Celebrazione del primo centenario dell`affrancamento del Tavoliere

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Celebrazione del primo centenario dell`affrancamento del Tavoliere
MANIFESTAZIONI NAZIONALI
Celebrazione del 1. centenario
dell’ affrancamento del Tavoliere di Puglia
Manifestazione qualificata e significativa, si è inserita quest’anno
nella vita della Città di Foggia, costituendo forse l’avvenimento culturale di maggior rilievo, nel quadro della XVII Fiera dell’agricoltura.
E’ noto che in questi ultimi anni si è avuto un rigoglioso, lievitare
di studi su la Dogana di Foggia e il Tavoliere di Puglia, promossi sul
piano scientifico della Società Dauna di Cultura che nel 1950 sollecitava sull'argomento nuovi interessi culturali nella loro naturale ed antica sede, Foggia, in concomitanza con la sua secolare Fiera agricolozootecnica, risorgente dopo le distruzioni de11a guerra. Lo stesso tema, diede materia a relazioni nei primi congressi di « Storia Patria »
per la Puglia (Bari 1951, Lecce 1952, Foggia 1953). Inoltre, nel 1963,
la « Miscellanea giuridico-economica meridionale » ha dedicato una
sua serie a quei soggetti. Su questi sono apparsi anche altri contributi,
a cura del Ministero degli Interni (Ufficio centrale degli archivi di Stato).
Va al Lions club di Foggia il merito di aver promosso, organizzato
e condotto a termine, quest’anno, una complessa manifestazione, ricorrendo a cavallo dell’anno sociale del Club (1965-1966) il centenario della Legge 26 febbraio 1865 n. 2168, detta « di affrancamento»
del Tavoliere. Ha saputo, infatti, realizzare un incontro tra cultori, amatori e pubblico su quel tema di primaria importanza in stretta collaborazione con lo stesso Ente autonomo « Fiera di Foggia », dell’Archivio di Stato, dell’Ente provinciale del turismo, della Società
dauna di cultura, della Biblioteca provinciale.
L’apposito Comitato esecutivo, formatosi per la bisogna, era composto dal prof. dr. Angelo Celuzza, direttore della Biblioteca provinciale di Foggia; dr. Pasquale Di Cicco, direttore dell’Archivio di Stato
di Foggia; dr. Antonio Vitulli, segretario generale de1l~Ente Fiera di
Fg.; col. Nicola Paone, direttore della Biblioteca comunale di Scanno;
dr. Michele Placentino, direttore dell’Archivio di Stato dell’Aquila;
dr. Nicola De Maria, della Camera di Commercio I. A. di Foggia; dr.
ing. Enrico Missori, topografo e cartografo; avv. Vittorio Panunzio,
del Foro di Foggia; avv. Mario Simone, pubblicista editore.
La composizione del Comitato d’onore ripeteva, in forma più ampia e solenne, il concetto di stretta collaborazione e viva adesione, dato alla iniziativa dalle più alte personalità regionali e nazionali della
politica e della pubblica amministrazione, della scuola, degli studi. Lo
costituivano: prof. dr. Eduardo Imperati, presidente del Lions club di
Foggia; dr. Eduardo Zappia, prefetto di Fg.; avv. Carlo Forcella, sindaco di Fg.; avv. Gabriele Consiglio, presidente dell’Amm.ne prov.le
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di Fg.; on.le avv. Gustavo De Meo, presidente dell’Ente, « Fiera di
Foggia »; prof. avv. Pasquale del Prete, rettore magnifico
dell’Università dì Bari; prof. dr. Vincenzo Rivera, rettore magnifico
dell’Università dell’Aquila; dr. Angelo Caruso, soprintendente agli
Archivi di Stato in’ Napoli; prof. Antonio Caterino, soprintendente bibliografico di Puglia e Lucania; dr. Domenico Lamura, presidente della Società Dauna di Cultura; avv. Carlo Cavalli, presidente della Camera di Commercio di Fg., avv. Mario Ciampi, presidente dell’E.P.T.
di Fg.
