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le medicine integrate Rivista di medicina Spedizione in abbonamento postale – Allegato B Tipo B – (Tassa riscossa) – Autorizzazione n. 998 del 15.04.09 della Direzione Generale PP.TT. della Repubblica di S. Marino omeopatia fitoterapia omotossicologia floriterapia naturopatia psicosomatica Arctium Lappa L. Rivista quadrimestrale di informazione. Anno VIII - n° 2 - Maggio 2012 - € 1.50 ® risultati eccellenti Una linea completa di prodotti che abbinati in sinergia aiutano a contrastare efficacemente gli inestetismi della cellulite. le medicine integrate Direttore responsabile Diletta Vaselli Capo Redazione Maurizio Petix Redazione Comitato scientifico PromoPharma Responsabile Elisa Gessaroli Grafica Studio Valenti 06014 - S.Maria di Sette Montone (PG) Editore Avalon di Gloriano Amici Redazione Avalon Strada Nona Gualdaria, 68 47895 Domagnano Repubblica di San Marino Tel. 0549 907025 Fax 0549 900104 e-mail [email protected] Autorizzazione: Segreteria di Stato per gli Affari Interni Prot. n. 569/75/2009 del 27 marzo 2009. Copia registrata presso il Tribunale della Repubblica di San Marino. sommario Editoriale 05 Omeostasi dinamica:equilibrio per la salute 06 Dr. Alberto Fiorito Prima Convention Nazionale AminBiodiet A cura della redazione 08 Avete mai notato che le coliche renali aumentano con la bella stagione? 10 Dott.ssa Giovanna Perrone, Dott.ssa Barbara Ostan Stitichezza (o stipsi). Il contributo dei rimedi naturali per il controllo e la soluzione del problema 13 Beta-carotene ed altri carotenoidi 16 Insufficienza venosa periferica e rimedi naturali: scelta terapeutica o unica via di cura? 21 Impatiens glandulifera (Balsamina) 25 Dr. Salvatore Corrado Dr. Valerio Ballardini Dott. Gennaro Crispo Maurizio Di Leo Gli inserzionisti sono gli unici responsabili dei contenuti negli spazi pubblicitari. Depressione maggiore con sintomi psicotici (percorso di arteterapia) Paola Marcucci, Giovanni Bonelli, Elisa Pierantozzi, Sara Galiberti La riproduzione intera o parziale di articoli o immagini deve essere autorizzata dall’editore. Novità, Recensioni WEB, Eventi 33 Notiziario corsi 34 PromoPharma Via Biagio di Santolino, 156 47892 Acquaviva (RSM) tel 0549 911030 fax 0549 956700 27 AVVISO IMPORTANTE È in corso il riordino del database degli indirizzi per la spedizione della rivista: tutti coloro che desiderano comunicare delle variazioni all’indirizzo di spedizione o vogliono disdire il servizio possono inviare una e-mail a [email protected] indicando nome, cognome ed indirizzo. Grazie. ® Integratore alimentare di Vitamine con Pappa reale, Olio di pesce ed estratti di Maca e Carciofo NUOVA FORMULAZIONE Un aiuto completo per tutte le età Tonificante Ricostituente Per il miglioramento degli stati di affaticamento e stress da aumentata attività psicofisica e da abbassamento del tono muscolare. ne Senza gluti Per un aumento delle difese immunitarie. Indicato nella convalescenza sia infantile che degli adulti ed in particolare nell’affaticamento mentale degli studenti. ® ® editoriale Smile, without a reason why Love, as if you were a child Smile, no matter what they tell you Don’t listen to a word they say ‘Cause life is beautiful that way Sorridi, senza una ragione Ama, come se fossi un bambino Sorridi, non importa cosa dicono Non ascoltare una parola di quello che dicono perchè la vita è bella così Ebbene sì, anche prendendo spunto da questi meravigliosi versi, scritti dagli Israeliani Noa e Gil Dor e messi in musica dal M.o Piovani per la colonna sonora del film La Vita è Bella di Benigni, possiamo fare alcune importanti considerazioni. Recentemente ha fatto notizia una ricerca pubblicata sul prestigioso British Medical Journal secondo la quale una vita di coppia felice è come un elisir di lunga vita. Per l’uomo i benefici risultano evidenti soprattutto sul piano della salute: grazie all’influenza della compagna l’uomo dà un taglio alle cattive abitudini, come il fumo e/o l’alcool, mangia in modo più sano ed è maggiormente propenso a seguire i consigli della donna in materia di benessere e alimentazione sana. D’altro canto per la donna una vita di coppia felice aumenta il senso di sicurezza e l’autostima e, complessivamente, migliora l’umore e il benessere psicologico. Non è certo una novità che una vita infelice può fare parecchi danni: aumenta il rischio cardiovascolare, le probabilità di soffrire di depressione e altri disturbi e, per gli uomini in particolar modo, aumenta il rischio di abbandonarsi ai vizi dannosi per la salute cui si accennava prima. Insomma, vale la pena di provare a investire tempo ed energie nel rapporto di coppia visto che a beneficiarne sono tanti aspetti della nostra vita. Ma anche il sesso sembra fare bene alla salute. Sono numerose le ricerche che, negli anni, hanno fatto luce sui suoi benefici. Ad esempio fare sesso migliora lo stato di salute cardiovascolare perché è un vero e proprio allenamento per il cuore, aumenta la quantità di sangue che viene pompata dal cuore e aiuta ad abbassare il colesterolo; per lo stesso motivo favorisce il dispendio energetico e quindi aiuta a mantenersi in forma e a combattere i chili di troppo. Inoltre fare l’amore fa sì che l’organismo produca particolari sostanze note come endorfine, gli “ormoni del benessere”, perché svolgono una naturale azione analgesica e agiscono come una droga naturale rafforzando il sistema immunitario. Il sesso inoltre riserva agli uomini un vantaggio del tutto particolare: fare sesso riduce di un terzo il rischio di tumore della prostata. È ormai ampiamente dimostrato da diversi studi internazionali che l’amore ha un effetto positivo sul benessere generale dell’organismo. Ricordiamoci infatti che amore significa anche felicità, buon umore ed energia positiva da trasmettere agli altri. Già nell’antichità si conosceva il potere benefico del ridere e non a caso, ancora oggi, i maestri di scuola tibetana ridono e fanno ridere i loro allievi. Per il buddismo Zen quindici minuti di risate equivalgono a sei ore di meditazione. Nella medicina tradizionale cinese, lo Xiao (il ridere) è la corrispondenza del suono al meridiano principale del cuore il cui movimento psichico è la gioia. Ridere sembra quindi essere un toccasana per il cuore perché ha l’effetto di rilassare le arterie e di aumentare il flusso sanguigno come durante un esercizio aerobico. Sappiamo che amore e felicità e conseguentemente il “vedere positivo” e la risata hanno anche un’azione antistress, antidepressiva. La risata fa aumentare la produzione di adrenalina e dopamina, che hanno il compito di liberare le nostre morfine naturali: endorfine, encefaline e simili. Le endorfine provocano una diminuzione del dolore e della tensione fisica, permettendo il raggiungimento di uno stato di rilassamento e serenità, le encefaline esaltano il sistema immunitario, stimolando una maggiore produzione di anticorpi; la risata amplifica la produzione di serotonina, un antidepressivo naturale, riducendo la secrezione di ormoni dello stress come il cortisolo e l’epinefrina in seguito alle quali la pressione sanguigna ed i livelli di glucosio aumentano, danneggiando i vasi sanguigni. La risata migliora le funzioni addominali: quando si ride, una parte della muscolatura a livello toracico e degli arti superiori si contrae e si rilassa alternativamente innescando una ginnastica addominale che migliora le funzioni del fegato e di tutto l’intestino, combattendo anche la stitichezza. Ridere possiede una funzione depurativa dell’organismo, alcalinizza notevolmente cellule e tessuti, permettendo così un miglioramento delle funzioni intestinali ed epatiche. NON sottovalutiamo infine che ridere crea un senso di benessere e di leggerezza, sviluppa una personalità più armoniosa ed una maggiore consapevolezza di sé. Ha effetto di ringiovanimento e di maggior durata della vita; esiste una stretta relazione tra durata della vita ed il pensiero positivamente orientato. Ridere ed essere felici cambia l’atteggiamento mentale nell’affrontare qualsiasi situazione. Ritornando ai riferimenti musicali, a completamento di queste riflessioni, ricordiamo alcuni versi del grande L.Dalla: ah felicita’... su quale treno della notte viaggerai lo so..... che passerai...... 5 ® Omeostasi dinamica: equilibrio per la salute Dott. Alberto Fiorito Medico chirurgo, esperto in omeopatia, omotossicologia, alimentazione biologica. Abstract: Ogni qualvolta il corpo umano viene stressato da un agente esterno tende a ripristinare la fisiologica condizione di equilibrio secondo il principio dell’omeostasi. A causa della continua intossicazione esogena non è più possibile riuscire a ripristinare la situazione di equilibrio precedente, per cui è preferibile parlare di un equilibrio in continua evoluzione verso l’invecchiamento o la patologia. La disintossicazione alimentare (preferibilmente periodica) è vista come un passo per rallentare il continuo cambiamento, dovuto ai molteplici stimoli esterni, del nostro equilibrio. Abstract: Whenever the human body is stressed by an external agent, it tends to restore its physiological condition of equilibrium according to the principle of homeostasis. Due to the continuous exogenous intoxication, the body is no longer be able to restore the previous equilibrium situation so it’s preferable to speak of a continuous balancing evolution that contributes in ageing or in a pathology. Detoxification food (preferably periodical) is seen as a step to help slow the everlasting balance changes, which are due to various external stimuli. Parole chiave: omeostasi dinamica, disintossicazione periodica, omeostasi Il principio dell’omeostasi Tra le tante pietre miliari della fisiologia e della scienza dell’uomo riconosciamo senza dubbio il concetto di omeostasi. Con questo termine si intende il tentativo del corpo di riportare la condizione fisiologica in equilibrio dopo che questa è stata sollecitata ad una reazione da un agente esterno. Un esempio: se un virus aggredisce il nostro corpo sposta l’equilibrio della salute verso la malattia; tutto il sistema mette in atto dei meccanismi di difesa che comprendono l’aumento della temperatura, la reazione immunitaria, la redistribuzione del sangue, lo stress, il processo infiammatorio, allo scopo di sconfiggere il nemico aggressore e riportare nel più breve tempo possibile il sistema all’equilibrio. Il tutto viene messo in opera non soltanto dietro stimoli patologici, ma anche nel normale adattamento alla quotidianità: è omeostasi la sudorazione che consegue ad un eccesso di caldo così come la necessità comportamentale di coprirci quando fa troppo freddo. È omeostasi la necessità di andare in bagno per liberarsi delle scorie in eccesso ingerite con l’alimentazione. Questo concetto si sposa in maniera molto interessante con quello di malattia: i meccanismi che tendono a riportare in equilibrio il nostro organismo a volte fanno rumore, ovvero sono sintomatici. Uno degli errori strategici che possiamo fare utilizzando i farmaci è proprio quello di accanirsi contro il “rumore di guarigione” trascurando sia il suo reale significato sia l’agente eziologico della malattia. Accrescimento e invecchiamento Il concetto di omeostasi è probabilmente adattabile a diverse condizioni fisiologiche e patologiche del corpo umano. Possiamo, per esempio, prendere in considerazione due fasi distinte come l’accrescimento fisiologico e l’invecchiamento. L’accrescimento fisiologico può essere visto come il vero e proprio sviluppo di un corpo in fase evolutiva, ma in realtà può avvenire a qualunque età se solo si pensa al crescere di un organo in funzione del suo impiego. La crescita della massa muscolare a seguito di allenamento, l’aumento del numero dei globuli rossi in condizioni di adattamento, l’aumento di tessuto linfatico in specifiche condizioni di difesa sono soltanto alcuni esempi di questo continuo cresce6 Keywords: dynamic homeostasis, periodic detoxification, homeostasis re di un organismo indipendentemente dalla sua età. L’invecchiamento consiste, in parallelo, nella progressiva perdita della capacità delle cellule di replicarsi in maniera corretta, sia per l’assenza di stimoli adeguati, sia per i danni subiti nel tempo, sia, infine, anche per informazioni di tipo genetico. Evoluzione del concetto di omeostasi Il principio dell’omeostasi sembra, però, non lasciare spazio, almeno dal punto di vista semantico, alla costante evoluzione dell’uomo ed in particolare del suo corpo che, in realtà, si trova in una condizione costantemente evolutiva o, se vogliamo vederla da un punto di vista fisiopatologico, involutiva. L’esposizione a tossine alimentari, a farmaci, allo stress, a tossine ambientali, ad uno stile di vita poco corretto, mette quotidianamente in contatto il corpo umano con una serie di sostanze che in parte vengono rapidamente allontanate, in parte non riescono ad essere eliminate dal corpo, vi permangono e, in un modo o nell’altro, lo condizionano. Possiamo pensare alle tossine liposolubili che rimangono all’interno del tessuto adiposo; possiamo pensare a certi tipi di virus che stabiliscono un equilibrio con il nostro corpo e, pur senza provocare malattia, rimangono al suo interno; possiamo soprattutto pensare all’enorme messe di tossine alimentari, come coloranti, conservanti, diserbanti, fattori favorenti la crescita, esaltatori