I sistemi di governo parlamentare sono articolati sulle relazioni tra il
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I sistemi di governo parlamentare sono articolati sulle relazioni tra il
IL GOVERNO IN UN SISTEMA DI PARLAMENTARISMO RAZIONALIZZATO. Mª Mercedes Serrano Pérez. Profesora Derecho Constitucional UCLM I sistemi di governo parlamentare sono articolati sulle relazioni tra il Parlamento e il Governo. Nel sistema parlamentare il Governo viene dal Parlamento e deve avere fiducia tanto per formarsi come per continuare con il suo lavoro. Si stabilisce tra i due poteri una relazione di fiducia. Le relazioni tra il potere legislativo e il potere esecutivo in un sistema parlamentare si equilibrano a vicenda: il controllo e la cooperazione reciproca tra i due poteri sono i principi di base di questo sistema di governo. Nell'ambito di questo rapporto il Governo sorge del Parlamento e risponde davanti a lui di sua gestione, in modo che il Parlamento possa richiedere responsabilità e farli cadere. In cambio, e per opporre il potere del Parlamento sul Governo, questo può scioglierlo e convocare nuove elezioni. Il sistema di Governo parlamentare è costruito prendendo come riferimento il sistema di relazioni tra i poteri citati di cui nulla importa che questi poteri e il loro rapporto speciale siano inseriti in una Monarchia parlamentare o in una Repubblica parlamentare (i due Capi di Stato). Più che il metodo di Stato scelto e i formalismi dottrinali i sistemi di governo sono fortemente determinati dalle peculiarità proprie che apporta ogni sistema in particolare, che possono aver disegnato variazioni sugli stessi elementi e anche per la pratica parlamentare. Gli elementi del sistema parlamentare (che fondamentalmente sono gli stessi per il sistema presidenziale) e che lo condizionano sono: -il sistema dei partiti e il sistema elettorale, -il modo di proporre il candidato a Presidente del Governo (o Presidente del Consiglio) e della sua egemonia sopra il resto dei membri dell’ esecutivo, e la formazione e funzioni del Governo, e -i meccanismi di esigenza di responsabilità politica al Presidente. Il sistema del parlamentarismo classico si è evoluto nel continente verso un parlamentarismo razionalizzato nato dopo la Seconda Guerra Mondiale per correggere i difetti rivelati del parlamentarismo classico, in cui le possibilità di censura al Governo avevano generato una grande instabilità politica. Il parlamentarismo razionalizzato tenta di razionalizzare il rapporto tra il Governo e il Parlamento mettendo dei limiti alle possibilità di censura dal secondo per il primo ed esagerando le condizioni giuridiche per cui attraverso il trionfo di quel controllo si possa rovesciare il Governo. L'obiettivo finale è quello di garantire la stabilità governativa del Governo che è venuto alle urne, cioè, agire razionalmente per sostenere un Governo legittimo, che anche se perdessi il sostegno parlamentare potrebbe continuare a governare in minoranza grazie alla stabilità fornita dalla razionalizzazione del parlamentarismo. Ma anche se con questo si 1 distrugge il principio parlamentare classico essenziale, secondo il quale il Governo deve contare con la fiducia parlamentare. L’istituzionalizzazione moderna del Governo si produce nel periodo tra le due guerre, in modo parallelo alla "razionalizzazione parlamentare". In questo contesto, le Costituzioni razionalizzate aspirano a dare alle forme di governi parlamentari una struttura giuridica indirizzata a gestire e sistemare il potere di disciplinare la vita politica. Parallelamente a questa tendenza di organizzare giuridicamente il potere, si produce l’affermazione del principio di rigidità costituzionale e il carico di mantenere l'integrità costituzionale davanti alla legge a organi ad hoc (Tribunal Constitucional e la Corte Costituzionale). Questo controllo di costituzionalità si concretizza nella capacità di ignorare la produzione legislativa emessa dai parlamenti che fosse contraria al contenuto della Costituzione. Così, il dogma liberale del primato dei parlamenti liberali, come organi sovrani da quali proveniva la legge, massima espressione della sovranità popolare, viene superata. In questo modo le disposizioni costituzionali che riguardano la regolamentazione del Governo vengono a rafforzare la sua posizione politicoistituzionale nei rapporti con il Parlamento. La configurazione governativa, all'interno di queste coordinate razionali, tendono a favorire la stabilità del governo, pur mantenendo il rapporto con il Parlamento, attraverso i meccanismi costituzionali disponibili: l’ investitura parlamentare, la questione di fiducia, i meccanismi di controllo parlamentare, la mozione di censura e lo scioglimento del Parlamento. Malgrado a quello che possa sembrare, l'idea di razionalizzazione