CONVEGNO DI STUDI
I1 convegno prese l’avvio e fu coordinato in alcuni incontri preliminari. In quello fra i componenti del Comitato esecutivo e il prof. Pasquale Villani dell’Università di Bari, con l’intervento di laureati e
studenti interessati alla materia, tenutosi presso la Biblioteca Provinciale della Città, quel docente illustrò i problemi di fondo e gli interessi culturali gravitanti intorno alla « Dohana Menae Pecudum », invitando ad approntare studi, memorie, interventi.
Successivamente, furono visitati o invitati gli Archivi di Foggia,
Napoli, l’Aquila, Scanno, perché fornissero dati documentari. Si provvide ad attingere notizie presso biblioteche private e pubbliche, tra esse quella Provinciale di Foggia.
Venne reperito il materiale cartografico e bibliografico, più idoneo
a illustrare il complesso fenomeno socio-economico che la Dogana
delle pecore ha rappresentato nelle provincie meridionali, per lunghi
secoli.L’importante massa documentaria fu integrata da un accurato
apporto iconografico della locale Sezione microfotografica di Stato diretta dal sig. Margiotta. Esso fu messo a disposizione dei due artisti,
che collaborarono alla Mostra in particolare per due composizioni decorative: il prof. Giuseppe Zaccaria, autore del pannello sul portale
d’ingresso del padiglione ospitante; la prof.ssa Marisa Carabellese,
che dipinse una espressiva e aderente immagine di Alfonso V
d’Aragona, il Magnanimo, personaggio preminente della Storia della
Dogana, che egli configurò e restaurò nel 1447 attraverso l’opera del
primo doganiere Francesco Montluber.
La documentazione storica e iconografica su cui è stata ricostruita
l’effigie del personaggio, venne fornita dall’Archivio di Stato e dalla
Biblioteca provinciale di Foggia, nonché da fonti direttamente attinte
dalla prof.ssa Carabellese, tra le quali celebri figurazioni del Laurana,
del Pisanello, ecc, in monumenti e medaglie dell’epoca.
Nel Convegno, tenutosi presso il padiglione A del Campo fieristico, dopo il saluto reso dal prof. Imperati a nome del Lions Club di
Foggia, il prof. Pasquale del Prete, rettore magnifico dell’Ateneo barese, acclamato alla presidenza, nel suo discorso introduttivo, dando atto
alla Società Dauna di Cultura della lontana iniziativa, che promosse
gli studi odierni sull’argomento, svolse un’accurata esegesi
dell’istituto della Dogana. Gli fecero eco le parole del sindaco di Foggia, avv. Carlo Forcella, per assicurare l’interesse e l’appoggio della
civica Amministrazione alla realizzazione di quanto auspicato.
Il relatore ufficiale del Convegno, prof. Pasquale Villani
dell’Università di Bari lumeggiò i legami della singolare istituzione
con la storia generale e lo sviluppo economico-sociale del Regno di
Napoli, sottolineando l’importanza del Convegno e della Mostra, come incentivo a studi e ricerche per utilizzare il ricco fondo di documenti custodito presso l’Archivio di Stato di Foggia.
Presero poi la parola diversi oratori, apportando il loro valido con88
tributo ai singoli aspetti dell’istituto ed esporre elementi nuovi di informazione e giudizio, nel quadro della vasta materia. Li ricordiamo
nell’ordine dei loro interventi; la dr.ssa Dora Musti del Grande Archivio di Napoli, il dr. Pasquale di Cicco, direttore dell’Archivio di Stato
di Foggia, il dr. Paolo Di Tullio, presi. dente del Consorzio Agrario
Provinciale, il dr. Pasquale di Bari, direttore dell’Archivio di Stato di
Bari, l’avv. Mario Simone, direttore-editore in Napoli della « Miscellanea Giuridico-Economica Meridionale», e uno studente universitario
per sottolineare l’interesse della gioventù studiosa verso la prestigiosa
istituzione.
