L`analisi del bilancio delle banche
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L`analisi del bilancio delle banche
a cura di Michele Rutigliano L’analisi del bilancio delle banche Rischi, misure di performance, adeguatezza patrimoniale Estratto della pubblicazione Reference CARTA, WEB, EBOOK, APP: SCOPRI L’OFFERTA DI EGEA Area web dedicata Le pubblicazioni di Egea sono corredate da materiali online che ne completano e arricchiscono il contenuto. Per accedere all’area web dedicata digitare l’indirizzo http://digitalibri.egeaonline.it e inserire il codice stampato sul retro della copertina, oppure, dove indicato, accedere ai materiali dalla scheda del volume pubblicata su www.egeaonline.it. Ebook I volumi disponibili nei formati epub e pdf sono acquistabili sul sito www.egeaonline.it e nelle principali librerie online con accesso, tramite codice reperibile all’interno dell’epub, ai materiali dell’area web dedicata. In-app I titoli disponibili in versione app per tablet e smartphone possono essere acquistati su Apple Store e su Google play. Grazie alle applicazioni Egea Pro ed Egea Doc, scaricabili gratuitamente, è possibile navigare in modo intuitivo tra contenuti testuali e multimediali, fruire di potenti strumenti di ricerca e avere titoli sempre aggiornati a portata di… touch! Estratto della pubblicazione a cura di Michele Rutigliano L’analisi del bilancio delle banche Rischi, misure di performance, adeguatezza patrimoniale Estratto della pubblicazione Copertina: mStudio, Milano Impaginazione: Imagine, Trezzo sull’Adda (Mi) Copyright © 2012 EGEA S.p.A. Via Salasco, 5 - 20136 Milano Tel. 02-58365751 - Fax 02-58365753 [email protected] - www.egeaonline.it Tutti i diritti sono riservati, compresi la traduzione, l’adattamento totale o parziale, la riproduzione, la comunicazione al pubblico e la messa a disposizione con qualsiasi mezzo e/o su qualunque supporto (ivi compresi i microfilm, i film, le fotocopie, i supporti elettronici o digitali), nonché la memorizzazione elettronica e qualsiasi sistema di immagazzinamento e recupero di informazioni. Per altre informazioni o richieste di riproduzione si veda il sito www.egeaonline.it/fotocopie.htm Date le caratteristiche di Internet, l’Editore non è responsabile per eventuali variazioni di indirizzi e contenuti dei siti Internet menzionati. Prima edizione: settembre 2012 ISBN 978-88-238-3338-8 Stampa: Mediascan, Milano Questo volume è stampato su carta FSC® proveniente da foreste gestite in conformità ai rigorosi standard ambientali, economici e sociali definiti dal Forest Stewardship Council®. L’essenza dell’ottimismo non è soltanto guardare al di là della situazione presente, ma è una forza vitale, la forza di sperare quando gli altri si rassegnano, la forza di tenere alta la testa quando sembra che tutto fallisca, la forza di sopportare gli insuccessi, una forza che non lascia mai il futuro agli avversari, il futuro lo rivendica a se. Dietrich Bonhoeffer Ai nostri genitori, ovunque essi siano Estratto della pubblicazione Estratto della pubblicazione Indice Presentazione di Michele Rutigliano 1 L’attività bancaria: evoluzione dello scenario, modelli e strategie di Roberto Bottiglia 1.1 L’evoluzione del sistema finanziario 1.2 La crisi 1.3 Forme e modelli di esercizio dell’attività bancaria 1.3.1 L’attività bancaria tradizionale (commercial banking) 1.3.2 L’investment banking 1.3.3 Le altre forme di attività bancaria specializzata 1.3.4 L’attività bancaria universale (universal banking) 1.4 Struttura e strategia nei grandi gruppi bancari 1.4.1 Il fenomeno dei grandi gruppi bancari 1.4.2 Gli orientamenti strategici dei grandi gruppi bancari 1.5 1.4.2.1 Il global financial supermarket • 1.4.2.2 La investment bank globale • 1.4.2.3 Il gruppo universale transnazionale • 1.4.2.4 Il conglomerato bancassicurativo • 1.4.2.5 Il grande gruppo finanziario-immobiliare • 1.4.2.6 Altre forme di specializzazione • 1.4.2.7 I gruppi di media dimensione Conclusioni 2 I prospetti del bilancio bancario: un’analisi comparativa di Guido Celona e Stefano Grumolato 2.1 Premessa 2.2 La redazione del bilancio bancario nel contesto italiano 2.2.1 L’introduzione dei principi contabili internazionali e il bilancio bancario 2.2.2 Il bilancio bancario secondo la Circolare 262/2005 (1° aggiornamento del 18 novembre 2009) 2.3 Il bilancio bancario: una survey internazionale di comparazione pag. XV » 1 » » » » » » » » » » 1 4 7 8 9 12 15 16 16 19 » 26 » 29 » » 29 29 » 29 » » 30 31 VIII 2.4 2.5 L’analisi del bilancio delle banche pag. 2.3.1 Presentazione metodologica della survey » 2.3.2 I risultati della survey » 2.3.3 Riflessionisuirisultatidellasurvey » L’analisi del bilancio bancario: comparazione internazionale » 2.4.1 Le principali variabili di analisi del bilancio bancario Conclusioni: il legame tra i risultati della survey e le variabili » di analisi del bilancio 3 L’analisi della strategia e della struttura organizzativa attraverso l’informativa di bilancio di Antonio Proto 3.1 Introduzione 3.2 L’ampiezzael’intensitàdelladiversificazione 3.3 Diversificazioneconbusinessdominante 3.4 La struttura organizzativa 49 » 51 » » » » 51 53 54 58 » 63 » 63 » 63 I criteri di valutazione » 71 Gli indici di copertura dei crediti Informazioni quali-quantitative da fornire nei bilanci delle banche » 78 » 81 I titoli 4.2.1 Laclassificazionedeititoli » » 89 89 4.2.2 » 91 4 Le valutazioni di bilancio: crediti, titoli, strumenti derivati, partecipazioni di Riccardo Motta e Maurizio Ferrero 4.1 I crediti 4.1.1 Laclassificazionedeicreditinelledifferenticategorie previste dalla normativa di vigilanza 4.1.2 4.1.3 4.1.4 4.2 31 32 37 38 38 4.1.1.1 Sofferenze • 4.1.1.2 Incagli • 4.1.1.3 Esposizioni ristrutturate • 4.1.1.4 Esposizioni scadute e/o sconfinanti • 4.1.1.5L’informativaprevistadallaCircolare262/2005della Banca d’Italia 4.1.2.1Valutazioneanalitica•4.1.2.2Valutazionecollettiva •4.1.2.3 IFRS 9: evoluzione dei criteri di valutazione 4.1.4.1 L’informativa prevista dal principio contabile internazionaleIFRS7•4.1.4.2L’informativaprevistadallaCircolare262/2005dellaBancad’Italia 4.2.1.1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione (HeldforTrading)•4.2.1.2Attivitàfinanziariedetenutefino allascadenza(HeldtoMaturity)•4.2.1.3Attivitàfinanziariedisponibiliperlavendita(AvailableforSale) Riclassificazionedelportafogliotitoli Estratto della pubblicazione IX Indice 4.2.3 pag. 94 Il livello di copertura dei rischi e l’analisi di sensitività » 96 I livelli di fair value e i criteri di valutazione del cd. livello 3 per quanto riguarda le attività finanziarie » 99 Gli strumenti finanziari derivati 4.3.1 Strategie e politiche in materia di strumenti derivati 4.3.2 La ripartizione tra fini di negoziazione o di copertura » » » 101 101 102 4.3.3 » 107 » 113 » » » 116 119 120 » » 121 121 » » » 127 129 130 » 131 » 131 » 135 » » » 135 135 136 4.2.4 4.2.5 4.3 4.2.4.1 Rischio di tasso e di prezzo • 4.2.4.2 Rischio di cambio • 4.2.4.3 Analisi di sensitività 4.2.5.1 I livelli di fair value • 4.2.5.2 I criteri di valutazione del livello 3 4.3.4 4.3.5 4.4 Criteri di ripartizione del portafoglio titoli 4.2.3.1 Mercati di scambio • 4.2.3.2 Tipologia di emittente • 4.2.3.3 Durata e tipologia del tasso • 4.2.3.4 Area geografica di riferimento e valuta di emissione 4.3.2.1 Derivati di trading • 4.3.2.2 Derivati di copertura Tipologie e volumi dei differenti strumenti derivati 4.3.3.1 Derivati quotati e non quotati • 4.3.3.2 Derivati su tassi e derivati su cambi • 4.3.3.3 Derivati plain vanilla, strutturati, esotici • 4.3.3.4 Derivati finanziari e creditizi Modalità di determinazione del fair value L’informativa di bilancio sui rischi: informazioni qualitative e quantitative Le partecipazioni 4.4.1 Rilevazione iniziale degli investimenti partecipativi 4.4.2 Classificazione di bilancio secondo la Circolare 262/2005 della Banca d’Italia 4.4.3 Informazioni desumibili dalla nota integrativa 4.4.4 Valutazione degli investimenti partecipativi di controllo, collegamento e influenza notevole 4.4.5 Impairment delle partecipazioni di controllo 4.4.6 Impairment delle partecipazioni non di controllo 4.4.7 Il processo di impairment dei titoli disponibili per la vendita 4.4.8 Il processo di impairment nel caso di valutazione analitica di titoli azionari AFS 5 Imposte anticipate, attività immateriali, avviamento e impairment test di Michele Paolillo, Mauro Lagnese e Marco Miccoli Premessa 5.1 Le imposte anticipate 5.1.1 Le imposte differite: origine e rilevazione Estratto della pubblicazione X L’analisi del bilancio delle banche 5.1.2 5.2 5.3 Le principali poste che generano fiscalità differita attiva pag. 140 5.1.3 La valutazione delle imposte differite attive: il probability test » 150 5.1.4 Trasformazione di imposte anticipate in crediti di imposta » 154 Le