alberghi - Confcommercio Belluno

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alberghi - Confcommercio Belluno
La ricerca
della competitività
Cortina d’Ampezzo
Venerdì 16 aprile 2010
Atti del convegno
ALBERGHI
Indice dei contenuti
Saluti
Franco Debortoli
presidente Ascom Belluno
pag. 4
Interventi
Gildo Trevisan
presidente Federalberghi Dolomiti
Franco Frison
presidente Ordine degli Architetti di Belluno
Vittorio Zampieri
presidente Unionfidi Belluno
Renzo Minella
presidente Dolomiti Turismo
Virginio Piccin
presidente Consorzio Dolomiti
Renato Andreoletti
direttore responsabile del mensile “Hotel Domani”
pag. 7
pag. 11
pag. 17
pag. 20
pag. 23
pag. 24
Altro
Studio di base
Analisi comparata del sistema turistico alberghiero
della provincia di Belluno
pag. 28
ALBERGHI
La ricerca della competitività
Saluti
Cortina d’Ampezzo
Venerdì 16 aprile 2010
Franco Debortoli
presidente Ascom Belluno
Saluti alle Autorità
e ai presenti
Un saluto particolare va agli Associati di Ascom delle Alpi che dai loro uffici stanno seguendo questo
appuntamento via internet. Abbiamo voluto interessare anche loro pur se il convegno odierno ha una
valenza principalmente provinciale, perché le aree di montagna, salvo le note eccezioni, vivono tutte le
stesse problematiche e quindi dai lavori odierni possono trarne benefici.
Un ringraziamento va dato anche ai rappresentanti degli Istituti di Credito che fin dal mese di novembre
hanno voluto condividere questo “progetto” che auspichiamo non si concluda oggi giornata in cui vengono presentati i primi risultati che dovrebbero potersi tradurre in effetti concreti.
Quando mi è stato sottoposta la proposta di realizzare questo evento vi ho aderito immediatamente, non
senza valutare le difficoltà che esso avrebbe incontrato nel suo svolgimento.
Il primo motivo è legato alle trascorse esperienze nelle quali, sempre parlando di turismo, ma non solo,
dalle tematiche generali trattate sono uscite solo indicazioni parziali e settoriali. Oggi partendo da un
angolatura importante, ma comunque settoriale, potrebbero emergere soluzioni. Indicazioni e suggerimenti che investono anche in forma indiretta ma a 360° l’economia della nostra provincia.
Il secondo motivo è quello che le due Associazioni Albergatori che sono promotrici dell’iniziativa, l’Associazione Albergatori di Cortina e la Federalberghi Belluno Dolomiti ne condividono i contenuti e quindi
palesemente fanno trasparire quell’unità di intenti su base provinciale che oggi in altri settori della comunità civile pare essere messa in gioco.
Ma alla base vi è anche il principio di base suggeritomi da Gildo Trevisan, che nella sua nuova veste di
Presidente di Federalberghi Belluno Dolomiti, ritiene che si giunto il momento di passare dalla protesta
alla proposta.
Da questo convegno credo che tutti ci attendiamo che dagli albergatori, i diretti interessati e protagonisti odierni, ci vengano quindi delle soluzioni condivisibili ma soprattutto perseguibili.
Mi aspetto quindi che oggi venga tracciato, anche per somme linee, un percorso che indichi chi fa cosa,
condiviso da operatori privati e pubblici ove ognuno svolga il suo ruolo e sia parte attiva nella ricerca
della competitività del settore nel suo complesso.
Mi sia concesso di fare un rilievo tecnico – economico.
I maggiori costi dell’impresa in montagna si legano alla difficile ricerca di equilibrio nelle economie di
scala. Facendo un breve calcolo sui dati della provincia di Belluno il turismo equivale, su base annua ad
un incremento della popolazione residente almeno nella misura del 5%. Il settore quindi può dare una
risposta seppure parziale alla crisi demografica di tutte le economie montane. Gli amministratori degli
enti pubblici erogatori di servizi rileveranno che la concentrazione in pochi mesi dell’anno crea disservizi
e maggiori costi per i residenti, ma la risposta è che proprio per abbattere questi costi è nell’interesse di
tutti porre in essere politiche e strategie anche da parte della componente pubblica che gioca un ruolo
rilevante nel turismo per arrivare alla destagionalizzazione e all’allungamento delle stagioni portando
nuovi ospiti.
Non vorrei illudermi, ma mi pare che tiri aria nuova nel settore, molti di noi auspichiamo che il clima di
riforme, dallo small business act al federalismo fiscale, la proposta di istituzione di una zona franca montana, ma anche il riconoscimento dell’unesco delle dolomiti come patrimonio dell’umanità, diano nuovo
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Saluti
In tutti i dibattiti e convegni a cui ho partecipato ci è stato detto che il primo problema dell’economia
in montagna è quello demografico. Il calo della popolazione induce ad una contrazione dei servizi che
alimenta lo scadimento della qualità della vita e quindi induce le popolazioni residenti all’abbandono
creando quindi una spirale perversa difficile da interrompere.
impulso a questo settore tanto importante per la provincia. Sulla legge finanziaria di quest’anno sono
stati promessi fondi alla montagna con una funzione perequativa e finalizzati anche al settore turistico.
Nell’auspicio che il fondo perequativo non diventi fortemente sperequativo, mi auguro che le amministrazioni comunali che saranno interessate da questi flussi finanziari pongano in essere una progettualità
che interessi le imprese alberghiere, magari attraverso una politica di incentivi, o quanto meno che presentino dei programmi che abbiano un impatto, seppure indiretto, con il mondo delle imprese turistiche
promuovendo e migliorando per esempio le infrastrutture, l’arredo urbano, l’animazione turistica.
Saluti
Questo ultimo passaggio viene avvalorato da una sintetica ricerca che i nostri Uffici hanno fatto nella
preparazione di questo convegno. Ne è emerso che, contrariamente a quanto generalmente pensato,
la consistenza e struttura alberghiera della nostra provincia è molto simile a quella della provincia di
Bolzano in termini di dimensione di impresa. Questo stato di fatto ci induce a pensare che in assenza
una idonea politica perequativa che investa il territorio nella sua complessità, non solo nelle strutture
alberghiere, ma anche in tema di ambiente e la sua gestione e fruibilità continueremo ad allontanarci
dalla meta che oggi cerchiamo di definire ossia il metodo per giungere ad una nuova la competitività.
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ALBERGHI
La ricerca della competitività
Interventi
Cortina d’Ampezzo
Venerdì 16 aprile 2010
Gildo Trevisan
presidente Federalberghi Belluno-Dolomiti
La ricerca della competitività:
i nodi da sciogliere
Nell’intenzione degli organizzatori, questo convegno ha l’aspirazione di aprire una nuova fase di relazioni
tra imprenditori della filiera, Associazioni di categoria, Enti preposti al turismo e rappresentanti politici
per il rilancio competitivo del turismo bellunese.
Il 2009 ed il corrente anno si stanno rivelando tra i più difficili dal dopoguerra non solo per i critici bilanci
delle famiglie, delle imprese e delle istituzioni in crisi. La negativa percezione di vivere nell’incertezza di
un futuro poco rassicurante, il senso di smarrimento dovuto anche alla perdita dei valori e delle regole
di una società che giorno dopo giorno ci toglie punti di riferimento, sono il contesto entro il quale si
muovono consumatori ed imprenditori.
Per quanto qui nel bellunese ci si possa sentire isolati, periferici, poco contestualizzati con il resto del
mondo, in realtà siamo invece immersi fino al collo nelle dinamiche di un “villaggio globale” subendo, pur
con breve ritardo, gli effetti dell’economia oggi interconnessa e globalizzata senza aver sufficientemente
valorizzato le nostre specificità.
I fatti economici ormai dimostrano che un ciclo, una fase storica, si sta chiudendo. E’ già accaduto più
volte nel passato. Cosi è stato nel Medioevo che ha comunque creato le basi del Rinascimento. Così è
stato a fine Settecento, in cui ha avuto inizio la rivoluzione industriale e con essa il grande benessere. E’
così oggi, ma ci siamo dentro e in questo tempo non riusciamo ad intravedere le vie d’uscita.
Questo lo scenario in cui oggi operiamo.
A Belluno siamo poco più di 200.000 abitanti, che vivono in un ampio territorio montuoso recentemente
insignito del marchio UNESCO.
Da noi a Belluno è difficile conseguire alti livelli di formazione scolastica, i neolaureati sono spesso
costretti a far carriera fuori Provincia. Fare impresa a Belluno, non solo nel settore turistico, costa di
più che altrove. Poche le infrastrutture ferroviarie e viarie, pressoché assente la banda larga per la navigazione in Internet.
A queste condizioni sfavorevoli dobbiamo reagire uniti e convinti delle enormi potenzialità che la montagna veneta ed in particolare il Bellunese detengono per le loro eccellenze; un solo nome: Cortina, dove
siamo qui riuniti al Grand Hotel Savoia. Dobbiamo essere consapevoli e convinti nel potenziale di crescita
insito nelle nostre splendide ed uniche vallate dolomitiche. Dobbiamo fuggire da quel senso di impotenza
che spesso ci pervade di fronte ai crescenti problemi in apparenza insormontabili. Dobbiamo crederci,
possiamo farcela.
I montanari non hanno il ventre molle, le difficoltà ci hanno forgiato nei secoli.
Per usare un esempio a forte carica espressiva, una metafora, moderne teorie matematiche dimostrano
che anche apparenti insignificanti azioni possono determinare imprevedibilmente il futuro: il battito d’ali
di una farfalla può causare una catena di eventi fino a scatenare un uragano.
Noi imprenditori turistici bellunesi, anche con questo convegno, stiamo battendo tutti le ali: qualcosa
innescheremo, lungi dall’intenzione di generare uragani.
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Interventi
Siamo più deboli di altri in una congiuntura economica difficile, e per di più confinanti con il Trentino
Alto Adige ed il Sud Tirolo Austriaco, i quali in materia di turismo sono una vera e propria “macchina
da guerra” attorno alla quale ruota tutta la Pubblica Amministrazione. Basti pensare, e cito una fonte
autorevole quale Il Sole 24 Ore, come è avvenuta la ripartizione, in termini percentuali, dall’anno 2003
all’anno 2008 del fondo di rotazione alto atesino: 2,54% all’industria, 20,62% all’agricoltura, 1,55% ai
trasporti, 13,24% al commercio, 13,91% all’artigianato e ben 48,14% al turismo.
Dobbiamo essere fieri, siamo un popolo laborioso che ha sempre vissuto con alto senso del dovere verso
la famiglia, le Istituzioni locali, lo Stato, ma è giunto il momento di rivendicare i nostri diritti, chiediamo
considerazione, ascolto, appoggio.
Maggiore “credito politico” per giustizia, per un riequilibrio perequativo che consenta al turismo Bellunese di avere una par condicio con i colleghi concorrenti di Trento e Bolzano che stimiamo e che hanno
ben capito che nella competizione non partiamo dagli stessi blocchi di partenza. Scontiamo l’assenza
di una precisa valutazione dei fenomeni e di conseguenza una coerente politica a medio e lungo termine
che ha prodotto, in definitiva, un sistema debole e sfavorevole alle imprese.