del gusto, il cui destino è duplice: da un lato stimolare i meccanismi di difesa e di eliminazione, dall’altro ristagnare nel corpo provocando una progressiva perdita della sua elasticità, intendendo con questo termine anche la capacità di rispondere a stimoli esterni. Ecco dunque come, in caso di progressiva ed inarrestata intossicazione esogena, il concetto di omeostasi non può più essere limitato al recupero dello stato precedente: se all’interno del nostro corpo introduciamo delle tossine e queste stimolano una reazione di difesa, l’equilibrio precedente può essere raggiunto soltanto se tutte queste tossine verranno eliminate. Se la totale eliminazione non fosse possibile, sarà inevitabile raggiungere un nuovo equilibrio, non più uguale a quello precedente, in cui tutte le strutture si adattano ad una condizione di intossi- ® cazione permanente. Anche se poco tangibile dal punto di vista pratico, un esempio chiarificante può essere quello delle tossine di tipo psicologico. Un’ esperienza della nostra vita, positiva o negativa che sia, non ci permette più di ritornare quelli che eravamo prima, ma ci vede uspicabilmente di nuovo sani, ma con un equilibrio diverso. Omeostasi dinamica Ecco perché vogliamo proporre come termine per definire l’attivazione dei sistemi fisiologici del corpo umano il principio di omeostasi dinamica, ovvero un principio che prenda in considerazione in ogni momento dell’evoluzione dell’uomo l’impossibilità di ritornare all’equilibrio precedente una volta che il sistema sia stato incapace di liberarsi del tutto degli agenti intossicanti o patologici esterni. Vogliamo sottolineare che questa proposta non vuole essere soltanto un mero esercizio semantico. Si prenda in considerazione il fatto che l’attenzione terapeutica, considerando la dinamicità dell’omeostasi, non sarà più esclusivamente rivolta verso l’agente eziologico, ma anche - ed in alcuni casi prevalentemente - allo stato di intossicazione dell’organismo che, se ridotto al minimo, consentirebbe una risposta più efficace allo stimolo patogeno. Importanza di una disintossicazione periodica Uno dei passi che possono essere proposti per rallentare il continuo cambiamento del nostro equilibrio interno verso i processi di invecchiamento e di ridotta compliance nei confronti degli stimoli esterni è quello della disintossicazione alimentare. Naturalmente il massimo dell’attenzione nei confronti del nostro corpo o di quello dei nostri pazienti dovrebbe essere rivolto a modificare lo stile di vita, la qualità alimentare ed altri aspetti della quotidianità. Nell’impossibilità di farlo, un utile strumento potrebbe essere quello di una disintossicazione periodica, su base settimanale o quindicinale, rappresentata da una giornata di pulizia alimentare. Durante questa giornata potremo mettere a riposo i sistemi del corpo utilizzando una miscela costituita da 1,8 litri di acqua, 150 ml di sciroppo d’ acero e il succo di otto limoni. Mescolando il tutto e bevendo questi 2 litri nell’arco della giornata, senza introdurre alcun tipo di cibo inquinante, si concedono al corpo 24 ore di respiro, utili per concentrarsi sull’eliminazione di un ulteriore quantitativo di tossine e dunque una elasticizzazione delle sue strutture. Per evitare di fare errori anche in questa fase di disintossicazione si consiglia un’acqua minimamente mineralizzata, ovvero con residuo fisso inferiore a 50 mg per litro; uno sciroppo d’acero di classe C, che assicura la qualità dello stesso, un assorbimento sufficientemente lento e l’assenza di tossine della lavorazione; dei limoni di qualità, possibilmente biologici. Laddove le richieste energetiche della giornata lavorativa fossero comunque pressanti, l’aggiunta di una o due bustine di proteine di elevata qualità, da bere disciolte nell’acqua a colazione e cena, potrebbe essere un utile complemento aggiuntivo. ne Senza gluti Dima Biodiet® DETOX contiene: - 150 ml di sciroppo d’Acero Grado C - 2 buste di Dima Biodiet® Protein 25 ® 7 ® Prima Convention Nazionale AminBiodiet® A cura della redazione Nel weekend 20-22 aprile u.s. si è svolta nella meravigliosa cornice di Montecatini Terme la 1° Convention Nazionale AminBiodiet® Il Metodo Dimagrante AminBiodiet: Opinioni a Confronto Dopo i saluti iniziali a nome dell’Azienda, portavoce il dott. Sergio Senise che nel corso del suo intervento ha anche lanciato la proposta di costituirsi in associazione scientifica, si sono aperti i lavori della prima convention nazionale AminBiodiet. Sotto l’attenta e scrupolosa direzione scientifica dell’ideatore del Metodo AminBiodiet, il dott. Giuseppe Castaldo che ha apportato nuovi e ricchi approfondimenti, decine di professionisti, tutti profondi conoscitori del metodo AminBiodiet, provenienti dall’intero territorio nazionale, hanno condiviso le loro esperienze derivanti dall’utilizzo dello stesso Metodo AminBiodiet. Il risultato principale che scaturisce da questa esperienza è che il Metodo AminBiodiet e gli integratori che lo compongono, possono tranquillamente essere utilizzati anche in un contesto diverso da quello classico del dimagrimento. Infatti, tra gli interventi più significativi, oltre a quello del dott. Giuseppe Castaldo ricordiamo quelli della dott.ssa Antonella Cicale (Effetti della dieta oloproteica nella PEFS) che ha evidenziato, sulla base della documentazione fotografica presentata, gli effetti benefici del Metodo AminBiodiet sulle pazienti affette da cellulite; del dott. Gennaro Crispo (AminBiodiet nella gestione del peso forma dell’atleta) che ha illustrato l’utilizzo del Metodo AminBiodiet nell’ambito sportivo; del dott. Alberto Fiorito (Cosa c’è dopo AminBiodiet - Uno stile di vita corretto) che ha illustrato i benefici derivanti dall’utilizzo di materie prime biologiche di qualità all’interno dell’alimentazione quotidiana e, infine, della 8 dott.ssa Manuela Biserni (Gli integratori del metodo Dimagrante AminBiodiet) che ha evidenziato, sulla base dei test di laboratorio effettuati, la purezza e la qualità delle materie prime utilizzate per gli integratori del Metodo AminBiodiet, nonchè la possibilità di utilizzo degli stessi anche da parte di pazienti celiaci o con intolleranza/allergia al lattosio ed al nichel. L’ultima giornata del Simposio ha avuto per tema: “Dibattito e presentazione di casi clinici trattati con il Metodo Dimagrante AminBiodiet: analisi dei risultati”. Durante la discussione, sulla base dei casi clinici riportati dai vari professionisti, si è evidenziata ulteriormente l’estrema duttilità e valenza del Metodo AminBiodiet anche in pazienti affetti da patologie non strettamente correlate alla perdita di peso. Particolare interesse hanno suscitato gli interventi del dott. Valerio Ballardini (esperienza con pazienti con patologie a carico dell’apparato epato-biliare), della dott.ssa Maria Teresa Brambilla (che ha illustrato, tra l’altro, le proprie modalità di utilizzo del Metodo AminBiodiet nelle malnutrizioni derivanti anche da disturbi del comportamento alimentare), della dott.ssa Adriana Carotenuto (che ha messo in evidenza i risultati positivi ottenuti in pazienti con problematiche flebologiche) ed, infine, della dott.ssa Manuela Baldi (che ha relazionato sui risultati positivi ottenuti in ambito estetico). Ringraziando ancora una volta il dott. Giuseppe Castaldo ed i partecipanti tutti, PromoPharma da a tutti appuntamento nel 2013 per la Seconda Convention Nazionale AminBiodiet®. Metodo dimagrante Il nuovo metodo dimagrante per le adiposità generalizzate e localizzate Dimagrimento mirato con azione efficace sulla silhouette Scomparsa della fame Nessun avvizzimento sulla pelle Rapidità e facilità d’uso dei prodotti www.aminbiodiet.com ® Avete mai notato che le coliche renali aumentano con la bella stagione? Dott.ssa Giovanna Perrone (*) – Dott. ssa Barbara Ostan (**) (*)Medico chirurgo, Specialista in Scienza dell’alimentazione, Esperto in Medicina naturale, Esperto in Omeopatia, Omotossicologia e Medicine Integrate (**)Medico chirurgo, Esperto e consulente in Medicina ad Indirizzo estetico, Esperto in Omeopatia, Omotossicologia e Discipline Integrate Abstract: I calcoli sono concrezioni di sali minerali e composti organici, di numero, dimensione e composizione variabile. I calcoli renali sono aggregazioni che si formano lungo il tratto urinario, rene compreso. Detti anche calcoli urinari sono formati per lo più di sali di calcio, magnesio, ammonio o acido urico, e solitamente sono dovuti ad un delicato equilibrio mantenuto dalla funzione renale. Dieci persone adulte su 100 almeno una volta nella vita riferiscono un episodio di calcolosi renale. Abstract: Kidney stones are concretions of mineral salts and organic compounds, of number, size and of variable composition. Kidney stones are aggregates that are formed along the urinary tract, including kidney. Also known as urinary stones are formed mostly of calcium, magnesium, ammonium or uric acid, and are usually due to a delicate balance maintained by renal function. 10 adult of 100 at least once in their life mention an episode of kidney stones. Parole chiave: calcolosi renale, corretta idratazione, elementi minerali Key words: kidney stones, proper hydration, mineral elements Fin dall’antichità “il mal della pietra” ha tormentato la vita di tanti: sassolini e pietruzze sono stati trovati persino nelle vie urinarie delle mummie. Abbiamo deciso di parlare di calcoli renali ora perché con la fine dell’inverno si registra un aumento fisiologico delle coliche renali e l’alimentazione invernale sembra avere un ruolo molto importante come concausa. La calcolosi renale è una patologia caratterizzata dalla formazione di aggregati cristallini, sali di calcio per lo più, che si depositano nelle vie urinarie e che muovendosi con il flusso urinario provocano la colica. La formazione dei calcoli è dovuta ad un’eccessiva concentrazione di elementi minerali, ovvero superiore a quella che può essere disciolta nelle urine. Il termine colica viene utilizzato per indicare qualsiasi dolore legato alla contrattura o allo spasmo di un organo cavo, come per esempio l’intestino, l’uretere, il coledoco, la colecisti o la cistifellea; spesso il problema è causato dalla presenza di renella o di fango biliare o ancora a ispessimento del succo pancreatico. Tra le cause troviamo familiarità, alimentazione, stagionalità e, ovviamente, patologie metaboliche o malformazioni a carico delle vie urinarie. Per molto tempo il calcio è stato ritenuto il principale responsabile della formazione dei calcoli renali, in realtà i danni peggiori sono da imputare al cloruro di sodio (sale) e alle proteine. Un recente studio dell’università di Parma pubblicato sul New England Journal of Medicine, al contrario, evidenzia 10 come una dieta povera di calcio potrebbe aumentare il rischio. Per evitare le coliche è necessario mantenere l’organismo in equilibrio, assumendo la giusta quantità di liquidi e seguire una sana e corretta alimentazione. Quindi la prima regola è bere molto, una corretta idratazione è fondamentale, soprattutto quando la temperatura si alza o si fa attività fisica, e si perdono più facilmente i liquidi. Bere in modo corretto consente di diluire le sostanze presenti nelle urine, responsabili della formazione dei calcoli, riducendo la possibilità che precipitino portando alla formazione dei calcoli. Per capire se si è sufficientemente idratati è sufficiente controllare il colore delle urine, se è giallo limpido sono perfette, più il giallo diventa scuro più dobbiamo bere. Per quanto riguarda l’alimentazione, la dieta mediterranea dovrebbe essere sempre considerata un punto di riferimento. Le coliche renali estive sono la conseguenza di un’alimentazione invernale scorretta, troppo ricca di cloruro di sodio e proteine come: carne, formaggi stagionati....... Anche le bibite zuccherate come la cola ma anche tè, caffè, cioccolato, frutta secca (se in quantità abbondante), verdura a foglia larga e succhi di frutta andrebbero limitati. Sono tutti alimenti ricchi di acido urico, ossalato e fosfati che precipitano e si aggregano al calcio formando il calcolo, a meno che l’urina non sia abbastanza diluita. Ecco alcuni consigli relativi ad alcune scelte alimentari a cui riservare una particolare attenzione: • Ridurre l’utilizzo del sale massimo a 4-5 grammi al giorno, tra ® Silybum marianum Phyllantus niruri Taraxacum officinalis Chrisantellum americanum • • • • • quello già presente nei cibi e quello utilizzato per cucinare e condire. Incrementare l’assunzione di liquidi fino a 2 litri al giorno usando acqua con basso contenuto di sodio e calcio Limitare il consumo di latte, caffè, tè e succhi di frutta Tra le verdure scegliere quelle che contengono meno ossalati come carote, sedano, carciofo, cavolo e cavolfiore. Tra la frutta preferire le arance e le mele; il limone in particolare ha potere solvente sui calcoli ne facilita lo scioglimento e agisce da “scudo”. Anche la cipolla aiuta: con il suo effetto diuretico favorisce l’eliminazione di acido urico. Inoltre attenzione particolare per le purine e la renella; le prime sono molecole che il metabolismo trasforma in cristalli di urato che producono, in ambiente acido, calcoli di urato o depositi (la cosiddetta renella), per questo è meglio assumere con cautela alimenti che ne sono ricchi come salumi, insaccati, alici, sardine, scampi, gamberi e cozze, merluzzo e trote, ma anche fegato, pancetta affumicata, tacchino, interiora, estratti di carne e selvaggina. Invece pane, riso e pasta, ma anche alcuni formaggi, vegetali verdi, uova ne sono meno ricchi. Per quanto riguarda la frutta sarebbe meglio evitare frutta molto matura, marmellate, o sciroppi, perché favoriscono la ritenzione di acido urico. Anche la fitoterapia può aiutarci in questi casi; di seguito i rimedi maggiormente utilizzati. • Il Silybum marianum, antiepatotossico, epatoprotettore e lievemente spasmolitico, viene usato con successo nel trattamento di pazienti affetti da epatite cronica sintomatica con scomparsa completa dei sintomi clinici quali: astenia, inappetenza, grave meteorismo, dispepsia, sub-ittero e alterazione delle transaminasi. • Il Phyllantus niruri, chiamato anche “spacca pietre”, è utilizzato tradizionalmente come diuretico, per disinfettare il tratto urinario e per aiutare a distruggere i calcoli renali e biliari. Accresce infatti la solubilità dei sali alcalini e aiuta a mantenere i tassi batterici normali nel tratto genito-urinario. • Il Taraxacum officinalis è un valido depurativo in quanto colagogo, coleretico, diuretico e digestivo. • Il Chrisantellum americanum, per la sua azione antinfiammatoria, vasoprotettrice ma soprattutto epato-protettrice e antilitiasica, è molto utilizzato nella terapia di epatiti croniche (cirrosi alcolica e tossica) e di insufficienze epatiche, nonchè nelle calcolosi biliari. 