Editoriale - Blood Transfusion
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Editoriale La leucodeplezione: perché? Maria Teresa Illeni Milano Introduzione È risaputo che gli emocomponenti standard contengono una grande quantità di globuli bianchi, per fare un esempio da 2 a 5 x 109 nel caso dei concentrati di globuli rossi (CGR) e fino a 6 x 108 nel caso dei concentrati piastrinici da aferesi (CPA); mentre i CGR depauperati da buffy coat ne contengono circa di 1,2 x 109. Le procedure di leucodeplezione per filtrazione o attraverso speciali dispositivi di prelievo per aferesi permettono di ottenere un numero residuo di globuli bianchi molto basso (circa 105-104): ma i buoni risultati che si possono raggiungere devono prevedere una metodologia rigorosa e ben standardizzata e e la realizzazione di controlli di qualità. Sul piano clinico i leucociti possono avere diversi effetti fra cui: - reazioni febbrili non emolitiche; - trasmissione di differenti microorganismi (virus, batteri); - riattivazione virale nel ricevente; - alloimmunizzazione HLA e conseguente refrattarietà alla trasfusione piastrinica; - reazione di rigetto acuta contro l'ospite (GvH) soprattutto nei pazienti immunodepressi; - stato di immunosoppressione post-trasfusionale, i cui gli effetti benefici nei pazienti, in attesa di trapianto d'organo, iniziano ad essere chiariti, ma di quelli sfavorevoli sulla maggiore sensibilità alle infezioni e sulle recidive di cancro sono ancora oggetto di discussione; - rischio di CJD (Creutzfeldt-Jacob Disease) da traCorrispondenza: Dott.ssa Maria Teresa Illeni Via Teuliè 16 20136 MILANO sfusione (anche se sangue intero o buffy coat trasmettono la CJD nell'animale per inoculazione intracerebrale e non per via endovenosa)1,2. La riduzione dei globuli bianchi emerge, quindi, come una importante tecnologia trasfusionale che ha reso possibile la riduzione da 3 a 5 log10 (99,999,999%) del numero dei globuli bianchi negli emocomponenti1, 3, 4 e ha permesso di prevenire o ridurre molte, se non tutte, le complicazioni ricordate. Per la riduzione dei globuli bianchi negli emocomponenti si usano oggi tre approcci fondamentali: - filtrazione bedside; - filtrazione in laboratorio; - filtrazione prestorage. La filtrazione bedside, sebbene sia sicuramente la più usata, e annoveri un elevato numero di lavori in letteratura, lascia alcuni dubbi sulla qualità degli emocomponenti finali, dovuti alla difficile standardizzazione delle metodiche in reparto. La filtrazione in laboratorio permette di mantenere una metodologia costante con controlli di qualità rigorosi, ma lascia nel prodotto finale, come nel caso della filtrazione bedside, tutte le componenti negative formatesi durante la conservazione. La filtrazione prestorage, che è la riduzione dei globuli bianchi effettuata precocemente subito dopo il prelievo di sangue dal donatore, permette di diminuire le lesioni dei globuli rossi rese possibili durante il periodo di conservazione5,6, di rimuovere i globuli bianchi prima della loro frammentazione, ma soprattutto evita l'accumulo di citochine di origine leucocitaria negli emocomponenti7,8. Lo scopo di questo lavoro è quello di fare il punto sulle informazioni disponibili in letteratura sugli effetti dei leucociti presenti negli emocomponenti e sui benefici che ci si possono aspettare dalla leucodeplezione. LA TRASFUSIONE DEL SANGUE vol. 44 - num. 1 gennaio-febbraio 1999 (1-7) 1 MT Illeni Ciò che si conosce dalla letteratura Filtri per la leucodeplezione I filtri sono composti da un tessuto-non tessuto costituito da microfibre sintetiche compresse ad una specifica densità che favorisce una misura, ben definita, dei pori tra le fibre. I globuli rossi a causa della loro deformabilità, a differenza dei leucociti, possono passare attraverso il filtro per la forza di gravità. I leucociti, invece, vengono trattenuti per adesione alle microfibre del filtro. L'adesione può essere dovuta a cariche differenti fra il materiale del filtro e le membrane delle cellule o mediata da proteine assorbite dal filtro. L'interazione cellulare, o meccanismo biologico, specialmente quello leucociti-piastrine, può essere importante nella leucodeplezione di CGR freschi. Numerosi studi hanno indagato le variabili biofisiche che influiscono sull'efficacia della leucodeplezione per mezzo della filtrazione. I fattori che influenzano il rendimento di un filtro sono la temperatura di filtrazione, la