Un esempio: il problema delle seconde case
“Il peso delle seconde case in termini di presenze dell’anno 2006 nella provincia di Belluno è pari
2.163.530 presenze contro i 2.000.800 degli esercizi alberghieri. In provincia di Bolzano nello stesso
anno a fronte di 22.355.635 presenze del settore alberghiero se ne sono calcolate 2.493.662 nelle seconde case. E’ evidente dunque che l’Alto Adige rappresenta, nel panorama turistico delle Alpi italiane,
una forte anomalia positiva, in cui il fenomeno delle seconde case è del tutto marginale rispetto alla
dimensione di impresa assunta dall’accoglienza turistica: risultato evidentemente di un retaggio storico,
di specifiche scelte legislative, di regole di governo del territorio diverse da quelle del restante contesto
italiano […] Sono evidenti i risultati della Provincia Autonoma di Bolzano, da sempre in lotta con le seconde case a favore degli alberghi” (Fonte: Amico del Popolo, 30 agosto 2009)
Nel mercato si compete per qualità, ma oggi più che mai anche con un buon rapporto qualità-prezzo.
Migliorare la nostra competitività sui mercati internazionali presuppone poter disporre di infrastrutture
all’altezza, un sistema di trasporti che unisca efficientemente gli aeroporti internazionali con le località
montane, servizi alberghieri all’altezza della aspettative, impianti sportivi all’avanguardia in un sistema
turistico dove ognuno di noi svolga bene e professionalmente il proprio ruolo nella società, politica compresa, come in Alto Adige, dove si è sviluppato un vero sistema turistico!
Qui a Belluno, non solo urge un miglioramento qualitativo delle strutture alberghiere. Nel corso di
quest’anno dobbiamo anche investire per l’adeguamento alla normativa antincendio. Vi è poi L’UNESCO:
alla sua filosofia dobbiamo adeguarci per cogliere tutte le opportunità offerte dal marchio. La nostra
offerta turistica dovrà cambiare pelle, adeguarsi ad un turismo sostenibile.
Senza l’aiuto pubblico non potremo vincere nella competizione economica.
I bisogni delle imprese
Attraverso un sondaggio effettuato su base volontaristica ed anonima, si sono rilevati i bisogni espressi
dalle imprese alberghiere. Le risposte pervenute segnalano che il 26% delle imprese non ha in programma, né nel breve né nel lungo termine, alcun investimento. Solo il 6% delle indicazioni pervenute riguardano nuovi investimenti o trasformazioni di immobili ora non destinati ad attività alberghiera.
Ovviamente queste risposte non possono che essere associate a: andamento del mercato e percezione
sulle prospettive di sviluppo del settore; tipologia ed intensità del co-finanziamento; tempi di ammortamento e sburocratizzazione delle pratiche.
Nella nostra realtà bellunese alcuni moderati segnali di riqualificazione già ci sono, ma sono insignificanti ed impercettibili dal mercato.
È vero che nel 2009 si sono definitivamente chiusi un albergo a 1 stella e un albergo a 2 stelle, ma è
altrettanto vero che si sono aperti 1 albergo a 4 stelle e tre alberghi a tre stelle. Due imprese alberghiere sono passate da 3 a 4 stelle; tre alberghi hanno aumentato la loro classificazione da 2 a 3 stelle e 1
albergo è passato da 1 a 2 stelle.
Un sostenuto processo di miglioramento qualitativo degli alberghi, in attesa di una auspicata stabilizzazione dei mercati, potrà dipendere solo dall’intensità degli aiuti pubblici al comparto.
Se il nostro modello di riferimento è quello di Bolzano, il problema delle imprese alberghiere esistenti è
quello di un miglioramento qualitativo in tutti i segmenti della classificazione e solo marginalmente di
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Interventi
Il 68% delle segnalazioni evidenziano la necessità di investire per incrementare i servizi e, più precisamente, il 39% investirebbe senza aumentare la capacità ricettiva; il 10% investirebbe in manutenzioni
straordinarie e servizi senza aumentare la capacità ricettiva; il 19% abbina l’incremento dei servizi ad un
moderato aumento della capacità ricettiva.
ampliamento delle strutture ricettive, considerati anche gli attuali bassi indici di occupazione. A questo
proposito vi consiglio di analizzare i dati contenuti nella relazione a firma del dott. Claudio Capelli, che
potete richiedere direttamente presso gli uffici di Federalberghi, oppure scaricare dal sito dell’Associazione.
Ne consegue che nell’accesso al credito agevolato debba essere data priorità alla riqualificazione del
sistema alberghiero, pur non escludendo ampliamenti ed in subordine aperture di nuovi alberghi.
In considerazione del fatto che gli investimenti destinati agli adeguamenti normativi,, nonché ai miglioramenti qualitativi, risultano essere non direttamente produttivi, a tal riguardo, mantenendo almeno l’attuale intensità degli aiuti al settore, le regole sul finanziamento delle strutture alberghiere, dovrebbero
prevedere un fondo di rotazione a doppia provvista. Il 50% della provvista a tasso 0 a carico dei fondi
regionali; il restante 50% a tasso convenzionato, con un periodo di ammortamento esteso a 20 anni per
interventi di ampliamento e/o straordinaria manutenzione e di 10 anni per altri interventi.
Sarebbe una rivoluzione a costi zero per le finanza pubblica regionale, e per altro non rappresenterebbe
una novità in quanto già praticata dalla Regione Veneto a favore dell’impiantistica, e quindi vicina ad uno
dei settori che rappresentano il motore per il turismo invernale.
Va poi considerato il fatto che la redditività degli esercizi alberghieri passa anche attraverso il contenimento dei costi di gestione, particolarmente rilevanti per coloro che hanno dotato le strutture alberghiere di servizi wellness e piscine o che vorranno in futuro dotarsene.
Sarebbe opportuno compensare questi maggiori costi attraverso una politica di incentivazione, compensando questi maggiori oneri attraverso una politica di defiscalizzazione per tasse e tributi di competenza
regionale e su ciò facciamo molto conto nel processo di federalismo fiscale.
Il contenimento dei costi di gestione rappresenta un passo importante e strategico per una economia
che vuole mantenere le sue posizioni, ma non sufficiente per chi ambisce a crescere.
I miglioramenti qualitativi e quantitativi, in termini di ricettività, seppure in varia misura implicano un notevole investimento per l’impresa e, conseguentemente, anche un indebitamento cui è necessario fare
fronte, e ciò è possibile solo attraverso una politica che incentivi un incremento della domanda e, quindi,
dei flussi turistici. Se così non fosse, produrremmo unicamente un aggravio delle posizioni finanziarie
delle aziende alberghiere.
La correzione dell’indice di occupazione, che vede deficitaria la provincia di Belluno nell’ordine del 18%
rispetto a Bolzano, non può che passare attraverso l’acquisizione di mercati non di prossimità, avvalendosi anche di intermediari del settore, nonché di contributi da erogare direttamente al Cliente al fine di
incentivare l’acquisto di una vacanza sulle Dolomiti Bellunesi (Free Ski, finanziamento dei trasporti dei
gruppi da e per le località di provenienza, acquisto di pagine sui cataloghi dei più qualificati Tour Operator
internazionali per sostenere la visibilità ed i fatturati dell’offerta a 4 e 5 stelle).
L’acquisizione di mercati esteri deve essere accompagnata da una mirata politica di marketing, sia individuale che integrata (consorzi), con interscambio di flussi turistici fra imprese di pari classificazione
e localizzazione. A questo proposito, le richieste in eccesso giunte agli alberghi non dovranno essere
scartate con risposte del tipo “spiacenti, siamo al completo”, ma ogni albergatore dovrebbe girare la
richiesta al proprio Consorzio e/o a Dolomiti Turismo, i quali potranno a loro volta girare ad altri albergatori della zona l’opportunità di vendita.
Catturare un Cliente costa, non possiamo perderlo!
Sviluppo del web marketing anche in relazione alle emergenze locali ed al fine di
destagionalizzare i flussi turistici
È necessario che il web leghi in maniera sinergica l’attività istituzionale pubblica e di promozione della
località a quella commerciale privata, poiché solo se l’azione converge su di un unico strumento avremo
una promozione valida ed un effetto positivo tangibile sull’economia turistica. (Maria Concetta Patti –
Presidente Nazionale Federviaggio Confurismo)
Ma questo è un argomento che sicuramente tratteranno i relatori che mi seguiranno e che comunque
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Interventi
Le quote di mercato oggi possono essere acquisite, e non mancano gli esempi, o meglio le politiche,
praticate dai competitors intesi come sistemi turistici in cui si sommano ed si integrano politiche pubbliche e private in termini sinergici.
ritengo strategico per lo sviluppo delle nostre imprese e per il quale Federalberghi offre tutto il proprio
bagaglio di esperienze, potendo anche esercitare un’azione di stimolo verso gli albergatori associati
anche tramite l’avvio di corsi di formazione finalizzati al raggiungimento di una maggiore consapevolezza
e padronanza dei nuovi canali di vendita.
Interventi
Per concludere, affermo che nel DNA dei bellunesi non mancano geni che altrove hanno contraddistinto
la crescita funzionale sistematica ed organizzata del turismo e che hanno reso oggi quell’area dolomitica
il maggiore competitore mondiale nel turismo montano.
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Franco Frison
presidente Ordine Architetti P.P.C. Provincia di Belluno
Valutazione degli aspetti
qualitativi dell’offerta
Premessa
Il settore del turismo sarà in misura sempre maggiore un comparto fondamentale per l’economia del
paese ed ancora di più per quelle zone a significativa vocazione turistica come il Veneto e la Provincia
di Belluno. Si tratta peraltro di un comparto dove la competizione è costantemente in crescita, nella
ricerca di accaparrarsi ampie fette dei nuovi mercati.
Lo sviluppo di questo settore non è compatibile con politiche attendiste, basate su “rendite di posizione”, ma impone la messa in campo delle migliori idee nella ricerca della competitività, azioni che si
debbono confrontare con stili di vita in perenne evoluzione, con le sensibilità e le richieste sempre crescenti della comunità turistica, con i nuovi modi di pensare ed interpretare la vacanza, il tempo libero,
lo svago. E’ necessario saper capire in quale direzione queste si orientano e come incidono sui modi di
fare la vacanza.
Capire
La comunità turistica è attenta ai fenomeni della globalizzazione e all’apertura di nuovi mercati, ha
imparato a conoscere l’eccellenza nell’offerta, è cresciuta ed è divenuta più consapevole, si è progressivamente abituata al confronto, alla comparazione fondata sulla conoscenza.
Questa eccellenza viene ricercata: fuori della struttura propriamente ricettiva, nei contesti ambientali,
storici, paesaggistici, naturalistici, valori non delocalizzabili e dunque duraturi; all’interno della struttura
ricettiva, nella accoglienza (intesa come mix di affabilità, cordialità e disponibilità) e nello standard
elevato dei servizi, che richiedono sempre più la personalizzazione e la specializzazione. Utilizzando uno
slogan, in estrema sintesi si può dire che la domanda ricerca tre priorità “sevizi, servizi, sevizi”.
E’ disposta sempre meno ad investire economicamente sul proprio tempo libero senza avere in cambio
servizi elevati, a costo di comprimere anche significativamente la durata della vacanza, ma non la ricerca dello standard superiore perché da esso dipende la gratificazione, la soddisfazione del turista.
Il sistema
Le strutture alberghiere si inseriscono in un sistema articolato, quello turistico, dove le componenti
sono molteplici e con relazioni spesso complesse, dove ogni componente ha la sua centralità ma dove è
l’efficienza della rete a fare la differenza nella competizione.
Non sono sufficienti solo bravi imprenditori senza adeguate strutture sul territorio (infrastrutture viarie,
servizi commerciali, impianti sportivi, ecc…) ma nemmeno un contesto adeguatamente attrezzato senza imprenditori lungimiranti.