11 Utile in caso di Sali urinari di deposito Scorie depositate Coliche renali Renella Litiasi renale Calcoli biliari Integratore alimentare Ossaluria FITOSIN 16 FitoSIN 16 agisce coadiuvando le importanti funzioni di fegato e reni, risultando utile per il benessere delle vie urinarie in generale e per il drenaggio delle sostanze poco solubili nei liquidi organici in particolare. ® ® Stitichezza (o stipsi) Il contributo dei rimedi naturali per il controllo e la soluzione del problema Dr. Salvatore Corrado Esperto in botanica, fitoterapia ed omeo-bioterapie. Dal 1979, Accademico al merito dell’Accademia internazionale di Psicobiofisica di Bergamo, Ateneo di Scienze per lo studio dei fenomeni Fisici, biologici e psichici. Dal 1981 Accademico associato al merito dell’Accademia Tiberina in Roma, Istituto di Cultura Universitaria per lo studio, lo sviluppo e l’esaltazione delle Scienze. Abstract: Dopo avere preso in esame quelli che sono i numerosi fattori che possono causare la stipsi (inadeguate abitudini alimentari, irritazione del colon, turbamenti emotivi, processi infiammatori, …) l’Autore prende in esame il contributo dei rimedi naturali per capire come si può risolvere questo problema. Abstract: After having examined what are the many factors that can cause constipation (inadequate food habits, bowel irritation, emotional upsets, inflammatory processes, ...) the author examines the contribution of natural remedies to understand how we can solve this problem. Parole chiave: stipsi, lassativi meccanici, lassativi antrachinonici Key words: constipation, mechanical laxatives, anthraquinonic laxatives. La complessità dell’argomento richiederebbe la stesura di un intero capitolo, ma noi ci limiteremo ad un’analisi elementare e a generiche considerazioni che possono in qualche modo aiutarci a meglio inquadrare, comprendere ed affrontare il problema. Più esattamente, col termine stipsi, si definisce una situazione caratterizzata da meno di tre evacuazioni alla settimana, con emissione di feci dure, abitualmente di peso inferiore agli 80 grammi. Con il termine di stitichezza, o stipsi ( dal greco “stipsis”= restringimento) si definisce una diminuzione dell’attività funzionale dell’intestino, caratterizzata da un ritardo della progressione del materiale da evacuare lungo il colon. Si tratta di una diffusissima affezione riscontrabile a tutte le età, nei bambini in tenera età come nei ragazzi, negli adulti e molto più spesso in età avanzata. Si parla di stitichezza, quando il ritmo dell’evacuazione (che normalmente si verifica una o anche due volte nelle 24 ore) è rallentato o molto rallentato. Cause della stipsi La stipsi può essere causata da numerosi fattori, questi si possono distinguere in fattori funzionali e fattori organici. a) Fattori funzionali: La stitichezza funzionale, può essere dovuta a disabitudine ad evacuare regolarmente, ad abitudini alimentari inadeguate, a irritazione del colon, a turbamenti emotivi (molto frequenti). Altra causa può essere una inibizione psichica, in rapporto a convenienze sociali che, spesso, costringono a rinviare il bisogno immediato di defecazione. 13 ® b) Fattori organici: La stitichezza organica, può essere causata da paralisi intestinale o da occlusione meccanica della canalizzazione intestinale. Tra le possibili cause della stitichezza organica si annoverano aderenze o tumori intestinali, stenosi cicatriziali del retto o dell’ano, oppure processi infiammatori. Paradossalmente, anche l’uso continuo e prolungato di alcuni lassativi, alterando la normale motilità intestinale da un lato e distruggendo le sue cellule dall’altro, può portare ad uno stato di stitichezza cronica. Essendo la stitichezza organica (o da cause patologiche) di stretta pertinenza clinica, dove spesso si rende necessaria la rimozione della causa patologica dell’occlusione mediante intervento chirurgico o con terapia medica opportuna, noi, occupandoci in questa sede di “contributo dei rimedi naturali”, prenderemo in considerazione alcuni aspetti della stitichezza funzionale, cercando di capire come ci possiamo aiutare a risolvere questo non trascurabile problema. Spesso, in concomitanza ad una condizione di stipsi, si manifesta tutta una serie di disturbi complessivamente definiti “disturbi digestivi”, la cui sintomatologia può contribuire ad aggravare l’alterata funzionalità intestinale. Sono questi i disturbi della motilità e della secrezione gastrica, della funzionalità epato-biliare, e gli stati dispeptici, la cui sintomatologia, come ad es. digestione lenta e difficile, senso di pesantezza dopo i pasti, meteorismo, dolori spastici localizzati all’addome, costituisce spesso un fattore aggravante della stipsi. Questo ci induce a prendere in esame non solo l’ultima porzione dell’intestino, ma a considerare l’intero processo digestivo e la coordinazione dei vari organi e sistemi che vi partecipano. Fatte tutte queste considerazioni, se non riusciamo ad eliminare il problema con abitudini alimentari adeguate, associate ad uno stile di vita più corretto, non resta che ricorrere all’uso dei lassativi, cercando di farlo nella maniera meno traumatica possibile per il nostro intestino. La Natura, in questo campo è veramente generosa perché ci fornisce ogni genere d’aiuto, da quello più blando e delicato, adatto a chi ha un problema leggero o saltuario, ai bambini, a coloro che hanno infiammazioni intestinali, coliti, ragadi, emorroidi, fino ad arrivare a chi è affetto da un disturbo più grave, cronico. Come si cura la stitichezza? Se si tratta di stitichezza funzionale la misura più opportuna è la correzione delle abitudini alimentari. - è necessario assumere cibi ricchi di scorie, come frutta e verdura, sia fresche che cotte, ed eventualmente integrare l’alimentazione con fibre (es. crusca). -Bere quotidianamente una sufficiente quantità di liquidi onde consentire una regolare idratazione delle feci. - Oltre a questo, è molto importante abituare gradualmente l’intestino a scaricarsi con regolarità e cercare di condurre una vita attiva. Nei casi in cui si vuole ottenere uno stimolo delicato, è opportuno usare i lassativi meccanici, che aumentano il volume fecale analogamente a quanto fanno le fibre vegetali assunte con la dieta. Ciò avviene perché le piante che si utilizzano a tale scopo contengono una elevata percentuale di mucillagini che, gonfiandosi per idratazione richiamano e trattengono ac14 qua all’interno dell’intestino aumentando il volume del bolo fecale, stimolando direttamente la muscolatura intestinale per via meccanica, come conseguenza della pressione esercitata sulle sue pareti interne. Le piante usate a questo scopo sono ad es. le foglie di malva, il glucomannano, l’altea radice, e varie altre che, oltre ad avere azione lassativa molto delicata, sono anche lenitive delle infiammazioni delle mucose intestinali. Se poi queste piante si associano ad altre aventi proprietà coleretiche e colagoghe come ad es. il tarassaco ed il boldo, otteniamo un prodotto ancora più efficace, indicato anche alle persone che hanno quei “problemi digestivi” che complicano ulteriormente la stipsi. Se a queste, si associano anche alcune piante carminative, come finocchio, cumino, anice ed altre, quelle cioè che riducono i gonfiori addominali, avremo un beneficio ancora più completo. Nei casi in cui la stipsi è più ostinata, è necessario ricorrere a quelle piante che contengono principi attivi più forti e stimolanti, le cosiddette “droghe antrachinoniche”, come la senna (Cassia angustifolia) la cui attività lassativa viene ascritta principalmente a glicosidi antranoidi, i sennosidi. Essa possiede tropismo elettivo nei confronti dell’intestino crasso, con attivazione della peristalsi e quindi avanzamento del contenuto intestinale. La frangula (Rhamnus frangula) ricca di principi attivi antrachinonici sia in forma libera che in forma glicosidica e dimerica. Contiene inoltre abbondanti saponine, tannini e triterpeni. È una delle droghe purgative più utilizzate per la sua azione costante e tollerata. Il rabarbaro (Rheum palmatum) i cui componenti principali sono composti antrachinonici semplici e glicosidati, acido crisofanico, acido catartico, emodina. Le sue proprietà sono lassativo-stimolanti. La cascara sagrada (Rhamnus purshiana) di cui si utilizza la corteccia ricca di principi attivi come gli eterosidi idrossiantrachinonici (cascarosidi) che agiscono a livello del colon, stimolando la contrazione e favorendo l’evacuazione. L’aloe (Aloe ferox), i cui componenti principali sono glicosidi antrachinonici (aloine A e B) e agliconi (aloe-emodine) farmacologicamente attivi, è da considerarsi un purgante. Essa favorisce a livello intestinale la secrezione intraluminale di acqua ed elettroliti modificando il tono della muscolatura liscia intestinale. Altre ancora, che agiscono prevalentemente a livello dell’intestino crasso (colon), stimolando le contrazioni peristaltiche della sua muscolatura, favorendo così il suo svuotamento. I lassativi antrachinonici, sono controindicati nel periodo della gravidanza e dell’allattamento, nei bambini sotto i 12 anni di età, nelle malattie del fegato, nelle malattie infiammatorie acute a carico dell’intestino (colite ulcerosa, enterocolite, appendicite, morbo di Crohn). RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI -A. Bruni. Farmacognosia generale e applicata. I farmaci naturali. Piccin 1999. -Le Monografie Tedesche – Schede Fitoterapiche del Ministero della Sanità Tedesco – Versione Italiana tradotta e commentata da Rocco Longo, Ed. Studio Edizioni 1994. -L’uomo, la fitoterapia, la gemmo terapia – seconda edizione – Bruno Brigo – Tecniche Nuove 2003. -Piante Officinali per infusi e tisane – Manuale per Farmacisti e Medici – Edizione Italiana del manuale Teedrogen di Max Wichtl a cura di Roberto Della Loggia – Edizione Italiana 1993 OEMF spa. -Schulz V., Hansel R., Tyler V.E. Fitoterapia razionale. Mattioli. 2003. Una linea completa per il benessere dell’intestino INTEGRATORI ALIMENTARI VADO compresse glutine VADO sciroppo Senza VADO LAX compresse ® ® Beta-carotene ed altri carotenoidi Dr. Valerio Ballardini Nutrizione e Dietetica Applicata – Iridologia – Naturopatia Abstract: L’autore prende in esame la categoria dei carotenoidi, analizzandone fonti alimentari (alimenti dove sono maggiormente presenti), metabolismo (fattori in grado di influenzarne l’efficacia dell’assorbimento), trasporto, accumulo ed escrezione (all’interno dell’organismo umano). Vengono presi in esame anche i ruoli fisiologici a livello di riproduzione, sistema immunitario ed attività antiossidante. Interessanti le svariate applicazioni cliniche, sostenute da importanti pubblicazioni e studi epidemiologici: prevenzione del cancro, prevenzione delle malattie cardiovascolari, stimolo immunitario, candidosi vaginale e disturbi da fotosensibilità. Per finire le indicazioni su dosaggio e tossicità (fortunatamente non rilevate). Abstract: The author examines the category of carotenoids, analyzing food sources (foods which are over-represented), metabolism (factors that can influence the efficiency of absorption), transport, accumulation and excretion (inside ‘human body). It also examine the physiological roles for the reproduction, immune system and antioxidant activity. The variety of clinical applications are interesting , supported by major publications, and epidemiological studies of cancer prevention, prevention of cardiovascular diseases, immune stimulation, vaginal candidiasis and photosensitivity disorders. Finally the author examines the directions on dosage and toxicity (fortunately not detected). Parole chiave: carotenoidi, provitamina A, fonti alimentari I carotenoidi rappresentano il gruppo di pigmenti naturali più diffusi in natura, costituendo un gruppo di composti liposolubili dai colori vivi (rosso e giallo), formati da idrocarburi (caroteni) e dai loro derivati ossigenati (xantofille o ossicarotenoidi). Tutti gli organismi foto sintetici, sia batteri che piante, contengono carotenoidi, che oltre a fungere da pigmenti ausiliari nella fotosintesi sono essenziali per proteggere l’organismo dalla fotosensibilizzazione dovuta alla propria stessa clorofilla. Si conoscono oltre 600 carotenoidi, ma si ritiene che solo 30-50 siano attivi come vitamina A. Il beta-carotene è stato definito il più attivo dei carotenoidi grazie alla sua spiccata attività di provitamina A. Le xantofille sono poco o per nulla attive come provitamina A. Fonti alimentari I carotenoidi presenti nelle piante verdi si trovano insieme alla clorofilla nei cloroplasti, e di solito formano complessi con una proteina od un lipide. Il beta-carotene è la forma predominante nella maggior parte delle foglie verdi e, in generale, quanto più intenso è il colore verde, tanto maggiore è la concentrazione di beta-carotene. I frutti e gli ortaggi arancioni, come la carota, l’albicocca, il mango e la zucca, hanno in genere una concentrazione maggiore di carotenoidi che fungono da provitamina A, il cui contenuto è, anche in questo caso, proporzionale all’intensità del colore. Gli ortaggi gialli hanno maggiori percentuali di xantofille e quindi una minore attività di provitamina A. Nei frutti gialli o arancioni le concentrazioni di beta-carotene sono pur sempre alte, ma tipicamente predominano altri carotenoidi con azione di provitamina A. Gli ortaggi ed i frutti di colore rosso e viola, come i pomodori, i cavoli rossi, le bacche e le prugne, contengono un’elevata proporzione di pigmenti privi di attività vitaminica A, tra cui i flavonoidi. I legumi, i cereali ed i semi, sono anch’essi fonti significative di carotenoidi, che sono presenti anche in alimenti di origine animale come il salmone ed altri pesci, il tuorlo d’uovo, i frutti di mare, il latte ed il pollame. 