Linee guida - Centro Interregionale Gis

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Linee guida - Centro Interregionale Gis
Quadro conoscitivo per la
formazione di IDT regionali di tipo
federato su base interregionale
Aprile 2013
Titolo
Quadro conoscitivo per la formazione di IDT regionali di tipo
federato su base interregionale
Autore
Sergio Farruggia
Contratto
Coordinatore CPSG
Referente CPSG
Prot. 445/12/CPSG del 20 giugno 2012
Domenico Longhi
Massimo Attias
Stato
Versione
Pagine
Nome file
Completo
2.0
92
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
Data 4 aprile 2013
Storia del documento
Versione
1.0
1.1
Data
31.12.2012
21.02.2013
2.0
04.04.2012
Cambiamenti apportati
Stesura iniziale
Versione finale. Principali modifiche:
- Inserimento della tabella Acronimi,
- Unificazione riferimenti bibliografici
Versione per l’integrazione con il documento “Proposta di
definizione delle Linee guida e contenuti tecnici ‘minimi comuni’
per la formazione di IDT regionali di tipo federato su base
interregionale”, autore: Mauro Salvemini
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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Obiettivo
Questo documento presenta il quadro conoscitivo propedeutico alla definizione delle linee guida e
i contenuti tecnici “minimi comuni” per la formazione di IDT regionali di tipo federato su base
interregionale, in un’ottica d’interoperabilità e riuso dei dati territoriali.
Esso è il risultato dello studio affidato (incarico 445/12/CPSG del 20 giugno 2012) nell’ambito delle
azioni previste nel Progetto IDT, finalizzate alla definizione di un quadro di riferimento conoscitivo,
normativo e tecnico sia in ambito europeo, che nazionale e regionale in materia di infrastrutture di
dati territoriali.
Lo studio ha riguardato i seguenti argomenti.
1. Stato dell’arte e monitoraggio:
• delle attività dei progetti con componenti geografiche (SIGMATER, ICAR, DBT, GNSS, ICARGeo)
al fine di trovare elementi aggreganti, per favorire coerenza di azioni tra le diverse regioni
aderenti al progetto e in prospettiva, auspicando ulteriori adesioni- tra queste con iniziative di
altre amministrazioni regionali e tra le IDT di livello regionale e quelle sia di livello nazionale, sia
di livello sub-regionale e IDT tematiche;
• di iniziative progettuali nazionali e europee sia terminate che in corso, per individuare risultati
conseguiti e diffonderne un più ampio utilizzo, sia in programmazione per raccogliere
suggerimenti e contributi utili per eventuali sinergie;
• sui servizi pubblicati dalle Regioni ai sensi della Direttiva INSPIRE;
• della funzionalità e delle caratteristiche tecniche delle infrastrutture dati territoriali a livello
nazionale, regionale e sub-regionale, attivate o in progetto e dei servizi offerti dai portali
cartografici regionali e analisi delle possibili implementazioni su base interregionale.
2. Comunicazione, disseminazione (p.es. newsletter sugli stati avanzamento, nuove iniziative,
nuovi bandi…) e formazione riguardanti sia contenuti e problematiche relative alle attività di
cui ai punti precedenti, sia con riferimento alle politiche di sviluppo delle IDT in ambito
nazionale ed europeo (INSPIRE).
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Scopo
Le attività sopra illustrate sono finalizzate al supporto conoscitivo per l’iniziativa:
“Georeferenziazione” (INFRASTRUTTURA DATI TERRITORIALI O CATASTO TERRITORIO) inserita nel
documento: “Agenda digitale: il contributo delle Regioni e Province Autonome” (Conferenza
delle Regioni e Delle Province Autonome, 6 giugno 2012).
L’obiettivo di questa proposta delle Regioni e delle Province Autonome riguarda lo sviluppo della
cooperazione applicativa per lo scambio delle informazioni territoriali.
La disponibilità di un’Infrastruttura Nazionale per i Dati Territoriali rappresenta infatti un’esigenza
di enorme rilevanza per l’attuazione di qualsiasi progetto di innovazione digitale:
• in relazione ai temi della fiscalità; in relazione ai temi del controllo e della pianificazione del
territorio
• in considerazione della loro utilità, in quanto dati geospaziali digitali e servizi ad essi connessi
sono utilizzati dai cittadini/imprese per prendere le loro decisioni
• perché d'interesse per l'Industria dell'Informazione, in quanto promuovono l’uso dei dati
geospaziali digitali come "materia prima" per creare prodotti/servizi, ad es. sistemi di
navigazione, nel settore immobiliare, assicurativo, ecc.
Con riferimento a quest’ultimo punto, l’iniziativa “Georeferenziazione” è strettamente connessa
ad un’altra –sempre proposta nel citato documento- denominata “Open Data”. Questa intende
procedere allo sviluppo delle azioni propedeutiche alla diffusione di dati aperti con la costituzione
di un framework normativo, organizzativo e tecnologico condiviso: costituzione delle principali
basi informative di riferimento delle amministrazioni sia in ottica di trasparenza e sviluppo, sia in
ottica di semplificazione degli adempimenti.
Come sottolineato nel citato documento, “sul tema ‘Infrastruttura Dati Territoriale’ le Regioni e le
Province Autonome hanno sviluppato una notevole mole di lavoro, anche relativa allo sviluppo di
infrastrutture di dati territoriali a livello regionale”. Sulla base dell’esperienza acquisita, le
amministrazioni regionali propongono prioritariamente:
•
“l’accelerazione dello sviluppo della IDT nazionale (tutto il lavoro collegato all’attuazione della
Direttiva comunitaria INSPIRE), affrontando e superando gli ostacoli di natura organizzativa
che ne stanno rallentando l’attuazione
•
la definizione di accordi di servizio idonei ad agevolare lo scambio di informazioni territoriali in
cooperazione applicativa multilivello e il dispiegamento sui territori regionali dei sistemi già
realizzati per l’integrazione delle informazioni territoriali, geografiche e catastali e per la lotta
all’evasione fiscale”.
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Destinatari del documento
Il documento è indirizzato al committente, quindi ai componenti del CISIS e, ovviamente in modo
particolare del Centro Permanente per i Sistemi Geografici. Esso è rivolto ai membri del Gruppo di
Lavoro “Infrastrutture Dati Territoriali” del CPSG, come strumento di consultazione, di discussione,
di critica dei suoi contenuti, nell’ambito delle attività richiamate nella descrizione dello scopo del
presente rapporto.
Nella stesura del testo si è tenuto conto che esso potrà anche essere utilizzato, non solo in ambito
regionale, ma anche in occasione di attività, incontri e altre iniziative con soggetti delle Istituzioni,
sia di livello nazionale, sia locale e, in generale, con soggetti privati, della ricerca e della
formazione del settore dell’Informazione Geografica.
Una volta pubblicato sul sito del CPSG, questo documento sarà disponibile per tutta la Comunità
Geomatica, con un’avvertenza, che vuole essere un auspicio. Il suo contenuto tratta anche
argomenti soggetti a repentina obsolescenza, per diverse cause: promulgazione di nuove norme,
conclusione di attività in corso, soprattutto, avvio di nuove iniziative, come quella per cui ne è
stata richiesta la compilazione. Lo scrivente spera che ciò avvenga nel più breve tempo possibile e
crede che tutti i fruitori di questo documento condividano questo pensiero.
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Sommario
Il documento è stato suddiviso in sette capitoli. Schematicamente, i primi tre possono essere
considerati d’inquadramento del contesto nell’ambito del quale si articolerà la realizzazione di IDT
regionali di tipo federato su base interregionale.
In particolare, il primo capitolo espone la rassegna delle principali iniziative europee concernenti
non soltanto esplicitamente l’Informazione Geografica ma che influenzano il settore e incideranno
sulla sua espansione, nel contesto più ampio dello sviluppo delle tecnologie dell’informazione e
della comunicazione in Europa.
Nel secondo capitolo sono state descritte le iniziative in ambito nazionale riguardanti sia
specificatamente il settore, sia le più recenti azioni legislative connesse all’Agenda Digitale
nazionale, per quei temi attinenti all’Informazione Geografica. Completa l’esposizione del quadro
nazionale la descrizione sintetica delle attività svolte nell’ambito delle suddette iniziative nazionali
e l’illustrazione dei contenuti di due documenti rilasciati recentemente dall’Agenzia per l’Italia
Digitale, con particolare attenzione ad argomenti di interesse per lo sviluppo delle Infrastrutture di
Dati Territoriali.
Il terzo capitolo ha per argomento il significato assegnato alla locuzione “Infrastruttura di Dati
Territoriali”, con riferimento alla sua evoluzione nel tempo. Infatti, il concetto di IDT non è rimasto
invariato, ma si è modificato al mutare delle esigenze della società rispetto all’uso delle
informazioni geografiche digitali. Trasformazioni indotte dall’innovazione tecnologica, dalla
disponibilità di nuovi strumenti e tecniche, sia per produrre dati geospaziali, sia per poterne fruire.
I capitoli successivi, costituiscono la sezione del documento dedicato alla descrizione delle
informazioni raccolte per ottenere lo stato dell’arte delle Infrastrutture di Dati Territoriali delle
Regioni e Province Autonome. Le Amministrazioni regionali hanno ormai sviluppato una
significativa esperienza in materia: questo argomento è l’oggetto del quarto capitolo di questo
rapporto. Esso contiene le informazioni salienti relative ai servizi fondamentali di una IDT, esposti
da ogni Regione e altre notizie complementari.
I capitoli quinto e sesto richiamano sinteticamente le competenze –tecniche e organizzative- e le
esperienze maturate dalle Regioni in contesti interregionali, nell’ambito dello sviluppo dei Sistemi
Informativi Territoriali, delle attività connesse alle iniziative nazionali descritte nel secondo
capitolo e della partecipazione a progetti, sempre interistituzionali, di livello nazionale ed europeo.
Il capitolo conclusivo comprende, oltre al riepilogo dei contenuti del documento, qui anticipato,
l’esposizione di come s’intende attivare il processo di trasformazione delle IDT autonome e
indipendenti verso una prospettiva di IDT regionali federate e –contemporaneamente“cooperanti” tra diversi soggetti, istituzionali e non, coinvolti.
Sulla base di tale schematizzazione e tenendo presente le informazioni raccolte nel corso dello
studio e riportate nei capitoli precedenti, vengono fornite indicazioni su come l’iniziativa potrebbe
essere impostata e avviata. Dato il carattere di complessità e d’innovazione che la
contraddistingue, nonché la sua prevedibile estensione temporale, essa assume il carattere di
processo e tale è l’impostazione che si è seguita, anche in analogia con l’esperienza appresa in
ambito INSPIRE.
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Il capitolo si conclude con la presentazione di un insieme di raccomandazioni, suddivise in tre
sezioni, rispettivamente di carattere generale, dedicate al sistema federato di IDT regionali e al
sistema “cooperante”.
Ringraziamenti
Il lavoro svolto è stato seguito, in maniera non solo formale, dal referente CPSG Massimo Attias,
che vorrei ringraziare per le indicazioni e gli orientamenti forniti per svolgere l’attività.
Ringrazio Gabriele Ciasullo (Agenzia per l’Italia Digitale), Piegiorgio Cipriano (JRC) e Franco Vico
(AM/FM GIS, EUROGI) per la lettura della stesura iniziale del documento, in particolare, per i
commenti critici, le precisazioni suggerite e la segnalazione di ulteriore materiale da consultare e
considerare per l’esposizione degli argomenti trattati.
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Indice
OBIETTIVO
3
SCOPO
4
DESTINATARI DEL DOCUMENTO
5
SOMMARIO
6
RINGRAZIAMENTI
7
INDICE
8
INDICE DELLE FIGURE
10
INDICE DELLE TABELLE
10
ACRONIMI
11
1
IL CONTESTO EUROPEO
12
1.1
1.2
1.3
AGENDA DIGITALE EUROPEA E INFORMAZIONE GEOGRAFICA
LE IDT E L’AGENDA DIGITALE EUROPEA
LE POLICY DELL’UE PER LE SMART CITY E L’INFORMAZIONE GEOGRAFICA
12
14
18
2
IL QUADRO NAZIONALE RIGUARDANTE LE IDT
25
2.1
2.2
2.3
2.4
2.4.1
2.4.2
IL COMITATO PER LE REGOLE TECNICHE SUI DATI TERRITORIALI DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI
IL REPERTORIO NAZIONALE DEI DATI TERRITORIALI
RECEPIMENTO DELLA DIRETTIVA INSPIRE – DECRETO LEGISLATIVO N.° 32/2010
AGENDA DIGITALE
LE IDT E IL PARADIGMA “SMART CITY”
LINEE GUIDA PER L’INTEROPERABILITÀ SEMANTICA ATTRAVERSO I LINKED OPEN DATA
26
30
31
32
34
39
3
IL CONCETTO DI IDT E SUA EVOLUZIONE
41
3.1
3.2
3.3
COSA S’INTENDE CON “INFRASTRUTTURA DI DATI TERRITORIALI”
L’INTERPRETAZIONE DELL’IDT IN TERMINI SISTEMICI
IDT E IL CONCETTO DI SMART CITY
42
44
45
4
LE IDT DELLE REGIONI
48
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4.1
LE INFRASTRUTTURE DI DATI TERRITORIALI DELLE REGIONI: ATTIVITÀ DI MONITORAGGIO DEL CPSG E
4.2
DOCUMENTAZIONE DISPONIBILE
ULTERIORI INIZIATIVE E ATTIVITÀ RIGUARDANTI LO SVILUPPO DELLE IDT REGIONALI
49
52
5
QUADRO DEI PROGETTI INTERREGIONALI CON COMPONENTI GEOGRAFICHE
57
57
I PROGETTI PROMOSSI DAL CENTRO PERMANENTE PER I SISTEMI GEOGRAFICI
61
PROGETTI DI EGOVERNMENT INTER-ISTITUZIONALI
IL PROGETTO SIGMATER
61
PROGETTO ICAR - INTEROPERABILITÀ E COOPERAZIONE APPLICATIVA IN RETE TRA LE REGIONI
62
PROGETTI ELI_CAT, ELI_FIS E FED_FIS: LE INIZIATIVE DEI COMUNI NELL’AMBITO DEL PROGRAMMA ELISA E LA LORO
66
DIMENSIONE INTERISTITUZIONALE
5.1
5.2
5.2.1
5.2.2
5.2.3
6
L’ESPERIENZA DELLE REGIONI NELL’AMBITO DELLA PARTECIPAZIONE A PROGETTI EUROPEI
72
6.1
6.2
6.3
6.4
6.5
PROGETTO GIS4EU – PROVISION OF INTEROPERABLE DATASETS TO OPEN GI TO EU COMMUNITIES
PROGETTO NATURE-SDIPLUS
PROGETTO PLAN4ALL
PROGETTO EURADIN - EUROPEAN ADDRESS INFRASTRUCTURE
PROGETTO ESDI-NETPLUS - EUROPEAN NETWORK ON GEOGRAPHIC INFORMATION ENRICHMENT AND REUSE
73
75
76
77
78
7
CONCLUSIONI E RACCOMANDAZIONI
81
7.1
7.2
7.2.1
7.2.2
7.2.3
L’ATTIVAZIONE DEL PROCESSO DI SVILUPPO DI IDT REGIONALI COOPERANTI E FEDERATE
RACCOMANDAZIONI
RACCOMANDAZIONI DI CARATTERE GENERALE
RACCOMANDAZIONI PER IL SISTEMA FEDERATO DI IDT REGIONALI
RACCOMANDAZIONI PER LO SVILUPPO DI IDT VERTICALI DI TIPO “COOPERANTE”
82
86
86
87
87
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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Indice delle figure
FIGURA 1-1. SCHEMATIZZAZIONE DELLA VISIONE INSPIRE .................................................................................... 15
FIGURA 1-2. PARADIGMA SMART CITY: AREE TEMATICHE DI INTERVENTO (ADATTATO DA: EUROPEAN SMART
CITIES, HTTP://WWW.SMART-CITIES.EU, 2012).............................................................................................. 22
FIGURA 1-3. ESEMPIO DI FRAMEWORK DELLA INTEGRAZIONE DELLA CITTÀ DIGITALE E DELL’ECO-CITY .............. 24
FIGURA 2-1. MODELLO ARCHITETTURALE DI RIFERIMENTO PER SMART CITY ........................................................... 37
FIGURA 2-2 SCHEMA DELL'ARCHITETTURA TECNICA INSPIRE .................................................................................. 38
FIGURA 5-1 INFRASTRUTTURA DI SIGMATER ........................................................................................................... 62
FIGURA 5-2 MODELLO DEI SERVIZI DELLE COMUNITÀ................................................................................................ 66
FIGURA 5-3 INTERFACCE DEL SERVIZIO IDENTIFICAZIONE E RUOLO DI COMUNITÀ................................................ 66
FIGURA 5-4. ARCHITETTURA LOGICA ELI_CAT ......................................................................................................... 69
Indice delle tabelle
TABELLA 1. AGENDA DIGITALE EUROPEA: FLAGSHIP INITIATIVES ............................................................................. 12
TABELLA 2. RACCOMANDAZIONI EUROGI PER L'AGENDA DIGITALE EUROPEA ....................................................... 13
TABELLA 3. STATO DELL’ARTE DELLE IDT REGIONALI ................................................................................................. 53
TABELLA 4. LEGGE REGIONE ABRUZZO “ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA 2007/2/CE”: CONFRONTO CON LR
1988/60................................................................................................................................................................ 54
TABELLA 5. PIANI DI RICERCA 2007 - 2011 CENTRO PERMANENTE SISTEMI GEOGRAFICI - CISIS .................. 58
TABELLA 6. LA PARTECIPAZIONE DELLE REGIONI A PROGETTI EUROPEI: RISULTATI E LORO POSSIBILE
VALORIZZAZIONE ................................................................................................................................................... 72
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Acronimi
ANCI
Associazione Nazionale Comuni Italiani
BIM
CAD
CPSG
EIF
EIP
EIS
EULF
ICT
IDT
ISA
ISPRA
LMO
PEGS
PSI
RIRP
RNDT
SEIS
SDIC
SICA
Building Information Modeling
Codice dell’Amministrazione Digitale
Centro Permanente per i Sistemi Geografici
European Interoperability Framework
European Innovation Partnership
European Interoperability Strategy
European Union Location Framework
Information and Communication Technologies
Infrastruttura di Dati Territoriali
Programma: Interoperability Solutions for European Public Administrations
Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale
Legally Mandated Organizations
Pan-European eGovernment Services
Public Sector Information
Reusable Inspire Reference Platform
Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali
Shared Environmental Information System
Spatial Data Interest Communities
Servizi Infrastrutturali e di Cooperazione Applicativa
SINA
Sistema Informativo Nazionale Ambientale
SPC
SPCoop
UE
Sistema Pubblico di Connettività
Sistema Pubblico di Cooperazione
Unione Europea
UPI
Unione delle Province d’Italia
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1 Il contesto europeo
Questo capitolo presenta le principali linee d’azione adottate dalla Commissione Europea
riguardanti non solo esplicitamente l’Informazione Geografica ma che influiscono sulla sua
espansione, nel contesto più ampio dello sviluppo delle tecnologie dell’informazione e della
comunicazione in Europa. Lo scopo di questa sintetica rassegna riguarda la definizione del quadro
europeo entro cui si colloca il processo per la formazione di IDT regionali di tipo federato su base
inter-regionale e l’individuazione delle policy in cui tale processo si può inserire.
Tale quadro ha per cornice la strategia Europa 2020 (Commissione Europea, 2010), intrapresa
dalla Commissione Europea nel marzo 2010, con l'intento di uscire dalla crisi e preparare
l'economia dell'Unione per le sfide di questo decennio. In generale, Europa 2020 definisce una
prospettiva per raggiungere alti livelli di occupazione, di produttività e di coesione sociale e
un'economia a basse emissioni di carbonio, da attuare tramite azioni concrete a livello di UE e di
Stati membri.
1.1 Agenda Digitale Europea e Informazione Geografica
L'Agenda Digitale Europea è una delle sette iniziative fondamentali della strategia “Europa 2020”.
Essa mira ad affermare il ruolo chiave delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione
(ICT) per raggiungere gli obiettivi che l'Europa si è prefissata per il 2020 (Commissione Europea,
2010). Ha rappresentato un cambiamento di prospettiva sostanziale delle politiche della
Commissione per le ICT, passando da un approccio basato su un semplice interesse per queste
tecnologie ad una impostazione che assegna ad esse un’enorme importanza.
La strategia per il digitale si basa su sette linee d’intervento, elencate nella seguente tabella.
Tabella 1. Agenda Digitale Europea: flagship initiatives
Un Mercato del digitale unico e dinamico
Interoperabilità e standardizzazione
Fiducia e sicurezza online
Accesso ad internet veloce e superveloce per tutti
Ricerca e innovazione nelle ICT
Migliorare l'alfabetizzazione, le competenze e l'inclusione nel mondo digitale
Servizi pubblici digitali
Per ognuna di queste, il documento della Commissione individua azioni precise, a carico della
Commissione e degli Stati Membri, precisando le scadenze temporali entro cui esse debbono
essere attuate e portate a termine.
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L’Agenda Digitale Europea non contiene alcun riferimento esplicito a temi riguardanti la
Geographic Information. Ciò non toglie che all’interno di quelle linee d’intervento pertinenti per i
temi della GI, siano in concreto perseguite azioni riguardanti anche questo settore. Nello specifico,
ad esempio:
•
Interoperabilità e standardizzazione: collegate alla direttiva INSPIRE, associate alla direttiva
sulle Public Sector Information, PSI (in fase di revisione1), nell’ambito del programma
Interoperability Solutions for European Public Administrations (ISA)2
•
Ricerca e innovazione nelle ICT: oltre a INSPIRE, altri programmi connessi sono GMES3, GEOSS4
•
Servizi pubblici digitali: connessi ai programmi riguardanti le Smart Cities and Communities
EUROGI, l'organizzazione “ombrello” per le organizzazioni europee del settore della Geographic
Information, ha segnalato alla Commissione l’assenza nel documento di riferimenti ai temi
dell’Informazione Geografica e, in occasione del Mid-Term Review (agosto 2012) dell’Agenda ha
inviato un contributo, proponendo Raccomandazioni per colmare il gap individuato (EUROGI,
2012).
Si riporta nella seguente tabella una sintesi di tali nove raccomandazioni, in quanto esse
consentono di avere un quadro schematico e aggiornato dei temi topici che riguardano lo sviluppo
dell’Informazione Geografica e delle IDT, a livello europeo.
Come richiamato sopra e come verrà illustrato nei prossimi paragrafi, per diversi temi la
Commissione ha attivato iniziative e progetti specifici.
Tabella 2. Raccomandazioni EUROGI per l'Agenda Digitale Europea
Dati geospaziali e servizi Procedere all’individuazione delle tipologie dei dati geospaziali prodotti dal
aperti
settore pubblico che dovrebbero essere resi disponibili all'interno di una
gamma di modelli di accesso (da gratuiti e senza restrizioni per il loro
utilizzo, a quelli per cui si applicano tariffe e restrizioni di accesso).
Adottare ulteriori misure oltre a INSPIRE e alla direttiva sulla PSI per
eliminare gli ostacoli che vincolano ancora l'utilizzo dei dati geospaziali.
Geolocalizzazione
digitale Prevedere il geotagging per l'enorme volume di dati digitali (documenti di
informazioni del settore testo, fogli di calcolo, immagini, video, dati rilevati a distanza, tweet, ecc.)
pubblico
che vengono prodotti quotidianamente dalla PA a tutti i livelli come misura
per contribuire alla trasparenza delle politiche pubbliche, nelle diverse fasi
(attuazione, controllo e riesame).
Building Information
Produrre una descrizione del modo migliore per promuovere i Modelli
Modeling (BIM) e
d'Informazioni di un Edificio (BIM) e la piena integrazione con i dati
informazioni/ servizi
geospaziali e i servizi connessi. Uno dei progressi tecnologici più importanti
1
http://ec.europa.eu/information_society/policy/psi/index_en.htm#Whats_new
Programma Interoperability Solutions for European Public Administrations http://ec.europa.eu/isa/index_en.htm.
Un esempio di iniziativa riguardante la GI (Location Vocabularies in Europe for Cross-Border Interoperability) è
presentata qui: http://ec.europa.eu/isa/news/2012/press_release_en.htm
3
http://www.gmes.info/
4
http://www.earthobservations.org/geoss.shtml
2
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geospaziali
Servizio per le informazioni
immobiliari integrato
Posizione strategia europea
sulla Localizzazione
Fare emergere il potenziale
delle infrastrutture di dati
territoriali
Settore Geographic
Information nel contesto
globale
Sviluppare le competenze
della Geographic
Information
Tendenze emergenti e nuove
opportunità
dell’industria delle costruzioni e dell’edilizia in Europa è il BIM. Programmi
per la sostenibilità, come BREEAM5 e LEED6, tengono conto
dell’illuminazione naturale, delle fonti energetiche rinnovabili e dell’analisi
del rumore: per considerare aspetti riguardanti tali temi è necessaria
l'integrazione delle informazioni geospaziali con quelle relative alla
progettazione edilizia, presenti nei modelli BIM. I BIM consentono inoltre
una maggiore trasparenza e dialogo tra stakeholder pubblici e cittadini.
Sviluppare uno schema per un servizio europeo di informazioni sulle
proprietà. In Europa non esiste ancora un servizio sulle informazioni
immobiliari globale, integrato e multilingue, in grado di facilitare il
monitoraggio continuo dei trend in base alla localizzazione, di individuare i
flussi finanziari, fornire dettagli sulle proprietà, esaminare l'impatto dei
rischi naturali (inondazioni, frane ecc.) e di altri fattori.
Una strategia rispetto al tema della Localizzazione è necessaria per
sbloccare il potenziale delle informazioni geolocalizzate al fine di sostenere
gli obiettivi fissati nella strategia “Europa 2020”, quali la creazione di
occupazione, l'inclusione sociale, la sostenibilità dello sviluppo e
ambientale.
Definire un programma di sostegno delle Infrastrutture di Dati Territoriali
(IDT) sub-nazionali e tematiche nonché fissare le specifiche minime e
auspicabile per facilitare l'interoperabilità tra queste IDT attraverso API
aperte.
Identificare i modi in cui le aziende europee della Geographic Information
possono competere sul mercato globale. INSPIRE è riconosciuta in tutto il
mondo come iniziativa leader mondiale nel settore delle IDT e la crescente
e approfondita esperienza sui processi di armonizzazione tra culture e
lingue diverse non è ancora pienamente sfruttata a livello internazionale.
La Commissione dovrebbe elaborare una strategia per sostenere lo sviluppo
e l’incremento delle competenze del settore della Geographic Information.
L'occupazione in questo settore si sta espandendo ad un tasso maggiore dei
livelli di crescita economica a livello globale, ma persistono carenze di
competenze. Una risposta a tale necessità sarebbe un’opportunità per gli
Stati Membri con alti tassi di disoccupazione.
Sostenere un processo di revisione periodica delle innovazioni tecnologiche
emergenti, quali “Internet delle cose”, il telerilevamento, il cloud
computing, le iniziative open data, il posizionamento indoor/outdoor
ininterrotto e i social media, che avranno un impatto sulla Geographic
Information, per individuare opportunità per il settore europeo delle ICT e
per il settore pubblico.
1.2 Le IDT e l’Agenda Digitale Europea
Una IDT rappresenta, di per sé, un esempio di interoperabilità, con valenza settoriale. Una IDT che
soddisfa i requisiti di interoperabilità si inserisce a pieno titolo nel quadro dell'Agenda Digitale per
5
BREEAM (BRE Environmental Assessment Method ovvero "metodologia di valutazione ambientale del BRE").
http://www.breeam.org/page.jsp?id=187
6
LEED (Leadership in Energy and Environmental Design). https://new.usgbc.org/leed
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l'Europa, in particolare il suo sviluppo sarà coerente con gli obiettivi definiti nell’ambito dell’area
"Interoperabilità e standard". Quindi, una IDT dovrebbe integrare il concetto di interoperabilità,
cioè la capacità di scambiare, elaborare interpretare correttamente le informazioni da parte dei
sistemi che –in generale- la compongono e interagiscono con essa. L’interoperabilità riguarda
aspetti tecnici, normativi e legali, organizzativi e aspetti semantici per il trattamento dei dati, come
esplicitato nel piano europeo di azione per l'eGovernment 2011-2015 (Commissione Europea,
2010). La Commissione su questo specifico tema ha definito la strategia da seguire (European
Interoperability Strategy, EIS) e il Framework di riferimento (European Interoperability Framework,
EIF). Entrambi i documenti sono allegati alla Comunicazione “Towards interoperability for
European public services” (Commissione Europea, 2010)7.
Nel 2002 la Commissione Europea ha avviato un’iniziativa, imperniata sulla direttiva denominata
INSPIRE (Commissione Europea, 2007), che mira a creare una Spatial Data Infrastructure europea,
basata su IDT nazionali e sub-nazionali. La visione INSPIRE di IDT di livello europeo è schematizzata
in figura 1-1.
La Direttiva è entrata in vigore il 15 maggio 2007: molte delle regole tecniche-organizzative di cui
era prevista la definizione sono già state rilasciate e le attività attribuite agli Stati Membri per
recepirne i contenuti sono in corso. Se si considerano gli anni dedicati alla raccolta delle esigenze
di cui tenere conto e alla preparazione della “road map”, il processo avviato per la creazione della
IDT europea copre ormai un lasso di tempo superiore ai dieci anni.
Figura 1-1. Schematizzazione della visione INSPIRE
L’esperienza acquisita attraverso lo sviluppo di questa fondamentale iniziativa, che ha galvanizzato
il settore dell’Informazione Geografica europea e raccolto interesse e apprezzamenti a livello
internazionale, è oggetto di continue analisi e valutazioni sia per monitorarne l’impatto, sia per
7
Tutti i documenti richiamati sono acquisibili all’indirizzo: http://ec.europa.eu/isa/library/index_en.htm
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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conoscere le influenze indotte da nuove tecnologie e cambiamenti di scenario socio-economico. Le
Conferenze INSPIRE annuali, ad esempio, consentono di presentare e dibattere all’interno di un
ampio consesso questi temi. Quanto illustrato in questo paragrafo è attinto da materiale
disponibile sul sito della Conferenza svoltasi lo scorso giugno 2012 a Istanbul8.
La conoscenza delle azioni evolutive adottate o che s’intendono avviare nel prossimo futuro in
ambito INSPIRE è senz’altro utile per orientare le attività di sviluppo delle IDT nazionali e subnazionali.
Una caratteristica di INSPIRE ritenuta qualificante riguarda la sua governance. L’iniziativa è stata
concepita come un processo, prevedendo un approccio aperto e trasparente nelle differenti fasi
previste: la definizione della linea di azione, la valutazione dell’impatto, il supporto al processo, il
coinvolgimento dei portatori d’interesse, la selezione del materiale per la redazione delle bozze
delle Implementing Rules e, infine, la raccolta dei commenti e la validazione dei Regolamenti
stessi. Tale impostazione ha ottenuto un riscontro di partecipazione significativo: attualmente
sono coinvolte in INSPIRE oltre 480 comunità di soggetti interessati (le cosiddette Spatial Data
Interest Communities, SDIC) e 272 organizzazioni istituzionali (Legally Mandated Organizations,
LMO).