E’ dunque necessaria una rete dove: l’imprenditore investe nella propria struttura ma si fa anche parte
attiva nel sostenere le iniziative che vengono dal territorio (associazioni, enti locali, ecc…); la classe
politica si fa interprete delle necessità del sistema; la rete di promozione è efficace/efficiente verso i
nuovi mercati; la struttura creditizia crede e sostiene chi investe nell’innovazione; i servizi professionali
(attività di progettazione, impiantistica, fiscali, legali, interior design, ecc…) non sono standardizzati
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Interventi
E’ una domanda sempre più indifferente alle distanze, vista l’incidenza costantemente in decrescita, dei
costi del trasporto aereo, e dunque pronta a confrontare le suggestioni di una vacanza in montagna nelle
Dolomiti con una vacanza molto lontana da queste, ad esempio, nelle montagne del Canada.
ma adeguati alle specifiche necessità e diversità delle strutture turistiche; ma anche dove una pubblica
amministrazione opera nella stessa direzione, con tempi contenuti e reali; processi di semplificazione
amministrativa.
Quando queste componenti agiscono in maniera sinergica, creando una filiera del turismo, i processi diventano virtuosi ed il sistema tende all’eccellenza, diventando al contempo anche volano per altri settori
dell’indotto dell’economia locale.
Il principio è quello della rete in cui tutti i nodi collaborano con gli altri e sono in grado di assorbirne
uniformemente eventuali improvvisi, cedimenti, default, limitandone le conseguenze.
Consistenza e classificazioni
La breve indagine che è stata condotta1 a livello provinciale utilizzando la lettura dei dati pubblici dichiarati dalle stesse strutture alberghiere2 ha evidenziato una situazione quantitativamente adeguata ma
qualitativamente deficitaria.
Sono presenti in provincia complessivamente 440 strutture alberghiere dotate di 9.433 camere per
totali 19.805 posti letto, con una dotazione media pari a 21 camere/albergo e 45 posti letto/albergo,
dotazioni che risultano essere più elevate della situazione nazionale dove il dato medio si attesta a 30
camere per albergo (26 settore montano).
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20
21
17
14
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Alpago
22
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Feltrino
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Valbelluna
Valboite
Alto Cadore
18
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Civetta
Cortina
D’Ampezzo
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Letti/albergo
Marmolada
Cadore Auronzo
Misurina
Camere/albergo
Arabba
Complico
Sappada
Valbiois
Conca Agordina
Dal confronto tra i diversi comprensori emerge ovviamente una presenza di strutture di maggiore capienza a Cortina D’Ampezzo, mentre nettamente staccati sono i comprensori della Marmolada, Valboite-Alto
Cadore, Valbiois-Conca Agordina, Civetta, ed i rimanenti sono ancora più lontani con valori sostanzialmente in linea tra loro.
Solamente lo 0,4% delle strutture alberghiere è classificato a cinque stelle, l’8% a quattro stelle, il 48%
a tre stelle, il 28% a due ed il 16% a una stella, situazione che confrontata con il dato nazionale o quello
di province montane ad analoga vocazione turistica, evidenzia un notevole deficit di strutture con classificazioni superiori (quattro e cinque stelle).
0
0
0
0
0
2
4 stelle
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Rimanenti
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Interventi
0
TOT.
0
Alpago
0
Feltrino
2
Valbelluna
Valboite
Alto Cadore
0
Civetta
Cortina
D’Ampezzo
0
Marmolada
Cadore Auronzo
Misurina
5 stelle
Arabba
Complico
Sappada
Valbiois
Conca Agordina
Disaggregando ulteriormente i dati delle classificazioni per comprensori, si rileva nuovamente la conferma di Cortina che in base alle strutture a cinque e quattro stelle stacca tutte le altre realtà provinciali
che risultano decisamente sottodotate.
In estrema sintesi si può rilevare che in provincia esiste una buona dotazione quantitativa di strutture
alberghiere ma con una carenza qualitativa nella loro classificazione.
Valutazioni sugli standard di qualità
Un aspetto importante, valutato in sede di indagine, è quello inerente le dotazioni3 interne alle strutture
alberghiere, valutazione che conferma la situazione estremamente deficitaria rispetto le analoghe realtà
turistiche.
I servizi di base (bar, ristorante, parcheggio) hanno sempre una adeguata e scontata diffusione (dal 77
al 92 %) mentre sono le dotazioni d’eccellenza, quelle che possono fare la differenza per la clientela, ad
essere pesantemente sottodimensionate; la lettura dei dati lo conferma:
- 0,7 % internet point,
- 1 % bagno turco o piscina scoperta o impianto termale proprio,
- 4 % campo da tennis,
- 5 % piscina coperta,
- 7 % accessibile ai disabili,
- 10 % marchio di qualità,
- 11 % fitness / centro salute o servizio congressi,
- 13 % Wireless / Wi-Fi.
I valori assoluti sono ancora più sconfortanti: 6 alberghi con piscina scoperta, 5 con impianti termali
propri, 4 con bagno turco, 3 con internet point, 2 con equitazione, 1 con campo da golf.
La tipologia dell’offerta del sistema alberghiero provinciale non è dunque assolutamente in linea con
quanto oggi il mercato del turismo richiede; è un comparto che presenta un deficit strutturale le cui
motivazioni è inutile oggi indagare, ma sulle quali è utile soffermarsi.
Come si è già detto la competizione richiede degli strumenti adeguati, ma anche strategie idonee e
soprattutto un sistema coeso e tendente ad un livellamento verso l’alto; capire i punti di debolezza del
sistema serve per mettere in campo una adeguata consapevolezza, ma anche per agire sulle criticità e
programmare le azioni strutturali.
Valutazioni economiche
Le valutazioni economiche che seguono sono state definite sulla base di una stima quantitativa delle
superfici del patrimonio alberghiero esistente; la dimensione media delle camere è stata valutata pari
a 18mq e gli spazi comuni stimati nella misura del 60 % della superficie complessiva della struttura
ricettiva.
Intervenendo solo sul patrimonio delle camere ne derivano
- per interventi di ristrutturazione leggera4 : euro 42.000.000
- per interventi di ristrutturazione pesante5 : euro 153.000.000
Intervenendo sul patrimonio degli spazi comuni ne derivano
- per interventi di ristrutturazione leggera : euro 25.000.000
- per interventi di ristrutturazione pesante : euro 92.000.000
Intervenendo nella realizzazione di servizi6 (entità stimata7 in 22.000 mq)
- per interventi di nuova realizzazione : euro 55.000.000
Riassumendo tali valori si può dire che l’entità economica per realizzare gli interventi di minima, mediante ristrutturazione leggera delle camere e degli spazi comuni, è stimata in 67 milioni mentre quella
riferita ad interventi più completi, di ristrutturazione pesante e realizzazione di nuove strutture di servizio, è pari a 300 milioni.
Questi investimenti, se rapportati alla entità complessiva delle superfici in gioco, porta ad una valuta-
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Interventi
Da tali valutazioni ne derivano 170.000 mq destinati a camere e 102.000 mq destinati a spazi comuni,
per complessivi 272.000 mq di superficie alberghiera provinciale.
zione unitaria che oscilla tra 245 e 900 €/mq di superficie albrghiera. Dunque si tratta di importi nel loro
valore assoluto significativi, ma non altrettanto nei valori unitari.
Queste valutazioni inoltre scontano la non contemporaneità degli eventuali interventi di adeguamento e
pertanto possono essere contingentati, ripartiti cioè in diversi esercizi di bilancio.
Tali importi devono poter trovare nella agevolazioni/provvidenze della Regione, posta al vertice del sistema turistico nazionale, un adeguato sostegno, per rafforzare con misure strutturali il comparto, renderlo
più competitivo e confermarne il ruolo strategico nelle politiche regionali, all’interno del processo di
progressivo cambiamento dell’economia regionale, dal settore industriale a quello terziario e turistico,
verso cioè il terzo veneto. Ed investire nella competitività significa anche investire nell’incremento
dell’occupazione più qualificata.
La programmazione
L’importanza della programmazione degli interventi è essenziale perchè consente, data la situazione di
partenza appena valutata, di capire e decidere cosa mettere in campo, in termini economici complessivi
ma anche in termini di strategie, per poter elevare lo standard dell’offerta turistica del sistema alberghiero. Ed è proprio la programmazione che pare essere mancata negli anni trascorsi, per cui oggi lo
sforzo è sicuramente più impegnativo per recuperare il gap di partenza, visto anche il perdurare della
attuale non favorevole congiuntura economica.
Vanno obbligatoriamente posti in agenda gli interventi strutturali necessari ad elevare gradualmente la
classificazione delle strutture alberghiere in un tempo medio-lungo, con investimenti economici contingentati, con tipologie di intervento progressive (manutenzione leggera, di ristrutturazione, di adeguamento impiantistico, di sicurezza antincendio, ecc…).
La programmazione consente di avere un quadro duraturo, una visione di lungo termine, in grado anzitutto di essere flessibilile per i fisiologici adattamenti agli imprevisti quali, ad esempio, il perdurare della
congiuntura economica o nuovi inevitabili provvedimenti normativi (Piano Casa, incentivi nel settore del
risparmio energetico, adeguamenti connessi alla sicurezza, all’impiantistica, ecc…).
Creare un programma di interventi per fasi può consentire, con impegni contenuti in termini economici
unitari (euro/mq), di elevare gradualmente la classificazione della struttura alberghiera, da tre stelle a
tre superior, da questa a quattro, ecc…
Un investimento di soli 100-150 euro/mq/anno, per tappe programmate, per fasi organiche, per stralci
funzionali, può consentire in sette anni di raggiungere obiettivi molto importanti, a livello di singola
struttura ma anche di intero comparto.
E’ impensabile non investire per attrarre il cliente e sperare al contempo nel massimo e costante rendimento dell’attività, ciò è incompatibile con i nuovi mercati e porta all’inevitabile declino della struttura
ricettiva.
Le maggiori sensibilità
In questi ultimi anni sono cresciute, grazie all’apporto delle nuove generazioni, nuove sensibilità ed attenzioni verso i temi della sostenibilità ambientale, pesantemente sottovalutati o del tutto ignorati nel
recente passato.
Si pone dunque all’attenzione dell’operatore turistico la necessità di azioni concrete volte a recepire
queste nuove istanze, ad esempio con:
- il ricorso a tecnologie impiantistiche innovative (controllo temperature, illuminazioni, sistemi di oscuramento, di impianti di trattamento aria, internet, wifi, sicurezza, ecc…) in grado di gestire, controllare
e razionalizzare gli usi e i consumi,
- il risparmio energetico dell’involucro alberghiero, che risulta ancora la migliore forma di energia alternativa,
- l’utilizzo di materiali da costruzione e tecnologie performanti in termini di prestazioni,
- l’offerta di prodotti (alimentari e non) provenienti dal territorio,
- il contenimento dell’utilizzo delle risorse naturali, in primis acqua e territorio,
14
Interventi
L’imprenditore consapevole deve prestare la giusta attenzione anche nel settore dove opera a ciò che la
clientela, magari più attenta di lui, ha oramai fisiologicamente assimilato.
- la riduzione delle emissioni degli impianti di riscaldamento,
- l’utilizzo di fonti di energia alternativa (solare termico, fotovoltaico, biomasse, geotermia, ecc…)
Va da sé che questi obiettivi vadano inseriti in una progettazione attenta, sensibile e preparata, in grado
di soddisfare le esigenze del committente, ma anche in grado di proporgli la migliore tecnologia e le
soluzioni più innovative, quelle che in realtà richiede il cliente più esigente.