16 Key words: carotenoids, provitamin A, food sources Infine, i carotenoidi sono spesso aggiunti ai cibi come coloranti. Metabolismo Sono noti svariati fattori in grado di influenzare l’efficacia dell’assorbimento della vitamina A e dei carotenoidi. Anche se il retinolo non ha bisogno di acidi biliari che ne facilitino l’assorbimento, i carotenoidi li richiedono. Importanti altri fattori al riguardo sono: • la presenza nel cibo di lipidi, proteine ed antiossidanti; • la presenza della bile e di un normale corredo di enzimi pancreatici nel lume intestinale; • l’integrità delle cellule della mucosa. L’efficienza dell’assorbimento della vitamina A ingerita con gli alimenti solitamente è piuttosto buona (80-90%) e si riduce solo di poco se le dosi sono alte, viceversa l’efficienza dell’assorbimento del beta-carotene ingerito con gli alimenti è molto minore (40-60%) e cala molto rapidamente al crescere del dosaggio. I supplementi di carotene si assorbono meglio del carotene contenuto nel cibo. Trasporto, accumulo ed escrezione Nel plasma umano non esistono proteine di trasporto specifiche per i carotenoidi, dunque questi composti di norma circolano spesso associati alle lipoproteine plasmatiche, in particolare alle LDL. Ne deriva che i soggetti con alti livelli ematici di colesterolo o di LDL, tendono ad avere anche alti livelli di carotenoidi. I caroteni possono essere immagazzinati nel tessuto adiposo, nel fegato ed in altri organi. Le più alte concentrazioni si presentano nelle surrenali, nei testicoli e nelle ovaie. La deposizione nella pelle provoca la carotenodermia, uno stato benigno e probabilmente benefico. Tuttavia la carotenodermia non attribuibile direttamente all’apporto dietetico o ad integrazione, può indicare il deficit di un fattore necessario alla conversione, come ad esempio di zinco, di vitamina C, di ormone tiroideo o di proteine. ® CAROTENOIDE ATTIVITà (%) FONTI ALIMENTARI Beta-carotene 100 Piante verdi, carote, patate dolci, spinaci, albicocche, peperoni verdi, zucche Alfa-carotene 50-54 Piante verdi, carote, mais, angurie, peperoni verdi, patate, mele, pesche, zucche Gamma-carotene 42-50 Carote, mais, patate dolci, pomodori, angurie, albicocche Beta-zeacarotene 20-40 Mais, pomodori, lievito, ciliegie Criptoxantina 50-60 Mais, peperoni verdi, cachi, papaia, limoni, arance, prugne, mele, albicocche, paprika, pollame Beta-apo-8-carotenale 72 Agrumi, piante verdi Beta-apo-12’- carotenale 120 Farina di alfalfa Tabella 1.1 Carotenoidi con funzione di provitamina A e loro fonti alimentari. CAROTENOIDE FONTI ALIMENTARI Licopene Pomodori, carote, pomodori verdi, albicocche, pompelmo rosa Zeaxantina Spinaci, paprika, mais, frutta Luteina Piante verdi, mais, patate, spinaci, carote, pomodori, frutta Cantaxantina Funghi, trota, crostacei Crocetina Zafferano Capsantina Peperoni rossi, paprika Tabella 1.2 Carotenoidi senza funzione di provitamina A e loro fonti alimentari Ruoli fisiologici Riproduzione Per il beta-carotene è stato descritto un effetto specifico anche nella fertilità, distinto dal suo ruolo come precursore della vitamina A. Il corpo luteo ha la più alta concentrazione di beta-carotene mai misurata in un organo. L’attività di clivaggio del carotene varia con il ciclo ovarico e tocca il massimo nella fase intermedia dell’ovulazione. Si è arrivati ad ipotizzare la necessità di mantenere un rapporto adeguato tra carotene e retinolo per garantire la corretta funzionalità del corpo luteo. Poiché il corpo luteo produce progesterone, una sua insufficiente funzione può avere effetti deleteri rilevanti. Una inadeguata funzione secretoria del corpo luteo, ad esempio, è una delle caratteristiche dei cicli mestruali sterili e/o irregolari. Inoltre, l’aumento del rapporto estrogeni/progesterone è stato messo in relazione a numerose patologie, tra cui le cisti ovariche, la sindrome premestruale, la mastopatia fibrocistica ed il tumore alla mammella. Sistema immunitario Alcuni degli effetti del beta-carotene sul sistema immunitario sono legati alla capacità della vitamina A di prevenire l’involuzione del timo indotta dallo stress, e di promuoverne la crescita. Poiché i caroteni sono tra gli antiossidanti migliori, potrebbero rivelarsi ancora più efficaci della vitamina A nel proteggere il timo, dato che questa ghiandola è particolarmente suscettibile al danno ossidativo e da radicali liberi. Gli effetti principali del beta-carotene sembrano essere lo stimolo della funzione del timo e l’aumento dell’azione stimolatrice dell’interferone sul sistema immunitario. L’interferone è un potente stimolatore immunitario che svolge un ruolo chiave contro le infezioni virali. Attività antiossidante In generale i caroteni esercitano un’attività antiossidante significativa, mentre il potere antiossidante della vitamina A è al confronto relativamente modesto. L’attività antiossidante dei caroteni è ritenuta il fattore responsabile dell’effetto protettivo contro il cancro riscontrato in alcuni studi sulla popolazione. Poiché l’invecchiamento è associato ai danni da radicali liberi, è stata proposta l’ipotesi che i caroteni proteggano anche contro la senescenza, ed in effetti vi sono vari indizi a sostegno di tale ipotesi. Sembra infatti che il contenuto tissutale di carotenoidi sia il maggior determinante della massima durata di vita potenziale delle specie di mammiferi. Anche se la massima attenzione è stata riservata al beta-carotene, molti altri caroteni con attività vitaminica scarsa o nulla offrono una protezione addirittura maggiore. Per esempio, mentre il beta-carotene genera vitamina A con efficienza decisamente superiore all’alfa-carotene, quest’ultimo è più potente di circa il 38% come antiossidante ed è 10 volte più efficace nel prevenire il cancro del colon, del polmone e della cute degli animali. Il licopene è ancora più potente. Le ricerche hanno mostrato che questo composto esibisce il più alto potere di eliminazione dell’ossigeno singoletto tra i carotenoidi fi17 ® nora studiati, con attività circa doppia rispetto al beta-carotene, e con effetti antitumorali ancora più marcati. Applicazioni cliniche Sul mercato esistono tre fonti importanti di caroteni: • Beta-carotene tutto trans sintetico • Beta-carotene ricavato dall’alga Dunaliella • Caroteni misti da olio di palma I caroteni di Dunaliella ed i caroteni di olio di palma sembrano offrire una protezione antiossidante molto efficace, a differenza della versione sintetica, che fornisce solo la configurazione trans del beta-carotene. Le fonti naturali apportano sia la forma trans che la cis. I caroteni di Dunaliella ed i caroteni di olio di palma sono assorbiti da 4 a 10 volte meglio della forma beta-carotene tutto trans sintetica. Prevenzione del cancro Gli studi epidemiologici hanno dimostrato chiaramente una forte correlazione inversa tra l’apporto alimentare di carotene e una varietà di carcinomi del tessuto epiteliale (polmone, cute, cervice uterina, tratto gastro-intestinale, ecc). Che una dieta ricca di caroteni protegga dal cancro è fuori discussione, ma il vero quesito è: “Un supplemento di caroteni può ridurre il rischio di cancro?”. La risposta sembra essere negativa per il beta-carotene sintetico. Tre pubblicazioni di cui si è molto parlato in passato (“L’Alpha-tocopherol, Beta-carotene Cancer Prevention Study Group”, “Lo studio CARET” ed “Il Physician’s Health Study”) circa sperimentazioni sulla prevenzione del cancro mediante somministrazioni di beta-carotene tutto trans in gruppi ad alto rischio, hanno dato esiti negativi. Infatti i risultati di questi tre studi indicano che i supplementi di beta-carotene sintetico possono avere effetti deleteri nei gruppi ad alto rischio di cancro e malattie cardiovascolari. Questi studi però non invalidano le centinaia di studi che mostrano l’effetto preventivo contro il cancro e le patologie cardiovascolari, di una dieta ricca di carotenoidi e di antiossidanti alimentari. Tali risultati sembrano indicare il bisogno di una dieta ricca di caroteni e, se si desidera un supplemento, chi lo assume non deve fumare, dovrebbe ricorrere a forme naturali e sarebbe necessario proteggere il beta-carotene dalla formazione di derivati tossici assumendo maggiori dosi di vitamina E, C e di Selenio. Prevenzione dalle malattie cardiovascolari Un alto apporto dietetico di carotene è associato ad un minor rischio di patologie cardiovascolari. Come altri antiossidanti, il beta-carotene può inibire i danni al colesterolo ed alla parete delle arterie. Sembra tuttavia che nei confronti delle patologie cardiovascolari, il betacarotene sia meno efficace della vitamina E, probabilmente perché questa protegge meglio dai danni ossidativi al colesterolo. Stimolo immunitario In studi recenti i caroteni hanno dimostrato numerosi effetti di stimolo del sistema immunitario. D’altra parte tali effetti erano già noti dal 1931, quando si scoprì che una dieta ricca di caroteni, come accertato in base ai loro livelli ematici, era inversamente correlata al numero di giorni di scuola persi dai bambini. In origine si pensava che le proprietà immunostimolanti del carotene dipendessero dalla sua conversione in vitamina A, in realtà oggi sappiamo che molte azioni sul sistema immunitario non richiedono alcuna attività vitaminica. Una delle indagini più impressionanti è stata condotta su volontari umani sani. I risultati hanno mostrato che il beta-carotene per via orale (180 mg/die, circa 300.000 UI) accresceva la frequen18 za dei linfocitiT-helper/induttori (OKT4+) di circa il 30% dopo 7 giorni, e di tutti i linfociti T (OKT3+) dopo 14 giorni. Dato che i linfociti T4 hanno un ruolo cruciale nel determinare lo stato immunitario dell’ospite, questo studio indica che il beta-carotene orale può accrescere in modo efficace la competenza immunologica dell’ospite nelle situazioni caratterizzate da una diminuzione selettiva del sottogruppo T4 di linfociti T, quali sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) ed il cancro. Tuttavia, piuttosto che integrare la dieta con beta-carotene sintetico, può essere più opportuno utilizzare le fonti naturali o accrescere l’apporto di alimenti ricchi di carotene. Candidosi vaginale È ormai accertato che le donne sono più soggette alla candidosi vaginale quando il sistema immunitario è depresso, e la depressione può essere causata da scarsità di carotene. Sono stati misurati i livelli di beta-carotene nell’epitelio vaginale esfoliato di 22 donne affette da candidosi e, per confronto, in 20 donne sane. Il livello dei beta-carotene per milione di cellule nelle donne con la candidosi era di 1,46 ng, contro gli 8,99 nei controlli: le donne affette da candidosi avevano quindi un sesto del valore normale. Questi risultati, uniti ai noti effetti di stimolo del sistema immunitario del betacarotene, suggeriscono che un suo basso livello tissutale sia associato alla candidosi vaginale, e che un apporto elevato alimentare o mediante integrazione da fonti naturali, potrebbe proteggere dall’infezione. Disturbi da fotosensibilità Il beta-carotene si è affermato come terapia di scelta contro le malattie da fotosensibilità, e mostra la massima efficacia contro la protoporfiria eritropoietica (Erytropoietic ProtoPorphyria, EPP), mentre in altre affezioni quali fotodermatite polimorfa, il lupus eritematoso discoide e l’orticaria solare, ha comunque un’efficacia significativa ma non altrettanto spiccata. Ha inoltre un effetto significativo nell’accrescere la soglia di esposizione oltre la quale inizia a manifestarsi