Ricerca e innovazione nell`industria agro
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Ricerca e innovazione nell`industria agro
NEWSLETTER – N. 6 / 2012 1 Ricerca e innovazione nell’industria agro-alimentare europea: tendenze e sfide L'industria alimentare è il più grande settore manifatturiero nell'Unione europea sia in termini di fatturato (circa 965 miliardi di euro) che di numero di imprese attive (circa 310.000). E'anche il principale datore di lavoro in Europa con 4,4 milioni di dipendenti1. Gli investimenti in Ricerca e Sviluppo (R&D) dell’industria alimentare sono stati relativamente bassi in confronto agli altri settori. La spesa in R&D (investimenti in R&D come percentuale di prodotto) nella zona dell’Europa a 15 è inferiore in confronto a quella di altri paesi industrializzati (vedi Figura 1). I livelli di spesa in R&D sono superiori e continuano a crescere in Giappone, negli USA, in Australia e in Sud Corea, mentre i paesi dell’Europa a 15 sperimentano livelli marcati di stagnazione approssimativamente nella misura del 0.37% nel 2006, vicina ai livelli del 2005(0.38%). Figura.1 R &D investimenti nei Paesi EU e non- EU (miliardi di €)da parte del settore produttivo (Fonte: The 2009 EU Industrial R&D Investment Scoreboard, European Commission, JRC and DG RTD) Le PMI del settore alimentare affrontano sfide significative rispetto alla competizione nel contesto Europeo e globale, una tendenza destinata ad aumentare. Inoltre, i cambiamenti sociali nelle attitudini e nei comportamenti, così come le nuove ed emergenti tendenze del consumatore impongono un costante rinnovamento nei prodotti alimentari a un ritmo sempre più incalzante. L’industria alimentare deve pertanto costantemente innovare i processi e i prodotti al fine di restare competitiva e le PMI hanno bisogno di investire in nuove tecnologie e sviluppo attraverso la ricerca. L’industria alimentare europea è dominata dalle PMI, che in molti casi non investono abbastanza in termini finanziari, di risorse umane e non solo per assicurare un incremento di prodotti ad alto tasso di R&D. Inoltre, le PMI sono spesso carenti di capacità proprie a sviluppare autonome attività di ricerca e sviluppo. Molte PMI del settore alimentare incontrano difficoltà nel cogliere il potenziale delle opportunità esistenti, la loro consapevolezza in materia di soluzioni tecnologiche è scarsa o comunque non si trovano in condizioni di acquisire i risultati della ricerca. A livello europeo, l’industria alimentare sta guidando l’innovazione riunendo gli stakeholder del settore intorno al raggiungimento di obiettivi di ricerca strategici attraverso il supporto allo sviluppo della Piattaforma Tecnologica Europea (ETP) “Food for Life”. “Food for Life” è stata 2 istituita nel 2005 con gli auspici della Confederazione Europea dell’industria alimentare (Confederation of the food and drink Industry of the EU – CIAA) e ha come obiettivi: rafforzare il processo europeo d’innovazione, migliorare il trasferimento di conoscenza e stimolare la competitività europea lungo tutta la catena alimentare2. ETP “Food for Life” ha identificato i bisogni sociali, dei consumatori e della scienza a cui l’innovazione e la ricerca dell’industria alimentare devono far fronte3: Figura.2 Lo schema integrato di bisogni sociali, dei consumatori e della scienza (Fonte: European Technology Platform “Food for Life”, Strategic Research Agenda 2007-2020, http://etp.ciaa.be/documents/CIAA-ETP%20broch_LR.pdf). L’innovazione in Europa è indirizzata verso varie tendenze. Se ne possono individuare 15, raggruppate in 5 categorie: Soddisfazione, Salute, Estetica, Praticità ed Etica (vedi Figura 3 sotto). A livello europeo, le due principali tendenze sono raffinatezza e varietà di sensazioni. La categoria Salute è composta in egual misura da tendenze mediche e naturali. Figura.3 Tendenze di innovazione alimentare in Europea, (Fonte: XTC world innovation 2008. Copyright XTC 2009) Note: 1. “ Data & trends of the European Food and Drink Industry”, 2009, CIAA- Confederazione dell’Unione Europea dell’Industria Alimentare 2. European Technology Platform “Food for Life”, http://etp.ciaa.eu/asp/index.asp 3. European Technology Platform “ Food for Life”, Strategic Research Agenda 2007-2020 IL Settore Agroalimentare in Grecia Il settore agroalimentare è uno dei più dinamici dell’economia greca. Impiega 124.000 addetti, che rappresentano il 2,9% degli occupati totali del paese. Il valore aggiunto lordo del settore è pari a €3.528 milioni e contribuisce per il 2,5% al totale del paese. 