La natura della proprietà
Un dato interessante che merita una riflessione conclusiva è quello connesso alla natura della proprietà
delle strutture alberghiere provinciali che risulta, nella quasi totalità dei casi, coincidente con il gestore
delle attività stessa. Sono escluse da questo quadro solo pochissime realtà.
Altro dato importante è la prevalenza della conduzione piccolo-imprenditoriale che nella maggioranza
dei casi si sostanzia in conduzioni familiari, dove cioè tutta la famiglia, direttamente o indirettamente, è
coinvolta nello svolgimento dell’attività.
Questa situazione consente di comprendere l’assenza, nei decenni trascorsi, di adeguate politiche di
miglioramento dell’offerta e per converso un sostanziale immobilismo basato su una rendita di posizione
certa.
Ma la dimensione piccola e familiare dell’impresa rappresenta un valore aggiunto per l’attività e non
certamente un elemento di criticità, basti pensare al rapporto fiduciario albergatore/cliente, alla maggiore capacità di sacrificio, alla passione e al coinvolgimento diretto nell’attività, alla propensione alla
flessibilità, ecc… elementi di forza che le grandi catene alberghiere non possiedono.
Ciò che il settore deve apprendere dalle grandi strutture è la capacità di inserire nell’agenda la programmazione dei lavori e degli investimenti, la gradualità e sistematicità delle azioni, che devono divenire
metodi consolidati di lavoro, nell’ottica di assicurare:
- la migliore SICUREZZA DEL CLIENTE sulla scorta di codici tecnici adottati liberamente e spesso ben
più restrittivi delle normative nazionali (vedi ad es. prevenzione incendi),
- l’eccellenza dei SERVIZI COLLATERALI (sale meeting/business, wireless, ecc…)
- il massimo CONFORT DEL CLIENTE (cucina di qualità, spa, fitness, autorimesse coperte, ecc…),
- la PERSONALIZZAZIONE DELL’OFFERTA (cordialità, fidelizzazione, radicamento e inscindibilità con il
territorio, ecc…)
È indubbio che per il raggiungimento di tali obiettivi il settore alberghiero bellunese non può essere lasciato solo a sé stesso, ma necessita di un equilibrato ed attento sostegno regionale che sia in grado di
capire quanto delicato e complesso sia il sistema produttivo montano, con le sue fragilità e peculiarità
che rispecchiano esattamente quelle recentemente riconosciute come patrimonio mondiale dell’umanità.
Ordine Architetti P.P.C. della Provincia di Belluno – architetti Valter Salton e Franco Frison
1
Fonte: Elenchi degli alberghi 2009/2010 - Dolomiti Turismo srl
2
Direttamente dichiarate dalle strutture alberghiere
3
Sostituzione serramenti interni ed esterni, interventi di prevenzione incendi, rifacimento pavimentazioni, stima in euro/mq 250.
4
Rifacimento bagni, prevenzione incendi, impianti meccanici, adeguamenti strutturali, stima in euro/
mq 900
5
Centri benessere, saune, piscine coperte, ecc.
6
Pari all’8 % della superficie alberghiera complessiva
7
15
Interventi
Note
16
/
2818
Interventi
Percentuale servizi
/
18043
8608
tot. alberghi 400
508
1261
300
Civetta
Alpago
1994
1431
924
671
Valbiois Conca Agordina
1071
1190
Valboite Alto Cadore
591
Valbelluna
598
343
586
Feltrino
Val Comelico Sappada
4397
2039
Cortina D'Ampezzo
1153
2883
533
1360
N. Camere
Marmolada
N. Posti Letto
Cadore Auronzo Misurina
0
Accessibile con accompagnatore
7
27
2
7
2
4
2
2
2
2
4
3
Accessibile ai disabili
7
27
0
8
1
4
1
1
4
3
2
11
Ascensore
46
183
4
30
19
16
9
17
9
43
25
18
Ristorante
78
314
20
41
21
33
26
34
18
42
61
22
Bar
93
371
22
51
25
36
33
34
25
59
64
12
Giochi per bambini
34
137
7
22
9
17
3
17
3
22
25
13
Trasporto clienti
35
142
13
31
10
11
8
11
6
13
26
15
Sauna privata
24
95
2
17
4
11
0
10
0
26
10
0
Bagno turco
1
4
0
0
0
0
0
2
0
2
0
0
Impianti termali propri
1
5
0
0
2
2
0
0
0
0
1
12
47
0
8
6
6
0
6
0
10
4
7
Fitness/Centro salute
Tabella dei servizi presenti
negli alberghi bellunesi
1
Discoteca
3
13
1
4
1
2
0
1
0
3
0
15
Proprio parco o giardino
60
241
9
34
20
24
15
30
14
35
45
2
Servizio congressi
12
49
4
8
4
4
8
1
4
10
4
22
Parcheggio non custodito
87
347
19
56
28
10
31
35
22
60
64
3
Parcheggio custodito
18
74
3
11
5
9
4
6
8
7
18
5
Autorimessa
24
96
2
15
11
10
9
4
5
25
10
2
Campo da tennis
4
15
1
0
4
0
1
1
1
3
2
0
Piscina scoperta
1
5
2
1
0
0
0
1
0
0
1
3
Piscina coperta
5
22
0
4
4
2
0
1
0
5
3
0
Campo da golf
0.2
1
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
Equitazione
0.5
2
1
0
0
0
0
1
0
0
0
0
Internet Point
0.7
3
0
0
0
0
0
0
1
2
0
10
Area internet Wireless Wi/Fi
14
58
0
23
4
3
4
0
5
9
0
11
43
2
6
2
4
3
6
4
11
3
2
Marchio di qualità 2009 CC/AA
Vittorio Zampieri
presidente Unionfidi-Belluno
L’affidabilità finanziaria
del sistema alberghiero
bellunese
Per iniziare credo siano opportune alcune note di presentazione della Cooperativa Unionfidi Confcommercio che possono così essere riassunte.
La Cooperativa, costituita nel 1976 all’interno di Ascom Belluno, è una società cooperativa di garanzia
collettiva fidi basata sui principi della mutualità prevalente, non ha fini di lucro ed è costituita per assistere finanziariamente le piccole e medie imprese operanti nei settori del commercio, del turismo e dei
servizi sul territorio della Regione del Veneto.
Le sue finalità sono: agevolare l’accesso al credito delle PMI e favorire i processi di sviluppo dell’economia locale, agevolare e favorire le nuove attività di impresa operanti sul territorio e consolidare e
rafforzare quelle esistenti.
Al 31 dicembre 2009 la Cooperativa contava 2.035 imprese associate, nel corso dell’anno passato ha
effettuato 1.126 operazioni, gli affidamenti sono ammontati a oltre 72.500.000 euro, le garanzie prestate erano 32.594.000, mentre il patrimonio ammonta a 5.644.000 euro.
Dobbiamo tenere in conto che l’incidenza delle perdite su garanzie prestate è del 1,002%. Posso affermare che questo dato è uno dei più bassi a livello nazionale e notevolmente più ridotto rispetto alla
perdita delle banche.
Alcune cooperative consorelle, non solo del Veneto, a seguito della crisi delle aziende, hanno visto
aumentate le richieste di credito con punte del 50%..... Al contrario, noi non abbiamo questi pericolosi
incrementi, anzi da quattro anni registriamo un saldo positivo (cessazioni-nuove aziende iscritte) di 10
nuovi soci ogni mese….. Ciò significa che la nostra cooperativa gode di buona salute anche grazie alle
nostre genti e alle nostre aziende più virtuose che non in altri territori.
Ora che ci siamo presentati, entriamo nel merito delle questioni che sono oggetto del convegno di oggi
e dal quale, anche noi, ci aspettiamo utili indicazioni per affrontare quella che tutti sappiamo essere una
difficile congiuntura.
A seguito delle regole di Basilea 2, nella concessione del credito da parte di qualsiasi sportello bancario
prevale ed è condizionante l’avallo di centri decisionali lontani e sconosciuti che si rifanno ai semplici
numeri di bilancio e non hanno la profonda conoscenza - vero valore aggiunto dei Confidi - dell’impresa,
dello storico dell’azienda e della famiglia che spesso collabora con l’imprenditore.
A questo proposito succede che in vari casi la cooperativa delibera favorevolmente la concessione del
credito ad un’impresa perché conosce profondamente la sua realtà….; quando poi la posizione passa
all’esame dell’istituto e al direttore di sportello, questo demanda la decisione finale a figure lontane che
ragionano solo in termini di rating e numeri di bilancio e la risposta è spesso negativa…. Con notevole
disagio e danno per l’impresa, ma anche frustrazione per il Confidi e i nostri tecnici che hanno elaborato
le pratiche.
Riferendoci poi alle nostre aziende… dobbiamo ricordare che la “dorsale” economica dell’intera provincia è formata da piccole e medie attività turistiche che sono a salvaguardia del territorio: qualora
chiudessero, il paese e l’intera vallata rimarrebbero “isolati” e senza i servizi essenziali con conseguente
17
Interventi
Parliamo del sistema bancario….: fino a due anni fa ha spinto gli impieghi assumendo rischi esagerati
come, ad esempio, le concessioni di mutui ipotecari - in vari casi - per importi superiori al 100% del
valore dei beni…. Ora invece concede troppo poco credito, senza tenere conto dell’elevata capacità e
dell’assoluta volontà di rispettare gli impegni da parte dei piccoli operatori economici, in particolare
nelle nostre zone definite molto virtuose.
ricaduta negativa di enormi costi per l’intera comunità.
Gran parte di tali attività riguardano direttamente o indirettamente il comparto del turismo, che è un
patrimonio/bene non delocalizzabile, ma che va curato e sostenuto quotidianamente e che sarà il futuro
di questa e di altre province del Veneto.
Senza contare le centinaia di imprese stagionali che operano per alcuni mesi all’anno nel comparto
turistico e che non avranno mai un rating adeguato perché il loro reddito è fonte di vari e molteplici altri
fattori.
Si tratta di un’economia locale che fonda il suo essere su un tessuto turistico diffuso e che comprende,
ad esempio, il piccolo artigianato e l’agricoltore artefice anche “dello sfalcio dei prati”: …. infatti, chi
si sposta per turismo non cerca solo il ristorante, l’hotel e il negozio ben attrezzato e curato, ma ricerca
l’integrità del territorio e la piacevolezza dell’ambiente e dell’insieme.
A questo punto s’impone la domanda….: come è possibile affrontare il naturale rinnovamento delle
strutture turistiche e delle piccole attività dopo la bufera che ha investito l’economia, provocando una
crisi generalizzata e il cambiamento dei consumi, se il credito a medio-lungo termine non viene erogato
perché l’azienda non rispetta l’equilibrio finanziario come richiesto alle grandi imprese?
Dobbiamo pur riconoscere che il sistema bancario, spronato dalle Istituzioni Statali e Regionali, ha
messo a punto alcuni strumenti atti a fronteggiare in prima battuta questa fase di criticità, primo fra
tutti ricordiamo la moratoria sui mutui….; ha rivisto le modalità di rimborso dei crediti allungandone per
lo più i tempi ed adattando le scadenze ai flussi stagionali di alcune imprese….; ha cercato, in genere,
di modulare gli interventi creditizi in maniera più flessibile ed adattabile alle diverse realtà
Ora veniamo allo specifico, ovvero al caso Unionfidi Belluno: nell’ultimo anno non ci sono stati particolari
casi di sofferenza da parte delle oltre 2.000 aziende associate alla Cooperativa. Il tessuto sociale e imprenditoriale è sano e l’utilizzo di strumenti finanziari - ad esempio credito al consumo - e di investimenti
oltre il naturale indebitamento dell’azienda, non sono utilizzati come forma per apparire.