Un aspetto critico riguarda invece le problematiche di sincronizzazione rispetto a:
• i rapidi cambiamenti tecnologici (Linked Data, Open Data, Cloud computing, Smartphones,
Sensor web, …), anche imprevedibili al tempo della formulazione della Direttiva, e che si
presenteranno naturalmente anche nel prossimo futuro;
•
le dinamiche all’interno della società e delle sue componenti: si pensi alle iniziative del settore
privato (Google Earth, Microsoft Bing, ..), alla nascita del fenomeni delle community, il
Geographic Volunteer Information, ma anche Facebook, Twitter, ecc. e, non certamente
ultima, la crisi finanziaria globale, che ha avuto ovviamente riflessi in termini di riduzione dei
finanziamenti anche per l’Informazione Geografica.
E’ importante mettere in evidenza che tali problematiche investono l’IDT europea come pure le
IDT su cui questa si basa. Soprattutto le IDT di livello subnazionale si stanno affermando come
evoluzione di strutture GIS e di sistemi federati di eGovernment già operative, non nascono come
ideazione originale, né possono essere considerate come risultato di una progettazione
temporalmente confinata. In altri termini, il loro sviluppo non segue il tradizionale processo di
realizzazione di un sistema informativo, piuttosto esso si basa sullo sfruttamento evolutivo delle
soluzioni tecnico-organizzative già esistenti per la gestione dei dati geospaziali, alle quali
gradualmente si vanno a innestare ulteriori componenti (tecniche e organizzative), secondo
modelli a rete. Non esistono processi codificati per descrivere o attuare lo sviluppo di una IDT, ogni
percorso seguito deve tenere necessariamente presente il contesto organizzativo e operativo in
cui si sviluppa.
Altre problematiche di cui è importante riportare nota riguardano:
• gli standard internazionali, non ancora ad uno stadio di stabilità e affidabilità adeguata rispetto
alle necessità, come rilevato dall’Initial Operating Capability (IOC) Task Force INSPIRE9,
8
9
http://inspire.jrc.ec.europa.eu/events/conferences/inspire_2012/index.cfm/page/plenary
http://inspire.jrc.ec.europa.eu/index.cfm/pageid/5/list/ioc
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nell’ambito dell’attività di test di verifica dell’interoperabilità con il Geoportale INSPIRE dei
servizi di discovery e view forniti dagli Stati Membri10;
•
la necessità di un maggiore e più esteso coinvolgimento delle organizzazioni coinvolte nel
processo INSPIRE, con la disponibilità di risorse professionali adeguatamente formate per
fronteggiare le difficoltà derivanti dal complesso quadro tecnico che occorre assimilare per
seguirne l’applicazione.
E’ quindi prevedibile che per fronteggiare tali difficoltà saranno programmate nel prossimo futuro
azioni rivolte a incrementare la Capacity Building dei soggetti coinvolti a diverso titolo nel processo
INSPIRE, unitamente a iniziative per accrescere tra i portatori d’interesse dell’iniziativa, ai diversi
livelli, la cognizione e quindi il coinvolgimento indispensabile per seguire e apprezzare il processo
in corso.
Un ulteriore punto su cui si ritiene opportuno porre maggiore attenzione riguarda la diffusione dei
risultati conseguiti e, in generale, la promozione di INSPIRE. A questo riguardo, viene segnalata
frequentemente una non ancora chiara identificazione degli utenti o, meglio, non vi è ancora una
comprensione adeguata del “mercato di INSPIRE“ per indirizzare efficacemente le suddette azioni.
La road map aggiornata per l’implementazione di INSPIRE prevede il completamento delle attività
nel 2020. I prossimi anni saranno certamente dedicati alla manutenzione correttiva del framework
realizzato e allo sviluppo delle componenti pianificate. Sono previsti anche interventi in termini
evolutivi, per tenere conto delle problematiche emerse e sinteticamente illustrate sopra.
In generale, l’attenzione è puntata sull’estensione dell’ambito d’interesse e a un suo allineamento
rispetto ad altre linee di azione della Commissione, quali -ad esempio- l’accesso alle Informazioni
Ambientali, la direttiva sulle PSI o, ancora, legate a tematiche della mobilità delle persone e delle
merci. Tutte sono poi inquadrate all’interno dell’Agenda Digitale Europea.
A questo riguardo, due iniziative emblematiche attivate nel 2012 sono:
• l’European Union Location Framework (EULF), per garantire lo scambio e la condivisione dei
dati geolocalizzati e dei servizi connessi in tutta Europa, in modalità inter-settoriale e
interoperabile
•
la piattaforma di riferimento INSPIRE ri-usabile (Reusable Inspire Reference Platform - RIRP),
per supportare gli Stati Membri nell’implementazione dei requisiti INSPIRE, attraverso lo
sviluppo di componenti comuni per l’implementazione corretta di una IDT.
Entrambe sono state inserite nel ISA Work Programme (Programma ISA, 2012)11. La prima ha
carattere di studio, ed è presente nel cluster delle Architetture Interoperabili (Interoperability
Architecture). Fornirà alle pubbliche amministrazioni e alla comunità degli stakeholder un set di
documenti relativi a norme, metodologie, specifiche e le linee guida per la loro applicazione,
materiale di formazione per facilitare l’implementazione di INSPIRE nel contesto dell’egovernment.
S’intende conseguire tale risultato, pianificato per il secondo semestre del 2014, grazie allo
svolgimento di quattro azioni, precisamente:
10
Sintetici risultati consultabili in: http://www.amfm.it/attivita/conferenza2012/pdf/AMFM_2012_2_JRC_Annoni.pdf
La descrizione dettagliata delle due iniziative è riportata nell’allegato:
http://ec.europa.eu/isa/documents/isa_wp_second_revision_2012_annex_en.pdf .
11
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•
•
•
•
la definizione del quadro conoscitivo dei programmi conclusi e in corso, dei progetti a livello
nazionale e internazionale, riguardanti il tema dell’EULF
l’utilizzo delle strutture esistenti, per valutarne l’idoneità rispetto agli scopi dell’EULF,
stabilendo rapporti con gli organismi gestori delle strutture stesse
la definizione del Location Framework attraverso l’analisi trasversale delle problematiche di
standardizzazione e interoperabilità
la valutazione socio-economica dei vantaggi indotti dall’adozione dell’EULF.
La seconda iniziativa, inclusa nel cluster delle azioni relative al tema dello Scambio di Informazioni
Affidabili (Trusted Information Exchange), ha carattere di progetto, la cui conclusione è stabilita a
fine 2015. Saranno sviluppate attività inerenti i seguenti scopi:
• acquisizione dell’inventario delle piattaforme esistenti e di strumenti che coprono settori
diversi (INSPIRE, Direttiva Quadro sulle Risorse Idriche, l'Agenda Digitale per l'Europa, i dati
open, il Sistema Informativo Ambientale Condiviso, SEIS):
• supporto a progetti esistenti o l’avvio di nuovi, basati sull’open source, per colmare le lacune
individuate;
• produzione di documentazione multilingue per aiutare l’implementazione di IDT/nodi INSPIRE
basati sulle iniziative rilevanti avviate dagli Stati Membri;
• realizzazione di piattaforme collaborative condivise, relative a: registry distribuiti, informazioni
geografiche “volunteer”, applicate per selezionare Temi INSPIRE, software e altri elementi.
L’avvio di questi due progetti evidenziano quanto ormai i temi dell’Agenda Digitale Europea siano
anche propri dell’Informazione Geografica, in particolare e in forma coesa, con i tre pilastri
richiamati nel paragrafo precedente: Interoperabilità e standardizzazione, Ricerca e innovazione
nelle ICT e Servizi pubblici digitali.
In particolare, il tema dell'interoperabilità è di particolare rilevanza e, in effetti, è trasversale ai tre
pilastri. Essa è uno dei prerequisiti per rafforzare il mercato interno delle ICT, per migliorare
l'erogazione di servizi della PA e l'attuazione di iniziative ICT dei cittadini ed è una pre-condizione
per lo sviluppo di servizi paneuropei di eGovernment (PEGS). Il Work Programme ISA rappresenta il
piano operativo per raggiungere l’interoperabilità dei servizi pubblici a livello europeo ed esso è,
ovviamente, strutturato sulla base delle linee d’azione definite nell’European Interoperability
Strategy (EIS) e nell’European Interoperability Framework (EIF).
In conclusione a questa breve rassegna, per sottolineare ancora quanto espresso in apertura di
questo paragrafo, va notato che le due azioni INSPIRE richiamate non sono indipendenti tra loro
ma, come sottolineato nel Work Programme ISA, sono in relazione tra loro. In particolare, l’azione
Re-usable INSPIRE reference platform è considerata come uno degli strumenti chiave per
l’interoperabilità, in accordo con l’approccio dell’EIS, seguito per costituire il cluster delle azioni
relative al tema dello Scambio di Informazioni Affidabili. L’azione “European Union Location
Framework”, invece, è stata definita proprio sulla base delle linee guida dell’EIF.
1.3 Le policy dell’UE per le Smart City e l’Informazione Geografica
Il tema riferibile al paradigma della Smart City è ampio e articolato. Questo paragrafo intende
fornire un quadro riguardante il posizionamento dell’Informazione Geografica rispetto a tale
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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argomento. Sono quindi richiamati i documenti più recenti riguardanti le iniziative in ambito UE
da utilizzare come riferimento nel presente documento, consentendo di affrontare l’argomento
IDT a livello regionale rispetto alle iniziative Smart City che sono intraprese anche nel nostro
Paese.
Il concetto della Smart City si è rapidamente diffuso in tutti i continenti, nel contesto dei
cambiamenti indotti dalla globalizzazione. Esso è stato recepito nei programmi per l’innovazione
europei per coniugare la competitività di un’area urbana con il suo sviluppo sostenibile. E’
diventato così un riferimento basilare per sintetizzare con un unico termine i temi che concorrono
a qualificare la vita di una comunità urbana, per stimolare la collaborazione fra discipline
differenti, anche distanti tra loro e, naturalmente, per individuare e sostenere programmi di
finanziamento.
L’uso della locuzione Smart City, a cui spesso è associato il termine Community, si è affermato di
recente e deve essere considerato come un concetto ancora in evoluzione: occorre quindi essere
consapevoli che definire cosa s’intenda per Smart City non sia ancora cosa semplice e che
coesistono punti di vista variegati. Certamente, non rappresenta uno slogan o un termine da usare
per essere à la page; piuttosto, identifica –analogamente ad altre locuzioni coniate: Digital City,
Intelligent City, Eco-City- una tappa del percorso che l’umanità ha intrapreso per passare dall’era
analogica a quella digitale, dall’economia energivora al modello sostenibile.
All’interno di tale quadro, l’Informazione Geografica ha giocato –e non può che continuare a
rivestire- un ruolo rilevante. Ad esempio, nella scheda proposta al termine di questo capitolo viene
sinteticamente illustrato come il concetto di “Città Digitale” sia stato approfondito e interpretato
proprio nell’ambito della Geographic Information.
Attraverso un esame anche sommario delle diverse iniziative “Smart City”promosse e avviate in
ormai numerose aree urbane nel mondo12 è possibile constatare che, in generale,
ogni municipalità partecipa a questi progetti prendendo in considerazione uno o più settori
d’intervento, sulla base di priorità e sensibilità proprie: l’efficienza energetica, la mobilità, il
monitoraggio ambientale, la comunicazione con i cittadini, la promozione turistica, solo per citarne
alcuni. Per tutti questi settori, comunque, l’Informazione Geografica riveste un ruolo di
infrastruttura abilitante e le tecnologie geomatiche contribuiscono alla realizzazione di servizi
innovativi. Ruolo e contributi in alcuni casi manifesti, più spesso celati, come verrà fatto risaltare
nei prossimi capitoli, quando si riprenderà l’argomento delle IDT nell’ambito delle Smart City e
Community.
Come evidenziato sopra, questa locuzione individua un concetto di città in evoluzione. La
Commissione Europea ha identificato nella Smart City il modello adatto alla transizione verso le
città sostenibili, basato principalmente su tre capisaldi: le reti intelligenti o Smart Grid; gli edifici
intelligenti, ovvero la nuova generazione di edifici; la mobilità sostenibile.
Ovviamente il tema interessa e coinvolge uno spettro più ampio di settori e problematiche. A
questo riguardo, è utile richiamare il Rapporto della Direzione Generale per le Politiche Regionali
“Cities of Tomorrow: Challenges, visions, ways forward”, pubblicato nell’ottobre 2011
(Commissione Europea, 2011). Questo documento, è frutto di un lavoro interdisciplinare,
12
Un’analisi di iniziative significative è disponibili in: ARCHITETTURA PER LE COMUNITÀ INTELLIGENTI: VISIONE
CONCETTUALE E RACCOMANDAZIONI ALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, (Agenzia per l’Italia Digitale, 2012).
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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coordinato dall’unità “Sviluppo Urbano e coesione Territoriale” della DG per le Politiche Regionali,
che ha coinvolto oltre cinquanta esperti.
Lo studio ha consentito di stabilire un modello di sviluppo della città in Europa, coerente con gli
obiettivi della Strategia “Europa 2020”, già richiamata nel primo paragrafo di questo capitolo e con
quelli stabiliti nel Trattato, vale a dire la promozione della coesione economica, sociale e
territoriale. Questo orientamento ha permesso di cogliere:
• da un lato le caratteristiche essenziali della storia culturale europea, quindi di radicare nel
passato il modello; in altri termini, di tenere conto dell’identità europea;
• dall'altro, gli aspetti essenziali della visione politica dell'Unione, quindi del futuro, così come lo
prevedono le componenti della società che la compongono.
Esso viene proposto come visione condivisa a livello europeo sia delle città del domani, sia dello
sviluppo territoriale delle città.
Il rapporto descrive, nel capitolo conclusivo, gli elementi chiave di un sistema di governance
multiscala comune. Esso si fonda sulla capacità di perseguire:
• un approccio olistico e integrato alle problematiche da affrontare;
• la pianificazione strategica a lungo termine;
• la costruzione di visioni condivise e attraverso processi di previsione condivisi;
• il coinvolgimento della comunità e la mobilitazione delle collettività sugli obiettivi a lungo
termine;
• la cooperazione e la partnership tra le città.
Viene infine sottolineata l'importanza del livello ‘città-regione’ e il suo ruolo nel sistema di
governance sopra delineato. A prescindere dalle forme di governo, differenti da Paese a Paese, ciò
che sembra essere sempre più importante è la capacità di conciliare le regole istituzionali di
governo con una modalità di governance adatta alla scala a cui le problematiche debbono essere
affrontate, in altri termini, sufficientemente flessibile per affrontare le sfide alle differenti scale.
Lo schema riportato di seguito delinea il cambiamento appropriato per raggiungere accordi su
visioni condivise da raggiungere e strategie per conseguirle, individuate grazie alla comprensione
del presente e alla identificazione del futuro desiderabile possibile: le due condizioni indispensabili
quando occorra conciliare diversi obiettivi a lungo termine.
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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Seguendo la strategia “Europa 2020”, la trasposizione di questa visione di sviluppo urbano e
territoriale comune in strumenti di sostegno degli interventi per la sua attuazione è perseguita
attraverso l’attivazione di approcci che favoriscano la collaborazione del settore privato e pubblico
ai diversi livelli –europeo, nazionale e regionale- nel campo dell’innovazione e della ricerca.
Proprio con tale finalità, lo scorso luglio, nell’ambito dell’European Innovation Partnership13 è stata
ufficializzato il programma: “Smart Cities and Communities, SCC” (Commissione Europea, 2012).
Esso propone di concentrare risorse per sostenere lo sviluppo di progetti innovativi trasversali alle
tematiche dell’energia, dei trasporti e delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione
nelle aree urbane. Il suo scopo è quello di stimolare le imprese di questi tre settori a collaborare
insieme con le città, rispondendo ai suoi bisogni combinando le rispettive tecnologie.
Tale iniziativa intende apportare un ulteriore contributo intersettoriale, affiancando i progetti
settoriali ormai numerosi attivati dall’Unione, quali, solo per citarne alcuni: CONCERTO, CIVITAS, la
Carta Green Digital, la “Energy Efficient Buildings Public Private Partnership”, il programma
“European Green Building”, l’iniziativa “European Green Cars”, la “European Energy Research
Alliance (EERA) Joint Programme on Smart Cities” e le “Knowledge and Innovation Communities”
dell’European Institute of Innovation and Technology (EIT).
Essa inoltre prevede sinergie sia con altre iniziative nell’ambito di Innovation Union, come ad
esempio con la “European Innovation Partnership (EIP) on water”, che intende ottimizzare la
dimensione urbana dei servizi legati a questa fonte vitale, sia con le molteplici iniziative Smart City
intraprese a livello nazionale e regionale in tutta Europa.
Le iniziative richiamate sopra delineano il ruolo assegnato dall'Unione Europea alle aree urbane,
nell’ambito degli obiettivi per la crescita, da raggiungere entro il 2020: le città europee dovrebbero
essere luoghi di avanzato progresso sociale e rigenerazione ambientale; luoghi attrattivi e motori
per la crescita economica sulla base di un approccio olistico, in cui sono considerati tutti gli aspetti
della sostenibilità (economica, ambientale e sociale).
13
EIP è un’azione di Innovation Union, iniziativa di Europa 2020 per migliorare condizioni e accesso ai finanziamenti
per la ricerca e l'innovazione, per garantire che le idee innovative possano essere trasformate in prodotti e servizi che
creano crescita e occupazione. http://ec.europa.eu/research/innovation-union/index_en.cfm?pg=eip
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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Richiamando il ruolo –espresso sopra- di infrastruttura abilitante che l’Informazione Geografica
riveste in tale contesto e il contributo fornito dalle tecnologie geomatiche alla realizzazione di
servizi innovativi, si può segnalare, per quanto riguarda il primo punto, lo studio: “Using
Geographic Information Systems to provide better e-services“ (Adams, 2011), volto a evidenziare la
complessità e le possibilità delle tecnologie dell’Informazione Geografica, prodotto nell’ambito del
progetto “Smart City”14. Tale documento, in particolare, descrive sia i principi per l’organizzazione
e la gestione dei dati geospaziali, prendendo come riferimento il modello adottato in Germania,
sia come tali sistemi possono essere applicati nel contesto urbano, esponendo le soluzioni
adottate da due città, partner del progetto: Edinburgo (UK) e Kristiansand (N).
Un esempio emblematico relativo al secondo aspetto è dato dal progetto I-Scope (Interoperable
Smart City services through an Open Platform for urban Ecosystems), il cui obiettivo riguarda
l’utilizzo di Modelli di Informazione Urbana (UIM) 3D per la realizzazione di smart web services
basati sulla geometria, la semantica, le informazioni strutturali e morfologiche a scala urbana. Il
progetto è cofinanziato dalla Commissione Europea, attraverso l’ICT Policy Support Programme
(ICT-PSP). Tra i diversi partner italiani che partecipano al progetto, tra cui il coordinatore
Fondazione Graphitech, si menziona la Regione Lazio.
Anche le IDT di livello regionale dovranno quindi tenere conto di tutte le aree tematiche
d’intervento di una Smart City15, schematizzate nella successiva figura.
Questo ulteriore aspetto delle IDT, connesso al paradigma Smart City, in ottica sistemica, potrà
fornire ulteriori argomenti per incrementare la consapevolezza sul loro valore e ruolo e per
stabilire modelli per il loro sviluppo tecnico-organizzativo coerenti con le strategie sopra illustrate.
Figura 1-2. Paradigma Smart City: aree tematiche di intervento (adattato da: European Smart
Cities, http://www.smart-cities.eu, 2012)
14
Il progetto, cofinanziato nell’ambito del programma Interreg IVB North Sea Region, è stato concluso nel 2011.
http://www.smartcities.info/
15
Per una descrizione di tali ambiti “verticali”, si può sempre fare riferimento al documento “ARCHITETTURA PER LE
COMUNITÀ INTELLIGENTI”, dell’Agenzia per l’Italia Digitale, già citato (vedi nota n.° 12)
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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Città Digitale e Informazione Geografica
Anche se il termine "Città Digitale" era già stato coniato e usato (T. Ishida, 2000) per individuare
progetti riguardanti una vasta gamma di applicazioni ICT, dalle reti civiche alle città virtuali, il
concetto di "Città Digitale" è stato sicuramente rafforzato dalla visione della Digital Earth,
annunciata nel 1998 dalla ex vice-presidente Al Gore (Al Gore, 1998). Essa può essere considerata
l'argomentazione più seducente per proporre l’informazione geografica, a cavallo tra il passato e
il nuovo millennio: esprime un futuro in cui i vantaggi delle ICT cambieranno il nostro modo di
apprendere, fare ricerca e gestire le risorse del Pianeta. Tale rappresentazione visionaria dello stile
di vita futuro delle persone in tutto il mondo ha influenzato la ricerca negli anni successivi, come ad esempio- di lì a pochi anni le piattaforme web virtuali del Globo (tra tutte, Google Earth), hanno
dimostrato.
Il concetto di Digital Earth e il supporto del candidato -all’epoca- alla presidenza degli Stati Uniti,
sono stati alla base della fondazione della International Society for Digital Earth16 (ISDE). Una
dichiarazione, nota come "Dichiarazione di Pechino sulla Digital Earth", è stata promulgata a
conclusione del primo Simposio Internazionale ISDE17. In occasione del decimo anniversario ISDE,
in occasione del sesto simposio, è stata approvata e adottata una seconda dichiarazione18. I due
documenti riflettono il processo di sviluppo del concetto di Digital Earth nel corso di tale primo
decennio. Negli anni successivi sono stati anche diffusi diversi contributi volti a commentare gli
obiettivi ormai acquisiti e a ri-orientare la visione originaria, individuando nuove sfide per lo
sviluppo della Digital Earth (Craglia, 1998; Guo, 2010; Goodchild, 2012).
Proprio in connessione a tale visione, il termine “Città Digitale” è stato usato al di là del
riferimento a una rappresentazione digitale -un modello 3D- di un’area urbana: se la Digital Earth
rappresenta il sistema nervoso del Pianeta, le Città Digitali costituiscono le cellule nervose di tale
sistema (Qi, 2000). Lo schema seguente propone –ad esempio- una struttura tecnologica basata su
quattro strati: dati, tecnologia, applicazioni e supporto alle decisioni, per l’integrazione del
concetto di Digital City rispetto a tale metafora e il concetto di Eco-City (Wang, 2003).
16
http://www.digitalearth-isde.org/
ISDE1: http://www.digitalearth-isde.org/society/background/10.html
18
ISDE6: http://159.226.224.4/isde6en/hykx11.html
17
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Figura 1-3. Esempio di framework della integrazione della Città Digitale e dell’Eco-city
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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2 Il Quadro nazionale riguardante le IDT
Documentazione relativa alle iniziative riguardanti la creazione e lo sviluppo dell’Infrastruttura di
Dati Territoriali nazionale, articolate ai diversi livelli della Pubblica Amministrazione, centrale,
regionale e locale, è stata prodotta da diversi organismi19. Attraverso la lettura di tali documenti è
quindi possibile avere un quadro delle azioni poste in essere in Italia per dotare anche il nostro
Paese di questo fondamentale sistema di raccolta, gestione e fruizione dei dati geografici digitali.
Tale documentazione fornisce inoltre i riferimenti normativi che incidono su tale processo e
raccoglie i riferimenti dei soggetti pubblici, privati, del mondo della ricerca e del terzo settore
coinvolti.
In questo capitolo, prendendo come base di conoscenza i principali e più recenti testi disponibili,
puntualmente citati nel seguito, sono richiamate tali iniziative, mettendole in rapporto con le
azioni legislative avviate nel 2012 dal Governo italiano per dotare il nostro Paese di un’Agenda
Digitale, in sintonia con l’Agenda Digitale Europea, illustrata nel capitolo precedente.
A questo riguardo, in premessa di questo capitolo, è opportuno rammentare che nell’ambito della
direttiva INSPIRE sono programmate periodiche azioni di monitoraggio dello stato dell’arte
riguardanti lo sviluppo delle IDT in ogni Stato Membro. Per quanto riguarda il nostro Paese,
l’ultima attività di rassegna è stata portata a termine nella primavera del 201120. Il report rilasciato
offre una pressoché esaustiva presentazione degli organismi coinvolti e delle iniziative avviate,
comprendente un esame dei diversi aspetti su cui INSPIRE incide, precisamente: coordinamento e
organizzazione, quadro giuridico e finanziamenti, dati per i temi degli allegati INSPIRE, metadati,
servizi di rete, temi e attività ambientali, standard, uso e efficienza delle IDT.
Gli studi riguardanti lo “State of Play” di ogni Paese, sono predisposti adottando una metodologia
condivisa. Infatti, ognuno viene poi utilizzato, unitamente a informazioni raccolte attraverso
diverse iniziative, per la stesura del report a livello europeo, assai utile per ottenere una visione
unitaria sull’evoluzione del processo di applicazione della direttiva INSPIRE nell’Unione. Di questo
documento, la versione più recente rilasciata corrisponde alla fine del 201121. Per la redazione di
tale studio è stata anche eseguita un’indagine sull’utilizzo e la usabilità delle IDT nazionali,
realizzata attraverso la distribuzione di un questionario. I risultati di tale indagine sono stati
presentati in uno specifico rapporto22.
19
Ad esempio, in: Infrastruttura Nazionale dei Dati Territoriali: obiettivi, attività e principi base. Comitato per le
Regole Tecniche sui Dati Territoriali delle PA, novembre 2009
20
INSPIRE report: Spatial Data Infrastructures in Italy: State of play spring 2011. Vers. 12.0, 31.03.2011.
http://inspire.jrc.ec.europa.eu/reports/stateofplay2011/rcr11ITv120.pdf
21
Spatial Data Infrastructures in Europe: State of play spring 2011. INSPIRE D 4.2 - Summary report regarding the
results of the European Assessment of 34 NSDI (second year).
http://inspire.jrc.ec.europa.eu/reports/stateofplay2011/INSPIRE__NSDI_SoP_-_Summary_Report_2011_-_v6.2.pdf
22
INSPIRE & NSDI State of Play- Detailed survey on use and usability. D3.2 -Detailed survey on the use and usability
(September 2011). http://inspire.jrc.ec.europa.eu/reports/stateofplay2011/INSPIRE_NSDI_SoP_-_D_3_2__Result_Detailed_Survey_Year_2-_v3.1.pdf
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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Il Quadro nazionale di riferimento entro cui si pone il processo per la formazione di IDT regionali di
tipo federato su base inter-regionale comprende ovviamente sia normative e iniziative riferite al
contesto interno, certamente influenzate dalle tendenze evolutive delle ICT a livello
internazionale, sia norme e iniziative legate ai programmi avviati a livello europeo, presentati nel
precedente capitolo.
Per quanto concerne le prime, risale al 1996 la prima iniziativa istituzionale riferibile al tema delle
IDT: “l’Intesa Stato, Regioni ed Enti Locali per la cooperazione e il coordinamento tra le
amministrazioni pubbliche, relativa alla realizzazione di sistemi di informazione geografica”.
Venendo verso tempi più recenti, è il Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD)23 l’atto normativo
fondamentale, a cui occorre fare riferimento anche per il tema delle IDT: esso dedica ai dati
territoriali digitali uno specifico articolo (n.° 59). Tale articolo ha stabilito, tra l’altro, la costituzione
del Comitato per le regole tecniche sui dati territoriali delle pubbliche amministrazioni, le cui
attività negli anni successivi, riprendendo quanto sviluppato nell’ambito della citata Intesa, hanno
favorito una completa collaborazione fra Amministrazioni Centrali, Regioni e Comuni per lo
sviluppo armonico e condiviso dei sistemi informativi territoriali. Lo stesso articolo ha istituito il
Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali.
I prossimi paragrafi sono dedicati a queste due iniziative. Quelli successivi sono rivolti alle iniziative
connesse al contesto europeo. In particolare, Il terzo paragrafo espone le azioni riguardanti il
recepimento della Direttiva INSPIRE; i successivi sono dedicati a tematiche l’Agenda Digitale per
l’Italia, in accordo con l’Agenda Digitale Europea.
2.1 Il Comitato per le Regole Tecniche sui Dati Territoriali delle
pubbliche amministrazioni
Il Comitato per le Regole Tecniche sui Dati Territoriali è stato istituito con il D. Lgs. 7 marzo 2005,
n. 82, ‘Codice dell’Amministrazione Digitale’: questo organismo ha il compito di proporre
regolamenti e norme tecniche per la standardizzazione dell’informazione territoriale, sia in fase di
acquisizione, sia di utilizzo.
Il Comitato nasce, quindi, con la funzione di struttura tecnica per la definizione di standard ed è
costituito da 19 membri effettivi in rappresentanza delle amministrazioni centrali e locali. Tali
membri restano in carica per un triennio. Al Comitato è affidato un compito in qualche senso
“storico” rispetto al settore di riferimento: svolgere un’attività “super partes” nel campo
dell’acquisizione, gestione e diffusione dell’informazione territoriale.
Per quanto riguarda specificatamente le IDT, il Comitato -attraverso specifico gruppo di lavoro- ha
redatto già nel 2009 un documento di riferimento per l’implementazione dell’IDT nazionale, sulla
base di quanto previsto dalla direttiva INSPIRE24. Il rapporto afferma che l’implementazione
dell’Infrastruttura nazionale deve avere per obiettivo generale la creazione di un sistema di
23
Decreto Legislativo n. 82/2005, e successivi aggiornamenti. http://www.digitpa.gov.it/amministrazionedigitale/CAD-testo-vigente
24
Infrastruttura Nazionale dei Dati Territoriali: Obiettivi, attività e principi di base. Comitato per le regole tecniche sui
dati territoriali delle pubbliche amministrazioni, Gruppo di Lavoro 5, novembre 2009.
http://umbriageo.regione.umbria.it/resources/Progetti/b)%20Infrastruttura%20nazionale%20dati%20territorialiobiettivi,%20attivit%C3%A0%20e%20principi%20di%20base.pdf
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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conoscenza e condivisione dei dati territoriali, che tenga conto dei principi contenuti nella
Direttiva e del contesto tecnologico nazionale, a salvaguardia degli investimenti effettuati.
Come verrà illustrato nel successivo paragrafo 3.3, il referente nazionale, richiesto dall’art. 19,
comma 2 della Direttiva, è il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Il
Comitato può svolgere un ruolo di coordinamento, tenuto conto della sua composizione che
comprende i diversi livelli, e le diverse competenze, in cui è articolata la pubblica amministrazione
italiana.
Di seguito sono ricordate le attività salienti del Comitato per le regole Tecniche sui Dati Territoriali
delle Pubbliche Amministrazioni, svolte nel primo triennio: ottobre 2007–ottobre 2010. Le Regioni,
attraverso i propri rappresentanti, ma anche con il supporto del CISIS e di strutture tecniche di
singole Regioni, hanno contribuito in maniera significativa al conseguimento degli obiettivi qui
richiamati.
Per quanto riguarda il secondo triennio, le amministrazioni rappresentate hanno provveduto a
designare i rispettivi membri e si è in attesa del Decreto di nomina, da parte del Ministro
competente.
Definizione delle regole tecnico-economiche per l’utilizzo dei dati catastali per via telematica
Il CAD stabilisce che la base dei dati catastali gestita dall'Agenzia del Territorio rientra tra i dati
territoriali di interesse nazionale (dall’articolo 59, comma 7bis). Come previsto dallo stesso
articolo, il Comitato ha approvato lo schema di decreto, predisposto dall’Agenzia del Territorio e
rielaborato grazie ad un proficuo e collaborativo lavoro svolto dai rappresentanti della stessa
Agenzia del Territorio e delle altre Amministrazioni che partecipano al Comitato.
il procedimento è stato quindi perfezionato con l’emanazione del decreto 13 novembre 2007 del
Direttore dell’Agenzia del Territorio (G.U. n. 274 del 24 novembre 2007 – suppl. ordinario n. 243).
