornaciari: Abbiamo ancora le competenze per riattivare Trino e Corso solo 36 mesi
“Finalmente qualcuno se ne è accorto e si sta cercando di correre ai ripari e anche la mozione
presentata al Consiglio Comunale di Milano, che invita il Governo, leggo testualmente ”A tornare al
più presto sull'infausta decisione di rinunciare: all'energia nucleare, presa sotto una forte spinta
emotiva e in maniera non razionale, e pertanto di riavviare le centrali dimesse ancora agibili e di
cominciare lo studio per nuovi impianti con le tecnologie più moderne e sicure oggi disponibili”,”.
È il commento a caldo dell'ing. Paolo Fornaciari, Vice Presidente Associazione Italiana Nucleare,
alla dichiarazione fatta da Silvio Berlusconi sul Corriere della Sera sulla necessità di ritornare al
nucleare. Ingegnere, non pensa che sia ormai troppo tardi e che sono passati troppi anni da quando
l'Italia aveva le competenze per fare le centrali? “No, non è troppo tardi – spiega Fornaciari - perché
le competenze italiane sul nucleare ci sono ancora. I nostri tecnici in tutti questi anni non potendo
lavorare in Italia, hanno lavorato all'estero, esportando le nostre conoscenze, con l'EPRI a Palo Alto
in California, con la Siemens in Germania, con la Framatome in Francia, e poi ancora in Romania e
in Armenia . Non è troppo tardi perché per rimettere in funzione Caorso e Trino Vercellese,
secondo i tecnici della Westinghouse ci vogliono 36 mesi. Rimetterle in funzione basterebbe per far
capire alla gente che non c'è da avere paura e che sono necessarie, ma per coprire il fabbisogno
energetico crescente, 3-4% in più l'anno, ci vorrebbero almeno da 10 a 20 centrali in funzione. Ma a
parte le competenze, ci sono ostacoli come il referendum, i costi troppo alti…? “Come ho già detto
innumerevoli volte – risponde Fornaciari - non è vero che l'Italia ha deciso di uscire dal nucleare, il
referendum del 1987 non ha affatto impedito il ricorso al nucleare, prova ne sia la decisione
(moratoria) del Parlamento di sospendere per cinque anni la costruzione di nuove centrali nucleari.
Ora di anni ne sono passati diciassette e si potrebbe benissimo ripartire senza bisogno di altre leggi
o di altri referendum. E, soprattutto, non è vero come ha detto Realacci che il nucleare sia costoso,
se fosse così non si capisce perché noi lo compriamo dalla Francia, dalla Svizzera, e perfino dalla
Slovenia che, a 100 km da Trieste, ha una centrale uguale a quella di Trino Vercellese. Il costo dell'
energia prodotta dal nucleare è di 2-3 centesimi di euro al Kwh, mentre quella prodotta da gas e
petrolio costa 8-9 centesimi di euro. A queste condizioni le imprese italiane non possono competere,
perché non è assolutamente vero che in Italia l'energia elettrica costa solo il 20% in più degli altri
paesi, come affermano molte illustri personalità del mondo politico. In realtà, la differenza del costo
dell'energia tra l'Italia e gli altri paesi è del 100%, se si fa riferimento alle utenze più significative
(3500 kWh/anno per il settore domestico e 2 GWh/anno per quello industriale), la differenza già al
gennaio 2001 era del 59 e 55% rispettivamente. Negli ultimi tre anni, poi, ci sono state le guerre in
Iraq e in Cecenia che hanno portato il prezzo del petrolio dai 18-19 dollari al barile del 2001 ai 50
dollari di oggi. L'Italia è forse l'unico paese che produce energia elettrica per l'80% da combustibili
fossili, soggetti a cartello e non a mercato, a fronte di una media europea del 20%. Ed oggi ne
paghiamo le conseguenze. Il vero problema non sono le pensioni, le tasse, il vero problema è il
costo dell'energia, noi la paghiamo il doppio degli altri e la crisi economica del nostro paese è
dovuta essenzialmente a questo. E, infine – conclude Fornaciari - non è vero che gli altri paesi
stanno uscendo dal nucleare, vedi la Finlandia che ha ordinato la quinta centrale (Centrale di
Okhiluoto); vedi la Francia che ha iniziato adesso a costruire una nuova centrale PWR a
Flamenville in Normandia, oppure la Cina che ha messo in cantiere 20 nuove centrali nucleari.
TIPOLOGIA C - TEMA D’ ARGOMENTO STORICO
Discuti la definizione di fascismo come “regime reazionario di massa”, sottolineando le analogie e
le differenze rispetto al concetto di totalitarismo. Tieni presenti i ceti sociali e le forze di potere che
hanno contribuito all’ascesa e al consolidamento del fascismo, il passaggio da governo autoritario a
regime, gli aspetti ideologici e le modalità di organizzazione del consenso.
TIPOLOGIA D - TEMA DI ORDINE GENERALE
«Nel
futuro
ognuno
sarà
famoso
al
mondo
per
quindici
minuti».