Ci conforta in tal senso il Direttore della filiale della Banca d’Italia dottor Giovanni Palumbi, il quale, in
occasione della chiusura della sede bellunese del suo Istituto, rilasciò una dichiarazione dove compaiono tre titoli significativi per la nostra Provincia: territorio sano - famiglie poco indebitate - imprese
virtuose.
Va pure fatto un richiamo ad alcune aziende che nel tempo si sono impoverite con investimenti esterni
al punto da non consentire a se stesse quel giusto equilibrio finanziario che è prioritario nella concessione del credito in questo mercato così difficile e complesso….. L’effetto neve di questi ultimi due
inverni mitigherà la richiesta di credito per consolidare l’esposizione con le banche, ma probabilmente
potremmo aspettarci una possibile recrudescenza del fenomeno, qualora gli eventi metereologici siano
sfavorevoli.
Va altresì ricordato che, con questo tessuto turistico e commerciale, gli istituti bancari hanno un bassissimo e insignificante rischio. A questo proposito aggiungerei alcuni dati:
L’82% dei clienti da noi garantiti presso Unicredit (per noi l’Istituto di riferimento) si colloca nelle prime
5 classi di rating (su di un totale di 11 classi) mentre solamente il 3% è inserito nelle ultime tre classi.
Dei nostri 2035 soci appartengono al settore turistico/ricettivo circa 200 aziende e le garanzie prestate
sono globalmente pari a 3.300.000 euro con una incidenza sul totale di circa l’11%.
Tra le 56 posizioni in incaglio e in sofferenza al 31/12/2009 risulta esserci un solo operatore alberghiero per una perdita presunta per il confidi di 5.000 euro.
Dal dibattito di questa platea dovrebbe uscire un indirizzo preciso, in stretta collaborazione con tutte le
componenti, che riassicuri le imprese alberghiere associate al Confidi verso il futuro.
Vorrei ora sottoporre alla Vostra attenzione alcuni quesiti per i quali gradirei sentire una risposta concreta nel corso del nostro dibattito di oggi:
1°- La banca è un’istituzione a sostegno del territorio o solamente un’impresa economica slegata dal
contesto sociale che opera solamente per proprio tornaconto?..... Pertanto la domanda è: funzione sociale o profitto?
18
Interventi
Il livello delle sofferenze nella nostra provincia, già percentualmente molto più contenuto, registra un
valore medio unitario inferiore di circa il 25% rispetto alla media del Veneto.
2°- Il rating che l’istituto assegna ad ogni piccola impresa al momento della richiesta di credito dovrebbe
essere al contrario….: il 30% assegnato ai dati di bilancio (ai numeri) e il restante 70% alla conoscenza
personale dell’imprenditore e ai dati storici dell’azienda……. Perché allora non assegnare dei rating
territoriali per le zone più virtuose?
Di seguito vorrei fare un rapido accenno alla seconda parte del titolo del convegno: quali azioni possiamo
attuare a sostegno del comparto alberghiero?
Stato e Regione hanno messo a disposizione nuovi fondi tesi per abbattere i costi di nuovi finanziamenti
a sostegno degli investimenti….: restano operative la L. R. 1/99 che ha dato dei buoni risultati, la legge
18 “Aree di Confine” della Provincia e la legge 33 che ha un iter un po’ farraginoso, ma che comunque
presenta delle buone disponibilità finanziarie e consentono un contributo in conto interessi che, secondo
le modalità chirografario/ ipotecario, arriva al 50%.
La Cooperativa Unionfidi Confcommercio, si pone senza riserve e in prima linea a sostegno delle aziende
del settore turistico anche per supportare le necessità finanziarie dovute al naturale adeguamento dello
standard qualitativo delle strutture.
Per concludere è necessario, a mio avviso, rivedere approfonditamente le norme regionali di sostegno al
comparto alberghiero, vero e unico motore non solo dell’economia montana….
Attorno a questo impegno dovrebbero attivarsi tutte le componenti economiche e politiche dell’intero
territorio provinciale e della Regione Veneto.
Interventi
Vi ringrazio per la cortese attenzione.
19
Renzo Minella
presidente Dolomiti Turismo
Il territorio, la promozione e
l’informazione al turista
Renzo Minella ringrazia Federalberghi Belluno-Dolomiti per l’opportunità offertagli di presentare la società che presiede da dicembre 2009. Il suo intervento svilupperà tre punti:
1. Dolomiti Turismo: nascita, struttura, attività
2. Dolomiti Turismo: gli obiettivi per il futuro
3. Dolomiti Turismo e le opportunità di sviluppo offerte dal riconoscimento UNESCO
1. Dolomiti Turismo: nascita, struttura, attività
Dal 1° gennaio 2002 le Aziende di Promozione Turistica, A.p.T., enti strumentali della Regione Veneto,
sono state soppresse e le loro funzioni delegate alle singole amministrazioni provinciali (l.r. 11/2001 e
l.r. 33/2002). La Provincia di Belluno, nel 2006, decide di riorganizzare il sistema di gestione degli uffici
di informazione ed accoglienza turistica nel territorio, attraverso la creazione di una società partecipata
di servizi, con la quale lavorare in regime di convenzione. Nasce così il 16 giugno 2006 “Dolomiti Turismo”, società di capitali a responsabilità limitata, costituita da: Provincia di Belluno, socio di maggioranza, Camera di Commercio di Belluno e Comunità Montana Feltrina.
Dallo statuto societario, l’attività primaria di Dolomiti Turismo è quella di “fornire ai turisti potenziali
ed effettivi, agli operatori ed alla stampa idonea informazione ed accoglienza così da contribuire alla
risposta del loro bisogno e quindi collaborare al meglio alla organizzazione e erogazione del prodottodestinazione Dolomiti e PreAlpi Bellunesi”.
Dolomiti Turismo svolge una serie di attività previste dalla legge regionale sul turismo, legge 33/2002
(art. 3), in primis la gestione degli uffici di informazione e accoglienza turistica, uffici i.a.t., dislocati su
tutto il territorio provinciale.
Alcuni dati: Dolomiti Turismo gestisce direttamente 18 uffici i.a.t., di cui 17 ad apertura annuale e uno
ad apertura stagionale (ufficio di Farra d’Alpago). Gestisce poi in convenzione altri 12 uffici di informazione, di cui 8 in convenzione con proloco; 2 in convenzione con comuni; 2 in convenzione con consorzi.
Presso la sede operativa, in via Psaro 21 a Belluno, lavora uno staff di 8 persone, dirette da gennaio
2010, da Ennio Soccal: dr.ssa Flavia Bertagnin: referente dell’organizzazione; dr.ssa Patrizia Cibien:
sviluppo progetti di comunicazione; Paolo D’Imperio: sviluppo progetti di comunicazione e logistica;
dr.ssa Valentina Nicolao: responsabile ufficio stampa; dr.ssa Marta Pasuch: sviluppo progetti di comunicazione; dr.ssa Lorena Viel: sviluppo progetti di comunicazione; Alessandro Nessenzia: assistenza e
progettazione informatica; Marisa Valmassoi: ufficio amministrazione.
Nell’ufficio i.a.t. di Cortina lavorano altre due persone, Stefano Polloni e Marco Fazio, i quali forniscono
supporto e assistenza informatica e logistica.
L’attività di gestione degli uffici i.a.t. è un’attività che mira al raggiungimento di alti livelli di qualità
del servizio erogato. A tal fine, gli operatori in forza nei diversi uffici partecipano costantemente a programmi di formazione che permettano loro di rispondere sempre in modo adeguato alle sollecitazioni ed
alle richieste dei turisti, in continua evoluzione, ma anche degli operatori turistici.Le principali attività
coordinate e gestite dalla sede operativa, invece, sono: attività di ufficio stampa e relazioni esterne;
attività di supporto informativo ed editoriale per mostre, fiere; organizzazione di eventi e manifestazioni
di rilevanza turistica; attività editoriale: ideazione e realizzazione di materiale informativo multimediale;
attività di supporto alla promozione delle tipicità del territorio; attività di raccolta ed elaborazione dati
per fini statistici; attività di ideazione e gestione di corsi di formazione.
20
Interventi
Lavorano all’interno di Dolomiti Turismo 43 persone, per lo più impiegate negli uffici i.a.t.
2. Dolomiti Turismo: gli obiettivi per il futuro
Il principale obiettivo dell’attuale gestione di Dolomiti Turismo è quello di rafforzare il ruolo di attore primario di questa società sulla scena del sistema turistico bellunese, sviluppando maggiormente l’attività
di società di sviluppo, oltre che di società di servizi. Nello specifico, Dolomiti Turismo:
· accompagnerà lo sviluppo delle aree più deboli dal punto di vista turistico con programmi ed azioni
mirate ed affiancherà, invece, le aree con un’offerta turistica più forte e strutturata, supportandone
l’operato, per il raggiungimento di obiettivi comuni;
· procederà ad una ristrutturazione del proprio portale, www.infodolomiti.it, in modo tale da renderlo
punto di riferimento per la raccolta, l’elaborazione, la gestione e la distribuzione dei contenuti a carattere
turistico provenienti dai siti web di tutti i 69 Comuni delle provincia di Belluno. Dolomiti Turismo fornirà
supporto ed assistenza agli enti locali nell’aggiornamento e nella strutturazione di tutte quelle informazioni sul patrimonio artistico, architettonico, culturale e naturale che fungono da attrattori turistici.
Verrà data particolare rilevanza alle informazioni relative ai numerosi eventi organizzati sul territorio
provinciale: www.infodolomiti.it, fungerà costituirà il portale di riferimento, la vetrina online privilegiata,
per la promozione e la comunicazione delle manifestazioni del territorio bellunese;
· per la sua natura societaria e per la sua strutturazione interna, Dolomiti Turismo fungerà sempre più da
interfaccia privilegiato tra gli attori dello sviluppo turistico bellunese e le istituzioni: Comunità Europea,
Governo, Regione, Provincia. Da questi enti, infatti, provengono risorse e fondi per lo sviluppo del turismo
che vanno però gestiti in modo sempre più accurato e preciso. Dolomiti Turismo, una volta ascoltate
le esigenze e i bisogni dei vari soggetti locali offrirà loro supporto e consulenza nelle diverse fasi che
precedono e seguono la richiesta di un contributo: dalla formulazione della proposta progettuale, alla realizzazione delle diverse fasi di sviluppo, fino alla rendicontazione finale. Così facendo, Dolomiti Turismo
non farà altro che consolidare un ruolo che già in passato ha avuto per progetti quali Il Cammino delle
Dolomiti, la Strada dei formaggi e dei sapori delle Dolomiti Bellunesi e la Lunga Via delle Dolomiti;
· rafforzerà la collaborazione con i soggetti deputati alla promo-commercializzaione dell’offerta turistica
bellunese, in primis i Consorzi di promozione turistica, sviluppando nuove soluzioni, per esempio, per una
gestione congiunta che miri ad obiettivi di efficacia ed efficienza, degli uffici di informazione e accoglienza turistica.