raggiunge anche una certa forma di Governo com’è la Monarchia parlamentare in cui il Monarca non è più un organo sovrano, ma costituito e si è spogliato di ogni potere politico e potere esecutivo, in modo che il Governo, in una monarchia parlamentare, soltanto deve contare con la fiducia del Parlamento e no con quella del Monarca, che già svolge solo funzioni simboliche in relazione al potere esecutivo. Oggi il sistema parlamentare è fortemente condizionato dallo Stato dei partiti. La maggioranza política che vince le elezioni e ottene rappresentanza parlamentare è il principale sostegno del Governo (la maggioranza parlamentare dà ficucia ad una persona che forma Governo). Quindi, la maggioranza governativa con il sostengo della maggioranza ideologica affine nel Parlamento (appartengono allo stesso partito político), potrà sempre facilmente imporrersi alla minoranza opposizione, il che scioglierà la nitida separazione classica tra potere esecutivo e legislativo, giacché il potere del Governo e sua funzione di governare non troverà una severa opposizione in Parlamento, che in ogni caso potrà essere facilmente vinta. La conformazione delle maggioranze determinerà anche l'efficacia dei meccanismi di controllo al Governo, che senz’altro si vedranno attenuate dalla posizione della maggioranza parlamentare che le sostiene e avrà forza per eludere certi meccanismi di controllo ordinario, come puó essere la formazione di una commissione d'inchiesta su un tema compromettente per il Governo. Pertanto i rapporti di controllo tra il Governo e il Parlamento risultano 2 minimizzate ed inefficaci (non solo per il concetto di parlamentarismo razionalizzato ma per l'influenza del sistema dei partiti nella configurazione del Parlamento). Il sistema dei partiti influisce in modo diverso secondo siamo di fronte ad un sistema bipartitico o multipartitico. Il sistema bipartitico esalta la forza di due grandi forze politiche: una minoranza opposizione ed altra maggioranza che corrisponde alla maggioranza governativa (ci possono essere altri partiti minori che non aspirano alla formazione di Governo, ma possono diventare essenziali per raggiungere la governabilità in caso di Governi minoritari: Governo qui non ha una forte maggioranza in Parlamento). In questo caso, il potere gobernativo, con la sua maggioranza parlamentare affine nella Camera, difficolterà che il Parlamento esérciti i propri poteri di controllo al Governo. In questo supposto, nella pratica, i poteri legislativo ed esecutivo si concentrano nella grande maggioranza, il legislativo si trasforma in una prolongazione dell’ esecutivo. L'opposizione (minoranza parlamentare) si farà sentire, in quanto si tratta di un sistema parlamentare, ma raramente otterrà un trionfo. A livello legislativo la forza della maggioranza, senza opposizione efficace, si proietterà nella produzione legislativa, che raramente incorporerà il parere della minoranza in forma giuridica di emendamenti. Questa situazione in cui la separazione tra il legislativo e l'esecutivo si è praticamente diluito ha portato alcuni autori a riferirsi in questi all'esistenza nei Stati attuali di due poteri: il legislativo-esecutivo e il giudiziale. Anche questa ridozione dei poteri dello Stato non può essere accolta perché convertiremmo al potere giudiziale nel vero controllore del Governo, con il pericolo incorporato di giudizializzare la política, fino ad estremi insostenibili in un sistema parlamentare. Nel caso di pluripartitismo, potrebbe darsi anche un caso di due forze principali che si avvicinerebbe al bipartitismo, oppure potrebbe trattarsi di una moltitudine di partiti che avrebbero bisogno di formare una coalizione o dell’esistenza di Governi in minoranza. In entrambi i casi (coalizione o Governi in minoranza) la collaborazione tra i poteri aumenterà, e di nuevo la separazione tra le funzioni legislative ed esecutive si manifesterà più chiaramente. Ciò consentirà procedure di controllo più efficaci al Gvvevamooverno. Anche se questo sistema ha anche altri svantaggi quali l'instabilità politica, così come per la costante minaccia della rottura della coalizione (in caso di governo di coalizione), come per la debilità del Governo minoritario, il che non equivale ad identificare in tutti i casi instabilità guvernativa con instabilità politica. È anche necessario sottolineare che i meccanismi di controllo dei parlamenti correnti, e valutando l'influenza dei partiti politici nella configurazione delle maggioranze parlamentari, hanno variato sostanzialmente la pratica parlamentare in questo senso. Così, il controllo utilizzato intelligentemente metterà in risalto, dalla maggioranza parlamentare- governativa, i risultati ottenuti per quanto riguarda al programma di governo presentato in suo momento (al momento di ottenere la fiducia