attività immateriali e l’avviamento » 157 5.2.1 Le attività immateriali nei bilanci bancari e i criteri di iscrizione iniziale » 157 5.2.2 La valutazione successiva: revaluation model, cost model e la determinazione della vita utile » 159 5.2.3 Le attività immateriali rilevate a seguito di operazioni di aggregazione aziendale nel settore bancario » 163 L’impairment test » 171 5.3.1 Perdite di valore e impairment test » 171 5.3.2 L’identificazione e la configurazione delle CGU nel settore bancario » 175 5.3.3 Le modalità operative di determinazione del valore d’uso: l’utilizzo dei piani previsionali, la stima dei flussi finanziari attesi e la determinazione del tasso di attualizzazione » 178 5.3.4 L’impairment nell’informativa di bilancio » 184 5.3.5 Conclusioni » 186 6 Accantonamenti e passività potenziali di Vito Antonini e Mariacristina Taormina 6.1 Premessa 6.2 Il contesto normativo: lo IAS 37 e la Circolare di Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005 (1° aggiornamento 18 novembre 2011) 6.2.1 La definizione di Provisions e Contingent liabilities 6.2.2 I criteri di rilevazione di Provisions e Contingent Liabilities 6.2.3 I criteri di misurazione 6.2.4 Informativa richiesta 6.2.5 Cenni a specifiche fattispecie bancarie previste dai principi contabili internazionali 6.3 Accantonamenti e passività potenziali nei bilanci delle banche 6.3.1 Principali fattispecie e relative modalità di gestione 6.3.2 Descrizione delle principali metodologie di stima, contabilizzazione e revisione delle provisions 6.4 Il contesto italiano: l’informativa nei bilanci delle banche Estratto della pubblicazione » 189 » 189 » » 190 190 » » » 191 194 198 » » » 200 202 202 » » 207 209 XI Indice 6.4.1 6.5 La composizione dei fondi rischi e oneri delle principag. 209 pali realtà bancarie italiane e le relative disclosure » 213 Conclusioni 7 I rischi bancari nell’informativa finanziaria: considerazioni in tema di monitoraggio e disclosure di Ranieri de Marchis e Fabio Arnaboldi 7.1 Introduzione 7.2 I disclosure trends post Lehman Brothers: excursus sui principali interventi dei regolatori 7.3 L’evoluzione dei bilanci delle banche italiane 1997-2012: il rischio di liquidità 7.4 Il caso Royal Bank of Scotland: quali insegnamenti per il futuro per un miglior apprezzamento del rischio? 7.5 Le aree di miglioramento 7.6 Conclusioni Appendice: Case Study RBS 8 La valutazione dell’adeguatezza patrimoniale della banca di Marina Natale e Maurizio Cravero 8.1 Il ruolo del capitale nel settore bancario 8.2 Il capitale secondo i principi contabili internazionali e il raccordo con la view gestionale/regolamentare 8.3 Il contesto regolamentare 8.3.1 La regolamentazione corrente: da Basilea 1 a Basilea 2 8.3.2 La risposta regolamentare alla crisi del 2007-2009 8.3.3 L’accordo di Basilea 2.5 8.3.4 L’accordo di Basilea 3: più capitale e di qualità più elevata 8.3.5 La normativa per le Banche Sistemiche (SIFIs): ridurre la probabilità e l’impatto del fallimento 8.3.6 L’Autorità Bancaria Europea (EBA): Stress Test e Capital Exercise 8.4 Business Model e livelli ottimali di capitale 8.4.1 Dalla performance assoluta alla performance «riskadjusted» 8.4.2 Il capitale: una risorsa «scarsa» e «costosa» 8.5 Considerazioni conclusive 9 L’analisi del bilancio bancario. Problemi e metodi di valutazione degli equilibri gestionali di Lorenzo Faccincani 9.1 Premessa Estratto della pubblicazione » 215 » 215 » 217 » 222 » » » » 226 233 242 244 » 247 » 247 » » » » » 251 259 259 260 261 » 262 » 265 » » 267 268 » » » 268 271 273 » 275 » 275 XII 9.2 9.3 9.4 9.5 L’analisi del bilancio delle banche Scelte strategiche, rischio degli attivi e decisioni di struttura finanziaria: i riflessi sulle modalità di interpretazione del ROE pag. 277 » 284 Regole contabili e risultati di bilancio: alcune considerazioni » 287 L’analisi del bilancio bancario: una differente chiave di lettura » 314 Osservazioni conclusive 10 Le diverse prospettive di analisi dei bilanci delle banche quotate di Chiara Del Prete 10.1 Pluralità di utilizzatori e non universalità delle misure di performance 10.2 La prospettiva delle autorità di vigilanza prudenziale 10.3 La prospettiva dei «primary users»: gli analisti e gli investitori in capitale proprio 10.3.1 I bisogni degli investitori in qualità di utilizzatori dei bilanci 10.3.2 Obiettivi e caratteristiche qualitative: l’ottica dell’investitore in azioni