l’eritema solare, dando quindi la possibilità di esporsi al sole abbastanza a lungo per abbronzarsi. I soggetti affetti da EPP sono caratterizzati da livelli elevati di porfirine nel sangue, nelle feci e nella cute, e dall’ipersensibilità alla luce visibile. Questa sensibilità si manifesta dopo l’esposizione alla luce con una sensazione di bruciore seguita da gonfiore e rossore. Le creme protettive topiche non sono di nessuno aiuto. La fotosensibilità è dovuta all’eccitazione della molecola di porfirina da parte della radiazione ultravioletta, che provoca la formazione di radicali liberi estremamente nocivi per la cute. Il danno cellulare diretto porta alla liberazione di mediatori chimici che a loro volta danneggiano altre cellule, generando le manifestazioni di prurito, bruciore, rossore e gonfiore. Nell’EPP sembra che il carotene debba essere mantenuto nel sangue a livelli di 600-800 mg/dl per avere gli effetti ottimali, e che la protezione non si osserva prima 4-6 settimane di terapia. L’azione del beta-carotene e degli altri caroteni nei tessuti umani è simile a quella che esercitano nelle cellule vegetali, ovvero quella di agire da schermo cellulare contro i danni dei radicali liberi indotti dalla luce solare. Dosaggio Per i caroteni, un dosaggio giornaliero di 25.000 UI (15 mg di beta-carotene) sembra ragionevole per mantenere un buon stato di salute generale. Tossicità L’integrazione della dieta con beta-carotene non ha mostrato una tossicità significativa, nonostante se ne impieghino quantità molto elevate nella terapie di numerose patologie da fotosensibilità. Proteggi la pelle e prolunga l’abbronzatura MIXED CAROTENOIDI Integratore alimentare di Betacarotene Naturale estratto dall’alga Dunaliella salina ® Allergie? Prenditi una tregua. spray nasale capsule ® ® Insufficienza venosa periferica e rimedi naturali: scelta terapeutica o unica via di cura? Dott. Gennaro Crispo Specialista in medicina dello sport. Medico estetico. Abstract: L’Autore prende in esame i disturbi correlati alla circolazione periferica. Dopo avere analizzato la problematica a livello fisiologico ed elencato quali sono i fattori di rischio, vengono proposti dei suggerimenti per ridurre questi sintomi. Senza dovere necessariamente ricorrere ad un trattamento farmacologico, la fitoterapia ci offre un ventaglio di soluzioni efficaci, supportate da studi clinici. Abstract: The author examines the problems related to the peripheral circulation. After analyzing the problems at the physiological level and listed what are the risk factors, recommendations are proposed to reduce these symptoms. Herbal medicine offers us a range of effective solutions, supported by clinical studies, without necessarily use drug treatment. Parole chiave: insufficienza venosa, circolazione periferica Tempo di primavera, i primi tepori portano con sé non solo il piacere di disfarsi dei pesanti fardelli dell’abbigliamento o della vista degli alberi in fiore, ma anche una serie di piccoli disturbi che si ripresentano alla fine dell’inverno. Oltre alle allergie, la bella stagione ci regala vari disturbi della circolazione periferica, che col freddo si manifestavano con geloni, punte delle dita cianotiche, mani e piedi gelati ma che col caldo si trasformano soprattutto in pesantezza delle gambe, facile stancabilità, gonfiore soprattutto delle estremità inferiori ed intorno ai malleoli. Ma cosa provoca tutto ciò? Come mai questi tubi che veicolano un liquido così prezioso, quale il sangue, manifestano il loro disagio? Una prima causa è legata alla nostra evoluzione, da quando il nostro antenato, “l’homo erectus“ trovò più conveniente avventurarsi nelle grandi pianure, scoprì l’utilità della stazione eretta, abbiamo ereditato un maggior sovraccarico gravitazionale sull’albero venoso e le valvole ad esso connesso. Key words: venous insufficiency, peripheral circulation Ricordiamo che a differenza delle arterie che portano sangue ricco di ossigeno dal cuore al resto del corpo, le vene gli restituiscono “sangue povero di ossigeno”. Gli arti inferiori sono serviti da un sistema venoso profondo (vena femorale, vena poplitea e vene tibiali) il cui sbocco è nella grande vena detta “cava”, da un sistema venoso superficiale (grande e piccola safena). Completano l’apparato e mettono in comunicazione i due circoli precedenti, le vene perforanti, che come indicato dal loro nome perforano gli strati muscolari nel loro percorso, unendo uno o più vasi tra loro. Il sistema venoso profondo viene definito tale in quanto decorre al di sotto dei muscoli, toccando i vasi arteriosi mentre quello superficiale gravita tra l’epidermide e le sottostanti masse muscolari. A garanzia della progressione della corrente ematica che si dirige al cuore, esiste, meglio rappresentato nelle vene superficiali, un sistema di valvole semilunari, definito da alcuni autori “a nido di rondine”, indispensabili per contrastare il ristagno e la discesa del sangue 21 ® sotto la spinta della forza di gravità. Questo disturbo, abbastanza frequente, colpisce maggiormente il sesso femminile, si calcola che circa il 30% delle donne italiane ne sia affetto mentre solo il 15% degli uomini ne soffra. L’intensità dei sintomi spazia dall’edema agli arti inferiori fino a vere e proprie ulcere. Fattori di rischio: • età • storia familiare • il genere femminile • gravidanza, in particolare gravidanze multiple • prolungata stazione eretta (malattia delle giovani commesse) • mancato o ridotto esercizio fisico • anticoncezionali orali • tabagismo • stress ossidativo • stitichezza Lo scarso tono venoso, dovuto alla perdita di elasticità dei vasi, accompagnato dallo sfiancamento delle valvole è la causa principale dell’insufficienza venosa. Il ristagno di sangue nel tempo causa i sintomi classici della patologia: inestetismi dovuti alla comparsa sottocute di vasi bluastri e gonfi, edemi declivi (a piedi e caviglie), formicolii, prurito, spesso si nota la presenza di una pigmentazione scura della pelle dovuta a deposito di emosiderina. Alle alterazioni della componente venosa, si accompagnano sovente, quelle dei capillari, che possono essere più evidenti o rompersi e confluire in lacune scure evidenti a livello cutaneo. Cura e prevenzione Di seguito i rimedi e l’igiene di vita quotidiana da adottare per evitare l’insorgenza o l’aggravamento dei suddetti sintomi: • smettere di fumare • evitare l’esposizione al fumo passivo • evitare di stare molte ore fermi in piedi o seduti • evitare di indossare cinture o indumenti stretti • adottare una dieta ricca di fibre per evitare la stitichezza • elevare le gambe di frequente • praticare esercizio fisico regolare • perdita di peso se si è in sovrappeso • non sedersi con le gambe penzoloni: tenere i piedi sul pavimento • usare, se necessario, calze elastiche. Ovviamente accanto alle misure preventive troviamo una miriade di rimedi farmacologici atti ad alleviare e contrastare i sintomi ed i segni del progredire dell’ insufficienza venosa, probabilmente non esiste in medicina nessuna specialità che costringa così frequentemente, molti medici a diventare fitoterapeuti loro malgrado. È infatti di osservazione comune, che i rimedi di origine vegetale formino la quasi totalità della farmacologia della malattia venosa, molto spesso si tratta di estratti isolati, concentrati da pianta medicinale, ma di queste ultime possiamo trovare anche composti da fitocomplesso, in cui sono presenti più principi attivi della stessa pianta. La pianta medicinale regina onnipresente in ogni preparazione che si rispetti è la Centella asiatica, pianta originaria che cresce spontaneamente in colture in Cina, Indonesia, Sri Lanka e in India dove è nota come ”erba delle tigri “ o “tigre del prato”. Le sue virtù sono note da molti anni ma studi scientifici anche recenti ne attestano la capacità vasoprotettiva e trofico-cicatrizzante che si esplica principalmente sulla promozione della sintesi del collagene da parte dei fibroblasti, attraverso l’utilizzo selettivo degli aminoacidi: prolina, 22 idrossiprolina ed alanina che ne rappresentano i maggiori componenti. Un secondo meccanismo d’azione è legato ad un aumento di produzione di fibronectina, componente della membrana basale dell’endotelio venoso, che ne migliora il trofismo e l’elasticità. Un’altra pianta frequentemente utilizzata è il Ruscus aculeatus o pungitopo. Conosciuta da tempo per le sue doti curative sull’insufficienza venosa, molti studi clinici ne supportano l’efficacia; la sua azione a differenza della Centella asiatica è specifica sui recettori alfa e beta adrenergici post-sinaptici, con liberazione di noradrenalina e conseguente effetto vasocostrittivo, con azione anche sui muscoli lisci della parete venosa a garanzia di un più efficace ritorno venoso; in poche parole, una calza elastica endogena. A completare l’azione di contrasto dei sintomi dell’insufficienza venosa, soprattutto nella componente legata alle altre cause della patologia quali lo stress ossidativo e il danno dell’endotelio capillare, è utile associare nel protocollo terapeutico rimedi vegetali ad alto contenuto in antocianosidi quali il Mirtillo nero, che vanta un utilizzo consolidato nel tempo, nota anche agli oculisti per la sua azione di protezione anche a livello dei vasi retinici. È noto che gli antocianosidi vantano da un lato un’azione antiinfiammatoria e dall’altro stimolano la formazione di collagene e mucopolisaccaridi abbassando, inoltre, la permeabilità dei capillari sanguigni. Non ultima per importanza, da citare, è l’Hamamelis virginiana, la cui azione astringente è legata alla ricchezza in tannini e in flavonoidi, che causano una riduzione della permeabilità vasale. Affrontiamo allegramente, quindi, la bella stagione alimentandoci in maniera consona, approfittiamo del bel tempo per fare movimento e facciamoci aiutare serenamente dalla natura ad integrare le nostre risorse, quando non ci sentiamo in armonia con il nostro corpo. Riferimenti bibliografici -Kartnig T. Clinical applications of Centella asiatica (L.) Urb herbs spices and medicinal plants, nd ed. 2nd. Vol. 28. Rocklin, CA: Prima Publishing; 1988. pp. 146–73. -No author listed. Centella: Monographs for herbal medicinal products. 2007. [consulted on 2008 May 12]. available from: http://www.mohp.gov.eg/Sec/Statistics/hplants.pdf. - Kartnig T. Clinical applications of Centella asiatica (L) urb. In: Craker LE, Simon JE, editors. Herbs, spices, and medicinal plants: Recent advances in botany, horticulture, and pharmacology. Phoenix AZ: Oryx Press; 1986. pp. 145–73. - No author listed. Centella asiatica selected triterpenes (CAST) for Diabetic Neuropathy. 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Res. 41, 905-909, Sollievo e leggerezza per le tue gambe ICS ET ECO BI Una linea completa TIFIE ER D C BIO GEL GAMBE COMPRESSE O C SM O 186 BC 001 (compresse e Bio gel gambe) ideale per alleviare il senso di stanchezza, pesantezza e gonfiore agli arti inferiori e apportare immediato sollievo. ® ne Senza gluti Florit® è una linea completa di fiori di Bach prodotti secondo il metodo originale: diluizione 1:240 in puro brandy della migliore qualità. Le essenze naturali sono preparate a partire da fiori freschi spontanei raccolti presso zone incontaminate di Alpi e Appennini italiani. L’acqua utilizzata proviene dalle zone di raccolta dei fiori così da garantire il trasporto dell’energia vibrazionale dei fiori stessi. La linea comprende tutti i 38 rimedi, la miscela Soccorso (Rescue) e la formulazione Esami pronta all’uso. ® ® ® Impatiens glandulifera (Balsamina) Florit 18 Maurizio Di Leo Erborista, ricercatore e fondatore del Laboratorio Erboristico Di Leo nel 1981, conduce vari corsi di aggiornamento per erboristi e farmacisti. Relatore a diversi congressi nazionali ed internazionali nel campo della Fitoterapia, scrive libri ed articoli su varie riviste. Ha portato per primo i Fiori di Bach in Italia, all’inizio degli anni ’80. Abstract: Impatiens glandulifera, Balsamina, (non mi toccare). Questa pianta infestante è di origine himalayana; introdotta in Inghilterra nel 1830, è reperibile anche in Italia lungo le rive dei fiumi. Inizia a svilupparsi in sordina, sovrastata dalle altre, poi all’improvviso esplode l’impazienza e continua a crescere anche in autunno inoltrato. La fioritura avviene tra aprile e settembre. I fiori sono di colore rosa malva pallido. Questa pianta ha delle sue capsule seminifere esplosive che, al tocco, scagliano i semi anche a metri di distanza (è infatti la parente rustica di Impatiens Noli-tangere). Questo fiore frettoloso è stato anche il primo a essere scoperto dal Dott. Edward Bach. Già da questa descrizione si può dedurre quale sia la persona che ha bisogno di Impatiens. Impatines è ottenuto con il metodo dell’infusione solare. Abstract: Impatiens glandulifera, Balsamina, (do not touch me). This infesting plant origins from Himalaya, it was introduced into England in 1830, it is also available in Italy on the sides of rivers. It begins to develop quietly, dominated by the other, then suddenly explodes with impatience and continues to grow in late autumn. Flowering occurs between April and September. The flowers are pale mauve pink. This plant has explosive seeds capsules, that if touched throw the seeds also meters away (it is the rustic parent of Impatiens Noli-tangere). This hasty flower was also