3 La produttività del settore riferita al lavoro in termini di valore aggiunto lordo è pari a €43,6mila per unità di lavoro. Il settore agroagroalimentare rappresenta il 71.7% del valore totale delle esportazioni agricole e il 16.4% del valore dell’export globale. I principali prodotti Graecia comprendono: dell’agroalimentare in - Bestiame - Latte - Carne e uova - Pesce - Cereali - Frutta e verdura - Zucchero e miele - Caffè, cacao, tè - Spezie - Alimenti e bevande - Oli e grassi Complessivamente la catena logistica dei prodotti agroalimentari collega tre settori diversi e di estrema importanza per l’economia nazionale: agricoltura settore della trasformazione settore della distribuzione, che insieme rappresentano una percentuale significativa del valore aggiunto nazionale, dell’occupazione e che risultano essenziali per il benessere economico, sociale e ambientale così come per la salute dei cittadini. La catena logistica dei prodotti agroalimentari è caratterizzata da un’ampia diversità di fattori: agricoltori, imprese di trasformazione, imprese di commercializzazione, imprese di vendita all’ingrosso e al dettaglio. Inoltre, denota una significativa varietà riguardo al numero e al volume di produzione fra grandi e piccole imprese. In questo mercato sono attive, quali concorrenti, fornitori o clienti, grandi imprese, PMI e finanche imprese piccolissime e a conduzione familiare. Nelle loro relazioni devono spesso affrontare problemi che frenano il pieno potenziale della catena. Oltre a ciò il rendimento della catena logistica ha effetti diretti su tutta la cittadinanza come conseguenza del fatto che i prodotti agroalimentari rappresentano una percentuale significativa delle spese delle famiglie. I prezzi alti al consumo restano una fonte di preoccupazione perché costituiscono una pressione sulle entrate domestiche. Queste pressioni sono particolarmente intense per le famiglie più vulnerabili, che spendono una parte considerevole delle loro entrate per l’acquisto dei prodotti agroalimentari. Per quanto riguarda il ramo produttivo del settore agroalimentare, un numero proporzionalmente ristretto di circa 200 grandi imprese possiede l’85% della produzione e della quota di mercato. Dall’altro lato, un grande numero di circa 17.000 piccole imprese fornisce il resto della produzione alimentare nella forma del lavoro a domicilio e di imprese artigianali nelle aree rurali del paese. Queste imprese, nonostante le carenze tecnologiche e il livello di formazione del personale, contribuiscono in modo sostanziale all’occupazione nelle aree rurali, alla preservazione dei prodotti della tradizione e della diversità nutrizionale. Tuttavia, producono un valore aggiunto e necessitano di supporto per l’adozione e lo sviluppo di innovazioni e aggiornamenti tecnologici, miglioramento della qualità, igiene e sicurezza dei prodotti e rafforzamento dei controlli ufficiali che li garantiscono. Complessivamente l’industria agroalimentare in Grecia (inclusa la trasformazione, la vendita e la distribuzione dei prodotti) occupa direttamente o indirettamente approssimativamente 360.000 4 addetti, che corrispondono a circa il 26% della forza lavoro nel settore industriale. Secondo i dati della Federazione Ellenica dell’Industria Alimentare (SEVT), il valore totale delle esportazioni nel primo trimestre del 2011 mostra un incremento del 25% in confronto allo stesso periodo del 2010. Il primo settore dell’export è frutta e verdura, trasformate e imballate, seguito da oli e grassi, mentre il terzo posto nell’export è del settore caseario. La media di export di questo settore è circa del 19% di tutto il fatturato e ha raggiunto i 3 miliardi di Euro nel 2010, bevande incluse. Nanotecnologie: le applicazioni incredibili - 11/01/2010 Il primo settore che sarà probabilmente sottoposto a una profonda rivoluzione è quello dell’industria alimentare. ETC, un istituto canadese che tiene monitorati gli sviluppi tecnologici, crede che le nanotecnologie “cambieranno ogni fase nella produzione di alimenti e cambieranno anche le figure professionali coinvolte” Figure - Shemen Industries’ active oil Sulle nanotecnologie si tiene una conferenza annuale, cui partecipano i ricercatori del settore. L’ultima si è svolta a Los Angeles nel giugno 2008 ed è stata messa in rilievo l’esistenza di un mercato per questi prodotti alimentari. Fra i prodotti già in vendita figura l’olio attivo della Shemen Industry, che inibisce l’ingresso del colesterolo nel sangue, la cioccolata di RBC LifeSciences, che ha lo stesso sapore dell’originale ma non presenta eccesso di zucchero e il prodotto dietetico Nanotrim (realizzato dalla Nanonutra) che il corpo riconosce come cibo e che brucia i grassi. Un cetriolo