parlamentare), mentre l'opposizione di minoranza è interessata ad evidenziare le carenze dello stesso. In oggi caso, il controllo effetivo avverrà piuttosto con carattere extraparlamentare, nella misura in che tanto l’oposizione come il Governo, sepano 3 trasferire alla opinione pubblica i contenuti conosciuti como consecuenza del controllo, con fine di facilitare lo scambio di voti alle prossime elezioni e diventare l'alternativa al Governo o consolidare il potere. Il parlamentarismo razionalizzato mantiene il controllo del corpo elettorale in canoni generali: il partito che vince le elezioni per la Camera bassa e quindi ha una maggioranza sufficiente in Parlamento facilita il loro leader cercare la fiducia della Camera (o delle Camere) in qualità di Presidente, Cancelliere o Primo Ministro e dopo aver chiesto sostegno parlamentare come definito dalla norma fondamentale (maggioranza assoluta soltanto nel Congresso nel caso di Spagna; maggioranza in entrambe le Camere nel caso di Italia) sia in grado di formare un Governo. Andiamo per parti. La procedura che segue l'elezione (o una crisi di Governo che determina le dimissioni di quest'ultimo dalla perdita di fiducia della Camera o il suo rovesciamento) si inizia con la partecipazione del Capo dello Stato (Presidente della Repubblica o il Monarca parlamentare), chi inizia un round di consultazioni con i leader delle forze politiche esistenti che hanno ottenuto rapresentanza parlamentare (e con i presidenti del Congresso e del Senato in alcuni paesi, come in Italia) e propone un candidato per la Camera bassa o direttamente órdina ad una persona di formare Governo. Ovviamente trattandosi di un sistema parlamentare l’intervenzione del Capo dello Stato (Monarca o Presidente della Repubblica) è vincolata dai risultati elettorali e la proiezione di quel risultato in Parlamento, o direttamente dal candidato che offra una maggioranza più stabile, che forse non coincida con la persona che ha vinto le elezioni. Si tratta di un sistema parlamentare. Cioè, verrà proposto il candidato che più posibilita abbia di formare un’ampia maggioranza in Parlamento che gli permetta a sua volta, governare con stabilità, e questo può venire dalle urne o in una crisi di Governo di un movimento di forze politiche. Anche se la maggioranza parlamentare con possibilità di garantire un esecutivo stabile dipende, come abbiamo detto, di sistema dei partiti e del sistema elettorale. Se si tratta di un sistema elettorale in cui i partiti che favoriscono i bipartitismo e, salvo crisi interne intense, il candidato proposto potrà godere di una maggioranza che difenda la sua candidatura e sarà anche il leader che è stato rilanciato dal partito politico stesso. Se il sistema favorisce una certa frammentazione in Parlamento, ed è necessario formare coalizioni tra i vari forze politiche, la stabilità può essere meno garantita e dipendere dalla coesione interna di quella coalizione, il che senz’altro presenta più rischi per mantenere un Governo per tutta la legislatura. Ma con la razionalizzazione del sistema può sopportare governando in minoranza o subire una crisi che non trovi sua soluzione nelle urne ma nella dimissione del governo e nella proposta di un nuovo candidato dopo il round di consultazioni, al candidato che ha causato la crisi e sia il nuovo volto visibile (pubblico) della coalizione. In questa situazione, la stabilità può essere compromessa 4 troppo a lungo, perché in realtà la coalizione a sostegno del candidato è la stessa che ha negato i sostegni al Presidente deposto.1 Il Capo dello Stato nómina esclusivamente al Primo Ministro2. In altri casi3, il Parlamento interviene accettando o rifiutando la proposta proveniente del Capo dello Stato che svolge l'atto formale di designazione del Primo Ministro. In realtà, queste differenze si fondono al punto di essere molto simili, perché in entrambi i casi l'elezione del Presidente del Governo dipende dal gioco delle maggioranze politiche definite all'interno del Parlamento, a sua volta dipende dal risultato dell'espressione popolare attraverso elezioni generali in modo che l'intervento del Capo dello Stato è piuttosto un requisito formale. I cambiamenti avvengono per l'intervento del Parlamento dopo della nomina del Capo dello Stato di dare fiducia al Primo Ministro (come in Spagna). Infatti nelle Monarchia Parlamentare, l'abbandono del principio monarchico in favore del principio democratico riduce il ruolo del Monarca di proporre al Parlamento il leader del partito che ha ottenuto la vittoria elettorale o ha una maggioranza stabile in Parlamento. Al contrario, quando non esiste una chiara maggioranza ed è necessario trovare un candidato per garantire una certa stabilità, i poteri che verrebbero concesse al Capo dello Stato possono essere esercitati con una certa discrezionalità (previsto nel quadro costituzionale) ad arbitrare una soluzione per una situazione di blocco istituzionale. La funzione arbitrale appare costituzionalmente riconosciuta espresamente nelle Costituzioni francese, italiana e spagnola. In Italia, la frammentazione del parlamento e la difficoltà di trovare un candidato sostenuto dalle forze politiche ha obbligato a volte a cercare una soluzione extra-parlamentare, una soluzione di governi tecnici senza maggioranza parlamentare specifica, ma che hanno finalmente ottenuto il sostegno necessario. Nei governi di coalizione si dovrà trovare alla persona che sia in grado di unire i maggiori sostegni all'interno dei partiti coaligati anche se la persona non coincida con il leader di nessuno dei partiti che conformano la coalizione. In questo contesto ci sono alcuni meccanismi che rafforzano il primato della volontà del Parlamento sul Capo dello Stato. Ad esempio in Germania, se il candidato proposto dal Presidente della Repubblica non ottiene la maggioranza suficiente il Parlamento può proporre il proprio candidato. C'è un meccanismo simile nella Costituzione spagnola del 1978 se il candidato non ottiene la maggioranza necessaria nella sessione d’investitura si propongono i succesivi candidati che devono ottenere la maggioranza necessaria (la maggioranza assoluta al primo scrutinio e la maggioranza semplice nel secondo). Se trascorsi due mesi dalla prima proposta nessun candidato è riuscito ad essere nominato come Presidente si sciolge il Parlamento e nuove elezioni si svolgono, al fine di sbloccare la situazione. 1 Negli ultimi dicei anni in Italia sono stati diversi governi e nessuno ha finito la legislatura. Dalla Seconda Guerra Mondiale, sono stati tre governi que non sono usciti dalle urne, quelli di Monti, Letta ed Renzi, quel che non si vuole è convocare eleziono anticipate. La ultime elezione di febrario 2013 hanno portato come risultato un Parlamento attomizato ed ingovernabile. 2 Monarchia parlamentari come la Gran Bretagna, l’Olanda e nei paesi con i modelli semi-presidenziale como la Francia e il Portogallo, López Garrido, D., Massó Garrote, M. F., Pegoraro, L. (dir,), Nuevo Derecho Constitucional Comparado, Tirat lo Blanch, Valenci 2000, págs. 313 y ss. 3 Come la Spagna, la Germania, e l’Italia. 5 L'elezione del Presidente del Governo (Presidente del Consiglio) nella forma di governo parlamentare razionalizzato nel caso spagnolo è molto simile a quella stabilita per il modello tedesco. Il Primo Ministro trova la legittimizazione democratica alle urne, dando una particolare configuarazione al Parlamento. In Spagna il sistema elettorale dà priorità ai partiti d’ambito statale maggioritariamente votati dagli elettori e ai partiti d’ambito regionale che concentrano i loro voti in una determinata circoscrizione elettorale. Sono danneggiati, da questo sistema proporzionale, i partiti nazionali che non godono di un forte sostegno pubblico e che al subire la pérdita della dispersione del voto non riuciscono il numero di voti necessari per l'assegnazione dei seggi, indipendentemente dall'esistenza della barriera elettorale (il 3%) che si mostra inefficace davanti il sistema proporzionale. Nella pratica il sistema porta ad un sistema bipartitico al quale si aggiungono un numero ridotto di partiti che aiutano a conformare il Parlamento e che nei casi di Governi in minoranza possono attuare come partiti cerniera per permettere la governabilità. Ma nella maggior parte dei casi le urne hanno dato un chiaro vincitore. Il vincitore è il leader in realtà di una forza politica vincente nelle urne e le elezioni alle Camere sono elezioni parlamentari, ma nella pratica, la forza unipersonale di un determinato soggetto fa che si postule come il leader e come la persona con capacità di formare governo. Così le elezioni alle Corti in realtà diventano elezioni per designare il Presidente del Governo, che anche se deve avere la fiducia della Camera (si trata di un sistema parlamentare) conta con legittimazione democratica quasi diretta (tranne nel caso di diventare Presidente del Governo il leader di un partito che non ha vinto le elezioni ma ha la maggioranza necessaria in Parlamento per garantire la governabilità). In questo senso si parla di un approccio alla dottrina presidenziale o quello che è stato definito un "parlamentarismo presidenzialista", in virtù non solo dell’egemonia elettorale e dell’apparizone di elezioni a Presidente quando le elezioni sono davvero al Parlamento, ma anche per la perdita d’importanza reale del Parlamento negli stati attuali, per la primazia del Presidente sull’organo che preside e per la propria forma di Governo dell'Unione Europea, che rilancia il ruolo dell’Esecutivo a scapito del potere dei Parlamenti nazionali. In qualsiasi caso, per tanto la frammentazione del