ordinarie 10.3.3 Il fair value è il dato più rilevante su cui fondare decisioni di investimento 10.3.4 Neutralità dell’informazione finanziaria e avversione alle opzionalità contabili 10.3.5 Un solo schema dove esporre tutti i cambiamenti nel valore delle attività nette aziendali 10.3.6 Ruolo della disclosure 10.4 La prospettiva dei «primary users»: gli investitori di lungo termine 10.5 Un esempio di non universalità delle misure: l’offsetting dei derivati 10.6 La disclosure sui rischi finanziari nell’analisi dei bilanci bancari 10.7 Le presentazioni agli analisti e le NON-GAAP measures 10.8 Considerazioni conclusive 11 L’analisi degli equilibri. La prospettiva della Banca d’Italia e del Fitd di Mario Comana e Alfredo Pallini 11.1 Introduzione 11.2 La prospettiva della Banca d’Italia 11.2.1 Le fonti informative per l’analisi 11.2.2 Il meccanismo di assegnazione dei punteggi 11.2.3 L’analisi quantitativa del rischio di credito 11.2.4 L’analisi quantitativa dei rischi finanziari 11.2.5 L’analisi quantitativa della redditività 11.2.6 L’analisi quantitativa dell’adeguatezza patrimoniale Estratto della pubblicazione » 317 » » 317 319 » 321 » 322 » 323 » 324 » 325 » » 326 327 » 328 » » » » 329 330 333 335 » 337 » » » » » » » » 337 338 344 347 348 351 356 357 XIII Indice 11.2 La prospettiva del Fitd 11.2.1 Natura e finalità dell’analisi 11.3.2 Gli indicatori di monitoraggio 11.3 Conclusioni 12 Gli indicatori risk-adjusted e di valore: modalità di misurazione e ambiti di utilizzo di Giuliana Birindelli 12.1 La valutazione della performance bancaria: gli insegnamenti della crisi 12.2 Rischio e valore: i principali Key Performance Indicators 12.3 Il capitale negli indicatori di rischio e valore: view regolamentare ed economica 12.3.1 Il capitale regolamentare 12.3.2 Il capitale economico 12.4 Il monitoraggio della creazione di valore 12.5 Il valore «interno» ed «esterno» 12.6 Considerazioni conclusive sulla gestione del valore nel prossimo futuro: timori e azioni di sostegno 13 Analisi di bilancio e revisione contabile di Giovanni Ferraioli e Francesco Cipriotti 13.1 Introduzione e quadro di riferimento 13.2 Le particolarità del settore bancario e i rischi tipici di settore: gli impatti sulla definizione della strategia di revisione 13.3 L’importanza del processo di comunicazione con i soggetti responsabili del governo societario e con gli organi e le funzioni di controllo 13.4 Le fasi del processo di revisione del bilancio bancario 13.4.1 La definizione della strategia di revisione 13.4.2 La pianificazione dell’attività di revisione 13.4.3 Lo svolgimento delle procedure di revisione 13.5 La revisione nei gruppi bancari 13.6 Le considerazioni sulla continuità aziendale nel settore bancario 14 L’analisi di bilancio di una banca nella prospettiva dell’analisi di credito di Renato Panichi e Francesca Sacchi 14.1 La metodologia di analisi 14.2 L’analisi dell’esposizione ai rischi 14.2.1 Il rischio di credito e la qualità dell’attivo 14.2.2 La struttura del funding e il rischio di liquidità Estratto della pubblicazione pag. » » » 359 359 360 364 » 367 » » 367 372 » » » » » 382 383 389 393 401 » 404 » 407 » 407 » 409 » » » » » » 412 414 415 426 427 430 » 431 » 433 » » » » 433 436 437 442 XIV L’analisi del bilancio delle banche pag. » » » » 448 451 452 457 462 » 467 » » » » » 467 469 475 485 487 » » » » » 491 493 497 505 509 » 513 » 513 » 214 » 517 » 524 » » 531 539 Bibliografia » 541 Gli Autori » 557 14.2.3 I rischi di mercato 14.2.4 I rischi operativi 14.3 Il capitale e la leva finanziaria 14.4 La redditività 14.5 La corporate governance 15 Le analisi per la valutazione delle banche di Michele Rutigliano 15.1 Premessa 15.2 Il Dividend Discount Model 15.3 Il Free Cash Flow to Equity Model 15.4 Il modello «Excess Return» 15.5 La valutazione relativa, ovvero il metodo dei multipli 15.6 La banca multibusiness e l’approccio della «somma delle parti» (SOP Method) 15.7 La stima del costo dell’equity 15.8 Diagnosi del sistema aziendale ed Equity Value Appendice 1: Il Free Cash Flow to Equity Model. Un’applicazione Appendice 2: Linea caratteristica del titolo, Beta e varianza residua 16 Crisi bancarie ed Early Warning Systems di Rossella Locatelli e Andrea Uselli 16.1 Introduzione 16.2 La definizione di Early Warning Systems nella letteratura e nella pratica operativa 16.3 Crisi finanziarie e crisi bancarie: la fragilità intrinseca delle