L’emanazione di questo provvedimento ha consentito di consolidare un’apposita struttura
tecnologica di interscambio dei dati realizzata dall’Agenzia del Territorio e di attivare i canali
(portale per i Comuni e sistema web-services su porta applicativa) attraverso cui le
amministrazioni centrali e periferiche possono accedere al sistema informativo della stessa
Agenzia del Territorio per la fornitura/utilizzo dei dati catastali.
E’ opportuno enfatizzare l’importanza dell’ “accordo organizzativo” raggiunto in seno al Comitato,
su uno dei temi più complessi e delicati in materia di decentramento amministrativo. Infatti, per
assicurare il miglioramento della qualità dell’informazione catastale e la fruibilità della stessa,
risulta indispensabile la collaborazione tra comuni, comunità montane25, province e regioni.
Ortofoto digitali alla scala nominale 1:10.000
Con riferimento ai dati da telerilevamento, il Comitato ha individuato una prima particolare
tipologia di dati su cui definire regole tecniche per la loro formazione, documentazione e scambio:
le ortofoto digitali alla scala nominale 1:10.000, in particolare quelle per applicazioni di tipo
cartografico e quelle per applicazioni di tipo tematico, cioè per la derivazione di informazioni
tematiche di copertura del suolo.
L’importanza connaturata all’adozione di regole standard è in questo caso direttamente
commisurata alla specificità di questa tipologia di dati territoriali. Si tratta infatti di dati con vaste
possibilità di impiego nei più svariati settori, utilizzati da molte amministrazioni per l’espletamento
delle proprie attività istituzionali. Gli elevati costi per la loro produzione e/o acquisizione,
unitamente alla necessità di una significativa frequenza di aggiornamento, ha reso quanto mai
opportuno l’intervento del Comitato in questo settore.
25
L’art.19 del DL 95/2012 ne prevede la trasformazione in Unioni di Comuni
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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Le Regole tecniche per questa tipologia di dati, così stabilite, sono state formalmente allegate al
Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri: “Regole tecniche per la formazione, la
documentazione e lo scambio di ortofoto digitali alla scala nominale 1:10.000”, approvato il 10
novembre 2011 (Gazzetta Ufficiale n. 48 del 27/02/2012 - Supplemento ordinario n. 37).
Sistema di riferimento geodetico nazionale e standard per le reti di stazioni permanenti GNSS
L’intervento del Comitato su questo tema nasce dal presupposto che per agevolare la fruibilità e lo
scambio dei dati territoriali fra le pubbliche amministrazioni, e in certi casi addirittura per renderlo
possibile, è essenziale che tali dati siano riferiti al moderno Sistema di Riferimento Geodetico
Nazionale realizzato con le tecnologie dei satelliti per la navigazione. In Italia risultano attualmente
in uso, per ragioni storiche, più Sistemi di Riferimento realizzati nell’arco dell’ultimo secolo, le cui
diversità rendono spesso difficoltoso - e quindi maggiormente oneroso - il confronto preciso e
diretto fra le informazioni geografiche contenute nei prodotti georiferiti e nelle cartografie
topografico-catastali.
Inoltre, l’utilizzo delle sempre più efficaci tecnologie di utilizzazione dei sistemi satellitari di
navigazione per applicazioni accurate di georeferenziazione nel campo topografico-catastale date
dalla realizzazione da parte di molte amministrazioni nazionali e locali di reti di stazioni
permanenti, lascia intravedere una pericolosa evoluzione dello scenario, nel quale vari gestori
delle suddette reti adottano differenti valutazioni e correzioni del movimento geodinamico della
zolla europea rispetto al sistema di navigazione satellitare.
Consapevole di tali necessità, l’Istituto Geografico Militare ha organizzato una rete virtuale di 99
stazioni permanenti, selezionate tra le circa 300 attualmente esistenti realizzate da diverse
amministrazioni nazionali e locali, denominata RDN (Rete Dinamica Nazionale). Con i dati registrati
da tale rete virtuale è stato possibile calcolare, anche con la collaborazione di tre poli universitari
italiani, un moderno sistema di riferimento geografico nazionale (ETRF2000, già 2008.0 del Sistema
ETRS89) adottato ufficialmente in campo geodetico dallo stesso Istituto Geografico Militare dal
gennaio 2009, approvato dall’EUREF26 ed inserito ufficialmente nella rete geodetica europea.
Nel contempo, il Comitato ha definito le regole tecniche direttamente connesse alla realizzazione
del nuovo sistema tra cui, in particolare, quelle necessarie ad assicurare un determinato standard
di qualità per la realizzazione e gestione delle stazioni permanenti delle amministrazioni afferenti
alla selezione individuata per la realizzazione materiale della Rete Dinamica Nazionale.
Tali regole tecniche sono state formalmente allegate al Decreto della Presidenza del Consiglio dei
Ministri: “Adozione del Sistema di riferimento geodetico nazionale”, approvato il 10 novembre
2011 (Gazzetta Ufficiale n. 48 del 27/02/2012 - Supplemento ordinario n. 37).
Con questo provvedimento, l’Italia adotta ufficialmente il nuovo sistema di riferimento geodetico
per la produzione dei nuovi dati territoriali e, gradualmente, per la edizione di aggiornamenti di
cartografie esistenti. Esso garantisce anche la possibilità per le amministrazioni di procedere alla
conversione dei dati pregressi, sulla base di una pianificazione definita dalle stesse
amministrazioni titolari dei dati.
Il risultato atteso è l’avvio di un circolo virtuoso in base al quale, assunto che tutte le
amministrazioni producano i nuovi dati territoriali utilizzando tutte il moderno sistema di
riferimento geodetico, sarà più agevole incentivare e favorire la fruibilità e lo scambio dei dati, e
attivare adeguate politiche di riuso, in ulteriori campi applicativi, dei dati geografici
ordinariamente realizzati dalle amministrazioni nell’ambito delle proprie competenze istituzionali.
26
L’EUREF (Regional Reference Frame Sub-Commission for Europe) è la sotto-commissione della International
Association of Geodesy (IAG), fondata nel 1987 presso l’Assemblea Generale della International Union of Geodesy and
Geophysics (IUGG). Essa si occupa della definizione, realizzazione e manutenzione del quadro europeo di riferimento
geodetico per progetti multinazionali che richiedono elevata precisione nel geo-riferimento.
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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Con questo spirito, lo stesso provvedimento prevede il riuso di costanti locali e procedure di
interpolazione realizzate dall’Istituto Geografico Militare per la conversione di dati archiviati nei
sistemi di riferimento pregressi da parte di altre amministrazioni, con conseguenti ed evidenti
economie di risorse pubbliche.
database geotopografici
Un altro presupposto fondamentale per la realizzazione degli obiettivi previsti dall’articolo 59 del
CAD è la definizione di regole tecniche per la realizzazione delle basi dei dati territoriali, ovvero per
la realizzazione presso le amministrazioni pubbliche di archivi di dati territoriali organizzati
secondo standard di struttura e di contenuto.
Riprendendo in esame i documenti elaborati a suo tempo nell’ambito di IntesaGIS27, è stata svolta
un’analisi dettagliata, considerando ogni distinto dato territoriale. Attraverso questa attività, e
grazie alle diverse competenze professionali presenti, è stata definita la struttura delle basi di dati
territoriali, organizzata secondo determinati criteri in “strati, temi e classi”, che ne costituiscono il
contenuto standard. Tali livelli informativi, scelti a seguito di un’attenta valutazione delle esigenze
delle amministrazioni, sono quelli attraverso i quali vengono rappresentati e descritti i principali
aspetti naturali ed antropici del territorio.
Le regole tecniche predisposte dal Comitato, oltre a descrivere le relazioni e i vincoli tra gli strati
informativi in questione, definiscono, per ognuno di essi, il contenuto minimo (National Core) che
le amministrazioni produttrici di dati territoriali nell’ambito delle proprie attività istituzionali,
devono garantire per realizzare un database geotopografico e, conseguentemente, agevolare
l’interoperabilità tra i dati stessi e l’interconnessione dei diversi database.
Infatti, la definizione di dette regole tecniche consente il superamento della classica cartografia
tecnica e l’utilizzo di tecnologie consolidate per la realizzazione di banche dati dell’informazione
geografica, pienamente rispondenti ai criteri derivanti dalle politiche di interoperabilità, riuso e
scambio dei dati.
Come previsto nel DPCM “Regole tecniche per la definizione delle specifiche di contenuto dei
database geotopografici”, approvato il 10 novembre 2011 (Gazzetta Ufficiale n. 48 del 27/02/2012
- Supplemento ordinario n. 37), i database geotopografici costituiscono la base informativa di
riferimento per la raccolta e la gestione dei dati territoriali individuati e definiti nelle specifiche
tecniche allegate al provvedimento medesimo.
Reti di Sottoservizi
Nell’ambito dell’attività riguardante la definizione di regole tecniche dei database geotopografici
di cui al punto precedente, è emersa la specifica rilevanza dell’informazione geografica relativa alle
infrastrutture presenti nel sottosuolo per l’erogazione dei servizi di pubblica utilità.
Il Comitato sì e posto l’obiettivo di realizzare apposite regole tecniche per la costituzione di un
catasto di tali infrastrutture, omogeneo a copertura nazionale. Per questo fine, è stata ravvisata
l’esigenza di un diretto coinvolgimento degli operatori/gestori di tali servizi pubblici. E’ stato
quindi intrapreso il confronto con Confservizi e FederUtility, associazioni maggiormente
rappresentative delle aziende operanti nel settore. Queste società, infatti, sono utenti e attori non
marginali nella gestione della conoscenza del territorio e, pertanto, la definizione di un
programma di lavoro “comune” e di regole condivise è stato considerato uno degli obiettivi
fondamentali da conseguire.
Diverse società, attraverso i loro rappresentanti, hanno partecipato ai lavori di elaborazione e
predisposizione delle “Regole tecniche per la realizzazione di Database delle Reti di Sottoservizi”.
27
Catalogo degli oggetti (doc. 1n1007 1-2) e Schema del contenuto in GeoUML (doc. 1n1007_4).
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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Prendendo come riferimento il modello dei dati adottato dal Laboratorio Sottosuolo della Regione
Lombardia28, è stato possibile definire un contenuto minimo obbligatorio per la costituzione di un
database delle Reti di Sottoservizi.
Le specifiche elaborate sono state inizialmente oggetto di sperimentazione da parte degli
operatori/gestori partecipanti al gruppo di lavoro: ciò al fine di verificarne l’effettiva applicabilità.
Conclusa la fase di sperimentazione, la documentazione prodotta è stata proposta alle imprese del
settore, attraverso l’associazione FederUtility, per una verifica delle stesse più ampia ed estesa
possibile.
Dopo la fase di consultazione pubblica, è stato possibile procedere all’approvazione finale di dette
regole tecniche, cui seguirà l’avvio del relativo procedimento di adozione, secondo lo stesso iter
seguito per i documenti tecnici di cui ai punti precedenti.
I benefici derivanti dall’attuazione di regole tecniche riguardanti i database per le infrastrutture
presenti nel sottosuolo, riguardano la condivisione, lo scambio e la fruibilità dei dati ai fini di una
razionale sistemazione degli impianti tecnologici nel sottosuolo, obiettivo da tempo perseguito
anche a livello comunitario. Ciò avrà ricadute positive in termini di riduzione dei costi complessivi
delle amministrazioni pubbliche, direttamente o indirettamente impegnate nella
gestione/erogazione dei suddetti servizi di pubblica utilità.
2.2 Il Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali
Come indicato nella premessa di questo capitolo, il ‘Codice dell’Amministrazione Digitale’ prevede
l’istituzione del Repertorio di Dati Territoriali, concepito come strumento idoneo ad agevolare la
pubblicità e la conoscenza delle informazioni territoriali possedute dalle pubbliche
amministrazioni. Al Comitato di cui al punto precedente spetta il compito di sovraintendere alla
realizzazione e gestione del Repertorio dei Dati Territoriali attraverso la predisposizione delle
regole tecniche che ne definiscono il contenuto e le modalità di costituzione e aggiornamento.
Al riguardo, il Comitato, in coerenza con le regole e le finalità previste dalla normativa nazionale e
comunitaria, ha predisposto regolamento recante regole tecniche per la definizione del contenuto
del Repertorio, la sua costituzione e le modalità di aggiornamento, formalmente allegato al
Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri: “Regole tecniche per la definizione del
contenuto del Repertorio nazionale dei dati territoriali, nonché delle modalità di prima
costituzione e di aggiornamento dello stesso”, approvato il 10 novembre 2011 (Gazzetta Ufficiale
n. 48 del 27/02/2012 - Supplemento ordinario n. 37).
Il Repertorio si configura come uno strumento idoneo a raccogliere informazioni, riguardanti i dati
geografici d’interesse generale e i relativi servizi, e a renderle disponibili per la consultazione.
Molto spesso il concetto di Repertorio dei Dati Nazionali è stato confuso con l’insieme dei dati
stessi, ovvero come un unico sistema centralizzato dove risiedono e vengono gestite le
informazioni. Viceversa il Repertorio è il catalogo delle informazioni disponibili dalle Pubbliche
Amministrazioni, realizzato in modo da poter fornire informazioni tecniche sulla fruibilità e qualità
delle informazioni stesse. In questo modo, la titolarità delle informazioni è di completa ed
esclusiva competenza di chi ha acquisito le informazioni. Lo stesso decreto di recepimento della
direttiva INSPIRE (D. Lgs. n. 82/2005, illustrato nel prossimo paragrafo) prevede, infatti, specifiche
28
Delibera Giunta Regione Lombardia n. 5900/2007 “Specifiche tecniche per il rilievo e la mappatura georeferenziata
delle reti tecnologiche del sottosuolo”.
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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norme per garantire fruibilità ed accesso alle informazioni in possesso delle Pubbliche
Amministrazioni che si applicano anche nel settore dei dati territoriali e stabilisce che l’RNDT sia lo
strumento per la ricerca (articolo 5).
Trascorsa la fase di progettazione e realizzazione, superata quella di sperimentazione, dai primi
mesi del 2012 l’RNDT è in esercizio29. Il rapporto statistico di ottobre 2012 riporta che sono
documentati più di duemila dataset e servizi; hanno inserito informazioni tre organi centrali,
due autorità di bacino, nove regioni, quattro province e un comune.
Il processo di evoluzione del Repertorio prevede sia sviluppi nel breve periodo:
• erogazione dei servizi in modalità di cooperazione applicativa (SPC)
• implementazione dei servizi di ricerca (discovery services)
• interazioni con altre infrastrutture (Geoportale INSPIRE, Geoportale Nazionale descritto nel
paragrafo successivo, ecc.)
• inserimento del portale RNDT nell’ambito delle infrastrutture nazionali condivise del Sistema
Pubblico di Connettività
sia nella prospettiva di rendere i metadati interoperabili attraverso il paradigma dei Linked Open
Data. A questo riguardo, l’Agenzia per l’Italia Digitale ha in corso attività riguardanti
la modellazione dell'ontologia utile per tradurre i metadati in dati linked, anche alla luce delle linee
guida sull'interoperabilità semantica, pubblicate recentemente, e delle previsioni normative
contenute nel D.L. n. 179/2012 convertito in legge il 17 dicembre 2012, di cui si tratterà nel
prossimo paragrafo 2.4.
2.3 Recepimento della Direttiva INSPIRE – Decreto Legislativo n.°
32/2010
Per quanto concerne gli impegni connessi al processo di costituzione dell’Infrastruttura per
l’Informazione Territoriale Europea, l’Italia ha recepito la Direttiva INSPIRE nel 2010 con il Decreto
Legislativo “Attuazione della direttiva 2007/2/CE, che istituisce un’infrastruttura per
l’informazione territoriale nella Comunità”, n°. 32.
Per il coordinamento diretto dei contributi di tutti i soggetti interessati all'efficace funzionamento
ai vari livelli di amministrazione dell'infrastruttura nazionale per l’informazione territoriale e del
monitoraggio ambientale, il D.L. (articolo 11) istituisce la “Consulta nazionale per l'informazione
territoriale ed ambientale”, organo di raccordo istituzionale tra le pubbliche amministrazioni che
producono set di dati territoriali, nonché di indirizzo tecnico all'azione del Ministero dell'ambiente
e della tutela del territorio e del mare.
Lo stesso articolo prevede l’attivazione della Consulta tramite un Decreto del Presidente del
Consiglio dei Ministri. Tale provvedimento, non ancora emanato, definirà le modalità di
funzionamento, individuerà una o più sezioni tecniche per l'attività istruttoria su specifiche
tematiche di competenza dell'Organo, tra cui almeno una sezione denominata “Tavolo tecnico di
cooperazione” tra il livello nazionale ed il livello regionale per la realizzazione di un sistema
29
http://www.rndt.gov.it/RNDT/home/index.php?option=com_content&view=article&id=7&Itemid=101
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
Pagina 31 di 92
coordinato e condiviso per il governo, la tutela, il monitoraggio ed il controllo dell’ambiente, del
territorio e del mare, nell’ambito del SINAnet.
I rappresentanti delle regioni, d'intesa con l'ISPRA, curano il raccordo tecnico ed informativo con le
Agenzie ambientali, regionali e provinciali.
La Consulta, presieduta Ministero dell'Ambiente, è costituita da un massimo di 50 componenti,
comprendenti: ciascuno degli organi cartografici dello Stato, un rappresentante per ciascuna delle
regioni e province autonome; un rappresentante dell’Unione delle Province d’Italia (UPI),
dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani (ANCI), di ISPRA, del Dipartimento della protezione
civile, dell’Agenzia per l’Italia Digitale (già DigitPA); un rappresentante dei Ministeri: Difesa,
Istruzione-Università-Ricerca, Infrastrutture e dei Trasporti, Politiche Agricole-Alimentari-Forestali,
Beni e Attività culturali, Sviluppo Economico, Salute, per i rapporti con le regioni.
Lo stesso decreto legislativo istituisce il Geoportale nazionale. Esso costituisce il nodo di livello
nazionale della IDT europea e il punto di accesso ai servizi di consultazione, download, conversione
e servizi che consentano di richiamare servizi sui dati territoriali previsti dalla direttiva INSPIRE,
relativamente ai set di dati elencati negli allegati I, II e III della norma, allegati che recepiscono la
suddivisione dei temi INSPIRE, così come descritti negli Annex I, II e III della direttiva europea. Tali
set di dati costituiscono un sottoinsieme dei set di dati territoriali di interesse generale
documentati all’interno del Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali. Inoltre, il Geoportale
nazionale è punto di accesso ai cataloghi pubblici dell'informazione ambientale contenenti l'elenco
delle tipologie dell'informazione ambientale detenuta, previsti dal decreto legislativo 19 agosto
2005, n.195 (articolo 4) e alla rete SINAnet, con riferimento alla progressiva integrazione dei set di
dati territoriali nell’ambito del Sistema informativo nazionale ambientale (SINA) a cura di ISPRA.
E’ opportuno sottolineare che la Direttiva INSPIRE ha limitato il proprio campo d’intervento
prevalentemente sui temi ambientali, rinviando ad una seconda fase l’estensione del processo ad
altri ambiti di applicazione. Tale impostazione è stata assimilata in maniera forse limitante in
ambito nazionale. Infatti, l’assetto previsto con il suo recepimento concentra tutte le competenze
di livello strategico al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. E’ stato
osservato30 che tale impostazione non corrisponde appieno alle necessità per la gestione delle
infrastrutture dedicate all’informazione geografica digitale, sia perché sarebbe ragionevole gestirla
non solo in funzione di esigenze di tipo ambientale, sia per quanto essa rappresenta per l’egovernment e per l’economia digitale in generale. Le azioni evolutive del processo INSPIRE,
sinteticamente descritte nel paragrafo 1.2, intendono anche promuoverne l’ampliamento proprio
in tale prospettiva.
2.4 Agenda Digitale
Le recenti iniziative del Governo per dotare il Paese di un’Agenda Digitale, in accordo con l’Agenda
Digitale Europea, non possono trascurare l’Informazione Geografica. In questa fase di studio,
pianificazione delle strategie e prima loro applicazione, sono state proposte diverse azioni per
valorizzare il ruolo dei dati territoriali. All’interno del processo di creazione dell’IDT nazionale, le
30
Ad esempio, si veda il recente Disegno di Legge presentato al Senato, n. 3216: “Delega al Governo per il riassetto
delle strutture competenti in materia di gestione e fruizione dell'informazione geografica digitale, nonché per il più
azionale
utilizzo
della
stessa
al
fine
dello
sviluppo
dei
servizi
connessi”,
www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Ddliter/38150.htm
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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Regioni e le Province Autonome hanno realizzato importanti componenti sub-nazionali,
acquisendo una notevole esperienza sia tecnica, sia in termini di governance delle IDT. In questo
quadro rientra la proposta, inserita nel documento Agenda digitale: il contributo delle Regioni e
Province Autonome31, riguardante lo sviluppo della cooperazione applicativa per lo scambio dei
dati geospaziali, menzionata nelle premesse di questo documento.
Lo stesso documento propone la costituzione di un catasto delle infrastrutture di rete (sottosuolo
e wireless), ritenuto strumento propedeutico per una razionale espansione della banda larga. Le
Regioni ne propongono la realizzazione, in un quadro di regole e di standard comuni a livello
nazionale, raccogliendo i dati disponibili presso gli Enti Locali e promuovendo la federazione dei
sistemi informativi utilizzati per la loro gestione. Tema considerato prioritario a livello municipale:
infatti, la proposta ANCI di Decreto Legge Disposizioni di semplificazione e digitalizzazione dei
Comuni per l’attuazione dell’Agenda digitale32, include uno specifico articolo riguardante la
realizzazione del catasto delle infrastrutture del sottosuolo da parte dei Comuni, quale azione
necessaria nell’ambito della realizzazione delle infrastrutture e reti per lo sviluppo digitale dei
Comuni stessi.
Il termine “catasto” può qui essere inteso come sinonimo di IDT tematica. La sua realizzazione
coinvolge più livelli della PA, soggetti privati (utilities) e cittadini, con diversi ruoli. Comprende tutti
gli elementi indicati dalla definizione datane in INSPIRE (metadati, dataset e servizi associati,
accordi su governance, standard, ecc.). Quando tali istanze fossero accolte nell’Agenda Digitale
potranno essere diffuse e valorizzate buone prassi già esistenti.
Con riferimento all’Informazione Geografica, diversamente da quanto osservato nel capitolo
precedente per l’Agenda Digitale Europea, le iniziative del Governo italiano contengono specifici
riferimenti a temi inerenti questo settore.
Infatti, il cosiddetto decreto “spending review”33, il comma denominato “Fruibilità di dati
geospaziali acquisiti con risorse pubbliche” (12-quaterdecies dell’articolo 23) , stabilisce anche che
tutti i dati e le informazioni geospaziali, acquisiti attraverso differenti modalità, nell’ambito di
attività finanziate con risorse pubbliche, siano resi disponibili per tutti i potenziali utilizzatori
nazionali, anche privati, nei limiti imposti da ragioni di tutela della sicurezza nazionale. Lo stesso
comma demanda la definizione delle modalità per la gestione del catalogo suddetto e per
l’accesso, l’interoperatività e la condivisione, anche in tempo reale, dei dati e delle informazioni in
esso conservati, e gli obblighi di comunicazione e disponibilità dei dati acquisiti da parte di tutti i
soggetti che svolgono tale attività con il sostegno pubblico, anche parziale, ad un successivo
decreto del Presidente della Repubblica, sulla base di una intesa tra Presidenza del Consiglio –
Dipartimento della protezione civile, Ministero della difesa, Ministero dell’ambiente e della tutela
del territorio e del mare, Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e regioni, adottata
dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di
Trento e di Bolzano.
Il Governo ha recentemente emanato il secondo Decreto Crescita "Misure urgenti per
l’innovazione e la crescita: agenda digitale e startup", del 4.10.2012, n.° 179. Tale norma è stata
convertita in legge il 17 dicembre 2012, apportando modifiche al testo originario di cui si tiene
ovviamente conto nel seguito. L’articolo 20 “Comunità Intelligenti” stabilisce che il catalogo dei
31
http://www.regioni.it/home_art.php?id=374
http://www.anci.it/index.cfm?layout=dettaglio&IdDett=36862
33
decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135
32
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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dati geografici, territoriali ed ambientali di cui al citato articolo 23 della “spending review”, sia una
componente della piattaforma nazionale delle comunità intelligenti, istituita dall’Agenzia per
l’Italia Digitale (comma 1, punto d), secondo le disposizioni previste dal comma 9 dello stesso
articolo.
Comunque, diversi altri articoli di questa importante legge per l’attuazione dell’Agenda Digitale
italiana riguardano argomenti nell’ambito dei quali viene attivato il ruolo dei dati geospaziali:
nell'ambito della realizzazione dell'Archivio Nazionale strade e numeri civici georeferenziati,
dell'innovazione del trasporto pubblico locale, della valorizzazione dei dati di tipo aperto, nel
contesto delle iniziative a sostegno della ricerca e dell'innovazione e – naturalmente, come già
evidenziato sopra- anche all'interno dello sviluppo delle comunità intelligenti, smart cities e
communities sostenibili.
All’informazione geografica digitale viene dato risalto anche all’interno di documenti su argomenti
d’indirizzo tecnico-organizzativo, relativi a temi d’interesse per l’Agenda Digitale: open data, open
government, smart city, ecc.
Nei prossimi due paragrafi si prendono in esame due rapporti recentemente predisposti
dall’Agenzia per l’Italia Digitale, precisamente:
•
Architettura per le comunità intelligenti: visione concettuale e raccomandazioni alla
pubblica amministrazione (Agenzia per l’Italia Digitale, 2012)
•
Linee Guida per l’interoperabilità semantica attraverso i Linked Open Data, LOD (Agenzia
per l’Italia Digitale, 2012).
2.4.1 Le IDT e il paradigma “Smart City”
L’espressione “Smart City” ha acquisito in tempi recenti una popolarità crescente e pervasiva in
molti contesti. Questo paragrafo dà per scontata una conoscenza almeno generale del valore
assegnato a questo concetto evolutivo dell’ambiente umano (la città in primis, ma non
esclusivamente), nell’ambito del contributo che l’innovazione digitale può fornire alla società, per
superare la crisi economica attuale, migliorare la qualità della vita, contribuire alla salvaguardia
dell’ambiente.
Rispetto al concetto di “Smart City”, una IDT di livello regionale gioca già oggi –almeno
potenzialmente- un ruolo duplice: fornisce dati -e servizi ad essi connessi- utili per la realizzazione
di servizi della città intelligente; raccoglie dati e informazioni dal livello locale, indispensabili per lo
svolgimento dei compiti cui l’istituzione regionale deve assolvere. Inoltre, l’IDT regionale svolgerà,
in sintonia con l’applicazione del principio di sussidiarietà, un ruolo maggiormente operativo ove i
sistemi locali riterranno di delegare ad essa la gestione di alcune tipologie di dati geospaziali, in
particolare quelli legati a sistemi di servizio che esulano la sola dimensione urbana (ad esempio,
trasporti extra-urbani).
Come già ricordato, allo strumento concettuale “Comunità intelligenti” è dedicato l’articolo 20 del
Decreto Crescita, recentemente convertito in legge. In generale, le norme stabilite da tale articolo
mirano a creare una struttura organizzativa a livello nazionale in grado di coagulare le iniziative
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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sviluppate a livello locale e indirizzarle e coordinarle all’interno di una visione e strategia a livello
Paese.
Tale struttura è ovviamente individuata nell’Agenzia per l’Italia Digitale che, anche attraverso
l’interazione con il Comitato Tecnico delle Comunità Intelligenti (comma 2), composto da
rappresentanti dei diversi livelli istituzionali e dei principali portatori d’interesse, è incaricata di
esprime un indirizzo comune e obiettivi condivisi, di garantire la continuità delle scelte di fondo,
comunque assicurando la valorizzazione degli apporti derivanti dai sistemi sviluppati dalle realtà
territoriali, ognuna portatrice di caratteristiche e vocazioni specifiche.
Gli strumenti previsti per perseguire tali obiettivi, si concretizzano in documenti –periodici o su
temi specifici- e strumenti informativi.
Per quanto riguarda i primi, è stabilito che l’Agenzia per l’Italia Digitale predisponga il piano
annuale e il rapporto sull’attuazione del piano riferito all’anno precedente, nonché emani linee
guida riguardanti standard tecnici, procedurali e strumenti finanziari innovativi per lo sviluppo
delle comunità intelligenti (punti a), b) e c) del comma 2).
Per ciò che concerne gli strumenti informativi, essi sono definiti entro una piattaforma nazionale
delle comunità intelligenti (punto d) del comma 2), le cui componenti includono:
• il catalogo del riuso dei sistemi e delle applicazioni
• il catalogo dei dati e dei servizi informativi
• il catalogo dei dati geografici, territoriali ed ambientali, di cui si è scritto sopra
• il sistema di monitoraggio.
Tenendo presente quanto indicato sopra circa il contributo delle IDT di livello regionale
nell’ambito dello sviluppo delle comunità intelligenti, il know-how della comunità IDT potrà
contribuire allo svolgimento dei compiti dell’Agenzia per l’Italia Digitale, come specificato nel
seguito.
Relativamente al catalogo del riuso, per quanto concerne:
• la promozione d’indirizzi operativi e strumenti d’incentivazione alla pratica del riuso, anche
attraverso meccanismi di aggregazione della domanda
• l’adozione (e la promozione del recepimento) di formati e processi standard per
l’indicizzazione e la condivisione delle applicazioni presenti nel catalogo
• la definizione di standard tecnici aperti e regole di interoperabilità delle soluzioni realizzate, da
recepire nei capitolati degli appalti pubblici concernenti beni e servizi innovativi per le
comunità intelligenti.
Relativamente al catalogo dei dati e dei servizi informativi prodotti dalle comunità intelligenti, per
quanto riguarda:
• la catalogazione dei dati e i servizi informativi con l’obiettivo di costituire una mappa nazionale
che migliori l’accesso e faciliti il riutilizzo del patrimonio informativo pubblico
• il sostegno al processo di meta datazione, attraverso l’elaborazione delle ontologie e dei
modelli di descrizione dei dati, necessari alla condivisione e al riutilizzo efficace del patrimonio
informativo pubblico
• la definizione di standard tecnici per l’esposizione dei dati e dei servizi telematici
• la promozione (attraverso iniziative specifiche quali concorsi, eventi e attività formative),
dell’utilizzo innovativo e la realizzazione di servizi e applicazioni basati sui dati delle comunità
intelligenti.
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
Pagina 35 di 92
Infine, a proposito della realizzazione del sistema di monitoraggio, almeno per quanto concerne:
• la collaborazione con ISTAT e ANCI, individuati dalla norma quali soggetti co-realizzatori, nella
definizione del sistema di misurazione basato su indicatori statistici relativi allo stato e
all’andamento delle condizioni economiche, sociali, culturali e ambientali delle comunità
intelligenti e della qualità di vita dei cittadini;
• la definizione del processo di raccolta, gestione, analisi e indicizzazione dei dati, la promozione
di sistemi e applicazioni di visualizzazione e le attività per garantire che i dati raccolti all’interno
del sistema di monitoraggio delle comunità intelligenti siano accessibili, interrogabili e
utilizzabili dagli enti pubblici e dai cittadini, in coerenza con la definizione di “dati di tipo
aperto”.