Parlamento determina in grande misura la pratica parlamentare nella nómina del Presidente del Governo. In Italia, il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio e a proposta di lui ai ministri. La relazione di fiducia viene stabilita tra il Governo e ciascuna delle Camere per maggioranza semplice all'inizio del mandato. Le Camere possono ritirare la fiducia attraverso la presentazione di una mozione di censura, con il supporto di almeno una decima parte dei suoi membri. Il processo di designazione del Presidente del Consiglio dipende non solo sulle disposizioni della Costituzione, ma dalla pratica costituzionale per la quale si hanno consolidato una serie di consultazioni, come abbiamo detto prima, del Presidente della Repubblica con i dirigenti con rappresentanza parlamentare. Dopo le consultazioni il "carico" ad una persona per formare Governo, che non è un atto formale ma sì d’un profondo significato político, implica una prevalenza delle forze politiche dell'Assemblea che dovranno fornire fiducia al candidato e successivamente diventerà Presidente. Dobbiamo anche distinguere tra l'elezione di un Presidente dopo le elezioni generali, in cui il risultato condizionerà detta elezione, a condizione che una maggioranza suficiente nel Parlamento garantisca il sostegno necessario al candidato nella sua scelta e nel corso della legislatura, a causa di 6 una crisi di governo o crisi politica, nel qual caso la articolazione di maggioranze e sostegni è sempre più complicato. Il Primo Ministro (Presidente del Governo, Presidente del Consiglio) è una figura di spicco all'interno del disegno guvernamentale, come ilche si dimostra già sia in specifiche responsabilità come nel ruolo centrale assunto durante la fase della nomina, perché, soltando a lui, viene data la fiducia della Camera (o delle Camere) e lui nómina e revoca i ministri. In questo senso risulta irrilevante, dal punto di vista costituzionale, il fatto che il Governo sia deciso prima della sessione di investitura o mozione di fiducia (Italia), giacchè la fiducia è data al Presidente soltanto, e non alla squadra di Governo che forma, che dipende dalla sua volontà può essere rimosso in tutto o in parte da lui durante il suo mandato. Questa superiorità del Presidente è anche notata nella responsabilità (i ministri sono responsabili colegialmente), che si applica a tutti i ministri e implica che la perdita di fiducia del Presidente e della sua possibile destituzione colpisca l'intero governo. Tuttavia, la superiorità del Presidente dipende anche da circostanze politiche, giacchè se il Governo si sostene su un unico partito sua preminenza si farà valere più che se il Governo si supporta da una coalizione o se il partito che lo sostiene ha forti lotte interne o è diviso. Nella mozione di fiducia o sessione di investitura, il Presidente o il candidato dovranno presentare il suo programma di governo, che giuridicamente non è vincolante ma politicamente sì, fino un certo punto. In realtà la fiducia si dà alla persona e al programma che presenta. Il contenuto del programma dipenderà anche dalle condizioni in cui il candidato arriva al Governo. Se il candidato proviene dalle elezioni lo normale e coerente (ma non sempre) è che esista una grande coincidenza tra il programma elettorale e il programma di governo, giacchè in un Governo democraticamente legittimato quello naturale sarà la coincidenza del programma elettorale con il programma di governo esposto nella sessione di fiducia. Anche se può non essere coincidente, perché non c’è alcun nesso giuridico. In un Governo uscito da una crisi governativa, il nuevo candidato presidente potrebbe presentare un nuevo programma di Governo rispetto al precedente, anche se appartenenti allo stesso partito che ha formato il Governo precedente, tanto se si tratta di una forza politica che va da sola, come se si tratta d’una coalizione. Tuttavia, nel caso in cui si trattassi di un candidato che non ha sufficiente sostegno con i voti della sua formazione politica per formare Governo e avessi bisogno di richiedere sostegno di altre forze politiche è possibile che questi supporti dipendano da modificazioni nel programma di governo rispetto del quale il candidato in solitario avessi presentato. Cioè, il programma di governo rifletterà i sostegni politici offerti al candidato per essere eletto Presidente. Questi supporti possono essere di soppressione o di addizione o di modificazione di elementi o di proposte al programma di governo e nel caso di essere incorporati alcune questioni al programma dovrebbero essere spiegati dal candidato. Anche in formazioni di coalizione si può arrivare a chiedere l'occupazione di vari ministeri da parte delle forze politiche che compongono la coalizione. 