banche e il ruolo degli EWS 16.4 Early Warning Systems e crisi bancarie: una rassegna della letteratura sui profili macro 16.5 I modelli di early warning in una prospettiva aziendale e di vigilanza 16.6 Osservazioni conclusive Presentazione di Michele Rutigliano Il bilancio della banca è oggetto di interesse da parte di una pluralità di soggetti, che lo esaminano secondo diverse prospettive di analisi. In comune vi è l’attenzione nei confronti degli equilibri gestionali, nell’aspetto economico, finanziario e patrimoniale, ma parzialmente diversa è l’ottica della valutazione del merito di credito all’interno dello stesso settore bancario, quella delle società di rating, degli analisti dell’equity research e della valutazione del capitale economico in generale, delle società di revisione, delle autorità di vigilanza. È comunque sempre necessaria una buona conoscenza dell’oggetto dell’analisi, vale a dire del bilancio di esercizio e consolidato, quindi dei principi contabili secondo i quali sono effettuate rilevazioni e valutazioni, nonché delle informazioni analitiche contenute nelle note agli schemi di bilancio, soprattutto con riferimento ai rischi. Con rigore metodologico, chiarezza di linguaggio e concretezza, il volume si propone questi e altri approfondimenti, grazie ai contributi di docenti universitari e di professionisti del settore. Si rivolge a studiosi, studenti universitari, operatori, colmando in parte un vuoto nel panorama editoriale, non solo nazionale, in tema di analisi del bilancio bancario. Costituisce il naturale completamento dell’opera da me curata dedicata a Il bilancio della banca, pubblicata da questo stesso Editore. Il Capitolo 1, di Roberto Bottiglia, tratteggia il quadro evolutivo dello scenario finanziario, con specifica attenzione ai fenomeni culminati nella grande crisi apertasi a partire dal 2007 e ai trend da questa innescati. Esso analizza i principali mutamenti intervenuti nella struttura del sistema finanziario e nelle modalità di esercizio dell’attività bancaria. Al fine di definire con la maggiore precisione possibile l’«oggetto» delle analisi economico-finanziarie cui è dedicato l’intero volume, peculiare attenzione viene dedicata alla definizione dei modelli di esercizio dell’attività bancaria e alle caratteristiche generali dei grandi gruppi bancari e delle relative strategie. Il Capitolo 2 è di Guido Celona e Stefano Grumolato. Tratta dei prospetti del bilancio bancario così come previsti dalle vigenti regole domestiche e propone un’analisi comparativa con alcuni tra i principali paesi esteri. Una volta affrontata sinteticamente la redazione del bilancio bancario nella disciplina italiana, al fine di dare evidenza all’impostazione prevista dalla Banca d’Italia in conformità ai principi Estratto della pubblicazione XVI L’analisi del bilancio delle banche contabili internazionali IAS/IFRS viene data enfasi alle poste principali del bilancio bancario – in particolare relative al conto economico – che possono risultare di maggiore interesse nell’ambito dell’analisi di bilancio. Tale esercizio ha l’obiettivo di introdurre l’analisi comparativa dei bilanci bancari, che copre, oltre all’Italia, altri importanti paesi europei ed extraeuropei (Germania, Francia, Spagna, Olanda, Svizzera, Regno Unito, Stati Uniti, Cina, Giappone). Si sviluppa a un livello più generale mediante l’analisi dei risultati di una survey relativa ai principi contabili di riferimento per la redazione del bilancio consolidato e separato nonché agli schemi adottati, mirando poi a un’analisi più di dettaglio della modalità di presentazione delle poste di bilancio negli schemi di alcuni rilevanti players bancari attivi nei mercati citati. Antonio Proto sottolinea nel Capitolo 3 che il bilancio della banca contiene una serie di dati e informazioni in grado di rappresentare le scelte strategiche e organizzative. Posto che la banca è un’impresa diversificata, è possibile analizzare l’ampiezza e l’intensità della diversificazione, così come l’eventuale presenza di un business dominante. Per quanto riguarda la struttura organizzativa, considerando che il gruppo rappresenta il modello prevalente per l’attuazione della strategia di diversificazione, assumono particolare rilevanza la natura della capogruppo, la struttura societaria e il modello organizzativo adottato. Le informazioni sulla strategia e sulla struttura