“ULTIME DAL SUD DEL MEDITERRANEO” Osservatorio

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ULTIME DAL SUD DEL MEDITERRANEO
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“ULTIME DAL SUD DEL MEDITERRANEO”
Osservatorio Permanente sulle Economie del Sud del Mediterraneo
1 - 31 AGOSTO
EGITTO
1 Agosto:
IL Presidente di turno dell'Ue, Matteo Renzi, si è recato al Cairo in visita ufficiale. Dopo
l'elezione del Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, il Premier italiano è il primo capo di
Governo occidentale a far visita al suo omologo egiziano. La sua presenza sottolinea il
ruolo dell'Egitto quale unico mediatore possibile per l’UE nel conflitto Hamas-Israele a
Gaza. La visita, secondo fonti ufficiali del Cairo, è incentrata su "una serie di questioni
regionali" ma anche sui rapporti bilaterali (l'Italia è il primo partner commerciale europeo
dell'Egitto e uno dei maggiori investitori). Fra le crisi regionali in agenda spicca la Libia,
ove la doppia guerra civile che divampa a Tripoli e a Bengasi rappresenta, per l'Italia, un
enorme ostacolo alla nascita di un'autorità con cui impostare un controllo dell'emigrazione
clandestina.
27 Agosto:
Il piano per stabilizzare la Libia messo in campo dall'Egitto, che ha ospitato un vertice con
i Paesi vicini, "verrà illustrato dal Presidente Abdel Fattah al-Sisi al Consiglio di sicurezza
dell'Onu". La decisione di affidare una supervisione del “dossier Libia” ai Paesi vicini è
stata concordata dalla delegazione del Parlamento di Tobruk in visita al Cairo.
Uscito dalle elezioni del giugno scorso il Parlamento di Tobruk non è riconosciuto dalle
milizie islamiste che guardano invece al reinsediato Congresso generale nazionale.
Al-Sisi oltre all'Assemblea Onu, riferirà all'Unione africana e al Governo spagnolo. Questo il
17 settembre Madrid ospiterà un summit dei Paesi amici della Libia, già riunitisi nel marzo
scorso a Roma.
Il piano definito al Cairo, in dieci punti, prevede una serie di misure che vanno dal cessate
il fuoco al disarmo delle milizie. Un comitato formato dai Paesi vicini dovrebbe
sovrintendere alla transizione. I Paesi confinanti riunitisi al Cairo - oltre a Egitto, Ciad,
Tunisia, Algeria e Sudan, tutti preoccupati per l'estendersi dell'instabilità oltre i confini libici
- hanno accettato il progetto riconoscendo piena legittimità al Parlamento eletto a giugno.
I delegati riuniti al Cairo si sarebbero detti pronti a promuovere un intervento straniero nel
caso vi fosse un'ulteriore inasprirsi delle tensioni.
LIBIA
5 Agosto:
Durante la prima seduta del Parlamento riunito a Tobruk, in Cirenaica, è stato eletto in
diretta tv il Presidente della nuova Camera dei rappresentanti libica. Nonostante il
boicottaggio degli islamisti e le violenze diffuse nel Paese, l’assemblea si è riunita alla
presenza di 158 deputati sui 188 eletti. Il nuovo Presidente della più alta istituzione della
Libia del dopo-Gheddafi è Ageela Salah Issa Gwaider, di Guba nell'est del Paese.
14 Agosto:
Il neo eletto Parlamento libico sfida le milizie armate chiedendone lo scioglimento e fa
appello all'Onu perché intervenga per proteggere i civili, una formulazione che sembra
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aprire la strada alla richiesta di una missione di peacekeeper nel Paese.
Il Consiglio nazionale per le libertà civili ed i diritti umani condanna gli scontri da tempo in
corso nel Paese, in particolare, i continui attacchi alla polizia e all'esercito avvenuti a
Bengasi, ora sotto il controllo dei jihadisti di Ansar al Sharia, e l'uso di abitazioni civili come
base per gli attacchi armati.
L'aeroporto di Tripoli, da giorni centro della battaglia tra le milizie di Zintan e quelle di
Misurata, è stato bombardato. A farne le spese sono anche i civili, con i razzi Grad piovuti
sulle aree residenziali limitrofe allo scalo. A Tobruk ieri è stata votata una risoluzione che
chiama in causa esplicitamente il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ed evoca la
protezione dei civili con azioni più incisive.
18 Agosto:
La crisi libica continua a riversare i suoi effetti sui paesi limitrofi, e fra questi sulla Tunisia.
