Lawrence Lessig e la nascita del Copyleft rip! a Remix Manifesto
Transcript
Lawrence Lessig e la nascita del Copyleft rip! a Remix Manifesto
rip! a Remix Manifesto part 2 L'AVVOCATO DEL DIAVOLO OPENSOURCE <--> Lawrence Lessig e la nascita del Copyleft Nella guerra tra i protagonisti di rip! A REMIX MANIFESTO spicca il legale "rinnegato" Lawrence Lessig. Come lui stesso racconta: "il diritto d'autore vanta da decenni schiere di avvocati preparatissimi pronti a difendere con ogni mezzo i propri clienti, in particolare quelli più abbienti: marchi e grandi corporation. Mancava però un giurista dall'altra parte del campo, qualcuno che tentasse una strada di mediazione alternativa. Io sto provando ad essere quel qualcuno. Spero che molti altri seguano questa strada, declinando competenze in ambiti di frontiera quali il fair use e le opere mashup nell'epoca di internet." Lessig è uno studioso poliedrico e attivista instancabile: fondatore dello Stanford Center for Internet and Society, membro del consiglio direttivo della Electronic Frontier Education e di quello del Software Freedom Law Center. Ma soprattutto è fondatore e amministratore delegato di Creative Commons, organizzazione non profit di divulgazione delle nuove leggi sul copyright, battezzate Copyleft. Sino a pochi anni fa, le persone potevano tutelare le loro opere secondo un rigido aut-aut: o del tutto, o per nulla. Nel primo caso si rientrava nel classico modello di copyright, basato sul principio All rights reserved ("tutti i diritti riservati"). l'unica alternativa era il pubblico dominio, che all'opposto non riservava nessun diritto: No rights reserved. I detentori del copyright sono mossi in ogni loro azione legale dal convincimento secondo il quale, riprendendo le parole di Brett Gaylor: "le libere risorse siano in qualche modo inferiori, che tutto ciò che non è riservato sia privo di valore, insomma che dovremmo rifiutare, come direbbe Groucho Marx, ogni risorsa "che ci accettasse volentieri"; la condizione di libero "free" è un'eccezione, un'imperfezione dovuta ad altruismo o sconsideratezza. Per loro, la rete non è un'immensa libreria, ma è più come un supermarket. E le idee? Proprietà intellettuali vincolate fino all'acquisto. Ecco perché ogni minima opera d'ingegno che desti un minimo interesse e opportunità economiche, deve riconoscersi nello stato di tutela del diritto d'autore. Concetto assolutamente non condiviso da Lawrence Lessig, che vede invece le libere risorse come cruciali per l'innovazione. Lo statuto "free" di un'idea può determinare balzi in avanti per la creatività di un'intera comunità. Lessig decide di andare oltre alla dicotomia copyright / pubblico dominio, generando una forma inedita di diritto d'autore: il copyleft (contrapposizione e gioco di parole con il copyright, in quanto in inglese "right" = destra e "left" = sinistra) secondo il quale alcuni diritti sono riservati ("some rights reserved"). Il modello copyleft prevede che sia lo stesso autore dell'opera, senza intermediari, a indicare al pubblico e potenziali remixer le condizioni giuridiche della sua opera. Tu crei? Benissimo, potrai anche decidere se e come condividerla. Sebbene Lessig abbia ultimamente dichiarato che non si concentrerà più direttamente alle tematiche del copyright digitale, focalizzandosi invece sulla corruzione del sistema politico americano, il suo lavoro è stato appreso e condiviso da un numero sterminato di collaboratori creativi, che ne stanno portando avanti l'opera. LICENZA DI REMIXARE <--> I 6 pilastri targati Creative Commons Come spiega il portale ufficiale creativecommons.org: "le licenze Creative Commons offrono sei diverse articolazioni del diritto d'autore per artisti, giornalisti, docenti, istituzioni e, in genere, creatori che desiderino condividere in maniera ampia le proprie opere secondo il modello alcuni diritti riservati". Il fine ultimo delle Creative Commons è di rendere gli autori originali detentori e padroni della propria opera d'ingegno, eliminando di fatto qualsiasi intermediario. Nel caso di brandi musicali, ad esempio, le case discografiche. Perché? Perché di fatto, al giorno d'oggi, non sono più in grado di tutelare i nuovi artisti e le fonti creative emergenti, ma solo se stessi e la loro redditività. Ma come è possibile condividere un vostro contenuto e in generale un'opera d'ingegno decidendo quali diritti mantenere e cosa lasciare libero al remix ri-creativo di altre persone? Innanzitutto, le sei licenze derivano dalla mescolanza del concetto generale di Creative Commons (CC) con quattro comandamenti del copyleft: - Attribuzione (BY) ---> Autorizzerai l'utilizzo creativo delle tue opere, ma solo se verrai riconosciuto e citato come autore