organizzativa possono essere ricavate dalla relazione sulla gestione, dall’informativa di settore e da ulteriori dati di stato patrimoniale, conto economico e nota integrativa. Peraltro tali informazioni non sono oggetto di specifiche prescrizioni normative, per cui la loro collocazione all’interno dei documenti contabili e il grado di approfondimento sono di fatto demandati alla discrezionalità del redattore del bilancio. Nel Capitolo 4 – dedicato alle valutazioni di bilancio relative a crediti, titoli, strumenti derivati e partecipazioni – Riccardo Motta e Maurizio Ferrero illustrano gli aspetti salienti e caratteristici del bilancio bancario, suggerendo un percorso di analisi sulla base delle informazioni ivi contenute, anche alla luce degli interventi regolamentari relativi al bilancio d’esercizio che hanno presentato un’incisività via via crescente, direttamente consequenziale alla presa di coscienza da parte delle autorità di vigilanza della rilevanza della funzione informativa. In tale contesto assume particolare rilevanza l’informativa sugli strumenti finanziari, soprattutto in questa fase storica in cui le turbolenze dei mercati finanziari e la crisi del credito stanno generando importanti effetti sull’operatività e sui risultati delle banche. Le disposizioni contenute nei principi contabili IAS/IFRS hanno enfatizzato ancor di più la valutazione a «valore equo» (fair value) degli strumenti finanziari, moltiplicando gli impatti derivanti da fattori esterni di mercato e rendendo particolarmente complessa l’analisi delle performance degli istituti di credito. Le singole voci del bilancio relative agli strumenti finanziari (crediti, titoli, derivati e partecipazioni) sono analiticamente passate in rassegna e commentate al fine di consentire la corretta interpretazione dei dati, premessa indispensabile per una altrettanto corretta analisi della performance. La trattazione è accompagnata da un ricco apparato di tabelle che fornisce la rappresentazione immediata e sintetica Estratto della pubblicazione XVII Presentazione della complessa articolazione della materia così come richiesto dai principi contabili internazionali IAS/IFRS e dai regolamenti della Banca d’Italia. L’analisi riportata nel Capitolo 5, a cura di Michele Paolillo, Mauro Lagnese e Marco Miccoli, riguarda una serie di attività che, pur non essendo strettamente legate alla natura del business delle banche, ne caratterizzano i bilanci in misura spesso significativa. Le attività fiscali differite nonché le attività immateriali e l’avviamento, pur essendo tra di loro profondamente disomogenee, si caratterizzano tutte per il ricorso a stime e ad assunzioni che possono determinare significativi effetti sui valori iscritti nel bilancio di una banca. L’elaborazione di tali stime implica spesso l’utilizzo delle informazioni disponibili e l’adozione di valutazioni soggettive, fondate anche sull’esperienza storica, utilizzata ai fini della formulazione di assunzioni ragionevoli per la rilevazione dei fatti di gestione. Tali processi di stima trovano poi la loro massima espressione nel processo relativo all’effettuazione dell’impairment test sull’avviamento che sarà anch’esso oggetto di trattazione. Nell’analisi di bilancio assumono particolare rilevanza, per la loro natura, le stime e le assunzioni utilizzate, dato che un diverso apprezzamento o un mutamento delle valutazioni soggettive utilizzate possono determinare variazioni anche significative dei valori attribuiti alle attività iscritte. Il focus dell’analisi su tali attività si concentrerà sulla loro natura, soffermandosi con particolare attenzione a esaminare le principali fattispecie che si generano nel bilancio delle banche, evidenziando i principali processi di stima e assunzioni sottostanti l’iscrizione e la valutazione di tali attività e proseguendo con una trattazione specifica dei principali aspetti che caratterizzano l’impairment test. Vito Antonini e Mariacristina Taormina sottolineano nel Capitolo 6 che il business bancario è esposto per sua natura a molteplici rischi (rischio di credito, rischio di mercato, rischio operativo), i quali devono essere adeguatamente riflessi nei documenti contabili della banca, affinché il lettore del bilancio sia in grado di assumere – sulla base delle informazioni in esso contenute – adeguate e consapevoli decisioni d’investimento. Una parte senz’altro rilevante