La lettura dei punti precedenti aiuta a individuare quali argomenti, strumenti, competenze,
sviluppati nell’ambito delle attività svolte dalle IDT regionali e dalla comunità interregionale
all’interno del Comitato per le Regole Tecniche dei Dati Territoriali, possono già essere considerate
per contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenzia per l’Italia Digitale, rispetto allo
sviluppo delle Comunità Intelligenti.
Un approfondimento riguardante il contributo e il ruolo delle IDT di livello regionale può essere
sviluppato esaminando i contenuti del documento “Architetture informative per le Comunità
Intelligenti: visione concettuale e raccomandazioni alla pubblica amministrazione”. Questo
documento è stato redatto da un Gruppo di Lavoro costituito da DigitPA, con l’obiettivo di
condurre l’analisi dello stato dell’arte, i modelli di servizi e competenze, le necessità di regolazione
e normativa e gli eventuali rischi legati al paradigma delle Smart city e comunità intelligenti, con
particolare attenzione ai requisiti della Pubblica Amministrazione. Una sua prima versione è stata
oggetto di una consultazione pubblica durante il mese di agosto 2012. Le osservazioni ricevute
sono state valutate e recepite nel testo definitivo. Il 2 ottobre 2012 il Gruppo di lavoro ha fatto
proprie all’unanimità le modifiche del testo e lo ha proposto all’Agenzia per l’emanazione e
pubblicazione. Poiché –come è noto- DigitPA è confluita nell’Agenzia per l’Italia Digitale e la
versione del documento disponibile è allineata con quanto contenuto sull’argomento nel citato
Decreto “Crescita”, esso può essere considerato come un primo contributo dell’Agenzia rispetto ai
compiti assegnatele dal Decreto stesso.
Di seguito sono esposte alcune considerazioni circa ruolo e contributi delle IDT di livello regionale
con riferimento ai principali argomenti trattati in questo documento: modello di riferimento e
governance, tecnologie per le Smart City e il ruolo del Sistema Pubblico di Connettività (SPC).
Il documento propone un possibile modello di riferimento per un’architettura “orizzontale”
standard che si ponga come piattaforma abilitante per la crescita e diffusione di servizi intelligenti.
Tale modello, riportato nella figura successiva, presenta diversi livelli, ciascuno corrispondente ad
una delle fasi di gestione dei dati/informazioni.
Seguendo lo schema dal basso, tale architettura prevede tre livelli fondamentali:
• produzione e raccolta dei dati; essi sono convogliati tramite architetture ICT e infrastrutture di
comunicazione, basate su standard in grado di garantire alti livelli di interoperabilità, verso
•
un livello intermedio, cosiddetto di integrazione, dove un’elaborazione e correlazione degli
stessi dati viene effettuata per creare intelligenza e aumentare/migliorare la situationawareness e/o l’informazione degli utilizzatori
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
Pagina 36 di 92
•
il livello di distribuzione, che dovrà garantire agli utilizzatori la fruizione di un flusso
informativo, possibilmente in tempo reale, o comunque con ritardo accettabile, su
servizi/eventi/attività che sono parte integrante del paradigma Smart City.
Figura 2-1. Modello architetturale di riferimento per Smart City
Rispetto a tale modello di architettura, potrà essere considerata l’architettura di riferimento delle
IDT, specificatamente per quanto riguarda i servizi fondamentali riguardanti accesso, utilizzo e
condivisione dei dati geospaziali. Nella figura seguente è riportato lo schema di architettura
INSPIRE (INSPIRE, 2008).
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
Pagina 37 di 92
Figura 2-2 Schema dell'architettura tecnica INSPIRE34
Come rileva e sottolinea il documento dell’Agenzia, gli elementi che compongono i vari livelli del
modello di riferimento hanno a loro volta già “architetture di riferimento e standard specifici più o
meno consolidati che, allo stato attuale, sono ancora incapaci di un buon livello di interoperabilità
nell’interscambio di dati”. Quindi, risulterà necessario definire un livello superiore più astratto per
abilitare un maggior grado di cooperazione e coordinamento utile soprattutto per la raccolta,
gestione e fruizione della grossa mole di dati generati dalle diverse sorgenti.
Da qui la segnalazione dell’esigenza di individuare e classificare gli standard già disponibili, in un
contesto di governance precostituita , che il decreto citato ha stabilito nel comitato tecnico delle
comunità intelligenti (art. 3).
Con riferimento al contesto delle IDT, dovranno essere quindi considerati gli standard adottati in
ambito INSPIRE, tenendo anche conto del fatto che il processo per la sua implementazione non è
statico ma soggetto a cambiamenti e progressi per tenere conto sia di feedback, sia di esigenze
emergenti. Ad esempio, un argomento inserito in INSPIRE successivamente alla sua emanazione
riguarda gli standard per il Sensor Web Enablement (SWE) che, peraltro, incide su un ampio
insieme di servizi per una Smart City e riguarda la fruizione di grosse moli di dati. Un altro
importante tema introdotto in tempi successivi è quello dell’interoperabilità semantica dei dati
geospaziali.
L’applicazione del paradigma della Smart City, potrà influire anche nel processo di trasformazione
delle IDT. Ad esempio, tenendo presente -dei tre indicati nel documento dell’Agenzia- il modello di
integrazione dei diversi sistemi federati che compongono l’architettura di riferimento denominato
“partecipativo”, la sua applicazione potrà apportare contributi significativi nella individuazione di
soluzione in grado di beneficiare del fenomeno della Volunteer Geographic Information.
34
Le abbreviazioni utilizzate indicano, rispettivamente: DT DS: INSPIRE Drafting Team for Data Specification; DT MD:
INSPIRE Drafting Team for Metadata; DT NS: INSPIRE Drafting Team for Network Services.
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
Pagina 38 di 92
A questo riguardo, si ritiene opportuno evidenziare il ruolo che il documento assegna a tale
modello, quale “probabilmente il più rilevante come ingrediente del concetto di Smart City”. Sarà
quindi veramente interessante concorrere attraverso lo sviluppo delle IDT anche alla messa in atto
di politiche e iniziative abilitanti verso la cultura partecipativa, comprendente anche campagne di
informazione sul tema, facendo leva e valorizzando esperienze già esistenti e che a loro modo
hanno già avviato processi e modalità di intelligenza collettiva.
Si tenga presente che il documento in questione tiene in debita considerazione il ruolo
dell’Informazione Geografica nell’ambito dello sviluppo delle Smart City, sia in un contesto
implicito (ad esempio nell’ambito del paradigma di “Internet delle cose” o delle tecnologie di Data
Management), sia dichiarato, nell’ambito delle tecnologie in grado di creare e fornire servizi
specifici nei particolari contesti di ecosistemi che costituiscono la Smart City.
Infine, ultimo ma non per importanza, la visione delineata circa il ruolo che il Sistema di
Connettività Pubblico potrà rivestire nell’architettura ICT di riferimento per la Smart City, potrà
influire sull’evoluzione tecnologica, ma non solo, delle IDT.
2.4.2
Linee Guida per l’Interoperabilità semantica attraverso i Linked Open
Data
Per il tema trattato, è interessante citare le Linee Guida per l’interoperabilità semantica attraverso
i Linked Open Data (LOD), pubblicate lo scorso luglio dalla Commissione di coordinamento del
Sistema Pubblico di Connettività, SPC, dell’Agenzia Digitale Italiana. Anche questo documento,
come il precedente è stato distribuito per un periodo di consultazione pubblica. La commissione
ha quindi approvato la versione finale in novembre, in cui sono stati recepiti i commenti e i
suggerimenti pervenuti, compresi quelli della Commissione Europea che, nell’ambito del
programma ISA (Interoperability Solutions for European Public Administrations)35, ha ritenuto le
linee guida una “best practice” da diffondere tra gli Stati Membri.
La lettura di questo documento, oltre a fornire un quadro della normativa europea e nazionale,
una panoramica sullo stato dell’arte (standard, tecnologie, strumenti), nonché proporre
l’approccio metodologico all’interoperabilità semantica tramite i LOD, consente di apprezzare la
posizione assegnata ai dati territoriali pubblici, quale tipologia su cui applicare il paradigma open
data e prevederne l’interoperabilità semantica. Un’attribuzione derivante anche dal fatto che, per
loro natura, essi si prestano a essere utilizzati nell’ambito del web semantico come connettori
d’informazioni di fonti disparate, arricchendole, rendendole interoperabili e più facilmente fruibili,
anche in sistemi che prevedono comunicazioni tra macchine.
Queste valutazioni sui dati territoriali, all’interno del contesto più ampio della valorizzazione della
Public Sector Information (PSI), contribuiranno all’affermarsi di una sempre più diffusa
consapevolezza dell’apporto di tale patrimonio36 all’economia digitale. Una sensibilità estesa
dovrebbe poi indurre una maggiore attenzione sulla valutazione degli investimenti nel settore e –
35
http://ec.europa.eu/isa/. Vedi anche nota 11, pag. 17
Il cui valore economico potenziale è stimato essere circa dell’ordine del 50% dell’informazione pubblica
complessiva; per maggiori ragguagli si veda ad esempio lo studio di G.Vickery (capitolo 4), disponibile all’URL della
nota successiva
36
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
Pagina 39 di 92
contemporaneamente- al monitoraggio dell’impatto socio-economico che ne deriva37. Argomenti
che non riguardano solo il mondo pubblico ma interessano anche quello delle imprese e della
società civile. A questo riguardo, il predetto documento fornisce un’utile traccia per un primo
approfondimento circa l’analisi, la comprensione e il governo dell’impatto sociale ed economico
derivante dall’introduzione e dalla diffusione degli Open Data in generale, ovviamente applicabile
al contesto dei dati territoriali. L’esposizione è sviluppata facendo ricorso al concetto di “catena
del valore”, per identificare gli attori e ruoli dei fruitori degli Open Data e attraverso
l’identificazione di uno schema di modelli di business abilitati dagli Open Data stessi.
Lo studio fornisce alcuni elementi interessanti riferibili anche alle IDT. Ad esempio, si osserva che
la catena del valore degli Open Data, dal punto di vista della PA, presenta una circolarità, ossia
l’ente pubblico ha la possibilità di avere dati aggiornati da cittadini e imprese e inoltre ha
l’opportunità esso stesso di attingere ai nuovi set di dati pubblicati da altri soggetti. Questa
considerazione, supporta l’idea che –a regime- il settore pubblico svolga rispetto ai dati minori
funzioni di collettore per assumere quelle di gestore della qualità (autenticità, affidabilità, …) delle
sorgenti d’informazioni. Rispetto a tale cambiamento, ogni IDT gioca un ruolo fondamentale ed è
destinata ulteriormente ad evolvere nelle componenti e negli obiettivi; per questi ultimi si farà
maggiore distinzione tra quelli riguardanti i dati (garantire accesso, utilizzo e condivisione dei dati
territoriali) e quelli, finora meno considerati, connessi sia alle aspettative dei suoi utilizzatori e agli
obiettivi –più ampi- delle loro organizzazioni, sia al contesto sociale entro cui essa è inserita.
Un altro aspetto pertinente per le IDT è la dimensione geografica degli open data richiesti. Questo
parametro può essere utilizzato –in prima istanza e insieme alle opportunità che le imprese
possono cogliere dai dati- per valutare l’interesse del settore privato per uno specifico dataset.
Rispetto ai dati territoriali, esso assume particolare rilievo, avendo questi granularità e scale
differenti (dal locale, al regionale sino al nazionale e transnazionale), con disponibilità
disomogenee tra aree differenti. Quindi, tale tipo d’indagini applicato alle IDT di livello
subnazionale può orientare investimenti coordinati, per esempio a livello interregionale e di
“smart community network”, finalizzati a rendere omogenea l’offerta di geo-dataset e servizi
connessi su tutto il territorio nazionale, dando priorità a quelli con domanda più alta.
La pubblica amministrazione sta abbandonando –culturalmente e operativamente- il modello
“ufficio cartografico”: alla società non bastano più organismi che si limitino a gestire le
informazioni territoriali; urgono soluzioni che assistano la società stessa a gestirsi facendo ampio
e consapevole uso di tale patrimonio. Una trasformazione non priva di ostacoli: aumento della
complessità, problematiche nuove, resistenze al cambiamento. Il settore privato –insieme agli
attori emergenti del web2.0- sono chiamati a co-progettare la nuova soluzione, la cui caratteristica
saliente è proprio quella di ogni infrastruttura: essere in grado di fornire servizi generici per
raggiungere un ampio spettro di obiettivi, per varie classi di utilizzatori; gli uni e le altre anche
ignoti a priori.
37
Il riuso delle informazioni della PA è una prassi relativamente recente: gli studi riguardanti tali argomenti hanno
messo in risalto l’esigenza di approfondimenti in termini metodologici e di monitoraggio costante dell’evoluzione del
mercato: http://ec.europa.eu/information_society/policy/psi/facilitating_reuse/economic_analysis/index_en.htm
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3 Il concetto di IDT e sua evoluzione
In questo capitolo viene introdotto l’argomento ‘Infrastruttura di Dati Territoriali’ (IDT) prendendo
spunto dalle tappe salienti che ne hanno segnato la diffusione a livello internazionale. Questo
approccio consente di mettere in evidenza che in questi anni cosa si è inteso significare con ‘IDT’
non è rimasto invariato, ma si è modificato al mutare delle esigenze della società rispetto all’uso
delle informazioni geografiche digitali. E’ così possibile individuare elementi utili per affrontare le
problematiche legate a tali cambiamenti.
I mutamenti del valore dei dati geospaziali sono prontamente percepiti dal mondo scientifico:
esperti e ricercatori della Geospatial Science studiano -sotto diversi punti di vista- il fenomeno, per
comprenderne le potenzialità, le opportunità, le problematiche e cogliere le sfide che attendono la
società. Pertanto quanto esposto nel seguito riporta anche contributi elaborati dal mondo
accademico, impegnato nel comprendere il fenomeno e fornire indicazioni adeguate per
sfruttarne le potenzialità e mitigare le difficoltà che si frappongono allo sviluppo di IDT in sintonia
con il mutare delle condizioni d’uso.
La prima definizione istituzionale di Infrastruttura Dati Territoriali38 (IDT) è stata coniata negli Stati
Uniti. Si deve infatti alla presidenza Clinton la costituzione, nel 1994, della National Spatial Data
Infrastructure, (NSDI), come atto per promuovere le relazioni intergovernative, coinvolgendo i
governi statale e locale nella produzione di dati geospaziali e migliorare le prestazioni del governo
federale. Tale Executive Order descrive questa soluzione operativa come “l’insieme di tecnologia,
politiche, norme e risorse umane necessarie per acquisire, elaborare, archiviare, distribuire e
migliorare l'utilizzo di dati geospaziali” (Executive Order 12906, USA 1994).
Nel corso dell’ultimo ventennio, in tutto il mondo sono state sviluppate IDT con lo scopo di
migliorare l'accesso, l'uso e la condivisione di dati spaziali in entrambi i settori, pubblico e privato
(ad esempio: Australia, ANZLIC 1996; Canada, CGDI 2003; Commissione Europea, 2007). Tali
iniziative non hanno riguardato solo i Paesi sviluppati ma si sono estese in tutte le Regioni del
Globo: America Latina e Caraibi, Africa e Asia. Un quadro complessivo sullo sviluppo delle IDT a
livello mondiale è acquisibile attraverso la consultazione delle iniziative della Global SDI
Association (GSDI, http://www.gsdi.org/).
Per quanto riguarda il nostro Continente, come illustrato nel primo capitolo di questo documento,
la Commissione europea ha avviato nel 2002 un progetto che mira a creare una Spatial Data
Infrastructure europea, basata sulla direttiva denominata INSPIRE (Commissione Europea, 2007).
Nonostante la diffusione dell’uso del termine, non esiste ancora una chiara e univoca
concettualizzazione dell’IDT a cui potere fare riferimento. Non è raro osservare un suo uso
eccessivo o improprio, ad esempio per denotare quello che si potrebbe meglio identificare con la
denominazione: “Sistema Informativo Geografico dipartimentale o aziendale”.
38
Spatial Data Infrastructure (SDI) nel linguaggio utilizzato internazionalmente
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
Pagina 41 di 92
Avendo questo studio lo scopo di prendere in esame IDT regionali di tipo federato su base interregionale, quindi una infrastruttura di complessità superiore rispetto alle unità che la
compongono, è opportuno prima soffermarsi su che cosa definisce una IDT.
3.1 Cosa s’intende con “Infrastruttura di Dati Territoriali”
In termini generali, una IDT individua un insieme di risorse tecniche e organizzative aggregate e
impiegate per facilitare e coordinare l’accesso, l’utilizzo e la condivisione dei dati geospaziali.
Queste tre funzionalità possono essere indicate come principali o fondamentali.
La direttiva europea INSPIRE propone la seguente definizione: ‘Infrastruttura per l’Informazione
Territoriale’ è l’insieme di: metadati, set di dati territoriali e servizi relativi ai dati territoriali; servizi
e tecnologie di rete; gli accordi in materia di condivisione, accesso e utilizzo dei dati e i
meccanismi, i processi e le procedure di coordinamento e di monitoraggio stabilite, attuate o rese
disponibili conformemente alla presente direttiva” (art. 3).
Confrontando questa definizione con quella adottata per la costituzione della NSDI, si nota che vi è
una sostanziale differenza tra le due. Mentre la prima pone l’accento sugli obiettivi
(sinteticamente, l’utilizzo dei dati), quella INSPIRE mette anche in risalto, elencandoli più
dettagliatamente, i componenti principali di una IDT.
Il concetto di IDT, infatti, non è rimasto immutato ma ha seguito l’evolversi delle tecnologie e delle
esigenze degli utenti: nel tempo ha assunto un valore più ampio, includendo anche la promozione
dell'uso dei dati geospaziali e del loro riutilizzo per molteplici scopi, non solo in ambito pubblico
ma anche con crescente attenzione verso il settore privato, stante l’incremento di prodotti e
applicazioni rivolte al mercato consumer.
Una recente analisi comparativa (Dessers, 2012) di numerose (28 per la precisione, tra cui le due
sopra già riportate) diverse definizioni adoperate in pubblicazioni sull’argomento, sia scientifiche,
sia tecniche, ha consentito di ottenere un quadro più articolato di che cosa possa essere inteso
con IDT. Lo studio ha preso le mosse considerando i risultati presentati da analoghe precedenti
rassegne; tale esame ha indotto ad adottare una classificazione per caratterizzare più
precisamente una definizione rispetto all’enfasi posta sugli obiettivi, distinguendo tra quelle:
• prive di riferimenti ad alcuna finalità,
• contenenti la precisazione di obiettivi connessi ai dati (ad esempio “condivisione dei dati”),
• anche con indicazione di obiettivi riguardanti gli utilizzatori (ad esempio: supporto a processi) o
relativi a problematiche più ampie (ad esempio, lo sviluppo economico sostenibile) rispetto a
quelli legati alle finalità principali di una IDT.
Analogamente, per contraddistinguere una definizione rispetto all’enfasi posta sui componenti,
sono state assunte tre categorie, ovvero definizioni in cui:
• sono assenti riferimenti a componenti,
• vengono utilizzati termini generici (per esempio “reti di persone e organizzazioni”) e ,infine,
• è presente un dettagliato elenco di componenti (quale ad esempio, quella INSPIRE).
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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Combinando i due elementi e le tre rispettive classificazioni sono state così individuate otto
tipologie di definizioni (essendo ovviamente senza significato la definizione priva di riferimenti a
obiettivi e a componenti). Ognuna delle 28 definizioni considerate è quindi stata esaminata e
assegnata alla tipologia corrispondente.
Il confronto delle definizioni per le IDT così ordinate tra loro ha confermato quanto è stato
affermato prima: una netta, chiara e condivisa idea di cosa la locuzione IDT definisca non è stata
ancora elaborata. Tra le 28 definizioni proposte non ne esistono due che presentino esattamente
lo stesso elenco di componenti e gli stessi obiettivi essenziali. Non solo, anche definizioni affini per
importanza attribuita a componenti e obiettivi, paragonate attentamente presentano differenze
significative.
In altri termini, da quando il concetto è stato introdotto, esperti accademici o manager di IDT, si
sono scontrati con la difficoltà di individuare la più corretta combinazione di componenti e
obiettivi per stabilire in che cosa una IDT debba consistere. Ovviamente, per comprenderne la
natura funzionale è indispensabile considerare entrambe queste entità: senza obiettivi l’IDT non
ha ragione d’essere e senza componenti essa perde gli strumenti per conseguire tali obiettivi.
La distinzione degli obiettivi di una IDT effettuata in questo studio ha comunque evidenziato che
quelli legati ai dati da soli non sono sufficienti per definire una IDT. Gli utilizzatori, le loro
organizzazioni e il contesto sociale sono altrettanto indispensabili; ciò però introduce la difficoltà
nello stabilire in una definizione di IDT il ruolo degli utilizzatori, stante la possibilità di assumerne
molteplici. Il superamento di questo ostacolo è possibile se si considera che la caratteristica
basilare di ogni infrastruttura dovrebbe essere quella di offrire generici strumenti per ottenere
gruppi di obiettivi, essere utilizzata per diversi scopi, anche ancora ignoti ai suoi progettisti. In
quest’ottica, tale studio propone di assumere che una IDT debba essere funzionale anche a quegli
obiettivi perseguiti da individui, gruppi e organizzazioni, per i quali i dati territoriali sono o possono
diventare utili. Questa classe di obiettivi e il possibile ruolo di una IDT per ottenerli consentono
d’individuare le sue funzionalità potenziali.
Per quanto riguarda i componenti, soprattutto le definizioni più datate mettono in risalto le risorse
tecnologiche oppure offrono elenchi che si soffermano sulle caratteristiche tecnologiche dei
componenti stessi. Ciò è in linea con l’interpretazione del termine infrastruttura nel linguaggio
comune, per cui infrastruttura è sinonimo -tout court- di infrastruttura tecnica. Definizioni di IDT
che comprendono categorie di componenti più ampie includono i dati, i metadati, le politiche, gli
standard e le regole, i servizi, la formazione, ecc. Tutti questi elenchi –viene osservato nello
studio- mettono in evidenza, implicitamente, che le funzioni di una IDT non sono legate a singole
componenti, ma piuttosto a loro mix. Nessuna delle definizioni esaminate però si basa su
un’analisi della interdipendenza tra (classi di) componenti; tutte risultano meri elenchi in cui i
componenti sono semplicemente menzionati.
L’approccio seguito per la ricerca del significato e di cosa definisce la locuzione IDT puntualizza
concetti espressi anche in altri documenti, ad esempio quando viene suggerito di assumere come
vero obiettivo di una IDT non quello di soddisfare le funzionalità per la gestione dei dati in sé, ma
quello di supportare le esigenze della collettività per cui l’IDT è creata. Assumendo che i principali
stakeholder di una IDT siano le organizzazioni in relazione con essa, la sua effettiva consistenza
risiede nel suo contributo al miglioramento del funzionamento delle organizzazioni e dei loro
processi.
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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3.2 L’interpretazione dell’IDT in termini sistemici
Lo stesso studio e altri lavori (ad esempio in: Nedovic-Budic, 2011) sviluppano ulteriori
approfondimenti sull’interpretazione di cosa si debba intendere per “Infrastruttura di Dati
Territoriali”. Essi esaminano il ruolo delle IDT ponendo attenzione al significato del termine
infrastruttura. In generale, con questo termine si denota la struttura o il complesso degli elementi
a sostegno di altre strutture, oppure occorrenti all’espletamento di servizi basilari (i. urbane, i. di
una società, i. ferroviarie ecc.). Un’infrastruttura deve quindi essere interpretata nel contesto del
sistema più ampio entro cui è inserita; non è un soggetto autonomo, con una funzione propria. Ad
esempio, l’infrastrutture viaria di un paese esiste in quanto conseguenza di fattori economici e
sociali che fanno sì che la rete stradale sia importante per soddisfare bisogni legati a tali fattori. In
quest’ottica, un’infrastruttura è un concetto connesso anche alle policy o alla gestione e, in quanto
tale, è un intermediario tra obiettivi e situazioni concrete. Associata ai dati territoriali, essa in
effetti trasmette il concetto di un ambiente di supporto affidabile, in analogia alle reti stradali, per
la “circolazione” dei dati stessi.
In quest’ottica, viene proposto di distinguere gli obiettivi di una IDT in due classi: obiettivi
funzionali e obiettivi connessi alla sua adozione a supporto di altre strutture/sistemi. I primi
riguardano le funzionalità dell’infrastruttura, definiscono la sua ragione d’essere: nel caso delle
IDT, questi saranno legati al miglioramento della gestione dei dati territoriali e obiettivi rivolti a
soddisfare le priorità della società.
Nel contesto della progettazione di una IDT a supporto di altre strutture, sono identificabili
ulteriori obiettivi, riferibili al sistema entro cui essa è inserita, legati al livello di integrazione dei
dati territoriali nelle attività svolte all’interno delle strutture stesse. Questi obiettivi sono quindi
più propriamente connessi all’uso dell’IDT: si rafforza quindi l’idea indicata sopra, nel considerare
una IDT come entità che contribuisce al miglioramento del funzionamento delle organizzazioni e
dei loro processi.
I dati resi disponibili da una IDT assumono quindi valore quando sono usati per generare e usare
informazioni. Da qui la necessità di studiare l’IDT in rapporto al contesto dell’utilizzo della IDT
stessa. L’entità generica per tenere conto di tale collegamento può essere trovato nel concetto di
processo. Un processo può essere definito come una sequenza di fasi necessarie per produrre
prodotti e servizi. Di solito è schematizzato tramite una serie di attività tra loro correlate, che
impegnano un insieme di risorse in input e forniscono in output certi prodotti e/o servizi. Tale
approccio consente di mettere in evidenza le prestazioni del processo, quindi monitorare questi
prodotti e servizi in relazione alle aspettative degli utenti e della collettività in generale. Esempi di
processi possono essere la gestione degli indirizzi o della registrazione degli incidenti stradali.
E’ interessante evidenziare che tale impostazione persegue lo scopo di superare il concetto
generalista di IDT e consente di integrare gli obiettivi legati ai dati con altri, connessi al ruolo degli
utilizzatori. Inoltre, la definizione di obiettivi in forma più dettagliata permette di affrontare in
maniera più consapevole la valutazione delle prestazioni di una IDT, legandole al concetto di
Spatial Enablement (Williamson, 2010; 2011).
Per introdurre questo concetto occorre tenere presente che il rapido sviluppo delle tecnologie
dell'informazione geografica ha messo a disposizione strumenti che modificano il modo di
interagire delle persone, tra loro e con ciò che le circonda; globalmente, la Geographic Information
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contribuisce in maniera rimarchevole a cambiare il modo di gestire e organizzare le economie, gli
individui e i territori.
In questo quadro, un’attenzione notevole è emersa nei confronti degli aspetti legati alla capacità
di fruire dei dati territoriali, sia intesa rispetto alla disponibilità di queste informazioni, sia come
abilità conseguite per il loro sfruttamento. Il mondo accademico internazionale ha coniato la
locuzione Spatial Enablement per identificare il concetto che sintetizza tali tematiche. Una società
spatially enabled, ad esempio, sarà quella in grado di conseguire obiettivi grazie all’utilizzo dei dati
geospaziali: esso si riferisce quindi all'accesso e all’impiego dei dati territoriali, insieme ad altre
informazioni, per prendere decisioni riguardanti la quotidianità come il futuro, la vita dei singoli e
delle organizzazioni: in sintesi, innumerevoli specifiche esigenze e interessi. E’ un concetto
ovviamente non solo riferibile alla società intera ma anche ad una collettività o a singoli organismi:
amministrazioni pubbliche, cittadini e imprese possono acquisire capacità nell’uso dei dati
territoriali per organizzare le loro attività e i modi di comunicare.
Con riferimento all’applicazione di tale concetto a un processo, quest’ultimo può essere definito
come Spatially Enabled quando s’instaurano prestazioni elevate di integrazione dei flussi di
informazione territoriale al suo interno. Tali prestazioni comprendono due aspetti. In primo luogo,
l’integrazione dei dati geospaziali riflette l'idea che l'IDT deve facilitare l'accesso ai dati geospaziali,
il loro utilizzo e la loro condivisione. Un accesso agevolato ai dati geospaziali necessari, un loro uso
intenso nelle diverse fasi del processo e una disponibilità immediata dei dati relativi all'output del
processo stesso, rappresenterà il ruolo di supporto dell’IDT a quel processo. In secondo luogo, il
contributo alle prestazioni del processo consente di valutare se, e in che misura, l'accesso, l'utilizzo
e la condivisione dei dati geospaziali contribuiscono alla realizzazione del processo stesso. In altri
termini, lo Spatial Enablement di un processo si riferisce alla misura in cui le funzionalità principali
delle IDT sono parte integrante del processo stesso e a quale grado di contributo viene fornito per
ottimizzare le prestazioni del processo.
Sempre con riferimento al ruolo di intermediario dell’IDT, viene proposto di considerare i suoi
componenti, suddividendoli in tre classi: strutture organizzative, Risorse Umane e, infine, tutti gli
altri componenti, identificabili come risorse tecnologiche.
Tale classificazione mira a porre in risalto che le risorse tecnologiche (non solo riferite all’IT ma
interpretate in senso ampio, includendo ad esempio anche i modelli concettuali dei dati e le
normative) non sono il cuore di una IDT: sono ovviamente indispensabili, ma devono essere
considerate come integrative delle risorse necessarie per ottenere gli obiettivi sia funzionali, sia
legati al sistema entro cui l’IDT è inserita. Inoltre, a parte le risorse tecnologiche e professionali,
non va ignorata la terza classe di componenti, che riguarda l’organizzazione del lavoro. Gli obiettivi
di una IDT sono tipicamente complessi, richiedono una moltitudine di attività per essere
perseguiti. Quindi, il loro raggiungimento dipende da come queste attività di lavoro con i dati
territoriali sono definite, ripartite e come sono coordinate.
3.3 IDT e il concetto di Smart City
Le Infrastrutture di Dati Territoriali sviluppate in molti Paesi corrispondono alla strategia adottata
da quei Governi per sostenere la nascita di una società spatially enabled, cioè in grado di
beneficiare dei dati geospaziali. Perseguire tale obiettivo è considerato importante per contrastare
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le conseguenze -sia a livello globale, sia locale- dei maggiori problemi della nostra epoca, come il
cambiamento climatico, la crescita della popolazione e la globalizzazione economica e i problemi
associati all’inquinamento dell’ambiente, i rischi alla sicurezza, la congestione del traffico e il
depauperamento delle risorse naturali.
A livello locale, con riferimento al paradigma smart city, una città -o una comunità- risponderà al
requisito smart nel suo significato più ampio, se le soluzioni ICT adottate per migliorare la vita di
quella collettività contribuiranno contemporaneamente alla nascita di cittadini e imprese spatially
enabled, consentendo loro l’accesso e l’utilizzo dei dati territoriali (Roche, 2012). Lo sviluppo di
una società “abilitata” all’utilizzo dei dati territoriali non deve soltanto essere limitata alla sfera
della governance e delle problematiche amministrative, per esempio urbanistiche o della gestione
del catasto. Gli studi accademici sullo Spatial Enablement sottolineano che questo concetto ha una
valenza più vasta. Un'organizzazione, quindi anche una città o una comunità, per essere
considerata coerente a tale concetto, deve in primo luogo ritenere le informazioni geospaziali un
bene comune e renderle disponibili per stimolare l’innovazione. Per questo fine, devono essere
rispettate almeno tre condizioni. Come primo requisito, i cittadini devono essere in grado di fruire
dei dati territoriali, avendo anche la possibilità di acquisire un’istruzione adeguata, cioè occorre
che siano spatially literate. In secondo luogo, l’attivazione all’utilizzo di questo patrimonio
informativo richiede un ambiente favorevole per la sua condivisione: questo è lo scopo
fondamentale delle iniziative per creare Infrastrutture di Dati Territoriali. Infine, per ottenere
condizioni favorevoli alla fruizione dei dati geospaziali, è indispensabile che le IDT adottino
standard e norme condivise a livello globale.