che ha il sapore di un pomodoro. Tuttavia, questo è solo l’inizio, impariamo anche che i nanoalimenti dovrebbero essere in grado di creare gelati con il gusto di gelati tradizionali, ma privi di lipidi o zuccheri, condimenti che puoi usare in quantità senza preoccuparti di ingrassare. A livello più avanzato, alcuni ricercatori hanno fatto balenare la prospettiva di modificare il gusto di un cibo a piacimento! In altre parole, un cetriolo potrebbe avere il sapore di un pomodoro. Ma questo non è tutto. Si è anche menzionato il packaging capace di conservare il cibo per un lungo periodo assorbendo microrganismi che normalmente causano l’avariarsi degli alimenti. I più arditi non abbandonano la speranza di mettere fine alla fame nel mondo. Secondo la società tedesca Helmut Kaiser Consultancy il mercato dei nano alimenti potrebbe valere 20 miliardi di dollari nel 2010, con l’America in testa davanti a Giappone e Cina. La stessa società afferma che ci sono centinaia di imprese alimentari che stanno conducendo ricerche in questo campo. La preoccupazione, dice il giornalista americano Steve Boggan, è che la maggior parte delle imprese in questione stanno mantenendo il silenzio su queste ricerche a causa dell’opposizione del pubblico. Infatti, quando si parla di nano-elementi, che si insediano nei campi, capaci di ottimizzare i raccolti, è possibile che venga fatto un parallelo con il caso degli OGM così screditati in Europa? Ci viene detto che i nanocidi (cf. pesticidi) sarebbero più intelligenti, che non danneggerebbero gli insetti utili come le api, che sarebbero utilizzati in quantità inferiori rispetto agli attuali e che verrebbero dissolti in natura molto più facilmente. E tuttavia c’è bisogno di cautela. Come non possiamo restare in guardia quando veniamo a conoscenza del fatto che fra le società che sviluppano nanocidi, accanto a BASF e Syngenta, vi sono nomi quali Monsanto? Fonte: http://www.futura-sciences.com 5 6 PACMAn stato dell’arte Per quanto riguarda il Component 3, durante il meeting in Avignone (29 febbraio – 1° marzo 2012) c’è stata una presentazione dei report finali sui fattorichiave e sui focus group riguardanti i segmenti delle filiere agroalimentari identificate da ciascun partner (Azione 3.2). Per quanto riguarda l’Azione 3.3 (Analisi approfondita dei segmenti agroalimentari più rilevanti) i partner hanno approvato la versione finale del questionario da far compilare a 90 aziende per ogni regione entro la fine di giugno 2012. I partner hanno anche approvato la struttura finale del database (Azione 3.4) che includerà le imprese e gli attori del sistema agroalimentare. Il database è anche finalizzato a supportare attività di rete fra i paesi coinvolti nel progetto e presto sarà online sul sito web del progetto (www.pacmanproject.eu). I report sulle migliori pratiche saranno consegnati entro la fine di giugno 2012. Con riferimento al Component 4 – Sustainable Innovative Model of Med Agrofood Cluster – durante il meeting in Avignone c’è stata una prima presentazione dell’Azione 4.1 Definition of a sustainable model of reference of the agrofood cluster - che consiste in una raccolta di raccomandazioni come previsto dall’Application Form. L’Action 4.1 sta partendo e si chiuderà con la fine del progetto. In questa fase i partner hanno condiviso una comune definizione per i concetti di sostenibilità ed economia verde e definito questi concetti nel quadro di un approccio di catena di domanda/valore, lo stesso adottato nelle guidelines metodologiche (Action 3.1). Il modello fornirà anche linee guida per le Pilot Action (Action 4.2). I partner inizieranno a lavorare sulla prima identificazione di pilot action e aree tematiche al fine di discuterle e condividerle nel prossimo meeting in Kilkis (11-13 luglio 2012). !!! La prossima Conferenza Internazionale si terrà a Valencia il 17-18-19 Ottobre 2012 !!! 7 www.pacmanproject.eu www.pacmanproject.eu è il primo output dell’operazione PACMAn. Concepito come portale, è strutturato in varie aree tematiche facili e immediatamente accessibili, utili e flessibili. Il portale PACMAn risponde agli scopi del progetto grazie a una chiara visione dell’insieme dei contenuti di progetto, a una dettagliata descrizione della partnership e a notizie aggiornate sugli eventi in corso a livello europeo nel settore agroalimentare. Visitando www.pacmanproject.eu potrai trovare i contatti di progetto e lo stato dell’arte delle attività e i prodotti finali saranno scaricabili al fine di informare gli utenti sui risultati di progetto di medio termine e finali. Find us on FACEBOOK European Union European Regional Development Fund