the first discovered by Dr. Edward Bach. Already by this description we can deduce what is the person that need Impatiens. Impatines is obtained by the method of the solar infusion. Parole chiave: impazienza, tensione mentale, irritazione Le persone Impatiens generalmente sono persone molto intelligenti e dotate, con grande capacità nel recepire le cose da fare, velocità nel farle, ma una totale incapacità nel tollerare i ritmi altrui ed è per questo che spesso si ritrovano a lavorare da sole. Gli Impatiens tendono a fare e a far fare tutto in fretta; è facile che ti strappino le cose di mano o che ti completino la frase mentre parli, risultando in questo modo persone irritabili, brusche e poco delicate. Non sono, infatti, per niente diplomatiche; hanno uno spiccato senso pratico per cui tendono ad avere argomenti di conversazione piuttosto materiali: conti, acquisti e una totale indifferenza per tutto ciò che non interessa loro o non capiscono. Non sopportano le attese, i ritardi e sono sempre fuori ritmo in quanto vivono sempre un passo avanti agli altri. Questi soggetti entrano in crisi nella malattia perché la vivono con l’ansia di guarire in fretta e per accelerare la guarigione tendono a imbottirsi di farmaci. Anche durante una dieta dimagrante si riconoscono perché sono sempre sulla bilancia a pesarsi per vedere se hanno perso qualche etto. Talvolta mascherano la loro ansia sotto un aspetto apparentemente calmo e tranquillo, infatti a uno sguardo più attento, si può notare un corpo teso nell’andatura e occhi troppo aperti tipici di colui che vive sempre in uno stato vigile e attento. Il soggetto Impatiens deve imparare ad ascoltare il proprio “Io” emozionale e “Io” superiore, cercando di rallentare e uniformandosi ai ritmi altrui per evitare poi di isolarsi o essere isolato. I bambini Impatiens sprigionano energia da tutti i pori, sono molto intelligenti e svegli per cui spesso a scuola si annoiano perché sono più avanti rispetto ai compagni; sono vivacissimi, non stanno mai fermi. Dormono poco e spesso hanno il singhiozzo. Mangiano in fretta senza masticare per cui possono fare indigestione e possono manifestare una serie di tic nervosi. Sono soggetti a piccoli incidenti per il troppo impeto con cui fanno le cose. A livello fisico può essere utile per quelle persone che hanno disturbi respiratori, in quanto il soggetto Impatiens respira poco e male. Infatti, è guidato da una fretta interiore che non gli permette di fare respiri profondi. D’altra parte l’atto di respirare richiede tempo, e l’Impatiens non ne ha. È un fiore utile anche per le tensioni muscolari, anche a livello della nuca; per i crampi, strappi muscolari, insonnia (perché rilassarsi è una perdita di tempo!). Può aiutare nei casi di balbuzie, nei pruriti e manifestazioni Key words: impatience, mental tension, irritation cutanee, nei dolori spasmodici e nella eiaculazione precoce; per bruciori di stomaco, rigidità articolare e mal di testa. Impatiens è uno dei cinque fiori del Rescue Remedy proprio per la sua capacità di allentare la tensione e lo spasmo, per far meglio fluire l’energia. Nello stato positivo sviluppa la capacità di aver pazienza e tolleranza e impara a fluire col ritmo della vita, a fissare l’attenzione e a respirare più lentamente. STATO NEGATIVO STATO POSITIVO Accelerazione Capacità Balbuzie Efficienza Bisogno di indipendenza Intelligenza Bulimia Crampi muscolari Dolori alla nuca Eiaculazione precoce Frustrazione Impazienza Impulsività Incapacità di delegare Intolleranza Intolleranza verso i ritmi altrui Irritabilità Irritazione Mancanza di diplomazia Mangiarsi le parole Nervosismo Parlare in fretta Precipitazione nel parlare Precipitazione nell’agire Prurito Scatti di nervosismo Tachicardia Tensione mentale Tensione muscolare Tensione nervosa Torcicollo 25 Un naturale stato di serenità 45 compresse Integratore alimentare Utile per favorire lo stato di benessere psicofisico e come coadiuvante naturale per migliorare il tono dell’umore ® ® Depressione maggiore con sintomi psicotici (percorso di arteterapia) Paola Marcucci*, Giovanni Bonelli**, Elisa Pierantozzi**, Sara Galiberti** *Medico di medicina generale, Arteterapeuta **Clinica psichiatrica Università degli Studi di Siena Abstract: Una giovane paziente affetta da depressione maggiore con sintomi psicotici associati a gravi difficoltà relazionali ha accettato di partecipare ad un percorso di arteterapia secondo la tecnica descritta da Steiner, in questa sede delineiamo il percorso e proponiamo osservazioni relative agli elaborati. Abstract: a young patient suffering by Major Depressive Disorder with psychotic symptoms associated with serious relationship difficulties has agreed to partecipate in an art therapy course using Steiner’s technique. In this article we define the path and offer comments about her work. Parole chiave: depressione maggiore, arteterapia, Steiner Premessa L’Arteterapia è l’insieme dei trattamenti terapeutici attuati mediante la musica, la scrittura, la danza, la pittura, la scultura, il teatro ed altre espressioni artistiche. È un’attività effettuata col corpo e con la mente che rappresenta sia una forma di educazione alla sensibilità e alla percezione sia una tecnica con valenza psicologica. Le Arti danno la possibilità di rendere visibile nella terapia le molteplici dimensioni della psiche, estendendo il dialogo ed approfondendo il processo (psico) terapeutico. L’Arteterapia non produce arte, ma trae un valore terapeutico dalla messa in atto di un processo creativo. Nel prodotto si ricompongono le parti scisse e si va a indurre un cambiamento, anche se non consapevole, nel senso di una migliore integrazione del Self che può corrispondere al miglioramento sintomatologico. Introduzione L’arte, in tutte le sue manifestazioni, attinge alla capacità emotiva e intellettiva del soggetto stimolando al contempo la presa di coscienza del proprio passato (spesso dimenticato per un meccanismo di rimozione) che può rivivere nel presente. Si tratta di un evento che si manifesta attraverso la produzione di immagini che avviene in modo inconsapevole e del tutto indolore. Così, nel processo creativo, che è indipendente dalla malattia e che nasce nella parte sana del soggetto, è possibile riscoprire la propria ricchezza interiore, utilizzando ora la parte emotiva ora la parte intellettiva. In questo sta la funzione terapeutica dell’arte. Gli elaborati prodotti nel percorso terapeutico non sono il risultato di una ricerca estetica, anzi questa non è affatto contemplata. Pertanto con l’arteterapia non si produce arte. Nel processo creativo si rivela invece più frequentemente quello che Freud definisce il processo primario: una sorta di innata “istintività”. L’elaborazione e la risoluzione dei conflitti avviene attraverso un meccanismo che è dinamico e che, nella produzione dell’elaborato artistico, attinge all’intuizione ed all’immaginazione: in questo modo anche la relazione, attraverso il linguaggio verbale e l’espressione corporea, risulta facilitata. Acquisire la consapevolezza delle proprie difficoltà Key words: major depressive, art therapy, Steiner nell’espressione creativa comporta acquisire consapevolezza delle proprie difficoltà come essere umano. Ne consegue una maggiore sicurezza in sé stessi ed una partecipazione attiva alla vita di relazione, più attenta e comprensiva della diversità. Le potenzialità di autoesplorazione e trasformazione dell’arteterapia sono enormi: attraverso l’uso dei materiali artistici possiamo sperimentare nuove modalità di essere e di relazionarsi con gli altri e con l’ambiente esterno. È un invito a lasciar esprimere la propria creatività senza paura di intoppi o imprevisti. L’acquisita maggiore consapevolezza e fiducia nelle proprie capacità è fondamentale per un cambiamento e per una possibile guarigione. Compito del terapeuta è quello di accompagnare con discrezione il paziente e prestare attenzione a ciò che si manifesta nell’elaborato artistico; l’errore che può essere fatto è quello di interferire con il progetto del paziente, nell’intento di aiutarlo, togliendo spazi di libertà espressiva e conducendolo alla scoperta di significati che possono non essere i propri. Si tratta di un processo delicato perché mediato dai materiali e dall’esperienza di “fare arte”. Naturalmente ogni processo creativo che si manifesti in modo istintivo e con forza primordiale, può condurre a superare i limiti e ad uscire da vecchi schemi o barriere, proponendosi in modo sorprendentemente nuovo. Questo non deve spaventare, anzi, proprio dal cambiamento è possibile trovare una nuova dimensione dove convivono ordine e caos, dove si possano rispettare i propri ritmi, esplorando idee ed emozioni, ritrovando il senso della vita. La tecnica Il nostro lavoro è stato svolto principalmente con colori acquerello secondo la tecnica steineriana; una tecnica molto particolare e fruibile a tutti. Tale tecnica facilita, grazie alla freschezza ed alla spontaneità, l’espressione di affettività e sentimenti in ogni loro sfumatura. Essa richiede solo il lasciarsi andare alle proprie emozioni immergendosi nel colore: l’acqua, il suo tramite, dalle infinite possibilità espressive, evoca atmosfere rarefatte e paesaggi lontani nel tempo dove condividere esperienze ed emotività. 27 ® Il metodo usato principalmente è quello steineriano, in realtà non si può parlare di un metodo vero e proprio, ma di uno strumento di facilitazione di un percorso. Ogni materiale adottato produce ricordi, lascia emergere contenuti emotivi, permette l’elaborazione dei vissuti. Il colore, proprio per il suo legame con la luce e l’ombra, esplora la luce e l’ombra di ciascuno di noi: ogni individuo, in realtà, porta in sé caratteri di luce e di ombra, che spesso si manifestano predominando l’uno sull’altro, nella stessa persona, in relazione al proprio vissuto e alla propria biografia. I gesti, le pennellate lunghe o frammentate, il tocco leggero o pesante, l’uso abbondante dell’acqua o la sua assenza, esprimono l’uomo nel suo divenire. Il setting accogliente, la presenza attiva dell’arteterapeuta, la supervisione al quale affidarsi nei momenti critici, ha fatto sì che si sia potuto lavorare agevolmente, senza particolari ansie e difficoltà. Alla fine, l’arteterapia, fa si che il soggetto possa attingere alle proprie risorse ritrovando un nuovo equilibrio: affettivo, emozionale, fisico, mentale. In questa sede proponiamo un percorso di arte terapia, svolto presso l’atelier della dottoressa Paola Marcucci, di una giovane paziente affetta da depressione maggiore con sintomi psicotici associati e gravi difficoltà relazionali chiamata Sig.ra D.. Il percorso Arteterapeuta: “La testa rappresenta in generale l’ardore del principio attivo… Rappresenta anche lo spirito nel suo manifestarsi in relazione al corpo che è una manifestazione della materia”. Quello che manca a D. per risollevarsi è proprio quella forza vitale, quell’energia, quell’ardore...che possa far nascere finalmente qualcosa di nuovo. Lavorando inizialmente sulla verticale (esercizio di disegno di forme), D. ha scritto nel descrivere le emozioni provate: “Mi sembra il profilo di un corpo, come se avessi trascurato la testa, però potrebbe essere anche il profilo di un viso senza fronte. In ogni caso manca una parte importante? Forse il cervello, ma in realtà leggevo quello che mi dettavano le emozioni che provavo interiormente…… Il disegno è storto nella parte finale, le gambe, come se fossero protese in avanti alla ricerca di qualcosa. Però nella parte centrale noto ed ho provato emozioni che mi hanno fatto vacillare”. L’uomo sta tra il cielo e la terra, con i piedi è in contatto con le forze della terra e le sue radici, in qualità di albero, arrivano in profondità, insinuandosi nelle sue viscere; con la testa, con la chioma, riceve la luce del cielo, è scaldato dal sole, rinfrescato dalla pioggia e dal vento, nutrito da suoni e colori. Tutto è predisposto per essere vissuto. Con le braccia, i rami, può muoversi ed espandersi nell’aria, alzarsi verso il cielo o chinarsi con la testa, giocare con gli elementi. Il bambino che si alza in piedi per la prima volta acquista la consapevolezza di essere uomo anche per la posizione eretta, che lo contraddistingue e lo rende diverso dagli animali. Sente di potersi fidare degli elementi della natura, ode voci e suoni sempre diversi, odori......con tutti i suoi “sensi” entra in contatto con il mondo esterno. I piedi, ben piantati per terra lo assicurano al suolo facendogli sperimentare la gravità, il peso, la materia, il minerale. Il corpo invece lo mette in contatto con le sue funzioni (la digestione per es., il metabolismo..) sperimentando il sistema dei fluidi, dell’aria e dei ritmi (la circolazione del sangue, la respirazione..). Alla nascita il bambino deve sperimentare il suolo su cui camminare finché pian piano non acquista la sua dignità di “albero”... Così il seme si sviluppa, con le sue appendici, prima in orizzontale distendendosi nel tepore del terreno; una volta predisposte le sue basi, si sviluppa in alto, portandosi verso il cielo e sperimentando così, con i suoi piccoli rami e le sue foglie, il contatto con il mondo esterno, fuori 28 dalla protezione del grembo terrestre. Lentamente, temperandosi, il suo tronco si allarga, la sua corteccia si fortifica ed acquista sicurezza nella sua direzione