L’IDT di una città o di una comunità smart gioca quindi un ruolo centrale per sostenere la nascita di
un ambiente propizio alla condivisione dei dati territoriali. Perché essa contribuisca a rendere una
collettività spatially enabled, occorre perciò assegnare ai suoi utilizzatori un ruolo centrale: IDT
progettate e gestite adottando una visione user-centrica, vale a dire con una particolare
attenzione alle esigenze degli individui e al loro punto di vista rispetto all’utilizzo dei dati
geospaziali, accrescono la soddisfazione dell'utente e la sua capacità di utilizzarli. Possibili ambiti
concreti verso cui tale capacità si può esprimere riguardano ad esempio la mobilità (info-mobilità)
e la geo-comunicazione in tempo reale (location-based communication).
Un ampliamento ulteriore alla possibilità di sviluppare capacità di fruizione dei dati territoriali da
parte dei cittadini, e di una comunità in generale, deriva dalla disponibilità di dati grezzi,
dall’applicazione del concetto Open Data. Anche se i cittadini interessati al loro utilizzo non
raggiungeranno percentuali alte, ampie fasce e categorie possono trarre vantaggi da informazioni
ricavate grazie alla disponibilità di dati georiferiti grezzi, combinate con istruzioni e servizi connessi
alla posizione, per fornire supporto a possibili interessi o bisogni e migliorare così il modo di
pensare e agire tenendo conto del contesto territoriale. Iniziative imprenditoriali spatially enabled
possono allora fungere da intermediarie per favorire questo processo, creando applicazioni e
servizi che amplino le possibili forme di interazione tra il livello reale e quello della rete. Si prevede
che in questi nuovi scenari le persone avranno ulteriori occasioni per incrementare la loro capacità
d’uso dei dati geospaziali, attrezzandosi (tecnologicamente e cognitivamente) per attivare e
utilizzare in modo efficace le competenze acquisite.
Si sta quindi affermando la consapevolezza e un consenso diffuso sulla necessità di infrastrutture
orientate ai servizi, su cui cittadini e imprese possano fare affidamento per avere accesso alle
informazioni geografiche e ai servizi basati sulla localizzazione. Esse potranno fornire una più
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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diretta e rapida possibilità di accesso ai dati e di aggiornamento degli stessi; renderanno disponibili
servizi per sistemi mobile, consentiranno applicazioni in realtà virtuale e aumentata: in sintesi, tali
infrastrutture possono rivestire il ruolo di catalizzatore per le innumerevoli applicazioni che
l’Urban Computing, una delle più recenti e promettenti branche della computer science39, sta
ideando e creando.
Facendo riferimento alla visione della città come uno “straordinario organismo vivente” l’IDT della
città/comunità può essere identificata come un organo di quell'organismo vivente, di ordine
inferiore, ma con le stesse peculiarità: sistema complesso come la città, le cui parti sono in
relazione col tutto e che, in quanto organizzazione, mentre produce beni (i geo-dati) e servizi
costruisce anche se stesso. In quest’ottica, si comprende perché non esista una soluzione unica di
IDT, come, in effetti, si può verificare confrontando le sempre più numerose best practices
segnalate in ambito internazionale. Ci stiamo allontanando dalla struttura tradizionale dell’ufficio
cartografico dell’ente pubblico a cui le esperienze di IDT in Italia sembrano ancora legate. Questo
nuovo orientamento per approfondire le funzioni e gli obiettivi di una IDT inserita nel processo di
sviluppo della smart city potrà favorire, ad esempio, l’individuazione di efficaci iniziative per
accrescere la consapevolezza dei suoi stakeholder e dei suoi manager sul ruolo di queste
infrastrutture, come pure sostenere la ricerca di soluzioni appropriate per la sua governance: lo
sviluppo dell’IDT seguirà così quello della smart city entro cui è inserita, consolidandosi mentre la
città smart progredisce, in “risonanza” con l’evoluzione della collettività.
I risultati degli studi riguardanti il concetto di Spatial Enablement supportano la comprensione dei
cambiamenti indotti dalla trasformazione del dato geografico, da analogico a digitale:
cambiamenti che incidono non solo sul modo di produrre i dati ma -inevitabilmente- anche sui
sistemi per la loro gestione, per rispondere al continuo evolvere delle esigenze della società
rispetto all’uso delle informazioni geografiche digitali. Esigenze che s’intrecciano con le nuove
forme di produttività, della wikinomics, un’economia basata sui principi collaborativi piuttosto che
competitivi. Scenari in cui s’innescano i processi evolutivi della PA (open government), del settore
privato (modello del bene comune), dei cittadini tutti (politica partecipativa).
39
http://en.wikipedia.org/wiki/Urban_computing
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
Pagina 47 di 92
4 Le IDT delle Regioni
Lo sviluppo delle IDT intrapreso da ogni singola Regione italiana si può inquadrare come naturale
sviluppo del ruolo svolto come soggetto produttore di cartografia, ruolo assegnato a questo livello
istituzionale sin dalla sua costituzione40.
Tenendo presente quanto illustrato nel capitolo due, l’arco temporale che va dal 1977 ai giorni
nostri può essere schematicamente suddiviso in tre distinti periodi. Il primo, caratterizzato
dall’evoluzione tecnologica della produzione degli strumenti cartografici, con il passaggio dalla
produzione analogica a quella digitale delle cartografie, sebbene la loro fruizione sia stata
prevalentemente assicurata tramite il supporto cartaceo. Questa fase si può considerare conclusa
in corrispondenza della sottoscrizione, nel 1996, del primo atto formale per il coordinamento del
settore, la cosiddetta “Intesa GIS”, ovvero l’Intesa tra organi cartografici dello Stato, le Regioni e gli
Enti Locali di cui si è scritto nel secondo capitolo. L’intervallo di tempo intercorso da tale data
all’istituzione del Comitato per le Regole Tecniche sui Dati Territoriali delle pubbliche
amministrazioni e all’entrata in vigore della direttiva INSPIRE (2005 – 2007), può identificare il
secondo periodo, la fase di transizione dalla produzione della cartografia numerica a quella dei
database territoriali e all’apertura dei canali di fruizione del dato geografico attraverso il world
wide web. Il terzo periodo, infine, riguarda il presente, cioè l’avvio del processo di costituzione
dell’Infrastruttura di Dati Territoriali nazionale, inserita nell’analoga iniziativa europea e traguarda
il futuro –almeno sino al 2020- inserendosi a pieno titolo all’interno della strategia della
Commissione Europea “Europa 2020”, grazie alla sincronizzazione con le iniziative promosse
nell’ambito dell’Agenda Digitale Europea e di quelle analoghe avviate a livello nazionale.
Questo ampio arco temporale, così suddiviso, pone in evidenza come anche per il settore della
produzione e gestione dei dati territoriali il passaggio dall’era analogica a quella digitale, proceda
con velocità sempre crescenti: sono occorsi circa vent’anni per completare una prima transizione,
riguardante prevalentemente il processo di produzione; un tempo dimezzato, circa dieci anni,
perché l’ICT si radicasse nei processi di gestione del dato e di quelli per la sua distribuzione;
soltanto pochi anni, infine, per assumere come acquisita l’assimilazione, la compenetrazione dello
sviluppo della Geographic Information nelle politiche europee per l’ICT, legate alle strategie per il
progresso economico dell’Unione. Tutto fa supporre che questa tendenza sia ancora confermata
nei prossimi anni.
Il progressivo incremento della rapidità con cui procede il processo qui sintetizzato, ha effetti
benefici sul comparto pubblico del settore, incoraggia una generale diffusione dell’innovazione
tecnologica e del cambiamento organizzativo. Naturalmente, ciò non può avvenire in maniera
omogenea e con la medesima tempistica per tutti i molteplici organismi interessati, ai diversi
livelli, nazionale, subnazionale e locale e, all’interno di ognuno, per aree geografiche differenti.
Questa seppure banale considerazione è utile per mettere in risalto che, proprio per fronteggiare
la crescente complessità di questo processo e contenere le difficoltà che possono incontrare
40
D.P.R. 616/77 "Attuazione della delega di cui all'art. 1 della L. 22.07.1975, n. 382”
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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singoli soggetti, è stata avvertita la necessità di definire accordi di collaborazione e modalità di
governance adeguate per favorire l’inclusione più ampia possibile.
Focalizzando l’attenzione sulle amministrazioni regionali, tale crescente esigenza appare evidente.
Nel corso del primo periodo, ogni struttura cartografica regionale ha operato prevalentemente in
maniera autosufficiente, ha intrattenuto rapporti con gli enti cartografici nazionali
autonomamente e gli scambi di esperienze e competenze sono avvenuti prevalentemente
nell’ambito di convegni o seminari41. Il ruolo attivo ricoperto dalle Regioni nell’ambito dell’Intesa
GIS prima e quindi in quello del Comitato per le Regole Tecniche sui Dati Territoriali e,
praticamente in contemporanea, nel contesto del processo di implementazione della direttiva
INSPIRE, testimoniano tale bisogno di creare occasioni di confronto e collaborazione, sia tra le
Regioni, sia tra queste e le amministrazioni centrali e locali.
Le IDT regionali dunque prendono forma in questa cornice. E’ importante mettere in evidenza che
le IDT si stanno affermando come evoluzione di strutture GIS e di sistemi federati di eGovernment
già operative, non nascono come ideazione originale, né possono essere considerate come
risultato di una progettazione temporalmente confinata. In altri termini, il loro sviluppo non segue
il tradizionale processo di realizzazione di un sistema informativo, piuttosto esso si basa sullo
sfruttamento evolutivo delle soluzioni tecnico-organizzative già esistenti per la gestione dei dati
geospaziali, alle quali gradualmente si vanno a innestare ulteriori componenti (tecniche e
organizzative), secondo modelli a rete. Non esistono processi codificati per descrivere o attuare lo
sviluppo di una IDT, ogni percorso seguito tiene necessariamente presente il contesto
organizzativo e operativo in cui si sviluppa.
Rispetto a questo contesto, riveste particolare rilevanza il ruolo di supporto tecnico svolto dal
CISIS, in particolare dal Centro Permanente per i Sistemi Geografici, per il Comitato per le Regole
Tecniche sui Dati Territoriali, attraverso tutta una serie di piani di ricerca, di cui si tratterà nel
prossimo capitolo.
Il CPSG svolge inoltre un importante compito, il monitoraggio periodico dello stato dell’arte
raggiunto dalle singole Regioni. Nel prossimo paragrafo viene riportato un sintetico resoconto
della documentazione prodotta e disponibile sul sito del CPSG42, nell’ambito di questa attività.
4.1 Le Infrastrutture di Dati Territoriali delle Regioni: attività di
monitoraggio del CPSG e documentazione disponibile
Un quadro generale delle iniziative e dei progetti sviluppati a livello regionale in Italia, inserito nel
contesto dello sviluppo dell’Infrastruttura di Dati Territoriali nazionale, è fornito nel rapporto
INSPIRE Spatial Data Infrastructures in Italy: State of Play Spring 2011 (si veda nota 2020, cap. 2).
41
A questo riguardo si ricorda il seminario “SIT: Esperienze a confronto”, organizzato dal Centro Interregionale di
coordinamento e documentazione per le informazioni territoriali, Venezia 4-5 aprile 1984. In occasione di tale
incontro furono presentati i risultati dell’indagine “Stato dell’arte dei SIT nelle Regioni italiane”, ricerca effettuata
proprio a cura del Centro interregionale, confluito oggi in CISIS, con la denominazione Centro Permanente per i
Sistemi Geografici (CPSG).
42
http://www.centrointerregionale-gis.it/
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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Il CPSG predispone e rilascia periodicamente il rapporto Stato della Cartografia nelle regioni e
provincie autonome italiane. Esso fornisce un sintetico resoconto dei prodotti e dei servizi forniti
dalle Regioni e province autonome, tramite la predisposizione di apposite schede riepilogative.
L’edizione più recente, relativa al 2010, è corredata di schede predisposte per contribuire alla
rendicontazione annuale sulla produzione di dati e servizi territoriali da parte degli stati membri,
prevista dalla direttiva INSPIRE, i cui risultati riportati nei rapporti sullo State of Play nazionale
(come quello richiamato sopra) e a livello europeo. Il CPSG si è dotato infatti di un apposito
database in grado di generare schede nel formato PDF, sia nella versione per realizzare la
tradizionale pubblicazione, sia in quello conforme ai template previsti per la rendicontazione
INSPIRE. Il CPSG può così attivare periodicamente il processo di raccolta e sistematizzazione dei
dati necessari per contribuire alla rilevazione richiesta dalla Direttiva INSPIRE agli Stati membri, il
cui coordinamento per l’Italia è affidato al Ministero dell’Ambiente, del Territorio e del Mare,
National Contact Point (NCP) INSPIRE.
I dati contenuti nelle schede "stato della cartografia" e in quelle dedicate alla rendicontazione
INSPIRE, sono stati rilevati tra la fine del 2009 e il 2010 (aggiornati per i servizi e gli url dei portali a
gennaio 2011), attraverso l'analisi di quanto pubblicato sui portali regionali, il cui contenuto è
stato condiviso ed avallato dai servizi regionali coinvolti. Le informazioni così validate sono state
utilizzate per popolare il database.
Nell'ambito dell'attività di supporto alle Regioni per l’implementazione del Repertorio Nazionale
Dati Territoriali, il CPSG ha rilasciato il rapporto State of play 2011 - Regioni italiane e metadati ai
sensi della Direttiva INSPIRE (CPSG, 2011). Questo documento, oltre a contenere la rassegna del
livello di maturità raggiunta dalle singole amministrazioni regionali in materia di gestione dei
metadati relativi ai dati geospaziali, descrive l’attività di supporto svolta in questo contesto,
esempio proprio del ruolo di coordinamento della collaborazione tra le Regioni che il CPSG può
rivestire.
Tale documento, infatti, si caratterizza principalmente per due componenti. Esso contiene la
rassegna delle iniziative regionali riguardanti i servizi di gestione dei metadati e di ricerca dei dati
territoriali. Inoltre, riporta il resoconto dell’indagine svolta per comprendere il livello di
conoscenza e di utilizzo da parte delle Regioni dei servizi del Repertorio Nazionale dei Dati
Territoriali che, come riportato nel paragrafo 2.2, è stato rilasciato nella primavera del 2012, dopo
una fase di sperimentazione a cui alcune Regioni hanno preso parte.
Infine, il rapporto illustra i risultati della verifica della conformità dei file XML prodotti dalle singole
Regioni alle regole tecniche INSPIRE e RNDT. Infatti, la maggior parte delle Regioni e Province
Autonome ha implementato propri sistemi di gestione e trattamento dei metadati o utilizza
sistemi open source disponibili sul web. Sulla base di file forniti dalle Regioni (in totale hanno
risposto all’iniziativa 15 amministrazioni, oltre alle due Province Autonome) sono state effettuati
controlli e verifiche del file rispetto agli standard INSPIRE e RNDT e fornite ad ogni struttura le
indicazioni per eliminare le eventuali difformità e per effettuare le modifiche da apportare nel file
(e di conseguenza nei sistemi e nelle applicazioni) per garantire la piena conformità al RNDT.
Nella figura successiva è riportato lo stato del recepimento di tali indicazioni al momento della
pubblicazione del rapporto; in particolare in verde sono indicate le Regione già in grado di fornire
file conformi alla data di pubblicazione del rapporto; in giallo le Regioni che avevano ancora in
corso le attività di adeguamento. Le Regione rappresentate in bianco non hanno preso parte a
questa attività.
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In conclusione di questo paragrafo dedicato alle attività del CPSG rivolte specificatamente al tema
dello sviluppo delle IDT da parte delle Regioni, si menzionano due servizi di utilità, disponibili sul
sito del Centro: la pagine web per l’accesso e la consultazione delle Leggi Regionali in materia di
cartografia e Sistemi Informativi Territoriali e la pagina web per l’accesso alle cartografie Regionali
on line. Allo stato attuale, tali servizi necessitano di un’attività di revisione dei contenuti per
procedere a eventuali aggiornamenti. La gestione di questi servizi, in passato, è stata svolta
periodicamente dal personale del Centro: in armonia con il tema generale di questo studio, si
caldeggia l’individuazione di una soluzione procedurale, ed eventualmente tecnica, che consenta
ad ogni struttura regionale di procedere autonomamente alla gestione dei contenuti di propria
competenza, ogniqualvolta sia necessario.
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4.2 Ulteriori iniziative e attività riguardanti lo sviluppo delle IDT
regionali
Sulla base delle attività recenti svolte dal CPSG riguardanti il monitoraggio dello sviluppo delle IDT
di ogni singola Regione, è stato effettuato un esame dei siti dei geoportali delle Regioni, per
individuare ulteriori contributi apportati nel corso del 2012 e segnalare iniziative non ancora
considerate nella documentazione del CPSG richiamata nel paragrafo precedente. Come
riferimento è stato quindi utilizzato ancora il rapporto State of play 2011 - Regioni italiane e
metadati ai sensi della Direttiva INSPIRE, in particolare la rassegna riportata nel capitolo 4 “Le
iniziative di Regioni e Province Autonome”, nonché le schede per la rendicontazione INSPIRE,
disponibili sul sito web del CPSG. Sebbene, il contenuto di tale rassegna delle iniziative regionali sia
principalmente focalizzato sul tema dei metadati, nel caso di diverse amministrazioni, la sua
lettura ha consentito di acquisire una fotografia più estesa dello stato dell’arte della infrastruttura
o, in generale, delle iniziative in corso da parte dell’ente all’epoca della pubblicazione del
rapporto.
La tabella riportata di seguito presenta in forma sintetica lo stato dell’arte delle IDT regionali, sulla
base delle informazioni contenute nella suddetta documentazione, integrate con quanto rilevato
attraverso l’esame dei siti regionali, eseguito nel mese di dicembre 2012. Essa consente di avere
un quadro complessivo in termini di possibilità di consultazione dei metadati e della disponibilità
di servizi per la fruizione dei dati (web services per la consultazione e funzione di download); le
Regioni per cui sono stati osservati progressi significativi sono riportate in grassetto.
Poiché pressoché la quasi totalità dei geoportali regionali offrono la possibilità di visualizzare –se
non tutti- la più parte dati geografici disponibili, nella tabella non è considerata la funzione di
visualizzazione. Infine, è fornita l’indicazione delle Regioni che hanno iniziato a popolare il RNDT
(metadati relativi a dati e/o servizi), informazione desunta dal rapporto statistico del RNDT, marzo
2013, a cui si rimanda per dettagli.
Regione Basilicata
Nel corso del 2012 è stato rilasciata la nuova versione del geoportale, denominato R-SDI
“Geoportale della Basilicata” (http://rsdi.regione.basilicata.it/).
Regione Sicilia
Nella scheda di rendicontazione INSPIRE non è segnalata la disponibilità:
•
del servizio di download, attualmente presente: in particolare, nel 2012 è stata resa
disponibile la Carta Tecnica Regionale scala 1:10.000 - ediz. 2008 , in formato raster
•
del servizio WFS, http://www.sitr.regione.sicilia.it/geoportale/it/Home/ServiceCatalog#
Regione Umbria
Rispetto a quanto riportato nella documentazione disponibile sul sito del CPSG, si segnala la
disponibilità di servizi WMS (http://umbriageo.regione.umbria.it/canale.asp?id=422).
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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Tabella 3. Stato dell’arte delle IDT regionali
Consultazione
Metadati
Regione
Catalogo
metadati
RNDT*
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
Abruzzo
Basilicata
Calabria
Campania
Emilia Romagna
Friuli VG
Lazio
Liguria
Lombardia
Marche
Molise
Piemonte
Puglia
Sardegna
Sicilia
Toscana
Umbria
Valle d’Aosta
Veneto
Provincia BZ
Provincia TN
Uso (fruizione)
Note
schede
x
x
x
x
x
x
WMS
Dload, WMS, WFS
Dload
WMS, Dload
WMS, WFS, Dload
WMS, WFS, Dload
accesso ai servizi web,
per ora riservato
x
x
x
x
x
*
x
x
*
-
x
x
x
x
x
WMS, WFS*, Dload
WMS, Dload
WMS, Dload
WMS, Dload
WMS, Dload
WMS, WFS, Dload
WMS, WFS, Dload
WMS
WMS
WMS, Dload
WMS, WFS, Dload
WMS, WFS, Dload
* servizio rivolto agli enti
pubblici
* Sempre in preparazione
* Sempre in preparazione
* RNDT - Report statistico n. 6 - 06/03/2013
Infine, a conclusione di questo paragrafo, viene presentata l’iniziativa legislativa della Regione
Abruzzo per l’adeguamento alla direttiva INSPIRE delle norme riguardante l’Informazione
Territoriale regionale. Tale norma non è ancora riportata nel repository del CPSG dedicato alla
normativa in materia di cartografia e Sistemi Informativi Territoriali. Tale aggiornamento è stato
inserito nella Legge Regionale 29 dicembre 2011, n. 44, “Disposizioni per l'adempimento degli
obblighi della Regione Abruzzo derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione Europea”,
specificatamente il Titolo VI: “Attuazione della Direttiva 2007/2/CE”.
In sostanza, le nuove disposizioni sostituiscono la precedente legge regionale del 1988, n. 60,
“Norma per l'impiego, la conservazione e la manutenzione del sistema informativo territoriale
regionale”. Nella successiva tabella sono messi a confronti i testi degli articoli oggetto di
adeguamento (ad esclusione dell’articolo riguardante le norme finanziarie), dei due dispositivi.
Si ritiene che l’esame delle modifiche apportate alla legge del 1988 pongano in risalto quanto
l’evoluzione dal Sistema Informativo Territoriale all’Infrastruttura per l’Informazione Territoriale e
il cambiamento non soltanto tecnologico ma anche organizzativo e di governance richiamato nella
premessa del presente capitolo, trovi riscontro anche dal punto di vista normativo.
Ciò è già evidente nella dichiarazione delle finalità della legge (articolo 1): esse non sono più
soltanto messe in relazione ai compiti dell’amministrazione regionale bensì vengono inquadrate
esplicitamente nell’ambito di un processo nazionale ed europeo. In questo senso, è emblematico
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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che non si parli più di collegamenti ma di collaborazione con gli altri enti (articolo 2), che lo
sviluppo del geoportale regionale assicuri l’interazione con il RNDT e il Geoportale Nazionale e per
le attività di produzione dei dati cartografici si faccia esplicito riferimento alle regole tecniche
definite dal Comitato. Infine, per quanto riguarda la diffusione delle informazioni, non siano più
necessarie particolari distinzioni e limitazioni ma sia sufficiente fare riferimento al decreto
legislativo di recepimento della direttiva INSPIRE e per i prodotti venga adottato il termine
distribuzione, in sostituzione di cessione.
Tabella 4. Legge Regione Abruzzo “Attuazione della Direttiva 2007/2/CE”: confronto
con LR 1988/60
ARTICOLO 1
Legge Regionale 1988, n. 60, “Norma per l'impiego,
la conservazione e la manutenzione del sistema
informativo territoriale regionale”
(Finalità)
La Regione provvede alla formazione, alla
conservazione ed alla manutenzione del sistema
informativo territoriale attraverso banche dati,
curandone anche l'accesso e la divulgazione.
La Regione, nell'ambito del proprio sistema
informativo, provvede altresì alla formazione, alla
manutenzione ed alla diffusione della ortofotocarta
regionale e delle altre cartografie tecniche,
tematiche e derivate, da essa stessa prodotte o ad
essa affidate.
ARTICOLO 2
(Collegamenti con altri enti)
Per gli adempimenti conseguenti a quanto previsto
nel precedente art. 1, la Giunta regionale, mediante
il Servizio informatica per le funzioni e gli altri settori
competenti, stabilisce collegamenti con enti pubblici
che operano nel campo dei sistemi informativi
territoriali.
Le forme di collaborazione possono essere
disciplinate anche con la stipulazione di convenzioni.
ARTICOLO 3
(Competenze della Giunta regionale)
La
Giunta
regionale
è
autorizzata
a:
1) riprodurre su supporto cartaceo o magnetico le
informazioni facenti parte del sistema informativo
territoriale;
2) produrre output grafici;
3) provvedere alla stampa di cartofotocarta
regionale;
4) provvedere alla stampa di cartografie tecniche e
tematiche prodotte dalla Regione o ad essa affidate;
5) di riprodurre o far riprodurre copie positive di
fotogrammi e di elaborazioni fotografiche.
La Giunta regionale è altresì autorizzata a curare
direttamente la vendita degli elaborati di cui sopra e
la distribuzione gratuita agli aventi diritto secondo le
indicazioni di cui agli articoli seguenti.
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
Legge Regionale 29 dicembre 2011, n. 44 - Titolo VI:
“Attuazione
delle
direttiva
2007/2/CE
Infrastruttura per l'informazione territoriale”
(Finalità)
Le disposizioni di cui alla presente legge sono
finalizzate
a
promuovere
lo
sviluppo
dell’infrastruttura geografica regionale in attuazione
della direttiva n. 2007/2/CE, del Parlamento europeo
e del Consiglio che istituisce un’infrastruttura per
l’informazione territoriale nella Comunità europea
(INSPIRE), nonché nel rispetto del decreto legislativo
27 gennaio 2010, n. 32 (Attuazione della direttiva n.
2007/2/CE) e del decreto legislativo 7 marzo 2005, n.
82 (Codice dell’Amministrazione digitale) e
successive modifiche ed integrazioni.
(Collaborazioni con altri enti)
Per le finalità di cui all’articolo 1, la Giunta regionale,
attraverso la Struttura Speciale di Supporto Sistema
Informativo Regionale, stabilisce forme di
collaborazione con enti pubblici che operano nel
campo delle infrastrutture geografiche e territoriali,
nonché con il Comitato per le regole tecniche sui dati
territoriali delle pubbliche amministrazioni, istituito
ai sensi dell’articolo 59, comma 2, del D. Lgs. n.
82/2005 e successive modifiche ed integrazioni, e con
la Consulta nazionale per l’informazione territoriale
ed ambientale istituita ai sensi dell’articolo 11 del D.
Lgs. n. 32/2010.
(Competenze della Giunta regionale)
La Giunta Regionale provvede a:
a) realizzare una infrastruttura geografica e
territoriale regionale;
b) sviluppare il Geoportale regionale, che assume la
denominazione di Geoportale Regione Abruzzo,
assicurandone l’interazione con il repertorio
nazionale dei dati territoriali, di cui all’art. 59,
comma 3, del D. Lgs. n. 82/2005 e successive
modifiche e integrazioni, con il Geoportale Nazionale
e con l’Infrastruttura per l’informazione territoriale
nella Comunità europea (INSPIRE), nel rispetto
dell’articolo 71 del D. Lgs. n. 82/2005 e successive
modifiche ed integrazioni;
c) gestire l’archivio fotogrammetrico regionale
attraverso l’acquisizione di materiali fotogrammetrici
Pagina 54 di 92
ARTICOLO 4
(Diffusione delle informazioni)
La Giunta regionale è autorizzata, fatte salve le
riserve di legge, a consentire l' accesso gratuito alle
informazioni del sistema informativo territoriale ai
seguenti Enti: Province, Comuni, Comunità Montane,
ULSS, Consorzi di Bonifica ed altri Enti pubblici
interessati alla gestione del territorio limitatamente
alle zone di rispettiva competenza.
La Giunta regionale è altresì autorizzata a distribuire
gratuitamente cinque copie della ortofotocarta
regionale, limitatamente alla porzione di territorio di
loro pertinenza, agli enti di cui al capoverso
precedente.
La fornitura gratuita di elaborati necessari agli uffici
della Giunta regionale dovrà essere di volta in volta
autorizzata dal componente della Giunta preposto al
servizio informatica per le funzioni o suo delegato.
Allo scopo di favorire la conservazione e l' accesso
alle informazioni territoriali, il Servizio Informatica
per le funzioni è autorizzato ad acquisire copie
originali degli studi sul territorio o della ulteriore
documentazione di cui agli articoli precedenti.
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
storici
e
la
realizzazione
di
campagne
fotogrammetriche sul territorio regionale;
d) manutenere la rete geodetica regionale di
raffittimento della rete fondamentale nazionale
IGM95;
e) gestire la rete di stazioni permanenti, ossia il
sistema satellitare globale di navigazione (GNSS),
della Regione Abruzzo, garantendone il raccordo con
la rete dinamica nazionale (RDN) ed il sistema di
riferimento europeo definito dall’European reference
frame (EUREF) e nel rispetto delle regole tecniche di
cui all’articolo 59 del D. Lgs. n. 82/2005 e successive
modifiche e integrazioni;
f) realizzare gli aggiornamenti delle basi dati
topografiche regionali, delle carte tecniche regionali
numeriche e delle carte tematiche regionali
numeriche, nel rispetto delle regole tecniche di cui
all’articolo 59 del D. Lgs. n. 82/2005 e successive
modifiche e integrazioni;
g) realizzare l’archivio dei materiali fotogrammetrici,
geografici e territoriali prodotti anche attraverso
sistemi di archiviazione digitale sostitutiva nel
rispetto del decreto del Presidente della Repubblica
28 dicembre 2000, n. 445 (Testo unico delle
disposizioni legislative e regolamentari in materia di
documentazione
amministrativa),
e
della
deliberazione CNIPA 19 febbraio 2004, n. 11 (Regole
tecniche per la riproduzione e conservazione di
documenti su supporto ottico idoneo a garantire la
conformità dei documenti agli originali) pubblicata
sulla G.U. 9 marzo 2004, n. 57;
h) approvare le basi dati topografiche, le carte
geografiche, topografiche, corografiche, tematiche,
nonché i documenti geodetici relativi alle reti
trigonometriche e di livellazione, prodotte dalla
Regione e dichiararne l’ufficialità regionale.
(Diffusione delle informazioni)
La Giunta regionale garantisce la divulgazione dei
dati territoriali e geografici, ai sensi dell’articolo 9,
commi 1 e 2 del D.Lgs. n. 32/2010, nonché l’accesso
ai servizi geomatici attraverso il Geoportale Regione
Abruzzo.
Pagina 55 di 92
ARTICOLO 5
ARTICOLO 8
Tale materiale andrà depositato presso la cartoteca,
fototeca e banca dati regionali dell'Ufficio
Informazioni Territoriali e Cartografiche.
(Cessione dei prodotti del sistema informativo
territoriale)
I
proventi
della
vendita
dei
prodotti
precedentemente menzionati vanno introitati in un
apposito capitolo dello stato di previsione dell'
entrata
del
bilancio
regionale.
I prezzi di vendita per i materiali disponibili e le
modalità di cessione sono stabiliti dal Consiglio
regionale. Essi sono aggiornati annualmente dalla
Giunta regionale sulla base delle variazioni accertate
dall' ISTAT, dei prezzi al consumo per le famiglie di
operai e impiegati verificatesi, con arrotondamento
alle mille lire.