7 Su questo programma di Governo e sulla persona in sè si vota. (cioè, si pronuncia la Camera) concedendo o no la fiducia. La votazione può avvenire soltanto nella Camera bassa4 (caso di Spagna) o essere necessario richiedersi nelle due Camere (caso italiano). In quanto alla maggioranza può essere richiesta la maggioranza assoluta, nella prima votazione, ma avere fornito la maggioranza semplice, se fallisce la prima, affinchè il candidato possa essere Presidente, anche con maggioranza minima e permettere la governabilità anche se in quest'ultimo caso con alcuna incertezza e instabilità, poiché nella pratica la maggioranza semplice è uguale a sostegno politico minore e più debole. Dal punto di vista strutturale il Governo è un organo complesso in quanto è formato da organi che svolgono funzioni individuali e organi che svolgono funzioni in modo congiunto. Entrambi gli elementi governativi tendono ad essere forniti nelle Costituzioni. Infatti le Costituzioni si riferiscono al Primo Ministro (con nomi diversi Cancelliere, Primo Ministro....), come organo unipersonale ed individuale e ai Ministri come responsabili delle diverse aree ministeriali, che opérano come organi individuali, ma anche formano il organo colegiato. Davanti all'assenza di divieto costituzionale manifesta, le leggi ordinarie dei vari Stati potrebbero includere altri organi all'interno della struttura dei Governi. L'importanza di ciascun organi sono diversi. La direzione e la coordinazione del Governo corresponde al Presidente, che ostenta davanti al organo congiunto che preside una posizione di rilievo. Questa preminenza gliela dà, come detto prima, da un lato, con l'assegnazione di funzioni specifiche dalla Costituzione, com’è la funzione di impulso e direzione e in secondo luogo la procedura per la sua designazione. Oltre alla situazione politica con cui arriva alla Presidenza del Governo, cioè, la sua posizione sarà più debole se è a Capo d’un Governo di coalizione in cui più di esercitare sua egemonia dovrà svolgere una funzione di mediazione ed è possibile che la sua supremazia rimanga risentita dalla forza che le decisioni di alcuni suoi Ministri possono impórrere dal punto di vista politico. Anche se il Presidente può nominare e revocare i Ministri, in questo caso è possibile che la rimozione del Ministro con il quale mantiene la controversia politica gli coste anche la Presidenza del Governo, al ritirargli la coalizione alla quale riguarda il Ministro in questione i supporti per governare e próvochi con quelli una crisi di governo, che finisca con la dimissione del Presidente del Governo. Il Presidente non è quindi un Primus Inter Pares, che sia su un piano di parità con i Ministri, neanche un corpo gerarchicamente superiore anzi la sua superiorità davanti a loro permette di parlare di un Governo di Cancelliere o Primo Ministro. Un Governo con una forte presenza che gli avvicina ad un sistema quasi-presidenziale. Il Presidente nomina ai Ministri: è un potere che appartiene esclusivamente al Presidente, chi li propone al Capo dello Stato per nominarli in modo effettivo e formale, secondo la Costituzione. È il modo più comunemente adottato nei sistemi parlamentari, in modo che il Capo dello Stato non può mai smettere di designare un Ministro proposto dal Presidente del Governo o 4 In caso de bicameralismo imperfetto con predominanza di una Camera sull’altra. 8 designare ad un altro non previsto da quest'ultimo, anche se per sua natura di mediatore in tempi di crisi può consigliare o "imporre" un certo ministro5. I ministri fanno parte del esecutivo e combinano la duplice veste di membri del organo congiunto e responsabili dei dipartimenti ministeriali competenti che dirigono. Le funzioni che corrispondono ad ogni ruolo sono diversi. Come membri del Governo contribuiscono alla formazione della volontà del Governo, nei casi in cui è necessario adottare una posizione comune e quindi contribuiscono a dotare di contenuto i progetti di legge che prepara il Governo, o approvano i regolamenti dell'esecutivo. Come membri del organo congiunto sono soggetti alle direttive del Presidente. Ebbene, come responsabili delle varie aree dell’Amministrazione hanno certa autonomia di sviluppare in suo ambito amministrativo i programmi del Governo. Anche se è prevista la presenza dei Ministri senza portafoglio, senza responsabilità amministrativa, e la cui esistenza può rispondere rigorosamente a motivi politici. A volte la nomina di Ministri senza portafoglio riflette la decisione del Presidente di evidenziare una serie di caratteristiche che o non si adattano esattamente con una particolare area amministrativa o per la specificità devono essere evidenziate6. La tendenza nella formazione di Governo degli ultimi anni si è progettata in un doppio senso. Da un parte si sono formati governi paritari in cui i portafogli ministeriali siano distribuiti