Masse di persone che fuggono dalla guerra civile raggiungono ogni giorno il valico
frontaliero di Ras Jedir. Il valico continua a registrare un forte afflusso in entrata di 5-6000
persone al giorno. Si tratta in gran parte di cittadini libici, mentre è diminuito il ritmo degli
arrivi di residenti di altre nazionalità ormai già quasi tutti usciti dal Paese.
21 Agosto:
Dopo un anno di blocco a causa dell'instabilità nel Paese, è ripreso l'export di petrolio
dall'est della Libia.
Continuano però gli scontri nel Paese che fanno salire ad almeno 5 morti il primo bilancio
dei violenti combattimenti scoppiati a Bengasi tra le forze dell'ex generale Khalifa Haftar e
le milizie filo-islamiche.
Da giorni in Libia si registra una drammatica escalation nel conflitto che dilania il Paese
dalla caduta di Gheddafi. Dopo i bombardamenti aerei di lunedì 18 agosto, che hanno
centrato postazioni dei miliziani filo-islamici a Tripoli come a Bengasi, le autorità di
controllo del volo hanno imposto la chiusura delle tratte da e per la Libia.
Nella regione occidentale tre città hanno dichiarato "illegittimo" il Parlamento "esiliato" a
Tobruk e annunciato il sostegno all'Operazione Alba, che raggruppa le formazioni filoislamiche del Paese e un'altra variegata gamma di gruppi armati. Si tratta di Nalut e
Kabaw nel Jebel, Nafusa a sud di Tripoli e Tarhouna a sudest della capitale.
Non va meglio all'est della Libia: a Derna il Consiglio islamico della gioventù - risultato
della fusione tra tre gruppi della zona - ha messo a morte un egiziano accusato di
omicidio. Durante l’esecuzione una quarantina di miliziani a volto coperto hanno
sbandierato il vessillo nero di Al Qaida.
23 Agosto:
Nuovi raid aerei hanno colpito le postazioni “filo-islamiche” a Tripoli. Si tratta del secondo
attacco dal cielo in meno di sette giorni. L’avanzata delle milizie, che hanno annunciato di
aver conquistato l’aeroporto della capitale non è tuttavia stata ostacolata. Il bilancio dei
raid è di almeno 15 morti. Incerto il bilancio della battaglia per lo scalo, al centro da
settimane di combattimenti con armi pesanti. Il Parlamento, “esiliato” a Tobruk dopo la
proclamazione del “Califfato” islamico a Bengasi, avrebbe deciso di silurare il capo di Stato
maggiore dell’Esercito, in un estremo tentativo di serrare i ranghi e consolidare la propria
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autorità. Dimissionato anche il ministro della Difesa, accusato di aver armato milizie
irregolari al suo comando.
I raid secondo i miliziani di Misurata - schierati con l’operazione Alba contro i rivali di
Zintan - hanno colpito una sede del Ministero dell’Interno, in precedenza conquistato dalle
stesse milizie, e altri obiettivi, nella zona sud della capitale. Anche questo secondo raid, è
stato rivendicato da Khalifa Haftar, l’ex generale e ora “signore della guerra” che ha
lanciato una propria offensiva anti-islamica nell’est del Paese.
Sul fronte politico-militare, i micro-conflitti tra le varie milizie che hanno caratterizzato
l’ultimo anno si sono evoluti in un confronto ben più ampio, con la saldatura strategica tra
le formazioni di Zintan, operative a Tripoli, e quelle di Haftar, attive a Bengasi. Allo stato
attuale non sembra che si possa arrivare a una soluzione negoziale del confronto.
TUNISIA
18 Agosto:
Nonostante il caos nella vicina Libia, che si traduce anche in migliaia di arrivi ogni giorno
oltre confine, la Tunisia continua il processo di transizione democratica preparando il
prossimo appuntamento elettorale: le politiche del 26 ottobre, cui seguiranno le
presidenziali del 23 novembre. Un regolare svolgimento delle elezioni rappresenta un
passaggio essenziale in un Paese che, come ha detto il Presidente della Repubblica Moncef
Marzouki, rappresenta l’unica speranza per la democrazia nel mondo arabo.
Rimane aperto il capitolo "crisi libica" che attraverso il valico di frontiera di Ras Jedir vede
l'ingresso giornaliero di migliaia di persone che vanno ad aggiungersi ai circa 1.800.000
già residenti nel paese fin dal 2011. Questi numeri cominciano a preoccupare il Governo
tunisino per le conseguenze che potrebbero avere nel lungo periodo nel Paese, a
cominciare dai costi sostenuti dall'amministrazione tunisina.
Fonti: Ansa; Ansamed; Il Sole24Ore; BBC World; Reuters; AlJazeera English, News
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