di tali informazioni attiene alla stima degli oneri e degli accantonamenti o provisions connessi a eventi tipici dell’operatività bancaria (contenziosi legali, reclami, frodi, piani di ristrutturazione, sistemi incentivanti, ecc.) e alla valutazione delle passività potenziali. In generale, l’utilizzo delle stime è una parte essenziale del processo di predisposizione del bilancio e incide sulla sua attendibilità complessiva. Ciò è particolarmente vero con riferimento alle provisions, che per loro natura sono caratterizzate da elementi di incertezza maggiori rispetto ad altre poste di bilancio. Occorre quindi che gli amministratori affinino i sistemi di controllo dei rischi nonché i processi e le metodologie di stima delle provisions utilizzati, per fornire al lettore del bilancio una visione chiara della situazione patrimoniale ed economica della banca e dei rischi cui è esposta e permettergli di assumere le decisioni conseguenti in modo corretto e consapevole. La mole di dati oggi a disposizione dell’investitore è impressionante per quantità di fonti e dettagli forniti. Tuttavia, commentano Ranieri De Marchis e Fabio Arnaboldi nel Capitolo 7, la crisi finanziaria del 2007 ha messo in evidenza in maniera Estratto della pubblicazione XVIII L’analisi del bilancio delle banche drammatica l’incapacità degli operatori di apprezzare in modo corretto gli elementi di rischio che hanno portato alla crisi stessa. La complessità, intensità e rapidità dei cambiamenti che hanno caratterizzato il sistema bancario negli ultimi anni sono stati letti e interpretati con difficoltà dagli stessi organi di governo aziendale, nonché dai regulators, come dimostrato da alcuni casi di crisi aziendale. Diventa quindi fondamentale rifondare i principi di una sana e robusta disclosure in grado di affrontare tale complessità. Comprensione del contesto di riferimento attraverso una visione dinamica e prospettica dei rischi, anche di quelli percepiti come meno probabili. Visione prospettica e integrata attraverso un framework di risk appetite che renda chiaro quali rischi la banca è disposta ad assumere a fronte dell’utile atteso dichiarato. Sono necessarie rappresentazioni più qualitative che descrivano le azioni manageriali di mitigazione dei rischi, piuttosto che semplici enunciazioni numeriche tese più a descrivere che a spiegare. Questi i principi suggeriti dagli Autori nella direzione della prevenzione dei rischi e nella mitigazione dei loro effetti. Come in ogni azienda, anche per le banche il livello di patrimonio netto conferito dagli azionisti rappresenta il primo strumento per fronteggiare le perdite. Tuttavia ciò che contraddistingue il ruolo peculiare del capitale per il settore bancario rispetto ad altri settori risiede nell’attività specifica di raccolta di risparmio dalla clientela e di finanziamento dell’economia reale. Tale ruolo, soprattutto alla luce delle recenti crisi finanziarie e delle conseguenze sul sistema economico, ha portato alla necessità di sottoporre il settore a una regolamentazione prudenziale incentrata sul livello di capitale sempre più stringente. Dopo aver esaminato il ruolo del capitale da diverse prospettive (contabile, regolamentare, delle agenzie di rating e dell’allocazione ottimale), il Capitolo 8, a cura di Marina Natale e Maurizio Cravero, presenta un’approfondita analisi delle ultime innovazioni regolamentari, in particolare di quelle volte ad aumentare la qualità e la quantità del capitale, e delle possibili conseguenze sul sistema bancario. Infatti, nel nuovo e più stringente contesto regolamentare, le banche devono sempre più concentrarsi sulla generazione di utili «sostenibili», al fine di creare capitale di qualità elevata e di fornire un’adeguata remunerazione agli azionisti. A sua volta, questo ha rafforzato la necessità di adottare un’ottica di valutazione delle performance basata sul rapporto rischio/rendimento. Il Capitolo 9, di Lorenzo Faccincani, è dedicato propriamente all’analisi del bilancio bancario e propone alcuni spunti originali rispetto ad analoghe trattazioni e approcci consolidati ma talvolta un po’ sbrigativi. Nella prima parte approfondisce innanzitutto come le differenze che possono esistere tra singole banche in termini di scelte strategiche e di profilo di rischio incidono sulle modalità di interpretazione e valutazione dei risultati reddituali riportati in bilancio. Ai fini