dell'opera originale; - Non commerciale (NC) ---> Autorizzerai l'utilizzo creativo delle tue opere, ma solo a fini non commerciali; - Non opere derivate (ND) ---> Autorizzerai l'utilizzo creativo delle tue opere, ma solo se l'opera finale non sarà una derivata dell'originale; - Condividi allo stesso modo (SA, da "Share Alike") ---> Autorizzerai l'utilizzo creativo delle tue opere, ma solo se il remixer permetterà ad ulteriori utenti di condividere allo stesso modo in cui tu l'hai permesso. Mescolate in diversa maniera tali postulati. Otterrete così le 6 licenze: Attribuzione (CC BY) Tutti potranno manipolare e remixare la tua opera, a patto di inserirti nei credits come autore originale dell'idea. Questa è la licenza base, presente anche in tutte le altre. Nella formula stand-alone si rivela una formula peer2peer accomodante, portatrice di un gradiente di diffusione potenziale massima. Let's share & enjoy! Attribuzione - Non commerciale (CC BY-NC) Oltre ad accreditarti quale autore originale, con questa licenza i remixer non potranno commercializzare le loro opere derivanti dalla tua. Attribuzione - Non opere derivate (CC BY-ND) Attraverso questa licenza permetti agli altri di ridistribuire, anche commercialmente, la tua opera, idea, contenuto, a patto che venga ritrasmessa intera ed invariata, e nella quale appaia il tuo quale autore originale. In pratica apri i canali a promotori e distributori terzi che in cambio di remunerazione sulle tue idee ti porteranno visibilità inedita o alternativa. Attribuzione - Condividi allo stesso modo (CC BY-SA) Questa licenza, oltre ad accreditarti quale autore originale, impone alle nuove creazioni, quelle remixate, di essere promosse e distribuite con la medesima licenza. Questo comporta quindi che tutte e opere derivate permetteranno un uso commerciale delle stesse. Questa licenza è spesso utilizzata per i software gratuiti opensource, ed è la licenza ufficiale di Wikipedia. Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo (CC BY-NC-SA) Con questa licenza si restrizioni si sommano nel modo seguente: il remixer deve inserirti nei credits, non deve utilizzare la tua idea a fini commerciali, e licenziare le creazioni con le stesse modalità. Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate (CC BY-NC-ND) La licenza più restrittiva. Le persone potranno scaricare e condividere le tue idee, ma solo a patto di averti inserito nei credits, di non modificarle in nessun modo e di non utilizzarle a fini commerciali. Si tratta di una licenza di open sharing, che non contempla attività di remix, né di remunerazione derivata. QUANDO WALT DISNEY ERA UN DJ <--> Dan O'neill Il Fronte di Liberazione per Topolino Secondo un'opinione diffusa tra diversi studiosi del diritto d'autore, Walt Disney è uno dei maggiori autori mash-up di tutti i tempi, un altissimo remixer. Non solo tutti i suoi lungometraggi, a partire da Cenerentola, Fantasia e Alice nel Paese delle Meraviglie, passando per Pinocchio, Peter Pan e Il libro della Giungla sono rivisitazioni animate di fiabe celebri, ma gli stessi cartoni con protagonisti Topolino, Pippo, Pluto e Paperino contengono numerosissime citazioni culturali dell'epoca. In particolare, negli episodi del topo più famoso d'America, Disney cercava di inserire quante più citazioni possibili prese dalla contemporaneità, in quanto il suo obiettivo era quello di portare il suo pubblico, l'americano medio, a identificarsi con Mickey Mouse. Cosa accadde, però, dopo la morte di zio Walt? Che l'approccio della Disney mutò radicalmente: non più quello di creare ispirandosi al passato, bensì controllare le creazioni presenti dalle celebrazioni future. Oggi, se volete diventare degli artisti Mashup come Walt Disney, siete considerati fuorilegge. Ma non tutti stettero a guardare quando la Disney allungò a dismisura gli anni di detenzioni del copyright, portando le grandi major ad avere patria potestà sulle opere dei maggiori artisti viventi o deceduti da pochi anni, se non decenni. I fumettari attivisti autocelebratisi Pirati dell'Aria ("Air Pirates"), già detestati dalle autorità grazie a diverse storie di fumetti autoprodotte al limite della moralità corrente negli anni '60, decisero che "non era giusto se nessuno poteva disegnare quello stupido roditore", e sotto l'acronimo M.L.F., a celare l'altisonante progetto Mickey Liberation Front (Il "Fronte di Liberazione per Topolino"), cominciarono a inventare storie a fumetti con protagonista il topo più celebre del globo, che invece di rappresentare gli ideali del sogno americano, rappresentava sovente personaggi loschi e dai comportamenti riprovevoli. A capeggiare questa rivolta dal basso nel mondo della creatività fumettara e cartoonesca