Tutto quello che devi sapere su Shoppable video, la nuova

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Tutto quello che devi sapere su Shoppable video, la nuova
Tutto quello che devi sapere su Shoppable video, la nuova
frontiera dell'ecommerce ­ Wired
Tutto quello che devi sapere su Shoppable video, la nuova frontiera
dell’ecommerce
Le vetrine di Internet si fanno sempre più attraenti, ecco come fruirne in modo consapevole, tra ecommerce e
native advertising
Lo shoppable video è uno strumento tecnologico pensato per le aziende, ma destinato a modificare le
abitudini di fruizione e consumo per gli utenti di Internet. Nato dall’incontro tra ecommerce e native advertising,
lo shoppable video è conosciuto anche come click­to­buy video, touchable­video o direct­sales video.
Cosa sia, esattamente, il video comprabile lo spiega bene (e la citiamo) la web company italiana SHAA,
specializzata in contenuti interattivi:“Lo shoppable video è un video interattivo che permette all’utente in due clic
di procedere all’acquisto di prodotti presenti nel filmato, aumentando gli indici di conversione
dell’ecommerce”. Più pragmaticamente, nei pannelli che si aprono in sovrimpressione sul video è possibile
inserire scheda prodotto, descrizioni, varianti di colore e di modello, prodotti correlati, pulsante per l’acquisto
diretto sul sito e molto altro.
Sophie Ellis­Bextor in versione shoppable per QVC, Nel video compaiono la descrizione dell’abito e la dicitura “Vedi qualcosa che
ti piace? Clicca sull’oggetto nel video e scopri di più”.
La finalità della tecnologia clic­to­buy (che viene fornita alle aziende da apposite agenzie proprietarie
di piattaforma come Gloto, Cinematique, Shaa) è chiara: aumentare la capacità di persuasione all’acquisto;
informare il cliente sui prodotti e servizi offerti senza estrapolarlo dall’ambiente della user experience iniziale (il
film o il videoclip che sta guardando); cliccare sulle offerte speciali; guidare clic dopo clic il cliente attraverso il
percorso di awareness allestito dall’azienda.
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Gli shoppable video sono proteiformi — si adattano all’home cinema, ai blog, agli advertorial, ai social network,
ai canali di video chat, ai servizi di streaming on demand — e ottimizzano la redditività degli investimenti di
marketing (ROI): per questi motivi è ragionevole aspettarsi che abbiano successo.
Ventiliamo dunque un’ipotesi di cosa potremmo aspettarci dal prossimo futuro: state facendo una maratona di
That 70’s Show su Netflix, al decimo episodio cliccate per curiosità sulla targhetta metallica della Vista Cruiser di
Eric Forman; a quel punto apparirà in sovraimpressione un negozio online di auto Oldsmobile d’epoca che vi
proporrà l’acquisto della macchina con un solo, semplice clic.
Niente di rivoluzionario: al product placement siamo abituati fin dagli anni del miracolo economico.
Da quanto tempo circolano gli shoppable video? Nell’aprile 2012 FKi, Iggy Azalea e Diplo si attestano come
i primi artisti shoppable con il rivoluzionario video I Think She Ready prodotto da ssense.com, ma è il 2013
l’anno dell’affermazione: il 15 maggio, infatti, Google pubblica sul suo Retail Advertising blog il seguente post:
“Per accelerare l’azione di acquisto e convertire i video in vendite presentiamo oggi un nuovo canale di gadget
su YouTube che consentirà alle aziende di beni di consumo di collegare i clienti direttamente con i rivenditori
restando all’interno dell’esperienza YouTube (…) il tutto in meno clic rispetto a oggi”. Nasce così TRESemmé, il
primo canale di tutorial shoppable firmato Unilever/Google.
Oggi lo shoppable video è la riserva di caccia più ambita dalle aziende di moda (Gucci, Levi’s, Missoni,
Yoox, L’Occitane en Provence, Nike, Kohl’s, GAP). E se vi state domandando se la tendenza reggerà, il gigante
di dispositivi per reti informatiche Cisco ha la risposta per voi: il suo studio annuale afferma che nel 2019 l’80%
del traffico di Internet sarà costituito da materiale video. Già oggi, secondo la società di ricerca comScore,
ogni giorno 100 milioni di persone guardano contenuti video online.
Concludiamo – per ora – l’analisi segnalando un’interessante appropriazione artistica del formato shoppable.
L’etnomusicologo togolese Arsene Duevi si è lasciato ispirare da una celebre frase attribuita a Marco Polo:
“D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda” e,
maneggiando la tecnologia touchable in maniera inedita, ha realizzato un corto che valorizza il patrimonio
storico e architettonico dell’Italia – in particolare, della città di Monza – permettendo allo spettatore di muoversi
nello spazio.
La canzone Nyonu Sciura (contenuta nell’album HAYA, disponibile dal 29 aprile) è la prima che utilizza un video
shoppable non per fini commerciali: potete sperimentarla nel video in apertura.
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