velocità del flusso del sangue attraverso il filtro, il numero di leucociti che aderiscono al filtro, il contenuto di proteine e di piastrine nel surnatante, il tempo di conservazione degli emocoponenti ed infine la presenza o assenza di emoglobina S. Fra tutti questi fattori, quello dominante è risultato essere la temperatura9-13. Il ruolo della temperatura sull'efficacia della riduzione dei globuli bianchi, è stato ben studiato da alcuni gruppi di ricercatori. I primi lavori12 trovarono che i CGR mantenuti e filtrati a 4 °C contenevano pochi globuli bianchi (range 2,8-35,7 x 106 ) rispetto a quelli filtrati a 37 °C (range 27,4-386,5 x 106). Altri AA.14, successivamente, comparando il numero di leucociti residui dopo filtrazione a 4 °C e a 22 °C trovarono una quantità di leucociti significativamente minore nelle unità filtrate a freddo (mediana 3,2 x 104 vs 4,1 x 105). In uno studio di follow up Ledent et al.15 evidenziarono valori di leucociti 100 volte superiori nelle unità filtrate a 37 °C rispetto a quelle filtrate a 4 °C, confermando un risultato da loro ottenuto precedentemente16. Gli stessi risultati sono stati ottenuti da altri AA14,17,18 mettendo un punto fermo sull'importante ruolo della temperatura. Ruolo della temperatura I filtri per la leucodeplezione rimuovono i leucociti dal sangue mediante una combinazione di differenti meccanismi: fisici, dovuti alla misura delle cellule che devono essere filtrate per cui esse vengono trattenute come da una barriera; biologici e chimici, dovuti all'adesione diretta o indiretta delle cellule al materiale che costituisce il filtro. Indice di flusso I filtri per la riduzione dei leucociti di nuova generazione lavorano ottimamente a indici di flusso alti, ma poichè molti pazienti non possono tollerare trasfusioni veloci di sangue, gli emocomponenti sono di solito somministrati a flussi relativamente bassi. In un recente studio viene illustrata l'importanza dell'indice di flusso per stabilire l'efficacia dei filtri nella Negli ultimi 15 anni le tecniche di leucodeplezione si sono evolute così come le conoscenze relative al ruolo dei leucociti sugli effetti negativi della trasfusione19. Diversi studi5,6,9,20 hanno dimostrato che la leucodeplezione permette: - migliore conservazione della concentrazione di ATP intra-eritrocitario; - nessuna influenza significativa sulla concentrazione di 2-3 DPG intra-eritrocitario; - diminuzione della produzione di lattato e del consumo di glucosio (significativo nelle prime due settimane di conservazione); - minore rilascio di LDH e di potassio nel surnatante; - ridotta emolisi a 42 giorni di conservazione (0,3% nel sangue deleucocitato vs lo 0,5% nel sangue non deleucocitato, sia che il sangue sia stato prelevato in CPDA o conservato in SAGM). In certi casi la leucodeplezione riduce anche la concentrazione plasmatica delle frazioni attivate del complemento C5a e C3a20. Questi lavori non hanno solo un interesse accademico, ma il numero dei globuli bianchi residuo nell'emocomponente finale sembra avere una diretta relazione sugli effetti clinici. Numerosi studi20-23 hanno dimostrato che la rimozione del 90% (1 log10) dei leucociti può prevenire la maggior parte delle reazioni febbrili associate alla trasfusione di globuli rossi e che la rimozione di leucociti dal 90 al 99% (1-2 log10) diminuisce l'incidenza di alcune reazioni durante la trasfusione piastrinica. È stato anche osservato che l'alloimmunizzazione e la refrattarietà piastrinica sono diminuite quando gli emocomponenti trasfusi contengono meno di 1-6 x 106 globuli bianchi, sebbene differenze nella conduzione degli studi e nei metodi di leucodeplezione ne limitino il confronto20-27. 2 La leucodeplezione: perché? riduzione dei globuli bianchi. Valutando tre differenti filtri bedside comunemente usati, Ledent e Berlin11 hanno trovato percentuali significativamente più basse di polimorfonucleati in concentrati di globuli rossi filtrati velocemente (10 min) rispetto a quelli filtrati lentamente (circa due ore). Gli Autori hanno dimostrato che la contaminazione dei globuli bianchi residui nelle unità filtrate lentamente era significativamente più alta che non nelle unità filtrate velocemente. La conservazione del sangue Rilascio di citochine I leucociti residui nei concentrati di emazie e piastrinici, possono sintetizzare e rilasciare una varietà di modificatori della risposta biologica fra cui le citochine che si