Brand: vince la personalizzazione
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Brand: vince la personalizzazione
Sabato 14 Giugno 2008 Marketing 13 Oggi IL QUOTIDIANO DEI PROFESSIONISTI ESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ Analisi di Value Lab con Asset: per i marketing manager è il terzo trend più importante Brand, vince la personalizzazione Obiettivo: aumentare l’interazione con i clienti nella scelta dei prodotti DI I IRENE GREGUOLI VENINI l consumatore si fa più esigente e instabile e, di fronte alla sempre maggiore possibilità di scelta di prodotti, pensa sia lecito trovare esattamente quello che ha in mente? Magari qualcosa che gli dia la sensazione di appartenere a un particolare status e che al contempo però lo differenzi dagli altri? La risposta vincente delle aziende è la «mass customization», che consente di superare l’infedeltà del cliente verso i marchi e l’omologazione della qualità dei prodotti. Vale a dire un approccio, largamente affermato nei mercati più sviluppati, in particolare (Nord America e Giappone), che punta sulla personalizzazione, in base alle esigenze del singolo cliente, dei prodotti del mercato di massa. C’è chi lo fa su internet, chi nei punti vendita, con gradi diversi di collaborazione da parte del cliente, ma è comunque considerato il terzo trend più importante dai marketing manager, con il 36% delle preferenze, secondo i dati presentati al workshop dedicato all’argomento e organizzato ieri a Milano da Value Lab (Società di consulenza di management e It) in collaborazione con Asset. Esempi? La personalizzazione dei prodotti è già molto diffusa nel settore dell’automotive, con la possibilità di scegliere colori e accessori. Altro ambito fertile per la customization mass è quello dell’arredamento componibile: nato inizialmente per facilitare i rapporti tra fornitori e negozi, l’arredamento «a moduli» è poi divenuto all’ordine del giorno per molti produttori di mobili. Divani&Divani by Natuzzi, per citarne uno, dà l’opportunità sul proprio sul sito di comporre il divano. Possibilità, quella di visualizzare attraverso le simulazioni digitali su web, che di certo amplia le frontiere di questo approccio e che va forte nel campo dell’abbigliamento, degli accessori e delle calzature: attraverso il portale di Louis Vuitton si possono apporre le proprie iniziali sugli accessori della maison e Nike e Kickers consentono di visualizzare le scarpe secondo le opzioni di modello e colore scelte dall’utente. L’interfaccia con cui l’azienda si relaziona con il cliente nel processo di personalizzazione è peraltro una delle questioni più spinose. La tendenza è quella di affidarsi al configuratore web, cioè un sistema che consente al cliente di Il sito di Divani&Divani by Natuzzi e quello di Louis Vuitton personalizzare direttamente l’oggetto desiderato sul sito, «con il vantaggio di costi più bassi e di allargare le possibilità d’interazione a tutti i luoghi e momenti e di fornire un feedback immediato al cliente, oltre che all’azienda», Adidas fa le scarpe su misura Con Adidas le scarpe diventano a misura d’uomo. Ma non solo nel senso del numero di piede. Il marchio sportivo ha sviluppato, infatti, un progetto di personalizzazione, chiamato «mi adidas», che consente al cliente di costruirsi le calzature sulla base delle caratteristiche del proprio piede e dell’uso che intende fare delle scarpe, scegliendo ogni elemento: dalla lunghezza, ai materiali, al tipo di suole, oltre ai colori delle varie parti. Il tutto è possibile sia su un mini sito dedicato al progetto, sia con una prova diretta prenotabile nei punti vendita. Ma Adidas punta sulla customization mass già dal 2001, quando ha cominciato a offrire prodotti personalizzati durante gli eventi sportivi, fino a istituire nel 2004 nei punti vendita strutture con tutto l’occorrente per scegliere come comporre le proprie scarpe. Risale invece all’anno scorso l’in- Il portale di mi adidas stallazione, in un negozio di Parigi, di una piattaforma, sulla quale è possibile provare «virtualmente» le diverse varianti delle scarpe in relazione alle caratteristiche del piede. L’iniziativa coinvolge principalmente le linee dedicate alle varie discipline (calcio, corsa, basket e tennis), ma si sta estendendo anche ai modelli dedicati a un target più modaiolo che sportivo. spiega Marco Santambrogio, managing director di Value Lab, «ma c’è però anche chi preferisce che l’interazione tra il cliente e l’oggetto sia mediata da terzi, per esempio dal venditore». Altra tendenza che sta emer- gendo, analogamente a ciò che accade nel mondo della comunicazione in generale, è un modello che punta sempre più sul coinvolgimento del consumatore, che si trova a collaborare attivamente e in prima persona nel processo, come nel caso delle borse di Muji o Fendi, dotate di un kit per decorarle nel negozio o fuori. La personalizzazione dei prodotti entra dunque a pieno titolo nelle strategie di marketing delle aziende perché presenta indubbi vantaggi, tra cui fornire più alternative di acquisto, ridurre il rischio di offrire prodotti che nessuno compra e avere più informazioni sulle preferenze dei clienti. Ma ci sono anche i punti critici, come l’impossibilità di mostrare e far testare il prodotto prima dell’acquisto e il potenziale incremento del costo dell’assistenza al cliente durante il processo di personalizzazione, da parte dell’azienda e dei partner distributivi. Smart, Fiat 500 e Mini, l’auto diventa componibile Se è vero che ormai è quasi scontato che colori e accessori della macchina li scelgano i clienti, Smart (nella foto) ha spinto ancora più in là le frontiere della personalizzazione, secondo il principio della modularità. Il marchio automobilistico propone infatti la possibilità di combinare e modificare diversi componenti della vettura a seconda del gusto dell’acquirente. Pannelli della carrozzeria, sedili e cambio sono sostituibili direttamente presso i concessionari. Anche la nuova Fiat 500 gioca sulla personalizzazione dell’auto, offrendo la possibilità di 500mila diverse combinazioni: colori dei componenti della carrozzeria e dei cerchi, rivestimenti interni e accessori, tutti visionabili sul sito internet grazie al configuratore on-line, strumento molto diffuso nei portali della case automobilistiche. Mini invece ha lanciato «Mini Roof designer», una sezione presente solo nel sito italiano dedicato al marchio, che fornisce di, forme geuna serie di sfondi, ometriche, figure da coloramenti di re, scritte e strumenti ibera disegno a mano libera bile con cui è possibile orealizzare la decoo razione del tetto della Mini, che potrà essere poi acquistata, inviata a casa del cliente e applicata all’auto.