La manifestazione congressuale si concluse con l’approvazione
unanime del seguente ordine del giorno proposto dall’avv. Simone con
l’adesione dei proff. Imperati e Villani:
« Il Convegno di Foggia su Dogana e Tavoliere di Puglia, dato atto degli Interessi culturali stimolati nel capoluogo dauno il 1950 dalla
Società Dauna di Cultura e dall’Ente Fiera di Foggia, incrementati il
1951 dalla Società di Storia Patria per la Puglia e tuttora vivi per opera del Lions Club di Foggia e della Università degli Studi di Bari;
considerato necessario ed urgente assicurare alle ricerche e agli studi
metodo, sistemazione, pubblicità e diffusione; riconosciuta
l’opportunità che, in collegamento con gli atenei e gli istituti interessati, all’opera Intrapresa si assicuri la continuità indispensabile alle
sue premesse: Fa voti: 1) che si istituisca in Foggia un Centro per lo
studio della storia della Dogana della mena delle pecore e del Tavoliere di Puglia; 2) che si istituiscano uno o più premi per monografie
che — utilizzando i larghi fondi documentari dell’Archivio di Stato di
Foggia illustrino la storia della Dogana e del Tavoliere di Puglia; 3)
che inoltre a Foggia si prendano iniziative rivolte a promuovere più
largamente la istituzione di centri di studi e di ricerche, e ad incrementare la istruzione superiore in Capitanata in unione con
l’Università degli studi della regione pugliese.
MOSTRA STORICA
La Mostra, allogata nel padiglione dell’E.P.T. esistente nel Campo
Fiera dell’Agricoltura di Foggia e dall’Ente cortesemente messo a disposizione, fu realizzata su bozzetto dell’ing. Enrico Missori del Lions
Club di Foggia, che curò anche la pratica realizzazione della Mostra
stessa (ordinando e collocando il materiale reperito dal Comitato) avvalendosi dei consigli e suggerimenti del dr. Angelo Celuzza, direttore
della Biblioteca provinciale e del dr. Pasquale Di Cicco, direttore del
locale Archivio di Stato.
Una didascalia all’ingresso rendeva edotto il visitatore delle finalità e dei limiti della Mostra stessa.
Sull’architrave si svolgeva un fregio, a soggetto pastorale, riproducente, su vasta scala, una incisione tratta dalla Ragion pastorale
dell’avvocato Di Stefano. pubblicata in due volumi in Napoli per i tipi
di Domenico Roselli nel 1793 (copia dei pregevoli volumi trovasi nella Biblioteca provinciale).
Nell’interno della sala lungo le pareti, si snodava la riproduzione
simbolica e stilizzata di un ideale circuito, ripercorrente i principali
Tratturi e che, partendo da Foggia, raggiungeva Aquila degli Abruzzi.
(Regina Volucrum, come recita una didascalia dell’epoca, su una vivace immagine della nobile Città abruzzese) per il Tratturo, oggi contrassegnato con il numero 1 nella Carta nazionale dei Tratturi edita,
nella scala i : 500.000, dal Commissariato Reintegra dei Tratturi se89
dente in Foggia. Dall’Aquila poi tale ideale percorso tornava a Foggia
ripercorrendo sezioni dei Tratturi 5 - 6 + 7.
Al disopra del tracciato tratturale erano riprodotte, sulla scorta di
materiale documentario tratto dall’Archivio di Stato, vivaci immagini
di città, paesi e località, che i vari estensori delle mappe e curatori delle « reintegre » periodiche (Capecelatro, Crivelli, De Micheli, Della
Croce ecc.) usavano inserire nelle loro tavole, lungo i tracciati topografici dei tratturi, come punti di riferimento di facile individuazione
(insieme a casali, torri, ponti, alberi caratteristici ed altri punti particolari del terreno). Tali rappresentazioni, anche se ingenue e semplificate, e qualche volta fantasiose, sono da considerarsi tutt’ora una inesauribile ed insostituibile fonte per la documentazione geografica e topografica, nonché per la Storia della toponomastica della Daunia, della
Peucezia settentrionale, del Molise e dell’Abruzzo meridionale. Vedevansi, dopo Foggia, lungo il tratturo principale per l’Aquila i centri abitati di Serracapriola, Chieuti, S. Martino in Pensilis, Chieti, Civita
Retenga, Caporcano, Sulmona.