accumulano nel plasma durante il periodo di conservazione. Alcuni ricercatori7, 28-33 hanno mostrato una relazione fra il tempo di conservazione del sangue e la concentrazione di citochine: le unità più vecchie hanno le più alte concentrazioni di IL-1β e IL-6, TNF-α e IL-8. Le citochine sono implicate nella patogenesi delle reazioni trasfusionali febbrili sia emolitiche che non emolitiche30,34,35. Le piastrine mantenute da 3 a 5 giorni contengono livelli significativamenti più elevati di citochine che quelle mantenute per un giorno28,30. Poiché i globuli bianchi sono la principale fonte di citochine è assodato che la diminuzione delle reazioni febbrili è una funzione dell'effettiva rimozione dei leucociti. Tuttavia alcuni pazienti, nonostante ricevessero emocomponenti filtrati, hanno sviluppato severe reazioni febbrili. In uno studio ben condotto, ma con una casistica limitata, Heddle et al.30 hanno dimostrato che i pazienti reagiscono più spesso e più severamente al plasma da concentrati piastrinici che non ai componenti cellulari trasfusi. Infatti, con la trasfusione di 64 unità piastriniche (plasma e cellule, infusi separatamente) a 12 pazienti sono stati osservate 20 reazioni al plasma, ma solo 6 alle cellule. Le reazioni sono state più frequenti con plasma da unità piastriniche più vecchie e con maggiore quantità di globuli bianchi. Questi risultati ci permettono di concludere che la filtrazione prestorage dei concentrati piastrinici avrebbe maggiori effetti nel prevenire alcune reazioni. L'accumulo di citochine durante la conservazione degli emocomponenti è dovuto alla differenza di temperatura a cui vengono conservati i CGR e i CPA. È stato descritto un incremento di concentrazione di IL-8 nel plasma mantenuto a 22 °C mentre altre citochine sono assenti in sacche conservate a 1-6 °C. Questa osservazione è stata confermata da Currie et al.36, in seguito a conservazione a +4 °C, e da Hetland et al., dopo deleucocitazione con tecnica prestorage37. Snyder ha dimostrato che la riduzione nella concentrazione di citochine, mediante filtri per leucodeplezione, dipende, probabilmente, sia dalle cariche proprie delle citochine nel plasma che dalle cariche del materiale del filtro20,39. Gli effetti della filtrazione possono variare a seconda dei filtri utilizzati. Per esempio Shimizu et al.38 hanno notato che un filtro in poliestere assorbiva completamente il fattore del complemento C3a, mentre il filtro di un'altra casa produttrice ne aumentava leggermente il livello dopo filtrazione. Formazione di frammenti di globuli bianchi Numerosi studi50-53 hanno documentato gli effetti immunologici della trasfusione di sangue allogenico. Questi evidenziano, nel trasfuso, una ridotta risposta in coltura mista linfocitaria, un decremento della produzione di citochine, un decremento del numero di linfociti T helper, una ridotta funzione dei monociti e un incremento del numero di cellule suppressor. Anche se i dati definitivi non sono esaustivi, alcuni ricercatori hanno suggerito che gli effetti su ricordati hanno importanti conseguenze cliniche sulla immunomodulazione indotta da trasfusione54-60. Sebbene l'esatto meccanismo di immunosoppressione associata alla trasfusione non sia stato definito, dati sperimentali indicano nei globuli bianchi allogenici presenti negli emocomponenti cellulari, la causa di molti degli effetti avversi61,62. Alcuni AA. hanno suggerito che frammenti di leucociti, che si formano durante la conservazione, in seguito alla rottura delle cellule, giochino un ruolo nella risposta di immunomodulazione. Ramos et al.63 hanno dimostrato una significativa relazione tra tempo di conservazione e formazione di frammenti di leucociti nei concentrati piastrinici da singolo donatore. Nel loro studio fu trovata una significativa differenza (più del 200%) tra componenti mantenuti per 24 e 96 ore ed emocomponenti più vecchi contenenti, quindi, una maggiore quantità di frammenti. Questa osservazione può essere clinicamente rilevante. In un recente studio prospettico randomizzato, la riduzione di globuli bianchi non riuscì a prevenire l'alloimmunizzazione HLA in 172 pazienti con tumore ematologico64. Resta ancora aperto il problema se i 3 MT Illeni risultati negativi osservati siano dovuti a leucodeplezione inadeguata o all'infusione di frammenti di leucociti. Reazioni alla trasfusione Da bradichinina Recentemente è stato descritto un particolare tipo di reazione