Il 26 Giugno 2009 l’UNESCO, nell’ambito del 33° congresso annuale a Siviglia, l’UNESCO ha dichiarato
le Dolomiti Patrimonio Naturale dell’Umanità. Con questo atto l’UNESCO ha riconosciuto ufficialmente,
tramite la propria organizzazione, le peculiarità e l’unicità delle Dolomiti. 142.000 ettari di territorio, integrati da una zona cuscinetto di ulteriori 90.000 ettari, con ben 5 province coinvolte, tra le quali emerge la
Provincia di Belluno che è stata capofila del progetto e nella quale si estendono oltre il 70% delle Dolomiti. Sinora in Italia questo riconoscimento da parte dell’UNESCO, come bene naturale, era stato assegnato
solo alle bellissime Isole Eolie al largo della Sicilia. L’iscrizione è il risultato di una severa selezione a livello mondiale in cui l’affermazione dell’unicità e dell’eccezionale valore universale degli aspetti geologicogeomorfologici ed estetico-paesaggistici delle Dolomiti corrisponde al riconoscimento che tali valori sono
adeguatamente rappresentati e protetti. La responsabilità e l’impegno da parte delle amministrazioni a
garantire questi valori universali nel tempo, che con il riconoscimento non è più solo rivolta ai propri territori ma al mondo intero, avrà come conseguenza una diversa consapevolezza della propria posizione nel
contesto globale e fornirà lo stimolo a ragionare sui temi della montagna (specificità culturale, paesaggio
e patrimonio naturale, sviluppo sostenibile) secondo un’ottica nuova di apertura e di confronto.
Le attività svolte da Dolomiti Turismo per promuovere il riconoscimento UNESCO:
OTTO- NOV 2009
Incontri informativi su candidatura e riconoscimento Unesco. In collaborazione con l’Amministrazione
Provinciale sono stati organizzati 11 incontri per comunicare e valorizzare il riconoscimento Unesco, con
l’obiettivo di un arricchimento professionale degli operatori impegnati nella stagione invernale 20092010. Le sedi sono state: Auronzo di Cadore, S. Stefano di Cadore, Pieve di Cadore, Cortina d’Ampezzo,
S. Vito di Cadore, Alleghe, Livinallongo, Falcade, Agordo, Zoldo Alto, Feltre.
Relatori: prof. Piero Gianolla e dott. Sandro Furlanis entrambi dell’Università di Ferrara, rispettivamente
coordinatore e esperto del gruppo di lavoro che ha seguito la candidatura delle Dolomiti.
21
Interventi
3. Dolomiti Turismo e le opportunità di sviluppo offerte dal riconoscimento
UNESCO
DICEMBRE 2009
Maxi proiezione a Milano con immagini vette dolomitiche riconosciute dall’Unesco per tre fine settimana
FEBBRAIO 2010
In occasione della Borsa Internazionale del Turismo, a Milano, realizzazione di una Conferenza stampa,
“Le Dolomiti Bellunesi, Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO: un’eccezionale opportunità economica e sociale di sviluppo della montagna veneta”, in collaborazione con Consorzio Dolomiti e settore
cultura provincia:
– creazione di un Leaflet distribuito in 200.000 copie durante giornate BIT su centro Milano e fiera Milano, con breve descrizione riconoscimento Unesco e proposta turistica prov Bl
– realizzazione di un prodotto editoriale di 16 pagine, formato tabloid, in 50.000 copie in italiano e
30.000 in inglese e tedesco, incentrato su riconoscimento Unesco.
Interventi
MARZO 2010
Il 26 marzo in allegato con il Corriere del Veneto la guida touring: Dolomiti. Edizione, con aggiornamento
2010, della guida edita nel 2004. Alla provincia di Belluno e al riconoscimento Unesco, sono dedicate
3ª e 4ª di copertina.
22
Virginio Piccin
presidente Consorzio Dolomiti
La promozione e la
commercializzazione in rete
Buon giorno. Saluto tutti gli ospiti e personalità intervenute e ringrazio gli organizzatori di questo importante e stimolante appuntamento.
Voglio ringraziare in particolar modo Gildo Trevisan che da tempo si stà impegnando insieme ad Scom
Belluno e Federalberghi Veneto in un impresa difficile ma altrettanto essenziale; quella di rimettere in
moto il turismo in provincia di Belluno.
Come vado dicendo da tempo, non si può non partire dall’elemento centrale, senza il quale non si può
nemmeno iniziare a parlare di turismo: l’impresa ricettiva. Certo, l’impresa ricettiva da sola non basta a
determinare il “turismo”, ma nemmeno gli impianti di risalita o le Dolomiti Unesco da sole non bastano.
Solo insieme tutti questi elementi compongono uno o più prodotti turistici. I prodotti turistici devono poi
essere venduti. Oggi tutti i prodotti, specie quelli turisticisi vendono su internet. Per vendere su internet, non basta fare un sito o mettere un banner da qualche parte. Si devono attuare delle vere e proprie
Politiche, delle Strategie di vendita online che partono dalla dalla definizione dei prodotti fino ad arrivare
al posizionamento sui mercati e quindi alla vendita.
C’è bisogno di pensare alle tre fasi del turismo:
– Il Prima, dove il turista partendo da uno stimolo pubblicitario o dalla tipica ricerca di dove andare in
vacanza cerca le informazioni e viene quindi interessato dalle offerte;
– Il Durante, quando l’ospite è da noi e ha bisogno di continue informazioni su come utilizzare al meglio
il territorio;
– Il dopo, quando il turista torna a casa e si deve mantenere quel collegamento che gli permetterà di
tornare da noi.
Queste fasi necessitano di tecnologie e azioni differenti dal portale internet alla presenza nei social network, dagli spot televisivi ai banner pubblicitari, dai contatti con i T.O. alle fiere di settore, dallo sviluppo
di campagne promozionali alle tecnologie dei telefonini di ultima generazione Iphone ecc.
Il consorzio Dolomiti fin dalla presidenza di Alberto De Stefani ha considerato il ruolo del consorzio non
come mediatore sulle operazioni di prenotazione, ma come struttura che doveva fornire un mezzo di
prenotazione a costo ZERO per le strutture socie.
Altra grande differenza con i sistemi di booking è che noi non possiamo vendere solo una camera, dobbiamo vendere una vacanza, e queste viene dimostrato dai dati di consultazione delle offerte. Resta il
fatto che in base ad una indagine del Consorzio Dolomiti su 463 Hotels, solo 61 utillizano sistemi di
booking online (booking.com expedia ecc.), 110 hotels pubblicano le loro offerte su internet.
È ovvio che mentre i nostri competitors, sotto questo punto di vista, sono all’eccellenza, noi in provincia
di Belluno siamo sicuramente in dietro e quindi ritengo che sia giusto oggi iniziare un percorso che possa
portarci su una strada giusta e largamente condivisa, che vede la partecipazione e il coinvolgimento
tutti i soggetti interessati e competenti a vario titolo.
23
Interventi
Per fare questo c’è bisogno di una crescita complessiva della grande community degli operatori turistici
e delle imprese, c’è bisogno di formazione, c’è bisogno di conoscenze e di mezzi. Non solo di soldi, anche
di mezzi. In questo senso a livello Veneto c’è molta attività, infatti sia Federalberghi sia le strutture associate, sia la Regione Veneto stessa, si stanno muovendo con progetti importanti volti alla prenotazione
online. Proprio in quest’ambito, sono subito emerse delle differenze tra la provincia di Belluno e il resto
del Veneto. Queste differenze non sono solo sul livello tecnologico raggiunto dove per una volta la provincia di Belluno no ha niente da invidiare al resto del Veneto, ma più a livello della filosofia di gestione.
Renato Andreoletti
presidente Consorzio Dolomiti
direttore responsabile
del mensile “Hotel Domani”
Internet ha rivoluzionato il mondo della comunicazione e della promocommercializzazione del turismo. Internet ha unificato il pianeta consentendo a ogni essere umano di comunicare liberamente con chiunque
sulla base di valori e bisogni condivisi. Il Web 2.0 ha reso protagonisti i turisti consentendo loro di assumere un ruolo attivo nel valutare, giudicare e promuovere, o penalizzare, un albergo come un territorio
grazie alla possibilità di comunicare i propri giudizi in Rete. I Social Network hanno imposto un profondo
ripensamento del modo di proporsi in Internet
Internet ha solo 15 anni di vita. È figlio della Guerra Fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica che ha
connotato la politica, la cultura, la ricerca universitaria tra il 1945 e il 1990, quando la Guerra Fredda è
ufficialmente terminata. Arpanet, il padre di Internet, nacque negli Stati Uniti nella seconda metà degli
anni Sessanta dalla collaborazione tra università e militari che dovevano garantire al sistema missilistico
americano di poter rispondere a un eventuale primo colpo russo assicurando che le comunicazioni tra
Casa Bianca e Pentagono circolassero sotto terra lungo circuiti di trasmissione sicuri e inattaccabili. La
struttura a maglia e nodi dei circuiti garantiva l’impossibilità di interrompere la comunicazione.
L’avvento dei satelliti, che hanno reso obsoleto Arpanet dal punto di vista militare, hanno consentito che
questo sistema fosse aperto ad applicazioni commerciali. Da qui la nascita di Internet.
Internet rappresenta la più grande rivoluzione della Storia nella comunicazione paragonabile all’invenzione della stampa. La stampa permise di andare oltre la trasmissione orale della cultura affidata ai
sacerdoti della memoria: Chiese, Ordini Monastici, Elite. Nell’antichità, chi controllava il sapere controllava il potere. I pochi eruditi erano gli strumenti principali di re, papi e imperatori per dirigere le menti
e la volontà delle masse. Il sapere era profondamente intrecciato con la superstizione. Gli eruditi erano
anche alchimisti, astrologi, cabalisti.
Internet permette di andare oltre i limiti geografici e politici della comunicazione. Non esistono più barriere etniche e linguistiche. Chiunque comunica liberamente con chiunque. In Internet si è affermata una
lingua di riferimento universale, l’inglese, a fianco di valori e significati universali che hanno facilitato la
comunicazione. Lo scacchista gioca con lo scacchista sulla base delle regole codificate del gioco degli
scacchi indipendentemente dalla lingua, dal luogo, dalle convinzioni. Lo stesso per qualsiasi altro gioco.
Lo stesso quando si mettono in comune le immagini e gli interessi, che richiedono un minimo di sforzo
per acquisire un linguaggio in comune. Politica e religione tendono a dividere, Internet aggrega.
La crescita di Internet
1995-2000
Nella prima fase Internet è stata una vetrina nella quale immettere le brochure cartacee dell’albergo e
del territorio. Gli utenti erano pochi, la Rete era fragile, la potenza dei computer insufficiente. Le prenotazioni correvano ancora lungo il cavo del telefono (clienti individuali, agenzie di viaggio). C’era ancora
un buon flusso di prenotazioni via lettera o via fax.
24
Interventi
Il libro stampato dette accesso al sapere a chiunque sapesse leggere e scrivere. Il mondo fu letteralmente capovolto. Opinioni diverse rispetto a quelle promosse dal potere trovarono seguaci ovunque e in
numero sempre maggiore. Fu l’inizio di una sorta di guerra civile tra sapere ortodosso, conservatore, e
posizioni critiche dissenzienti quando non apertamente eretiche che ha portato alla moderna scienza,
alla rivoluzione tecnologica e industriale, ai mille rivolgimenti politici che hanno caratterizzato la storia
dal 1400 in poi. L’istruzione di massa e le società democratiche sono una conseguenza diretta dell’invenzione della stampa.
Le agenzie di viaggio e i tour operators controllavano il mercato del turismo. I GDS (Global Distribution
Systems) erano Reti mondiali private e riguardavano le grandi catene alberghiere internazionali collegate via cavo con tour operators, compagnie aeree, compagnie di noleggio auto.
I GDS erano stati creati negli anni Settanta dalle grandi compagnie aeree internazionali per ottimizzare il
tasso di occupazione dei voli e per creare prodotti integrati All Inclusive che proponessero volo, alloggio,
trasporto a terra (il Fly and Drive). Il costo della Rete era tale che nessun piccolo operatore indipendente
poteva accedervi se non facesse parte di grandi consorzi alberghieri come Best Western o non avesse
sottoscritto contratti di franchising con importanti compagnie internazionali che consentiva di accedere
ai centri di prenotazione centralizzati di catene alberghiere diffuse su scala mondiale come Holiday Inn,
Ramada, Marriott, Sheraton, Accor.