La rappresentazione tratturale, ricavata dall’atlante del Crivelli
(compilato nel 1712 per la « reintegra ») aderiva alla realtà con il suo
sentiero centrale per la carovana dei pastori ed i pascoli laterali per il
sostentamento del bestiame durante la marcia, vivacemente rappresentati con macchie di colore verde e rosso, con le casette e le costruzioni
rurali che si incontravano lungo il percorso, con i termini o testimoni
delimitanti l’area tratturale, con le distanze in passi da termine a termine. Una mappa di tale atlante era esposta in originale.
E’ opportuno, a questo punto considerare, che ancora oggi è possibile rintracciare e individuare le aree tratturali, sul terreno o sulle moderne carte con la scorta dei dati topografici riprodotti dalle antiche
mappe, possedute dall’Archivio di Stato e che la Mostra, per campioni
e saggi, ha esposto alla curiosità del visitatore.
Su una nicchia parata in rosso amaranto, grandeggiava la figura di
Alfonso, dipinto come detto sopra dall’artista pugliese Marisa Carabellese. Sui banchi didattici, disposti lungo le pareti della sala, figuravano in originale alcune delle tavole tratte dall’atlante dei famosi agrimensori del Tavoliere, fratelli De Micheli, a cavallo del VII e VIII
secolo. Alternate con dette tavole erano collocate altre riproduzioni di
città, poste e locazioni della Capitanata Apulia Abruzzo e Molise, pure
ricavato dagli atlanti citati, ma soprattutto da quello del Capecelatro
(1651).
Sotto il quadro di Alfonso d’Aragona, in apposita vetrina, era ordinata la piccola mostra bibliografica, con i testi afferenti la Dogana, i
suoi usi e costumi, opere fornite sia dalla Biblioteca provinciale che
dall’Archivio di Stato, nonché edizioni moderne, che documentano
l’interesse che la istituzione continua a destare tra gli studiosi e nelle
Università. Notevoli, come particolare curiosità, i libri e quaderni per
le annotazioni sulla lana consegnata all’ammasso, aventi caratteristico
formato tascabile.
Sulla parete di fondo compariva un interessante diagramma, che
sintetizzava l’andamento della transumanza diretta in Puglia
(dall’anno 1465 all’anno 1905) espressa in numero complessivo di capi, della produzione di lana, in rubi e libre (dal 1625 al 1840) della
produzione di formaggi, in pesa e rotola (dal 1729 al 1835). Il diagramma era sormontato da una didascalia per spiegare la genesi e la
affermazione della razza ovina « Gentile di Puglia » imparentata con
la famosa Merinos di Spagna.
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Il rilievo dato all’avvenimento da tutta la stampa locale e nazionale: il crisma di ufficialità impressogli dal presidente del Consiglio,
on.le Aldo Moro, che ha inaugurato la Mostra; l’autorevole adesione
delle massime autorità civili e di quelle culturali, a livello interregionale, hanno confermato l’importanza che lo studio e la volgarizzazione della Dogana delle pecore continua a riscuotere.
La celebrazione ha dato spunto, ancor più che per il passato, a temi
per tesi di laurea. E’ ora auspicabile l’intensificarsi, sul piano pratico,
presso organi culturali o di studio provinciali e regionali di ancor più
approfondite ricerche sulle origini, sull’evolversi e codificarsi della istituzione. E ciò non solo per i suoi sempre vivi ed attuali riflessi nel
campo della Storia, della Etnologia, del Diritto, della Sociologia, della
Topografia, del Catasto, della Viabilità, ma anche in quelli, anch’essi
sempre validi, della pura ricerca scientifica e della speculazione culturale*.
La XVII Fiera dell’ agricoltura e zootecnia
La XVII edizione di questa manifestazione, inaugurata
dall’on.Moro, si è chiusa con un consuntivo soddisfacente: 700 espositori, 3.000 macchine agricole di ogni tipo, dalle grosse mietitrebbiatrici ai piccolissimi motoaratori, alla rassegna completa di macchine
per la bieticoltura, l’olivicoltura, l’olearia e la viticoltura.