Il Consiglio regionale, salvo quanto previsto dal
secondo comma del precedente art. 4, applica prezzi
ridotti per le seguenti categorie di acquirenti: enti
pubblici comunque operanti sul territorio regionale,
università degli studi, scuole di ogni ordine e grado,
studenti.
(Rapporti con altri enti)
Allo scopo di garantire il costante aggiornamento del
sistema informativo territoriale per evitarne
l'obsolescenza ed al fine di svolgere una adeguata
azione di collegamento nell' ambito della Regione e
tra i vari enti regionali e sub-regionali interessati alla
gestione del territorio, il servizio informatica per le
funzioni e gli altri settori competenti sono tenuti a
prestare la loro collaborazione per lo studio di
interventi operativi sia cartografici che informativi
comunque posti in essere, anche per fini di
necessario coordinamento.
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
(Distribuzione dei prodotti del sistema informativo
territoriale)
L’accesso ai servizi geomatici e la diffusione dei dati
geografici e territoriali, attraverso il Geoportale
Regione Abruzzo, sono gratuiti.
I dati di cui al comma 1 sono soggetti alla normativa
di cui alla legge 22 aprile 1941, n. 633 (Protezione del
diritto d'autore e di altri diritti connessi al suo
esercizio) e successive modifiche ed integrazioni; essi
sono di proprietà della Regione che ne concede il
diritto d’uso gratuito.
La Giunta regionale definisce i contenuti delle licenze
standard per il riutilizzo dei dati nel rispetto del
decreto legislativo 24 gennaio 2006, n. 36
(Attuazione della direttiva 2003/98/CE relativa al
riutilizzo di documenti nel settore pubblico).
È vietata la vendita e la cessione a terzi a qualsiasi
titolo, dei dati di cui al comma 1; la citazione della
proprietà è sempre obbligatoria in caso di uso dei
dati.
Per la sola fornitura di materiali cartacei e di dati su
supporti informatici, la Giunta regionale emana un
disciplinare per il rimborso delle spese di ricerca,
distribuzione, stampa e spedizione dei materiali
fotografici, cartografici, geografici e geodetici.
I proventi derivanti dai rimborsi spese di cui al
comma 5 e all’articolo 6 sono introitati
nell’UPB03.04.001, capitolo 37213 denominato:
“Proventi derivanti dalla cessione di copie della
cartografia e degli altri prodotti relativi al sistema
informativo territoriale - art. 5 della l.r. 3/8/1988, n.
60” dello stato di previsione dell'entrata del bilancio
regionale.
(Rapporti con altri enti)
La Struttura Speciale di Supporto Sistema
Informativo Regionale assicura la collaborazione per
l’attuazione di quanto previsto dalla presente legge
anche al fine di coordinare le attività degli enti locali.
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5 Quadro dei progetti interregionali con
componenti geografiche
Nel capitolo precedente è stata focalizzata l’attenzione sulle Infrastrutture di Dati Territoriali di
livello regionale, prendendo in esame le realtà create da ogni singolo ente. Questo capitolo è
dedicato alle iniziative riguardanti le IDT o, in generale temi relativi alla produzione e gestione dei
dati geografici, promosse e seguite in ambito interregionale.
Queste possono essere suddivise in due insiemi: il primo, in cui si possono raggruppare le attività
avviate direttamente dal CPSG, come contributo tecnico ai temi affrontati nell’ambito dell’”Intesa
GIS” e, successivamente, sviluppati dal Comitato per le Regole Tecniche sui Dati Territoriali, nel
corso del primo triennio. Nel secondo insieme possono essere raccolti i progetti riferibili al
processo di sviluppo di servizi per l’eGovernment di interesse per lo sviluppo delle IDT, in quanto
prevedono un impiego significativo delle informazioni geografiche, sia perché riguardano servizi
infrastrutturali necessari anche per l’evoluzione delle IDT in un contesto interregionale.
Nei prossimi paragrafi, verrà quindi presentata una rassegna dei progetti più recenti riguardanti
l’Informazione Geografica, nell’ambito dei quali le Regioni sono state parte attiva, in contesti
diversi e in differenti forme. Per quanto riguarda le iniziative del primo insieme, promosse dal
CPSG-CISIS, esse possono essere schematicamente suddivise ancora in due tipologie di interventi:
la prima, riguarda le tecniche di produzione dei dati topografici e cartografici, la seconda
riguardante l’organizzazione digitale dei medesimi.
Esse si inseriscono nel filone più tradizionale dei temi di studio del CPSG-CISIS, già affrontati dal
Centro interregionale per il Coordinamento e la Documentazione per le Informazioni Territoriali,
confluito nel 2007 nel CISIS, proprio come Centro Permanente per i Sistemi Geografici (si veda la
nota 41, del capitolo precedente).
5.1 I progetti promossi dal Centro Permanente per i Sistemi Geografici
Al fine di supportare le attività del Comitato, il CPSG-CISIS ha predisposto una serie di piani di
ricerca, riportati nella tabella successiva.
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Tabella 5. Piani di Ricerca 2007 - 2011 Centro Permanente Sistemi Geografici - CISIS
2007 - 2008
Attività 1
Specifiche tecniche per le reti geodetiche
Attività 2
Specifiche tecniche per i DB Topografici
Attività 3
Specifiche tecniche Ortoimmagini e DTM
Attività 4
ICAD-GEO, Studio di fattibilità per una infrastruttura per la
cooperazione applicativa dei dati geografici
2009 - 2010
Attività 1
Specifiche tecniche per le reti di Stazioni Permanenti GNSS
Attività 2
DB Topografici (realizzazione del sw di validazione e sperimentazioni
dirette
Attività 3
Attività 4
Specifiche tecniche per il telerilevamento
Trasformazione e Generalizzazione di Data Base Geografici
2010 - 2011
Applicazione degli strumenti GeoUML nel processo di produzione del
Database geotopografici
Caratteristica comune a tutte le attività sopra elencate riguarda il coinvolgimento per il loro
svolgimento di centri di ricerca universitari, a cui i progetti sono stati affidati. I risultati conseguiti
sono stati presentati in occasione d’incontri pubblici, in particolare si ricordano le sessioni speciali
organizzate dal CISIS nell’ambito delle Conferenze della Federazione ASITA, a partire dall’edizione
del 2008, e gli specifici seminari tematici organizzati dal CISIS, menzionati sul sito del CPSG.
Sempre in questo sito sono disponibili i documenti tecnici prodotti dai gruppi di ricerca: di seguito
ne viene riportato l’elenco.
Reti Geodetiche
• Sviluppo delle tecnologie per le reti geodetiche, rapporto finale
• Proposta di realizzazione di una rete di ordine zero di stazioni permanenti
• Valutazione tecnica, in termini di analisi costi/benefici, per il riuso di infrastrutture regionali
(reti per il GNSS in tempo reale) anche per l’infomobilità
• Lo sviluppo delle tecnologie per le reti geodetiche
DB Topografici
• Gestione automatizzata delle Specifiche di una Base Dati Territoriale orientata alla gestione e
condivisione dei dati. Inquadramento Generale
• Catalogo degli oggetti: struttura dei contenuti -Specifiche per la realizzazione dei db topografici
di interesse generale
• Modalità e criteri per l’adeguamento delle specifiche tecniche dei Database geotopografici alla
nuova specifica emanata nell’aprile del 2010 dal Comitato per le Regole Tecniche sui Dati
Territoriali della P.A.
• Adeguamento dei database già realizzati dalle Regioni sul piano concettuale e sul piano delle
ricadute di tipo cartografico
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•
•
•
•
•
•
Guida alla lettura di uno Schema GeoUML
GeoUML Methodology e Tools - Organizzazione Complessiva
Guida ai Modelli Implementativi di Tipo Flat
Guida all’uso del GeoUML Catalogue (versione software 2.0)
Guida all’uso del GeoUML Validator (versione software 2.0)
Implementazione delle proprietà geometriche del GeoUML
Ortoimmagini e DTM
• Ortoimmagini 10k e Modelli Altimetrici - Specifiche Tecniche
• Ortoimmagini 1:10:000 e Modelli Altimetrici: Linee Guida
• Ortoimmagini e Modelli altimetrici a grande scala: Linee Guida
Inoltre, con riferimento al tema “DB topografici” occorre ricordare il progetto “Strati prioritari di
interesse nazionale - DBPrior10k”, avviato nel 2003, nell'ambito dell'Intesa Stato, Regioni, Enti
Locali sui Sistemi Informativi Geografici (IntesaGIS).
Le Regioni hanno realizzato i singoli database regionali ed in particolare, per le Regioni ex ob.1, il
Centro Interregionale ne ha coordinato i lavori e curato l'assemblaggio dei database realizzati in
quanto soggetto attuatore designato dalla Regione Basilicata (capofila per le regioni meridionali in
ambito “IntesaGIS”).
In seguito, il Centro ha curato l'assemblaggio su scala nazionale, integrando i singoli database
regionali del Centro-Nord e il database delle Regioni ex ob.1. Nel corso del 2007, infine, è stata
realizzata la versione del prodotto assemblato, integrando alcune porzioni del territorio nazionale
ancora mancanti.
I DB prior 10k sono considerati come un prodotto intermedio costruito secondo specifiche comuni,
con lo scopo di:
• Anticipare la realizzazione dei database topografici (prevista su tempi più lunghi)
• Realizzare un prodotto omogeneo a livello nazionale
• Fornire una base per ulteriori applicazioni condivise (protezione civile, vincoli ambientali e
paesaggistici, ecc.).
Il database è composto dai seguenti livelli informativi: Viabilità stradale, Viabilità ferroviaria,
Idrografia, Ambiti amministrativi e Centri abitati.
Per il tema trattato, l’attività 2007-2008 “ICAD-GEO, Studio di fattibilità per una infrastruttura per
la cooperazione applicativa dei dati geografici”, merita maggiore approfondimento.
Il lavoro è stato articolato in sei fasi, precisamente:
Fase 1, dedicata all’esame di progetti sviluppati in ambiti nazionale e/o regionali di eGovernment
e/o Governance territoriale (APULIE, ICAR, INTERGEO, RELIT, SICS, SIGMATER, SITAD)
Fase 2, rivolta all’individuazione delle tecnologie free e open source più appropriate per la gestione
e l’elaborazione delle informazioni territoriali, nel rispetto delle esigenze di riuso delle
infrastrutture esistenti; questa attività ha riguardato anche un'analisi delle criticità relative alla
gestione dei diversi tipi di dati geografici con i gestori di database spaziali (sia già utilizzati nei
progetti elencati sopra che Open Source)
Fase 3, focalizzata sulla definizione di uno stack tecnologico Open Source per la gestione e la
pubblicazione dei Dati Geografici e dei Data Base Topografici; in quest'ambito verranno individuati
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e/o definiti i geoservizi fondamentali per la gestione dei dati geografici compatibili con le
specifiche OGC e la direttiva INSPIRE
Fase 4, dedicata alla definizione di una Piattaforma di Cooperazione Applicativa in ambito
geografico e geo-topografico tale da integrare infrastrutture, tecnologie, modelli organizzativi
specifici ed informazioni relative a progetti di portata regionale o interregionale, esaminati nella
prima fase del lavoro
Fase 5, dedicata alla definizione di modelli organizzativi per la gestione dell’infrastruttura in
relazione al funzionamento generale degli eventuali modelli proposti
Fase 6, dedicata all’analisi costi/benefici per ciascun modello individuato (economicità), con
particolare attenzione circa la valutazione della convenienza di piattaforme Open Source.
Sul sito del CPSG sono disponibili i documenti prodotti dal gruppo di ricerca a cui è stato affidato
l’incarico, precisamente:
•
•
•
Analisi di progetti GIS ed applicazioni esistenti, in cui sono riportati i risultati della prima fase
Repertorio delle tecnologie disponibili per la realizzazione di SDI, relazione che riassume le
attività relative alla seconda fase e parte della terza
Verso un modello di SDI, in cui sono illustrati risultati delle attività svolte nelle fasi 4, 5 e 6.
Come si può evincere dai contenuti delle diverse fasi del lavoro, la ricerca ha focalizzato
l’attenzione principalmente su aspetti tecnici relativi alla realizzazione di una Infrastruttura di Dati
Territoriali interregionale federata, in particolare sulla possibilità di impiegare soluzioni open
source. Ciò fa sì che gli argomenti esposti risentano inevitabilmente –anche a distanza di pochi
anni- dell’evoluzione delle tecnologie, sia per quanto riguarda i software open source che,
ovviamente, proprietari. A questo riguardo, si segnala la più recente attività di analisi svolta
nell’ambito del progetto Interreg FreeGIS.net43, finalizzata alla creazione di un prototipo,
Reference Implementation (D’Alesio, 2011), basato su protocolli e formati aperti e compatibili con
INSPIRE, utilizzando esclusivamente software libero.
Lo studio condotto ha comunque permesso di verificare, anche attraverso test e sperimentazioni,
l'esistenza della possibilità di creare un modello di infrastruttura cooperativa per i dati geografici,
sostanzialmente una IDT, sia con software totalmente GFOSS che con soluzioni ibride, in parte
open source e in parte proprietario.
Inoltre, occorre tenere presente che i progetti considerati nella prima fase hanno avuto ulteriori
sviluppi, mutando dal contesto progettuale di sistema a processo di sviluppo di un Information
Infrastructure, mettendo in evidenza oltre agli aspetti tecnici la necessità di approfondire anche
quelli non-tecnici (quali: risorse umane e skill, management, forme di governance). Ciò
ovviamente, ha permesso agli enti coinvolti di misurarsi con tali problematiche, individuare
soluzioni operative, arricchire ulteriormente le competenze possedute.
43
Riguardo al progetto FreeGIs.net, si veda anche la scheda inserita in calce al prossimo capitolo.
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5.2 Progetti di eGovernment inter-istituzionali
Un secondo insieme di progetti su cui porre l’attenzione è quello riferibile al piano
dell’eGovernment, nell’ambito del quale sono state sviluppati servizi che prevedono l’utilizzo
significativo di informazioni geografiche e servizi infrastrutturali necessari anche per l’evoluzione
delle IDT in un contesto interregionale. Il ruolo delle Regioni e del CISIS nell’ambito di queste
iniziative è stato di varia forma. Vi è una partecipazione diretta, come nel caso del progetto
SIGMATER, oppure un ruolo d’ideazione e promozione dell’iniziativa, come in quello dell’iniziativa
ICAR (entrambe considerati dallo studio ICADGEO presentato nel precedente paragrafo). Verrà
quindi descritta anche l’iniziativa ELI-CAT e i progetti connessi, promossa e co-finanziata ai Comuni
aderenti, ma che ha visto le Regioni coinvolte in diverse forme.
5.2.1 Il progetto SIGMATER
Il contesto
Il progetto SIGMATER (Servizi Integrati catastali e Geografici per il Monitoraggio Amministrativo
del Territorio), è stato avviato nel 2002 per facilitare il processo di decentramento catastale e
migliorare la capacità di pianificazione e gestione amministrativo-fiscale del territorio.
Il quadro di riferimento entro cui è stato concepito e sviluppato il progetto ha considerato:
• la crescente importanza delle informazioni catastali e geografiche per la gestione del territorio
e della fiscalità locale;
• il Piano di Decentramento delle funzioni catastali a Comuni;
• l'attuazione dei piani nazionali e regionali per l'eGovernment;
• l'affermazione e la diffusione di standard tecnologici per l'interscambio dati, l'interoperabilità e
la cooperazione applicativa.
Promosso dal DIT (Dipartimento per l'Innovazione e le Tecnologie), nell'ambito dell'attuazione del
Piano d'azione di eGovernment nazionale (2002), SIGMATER comprendeva originariamente
un nucleo di sviluppo costituito da 25 Enti, tra cui l'Agenzia del Territorio, le Regioni Emilia
Romagna, Abruzzo, Liguria, Toscana e Valle d'Aosta. Successivamente hanno aderito al progetto,
oltre al gruppo originario, le Regioni: Piemonte, Puglia, Calabria.
Al Piano Attuativo 2012-2014 delle Regioni, hanno aderito Campania, Lombardia, Marche, Puglia,
Sardegna e Veneto. La Regione Piemonte ricopre il ruolo di capofila.
Gli obiettivi
Il progetto SIGMATER si pone due obiettivi principali:
• realizzare e gestire un'infrastruttura tecnologica che permetta l'interscambio dei dati catastali
fra Enti Locali, Regioni ed Agenzia del Territorio, permettendo l'integrazione con altre banche
dati locali;
• sviluppare un ampio numero di servizi a supporto della gestione del territorio e della fiscalità
locale.
Le caratteristiche dell’infrastruttura
SIGMATER consiste in una complessa infrastruttura informatica che garantisce l’interscambio delle
informazioni catastali e territoriali l'Agenzia del Territorio, le Regioni e le amministrazioni locali.
Quindi, SIGMATER vede coinvolti i seguenti soggetti:
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•
•
•
l'Agenzia del Territorio: ha realizzato e gestisce la componente di interscambio che consente,
mediante cooperazione applicativa, l’accesso ai dati catastali e di garantire gli aggiornamenti
dei dati medesimi;
le Regioni: gestiscono l'infrastruttura e il DataBase Territoriale Integrato (DBTI), tramite Centri
Servizi Regionali allestiti per concentrare tutte le complessità tecnologiche e le attività di
assistenza ai Comuni;
gli Enti Locali: accedono ai dati catastali aggiornati per i propri fini istituzionali (verifiche sul
gettito fiscale, programmazione territoriale, adempimenti di legge quali riclassamenti specifici,
finanziarie varie, etc.) ed erogano servizi a cittadini, professionisti e imprese.
In figura 5-1, è illustrata l’architettura funzionale dell’infrastruttura di SIGMATER.
Figura 5-1 Infrastruttura di SIGMATER
5.2.2 Progetto ICAR - Interoperabilità e Cooperazione Applicativa in rete tra le
Regioni
ICAR è l’azione interregionale finalizzata al coordinamento dello sviluppo, in tutti i territori
regionali, della cooperazione applicativa, secondo le specifiche del Sistema Pubblico di
Connettività e cooperazione (SPC). Obiettivo principale di ICAR ha riguardato lo sviluppo di un
ambiente strumentale e operativo della Community Network interregionale, secondo la logica
della cooperazione applicativa. Infatti, ICAR ha consentito di abilitare l’interoperabilità e la
cooperazione applicativa in rete tra i sistemi informativi di diverse amministrazioni pubbliche, nei
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domini applicativi (servizi applicativi e procedure erogate da un singolo ente) che richiedono
cooperazione tra le amministrazioni regionali.
Dal punto di vista progettuale sono state previste due diverse tipologie di interventi: “interventi
infrastrutturali di base” e “interventi per lo sviluppo di casi studio applicativi”.
Interventi e governance dell’azione
L’azione, avviata in forma di progetto, iniziato nel 2006 e concluso nel 2009, ha definito e
implementato un modello condiviso di infrastruttura territoriale, sperimentato in sette ambiti
applicativi.
Il progetto è stato suddiviso in dieci interventi. Tre concernenti interventi infrastrutturali a
carattere interregionale, hanno coinvolto tutte le Regioni aderenti al progetto. Gli altri sette hanno
riguardato ciascuno uno specifico caso studio applicativo, sempre a carattere interregionale.
Per ciascun intervento progettuale una Regione capofila è stata incaricata del coordinamento e
dello svolgimento di specifiche attività interregionali, a beneficio comune delle Regioni
partecipanti al medesimo intervento. Le Regioni capofila hanno assunto così dirette responsabilità
per la realizzazione e gestione sia del Sistema di Interoperabilità e Cooperazione Applicativa (SICA),
sia dei domini applicativi connessi ai casi di studio. Il numero di Regioni partecipanti a ciascuno di
questi ultimi interventi è stato variabile, comunque sono stati rispettati i seguenti vincoli: tutte le
Regione hanno dovuto aderire ad ognuno degli interventi progettuali infrastrutturali e ad almeno
uno dei casi studio applicativi, nonché a ciascuno degli interventi progettuali relativi a casi studio
applicativi hanno dovuto aderire almeno tre Regioni.
Dal luglio 2009 è in corso l’attività di manutenzione e sviluppo dell’infrastruttura e di nuovi
applicativi. All’azione aderiscono tutte le Regioni e le Province Autonome italiane e, in base ad un
Accordo Quadro Interregionale, è previsto che le attività proseguano per cinque anni, rinnovabili
per ulteriori cinque. Ogni anno le Regioni e le Province Autonome concordano un piano annuale
delle attività che deve garantire l’assistenza per l’infrastruttura, la manutenzione correttiva ed
evolutiva della stessa e il coordinamento interregionale.
Le attività di assistenza e manutenzione sono in carico ad una Regione o Provincia Autonoma
capofila, mentre il coordinamento interregionale è in carico al CISIS.
Nell’ambito del presente documento è significativo riassumere caratteristiche salienti e risultati
dei tre interventi infrastrutturali di base.
Intervento INF-1: Realizzazione dell’Infrastruttura di base per l’Interoperabilità e la
Cooperazione Applicativa a livello interregionale
Questo intervento progettuale ha consentito la definizione e la realizzazione di un’infrastruttura di
base per l’Interoperabilità e la Cooperazione applicativa tra le Regioni partecipanti al progetto. In
particolare, i risultati di questo task hanno riguardato:
• la definizione di specifiche e modelli standard dell’infrastruttura di interoperabilità e
cooperazione applicativa;
• la realizzazione di un’implementazione di riferimento dei servizi di interoperabilità e
cooperazione applicativa.
In sostanza, questo task realizza il dispiegamento dello standard SPC su una struttura articolata e
complessa come quella interregionale, dove è evidente l’esigenza di organizzare una topologia
dell’infrastruttura di cooperazione in cui due enti afferenti a diverse Regioni possano cooperare
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tra loro senza bisogno di un collegamento fisico punto-punto diretto, secondo livelli standard di
servizio e di sicurezza.
Tali obiettivi vanno letti alla luce dell’architettura prevista dal Sistema Pubblico di Connettività e
Cooperazione chiaramente orientata alle comunicazioni punto-punto tra le porte di dominio,
attraverso una federazione di centri SICA, in grado di offrire servizi di cooperazione a diversi
domini applicativi che, attraverso nodi specifici, espongono le diverse porte applicative.
Infatti, il task INF-1 ha assunto come presupposto l’esistenza di un insieme di enti che, per ragioni
organizzative, abbia realizzato un sistema di cooperazione conforme alle specifiche SPC, ma
necessitasse anche di servizi evoluti sia all’interno (tra i soggetti delle singole reti private), sia
all’esterno (tra soggetti appartenenti a reti diverse).
A tal fine, il task INF-1 ha realizzato un insieme di componenti SPC, detto “NICA” (Nodo di
Interconnessione per la Cooperazione Applicativa), composto da una porta di dominio con
funzionalità estese, in grado di ospitare i servizi a valore aggiunto previsti nella specifica SPC,
come:
• un registro SICA di secondo livello dei servizi erogati dagli enti regionali, distribuito a livello
interregionale, ma unico da un punto di vista logico, che contiene la descrizione di tutti gli
attori (intesi sia come soggetti erogatori e fruitori di servizi, sia come applicazioni informatiche)
abilitati ad accedere all’infrastruttura;
• un gestore eventi in grado di supportare comunicazioni di tipo EDA, cioè un componente
infrastrutturale per supportare il modello di cooperazione basato sugli eventi, a livello
regionale ed interregionale.
Intervento INF-2: Gestione di Strumenti di Service Level Agreement a livello interregionale
Questo intervento ha definito strumenti comuni per la gestione di sistemi interregionali di service
level agreement (LSA), per un monitoraggio efficiente e costante dei livelli di servizio offerti. In
particolare, i risultati di questo task hanno riguardato:
• la definizione dei parametri “fondamentali” da tenere sotto controllo per monitorare il livello
dei Servizi, sia infrastrutturali sia applicativi;
• la realizzazione di una implementazione di riferimento che permette il monitoraggio dei
parametri che qualificano i livelli di servizio prima definiti e condivisi a livello interregionale;
e, come obiettivo correlato:
• la memorizzazione dei risultati delle misure e la loro pubblicazione, ad esempio nel registro dei
servizi previsto dal tavolo tecnico SPC “cooperazione applicativa”.
Il sistema realizzato consente il monitoraggio degli SLA (Service Level Agreement) previsti dall’SPC
e dei parametri “fondamentali” definiti nella fase di analisi, quali indicatori dell’health value dei
servizi condivisi o propri di ogni dominio.
Le Regioni coinvolte in questo task hanno dovuto garantire i seguenti prerequisiti:
• avere un proprio centro servizi per governare le problematiche di gestione delle reti e delle
applicazioni; infatti l’utente principale dell’applicazione è questo centro: riceve la notifica delle
violazioni di livello e fornisce i dati relativi alla configurazione delle applicazioni e delle reti in
gestione, nonché tutte le informazioni di interruzione/ripristino del servizio che siano non
raccoglibili automaticamente;
• prevedere appositi punti di raccolta dati sulla disponibilità e prestazioni dei parametri in base
ai quali sono definiti gli SLA da controllare; tali punti di raccolta, che possono anche coincidere
con i centri servizi di cui al punto precedente, sono responsabili del monitoraggio delle risorse
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interne al dominio di competenza e devono adottare gli standard di interfaccia previsti, al fine
di garantire il colloquio cooperativo necessario al raggiungimento dell’obiettivo di questo task.
Questo intervento ha pertanto consentito:
• alle amministrazioni regionali: la condivisione dei parametri definiti per qualificare il livello di
servizio di ogni singolo servizio, sia esso infrastrutturale o applicativo; l’erogazione dei servizi in
maniera consapevole, cioè potendone monitorare e controllare la qualità degli stessi;
• a livello interregionale: il controllo della qualità dei servizi di connettività nell’ambito della
Community Network e dei parametri fondamentali nell’ambito dell’architettura di
cooperazione applicativa.
Il sistema, quindi, eroga dei servizi, definiti SLA Monitoring Services, che vanno ad aggiungersi ai
servizi di cooperazione applicativa. In particolare, essi rilevano il comportamento dei vari servizi
della piattaforma ed alimentano una base dati centralizzata al fine di permettere la verifica e la
valutazione di tali comportamenti in relazione ai valori di riferimento (contrattuali).
Intervento INF-3: Realizzazione di un Sistema Federato interregionale di Autenticazione
Questo intervento ha definito le specifiche del servizio di autenticazione e l’implementazione di un
sistema federato di autenticazione interregionale. In particolare, i risultati di questo task hanno
riguardato:
• la definizione di un modello logico di riferimento che permette di raggiungere l’univoca
identificazione dell’utente per mezzo di una identità digitale, indipendente dal substrato
tecnologico di autenticazione usato nel particolare dominio in cui l’utente opera;
• la definizione di un modello che permette ai domini delle Community Network l’apposizione di
ruoli, liberamente definiti all’interno di ciascun dominio, alle identità digitali degli utenti;
• la definizione di specifiche dettagliate di un servizio di autenticazione e di attribuzione di ruolo;
questo servizio rende possibile la federazione dei diversi servizi di sicurezza dei domini o delle
Community Network, in modo tale che le identificazioni e le attribuzioni di ruolo operate da un
dominio della federazione siano riconoscibili e verificabili dagli altri domini; le specifiche del
servizio possono essere usate per la costruzione di una implementazione ex novo o per la
realizzazione di un wrapper di una infrastruttura di sicurezza pre-esistente;
• la realizzazione di wrapper che permettano alle infrastrutture di sicurezza esistenti nelle
Regioni aderenti di federarsi secondo quanto definito dalle specifiche del modello;
• la realizzazione di una implementazione di riferimento del suddetto servizio per le Regioni
aderenti, prevedendo l’uso del modello open source per facilitare la condivisione
dell’esperienza e il riuso della soluzione.
Per giungere alla costituzione del Sistema Federato di Identificazione e Ruolo è stata realizzata una
federazione dei singoli servizi di autenticazione delle Comunità, indicata con il termine di Servizi di
Identificazione e di Ruolo di Comunità (SIRC). La collocazione del SIRC nel quadro complessivo dei
servizi di una Comunità è illustrata nelle figure seguenti.
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Figura
Modello dei
deiServizi
Servizidelle
delleComunità
Comunità
Figura5-2
2. Modello
Figura
5-3
ServizioIdentificazione
Identificazionee e
Ruolo
Comunità
Figura
3.Interfacce
Interfacce del Servizio
Ruolo
di di
Comunità
5.2.3 Progetti ELI_CAT, ELI_FIS e FED_FIS: le iniziative dei Comuni nell’ambito del
Programma ELISA e la loro dimensione interistituzionale
Questi tre progetti, tra loro integrati, sono stati co-finanziati dal Dipartimento Affari Regionali della
Presidenza del Consiglio dei Ministri e dai Comuni partecipanti nell’ambito del Programma ELISA
(Programma Enti Locali-Innovazione di Sistema). Essi sono stati conclusi il 31 dicembre 2011.
I progetti, inerenti le tematiche edilizie, catastali e dei tributi locali, hanno riguardato la
realizzazione di un complesso sistema informativo, formato da diversi "servizi web" per la P.A. e
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per i cittadini, gestibili sia da un singolo ente sia da un centro servizi, in due ambiti prioritari
dell’azione amministrativa:
• la gestione della fiscalità sul territorio e la lotta all’evasione sia dei tributi locali che nazionali;
• la gestione dell’anagrafe degli immobili in ciascun Comune e l’utilizzo dei dati catastali ai fini
edilizi-fiscali.
Essi hanno previsto la valorizzazione degli strumenti di cooperazione applicativa e quindi, per
l’interazione con l’Agenzia del Territorio, la forte integrazione con il sistema d’interscambio
SIGMATER.
Ampia è stata la partecipazione delle Regioni in questi progetti comunali in particolare per
garantire l’intervento regionale rispetto ai seguenti temi:
• il dispiegamento, ovvero la Regione deve essere di supporto ai comuni nella loro attività di
integrazione e di cooperazione
• lo sviluppo di una organizzazione fondata sulla conoscenza istituzionale, necessaria per
sfruttare al meglio le opportunità degli strumenti a disposizione, nella relazione di coesione tra
le diverse realtà territoriali
• l’individuazione e la realizzazione di una aggregazione delle necessità e delle richieste di tutte
le realtà territoriali in ambito regionale, in modo da presentare un fronte organizzato,
efficiente ed efficace, rispetto al livello centrale, al fine di mantenere con esso una relazione
fondata su un modello paritetico.
Nella politica di riuso sono attive diverse Regioni del Partenariato SIGMATER (e non solo) che, con
modalità diversificate secondo i contesti territoriali, stanno lavorando per mettere a disposizione
dei Comuni e delle Unioni i diversi applicativi software e i relativi servizi.
Dai tre progetti è nato un vero e proprio sistema informativo per il catasto e la fiscalità locale
denominato CAT&FIS.
ELI_CAT: Gestione digitale integrata dei servizi locali in materia fiscale e catastale mediante
modelli di cooperazione applicativa.
Il progetto ha realizzato un sistema di servizi in materia fiscale e catastale che consente agli enti di
gestire e monitorare in modo appropriato la dinamica degli oggetti immobiliari presenti nel
proprio territorio e le ripercussioni che questa ha sulle politiche fiscali dell’ente. Il sistema risulta
completo, flessibile (in relazione alle specificità locali) e modulare (ovvero costituito da moduli
aventi una propria autonomia funzionale, per consentire un’adozione graduale del modello
complessivo). Esso si basa sull’integrazione dei processi (e delle relative banche dati) inerenti alla
gestione del catasto, alla gestione edilizia/urbanistica, al governo delle entrate.
