Politici africani Nelson Mandela – Repubblica Sudafricana Thomas

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Politici africani Nelson Mandela – Repubblica Sudafricana Thomas
Politici africani
Nelson Mandela – Repubblica Sudafricana
Thomas Sankara – Burkina Faso
Ken Saro Wiwa - Nigeria
Patrice Lumumba - Repubblica Democratica del Congo
Nelson Mandela (1918 - 2013)
Politico sudafricano, primo presidente a essere eletto dopo la fine dell’ apartheid nel suo Paese (1994
– 1999) e premio Nobel per la pace nel 1993.
A lungo uno dei leader del movimento anti-apartheid, organizzò anche azioni di sabotaggio e guerriglia,
pur preferendo manifestazioni più pacifiche. Segregato e incarcerato durante i governi sudafricani proapartheid, è oggi universalmente considerato un eroico combattente per la libertà dei neri.
Da giovane si unì all'African National Congress (ANC), fu arrestato il 12 giugno 1964, accusato di aver
fatto parte di associazioni illegali e di avere organizzato azioni di guerriglia e sabotaggi.
Fu rinchiuso per 27 anni e rilasciato nel 1990; a quel punto seppe guidare il suo popolo verso una società
senza apartheid e senza che in Sudafrica si scatenasse una guerra civile. Per questo motivo fu insignito
del Nobel per la Pace. Mandela, soprannominato affettuosamente Madiba, è morto nel 2013.
Egli ha vissuto per molti anni a Soweto, la township più nota dove potevano abitare i neri e i non bianchi;
queste cittadine erano nate presso le miniere dove lavoravano i neri e i non bianchi; nel caso di Soweto,
erano miniere d’oro.
Il sistema di apartheid prese definitivamente forma in Sudafrica nel 1948. Le
principali leggi che costituivano il sistema erano:
•proibizione dei matrimoni interrazziali;
•proibizione dei rapporti sessuali con una persona di razza diversa;
•i cittadini dovevano essere registrati in base alle loro caratteristiche razziali;
•era bandita ogni opposizione che venisse etichettata dal governo come "comunista" (usata per mettere fuorilegge nel 1960
l'African National Congress, la più grande organizzazione politica che includeva i neri, di stampo socialista, ma non
comunista);
•proibizione alle persone di diverse razze di entrare in alcune aree urbane;
•proibizione a persone di colore diverso di utilizzare le stesse strutture pubbliche (fontane, sale d'attesa, marciapiedi, etc.);
•provvedimenti tesi a rendere più difficile per i neri l'accesso all'istruzione;
•permessa e promossa la discriminazione razziale in ambito lavorativo;
•creazione dei bantustan, ghetti per la popolazione nera, nominalmente indipendenti ma in realtà sottoposti al controllo del
governo sudafricano;
•legge che privava della cittadinanza sudafricana e dei diritti a essa connessi gli abitanti dei bantustan.
•legge che costringeva la popolazione nera a frequentare i quartieri dei "bianchi" solo con speciali passaporti.
Thomas Sankara (1949 - 1987)
Fu un leader molto carismatico per tutta l'Africa Occidentale sub-sahariana. Cambiò il nome del suo Paese, – Alto Volta voluto dai colonizzatori, in Burkina Faso («Terra degli uomini integri») e ne fu il primo Presidente, dal 1984 al 1987.
Si impegnò molto in favore di riforme radicali per eliminare la povertà e ciò contribuì a farlo soprannominare il "Che
Guevara africano”.
Egli era infatti un comunista e il suo obiettivo principale era la cancellazione del debito internazionale, ottenibile soltanto se
richiesta da tutte le nazioni africane insieme. Non ebbe successo. Gli riuscì invece l'obiettivo di dare due pasti e 10 litri di
acqua al giorno a ciascun abitante. Alla sua morte il Burkina Faso ripiombò nella povertà. Venne ucciso nel 1987 insieme a
dodici ufficiali, in un colpo di stato organizzato da un suo ex compagno d'armi, l'attuale presidente del Burkina Faso, Blaise
Compaoré con l'appoggio di Francia e Stati Uniti d'America.
Le idee di Sankara davano infatti molto fastidio agli interessi economici di queste potenze occidentali e ai privilegi dei più
importanti esponenti delle tribù del suo Paese.
-Lottò contro la corruzione, promosse la riforestazione, l'accesso all'acqua potabile per tutti, e fece dell'educazione e della
salute le priorità del suo governo. Soppresse molti dei privilegi detenuti sia dai capi tribali, sia dai politici, e attraverso
dichiarazioni e gesti molto chiari, applicò con grande coerenza le sue idee.