di una corretta lettura e analisi dei contenuti del bilancio di una banca, viene inoltre sottolineata la necessità di conoscere gli effetti che le regole contabili utilizzate per la sua redazione possono produrre sui margini di conto economico e sulle voci di stato patrimoniale. Nella seconda parte del capitolo viene sviluppato un modello di analisi del bilancio bancario, illustrando il percorso di lettura che si ritiene che un analista dovrebbe seguire ai fini di poter comprendere e giudicare adeguatamente lo stato di salute di una banca. In particolare il modello, mediante ampio ricorso all’informativa dispoEstratto della pubblicazione XIX Presentazione nibile nella nota integrativa di un bilancio consolidato redatto nel rispetto della Circolare 262/2005 di Banca d’Italia, inserisce la determinazione delle misure di redditività in un articolato processo che si propone preliminarmente l’identificazione del modello di business e la determinazione della rischiosità degli asset, del grado di patrimonializzazione e della situazione di liquidità. Ciò in quanto una corretta valutazione delle performance economiche raggiunte può essere formulata solamente se sono noti all’analista il tipo di intermediazione realizzato e il livello di rischio del gruppo bancario oggetto di analisi. Il Capitolo 10, a cura di Chiara Del Prete, tratta delle diverse prospettive delle analisi dei bilanci delle banche quotate. Affronta i temi della non universalità degli attributi di valore e delle misure di performance e della conflittualità tra i bisogni informativi dei diversi utilizzatori dei bilanci. Il dibattito innescato prima dalla crisi finanziaria del 2007-2008 e poi dalla crisi del debito sovrano fornisce numerosissimi spunti di riflessione sul ruolo dei bilanci come strumento di informazione finanziaria e sulle modifiche necessarie ai principi di redazione dei bilanci al fine di poter servire la pluralità di interessi. Il capitolo presenta la visione dei diversi utilizzatori dei bilanci (analisti, regolatori prudenziali e investitori di lungo periodo), muovendo dalle finalità delle loro analisi e dalla peculiarità di ciascuna prospettiva. Una parte del capitolo è dedicata a illustrare la prospettiva degli analisti finanziari, i quali sono considerati, nel prevalente approccio allo standard setting globale, come primi destinatari delle informazioni finanziarie. Particolarmente dibattuto è il tema dell’utilizzo del fair value come criterio di valutazione per gli strumenti finanziari, il quale, nell’ottica degli analisti finanziari, dovrebbe sempre essere preferito, prescindendo dal modello di intermediazione operato, mentre, nell’ottica degli investitori di lungo periodo e dei regolatori, il business model dovrebbe avere un ruolo determinante nel discriminare tra valutazione al fair value e valutazione al costo ammortizzato. Il capitolo affronta poi il tema della centralità della disclosure sui rischi finanziari nel servire i bisogni informativi del mercato e si sofferma sugli sviluppi più recenti dettati dalle condizioni di turbolenza prevalenti sui mercati finanziari, nonché sul ruolo primario assunto, nel dialogo tra istituzioni finanziarie e mercato, dalle comunicazioni agli investitori e dai comunicati stampa. Il Capitolo 11, di Mario Comana e Alfredo Pallini, illustra l’analisi degli equilibri gestionali della banca nella prospettiva della Banca d’Italia e del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD), che svolgono la delicata funzione di presidiare la stabilità del sistema bancario e delle singole istituzioni finanziarie. Per meglio comprendere le condizioni economiche, patrimoniali e finanziarie degli intermediari vigilati, i due soggetti menzionati utilizzano una serie molto vasta di informazioni, che travalicano ampiamente l’informativa standard resa dal bilancio d’esercizio. La Banca d’Italia, difatti, crea e gestisce la matrice dei conti che le consente di svolgere un’analisi molto più profonda e raffinata rilevando anche fenomeni extra contabili degli intermediari. La prospettiva dell’Istituto di Vigilanza va oltre l’analisi di bilancio tradizionale, senza negare la validità di quest’ultima, soprattutto per quanto concerne il monitoraggio dei rischi, grazie allo studio dell’informativa contenuta nel «Terzo Pilastro». Il FITD, invece, valuta la situazione complessiva della Banca in Estratto della pubblicazione