2000-2005
La seconda fase ha riguardato il potenziamento della rete (introduzione delle fibre ottiche) e dell’hardware dei computer (sempre più potenti). I GDS si sono trasferiti in Internet. La Rete è diventata globale e
aperta a tutti. In questa fase gli utenti di Internet hanno raggiunto e superato il miliardo, le reti di personal computer hanno sostituito i grandi sistemi informatici proprietari del passato, l’economia del pianeta
è letteralmente esplosa aprendo le porte sia alle economie dei Paesi che avevano fatto parte del blocco
sovietico che alla Cina, gigante addormentato che si è risvegliato in maniera assai brusca. Scomparsa
la Guerra Fredda, il mondo ha scoperto un nuovo nemico assai subdolo: il terrorismo islamico. I telefoni
cellulari hanno rivoluzionato ulteriormente il modo di vivere e di lavorare di un numero sempre maggiore
di esseri umani nei cinque continenti creando un supporto formidabile per un’integrazione con Internet
dal potenziale esplosivo.
2005-2010
La terza fase è stata all’insegna dell’interattività e della multimedialità della comunicazione, delle prenotazioni online in tempo reale, della nascita dei Portali di prenotazione oltre che dei Portali turistici.
Sono nati strumenti come IPod e IPad che hanno integrato le tecnologie multimediali rendendole immediatamente accessibili via Internet.
Internet è diventato il maggior strumento di prenotazione e promozione del turismo. L’economia globale sul finire del 2008 è andata incontro alla sua prima grande crisi di crescita con l’emergere della
bolla finanziaria che ha rischiato di travolgere il pianeta oltre che il sistema finanziario internazionale.
Internet è diventato anche lo strumento di comunicazione più immediato per milioni e milioni di esseri
umani coinvolti in un processo di migrazione tra mondo povero e mondo ricco di proporzioni mai viste in
precedenza. Nello stesso tempo le oltre 900 milioni di persone fluttuanti attorno al pianeta per turismo
d’affari, culturale e di piacere hanno scoperto Internet come strumento formidabile per abbattere i costi
dei trasporti e degli alloggi. Siamo entrati nell’era delle tariffe Last Minute e dei voli Low Cost. Viaggiare
non è mai stato così facile e alla portata di tutte le borse.
La fase attuale è all’insegna del Web 2.0, dei Social Network (Facebook, Twitter, YouTube) e dei Portali
di prenotazione interattivi (TripAdvisor, Booking.com). Il Mondo ci guarda e ci giudica in tempo reale.
Il fenomeno dei Social Network sta cambiando la geografia umana e culturale delle relazioni tra esseri
umani. Si stanno formando aggregazioni culturali e sociali impensabili solo pochi anni addietro. Tutto
ciò che accade nel mondo viene immediatamente divulgato, la censura è del tutto impotente di fronte ai
telefonini cellulari che fotografano, filmano e spediscono in tempo reale. La cronaca non riguarda più la
propria città o il proprio Paese ma l’intero pianeta. I governi non esercitano influenza alcuna sulla Rete.
I mass media hanno trovato un concorrente sempre più potente quanto credibile e trasparente.
I principali Social Network sono Facebook e Twitter. YouTube è cosa diversa ma non meno rivoluzionaria.
Facebook è stato fondato il 4 febbraio 2004 da Mark Zuckerberg, all’epoca studente diciannovenne
presso l’università di Harvard. Il nome del sito si riferisce agli annuari con le foto di ogni singolo membro (facebook) che alcuni college e scuole preparatorie statunitensi pubblicano all’inizio dell’anno accademico e distribuiscono ai nuovi studenti e al personale della facoltà come mezzo per conoscere le
persone del campus. Dall’11 settembre 2006, chiunque abbia più di 12 anni può parteciparvi. Gli utenti
possono fare parte di una o più reti partecipanti, come la scuola superiore, il luogo di lavoro o la regione
geografica. Facebook con il passare del tempo si è trasformato in una rete sociale che abbraccia tra-
25
Interventi
Il mondo del Web 2.0
sversalmente tutti gli utenti di Internet. Nel 2010 il numero degli utenti attivi di Facebook ha raggiunto
quota 400 milioni in tutto il mondo. In Italia sono 18 milioni. Il valore finanziario di Facebook è valutato
in 10 miliardi di dollari.
Twitter è stato creato nel marzo 2006 dalla Obvious Corporation di San Francisco. È un servizio di social
network e microblogging che fornisce agli utenti una pagina personale aggiornabile tramite messaggi di
testo con una lunghezza massima di 140 caratteri. Gli aggiornamenti possono essere effettuati tramite
il sito stesso, via SMS, programmi di messaggistica istantanea, e-mail. Dall’11 dicembre 2009 le lingue
attive in Twitter sono il francese, l’italiano, il tedesco e lo spagnolo insieme all’inglese e al giapponese
che erano presenti fin dall’inizio. Il suo valore finanziario attuale è di un miliardo di dollari.
YouTube è stato fondato nel febbraio 2005 da Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim, che erano stati
tutti dipendenti di PayPal. Il primo video caricato, il 23 aprile del 2005, è stato Me at the zoo da Jawed
Karim. Il video ha una durata di 19 secondi ed è stato girato di fronte alla gabbia degli elefanti dello zoo
di San Diego. YouTube è un sito web che consente la condivisione di video tra i suoi utenti e fa uso della
tecnologia Adobe Flash per riprodurre i suoi contenuti. Il suo scopo è quello di ospitare solamente video
realizzati direttamente da chi li carica, ma molto spesso contiene materiale di terze parti caricato senza
autorizzazione, come spettacoli televisivi e video musicali. Il rispetto del regolamento del sito, che vieta
l’upload di materiale protetto da diritto d’autore se non se ne è titolari, si basa su una verifica ex post.
YouTube è il sito web che presenta il maggior tasso di crescita. Quotidianamente vengono visualizzati
circa 100 milioni di video, con 65.000 nuovi filmati aggiunti ogni 24 ore. Il sito ha circa 20 milioni di
visitatori al mese. Il 10 ottobre 2006 Google ha comprato YouTube per 1,65 miliardi di dollari.
Che cosa comunicare
Nel pianeta dei Social Network si comunicano identità e valori con l’obiettivo di condividerli con tutto il
pianeta. Le identità riguardano l’unicità degli individui e dei territori. I valori riguardano gli stili di vita e
rappresentano le nuove tribù sociali e culturali, globali (worldwide) nella loro estensione geografica
Il cliente contemporaneo ha opportunità di scelta pressoché infinite. E’ un utente sempre più informato,
sofisticato, corteggiato. E’ un utente vendicativo. Reclama e sanziona direttamente sulla Rete. E’ anche
un utente propositivo (se soddisfatto, promuove con il passa parola positivo).
Sceglie in base al portafoglio (low cost) o alla pulsione di acquisto (emozioni immediate, promessa di
esperienze uniche).
Che cosa cerca in Internet il potenziale cliente? Esperienze, Emozioni, Coccole ma anche Sicurezza,
Efficienza, Competenza, Cordialità
Che cosa deve fare chi comunica? Certificare e Garantire i prodotti turistici, Promuovere e Commercializzare i servizi dell’albergo e del territorio, Utilizzare gli strumenti del virtuale (immagini, filmati, musiche) per promuovere esperienze ed emozioni.
Investendo su Risorse Umane Specializzate che siano collaboratori interni o collaboratori esterni in
outsourcing (società di promozione e commercializzazione in Internet) in grado di dialogare con i Social
Network.
Investendo sulla qualità della propria comunicazione nel Web che abbini serietà professionale, onestà
intellettuale e trasparenza commerciale.
Collaborando con il Destination Manager o con Consorzi di promozione della destinazione turistica per
creare pacchetti turistici interessanti quanto sicuri e affidabili da promuovere nel mondo Web.
Sviluppando i propri Booking Engine per la prenotazione online diretta adottando politiche tariffarie di
Revenue Management.
Nessuna promocommercializzazione in Internet potrà risultare efficace sul medio e lungo periodo se non
verrà supportata da prodotti turistici unici e originali, che siano alberghi o territori. La qualità dell’hardware e del software dei prodotti turistici è una condizione preliminare quanto indispensabile per costruire un Progetto Industriale del Turismo vincente che sappia avvalersi di Internet per farsi conoscere e
apprezzare in tutto il mondo.
26
Interventi
Come comunicare?
ALBERGHI
La ricerca della competitività
Altro
Cortina d’Ampezzo
Venerdì 16 aprile 2010
Studio di base
a cura dell’Ufficio Studi di Ascom Belluno
Analisi comparata del sistema
turistico alberghiero
della provincia di Belluno
Confronto Italia - Belluno
Lo scopo delle ricerca è quello di stabilire il posizionamento del settore turistico alberghiero in provincia
di Belluno sia rispetto a quello nazionale, che a quello praticato nelle regioni montane ed in particolare
alla provincia di Bolzano cui si fa maggior riferimento e se ne invocano i modelli di sviluppo.
I dati sotto riportati si riferiscono all’anno 2006 il più recente che permette di effettuare paragoni sulle
diverse realtà territoriali.
La consistenza del settore alberghiero della provincia di Belluno è la seguente:
Classificazione a stelle
n. strutture ricettive
n. camere
4 e 5 stelle
3 stelle
2 stelle
1 stella
totale
36
216
126
72
450
1.649
4.728
2.356
773
9.506
media camere
per albergo
45,81
21,89
18,70
10,74
21,12
A livello nazionale è stato calcolato che gli alberghi abbiano mediamente 30,3 camere per struttura
ricettiva.
Classificazione
a stelle
4 e 5 stelle
3 stelle
2 stelle
1 stella
totale
Italia
Belluno
differenziale
12,5
50,5
23
14
100
8
48
28
16
100
- 4,5
-3,5
5
2
0
Se le percentuali espresse a livello nazionale per categoria alberghiera e riportate sulla tabella precedente venissero applicate a settore turistico alberghiero verrebbe disegnata una nuova ipotetica ripartizione
provinciale che evidenzierebbe il numero di alberghi in difetto/eccesso per categoria
Classificazione
a stelle
4 e 5 stelle
3 stelle
2 stelle
1 stella
totale
n. reale strutture
n. ideale strutture
differenziale
36
216
126
72
450
56,25
227,25
103,50
63,00
450
- 20,25
- 11,25
22,50
9,00
0,00
In considerazione che nel settore montano la media delle camere per struttura alberghiere si riduce a 26
in quanto nella media nazionale sono altresì inclusi strutture del settore balneare, termale e delle città
28
Studio di base
Di seguito si mette a confronto la composizione in termini percentuali e distinta per categorie a stelle
fra il patrimonio alberghiero nazionale e quello bellunese
d’arte e turismo di affari, si potrebbe calcolare il deficit che sconterebbe in termini di camere il settore
turistico alberghiero della provincia di Belluno.
Classificazione a stelle
4 e 5 stelle
3 stelle
2 stelle
1 stella
n. camere in difetto
1.410
783
0
0
n. camere in eccesso
0
0
585
234
Ne risulterebbe che la provincia di Belluno avrebbe bisogno di 2.194 negli esercizi classificati a 5, 4 e 3
stelle, di queste 1.374 nuove camere e 819 camere oggi classificate negli esercizi a 1 e 2 stelle e quindi
frutto non di ampliamenti ma solo di miglioramenti delle strutture ricettive.