equamente a uomini e donne (ad esempio, il primo Governo di Renzi) o meno uguali una più equa distribuzione (io primo Governo Zapatero). Il Governo così formato raggiunge un effetto prima, che non eviterà di dover provare a lungo della legislazione il merito dei suoi membri attraverso la gestione effettuata. Per un’altra si tende a ridurre il numero di portafogli ministeriali per economizzare il dispendio pubblico e applicare l’austerità anche alla formazione del governo. Senz’altro il Governo scelto dal Presidente e nominato dal Capo dello Stato non bisogna ottenere la fiducia della Camera posteriore alla sua designazione. La libertà del Presidente del Governo di selezionare i propri partner è soggetta a una serie di condizionanti inclusi a volte nelle Costituzioni e altre incorporate all'ordine costituzionale grazie alla pratica parlamentare. In primo luogo, in alcune costituzioni si richiede che il membro del Governo sia anche parlamentare7, in altre è precisamente il contrario, cioè, una volta essere eletto come ministro si perde lo status parlamentare8 ed esiste anche la possibilità di formare governi o scegliere Ministri con un profilo tecnico senza implicazione parlamentare. In secondo luogo, la libera capacità di scegliere del Presidente può essere condizionata dalla sua forza all'interno dell'esecutivo, in caso di trattarsi di un esecutivo che deve rispecchiare la composizione plurale del Paese, sia dal 5 Como Pier Carlo Padoam, come Ministro dell’Economie imposto dal Presidente della Republica nel suo primo Governo di Renzi. 6 Simile alla figura dei Ministri senza portafoglio soni i Ministri di Stato (V Republica francese) e Lord President of the Council. È inoltre è possibile creare la figura di un Super Ministro che svolge funzioni che potendo essere eseguite da vari ministeri sua migliore efficienza richiede un maggiore coordinamento e quinid l’attribuzione a una sola persona, per esempio, il Segretario del Foreign Office. 7 Italia, in modo convenzionale e Irlanda nella Costituzione. 8 Francia, Paesi Bassi. 9 punto di vista religioso, etnico, regionale ecc9. D'altra parte, nei Governi di coalizione, senza regole giuridiche per determinare, la nomina di tutti i membri dipenderà dell'equilibrio delle forze all'interno della coalizione e della necessità di soddisfare le diverse forze che la conformano. Può anche essere che il Capo dello Stato posieda forza giuridica e política, o soltanto política per imporre l’entrata di un determinato ministro nel Gabinetto, come ho detto prima. Il numero dei Ministri è variabile ed depende dal Primo Minitro. Essa può variare in base a criteri politici o strutturali in modo che la flessibilità è la nota dominante in relazione all'estensione del Governo. Qualcosa di simile accade con la figura del vicepresidente, che può esistere o non, rispondendo quello solo a criteri politici. La disposizione costituzionale della sua esistenza, una o più, soltanto si trova in alcune Costituzioni come la spagnola e la portoghese. In generale, il ruolo del vicepresidente è quello di sostituire il Presidente in caso di assenza o di qualsiasi motivo che impedisca il normale esercizio delle sue funzioni. In Spagna si può anche occupare un portafoglio ministeriale e combinare la vicepresidenza con le funzioni proprie del suo dipartimento. È stato anche un elemento politico importante e che si è stato utilizzato nella gestione di alcune crisi importante dando così la faccia ha evitato il diterioro politico del Presidente. All'interno della struttura governativa non è frequente stabilire relazioni gerarchiche tra alcuni membri e altri10. La funzione più rilevante che sviluppa il Governo e il cui impulso ed orientazione ricade sul Presidente del Governo e il ruolo di indirizzo che permette disegnare gli obiettivi del Governo e che sono stati esposti nella sessione di investitura, poichè per lo sviluppo di quella funzione di indirizzo si richiede la fiducia della Camera. Questa funzione di preminenza si sostiene anche per l’esercizio di una funzione di coordinamento su tutti i Ministri e il potere di nominarli e destituirli. Il ruolo di indirizzo politico è il più rilevante dei quali sono assegnati al Primo Ministro. Si tratta di una competenza in cui stabilisce gli obiettivi e le finalità del Governo contenute nelle varie politiche governative, cioè, ministeriali. Molte di queste politiche si manifestano nella iniziativa legislativa che le Costituzioni attribuiscono ai Governi ed a seconda delle forze del Parlamento saranno le iniziative che hanno maggiori probabilità di successo, sempre che la maggioranza parlamentare coincida con la governativa o la coalizione che sostiene il Governo goda di stabilità. In caso contrario, con i Governi di minoranza o coalizioni instabili il regime si parlamentarizza, perché sarà indispensabile raggiungere dei consensi e accordi tra le diverse forze politiche al fine di prendere iniziative in avanti, cioè, esercitare, la funzione di indirizzo político è più mite, accettando la massima di che governare è legislare. La funzione di indirizzo politico è determinata anche dal sistema dei partiti. 