crescendo verso l’alto perché proprio nel suo sviluppo dalla terra al cielo trova il suo compimento, la sua realizzazione, la sua identità di “albero”. L’ambiente intorno lo condiziona in qualche modo così come è condizionato l’uomo fin dal suo concepimento: crescerà dritto o contorto, con il fusto corto e forte, o sottile, debole e allungato... a seconda della qualità del terreno e delle piante e arbusti che gli sono vicini. Nello stesso modo il bambino crescerà forte e deciso o delicato a seconda del nutrimento che ha potuto ricevere dalla madre durante la gestazione e nella crescita, dalla famiglia e dall’ambiente sociale. Come l’albero, l’uomo nasce per alzarsi in piedi. Egli deve prima distendere le sue radici camminando “carponi” per saggiare il terreno finché non sarà pronto per la posizione eretta. Dopodiché non si torna indietro e dovrà mantenersi in piedi, ben saldo, ancorato al terreno, trovando un equilibrio che lo renda stabile ad ogni intemperie: la testa sempre rivolta verso l’alto, rinforzando giorno dopo giorno la propria identità. Fig.1 “L’albero ballerino” 11-6-2003 L’albero di D. (Fig.1) è un albero ballerino, così l’ha chiamato lei in modo affettuoso. Ha un bel tronco, abbastanza robusto ed eretto, ma non sa quale direzione prendere e dove si trova. Non sa se crescere o lasciarsi andare, se lottare o morire tornando di nuovo seme nella terra. Si è allargato prima nel terreno con radici tortuose quasi a tenersi in profondità con artigli o tentacoli, come un polipo marino si attacca con le sue ventose al terreno. In alto invece, nel timore di espandersi, ha sviluppato un fascio di rami che rimangono stretti tra loro e che si accrescono piano piano e a tratti, pezzi di legno aggiuntati da un falegname e perciò non vivi. Questa prima immagine del suo albero le ha procurato turbamento, per questo l’ha capovolta prima di disegnare il fogliame (per i Greci antichi, gli alberi, erano uomini capovolti!). La sua testa (le radici) che soffocava sotto la terra, l’ha esposta alla luce e all’aria e le sue radici strette (i rami) sono entrati sotto, in profondità. In questo modo la testa può respirare, ma il fusto non è ben piantato per terra e non sembra molto stabile. Anche se può sembrare armonico nella sua forma, data anche la simmetricità di radici e rami, l’albero-uomo ha gambe che sono pezzi di legno (ha anche una protesi per allungarsi sulla destra e non cadere) e con queste non può certo camminare in modo sicuro. Esso si sviluppa verso l’alto, contando solo sulla sua parte sinistra (emotiva), e non sviluppando il suo lato volitivo: l’albero cadrebbe se non avesse la sua stampella. Le foglie e i fiori invece che abbelliscono la chioma, assumono l’aspetto di nacchere che si danno un gran da fare per farsi sentire e vedere...in realtà si percepisce la sensazione e la paura di passare inosservata. D. vive ogni giorno nel timore di non essere vista e amata dagli altri, rifiutata perciò allo stesso tempo. Il suo corpo è trasparente e per questo tende a distruggersi confortando così la percezione distorta di sé. È quasi un procedere immersa nei liquidi, in un mare di silenzio, leggera e pesante nello stesso tempo. ® Ma vive comunque questa sua condizione come anomala, perché, in quanto albero dovrebbe essere immersa nell’aria e nutrita dall’acqua: è come se vivesse ancora nello stato embrionale o fetale, incapace di crescere. E il giallo che circonda l’albero, è olio e non luce! Il lavoro di D. è proseguito nei mesi successivi sperimentando figure e colori fino a giungere a due lavori fortemente significativi per l’evoluzione del percorso di crescita. Fig.2 “Tulipani” 2-4-2004 Fig.3 “Fluttuazione” 2-11-2004 Nel suo processo evolutivo (Fig.2-3), D. ha acquistato certamente una maggiore sicurezza e consapevolezza delle proprie emozioni oltre ad una maggiore capacità di viverle. Si percepisce un ritrovato desiderio di mettersi in gioco e di lasciarsi andare esplorando il mondo esterno senza paura del giudizio, pur ricercando la protezione di un ambiente familiare, il liquido amniotico in cui si sente protetta e che ancora la rassicura (si configura un nuovo rapporto affettivo con la madre della quale riconosce debolezze e alla quale comunque si appoggia). I colori sono più limpidi e per ognuno è rispettata la propria qualità (il blu è blu, il giallo è giallo...); con il rosa ritrova il “gusto” degli affetti, ma soprattutto c’è un segno forte, una maggiore sicurezza nel gesto e nell’uso del pennello che denota una nuova consapevolezza del proprio corpo fisico ed una maggiore “leggerezza” nel vivere. D. sta portando fuori la sua anima, mostrando e vivendo la sua emozionalità ed il suo lato intimo (blu) con più lucidità e pienamente consapevole. Quasi stupita lei stessa del suo riscoperto lato nascosto. Il giallo fa capolino al di dietro, quasi una traccia da seguire, una direzione per il futuro (non c’è psicosi ora), una nuova realtà da vivere. È ancora incerto il suo muoversi ma sta nascendo con forza un nuovo impulso a crescere, espandendosi con le sue propaggini allo scopo di saggiare il terreno via via che cambia l’ambiente lasciando però che ogni esperienza sia elaborata, senza paura del nuovo, appropriandosi invece della sua estraneità fino a farla diventare parte di sé (fig.3), (tralci marroni rossastri con i quali si rinforza ed esplora il mondo intorno). Nell’ambito di un viaggio, fare una tappa per riprendere immagini ed emozioni precedenti è fondamentale per capire i bisogni del soggetto e interpretare le fasi finali del percorso, per cui merita studiare a fondo un acquarello eseguito nel luglio 2003, dopo poco più di un mese dall’inizio del percorso di arteterapia intitolato “le meduse”. Fig.4 “Le meduse” 17-7-2003 Anticamente si credeva che, chi vedeva la testa di medusa, circondata da serpenti infuriati, restasse pietrificato: essa rifletteva forse l’immagine di una colpa personale che era giusto cancellare, riconoscendola e superandola cercando di risolvere tutto questo in una giusta conoscenza piuttosto che in una forma perversa di colpevolizzazione come invece accade spesso in soggetti deboli psichicamente. In questi casi può succedere che ci si crogiuoli in questo sentimento di colpa così grave e profondo che in qualche modo alimenta la forza vitale di chi è malato facendolo sentire vivo, pur nella sua esasperazione. Diventa quasi un vezzo di cui ornarsi per sentirsi belli pur se l’immagine di sé è deformata, ed invece di provocare incanti, genera terrore. Medusa rappresenta in questo caso il nemico da combattere, la forza pervertita in stagnazione, ossessione, della pulsione spirituale ed evolutiva. Il suo riconoscimento e la sua oggettivazione sulla carta, la scopre e la rende perciò facile da combattere, perché riconosciuta nella sue dinamiche perverse. Essa può essere combattuta e vinta ritrovando l’equilibrio di istinto, emozioni, sentimenti e permettendo la loro crescita armonica che, sola, può portare sollievo e placare la coscienza. Nel tentativo di catturare una medusa, D. rivela anche il suo desiderio di combattere, vincendo la sua forza perversa con il sentimento vissuto intimamente del profondo legame con le sue origini e con l’evento del suo concepimento e nascita. In questo caso, come ripetuto in altri lavori, l’ambiente in cui si muove è l’acqua perché qui, grembo materno, vi trova forza e protezione. Ed è forse proprio il senso di colpa legato al suo rapporto con la figura materna che desidera e tenta di risolvere. Il primo lavoro che ha dato inizio a qualcosa di veramente propositivo è stato eseguito nel settembre 2003, e doveva esprimere la forza vitale che porta allo sviluppo del seme. Fig.5 “rosso/giallo” 25-9-2003 È evidente la spinta volitiva che la prepara a percorrere la sua strada: una fuga progettata ed affermata con sempre più determinazione fino a scorgere un orizzonte, quasi a presagire una risoluzione. La luce che si mostra ora all’orizzonte non la acceca, turbandola, come nel passato ma la vede piuttosto nella sua accezione naturale: il sole che illumina il cammino. Il tutto è risolto con colori asciutti (…non come all’inizio in eccesso di acqua) e segni precisi, a contorni netti rivelando una certa rigidità nell’aspetto volitivo, necessaria per prendersi finalmente cura della propria vita. (fig.5) Fig.6 “Energia” 1-10-2003 29 ® Nel lavoro successivo è stato ripreso lo stesso tema: la crescita del seme e la stessa forza volitiva che si era manifestata precedentemente e la stessa intenzione...si è arricchita di vivacità (superando perciò anche quella rigidità delle forme dell’elaborato precedente) acquistando una sua dimensione di spontaneità e vivacità che ne ha accelerato il dinamismo. In questo suo fluire deciso, il rosso si è aperto all’esterno in uno sbuffo di calore/colore che ha trovato finalmente la sua fuga verso l’alto, respirando finalmente. Il rosso come forza vitale, volontà, aggressività, passione...e tutto ciò che prima “covava” sotto la terra, ora è venuto alla luce quasi eruttando la sua lava incandescente in uno zampillo liberatorio che non si ferma più e che ormai ha trovato la sua via d’uscita. La stessa energia, lo stesso calore è venuto alla luce trasformato in “cespuglio fiorito” nel successivo lavoro del 21-10-2003. Fig. 7 “Dal seme” 21-10-2003 La forza interna si è trasformata, all’esterno, in un arbusto di fiori gialli, ognuno una piccola sfera luminosa, figlia del sole. Questa si è tradotta in una immagine che ricorda in modo netto la ghiandola mammaria. Durante il processo terapeutico artistico, D. si è trovata improvvisamente a combattere con un nemico ancora più reale delle sue paure ed ossessioni: la malattia fisica. Il fuoco e l’energia che era chiusa, soffocando, all’interno, ha trovato il modo di espandersi e liberarsi all’esterno. La malattia è stata superata ed elaborata senza conseguenze per la salute psichica di D. che sembra essersi rafforzata. Ciò è esplicitato nel lavoro successivo (fig.8): è un’esplosione di calore e luce in cui la forma è portata all’esterno, come fatta sgusciare via o espulsa al suono di banda e fuochi d’artificio. D. stessa ha intitolato questo acquarello: fuochi d’artificio. Il gesto qui è più sicuro e consapevole: La paura di sbagliare è scomparsa e c’è maggiore capacità di critica sul proprio lavoro: più coraggio e sicurezza nell’espressione dei sentimenti. Fig.8 “Fuochi d’artificio” 27-10-2003 Non potevamo……(non)…. riprendere, dopo questi veri e propri sconvolgimenti, il tema dell’albero con il quale io e D. ci siamo conosciute e lei stessa ha iniziato la sua esperienza con l’acquarello. È un albero nuovo quello che nasce dopo lo studio del seme (fig.9). Si sostiene ancora alla terra con radici che cercano appigli, ma sale su con decisione: il tronco è ben sviluppato, i rami sono armonici e si espandono in tutte le direzioni arricchendosi di folto fogliame. Sta cercando la sua identità. Il gesto è più sicuro, c’è un nuovo senso artistico e desiderio del bello. Ora D. dipinge con gioia e curiosità nello sperimentare il nuovo, non chiede assensi o giudizi sul suo lavoro, osserva ed apprezza maggiormente ciò che la circonda, anche se a volte tende a rimuovere la paura con l’aggressività che comunque non è mai eccessiva. 30 Fig. 9 “L’albero” 6-11-2003 Questa ritrovata leggerezza si manifesta, nei “tre tulipani” (fig.10) che si stagliano leggiadri su un tappeto erboso ben nutrito. Non c’è molta padronanza dell’acqua in questo acquarello, ma nel complesso il lavoro appare pulito e vi si legge chiara intenzionalità: nell’economia dello spazio, si è privilegiato il lato destro del foglio (quasi i tulipani continuassero a crescere verso destra) e soprattutto è chiaramente espressa la simbologia del tre dove corpo fisico, animico e spirituale si manifestano in uno stesso momento. A significare il compimento, la sintesi… Fig.10 “Il fiore” 12-11-2003 Continuando lo studio del fiore si arriva ai lavori riportati all’inizio della nostra descrizione: si evidenzia nei “tulipani” (fig.2) una maggiore aderenza alla realtà ed una maggiore capacità interpretativa. Traspare inoltre dal colore, dalla progettualità dello spazio, una ritrovata consapevolezza e percezione del proprio corpo in relazione non solo all’ambiente ma anche ai propri simili e soprattutto la capacità di accettare gli altri riducendo il proprio spazio di difesa. Conclusione Il caso di D. passa attraverso una diagnosi di Disturbo Psicotico con ideazione delirante paranoide, sovrapposta a un disturbo dell’umore di tipo depressivo e disturbi dell’identità corporea. Il suo vissuto segna un passaggio dalla Psicosi alla Nevrosi attraverso reazioni patologiche di tipo isterico e deliri di gelosia oltre a momenti di anoressia. L’anoressia viene vista nella filosofia steineriana come una regressione verso epoche remote legate all’evoluzione della terra: nostalgia, rifiuto del nutrimento. La conflittualità inconscia che sorge tra l’involuzione legata alla regressione evolutiva e l’istinto di sopravvivenza predispone, se non superata, a un quadro verosimilmente depressivo con ridotta autostima e demoralizzazione. Un accumulo di energie mal utilizzate che possono condurre a condizioni organiche rappresenta una diminuzione delle difese dell’organismo. Tali energie liberate e la prosecuzione del percorso terapeutico, ha condotto ad un equilibrio sia interno che esterno. Concludiamo