Confronto Bolzano - Belluno
Di seguito riportiamo la consistenza strutture alberghiere provincia autonoma di Bolzano rilevata dall’Ufficio statistica della Provincia di Bolzano e relativa all’anno 2006.
Classificazione a stelle
n. strutture ricettive
n. camere
4 e 5 stelle
3 stelle
2 stelle
1 stella
totale
286
1.531
1.272
753
3.842
20.620
65.646
31.916
11.217
129.399
media camere
per albergo
72,10
42,88
25,09
14,90
33,68
Il dato della tabella precedente permette di mettere a confronto la composizione in termini percentuali e
distinta per categorie a stelle fra il patrimonio alberghiero della provincia di Bolzano e quello bellunese.
Classificazione a stelle
4 e 5 stelle
3 stelle
2 stelle
1 stella
totale
Bolzano
7
40
33
20
100
Belluno
8
48
28
16
100
differenziale
1
5
-5
-4
L’analisi ribalda quindi le analoghe considerazioni emerse nel confronto “Italia – Belluno”.
Le statistiche redatte dalla provincia di Bolzano denunciano alberghi con una media di 34,9 posti letto
per struttura contro i 44,3 della provincia di Belluno. Pur non essendo possibile fare un confronto diretto
sulla dimensione e quindi sulla capacità ricettiva media, per classi di classificazione alberghiera, fra le
strutture ricettive della provincia autonoma di Bolzano e quelle di Belluno si dovrebbe dedurre che gli
alberghi alto atesini hanno dimensioni minori, in tutte le classi, di quelli bellunesi. Infatti:
– i 4 e 5 stelle bellunesi sono composti mediamente da 45,81 camere per albergo contro i 72 posti letto
per albergo di Bolzano;
– i 3 stelle sono composti mediamente da 21,89 camere per albergo contro i 42,88 posti letto per albergo di Bolzano;
– i 2 stelle sono composti mediamente da 18,70 camere per albergo contro i 25,09 posti letto per albergo di Bolzano;
– gli 1 stella sono composti mediamente da 10,74 camere per albergo contro i 14,90 posti letto per
albergo di Bolzano;
– complessivamente le 21,12 camere per struttura alberghiera in provincia di Belluno debbono essere
paragonate, in termini quantitativi, ai 33,68 posti letto per struttura in provincia di Bolzano.
Anche nella Provincia di Bolzano, come per altro in Italia e nel bellunese, si registra una diminuzione
(0,3%) del numero degli alberghi e una crescita nel numero dei letti messi a disposizione della clientela
(0,9%). Il fenomeno in provincia di Belluno registra rispettivamente un – 0,2% ed un + 0,4%.
29
Studio di base
Ne emerge che in base alla classificazione a stelle ed in termini percentuali la provincia di Belluno sarebbe meglio posizionata di quella di Bolzano nelle categorie a 3, 4 e 5 stelle, ma sconterebbe nella misura
rispettivamente di 4 e 5 punti percentuali rispettivamente nelle categorie 1 e 2 stelle.
Seppure in termini ancora limitati la capacità ricettiva media per struttura alberghiera della provincia di
Bolzano si va avvicinando a quella della provincia di Belluno. Come riportato dal Rapporto sul turismo
2008/2009 del Ministero del Turismo “la tipologia di località sembra influire in modo non trascurabile
sulla dimensione degli alberghi” e questo fenomeno si ripercuote su tutto l’arco alpino.
Ciò premesso sia per modello di sviluppo che per aspirazione del settore risulta utile porre a confronto
unicamente il sistema alto atesino con quello bellunese. Per far ciò ci si avvarrà dello studio “Turismo in
alcune zone alpine”della provincia autonoma del 2008.
Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri (anno 2008)
Provincia
Bolzano
Belluno
Numero alberghi
3.842
450
Arrivi
4.503.204
493.596
Presenze
22.355.635
2.000.800
Soggiorno medio
5.0
4.1
Il dato numerico assoluto in terni di arrivi non deve ingannare in quanto facendo un raffronto diretto fra
alberghi alto atesini e bellunesi i primi superano solo del 6,5 % gli alberghi bellunesi. Il gap più rilevante
è registrato in termini di presenze e quindi di soggiorno medio.
Questo dipende soprattutto dai mercati di riferimento cui si rivolgono gli specifici ambiti territoriali.
Mentre il bellunese si riferisce principalmente al mercato italiano ed in particolare a quello regionale, la
provincia di Bolzano acquisisce la maggioranza di clientela dal mercato tedesco.
La conferma della rilevanza del mercato domestico, che sconta un dato deficitario in termini di presenze
e di soggiorno medio, viene confermata dalle performances della provincia di Sondrio (Valtellina) che si
rivolge al mercato interno e che accusa un dato di soggiorno medio pari a 3,8 gg per cliente.
Un dato rilevante che contribuisce a differenziare la provincia di Belluno da quella di Bolzano è dato
dalla presenza delle seconde case. L’ISTAT ha calcolato l’incidenza delle seconde case sul totale della
abitazioni presenti nei comuni turistici. La turisticità montana è data dalla presenza di almeno 150 posti
letto nel settore alberghiero in comuni ove il capoluogo è posto ad almeno 600 metri sul livello del mare.
Su 260 comuni rilevati in tutto l’arco alpino 62 comuni dell’alto adige sono quelli in cui le seconde case
hanno un peso meno rilevante rispetto al numero complessivo delle abitazioni.
Come riporta l’Amico del Popolo del 30 agosto 2009 “è evidente dunque che l’Alto Adige rappresenta,
nel panorama turistico delle Alpi italiane, una forte anomalia positiva, in cui il fenomeno delle seconde
case è del tutto marginale rispetto alla dimensione di impresa assunta dall’accoglienza turistica: risultato evidentemente di un retaggio storico, di specifiche scelte legislative, di regole di governo del territorio diverse da quelle del restante contesto italiano.”. “Sono evidenti i risultati della Provincia Autonoma
di Bolzano, da sempre in lotta con le seconde case a favore degli alberghi”
Il peso delle seconde case in termini di presenze dell’anno 2006 nella provincia di Belluno è pari
2.163.530 contro i 2.000.800 degli esercizi alberghieri. In provincia di Bolzano nello stesso anno a
fronte di 22.355.635 presenze del settore alberghiero se ne sono calcolate 2.493.662 nelle seconde
case. Dal rapporto sostanzialmente paritetico della provincia di Belluno si passa a un rapporto 10 a 1
per l’Alto Adige a favore delle strutture alberghiere.
Altri indici che attestano la diversa politica di sviluppo perseguita nelle due provincie, una orientata al
manifatturiero e l’altra al turismo e agricoltura sono rispettivamente l’indice di intensità ricettiva che è
il rapporto tra il numero dei posti letto degli esercizi alberghieri di un area e la superficie della stessa
ed, in secondo luogo, l’indice di intensità turistica che è il rapporto calcolato nelle stagioni turistiche
fra le presenze negli esercizi alberghieri e la popolazione residente. Si riportano inoltre i dati relativi alla
provincia di Sondrio per le evidenti analogie con Belluno anche e soprattutto per essere inserita in una
regione ad alta intensità industriale.
30
Studio di base
I comuni turistici della provincia di Belluno rilevati (Selva di Cadore, Sappada, San Vito, Zoldo Alto, Falcade, Borca di Cadore, Rocca Pietore, Auronzo di Cadore, Cortina d’Ampezzo, Vigo di Cadore, Alleghe,
Tambre, Comelico Superiore, Forno di Zoldo, Pieve di Cadore, Livinallongo del Col di Lana, Santo Stefano
di Cadore e Calalzo di Cadore) si posizionano in una classifica che vede alla 44 posizione i Selva di
Cadore con il 78% delle abitazioni come seconde case ed il rapporto decresce fino al comune di Calalzo
(187 posizione) con un rapporto pari al 36%.
Province
Bolzano
Belluno
Sondrio
Intensità ricettiva
20,4
5,3
5,9
Intensità turistica
12,4
2,6
3,0
I bisogni delle imprese
Attraverso un sondaggio effettuato su base volontaristica ed anonima si sono rilevati i bisogni espressi
dalle imprese.
Le risposte pervenute segnalano che il 26% delle imprese non ha in programma nè breve nè a lungo
termine alcun investimento. Solo il 6% delle indicazioni riguardano nuovi investimenti o trasformazioni di
immobili ora non destinati ad attività alberghiera. Il 68% delle segnalazioni evidenziano la necessità di
investire per incrementare i servizi e, più precisamente, il 39% investirebbe senza aumentare la capacità
ricettiva; il 10% investirebbe in manutenzioni straordinarie e servizi senza aumentare la capacità ricettiva; il 19% abbina l’incremento dei servizi ad un moderato aumento della capacità ricettiva.
Ovviamente queste risposte non possono che essere associate a: tipologia ed intensità del cofinanziamento; tempi di ammortamento e tassi di interesse; andamento del mercato e percezione sulle prospettive di sviluppo del settore.
Conclusioni
Se il modello di riferimento è quello di Bolzano il problema delle imprese alberghiere esistenti è quello di
un miglioramento qualitativo in tutti i segmenti della classificazione e non di ampliamento delle strutture. Ne consegue che nell’accesso ai finanziamenti debba essere data priorità alla riqualificazione qualitativa, pur non escludendo ampliamenti ed aperture di nuovi alberghi. In considerazione che in caso di
miglioramenti qualitativi che comportano una classificazione a stelle superiore rispetto alla precedente
gli investimenti effettuati dalle aziende risultano essere non direttamente produttivi. A tal riguardo le
regole sul finanziamento delle strutture alberghiere, come per altro previsto dalla norma regionale sugli
impianti di risalita, dovrebbe prevedere un fondo di rotazione a doppia provvista. Il 50% a tasso “0” a
carico dei fondi regionali ed un 50% a tasso convenzionato con un periodo di ammortamento esteso a 20
anni per interventi di ampliamento e/o straordinaria manutenzione e di 10 anni per altri interventi.
La redditività degli esercizi alberghieri passa anche attraverso il contenimento dei costi di gestione
particolarmente rilevanti per coloro che hanno dotato le strutture alberghiere di servizi di wellness e
piscine; sarebbe opportuno compensare questi maggiori costi attraverso una politica di incentivazione
compensando questi maggiori oneri attraverso una politica di defiscalizzazione per tasse e tributi di
competenza regionale
La correzione dell’indice di occupazione che vede deficitaria la provincia di Belluno nell’ordine del 18%
non può che passare attraverso l’acquisizione di mercati non di prossimità anche avvalendosi di intermediari del settore.
L’acquisizione di mercati europei deve essere accompagnata da mirata politica di marketing, sia individuale che integrata (consorzi) con interscambio di flussi turistici fra imprese di pari classificazione e
localizzazione.
Sviluppo del web marketing anche in relazione alle emergenze locali al fine di destagionalizzare.
Bibliografia
Amministrazione Provinciale di Belluno: Annuario alberghi 2006
Ministero del Turismo – Rapporto sul turismo 2008/2009 – Dati ISTAT/ENIT
Provincia Autonoma di Bolzano - Turismo in alcune zone alpine – Dati ISTAT
ISTAT – Lega ambiente “Cemento in alta quota”
SIRT (Regione Veneto) – Turismo extra alberghiero nella provincia di Belluno
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Studio di base
Vista la composizione del mercato di riferimento che vede nella provincia di Bolzano il maggior competitor sarebbe opportuno riammettere anche gli alberghi 2 stelle ai benefici previsti dai fondi di rotazione.
Federalberghi Belluno-Dolomiti
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