9 Ad esempio, il caso del Belgio, dove si prevede espressamente che il Governo debe avere lo stesso numero di membri di lingua francese che olandese. 10 Ad eccezione della Germania dove c’è una certa preminenza dei Ministri degli Interni, della Giustizia e delle Finanze. 10 Eppure dove più si avverte il caráttere del parlamentarismo razionalizzato (stabilità di Governo) è nella difficoltà di articolare le procedure d’esigenza della responsabilità al Governo, principalmente attraverso della mozione di censura, essendo il carattere costruttivo (proporre un candidato alternativo) di questa il che maggior difficoltà comporta per il suo trionfo. Tranne che nella politica italiana in cui le mozioni di censura non sono gli strumenti utilizzati per cercare di far cadere un Governo, ma le proprie forze all’interno della coalizione che lo sostiene, che a causa di crisi interne possono rovesciarlo, il che punta ancora ai sistema di partiti come il determinante della stabilità governativa nel Parlamento e non le proprie forze parlamentari. Lo strumento che meglio riflette il senso del parlamentarismo razionalizzato è la mozione di censura (allo stile tedesco e spagnolo), dove la natura costruttiva assume il ruolo fondamentale di stabilizzazione del Governo essenziale. Infatti, l'obbligo di presentare un candidato alternativo devia l’importanza della critica verso la necessità di cercare tra l'opposizione un candidato che può raccogliere i sostegni necessari per formare Governo. Si tratta di un requisito di responsabilità che compromete particularmente all'opposizione in modo che, la critica non sia sufficiente a far cadere un Governo, ma ad assumere anche la responsabilità di formare un Governo e di fornire un'alternativa credibile e realistica. La stabilità si ottiene impedendo che minoranze forte possano soltanto con la critica e una maggioranza specifica capace di rovesciare alla maggioranza che sostiene il Governo sbancarlo. In realtà, con le maggioranze stabilite è numericamente impossibile che la minoranza possa ottenere un trionfo attraverso la mozione di censura. Così la mozione di censura ha acquisito anche un altro senso in sistemi in cui il parlamentarismo razionalizzato possa realizzare un cambio di Governo, è diventato uno strumento perchè la minoranza si consolide come alternativa e provocare un faccia a faccia tra il leader dell'opposizione e il Primo Ministro e per favorire un cambio di Governo alle prossime elezioni, anche se questo uso ha il rischio di non produrre sempre lo stesso risultato. Cioè, in alcuni casi può essere che il candidato dell'opposizione abbia successo e si postule come alternativa di Governo alle prossime elezioni o fallire miseramente in questo sforzo. In ogni caso, il fallimento della mozione di censura costruttiva non deve comportare il rafforzamento di un Governo che anche, se non è abbatuto, sia ancora al potere. Al contrario, la mozione di censura costruttiva confonde stabilità governativa con stabilità politica, perché non tutta caduta del Governo implica una destabilizzazione del sistema, anche se un aumento dell'instabilità governativa sì può causare una instabilità diffusa. In senso contrario, un governo di minoranza che non riesce governare facilmente può non generare stabilità al rimanere profondamente indebolito. Tale debolezza che è giuridicamente possibile non è politicamente desiderabile e finisce per abboccare al Governo a sciogliere le Camere e ad indire nuove elezioni o provocare una questione di fiducia per poi perderla. Pertanto, la mozione di censura è inefficace per impedire l'instabilità governativa, poichè la stabilità dipende dal sistema dei partiti e minore misura degli strumenti di esigenza di responsabilità politica. Se la maggioranza che sostiene il Governo è solida ogni tentativa di rovesciarlo fallirà, anche se le condizioni fossero più mite rispetto a quelli di oggi. Se la coesione interna è debole scoppierà la crisi e consentirà ad un’altra forza politica di ottenere i supporti necessari per formare un Governo. Questo ci porta anche a calibrare come un fattore determinante nelle possibilità di successo della mozione di censura la proiezione che dei partiti politici si riflette nel Parlamento, perché, anche se 11 le regole giuridiche possono dettare una linea particolare, l'influenza dei partiti può essere decisiva e determinare una praxis politica nel momento della formazione del Governo e della sua capacità di determinare la direzione politica del paese. 12