Il candidato, prendendo spunto da questa “previsione” di Andy Warhol, analizzi il valore assegnato
alla “fama” (effimera o meno) nella società odierna e rifletta sul concetto di “fama” proposto
dall’industria televisiva (Reality e Talent show) o diffuso dai social media (Twitter, Facebook,
YouTube, Weblog, ecc.).
Durata massima della prova: 6 ore
E’ consentito solo l’uso del dizionario italiano
Non è consentito lasciare l’Istituto prima che siano trascorse tre ore dalla consegna del tema
SIMULAZIONE TERZA PROVA DI BIOLOGIA E LABORATORIO
1 Descrivi come avviene la fecondazione nell’uomo.
2 Descrivi gli eventi della spermatogenesi e dove si verificano.
3 Per ottenere un maggiore isolamento delle colonie, quale tecnica di semina si utilizza? Perché?
SIMULAZIONE TERZA PROVA DI BIOLOGIA E LABORATORIO
1 La divisione del nucleo è caratterizzata da quattro eventi principali. Indica quali sono e spiega
perché ciascuno di essi è necessario.
2 Descrivi gli elementi di novità introdotti da Mendel nei suoi esperimenti.
3 In quale fase della colorazione di Gram avviene la distinzione dei batteri Gram + dai Gram -?
Perché?
SIMULAZIONE TERZA PROVA DI ATTIVITA’ SPORTIVE
1.Cosa differenzia le capacità condizionali da quelle coordinative?
2.Illustra una capacità condizionale a piacere
3. Illustra una capacità coordinativa a piacere
SIMULAZIONE TERZA PROVA DI CHIMICA
1. Qual è l’uso più comune degli alcani e la loro origine? Parlare e descrivere la reazione
principale degli alcani e le reazioni correlate a causa della carenza di ossigeno.
2. Descrivere ed illustrare, a partire dalla configurazione elettronica, l'ibridazione sp2 dell'atomo di
carbonio, disegnando gli orbitali, parlando della geometria molecolare che ne deriva e dei
legami che si formano.
3. Parlare dei cicloalcani, struttura, nomi, e spiegare perché la conformazione a sedia del
cicloesano è molto stabile e disegnare la struttura corrispondente dettagliando tutti i legami.
SIMULAZIONE TERZA PROVA DI FILOSOFIA
1) La morale kantiana sottolinea il rispetto dell’umanità, in se stessi e negli altri. Che cosa
significa questa affermazione? Formula qualche esempio.
2) Analizza i rapporti che Hanna Arendt stabilisce tra regimi totalitari e società di massa.
3) Il punto di partenza della speculazione schopenhaueriana è la distinzione kantiana tra
fenomeno e cosa in sé: come viene interpretata dal filosofo di Danzica?
SIMULAZIONE TERZA PROVA D’ INFORMATICA E SISTEMI
Cosa si intende per errore di quantizzazione e come può essere ridotto?
Dato il vettore Vett1 che contiene i seguenti valori
21 8
12
6
25
21
4
6
1
21
Scrivi le istruzioni che mi permette di ordinare in modo crescente.
3. Dato il vettore V che contiene i seguenti valori
21
8
12
6
25
3
4
6
1
24
Scrivere la routine che mi permette di trovare l’elemento di valore massimo e l’indice (nell’intervallo da 0
a N-1) della sua posizione.
SIMULAZIONE TERZA PROVA D’ INGLESE
1. Explain why Jane Austen has given the title Sense and Sensibility to her novel.
2. Write a brief comment on Dickens’ “A Classroom Definition of a Horse”
3. Write about the dystopian conception of the world in Animal Farm and 1984.
SIMULAZIONE TERZA PROVA D’ INGLESE
1. In which works is it said that society is based on money and descent?
2. Oscar Wilde said: ‘pleasure is the only thing one should live for’. How does he express
this concept in The Picture of Dorian Gray?
3. Why are The Soldier by Brooke and Anthem For Doomed Youth in contrast?
Lingua e letteratura inglese - allegato
DOCENTE: EMANUELA ANDOLFO
INTEGRAZIONE AL PROGRAMMA SVOLTO:
The Contemporary Age: contesto storico, sociale, letterario (pp 396 – 405; 428 – 431)
S. Beckett: Waiting for Godot ( pp 482 – 486)
S. Heaney: Punishment (pp 472 – 475)
GRIGLIA DI VALUTAZIONE UTILIZZATA PER LA CORREZIONE DELLA TERZA
PROVA D’ INGLESE
Gra
v.
Insu
ff.
Insu
ff.
Medioc
re
Sufficie
nte
Discre
to
Buo
no
Otti
mo
4-5
6-7
8-9
10 - 11
12
13 14
15
Capacità di
rielaborazi 4 - 5
one
6-7
8-9
10 - 11
12
13 14
15
Correttezz
ae
proprietà
linguistich
ee
lessicali
6-7
8-9
10 - 11
12
13 14
15
INDICAT
ORI
Conoscenz
e
specifiche,
individuazi
one
degli
elementi
fondament
ali
4-5
RISPOSTA
ASSENTE
1
RISPOSTA NON
PERTINENTE
2-3
MEDIA PER SINGOLO QUESITO
TOTALE
Quesi
to n.1
Quesi
to n.2
Quesi
to n.3