Il sistema di servizi ELI_CAT si basa sulla costruzione di una vera e propria Anagrafe Comunale
“Soggetti/Oggetti/Relazioni”, articolata nelle seguenti componenti o moduli:
• l’Anagrafe Comunale dei Soggetti
• l’Anagrafe Comunale degli Oggetti (comprendente la loro localizzazione fisica sul territorio,
tramite indirizzo georiferito o, se non applicabile, tramite altro tipo di georeferenziazione)
• l’Anagrafe Comunale delle Relazioni di Utilizzo e dei Diritti (proprietà, usufrutto, locazione,
altro tipo di utilizzo, ecc.).
L’Anagrafe Comunale Soggetti/Oggetti/Relazioni (Anagrafe SOR) costituisce la “chiave” per
l’integrazione fra le banche dati catastali (terreni e fabbricati e pubblicità immobiliare) e un
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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numero assai ampio di applicazioni, tra cui quelle della fiscalità locale, delle concessioni edilizie,
del piano regolatore comunale, delle licenze commerciali, dei verbali di accertamento e di
violazione edilizie, dell’anagrafe della popolazione, dell’anagrafe delle imprese (gestita in
cooperazione applicativa con INFOCAMERE, ove tale cooperazione sia già stata realizzata nel
contesto del singolo ambito regionale di riferimento), del sistema informativo territoriale, delle
utenze elettriche, della banca dati SIATEL.
Per quanto riguarda l’Anagrafe degli Oggetti ELI_CAT ha previsto la creazione “a monte” (a livello
cioè dei sistemi operazionali dei Comuni – singoli o associati) di una vera e propria Anagrafe
Comunale degli Immobili che, ugualmente a quanto già oggi avviene per la popolazione, deve
contenere le informazioni descrittive fondamentali di ciascun immobile posto nel territorio
comunale e deve essere aggiornata attraverso la corretta gestione degli “eventi” di trasformazione
del territorio di tipo edilizio-catastale (anche attraverso il Modello Unico Digitale per l’Edilizia –
MUDE). Ai fini dell’attuazione dei principi di interoperabilità applicativa in un’ottica di
cooperazione tra gli Enti, il progetto ha previsto anche la realizzazione di un sistema informatico
capace di orchestrare lo scambio delle informazioni tra Sistema Pubblico Centrale e Sistema
Pubblico Territoriale e permettere l’integrazione di processi e dei dati di Amministrazioni diverse,
assicurando al contempo che ciascuna Amministrazione mantenga la responsabilità dei servizi da
essa erogati e dei dati da essa forniti. In particolare, è stata implementata una piattaforma
software denominata “Orchestratore Centrale” per realizzare, attraverso l’interazione con il duale
“Orchestratore Locale” lo scambio informativo, in ambito SPC e modalità ICAR (porta di dominio,
buste di e-gov, accordi di servizio, identità digitali federate), tra le basi di dati di interesse
nazionale e quelle presenti nelle Amministrazioni Territoriali. Il ruolo di tali piattaforme è
rappresentato nello schema della successiva figura, in cui è illustrata l’architettura ELI_CAT. Tale
schema logico prevede quattro livelli:
• quello delle fonti dati eterogenee, utilizzate per alimentare il sistema (livello operazionale)
• il livello dei dati riconciliati, dedicato all’eliminazione delle inconsistenze e al completamento
di eventuali parti mancanti
• il livello del warehouse, relativo alle componenti tematiche (o datamart) per supportare le
differenti aree di governo, secondo i servizi decisionali che si intendono offrire ai diversi attori
all’interno dell’Ente Locale.
• Il livello di Analisi, dedicato agli strumenti per consentire agli utenti finali di fruire del
contenuto informativo del livello del warehouse.
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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Figura 5-4. Architettura logica ELI_CAT
Integrazione di processi
Sfruttando il patrimonio informativo integrato dell’Anagrafe Comunale SOR, nonché i meccanismi
di cooperazione applicativa appena menzionati, il progetto consente l’integrazione dei seguenti
processi:
1. Processo di interscambio dei DOCFA
2. Processo del Modello Unico Digitale dell’Edilizia (MUDE) verso AdT–SOGEI
AdT SOGEI per la gestione
contestuale del DOCFA e delle concessioni/autorizzazioni edilizie e conseguente
aggiornamento delle banche dati catastali di un “comune decentrato”
decentrato
3. Processo amministrativo dell’Art 1, commi 336 “adeguamento
adeguamento del classamento catastale”
catastale e
340 “determinazione della superficie catastale”,
catastale , Legge 30 dicembre 2004, n. 311 con il
conseguente aggiornamento/miglioramento della banca dati catastale
4. Processo amministrativo della Legge 286/2006 (fabbricati agricoli, unità immobiliari tipo E)
5. Processi informativi e di accertamento e sopralluogo sul territorio:
• previsti nell’ambito dell’esercizio delle funzioni catastali
• previsti dal controllo dell’abuso edilizio
• previsti dal controllo dell’evasione fiscale
6. Processo di aggiornamento toponomastico
toponomastico all’interno delle banche dati catastali e verso
l’Agenzia del Territorio ed altre pubbliche amministrazioni centrali e territoriali.
Modello di riferimento per l’erogazione dei servizi
Il modello di riferimento per l’effettiva erogazione dei servizi
servizi è quello del Centro Servizi Condiviso
(CSC): ogni CSC rende
ende ampiamente disponibili informazioni, nonché servizi interattivi e
transazionali in tema di gestione integrata dei dati -di
di natura sia catastale,
catastale sia fiscale- a tutti i
soggetti pubblici e privati che risiedano nel territorio o abbiano
abbia o comunque rapporti con un ente
locale o una specifica comunità di Enti Locali, nonché nelle amministrazioni provinciali aderenti al
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale
Interregiona v2.0
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progetto per le relative funzioni e in quelle regionali, che in alcuni casi, gestiscano l’aggregazione
delle banche dati e forniscano servizi verso gli enti del territorio.
ELI_FIS: Gestione digitale integrata dei servizi locali in materia fiscale e catastale mediante
modelli di cooperazione applicativa
Il progetto ELI_FIS, “Federalismo fiscale: Integrazione Banche Dati Locali e Nazionali e Cruscotti per
la Fiscalità”, ha realizzato un “AMBIENTE” composto da:
• un sistema informatico capace, nel rispetto delle regole di interoperabilità e cooperazione
applicativa espresse dall’SPC, di orchestrare lo scambio delle informazioni tra Sistema Pubblico
Centrale e Sistema Pubblico Territoriale e permettere l’integrazione di processi e dati di
Amministrazioni diverse, assicurando al contempo che ciascuna mantenga la responsabilità dei
servizi erogati e dei dati forniti;
• un insieme di regole organizzative per definire opportuni standard di comunicazione,
armonizzare le interrelazioni tra i vari livelli istituzionali, garantire l’efficacia e l’efficienza dei
flussi informativi scambiati, stabilire ruoli e responsabilità;
• un insieme di servizi per facilitare il dispiegamento a livello territoriale e nazionale dei
prodotti/servizi realizzati.
Il sistema di servizi previsto dal progetto ELI_FIS si basa sulla realizzazione dei seguenti
prodotti/moduli software:
• una piattaforma software, denominata “Orchestratore Centrale” per realizzare, attraverso
l’interazione con il duale “Orchestratore Locale” lo scambio informativo, in ambito SPC, tra le
banche dati di interesse nazionale e quelle presenti nelle Amministrazioni Territoriali;
• un Cruscotto di Recupero dell’Evasione dei Tributi Locali, per l’analisi delle informazioni
disponibili agli Enti, in un’ottica di potenziamento delle attività volte alla ricerca dell’evasione
fiscale dei Tributi Locali;
• un Cruscotto Fiscale per l’Accertamento dei Tributi Erariali, per il supporto dell'attività di
accertamento condotta dagli Organi dell'Amministrazione finanziaria (quali l’Agenzia delle
Entrate);
• un Cruscotto Decisionale per il Governo delle Entrate, per fornire agli Enti Locali idonei
strumenti atti a facilitare il controllo, il monitoraggio e la pianificazione della fiscalità locale e
delle entrate;
• servizi d’utilità (identificazione di soggetti e oggetti, altri servizi di base) erogati direttamente
dalle Agenzie centrali a favore degli Enti Locali.
Come si evince da questo elenco, il progetto ELI_FIS si colloca in una dimensione di sistema a
livello nazionale, che favorisce forme di collaborazione e sinergie tra le diverse componenti del
sistema pubblico, finora inesplorate.
FED_FIS: Gestione digitale integrata dei servizi locali in materia fiscale e catastale mediante
modelli di cooperazione applicativa
Il progetto FED_FIS, “Federalismo Fiscale-Servizi integrati per la fiscalità locale e nazionale” ha
posto in atto le attività necessarie al completamento del sistema di servizi e di scambio di
informazioni e dati in ambito fiscale e catastale già avviato attraverso i progetti ELI_CAT ed ELI_FIS,
preservando il suo carattere flessibile (in relazione alle specificità locali) e modulare (ovvero
costituito da moduli aventi una propria autonomia funzionale e che consentono una graduale
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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implementazione nel tempo del modello complessivo) per la progressiva integrazione dei processi
(e delle relative banche dati) inerenti la riscossione e pagamento dei tributi locali, la gestione
edilizia/urbanistica attraverso il MUDE e, in definitiva, il governo delle entrate, anche nell’ottica di
assicurare una maggiore perequazione fiscale e di migliorare la gestione, monitoraggio e controllo
della fiscalità sul territorio.
Il sistema di servizi previsto dal progetto FED_FIS è basato sulla realizzazione dei seguenti
prodotti/moduli software:
• una Piattaforma Integrata e Multicanale dei Pagamenti
• un Sistema Integrato per la Gestione della Riscossione
• un visualizzatore cartografico per l’integrazione delle basi dati alfanumeriche e cartografiche
delle Anagrafi sviluppate nel progetto ELI_CAT
• un Prototipo modulare del Modello Unico Digitale e Edilizia adattabile a Comuni situati in
contesti territoriali diversi
• integrazioni al Cruscotto Fiscale per l’Accertamento dei Tributi Erariali sviluppato nel progetto
ELI_FIS
• una versione per i piccoli Comuni del prodotto Anagrafe Comunale- soggetti-oggetti-relazioni
sviluppato nel progetto ELI_CAT.
Gli enti locali che hanno partecipato a questi tre progetti hanno definito una politica di riuso
esteso del sistema molto innovativa e diversa dalle usuali politiche di riuso applicate ai progetti di
eGovernment. Mentre queste ultime vengono infatti avviate attraverso un rapporto di tipo
istituzionale tra ente cedente ed ente riusante, la politica messa in atto prevede l’utilizzo della
licenza AGPL v3 e quindi si rivolge anche al settore industriale. Nello specifico, alle imprese ICT o
che gestiscono servizi per i Comuni in ambito edilizio, catasto e fiscalità che possono quindi
usufruire del sistema e dei suoi singoli servizi accettando la licenza open source con la quale viene
rilasciato il relativo software.
È in corso di definizione la costruzione di una vera e propria “comunità” fra soggetti pubblici e
privati per la gestione delle applicazioni, a partire dal repository delle medesime che sarà
implementato da ANCITEL.
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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6 L’esperienza delle Regioni nell’ambito della
partecipazione a progetti europei
Lo sviluppo delle IDT sub-nazionali beneficia anche dell’esperienza acquisita nell’ambito della
partecipazione a progetti europei connessi con il processo dell’applicazione della direttiva INSPIRE.
Senza la pretesa di essere esaustivi, questo capitolo intende mettere in evidenza i principali
risultati ottenuti da alcuni progetti, a cui diverse Regioni hanno partecipato. Nella tabella
successiva sono riportate sinteticamente tali informazioni e sono evidenziate le possibili
opportunità di una loro valorizzazione, nell’ambito della creazione di una IDT interregionale. Un
esempio di “riuso” in quest’ottica viene fornito nella scheda inserita in calce a questo capitolo.
Tabella 6. La partecipazione delle Regioni a Progetti Europei: risultati e loro
possibile valorizzazione
Progetto
Risultati
Possibile valorizzazione dei risultati
GIS4EU
Piemonte, Liguria e
Veneto
Processo
armonizzazione
aggregazione geodati
Armonizzazione/aggregazione:
- con Data Model INSPIRE
- tra Regioni
NATURE-SDIplus
Piemonte e Liguria
Analoghi a GIS4EU, più
processi:
- Thesaurus framework
- Processo validazione
processi e dati
•
Analoghi ai precedenti,
più:
- Estensione principi
networking INSPIRE al
campo della
pianificazione territoriale
E’ attivo un gdl “AM/FM GIS”
• analisi Data Specification (DS) e costruzione
interpretazione condivisa
• esame esperienze:
- definizione modelli dati per lo spatial planning
- costruzione procedure armonizzaz. di dataset
per lo spatial planning con riferimento alle DS
EURADIN
Piemonte, Lombardia
e Toscana
Processo
armonizzazione sistemi
di indirizzi europei,
individuazione soluzioni
per renderli interoperabili
Trasferire a livello interregionale e nazionale
l’esperienza maturata nell’ambito dei lavori svolti
(Archivio nazionale delle strade e dei numeri civici)
eSDI-Net plus
Piemonte
• Costituzione rete
tematica su IDT
• Evaluation Framework
per IDT
• Strumento di autovalutazione delle IDT
• Database delle IDT
sub-nazionali europee
• Concorso EU “best
practice IDT”
Partecipare ai processi del SDI Best Practice
Award significa:
• esaminare la propria IDT rispetto ai
criteri/indicatori EUROGI/eSDI-Net
• trarre possibili elementi utili per sviluppi
futuri rispetto a INSPIRE
• fare rete con altre IDT sub-nazionali in Europa
• avere a disposizione una fotografia periodica che
rileva i progressi della IDT nel tempo
PLAN4ALL
Lazio, Provincia di
Roma
(*)
Interessati ad oggi
funzionari della
Regione Sardegna,
Marche, Veneto
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
•
Armonizzazione/aggregazione e validazione:
- con Data Model INSPIRE
tra Regioni
Def. accesso standardizzato ai metadati/dati
(*)
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Maggiori informazioni, nonché la documentazione prodotta nell’ambito di ogni progetto, sono
disponibili tramite l’accesso ai siti web, di cui vengono forniti i riferimenti nei paragrafi
corrispondenti.
I progetti descritti sono stati co-finanziati dalla UE, nell’ambito del programma eContentplus,
finalizzato a ottenere contenuti digitali – in settori di interesse pubblico - ampiamente accessibili e
utilizzabili.
6.1 Progetto GIS4EU – Provision of Interoperable Datasets to open GI
to EU communities
Il progetto GIS4EU44 ha inteso rendere disponibili dataset cartografici a livello europeo, conformi
agli standard e ai requisiti della direttiva INSPIRE. In particolare, il progetto ha operato sui seguenti
temi: Unità Amministrative, Idrografia, Reti di Trasporto (Annex I) e Altimetria (Annex II).
Tale risultato è stato perseguito attraverso la definizione di un processo suddiviso in tre fasi
principali. La prima ha riguardato il confronto dei Data Model proposti da INSPIRE per i primi tre
temi sopra indicati con i diversi modelli di dati relativi ai dataset messi a disposizione dai partner e
la definizione di una proposta di Data Model per il tema “Altimetria”. Quindi, la seconda ha preso
in considerazione l’applicazione di regole di armonizzazione per tenere conto delle problematiche
inerenti il multilinguismo, la multiscala e il cross-border. Infine, l’ultima fase ha consentito di
procedere all’aggregazione dei dataset armonizzati nella fase precedente, al fine di consentire
l'accesso ai dati di riferimento senza costruire una banca dati centrale.
GIS4EU, coordinato dal Consorzio CORILA, ha visto la partecipazione di 23 partner, con diverse
competenze e ruolo (tecnologico, fornitore di dataset, scientifico, di utente), di cui 12 italiani: tra
questi, per quanto riguarda le Regioni, vi hanno preso parte Piemonte, Liguria e Veneto, alcune
supportate anche dalle società IT regionali.
Nel corso del progetto, protrattosi per 36 mesi, dal novembre 2007 al giugno 2010, sono stati
prodotti un numero considerevole di documenti, testimonianza di un’alacre attività di tutti gli
esperti e i tecnici coinvolti. Per gli scopi di questo lavoro, vengono qui segnalate le Guidelines
about Operational Application of Standards and Directives, il cui scopo generale è quello di
diffondere e valorizzare il patrimonio teorico e pratico acquisito in GIS4EU e di trasferire il knowhow appreso dai partner, al fine di contribuire alla consapevolezza e alla conoscenza nel campo
della condivisione dei dati geospaziali, all’interno sia del settore pubblico, sia di quello privato. E’
opportuno evidenziare che tale esperienza è anche particolarmente utile per sostenere le policy di
settore, in un contesto inter-istituzionale e a livello transfrontaliero.
Le metodologie e i processi messi a punto in GIS4EU consentono ai proprietari/fornitori di dati di
convertire i propri dataset, da modelli originali e proprietari in prodotti conformi a INSPIRE. È
importante sottolineare che gli strumenti GIS4EU possono essere applicati non solo a dataset
relativi ai quattro temi considerati nel progetto, ma per qualsiasi tema degli Annex della direttiva.
44
http://www.gis4eu.eu/
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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Le citate Linee Guida rappresentano un utile manuale per consentire alle organizzazioni
interessate l’applicazione delle metodologie GIS4EU. Esse riguardano le principali attività svolte
nel progetto, di cui s’illustrano nel seguito i principali contenuti, seguendo lo schema riportato
nella figura successiva.
La prima fase è stata dedicata all’acquisizione dello stato dell’arte, articolata come segue:
• analisi di norme e regole, selezionando le più rilevanti ai fini del progetto in particolare
classificandole come “fondamentali” e “informative” per un loro utilizzo in fase di convalida
della conformità dei risultati
• analisi e la classificazione di ciascun set disponibile nel progetto
• raccolta delle informazioni sui dati messi a disposizione dai data provider, attraverso un
questionario
• raccolta delle esigenze degli utenti attraverso l'analisi delle indagini svolte in ambito INSPIRE e
di varie pubblicazioni relative ad altri progetti comunitari, come HUMBOLD e RISE.
Successivamente è stata eseguita la definizione di Common data model, che ha previsto:
• l’estrazione, dalle norme significative, dei requisiti per lo sviluppo di un modello di dati
comune
• l’estrazione dei requisiti dai documenti INSPIRE per lo sviluppo di specifiche di dati: Generic
Conceptual Model and Methodology for Data Specifications
• l’analisi critica dei data model INSPIRE per i temi: unità amministrative, idrografia e reti di
trasporto, rispetto ai modelli di dati disponibili nel progetto
• la definizione di un modello di dati comune per ogni tema considerato, compatibile con i
modelli INSPIRE
• l’applicazione della metodologia INSPIRE per definire un modello di dati comune per il tema
altimetria, nel contesto del progetto GIS4EU.
La terza fase ha riguardato le Regole per l’Armonizzazione, comprendente:
• la definizione, per ogni tema considerato, delle regole per la conversione dei data model forniti
dai partner nel modello di dati comune, includendo linee guida dettagliate per rimodellare
oggetti e attributi
• la descrizione delle specifiche dei processi di armonizzazione e di aggregazione dei dati, con la
definizione delle regole per l'aggregazione dei dati al fine di fondere i set transfrontalieri
• la descrizione delle specifiche dei processi di armonizzazione e di aggregazione dei dati, con la
definizione delle regole per la degradazione al fine generalizzare modelli di dati e dataset.
La quarta fase ha riguardato l’implementazione delle regole, suddivisa in:
• applicazione delle procedure definite per ri-modellare ogni specifico set di dati (tema e scala),
inclusi i metadati e dati
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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•
•
progettazione del workflow e delle linee guida per l’attività di aggregazione dei dati, per ogni
tema e per ogni coppia di dataset trasformati, considerando le problematiche di cross-border
e/o cross-scale
implementazione delle regole basate sul workflow e le linee guida definite, al fine di esporre e
accedere ai dati aggregati.
L’ultima fase operativa del progetto è stata dedicata alla validazione dei risultati, comprendente:
• l’implementazione della validazione operativa per certificare la conformità delle degli standard
selezionati delle norme di attuazione sui dati rimodellati
• valutazione del workflow messo a punto per definire un piano di affinamento dello stesso.
Tra le attività svolte in seno a GIS4EU è utile menzionare anche l’analisi d’impatto per
l’implementazione operativa della metodologia definita nell’ambito del progetto, effettuata nella
fase finale del progetto. Tale indagine ha inteso porre in evidenza sia i vantaggi che possono
essere ottenuti dall’applicazione della metodologia GIS4EU da parte dei produttori di dataset
cartografici, sia aspetti da tenere presente per migliorarne l’applicazione. Sono stati presi in
considerazione più di 50 set di dati, forniti da 10 produttori di dati (a livello nazionale, regionale e
locale), distribuiti in cinque diversi Paesi europei. I risultati di tale indagine sono descritti nel
documento: Exploitation Plan -Impact Analysis and Follow-up. Una relazione sintetica di tale
analisi è stata presentata alla XIV Conferenza ASITA.
6.2 Progetto NATURE-SDIplus
Il progetto NATURE-SDIplus45 si è prefisso l’obiettivo di offrire significativi miglioramenti per la
armonizzazione, accessibilità e fruizione dei dataset creati dagli Stati Membri sui temi relativi alla
protezione della natura, con riferimento specifico ai temi Siti protetti (Annex I), Regioni
Biogeografiche, Habitat e Biotopi, Distribuzione delle Specie (Annex III).
Tale risultato è stato perseguito attraverso la definizione di un processo suddiviso in tre fasi
principali. La prima ha riguardato il confronto del Data Model proposto da INSPIRE per il tema Siti
Protetti (Annex I) con i diversi modelli di dati relativi ai dataset messi a disposizione dai partner
produttori di dataset cartografici e la definizione di una proposta di Data Model per i temi
dell’Annex III considerati. Quindi, la seconda ha preso in considerazione l’applicazione di regole di
armonizzazione per tenere conto delle problematiche inerenti il multilinguismo, la multiscala e il
cross-border. Infine, l’ultima fase ha consentito di procedere all’aggregazione dei dataset
armonizzati nella fase precedente, al fine di consentire l'accesso ai dati di riferimento senza
costruire una banca dati centrale.
NATURE-SDIplus, coordinato dall’Associazione GISIG, ha visto la partecipazione di 29 partner, con
diverse competenze e ruolo (tecnologico, fornitore di dataset, scientifico …), di cui 6 italiani: tra
questi, per quanto riguarda le Regioni, vi hanno preso parte Piemonte e Liguria, supportate anche
dalle rispettive società IT regionali.
45
http://www.nature-sdi.eu/
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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Nel corso del progetto, protrattosi per trenta mesi, dal ottobre 2008 al Marzo 2011, sono stati
prodotti, oltre a report relativi al processo di armonizzazione e aggregazione dei dataset geografici
analoghi a quelli illustrati nel paragrafo precedente, i documenti riguardanti strumenti e
metodologie relative a un Thesaurus Framework e a un processo di validazione per processi e dati
originale, messo a punto dai partner.
6.3 Progetto PLAN4ALL
Plan4All46 ha avuto come obiettivo generale l’armonizzazione dei dati per la pianificazione
territoriale ed i relativi metadati, in base ai principi di INSPIRE. Con riferimento ai Temi elencati
negli Annex della direttiva, questo progetto ha considerato: Copertura del suolo, Utilizzo del
territorio, Servizi di pubblica utilità e servizi amministrativi, Impianti industriali e di produzione,
Impianti agricoli e di acquacoltura, Zone sottoposte a gestione/limitazioni/regolamentazione e
unità con obbligo di comunicare dati, Zone a rischio naturale. Essendo la pianificazione territoriale
un'attività di tipo olistico, le azioni e i processi devono essere affrontati complessivamente
partendo da input provenienti da varie fonti. È quindi necessario rendere interoperabili tali input,
requisito indispensabile per permette agli interessati di ricercare i dati, visualizzarli, scaricarli ed
utilizzarli, con l'aiuto della ICT.
Come per i precedenti progetti presi in considerazione, anche Plan4All ha proceduto nella prima
fase ad un’analisi dello stato dell’arte, comprendente:
• l’identificazione delle amministrazioni regionali e locali più attive nell’ambito della
pianificazione territoriale e della implementazione di Infrastrutture di Dati Territoriali
• l’identificazione delle sfide tecnologiche e di una metodologia per l’analisi degli sviluppi e delle
tendenze più rilevanti
• l’analisi dei requisiti di INSPIRE
• l’analisi degli standard dei metadati, dei modelli di dati, delle tecnologie di networking e delle
esigenze degli utenti.
Le fasi successive hanno riguardato:
1. la Progettazione dei metadata profiles, per i temi considerati dal progetto, combinando le
normative nazionali per la pianificazione territoriale ed il profilo di INSPIRE
2. la definizione dei modelli dati della pianificazione territoriale di Plan4All con l’analisi dei
modelli nazionali esistenti, loro combinazione e traduzione in modelli comuni
3. l’Architettura di rete: estensione dei principi di networking di INSPIRE al campo della
pianificazione territoriale di livello europeo
4. l’esecuzione di test su larga scala, volti a valutare le tecnologie esistenti e i servizi già
implementati dai partner tecnici del Consorzio, e in uso con successo in alcune regioni
5. l’organizzazione e diffusione di contenuti, con il popolamento dei repository di dati territoriali
di Plan4All, usando metadati multilingua semanticamente arricchiti
6. la definizione di una metodologia per la valutazione qualitativa dei risultati.
Plan4All, coordinato dalla Facoltà di Scienze Applicate dell’Università della Boemia occidentale, ha
visto la partecipazione di 24 partner, appartenenti a 15 Paesi, con diverse competenze e ruolo
46
http://www.plan4all.eu/
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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(tecnologico, fornitore di dataset, scientifico, …), di cui 5 italiani: tra questi, per quanto riguarda gli
enti pubblici, vi hanno preso parte la Regione Lazio e la Provincia di Roma. Il progetto, ha avuto
una durata di 30 mesi, dal maggio 2007 all’ottobre 2010.
E’ importante qui sottolineare che l’esperienza maturata ha prodotto, come risultato proiettato
verso la valorizzazione del patrimonio di conoscenze acquisite, la formazione di un gruppo di
lavoro in ambito italiano, che ha raccolto l’eredità di Plan4All. Tale iniziativa, coordinata
dall’associazione AM/FM GIS Italia, vede attualmente la partecipazione di circa venti tecnici, tra
cui funzionari della Regione Sardegna, Marche e Veneto (Gruppo di Lavoro AM/FM GIS Italia,
2012).
Gli obiettivi dell’iniziativa, almeno quelli iniziali, sono:
• l’analisi delle varie Data Specification e la costruzione di una loro interpretazione condivisa
• la raccolta e discussione di esperienze italiane e internazionali di definizione di modelli dati per
lo spatial planning
• la raccolta e discussione di esperienze italiane e internazionali di costruzione di procedure di
armonizzazione di dataset riguardanti lo spatial planning con riferimento alle Data
Specifications.
Il gruppo di lavoro ha prodotto recentemente il seguente position paper sull’argomento: “I modelli
dati land-use, land-cover e natural risk zones: armonizzazione dei dataset esistenti e/o innovazione
nelle pratiche di costruzione dell’informazione per lo spatial planning”, in cui è stato presentato il
contesto del programma del gruppo, una prima analisi dei fabbisogni di interoperabilità dello
spatial planning, una sintetica analisi della Data Specification Land Use47, Land Cover e Natural
Risk Zones. Completano i contenuti del documento un paragrafo di commenti di carattere
generale sulle Data Specification e un primo programma di azioni del gruppo.
6.4 Progetto EURADIN - EURopean ADdress INfrastructure
Il Progetto EURADIN48 ha inteso contribuire ad armonizzare i diversi sistemi di indirizzi europei,
proponendo soluzioni per renderli interoperabili.
EURADIN, coordinato dalla Regione Navarra, ha visto la partecipazione di 30 partner, appartenenti
a 16 Paesi, con diverse competenze e ruolo (tecnologico, fornitore di dataset, scientifico, …), di cui
4 italiani: la Regione Piemonte, affiancato dal partner tecnico CSI-Piemonte, Lombardia e Toscana.
Il progetto, ha avuto una durata di 30 mesi, dal giugno 2008 al maggio 2010.
I quattro partner italiani hanno colto l’opportunità della partecipazione alle attività EURADIN per
trasferire a livello interregionale e nazionale l’esperienza maturata nell’ambito dei lavori svolti in
seno a questo progetto. Tali attività sono state oggetto di una relazione, presentata nell’ambito
della XIII conferenza ASITA. In particolare, si ricorda qui la collaborazione con il Gruppo di Lavoro
n.2 “Dati Geotopografici”, del Comitato per le Regole Tecniche sui Dati Territoriali delle Pubbliche
Amministrazioni.
47
vers. 3.ORC2, versione che prelude al rilascio della versione finale, a seguito del processo di adozione da parte degli
Stati Membri della CE e che entrerà nella Implementing Rules (vincolanti) di INSPIRE
48
http://www.euradin.eu/
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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6.5 Progetto eSDI-Netplus - European
Information Enrichment and Reuse
Network
on
Geographic
eSDI-Netplus49 si differenzia dai progetti illustrati nei paragrafi precedenti. Infatti, esso ha avuto
come finalità la costituzione di una rete tematica per la promozione del dialogo transfrontaliero e
lo scambio delle best practice sull’Infrastruttura di Dati Territoriali per l’arricchimento e il riuso
dell’informazione geografica in Europa.
Il consorzio, coordinato dalla Fondazione “ INI-GraphicsNetStiftung”, ha visto la partecipazione di
20 partner, appartenenti a 15 Paesi, divisi in quattro gruppi di stakeholder: fornitori di dati
geografici (autorità a livello locale, regionale e nazionale, organizzazioni private e istituzioni che
creano, raccolgono o possiedono dati geografici digitali), utilizzatori (istituti di ricerca, università,
produttori di software), associazioni “ombrello” nazionali ed internazionali di informazione
geografica, società di consulenza e amministrazioni (coinvolgono anche utenti, organizzazioni
interessate ed entità indirettamente coinvolte nel progetto). La partecipazione italiana alla Rete è
stata assicurata da cinque partner: l’associazione AM/FM GIS Italia, l’Istituto di Matematica
Applicata e Tecnologie Informatiche del CNR (U.O. di Genova), l’associazione GISIG, LABSITAUniversità di Roma “Sapienza” e la Regione Piemonte.
Il progetto, iniziato il settembre 2007, ha avuto la durata di tre anni ed è stato articolato in tre fasi.
Una prima, è stata dedicata alla creazione della rete, all’acquisizione dello stato dell’arte sullo
sviluppo delle IDT e alla pianificazione delle attività. Questa fase di lavoro è stata principalmente
rivolta alla raccolta delle informazioni riguardanti le iniziative regionali, nazionali ed europee di
Infrastrutture di Dati Territoriali. Il risultato ha consentito di documentare un ampio spettro di
esperienze in Europa, il loro impatto e i risultati, nonché di identificare i temi critici, che
determinano miglioramenti di qualità per i dati territoriali.
Per svolgere tale attività è stata elaborata una metodologia di analisi delle IDT (eSDI-Netplus,
2009). Da questo documento è stata tratta un Evaluation Framework, che ha costituito lo
strumento operativo per raccogliere le informazioni e gestire le interviste ai responsabili delle IDT.