Parallelamente, nel settore della zootecnia hanno avuto luogo la
25.a Mostra del cavallo agricolo pugliese, la 7.a Mostra bovina, il 5.o
Mercato nazionale del giovane bovino selezionato e quindi il tradizionale mercato nazionale del bestiame, che ha fatto registrare una presenza di circa 2.500 capi di bestiame bovino, equino e suino.
L’aspetto, comunque, più significativo — così come il suo presidente ha fatto rilevare nel suo indirizzo di saluto ai rappresentanti settoriali ed operatori agricoli — si è concretizzato in convegni e “giornate” dedicate ai vari temi più attuali di studio relativi al mondo dei
campi, della zootecnia e della macchina al servizio dell’agricoltura.
Vanno ricordati, in particolare, una “giornata” di studio dedicata
alla meccanica agraria, che ha avuto come relatore il prof. Dipaola,
dell’Università di Bari; un convegno sulla bieticoltura, relatore il dr.
Napoli; un incontro sulla politica ovicunicola a carattere nazionale e
comunitario, relatore l’on. De Marzi; un convegno sull’impiego della
mietitrebbiatrice, relatore il prof. Candura dell’Università di Portici;
un incontro nazionale tra i periti agrari; un convegno sul "Piano verde
n. 2” relatore l’on. Ceruti; un convegno ad altissimo livello scientifi-
* Questa cronaca è ricavata in gran parte dalla relazione sulla Mostra, redatta dal
suo progettista, ing. Enrico Missori del Lions Club di Foggia, che ringraziamo della collaborazione, insieme con il suo presidente, prof. lmperati e il past-president avv. Vittorio Panunzio, promotore della manifestazione e animatore del Comitato esecutivo.
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co con la partecipazione di docenti di numerose università, indetto
dalla Società italiana per gli studi sulla riproduzione animale e la fecondazione artificiale, ed infine un incontro - commemorativo nel centenario della nascita del sen. Nazzareno Strampelli, genetista di fama
internazionale ed inventore di nuove razze di grano: le sue benemerenze nel campo dell’agricoltura mondiale sono state ricordate dal
prof. Nicola Saulescu dell’Accademia Agricola di Bucarest, e dal prof.
Alviero Dionigi della Stazione Agraria Sperimentale di Bari.
Numerose le personalità che hanno visitato la Fiera; tra esse il vice
presidente del Parlamento Europeo sen. Battaglia, i sottosegretari al
Tesoro sen. Agrimi ed all’Agricoltura on. Principe; il sen. Trabucchi,
presidente della Fiera di Verona, il dott. Trigiani, presidente della Fiera del Levante e delegazioni di paesi del MEC e del Bacino mediterraneo.
L’annuale edizione della Fiera ha risentito delle particolari condizioni che attraversa non solo l’agricoltura italiana. In particolare il
mondo contadino di Capitanata è stato influenzato da persistenti avverse condizioni atmosferiche, riferite soprattutto alla siccità. Pur tuttavia nel settore della macchina agricola, mentre è rimasto quasi fermo
il mercato riferito alle mietitrebbiatrici. attivissimo si è rivelato il mercato delle piccole macchine con un volume di affari che ha raggiunto i
due miliardi di lire. Anche il settore della zootecnia, dopo l’iniziale in.
certezza, si è ripreso, raggiungendo i livelli tradizionali di affari.
Particolarmente attivo il mercato bovino per le razze selezionate i
cui soggetti sono stati tutti venduti.
Affluenza notevole in Fiera di agricoltori, contadini e coltivatori e
di operatori nei vari settori attinenti alla agricoltura, del pubblico cioè
qualificato ed interessato alla Fiera, anche e soprattutto di larghe rappresentanze di cittadini, studenti e comitive non solo della regione pugliese ma di diverse località dell’Italia Meridionale. E ciò, nonostante
la mancanza di ogni e qualsiasi pur necessaria ed attesa attrattiva
mondana.
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