-In un discorso tenuto ad Addis Abeba in Etiopia, Sankara suggerì l'istituzione di un nuovo fronte economico africano che si
potesse contrapporre a quello europeo e statunitense. Egli era infatti un anti – imperialista.
-Il suo governo incluse un grande numero di donne, condannò l‘infibulazione e la poligamia, promosse la contraccezione.
Fu il primo governo africano a dichiarare che l'AIDS era la più grande minaccia per l'Africa.
-Fece costruire centri sanitari in ogni villaggio burkinabé (l’Unicef definì la sua campagna di vaccinazione effettuata sui
bambini la più grande registrata nel mondo) e cantieri per opere idrauliche, creando un Ministero dell’Acqua.
Costruì la "ferrovia del Sahel", una linea che collega Ouagadougou al confine con il Niger, nonostante molti economisti non
lo ritenessero un progetto redditizio. Tale opera, successivamente ampliata, costituisce tuttora la principale via di
comunicazione del Paese.
-Sua madre e i suoi collaboratori viaggiavano sempre in classe economica e a ranghi ridotti nelle visite diplomatiche.
Vendette la maggior parte delle Mercedes del governo e proclamò l'economica Renault 5, automobile ufficiale dei ministri.
-Durante un suo discorso all'ONU nel 1984, avanzò la richiesta di sospensione di Israele e di espulsione del Sudafrica dalle
Nazioni Unite che all'epoca deteneva in prigione il leader carismatico Nelson Mandela, simbolo della lotta contro l'apartheid.
Parte del discorso di Sankara del 1983 ad Addis Abeba (Etiopia)
« Parlo in nome delle madri che nei nostri Paesi impoveriti, che vedono i propri
figli morire di malaria o di diarrea, senza sapere dei semplici mezzi che la scienza
delle multinazionali non offre loro, preferendo investire nei laboratori cosmetici o
nella chirurgia plastica a beneficio del capriccio di pochi uomini e donne il cui
fascino è minacciato dagli eccessi di assunzione calorica nei loro pasti, così
abbondanti e regolari da dare le vertigini a noi del Sahel.. »
Patrice Lumumba (1925 - 1961)
Politico della Repubblica Democratica del Congo e protagonista della lotta per l’indipendenza dal
Belgio.
Fu il primo premier della neonata Repubblica Democratica del Congo, tra il giugno ed il settembre del
1960, e uno dei pochi eletti democraticamente.
La politica di Lumumba era antisecessionista, anticolonialista, antimperialista, filocomunista e mirava a
diminuire il potere e l'influenza delle tribù e a una maggiore giustizia sociale e autonomia del paese.
In epoca di «guerra fredda» l’Occidente guardava con preoccupazione alle sue idee filo-comuniste perché
temeva che L. portasse il Paese nell’area sovietica.
In dicembre il colonnello Mobutu, con un colpo di stato e con l’aiuto della statunitense CIA, che gli aveva
fornito armi e appoggio, fece arrestare Lumumba e lo fece uccidere con i suoi fedeli il 17 gennaio 1961.
Coltan (columbite - tantalite)
Ricca di risorse naturali, la Repubblica Democratica del Congo ha vissuto tre guerre
(prima guerra del Congo 1996-1997;
seconda guerra del Congo 1998 – 2003;
conflitto del Kivu 2004 – 2008)
ed è tuttora abbastanza instabile. Il controllo di ampie zone del suo territorio, ricco di miniere e risorse, è
nelle mani di gruppi armati che non hanno esitato a rendere soldati anche i bambini e che hanno usato il
coltan come risorsa economica per finanziarsi. Il COLTAN (columbite-tantalite), infatti, è un’argilla molto
utile ed efficace per costruire le parti interne di cellulari e computer sempre più piccoli. Questo minerale,
estratto e venduto in modo incontrollato, è utile come redditizia fonte economica da parte di diversi
movimenti di guerriglia e ha alimentato indirettamente la guerra civile nella regione del Congo.
KEN SARO WIWA (1942 - 1995)
«...tutti noi siamo di fronte alla Storia. Io sono un uomo di pace, di idee. Provo sgomento per la vergognosa povertà del mio popolo che
vive su una terra molto generosa di risorse; provo rabbia per la devastazione di questa terra; provo fretta di ottenere che il mio popolo
riconquisti il suo diritto alla vita e a una vita decente. Così ho dedicato tutte le mie risorse materiali ed intellettuali a una causa nella
quale credo totalmente, sulla quale non posso essere zittito. Non ho dubbi sul fatto che, alla fine, la mia causa vincerà e non importa
quanti processi, quante tribolazioni io e coloro che credono con me in questa causa potremo incontrare nel corso del nostro cammino.