trasfusionale in seguito a infusione di emocomponenti leucodepleti40-46. Questa reazione è caratterizzata da severe reazioni ipotensive in pazienti in terapia con inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina (ACE) dopo trasfusione di emocomponenti filtrati con bedside. Severa ipotensione, con diminuzione di più del 50% della pressione sistolica, insorge entro pochi minuti dall'inizio della trasfusione e può essere accompagnata da rush cutaneo e da perdita di coscienza. Sebbene l'incidenza di questo evento appaia essere molto bassa, il lavoro di Mair e Leparc42 identifica 16 casi in un singolo ospedale in un solo periodo di tre mesi. Sembra che la reazione ipotensiva sia dovuta all'infusione di bradichinina proveniente da sangue filtrato con alcuni filtri per leucodeplezione47. Elevati livelli di bradichinina sono anche stati osservati durante la deleucocitazione di piastrine ottenute da donatori di sangue in terapia con inibitori di ACE47. Shiba et al.48, invece, hanno descritto variazioni dei livelli di bradichinina come risultato della filtrazione. Essi aumentano da 10 a più di 200 pg/mL durante la filtrazione con filtri per deleucocitazione caricati negativamente. In presenza di 30 mM di Captoril (inibitore di ACE), i livelli di bradichinina si alzano a più di 1.000 pg/mL durante la filtrazione. Il ruolo del filtro è apparso evidente nel lavoro di Abe et al.45 in cui le reazioni ipotensive erano descritte in seguito a sangue trasfuso dopo filtrazione bedside, ma non erano evidenti in seguito a trasfusioni di sangue non filtrato. In base ai dati della letteratura49, la reazione clinicamente significativa in seguito al rilascio di bradichinina durante la leucofiltrazione, può dipendere da differenti cause: - natura del prodotto trasfuso (il rilascio di bradichinina può essere più elevato durante la filtrazione di piastrine che non durante quella di globuli rossi); 4 - tipo di filtro usato; terapia con inibitori di ACE; uso della filtrazione bedside. Immunologiche Trasfusione di emocomponenti leucodepleti danno, qualche volta, alloimmunizzazione HLA o reazioni febbrili non emolitiche. Queste reazioni potrebbero essere il risultato di trasfusioni di frammenti di globuli bianchi56,64,68. Esistono dati sperimentali che supportano questa idea. In un modello animale di refrattarietà piastrinica, conigli trasfusi con piastrine filtrate prima della conservazione hanno mostrato un grado significativamente più alto di sopravvivenza piastrinica allogenica e un più basso grado di refratterietà (33%) degli animali che avevano ricevuto trasfusioni multiple di piastrine deleucocitate dopo conservazione (67%)69. Questo studio puntualizza come il momento della deleucocitazione sia un fattore di importanza clinica. Una analisi retrospettiva delle reazioni trasfusionali in pazienti con tumori ematologici e tumori solidi evidenzia che la filtrazione prestorage ha permesso di dimostrare vantaggi significativi rispetto alla filtrazione bedside di emocomponenti. L'incidenza di reazioni febbrili era significativamente più alta dopo trasfusioni di unità di emazie concentrate filtrate con bedside che dopo trasfusioni con quelle filtrate prima della conservazione (2,15% vs 1,10%)70. Inoltre, Sprogöe-Jacobsen et al.13 hanno trovato che quattro (13%) su 30 unità filtrate con bedside contenevano più di 2 x 106 globuli bianchi residui, risultato per gli Autori di una filtrazione fallimentare. Al contrario tutte le 60 unità filtrate prima della conservazione contenevano meno di 2 x 106 globuli bianchi residui. Filtrazione prestorage In questo paragrafo viene posto l'accento sulla tecnica di filtrazione prestorage poiché è la più nuova e già in uso in diversi Paesi europei. Questo sistema offre il vantaggio di operare in un circuito chiuso garantendo l'assoluta sterilità del sangue e la sua migliore e più lunga conservazione. Riduzione degli effetti negativi La filtrazione prestorage riduce o elimina la produzione di citochine, rimuove i globuli bianchi prima La leucodeplezione: perché? della loro frammentazione e diminuisce l'emolisi che si verifica durante il periodo di conservazione. Sul piano clinico, la deleucocitazione prestorage, riduce tutti gli effetti legati alla infusione di citochine, frammenti di globuli bianchi, virus, batteri attraverso la trasfusione di concentrati di emazie e piastrine. Ogawa et al.65, hanno dimostrato che la filtrazione di CPA, in un gruppo di