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Lectio (Che cosa dice la PAROLA in sé) “Chi avrà trovato la sua vita la perderà e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà” (Matteo 10,39) CONTESTO E’ la conclusione del discorso della missione (Matteo 10) e contiene anche la conclusione di tutto il Vangelo: la vita scaturisce dalla croce! LA FRAGILITÀ UMANA L’uomo, sconvolto dal peccato, vede male, anche se a volte è generoso, come Baudelaire che era pronto “a difendere le proprie convínzíoní fíno al sangue... escluso!”. L’orgoglio e l’ambizione, poi, concedono poco al ‘perdere’. Per questo Gesù educa ad assumere un atteggiamento da bambino evangelico che rivela dimensioni insospettate alla miopia umana. La vita non è una scalata a Dio: si tratta piuttosto di diventare bambini e così conseguire un modo di ragionare che supera l’apparente logica mentale. “LA VIA REGALE DELLA CROCE” (Imitazione di Cristo) La sequela di Cristo è un’avventura ‘cruciale’: implica una revisione di tutti i criteri di giudizio, fino a coinvolgere i parenti (“Se uno ama il padre ... più di me” - v 37) e la propria vita (v 39). Apre anche una crisi sulla stessa esistenza. La croce è “perdere la vita”: cosi è stato per Gesù, venuto in povertà, annientandosi. Ma è stato perdendo la vita che l’ha ridonata. La croce ha generato la risurrezione: è il luogo della manifestazione della salvezza. Lectio divina/Pdv 9906 CHI PERDE TUTTO TROVA TUTTO (vv 40-42). La salvezza è il bene essenziale e viene prima di qualsiasi affetto. Infatti chi perde tutto trova Gesù e trova il Padre ‘Chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato’ (v 40). Il testo che a prima vista sembrerebbe inumano risulta solo la purificazione necessaria per vedere bene e guadagnare tutto. Come Abramo, al quale fu chiesto di sacrificare il figlio tanto amato (cf Genesi 22), di fatto l’ha ritrovato. Le leggi fondamentali della salvezza mettono spesso in luce lo stile di Dio: - fa fiorire il deserto (Isaia 35,4-7); - fa risorgere la città santa distrutta; - elegge di preferenza l’ultimo (:Giacobbe, Davide...); - fa nascere il Messia da una vergine. “Ha scelto ciò che nel mondo è stolto, debole, disprezzato, nulla, per ridurre a nulla le cose che sono” (1 Corinzi 1,27s.). Meditatio (Che cosa dice la Parola oggi e a me) 1. “Ogni uomo vuol possedere la propria vita. Ma, nella misura in cui ci riesce, diventa egoista, e la perde: uccide la sua vita filiale e fraterna. ... La vita è da perdere. Non solo perché, come ogni animale, siamo mortali; ma soprattutto perché è amare, e amare è sempre far dono della vita” (Silvano Fausti). 2. La cupidigia di possedere, di trionfare, di prevalere ... segna la battaglia di ogni vivente. Leggo la mia esperienza di ‘uomo vecchio’. 3. Ma la Parola annuncia orizzonti nuovi. Perdere la vita è un programma affascinante: la vita è per essere donata! Come la vedo delinearsi, ora, nella luce di questa Parola? Oratio Riparazione Ringraziamento (Che cosa mi fa dire la Parola) “Chi ama suo padre... più di quanto ama me, non è degno di me” (vv 37-38). “Con tutte le sue ricchezze 1’uomo non dura. Questa è la sorte di chi ha fiducia in se stesso. Ma ... Dio riscatta la mia vita, mi sottrae al potere della morte” (Salmo 48) “Hai cambiato il mio pianto in una danza, 1’abito di lutto in un vestito di festa. Senza mai tacere, Io ti loderò, Signore, per sempre mio Dio, 2 ti voglio celebrare (Salmo 29) Richiesta dello Spirito “Mandami la Sapienza perché sia sempre al mio fianco e fatichi con me: allora io imparerò quel che ti piace” (Sapienza 9,1-12). Contemplatio (Il Signore parla e tutto è fatto, comanda e tutto esiste -Salmo 32,9) “Degno di me”: simile a Lui! L’identità di ogni cristiano, certamente dell’apostolo, è la medesima di Gesù. Amo con tutto il cuore (cf Deuteronomio 6,5ss; Marco 12,30). Amo Cristo mia vita (Filippesi 1,21). Alla sua passione per me, rispondo con la mia per lui: sono stato conquistato e corro anch’io per conquistarlo (Filippesi 3,12). Per questo posso abbandonare casa, fratelli, sorelle, madre, padre, figli, campi ... (cf Marco 10,29). Con la fede di quella madre che vide morire in un sol giorno i suoi sette figli: “Il Creatore del mondo, che sta all’origine di tutte le cose, forma anche 1’uomo. Voi trascurate voi stessi per amore delle sue leggi, ma lui, nella sua bontà, vi darà di nuovo il respiro e la vita” (2 Maccabei 7, 20-23). Communicatio (Destinatario della Parola è il popolo di Dio) AVVENNE IN UNA FAMIGLIA In una numerosa famiglia etiopica, i figli, intelligenti e abbastanza colti, hanno sentito i nuovi venti dei tempi moderni e ognuno ha aderito ad un gruppo religioso differente. Nella stesso, famiglia ci sono dei musulmani, degli ortodossi e dei cattolici. I fratelli maggiori guardavano al più giovane con aspettative di proselitismo e gli facevano balenare interessi allettanti. Ma contro ogni previsione, Ghemechu volle diventare cristiano cattolico e addirittura comunicò che si sarebbe consacrato nella vita religiosa. Sarebbe stato casto, povero, obbediente! Era un colmo inaccettabile per quegli altri giovani che sognavano una famiglia, beni, indipendenza e potere. Le discussioni non finivano mai. Ghemechu non perdeva la sua serenità e determinazione, ma gli argomenti che portava non potevano essere capiti. Allora chiese ai fratelli di mostrargli banconote di vario valore. Gliele stesero sul tavolo: 3 una valeva il corrispondente di cinque mila lire, l’altra di cinquantamila, l’altra di centomila. L’attenzione si fece emozionante. Ghemechu stese la mano sulla banconota più ricca e con semplicità disse: “scelgo questa!”. Il silenzio di tutti mostrò che, pur sbalorditi, avevano capito. Pochi giorni dopo il giovane era in seminario. PRONTO A PERDERE TUTTO ENRICO VERIUS fu missionario e vescovo in una delle terre più difficili, la Nuova Guinea, dove diede tutto se stesso e dove morì a 32 anni. Quando aveva undici anni decise di consacrarsi alla missione. Sr. Francesca, la sua educatrice, esaminò le sue motivazioni: - Per essere missionario devi essere istruito, imparare lingue, sapere la scienza, la teologia e la bibbia. - Studierò. - Dovrai viaggiare molto per foreste, per deserti, sulle montagne, in mezzo a bestie feroci... - Non ho paura. - Soffrirai il freddo, il caldo, la fame, la sete. - Sono pronto. - Potrai incontrare popoli ostili. Potrebbero ucciderti. - Non li temo. - Poi... non rivedrai più la mamma! Il fanciullo questa volta non ebbe risposte. Tutto si annebbiò, dentro. Poi con sforzo disse: - Sarò missionario lo stesso! 4