Né la prigione né la morte potranno impedire la nostra vittoria finale...»
Scrittore, poeta, attivista e produttore televisivo nigeriano, è stato uno degli intellettuali più significativi dell'Africa postcoloniale.
Fin dagli anni ‘80 Saro-Wiwa fu portavoce delle rivendicazioni delle popolazioni del Delta del Niger contro le multinazionali responsabili di perdite di
petrolio, un danno per le colture di sussistenza e l'ecosistema della zona. Nel 1990 divenne promotore del MOSOP (Movement for the Survival of
the Ogoni People). Arrestato nel maggio del 1994, con l'accusa (falsa) di aver incitato all'omicidio di alcuni presunti oppositori del MOSOP, Ken
Saro-Wiwa fu impiccato nel 1995 con altri 8 attivisti del MOSOP al termine di un processo che suscitò proteste da parte dell'opinione pubblica
internazionale e delle organizzazioni per i diritti umani, che conoscevano i suoi metodi pacifisti. Prima dell’impiccagione, Saro-Wiwa disse: «Il
Signore accolga la mia anima, ma la lotta continua».
Nel 1996 fu avviata una causa contro la Shell per dimostrare il coinvolgimento della multinazionale petrolifera nell'esecuzione di Saro-Wiwa. Il
processo ebbe inizio nel 2009 e la Shell pagò un risarcimento di 15 milioni e mezzo di dollari (11,1 milioni di euro). La Shell ha però precisato che ha
pagato il risarcimento non perché colpevole ma per aiutare il "processo di riconciliazione".
Movimento per l’emancipazione del delta del Niger (MEND)
Il Movimento per l'emancipazione del Delta del Niger (o anche MEND, dall'acronimo inglese Movement for the Emancipation of the Niger Delta) è un
movimento militante composto da nativi della zona del delta del Niger, in Nigeria. Il MEND dichiara di essere impegnato in una lotta armata contro la
degradazione e lo sfruttamento dell'ambiente naturale da parte di corporazioni e multinazionali straniere coinvolte nell'estrazione del petrolio dal
sottosuolo della regione.
Il petrolio è stato prodotto in Nigeria sin dalla liberazione dal dominio coloniale britannico. Durante questo periodo, si sono succedute al potere
diverse corporazioni politiche, molto spesso appoggiate da dittature illegali. In questo contesto, il governo nigeriano ha poi firmato alcune leggi che
hanno, di fatto, messo le risorse petrolifere della regione sotto il controllo di multinazionali straniere, tra cui la Chevron Corporation e la Shell.
Secondo il MEND, il popolo del delta del Niger ha subito un grave deterioramento delle condizioni ambientali della regione, a causa
dell'inquinamento provocato dalle industrie petrolifere. Con la progressiva perdita delle terre da parte dei legittimi proprietari a favore di queste
multinazionali, nel giro di una sola generazione, molti nativi del posto non hanno potuto più praticare attività per loro vitali quali la pesca o
l'agricoltura. La gran parte di queste persone, inoltre, non ha mai ricevuto alcun vantaggio economico dallo sfruttamento delle enormi riserve
petrolifere della zona che sono praticamente di proprietà del governo e delle multinazionali. Negli ultimi venti anni vari movimenti politici e gruppi di
attivisti si sono contrapposti alle ingiustizie perpetrate ai danni del popolo del delta del Niger. Molte di queste erano organizzazioni non violente. In
questo contesto, Ken Saro-Wiwa è stato l'attivista più famoso, condannato poi a morte dal governo nigeriano (esecuzione avvenuta nel 1995). L’
azione di Saro-Wiwa è stata comunque continuata da altri che, invece di credere in un'attività politica e non violenta, hanno cominciato ad opporre
forti resistenze e a organizzarsi per combattere quello che credono sia di fatto uno stato di schiavitù della loro gente. I militanti della zona del delta
hanno raccolto forti consensi tra la popolazione, circa 20 milioni di persone, la maggior parte delle quali in uno stato di totale povertà e degrado
nonostante le enormi ricchezze del sottosuolo delle zone nelle quali vivono.
MANDELA
SANKARA
LUMUMBA
KEN SARO WIWA
Le informazioni, i testi e le immagini di questa presentazione sono forniti
esclusivamente a titolo indicativo e a scopo didattico (Legge 22 aprile 1941 n.
633, art. 70 comma 1 e comma 1 bis).