pazienti, ha ridotto significativamente la severità degli effetti post-trasfusionali mentre nel gruppo di pazienti trasfusi con CPA, filtrati con bedside, erano evidenti serie reazioni all'apparato respiratorio. Anche se si conosce che sangue intero e buffy coat trasmettono la CJD nell'animale per inoculazione intracerebrale e non per via endovenosa e non esistono conferme che la deleucocitazione rimuova l'infettività e che una serie di studi caso-controllo di sorveglianza epidemiologica e retrospettivi hanno escluso qualsiasi legame tra trasfusione e CJD66 è stato prudente, per alcuni Paesi, decidere la deleucocitazione prestorage con l'intento di prevenire la trasmissione della nuova variante della CJD (nvCJD)67. tico per ogni emocomponente. Il grado di temperatura, la filtrazione e il tempo di conservazione, tutte variabili importanti nella determinazione della qualità dei componenti finali, possono essere molto ben controllate. La deleucocitazione prestorage viene effettuata entro le 18-24 ore dalla raccolta del sangue dal donatore per minimizzare, altresì, l'accumulo di citochine e frammenti di globuli bianchi. Controllo di qualità Come è ovvio non è possibile eseguire controllo di qualità sulla filtrazione bedside. Ledent e Berlin11 hanno valutato 1.448 CGR leucodepleti entro le 24 ore dalla raccolta e hanno considerato l'insuccesso della filtrazione solo per lo 0,14%, avendo trovato in esso valori superiori a 5x106 globuli bianchi residui. Il controllo di qualità risulta essere notevolmente facilitato se la filtrazione delle unità di globuli rossi avviene entro 24-48 ore prima della conservazione71. Conclusioni Controllo della temperatura Le condizioni ambientali del laboratorio, possono essere mantenute costanti mentre il caldo e l'umidità di una camera di ospedale possono variare considerevolmente da giorno a giorno, avendo un effetto sulla temperatura degli emocomponenti Controllo del flusso di filtrazione I pazienti che ricevono unità leucodeplete hanno molteplici problemi medici; alcuni hanno capacità cardiaca e polmonare compromesse, altri sono a rischio per sovraccarico circolatorio, per cui l'indice di flusso degli emocomponenti deve essere basso e così la trasfusione dei CGR può durare anche da due a quattro ore per unità. Come già detto l'indice basso di flusso diminuisce l'efficacia del processo di filtrazione, mentre in laboratorio questo parametro può essere controllato e le unità di CGR possono essere filtrate in 20 min. Controllo del procedimento Al contrario di quanto avviene in reparto, a causa delle numerose variabili, il personale del centro trasfusionale opera in condizioni in cui l'attenzione alla metodica standard e il controllo di qualità sono tenuti in grande considerazione. L'attenersi alle procedure operative assicura che la riduzione dei leucociti sarà affrontata in modo iden- Poiché si conosce bene il rischio dovuto alla presenza di leucociti residui, diventa importante la loro riduzione per la qualità degli emocomponenti. Molte variabili influenzano la qualità finale dell'emocomponente e questa può avere un impatto significativo sugli obiettivi clinici che la riduzione dei globuli bianchi può raggiungere. In seguito ai vantaggi offerti dalla leucodeplezione prestorage, che conducono ad un prodotto migliore per il paziente, diversi Paesi europei hanno focalizzato l'attenzione sulla leucodeplezione totale, muovendosi in tal senso con la promulgazione di leggi ad hoc o per libera scelta. Infatti, Francia, Portogallo, Regno Unito, Austria, Irlanda e Norvegia hanno già approvato la legge che ha reso ufficiale le leucodeplezione totale mediante filtrazione prestorage. In altri Paesi come Svizzera, Belgio, Olanda, Germania e Scozia, la decisione di preparare emocomponenti con leucodeplezione totale è lasciata all'iniziativa di alcuni e su richiesta. Al momento attuale Spagna, Paesi dell'Est, Grecia e Italia non hanno preso alcuna decisione sull'argomento, anche se, in Italia, alcuni studi indicano che la filtrazione prestorage può essere vantaggiosa nella conservazione dei globuli rossi e può evitare accumulo di citochine72-73. 5 MT Illeni Bibliografia 1) Lane TA, Anderson KC, Goodnough LT et al.: Leukocyte reduction in blood component therapy. Ann Intern Med, 117, 151, 1992. 2) Goldman M, Delage G: The role of leukodepletion in the control of transfusion-transmitted disease. 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