Complessivamente, sono state così analizzate, a livello europeo, più di 100 IDT. Per quanto
riguarda il contesto italiano, è stata definita una lista di “pratiche” di IDT contenente 12 regioni, 10
province, 9 comuni, 1 comunità montana. A settembre del 2008 (con aggiornamenti al gennaio
2009) sono state analizzate 8 esperienze regionali (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria,
Lombardia, Piemonte, Sardegna, Toscana, Veneto), 2 provinciali (Bologna, Napoli), una a livello
comunità montana (Valtellina di Tirano), 3 comunali (Bologna, Vicenza, Torino). A queste vanno
aggiunte 4 IDT tematiche: ISPRA (ex APAT), l'Autorità di Bacino del Po, Punto Focale regionale del
Piemonte, IDE-Univers (una IDT che fornisce accesso attraverso un riferimento spaziale ai materiali
di ricerca prodotti da università e centri di ricerca). I risultati di tale analisi sono state presentate
nell’ambito della XIII Conferenza ASITA (Di Donato, 2009).
La seconda fase del progetto ha riguardato l’implementazione delle attività programmate in quella
precedente, concretizzatasi principalmente con l’organizzazione di un concorso, quale strumento
per dare ampio risalto alle migliori soluzioni di IDT individuate. Nell’ambito delle attività per
49
http://www.eurogi.org/about-the-eurogi-esdi-net-initiative.html
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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l’organizzazione di tale iniziativa, prendendo come base il citato Evaluation Framework, è stato
sviluppato uno strumento per l’auto-valutazione delle IDT, denominato SDI Self-Assessment
Framework (SDI-SAF).
Questo questionario comprende 61 indicatori riguardanti aspetti relativi a sei macro-criteri per la
valutazione di una IDT, precisamente: la quantità e la qualità dei dati gestiti, il percorso seguito per
la sua creazione e il suo sviluppo, le tecnologie utilizzate, il network creato, aspetti legati al ruolo
degli utilizzatori e, infine, le misure adottate per garantire la sostenibilità dell’infrastruttura.
In sintesi, esso:
• Rappresenta una check-list ad uso dei manager di una IDT
• Fornisce uno schema standard per descrivere una IDT
• È quindi un tool per l’analisi e la valutazione di ogni IDT
• È uno strumento che favorisce la comunicazione e il confronto tra IDT.
Nella terza fase, infine, dedicata alla valutazione complessiva del progetto e alla pianificazione dei
passi successivi, attraverso misure di sostenibilità, ha portato all’individuazione della soluzione per
permettere alla rete costituitasi di proseguire il suo operato anche dopo il termine del periodo
finanziato. Dal 2011, infatti, EUROGI ha assunto la responsabilità del coordinamento e dello
sviluppo della rete dopo la fine del progetto.
Alla data attuale, sono state organizzate due edizioni del Premio alle migliori pratiche di IDT subnazionali, nel 2009 e nel 2011 (http://www.eurogi.org/esdi-sdi-bestpractices.html), e sono state
avviate le attività preparatorie per l’edizione 2013 (Vico, 2012).
La partecipazione di una IDT al Premio EUROGI/eSDI-Net offre diversi vantaggi, tra i quali:
• la possibilità di esaminare la propria organizzazione rispetto ai criteri EUROGI/eSDI-Net e agli
indicatori ad essi associati, quindi trarre possibili elementi dei quali tenere conto per gli
sviluppi futuri rispetto alla direttiva INSPIRE;
• entrare in rete con altre IDT sub-nazionali (alla prima edizione hanno risposto circa 160
organizzazioni): ciò può essere utile per lo scambio di esperienze, azioni di "mutuo-soccorso"
ecc..
Inoltre, è senz’altro utile avere a disposizione uno strumento che fotografi i propri progressi nel
tempo. Infatti, le informazioni raccolte attraverso la compilazione degli SDI-SAF vanno a integrare
e aggiornare il “EUROGI/ eSDI-Net Database of sub-national SDI Best Practices”. Poiché EUROGI
intende ripetere l'iniziativa periodicamente, le IDT che avranno già partecipato a precedenti
edizioni potranno aggiornare i propri dati e “auto-valutare”, appunto, i propri progressi.
Infine, la partecipazione alla rete EUROGI/eSDInet consente alle IDT, con il loro contributo di
informazioni circa la propria attività, di cooperare alla crescita delle conoscenze circa queste
relativamente nuove soluzioni per la diffusione e la valorizzazione delle informazioni geografiche
digitali. A questo riguardo, si riporta in bibliografia il riferimento della presentazione del rapporto
riguardante i risultati dell’analisi delle informazioni sulle IDT raccolte nell’ambito delle precedenti
edizioni del Premio. Tale rapporto, contiene inoltre utili informazioni circa le future azioni
individuate in risposta alle tematiche emerse a seguito dello studio effettuato.
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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Un esempio di “riuso” dell’esperienza maturata nell’ambito dei progetti europei
Il rapporto Analysis of INSPIRE specifications for transport network and mapping configuration
using Humboldt Tools50 descrive quali sono le problematiche e i passi che occorre seguire per
trasformare un dataset da uno schema proprietario in uno conforme alle Data Specification di
INSPIRE.
In particolare, questo documento illustra il lavoro svolto, nell'ambito del progetto FreeGIS.net,
utilizzando dati geospaziali relativi al tema Transport Network (Annex I) e i tool messi a punto
nell'ambito del progetto HUMBOLDT51 http://www.esdi-humboldt.eu/home.html. Tutte le attività
sono state eseguite su un dataset relativo alla rete stradale della Provincia di Bolzano: il rapporto
fornisce una guida step-by-step applicata a tale esempio.
Le principali fasi del lavoro, definite anche sulla base della metodologia messa a punto nell'ambito
del progetto GIS4EU*, http://www.gis4eu.eu/, hanno riguardato:
• lo studio delle specifiche di rete di trasporto INSPIRE
• lo studio delle specifiche OGC GML
• l'analisi del set di dati forniti dalla Provincia di Bolzano per la trasformazione
• la definizione di un dataset idoneo per essere convertito secondo lo schema conforme alle DS
INSPIRE
• lo studio dell'applicazione HALE-HUMBOLDT, scelta per effettuare la trasformazione del
dataset
• l'importazione dello schema del dataset di origine in HALE
• l'importazione dello schema gml target INSPIRE in HALE.
I contenuti del rapporto sono particolarmente utili per i partner del progetto e tutte le
amministrazioni pubbliche che intendano utilizzare le tecnologie open per predisporre e
pubblicare i propri dati territoriali in formato conforme ai data model INSPIRE.
L'attività ha dimostrato, da un lato, la fattibilità di tale approccio e, dall'altro, quanto sia proficuo
avvalersi delle esperienze maturate nell'ambito dei progetti europei riguardanti le SDI.
--------* A tale riguardo si segnala il documento: “GIS4EU - Deliverable D-3.4 - Common Data Model: Transport
Networks”.
FreeGIS.net
Il progetto FreeGIS.net, https://www.freegis.net/web/guest/home, ha l'obiettivo di affrontare la registrazione,
l'analisi, la visualizzazione e la restituzione di informazioni geografiche attraverso l'utilizzo di formati di dati
aperti e strumenti software liberi. FreeGIS.net è un progetto Interreg Italia-Svizzera finanziato grazie al
Programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Svizzera 2007-2013 del FESR (Fondo Europeo di
Sviluppo Regionale) dell'Unione Europea ed è un approfondimento puntuale del progetto Interreg ItaliaSvizzera CoCOS, consolidato attraverso il Free Software Center South Tyrol® collocato nell'area delle
Tecnologie Digitali del TIS Innovation Park di Bolzano.
FreeGIS.net si basa sugli standard dell’Open Geospatial Consortium (OGC) e applica la direttiva INSPIRE,
ponendo particolare attenzione a come viene gestito il multilinguismo, caratteristica di particolare
importanza nelle regioni frontaliere dell’Alto Adige e del Canton Grigioni, principali partner del progetto.
In sintesi, gli obiettivi principali del progetto sono i seguenti:
- analizzare i protocolli di interscambio dati riguardo il multilinguismo e collaborare nell’ambito di
gruppi di lavoro internazionali sugli standard geografici;
- creare un prototipo (Reference Implementation) basato su protocolli e formati aperti e compatibili
con INSPIRE, utilizzando esclusivamente software libero;
- definire una licenza per dati geografici liberi.
50
https://www.freegis.net/it/web/guest/docs
E’ utile ricordare che allo sviluppo di questo progetto hanno contribuito partner italiani, quali CNR-IREA, Università
La Sapienza, Associazione GISIG, Telespazio. L’esperienza di Humbold (come di altri progetti, quale ORCHESTRA
http://www.eu-orchestra.org/) rappresenta un ulteriore know how utile per lo sviluppo delle IDT delle Regioni, come
il caso qui decritto dimostra
51
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
Pagina 80 di 92
7 Conclusioni e raccomandazioni
Lo studio svolto ha consentito di ottenere lo stato dell’arte delle Infrastrutture di Dati Territoriali
delle Regioni e Province Autonome. Com’è stato anticipato nelle pagine introduttive del presente
documento, le Amministrazioni regionali hanno ormai sviluppato una significativa esperienza in
materia, attestata sulla Rete dalla presenza dei geoportali proposti ai navigatori della Rete:
professionisti, operatori economici e singoli cittadini, interessati a vario titolo e per diverse finalità
ai dati territoriali e ai servizi per la loro fruizione.
Questo argomento è stato l’oggetto del quarto capitolo di questo rapporto, in cui sono state
riportate informazioni riguardanti i servizi fondamentali di una IDT esposti da ogni Regione
(ricerca, visualizzazione, condivisione dei dati geospaziali) e altre notizie complementari.
Le competenze tecnico-organizzative in tema di IDT non si limitano ovviamente a tale “punta
dell’iceberg”, hanno le loro radici nello sviluppo dei Sistemi Informativi Territoriali regionali,
crescono anche grazie alle attività avviate nell’ambito dell’”Intesa GIS” e, successivamente,
connesse ai lavori del Comitato per le Regole Tecniche sui Dati Territoriali, maturano
ulteriormente grazie alla partecipazione a progetti interregionali nazionali ed europei. I capitoli
quinto e sesto richiamano sinteticamente queste esperienze.
Avendo questo studio lo scopo di comporre un quadro utile per esporre le linee guida strategiche,
tecniche e amministrative per la realizzazione di IDT regionali di tipo federato su base
interregionale, in un’ottica di interoperabilità e riuso dei dati, non poteva non essere effettuata
una rassegna delle iniziative europee e nazionali concernenti la materia e un’analisi riguardante il
significato assegnato alla locuzione “Infrastruttura di Dati Territoriali”, con particolare attenzione
ai suoi mutamenti, avvenuti nel tempo. Tali argomenti sono stati sviluppati, rispettivamente nel
primo, secondo e terzo capitolo.
Si può cercare di comunicare la “lezione appresa” grazie a questo lavoro d’indagine e rassegna,
attraverso le seguenti due annotazioni. La prima si riferisce al livello di competenze disponibili
presso ogni Regione e Provincia autonoma, integrato –in diverse realtà- con il know-how delle
aziende regionali di informatica. Questo patrimonio, soprattutto se considerato come unitario, è
un valore veramente ragguardevole rispetto alle esigenze di un’evoluzione delle IDT regionali
verso una soluzione certamente più complessa, ma il cui sviluppo non è più rimandabile.
La seconda, che prende anche spunto proprio dal richiamo
all’urgenza appena evocata, riguarda l’analogia tra il grado di
fruibilità dei dati territoriali in ambito europeo che ha
motivato la formulazione del processo INSPIRE e il quadro
regionale italiano attuale, apprezzabile consultando strumenti
cartografici digitali tramite più geoviewer regionali in
sequenza, assumendo anche in questo caso, un orientamento
unitario. In prossimità di ogni confine regionale, le
problematiche relative all’armonizzazione e all’interoperabilità
dei dati geografici, che la didascalia della figura qui a lato
intendeva enfatizzare, si manifestano marcatamente, come
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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improvvisa interruzione della rappresentazione del territorio oltre ogni termine amministrativo.
7.1 L’attivazione del processo di sviluppo di IDT regionali cooperanti e
federate
Si tratta quindi di attivare un processo che consenta di passare da IDT autonome e indipendenti
verso una prospettiva di IDT rispetto a due dimensioni, schematizzate nella figura seguente:
• Una prima dimensione, di cooperazione verticale tra i diversi soggetti, istituzionali e non,
coinvolti (IDT regionali)
•
Una seconda, a sviluppo orizzontale non necessariamente di tipo “cooperante” (Sistema
federato di IDT regionali).
Questo processo, ha come attori indispensabili le Regioni e il CISIS come naturale coordinatore,
ma non può procedere senza il coinvolgimento e la partecipazione di tutti i soggetti istituzionali e
non (sia nazionali, sia europei) che con tale infrastruttura entrano in relazione.
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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Le tracce del percorso da seguire per dare concretezza a tale processo sono individuabili:
• rispetto a INSPIRE: mantenendo una stretta connessione con le iniziative avviate in sintonia
con l’attuazione dell’Agenda Digitale Europea, illustrate nel capitolo 1;
•
rispetto al contesto nazionale:
o condividendo la definizione del processo per l’evoluzione delle IDT regionali all’interno del
Comitato per le Regole Tecniche sui Dati Territoriali e del Comitato Tecnico delle Comunità
Intelligenti e, in generale, coadiuvando l’Agenzia per l’Italia Digitale nell’ambito delle
attività tecniche ad essa affidate, inerenti le tematiche di interesse per lo sviluppo delle
IDT;
o valorizzando i risultati raggiunti nello sviluppo dei progetti interistituzionali e interregionali
richiamati nel capitolo quinto; seguitando negli sforzi –anzi incrementandoli- per applicare
l’approccio sistemico già adottato;
o proseguendo le attività per la standardizzazione delle metodiche di produzione dei dati
geopaziali e l’organizzazione digitale dei medesimi e, naturalmente affiancandole con la più
rapida possibile applicazione di quelle già disponibili, da parte di ogni Regione e Provincia
Autonoma.
Le peculiarità comuni di tali indirizzi rispetto allo sviluppo della IDT federata sono le seguenti:
• orientano lo sviluppo dell’IDT verso la visione di una Pubblica Amministrazione spatially
enabled: fondamentale l’ottica user-centrica adottata, indispensabile per assegnare un ruolo
centrale agli utilizzatori delle IDT;
•
arricchiscono il ruolo dell’IDT: oltre a svolgere funzioni fondamentali per la gestione dei dati
(accesso, uso, condivisione), essa così contribuisce al miglioramento del funzionamento delle
organizzazioni e dei loro processi.
Delineato il percorso, si potrà procedere alla pianificazione del processo. L’esperienza assimilata in
ambito INSPIRE, sia relativamente alle fasi della sua ideazione, sia acquisita attraverso l’esame
dello stato di applicazione della direttiva, di cui si è riferito nel paragrafo 1.2, forniscono la
metodologia da adottare per pianificare lo sviluppo delle IDT regionali federate, su base
interregionale. Com’è noto, essa si basa sull’applicazione di principi di inclusione e di
partecipazione, regolamentati tramite modalità decisionali imperniate sulla costituzione di
comitati consultivi, di gestione e di regolamentazione (comitologia).
Come praticato in ambito INSPIRE, quindi, è da prevedere la definizione della roadmap del
processo, ovvero individuare le tappe nel percorso e i tempi necessari per coprire ogni “tratto”.
Questo primo impegno non potrà essere affrontato prima di avere stabilito, adottando le modalità
suggerita sopra, la strategia per gli aspetti non tecnici (di policy, economici e organizzativi) prima
ancora che tecnici. Tale compito, dovrà necessariamente prendere in considerazione l’esistenza
delle IDT regionali federate, inserite nel disegno della rete nazionale delle IDT, costituita di IDT
sub-regionali e dalla IDT nazionale (di cui il sistema federato delle IDT regionali potrà essere una
componente).
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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Facendo tesoro dall’esperienza INSPIRE e stimando che, per la sua complessità, l’arco temporale
entro cui si svilupperà il processo per creare le IDT regionali federate coprirà più anni, è opportuno
adottare misure per prevenire criticità indotte da cambiamenti tecnologici e dinamiche all’interno
della società e delle sue componenti52.
Tenendo presente tale quadro, può essere utile impostare lo sviluppo del processo in modo che
possano essere adottate soluzioni tali da consentire non solo di reagire al cambiamento ma anche
di provare ad anticiparlo. In campo imprenditoriale viene frequentemente utilizzato dalle imprese
un modello basato sull’applicazione di due strategie parallele e simultanee: la prima focalizzata
sulla gestione nel breve periodo, quindi limitata a riconoscere e affrontare i problemi del passato e
del presente; l’altra tesa a prevedere scenari e ipotesi sul futuro. Questo duplice approccio può
essere applicato ai tre diversi livelli in cui si agisce: la struttura organizzativa coinvolta nel
processo, il contesto esterno con cui si interagisce, il più ampio contesto sociale53.
La strategia rivolta al breve periodo fa perno sul project management, riguarderà quindi ad
esempio, le modalità operative di funzionamento dei comitati, dei gruppi di lavoro tecnici, la
pianificazione dei documenti da produrre, le stime e i controlli dei costi.
Può essere considerato un tema inerente l’applicazione della strategia nel breve periodo, anche
l’esecuzione della valutazione dell’impatto socio-economico probabile e rilevato; certamente le
informazioni ricavate dalla sua applicazione nel corso del processo potranno anche fornire utili
segnali rispetto a condizioni di cambiamento. Per l’attuazione di questa funzione gli strumenti
metodologici e l’esperienza acquisita in ambito INSPIRE potranno certamente essere di valido
ausilio nell’ambito del processo per la creazione delle IDT regionali federate.
Per quanto riguarda i fattori per il miglioramento organizzativo, l'avvio di strategie preventive per
anticipare criticità indotte dai cambiamenti menzionati sopra, può essere favorito, in generale,
assumendo maggiore visione imprenditoriale del processo, attenzione verso pratiche
partecipative, user-driven, inclusive e integranti.
Le azioni intraprese in INSPIRE recentemente o in fase di programmazione, illustrate nel paragrafo
1.2, agiscono su tali fattori.
Un tema per il quale ancora l’esperienza INSPIRE potrà venire in aiuto, riguarda la definizione dei
programmi di sensibilizzazione e creazione di maggiore consapevolezza nei soggetti coinvolti a
diverso titolo (tecnico, gestionale, direttivo) nel processo qui trattato, soprattutto rilevato che tali
problematiche sono state riscontrate e, come scritto sempre nel paragrafo 1.2, saranno previste
nel prossimo futuro azioni rivolte a incrementare la Capacity Building in seno alla comunità
INSPIRE.
Sempre con riferimento alle criticità rilevate in ambito INSPIRE, e quindi alle azioni evolutive
conseguenti, è necessario evidenziare l’opportunità di porre attenzione -già nella fase d’ideazione
del processo- alla diffusione dei risultati che ci si propone di conseguire. A questo riguardo, è utile
ricordare l’esperienza acquisita proprio nell’ambito delle iniziative interregionali, precisamente
quella legata allo sviluppo del progetto ICAR, attraverso l’azione ICAR-Plus54, il cui obiettivo
52
Per quanto riguarda il processo INSPIRE, come riportato nel paragrafo 1.2, le criticità rispetto a questi aspetti sono
state recentemente rilevate e considerate puntualmente.
53
Un’esposizione di questo argomento, nel contesto dello sviluppo delle IDT, è riportato in: S. Farruggia, E.
Roccatagliata, Towards Interoperable Infrastructures of Geospatial Data. In: Proceedings of the Second European
Summit on Interoperability in the iGovernment, Rome, 20-22 October 2008.
54
http://www.progettoicar.it/ViewCategory.aspx?catid=b4cb57c1b7b84186b283c41862b8251c
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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generale ha riguardato il “rafforzamento della cultura della cooperazione applicativa e
dell’interoperabilità tra sistemi informativi, accompagnando il cambiamento organizzativo e
gestionale conseguente”.
Un’azione di supporto dedicata, analoga a quella qui richiamata, può stimolare e pungolare la
creazione di IDT regionali federate e contribuire anche alla loro promozione, partecipando alla
identificazione degli utenti ovvero, adottando l’espressione annotata nel paragrafo già citato, del
“mercato INSPIRE”.
Su questo punto, oltre a quello derivante dallo sviluppo dei progetti interregionali e
interistituzionali descritti nel paragrafo 5.2, può essere messo a frutto il know-how accumulato
ormai da molte Regioni, nell’ambito degli sviluppi dedicati alla propria IDT. Si può, ad esempio,
procedere a una disamina aggiornata delle “buone pratiche” realizzate, valutandone l’adesione a
criteri che caratterizzano una IDT “spatially enabled” (si veda il par. 3.2). La creazione di un
modello di IDT ideale definito assemblando le “migliori” soluzioni e componenti riferite agli aspetti
rilevanti di una IDT -legali, organizzativi, networking, coinvolgimento degli utenti, valutazione e
monitoraggio dell’impatto socio-economico oltre al tema “dati e servizi”- potrebbe costituire l’IDT
“entry level” di riferimento da cui procedere per lo sviluppo della IDT interregionale.
L’approccio bottom-up suggerito sopra può fornire un utile supporto nell’individuazione dei
requisiti e delle soluzioni ICT per le IDT Regionali federate, complementare all’approccio top-down,
fondato sulla definizione dei criteri e dei contenuti in base all’applicazione delle strategie e delle
disposizioni normative stabilite a livello europeo e nazionale (nel contesto considerato, ad
esempio, INSPIRE e CAD). Il documento European Interoperability Strategy, EIS (si veda par. 1.255),
raccomanda di coniugare tali due criteri metodologici, in sintonia con l’orientamento adottato dal
Programma della Commissione Europea Interoperability Solutions for European Public
Administrations, (ISA). In particolare, viene sottolineato che attraverso l’esame di casi concreti,
mettendo quindi a confronto linee guida disponibili con esigenze tangibili, sia possibile individuare
nuovi e riusabili servizi e applicazioni, che possono essere utilizzati per soddisfare tali esigenze, in
contesti analoghi o più ampi.
Questa indagine potrebbe essere svolta cogliendo l’opportunità della terza edizione del SDI Best
Practice Award, applicando la metodologia consolidata a livello europeo, i cui vantaggi sono stati
sinteticamente elencati nella tabella 6, del sesto capitolo. Come ricordato nel paragrafo 6.5, alla
prima edizione di questa iniziativa presero già parte dodici Regioni: per queste, la partecipazione
alla nuova edizione del concorso offre anche la possibilità di ottenere indicazioni circa il trend di
sviluppo della propria IDT.
In generale, per il processo riguardante lo sviluppo della IDT interregionale, l’adesione al SDI Best
Practice Award va considerata come opportunità di networking con altre IDT sub-nazionali, nel
contesto europeo, anche in previsione di incontri “vis à vis” a Firenze, in occasione della
Conferenza INSPIRE 2013, il prossimo giugno 2013.
Infine, due ulteriori fattori –associati a quelli già considerati sopra- da tenere presente per una più
efficace gestione delle problematiche legate ai cambiamenti che si potranno manifestare nel corso
dello sviluppo del processo per la creazione delle IDT Regionali federate, riguardano la scelta delle
soluzioni organizzative. L’esperienza ha dimostrato che la soluzione comitologica garantisce
55
Maggiori dettagli sull’argomento sono contenuti nell’allegato al documento EIS per la consultazione pubblica: “The
EIS elaboration approach” (Programma ISA, 2010).
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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l’inclusione e la più ampia partecipazione; consente di individuare scelte e assumere decisione
attraverso processi condivisi, trasparenti, instaurando un clima di fiducia.
Occorre tenere presente che tale impostazione può indurre un’eccessiva burocratizzazione dei
processi, una dilatazione dei tempi decisionali e di esecuzione delle attività. Avendo presente la
complessità del contesto organizzativo (interno ad ogni amministrazione regionale, con
riferimento al quadro istituzionale, in relazione alle componenti delle collettività di diversi
territori) entrò cui dovrà dipanarsi questo processo, tenere presente i possibili punti deboli della
comitologia, aiuterà a prediligere –quando possibile ma, comunque, adottando misure di controllo
e verifica adeguate- soluzioni organizzative “piatte e snelle”.
Legato al precedente, l’ultimo fattore da considerare riguarda il “tempo”, più precisamente: il
miglioramento dei tempi di esecuzione delle attività e il rispetto dei termini concordati. Il processo
per lo sviluppo delle IDT regionali, non soltanto è complesso ma anche fortemente innovativo: ciò
suggerisce di procedere il più rapidamente possibile, in particolare nelle fasi iniziali. Un approccio
attento anche al fattore “tempo” offre il vantaggio di acquisire fiducia, dimostrare affidabilità,
accrescere atteggiamenti favorevoli nei confronti del processo di sviluppo della IDT Regionali.
7.2 Raccomandazioni
Questo capitolo si conclude con l’esposizione di un insieme di raccomandazioni: alcune di
carattere generale, altre dedicate sia al sistema federato di IDT regionali, sia al sistema
“cooperante”. L’introduzione di un elenco di raccomandazioni all’interno di “Linee Guida” è
frequente: tra il materiale citato in questo studio, tale soluzione editoriale è stata adottata in
European Interoperability Strategy (citato, ad esempio, a pag. 15) e in Architetture informative per
le Comunità Intelligenti: visione concettuale e raccomandazioni alla pubblica amministrazione
(paragrafo 2.4). In generale, la formulazione di raccomandazioni viene effettuata coinvolgendo più
soggetti, all’interno di un gruppo di lavoro o quando alla stesura di linee guida partecipano più
autori, quindi attraverso un processo di raccolta, di discussione e di selezione. Non essendo questo
il caso per il presente rapporto, la formulazione delle raccomandazioni presentata nel seguito può
essere utilizzata come una prima proposta, rimodulabile, arricchibile e affinabile raccogliendo –ad
esempio- le osservazioni e i suggerimenti espressi dai revisori della presente versione.
7.2.1 Raccomandazioni di carattere generale
R1: Le iniziative per lo sviluppo delle IDT regionali vanno considerate come catalizzatrici di energie
e competenze interdisciplinari, ponte tra la potenzialità delle aree urbane e delle comunità
territoriali, il Sistema Paese e lo sviluppo del mercato globale.
R2. Una IDT deve integrare il concetto di interoperabilità, cioè la capacità di scambiare, elaborare
interpretare correttamente le informazioni da parte dei sistemi che –in generale- la compongono
e interagiscono con essa.
R3. La comunità IDT delle Regioni deve tenere presente e concorrere, nell’ambito delle sedi di
coordinamento nazionale appositamente costituite, alla gestione delle problematiche di
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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sincronizzazione rispetto ai rapidi cambiamenti tecnologici, e da questi indotti, che si
presenteranno anche nel prossimo futuro.
R4. Nello sviluppo delle IDT regionali si tenga presente la circolarità dei dati, ovvero la possibilità
di avere dati aggiornati da cittadini e imprese e l’opportunità di attingere ai nuovi set di dati
pubblicati da altri soggetti, creata attraverso il diffondersi del paradigma degli Open Data.
R5. Il riferimento al concetto “spatial enablement” e la sua applicazione ai processi
dell’amministrazione pubblica può contribuire nello sviluppo di IDT orizzontali e verticali con
maggiori capacità di integrazione dei flussi di informazioni territoriali all’interno dei processi, sia
interni ad una organizzazione, sia inter-istituzionali.
……………………………………
7.2.2 Raccomandazioni per il Sistema federato di IDT regionali
Rm. La comunità IDT delle Regioni, all’interno del Comitato per le Regole Tecniche dei Dati
Territoriali, apporta il proprio contributo per favorire il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenzia
per l’Italia Digitale, rispetto allo sviluppo delle Comunità Intelligenti.
Rn. Lo sviluppo del Sistema federato di IDT regionali deve inserirsi nel contesto più ampio della
valorizzazione della Public Sector Information (PSI), contribuendo all’affermarsi di una sempre più
diffusa consapevolezza dell’apporto fornito dai dati territoriali all’economia digitale.
Ro. Per pianificare correttamente lo sviluppo del Sistema federato di IDT regionale, occorre tenere
presente la dimensione geografica degli open data richiesti, congiuntamente alle opportunità che
le imprese possono cogliere dai dati- per valutare l’interesse del settore privato per specifici
dataset, tenendo presente che allo stato attuale questi presentano, in generale, granularità e scale
differenti (dal locale, al regionale sino al nazionale e transnazionale), con disponibilità
disomogenee tra aree differenti. L’analisi al riguardo a livello subnazionale può orientare
investimenti coordinati, finalizzati a rendere omogenea l’offerta di geo-dataset e servizi connessi
su tutto il territorio nazionale, dando priorità a quelli con domanda più alta56.
……………………………………
7.2.3 Raccomandazioni per lo sviluppo di IDT verticali di tipo “cooperante”
Rx. Lo sviluppo delle IDT verticale di tipo “cooperante”, in sintonia con la visione di sviluppo
urbano e territoriale comune in ambito europeo, è perseguita attraverso l’attivazione di approcci
56
Gli argomenti di questa raccomandazione possono trovare un favorevole contesto di approfondimento anche
attraverso l’interazione con il progetto SmeSpire, http://www.smespire.eu/, azione di sostegno, del settimo
Programma Quadro, finalizzata a trasformare il processo di attuazione INSPIRE in opportunità di business per le PMI
europee del settore Geo-ICT. La creazione in SmeSpire di un network di PMI e di skill orientati verso il suddetto
obiettivo possono contribuire all’identificazione da parte delle IDT federate degli interessi del settore privato,
contribuendo così alla progettazione di soluzioni orientate al “mercato INSPIRE”.
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che favoriscano la collaborazione del settore privato e pubblico ai diversi livelli –da quello
europeo, sino al locale- nel campo dell’innovazione e della ricerca.
Ry. Considerata l’importanza assunto dal livello ‘città-regione’, anche la governance delle IDT
verticali deve essere in grado di conciliare le regole istituzionali di governo con una modalità
adatta alla scala a cui le problematiche debbono essere affrontate, in altri termini,
sufficientemente flessibile per affrontare le sfide alle differenti scale.
Rz. Rispetto al concetto di “Smart City”, una IDT di livello regionale, agendo in cooperazione
applicativa deve: fornire dati -e servizi ad essi connessi- utili per la realizzazione di servizi della
comunità intelligente secondo una logica di reciprocità; raccogliere dati e informazioni dal livello
locale, indispensabili per lo svolgimento dei compiti cui l’istituzione regionale deve assolvere.
Inoltre, l’IDT regionale svolgerà, in sintonia con l’applicazione del principio di sussidiarietà, un
ruolo maggiormente operativo laddove i sistemi locali riterranno di delegare ad essa la gestione di
alcune tipologie di dati geospaziali, in particolare quelli legati a sistemi di servizio che esulano la
sola dimensione urbana (per esempio: trasporti extra-urbani).
……………………………………
Quadro Conoscitivo IDT Interregionale v2.0
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Riferimenti bibliografici
Nota. Ultimo accesso ai siti indicati all’interno del documento e nel seguito: 20 febbraio 2012.
A. C. Adams. Using Geographic Information Systems to provide better e-services. Progetto
SmartCities, Programma Interreg IVB North Sea Region. 2011
http://www.smartcities.info/files/Using_GIS_for_better_e-services_Smart_Cities.pdf
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