ponendo l’attenzione su come un percorso di arteterapia svolto in maniera semplice e senza le implicazioni forti legate alle parole, possa portare da un lato alla riacquisizione di identità e dall’altro a dare alla tela le proprie emozioni, riappropriandosene, senza passare dai duri percorsi dell’analisi. D. nel suo percorso trova la forza di affrontare la malattia fisica e di trovare, successivamente l’energia per una crescita psichica. D. attualmente presenta un buon equilibrio relazionale con la società ® e con la famiglia. I momenti peggiori sono passati, gli aspetti psicotici del disturbo sono scomparsi, permangono ancora aspetti nevrotici tipici di ogni soggetto. Un ringraziamento particolare a Fiorenza De Angelis, pittrice ed insegnante (fondatrice della scuola di Arte-Terapia a Firenze, scuola di Luca), alla Paziente che ha concesso il nulla osta alla pubblicazione degli elaborati ed agli operatori dell’Associazione Riabilita sostenitori del progetto arteterapia, ai medici della clinica psichiatrica che ci hanno aiutato nell’inquadramento clinico. Biblografia Abbiamo consultato i seguenti articoli: Hamre HJ, Becker-Will C, Glockmann A, Ziegler R, Willich SN, Kiene H. (2004) Anthroposophic therapies in chronic disease: The Anthroposophic Medicine Outcomes Study (AMOS), European Journal of Medical Research, 9:351-360. Hamre HJ, Witt CM, Glockmann A, Ziegler R, Willich SN, Kiene H. (2006b) Anthroposophic therapy for chronic depression: a four-year prospective cohort study, BMC Psychiatry, 6:57. Ruddy R, Milnes D. (2005) Art therapy for schizophrenia or schizophrenia-like illnesses, Cochrane Database of Systematic Reviews, 4:CD003728. Abbiamo consultato i seguenti libri riportando talvolta passi originali: Arieti S. Creatività. La sintesi magica. Il Pensiero Scientifico Editore 1979. Arnheim R. Arte e percezione visiva. Giangiacomo Feltrinelli Editore, 2002. Bellini T, Morra P, Pischedda L. Arteterapia in psichiatria, il cambiamento e lo psicotico cronico. ArTeAediting, 2010. Borgna E. Le emozioni ferite. Universale Economica Feltrinelli, 2011. Carosi M. Iniziazione ai sensi sottili. I dodici sensi dell’uomo secondo le dottrine di Rudolf Steiner. Edizioni mediterranee, 2001. Casati R. La scoperta dell’ombra. Da Platone a Galileo la storia di un enigma che ha affascinato le grandi menti dell’umanità. Arnoldo Mondadori Editore, 2000. Chevalier J, Gheerbrant A. Dizionario dei simboli. Rizzoli Editore, 1986. Dahlke R, Dethlefsen T. Malattia e destino. Edizioni mediterranee, 1992. Denner A, Malavasi L. Arteterapia: metodologia e ricerca. Edizioni Del Cerro, 2002. Di Napoli G. Il colore dipinto. Teorie, percezione e tecniche. Biblioteca Einaudi, 2006. Frova A. Luce colore visione. Rizzoli Editore, 2000. Galimberti U. Paesaggi dell’anima. Arnoldo Mondatori Editore, 1996. Galimberti U. Il corpo. Feltrinelli Editore, 1999. Gallerano A, Burrini G. L’antroposofia - Il messaggio di Steiner. Xenia Edizioni, 1996. Giaume MG. Il colore come terapia. Cura ed esperienza artistica. Nuova Biblioteca di Arti Terapie, 2002. Goethe JW. Teoria dei colori. Tra scienza e mistero. Edizioni Demetra, 1995. Hillman J. L’anima del mondo. Rizzoli Editore, 1999. Junemann M, Weitmann F. Dipingere e disegnare. L’arte come metodo didattico. Filadelfia Editore, 1994. Kandinsky W. Lo spirituale nell’arte. Bompiani Editore, 1999. Kandinsky W. Punto, linea, superficie. Adelphi Edizioni, 1968. Larsen S. L’immaginazione mitica. Pratiche Editrice, 2001. Lievegoed B. L’uomo alla soglia. Natura e Cultura Editrice, 1999. Maffei L, Fiorentini A. Arte e cervello. Zanichelli Editore, 1995. Malchiodi CA. Arteterapia - L’arte che cura. Giunti Editore, 2009. McNiff S. L’arteterapia come intervento riabilitativo nel trattamento del paziente psichiatrico. Fundamentals of Art Therapy, Stern’s book service. Chicago, 1988. Meoni A.M. Prejudice in Large Group-in Boundaries and Barriers- pag.760, 16ed. Mattes Verlag Heidelberg, 1993 Moore T. La cura dell’anima. Edizioni Frassinelli, 1997. Muret M. Arte-terapia. Red Edizioni, 2005. Repici L. Uomini capovolti. Le piante nel pensiero dei Greci. Editori Laterza, 2000. Riedel I. Forma. Red. Edizioni, 1996. Sambursky S, Scholem G, Corbin H, Zahan D, Izutsu T. Il sentimento del colore. L’esperienza cromatica come simbolo, cultura e scienza. Red. Edizioni, 1990. Steiner R. Enigmi dell’anima. Editrice Antroposofica, 1987. Steiner R. L’essenza dei colori. Editrice Antroposofica, 1992. Steiner R. Salute e malattia. Le cause in relazione al karma. Manilo Basaia Editore, 1988. Steiner R. Teosofia. Editrice Antroposofica, 1994. Steiner R. Fondamenti scientifico spirituali della malattia. Editrice Antroposofica, 1987. Steiner R. Conoscenza antroposofica dell’uomo e medicina. Editrice Antroposofica, 1983. Steiner R. Metamorfosi della vita dell’anima. Tilopa Edizioni (I edizione italiana Bocca, Milano 1950), 1984. Steiner R. La filosofia della libertà. Editrice Antroposofica, 1997. Zajonc A. Dalla candela ai quanti. La storia della luce nella filosofia, nell’arte, nella scienza. Red Edizioni, 1999. Un particolare ringraziamento a Fiorenza de Angelis pittrice ed insegnante che ha messo a disposizione i suoi cinquant’anni di studio e approfondimento del colore da Goethe (Teoria dei Colori) a Steiner (L’Essenza dei colori). Con oltre duemila esercizi ha potuto mostrare la forza terapeutica del colore. Ha fondato così una scuola di pittura nell’ 80 e successivamente quella di Arte –Terapia a Firenze. 31 Dal mare l’origine vitale del tuo benessere! “L’Organismo è un vero e proprio acquario marino vivente” René Quinton Un concentrato di preziosi elementi capace di rigenerare e rivitalizzare il metabolismo attraverso un profondo ricambio minerale dell’organismo. è distributore esclusivo per l’Italia ® ICS ET ECO BI TIFIE ER D C novità O C SM O 186 BC AZIENDA CON SISTEMA DI QUALITÀ CERTIFICATO UNI EN ISO 9001:2008 UNI EN ISO 13485:2004 PromoPharma cresce nelle certificazioni: • ha aderito al sistema di certificazione biologica: metodo di produzione definito e disciplinato a livello comunitario • ha conseguito la Certificazione di Qualità a conferma dell’orientamento verso la formalizzazione di procedure che assicurino elevati standard qualitativi e il miglioramento continuo, grazie all’impegno a raccogliere e soddisfare le esigenze dei clienti. Recensioni WEB PromoPharma: on-line il nuovo sito. Rinnovato nella grafica e nella forma per rispondere al meglio alle esigenze dei naviganti. Una struttura semplice e diretta per rendere ancora più facile e immediata la navigazione. www.promopharma.it Il sito ufficiale del metodo dimagrante AMIN BIODIET®. Tanti consigli e suggerimenti per ritrovare il benessere e la forma perduti. www.aminbiodiet.com eventi PAD. 7 - STAND D085 Anche per il 2012 si conferma il fortunato binomio CIBUS, Salone Internazione dell’Alimentazione e PIANETA NUTRIZIONE, Forum multidisciplinare sulla Sana Nutrizione ed Integrazione. Pianeta Nutrizione ha debuttato nel 2010, registrando oltre 1000 presenze tra medici e nutrizionisti, 30 società scientifiche accreditate e più di 80 tra relatori e moderatori, e nel 2011 ha visto una crescita di partecipanti ed espositori di oltre il 50%. L’obiettivo è di approfondire, con seminari, corsi e workshop accreditati al Ministero della Salute per il conferimento dei crediti ECM, le tematiche della “sana alimentazione e integrazione” e conoscere meglio le caratteristiche nutrizionali dei diversi alimenti. La peculiarità dell’evento (unico in Italia nel suo genere) è di essere organizzato all’interno della manifestazione fieristica più importante a livello Nazionale ed Europea sull’alimentazione, CIBUS, che vede la presenza di oltre 60.000 operatori del settore. CONGRESSO SIME XXXIII Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Estetica VII Congresso Nazionale dell’Accademia Italiana di Medicina Anti-Aging ROMA, 18-20 MAGGIO 2012 Stand 98 La Medicina Estetica nasce dall’intuizione che l’uomo è sano quando è in armonia con le differenti fasi della vita, con il proprio inserimento sociale ed ambientale. L’intuizione nasce da una concezione filosofica di un uomo integrale la cui globalità va promossa, difesa e valorizzata. Questa filosofia deve permeare sempre più la medicina, che, così ispirata, può garantire la salute dell’individuo nella sua globalità sia grazie al coordinamento ed all’integrazione delle più diverse attività specialistiche, sia attraverso la promozione di un’articolata ed aggiornata ricerca scientifica. La Medicina Estetica interpreta questa necessità coniugando i due principi che sono propri della sua stessa denominazione: Medicina ed Estetica, per un preciso programma di benessere fisico, psichico e sociale. La Medicina Estetica ha sì per obiettivo la soluzione degli inestetismi, ma il suo ultimo scopo è di più ampio respiro in quanto tende a promuovere e stimolare la costruzione e la ricostruzione di una armonia e di un equilibrio individuale attraverso l’attivazione di un programma di medicina educativa, sociale, preventiva e correttiva, curativa e riabilitativa. 33 ® notiziario corsi Le strategie dietetiche nelle adiposità generalizzate e localizzate Le strategie dietetiche nelle adiposità Dalla dieta VLCD alla dieta di tipo mediterraneo: il loro utilizzo nella pratica clinica.e localizzate generalizzate 26 Maggio 2012 Dalla dieta VLCD alla dieta di tipo Mediterraneo: il loro utilizzo nella pratica clinica. A cura del Dott. Giuseppe Castaldo Modulo d’iscrizione odulo d Le strategie dietetiche nelle adiposità generalizzate e localizzate Nome Cognome Categoria Specializzazione Nel 1973 il Prof. Blackburn inventò e sperimentò una dieta VLCD di tipo proteico in grado di determinare il dimagrimento assicurando al contempo un bilancio azotato equilibrato, tale da evitare catabolismo muscolare. Il Dott. Giuseppe Castaldo ha modificato il protocollo terapeutico del Prof. Blackburn, sperimentando un metodo combinato che associa varie tecniche dietetiche, al fine di trattare efficacemente le adiposità localizzate e generalizzate. Tale corso ha l’obiettivo di illustrare i vantaggi dell’applicazione di tale metodologia ed insegnarne i principi cardine, a partire dalla corretta valutazione nutrizionale dei pazienti fino alla prescrizione di un protocollo terapeutico personalizzato. Il Corso è rivolto ai medici specialisti o specializzandi in Scienze dell’Alimentazione, agli Internisti, a medici esperti in Medicina Estetica ed in Medicine Non Convenzionali, oltre a tutti i medici interessati alla Dietologia ed alla Nutrizione Clinica. - Il corso è rivolto ai medici interessati alla dietologia ed alla nutrizione clinica ed ai biologi nutrizionisti. - Sono stati assegnati 9 crediti ecm per medici e 9 crediti ecm per biologi nutrizionisti. - La frequenza è obbligatoria e sono riconosciuti i crediti ecm solo se si frequenta il corso per intero. - Le iscrizioni saranno accettate fino all’esaurimento dei posti previsti. Codice scale P. IVA a Nato il Residenza n° Città Cap. Prov. Tel. e-mail da inviare via fax al numero: 0521 1622061 oppure via mail: [email protected] per info: tel. 0521 647705 quota di partecipazione 100 euro (iva inclusa) da versare su conto corrente intestato a AKESIOS GROUP srl UNICREDIT SPA, AG. PADOVA REZZONICO IBAN: IT 69 P 02008 12150 000040843131 Causale: Le strategie dietetiche, Torino, 26 Maggio 2012 Per info relative a luoghi e date di svolgimento: Federica Fusini Tel 0549 911030 Fax 0549 956700 mail: [email protected] Naturalicum Scuola di Naturopatia Biointegrata Naturalicum L’esperienza raccolta in tutti gli anni di attività di Aldenia Edizioni viene ora concentrata nella Scuola di Naturopatia Biointegrata Naturalicum, scuola che costituisce sia la sintesi del cammino fino a qui percorso sia l’inizio di un nuovo cammino di approfondimento che procede in parallelo alle nostre pubblicazioni continuando così a divulgare sia al pubblico che agli specialisti e ai professionisti i concetti propri della salute naturale e della cultura olistica. La scuola La cultura olistica, nel senso più ampio del termine, è alla base dell’intervento formativo della nostra scuola. Questa cultura non rimane, e non deve rimanere, un’ entità astratta ma deve potersi calare nella realtà quotidiana e ad essa essere applicabile. La scuola ha quindi un taglio sia culturale che pratico. Non è però possibile arrivare ad attuare la pratica senza avere alle spalle delle solide basi culturali per questo soprattutto i primi due anni della scuola sono centrati sul formare queste basi pur non perdendo di vista le applicazioni pratiche. Per ulteriori informazioni contatta la segreteria: Tel: 055 0134543 Mob: 342 1978299 Info on-line: www.naturalicum.it [email protected] 34 Dalla dieta VLCD alla dieta di tipo mediterraneo: il loro utilizzo nella pratica clinica. A cura del Dott. Giuseppe Castaldo CLEARCALM 3 Trattamento anti-impurità Detergente anti-impurità all’argilla purificante antibatterico e decongestionante Maschera trattante anti-imperfezioni ad azione anti-microbica, assorbe il sebo in eccesso Fluido da giorno anti-imperfezioni idratante con effetto calmante e lenitivo Siero da notte ristrutturante nutre la cute e attenua i rossori e le cicatrici Il sistema ClearCalm 3 agisce contro la formazione di acne, brufoli e macchie senza aggredire la pelle. www.promopharma.it www.dimabiodiet.com ®