vi era Dan O'neill, che aveva messo in piedi l'intera organizzazione, distribuendo tessere di riconoscimento per gli Air Pirates che volevano prendere parte al movimento di rivolta. Nelle tessere nessun nome, solo un numero identificativo. In modo di agire in incognito, come nella migliore tradizione dei gruppi clandestini. Solo dopo numerose minacce e azioni legali intentate dalla Disney il movimento dovette arrendersi e fermarsi. ma forse, non per sempre: fonti ben informate assicurano che O'neill abbia ultimato la sceneggiatura di un film che ripercorre la storia dei pirati dell'aria contro gli eredi di Zio Walt. E se nessuno vorrà produrlo e distribuirlo?.. "Lo spero, così potremo fare tutto in modalità opensource: tramite una chiamata alle armi di registi da tutto il mondo. ne combineremo delle belle, ancora una volta!" LE NUOVE PROFESSIONI DEL WEB & rip! A REMIX MANIFESTO Content Curator: sono remixer dei contenuti, i dj delle news, come anticipato anni fa dal pioniere italico Robin Good. Un buon Content Curator riprende spezzoni di altri, li mescola insieme e offre loro forma nuova. Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si remixa: il content curator professionista è un ricercatore digitale in grado di filtrare le fonti e le news più adatte ai propri obiettivi, in tempo reale, gestendo storie scritte a più mani, a volte 4 , a volte sei, a volte 10 , a volte 100. Volete raccontare le celebrazioni del centenario di un grande personaggio? Avete davanti a voi due strade: raccontare la vostra storia, oppure prendere le migliori componenti da altri giornalisti e narratori, aggiungere le foto di diversi fotografi e i video di grandi registi o videomaker in erba, attivare un collage crossmediale, e concludere con le vostre opinioni originali. Transmedia Web Editor: remix e transmedialità vanno a braccetto. Tra la cura e la co-creazione transmediale dei contenuti il confine è estremamente labile Moltissimi remix altro non sono che tributi di fan ad artisti e autori celebri, che aiutano a mantenerlo o addirittura riportarlo sulla cresta dell'onda. Più in generale, per coinvolgere un pubblico a collaborare, è necessario possedere un'attitudine copyleft oriented: ciò che si comncia da soli, si porta avanti insieme. Qualcuno la chiama weconomy, e sta cambiando già il destino di migliaia tra professionisti e aziende. THE REASON WHY <--> Un professionista del Web dovrebbe vedere, ascoltare e leggere rip! A REMIX MANIFESTO per.. Non accontentarsi di essere spettatori, e nemmeno creatori di contenuti e idee nel senso classico del termine. Il mondo nuovo che la rete prospetta è vissuto e agìto da collaboratori. L'ideazione è il primo passo, al quale dovrebbe succedere naturalmente attività di rimescolamento e decontestualizzazione delle opere. SHARE POINT <--> Frasi e parole tratti da rip! A REMIX MANIFESTO da rubare e condividere in libertà. Consiglio di un famoso regista a un ipotetico artista diciottenne: "Ragazzo, sei completamente libero di fare tutto ciò che vuoi". Ma poi gli darei una lunga lista di tutte le cose che non potrebbe includere nel suo film perchè non sarebbero legalmente approvate. Per le quali dovrebbe pagare. Dunque la libertà? Eccola: "Sei completamente libero di fare un film in una stanza vuota, con i tuoi due amici". Un'epoca è caratterizzata non tanto dalle idee che vi sono discusse, ma da quelle che sono date per scontate. Si dice che "la storia viene scritta dai vincitori". Ma di questi tempi il passato è proprietà pubblica, e noi possiamo farne quello che vogliamo. Tutti possiamo essere vincitori e riscrivere pezzi di storia, di creatività e innovazione. Non ci sono molte prove a sostegno dell'idea che i giochi "sparatutto" in prima persona abbiano ispirato ragazzi all'emulazione provocando sparatorie a scuola. Al contrario, ci sono molte prove che abbia ispirato una generazione di animatori nel tentativo di remixarli. (Henry Jenkins, Cultura Convergente) "Lo introduttore ha per nimici tutti quelli che delli ordini vecchi fanno bene, et ha tepidi defensori tutti quelli che dell ordini nuovi farebbero bene. La quale tepidezza nasce, parte per paura delli avversari, che hanno le legg dal canto loro, parte dalla incredulità delli uomini; li quali non credano in verità le cose nuove, se non ne veggono nata una ferma esperienza." (Niccolò Machiavelli, Il Principe) "Scaricare è un po' come la masturbazione in epoca vittoriana: la gente comincia ad ammetterlo senza vergognarsi troppo" (Cory Doctorow) "Prendete questo film. Rimontatelo, remixatelo, e aiutatemi a migliorarlo. Mettetemi al tappeto, e versatemi una birra in testa. Questo è solo l'inizio. Sul patrimonio del passato, si inventa il futuro." Brett Gaylor.