Notiziario Fanconi 22
Transcript
Notiziario Fanconi 22
Notiziario Fanconi N. 22 ANNO XIV, luglio 2004 Guido Fanconi ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LA RICERCA SULL'ANEMIA DI FANCONI ONLUS A.I.R.F.A. Piazza Giovanni Bovio, 1414- 80133 Napoli Tel.: 081081-5523773; 335335-6910060 - Tel e Fax: 081081-4202599; 081081-2296625 E-mail: mail: [email protected]; [email protected] Sito web: www.airfa.it ☺ ☺ ☺ ☺ NUOVA SEDE DELL'AIRFA IL 9 LUGLIO U.S., L'AIRFA SI È TRASFERITA AL CENTRO DI NAPOLI. VI PREGHIAMO DI ANNOTARE LE NUOVE COORDINATE CHE TROVATE NELL'INTESTAZIONE PER LE PROSSIME COMUNICAZIONI. DI CERTO IL CENTRO È FACILMENTE RAGGIUNGIBILE ANCHE PER COLORO CHE ARRIVANO DA FUORI NAPOLI. ☺ ☺ NUOVO DIRETTIVO E LETTERA DEL PRESIDENTE IN PAG. 2 NUOVE ACQUISIZIONI SULLA PATOGENESI DELL'APLASIA DELL'ANEMIA DI FANCONI ☺ ☺ CONSENSUS CONFERENCE SULLA DIAGNOSTICA DELL'ANEMIA DI FANCONI Il FARF ideatore e sponsor di un meeting internazionale a Chicago. pagg. 3-4 PER MOLLY: IN ITALIA NON C’È POSTO La legge 40 confina alle coppie infertili le procedure di procreazione assistita di Carlo Dufour di Giovanni Pagano L’insufficienza midollare nota anche come aplasia midollare è attualmente la principale causa di mortalità…. I drammi delle nostre famiglie non erano già abbastanza gravi. Ci mancava l’oltraggio, formulato nella legge 40 del 19 febbraio 2004. Continua a pag. 5 Continua a pag. 8 Gli articoli pubblicati rispecchiano opinioni personali degli autori. Cari Amici, colgo l’occasione di questo nostro notiziario per informarVi sugli ultimi avvenimenti che hanno riguardato la nostra Associazione: Il 20 marzo scorso si e’ riunita l’Assemblea Straordinaria dei Soci per le elezioni delle cariche sociali 2004-2007, segnatamente per: a) Consiglio Direttivo b) Revisori dei Conti c) Collegio dei Probiviri a. Per l’elezione del Consiglio Direttivo (il cui numero legale previsto dallo Statuto Sociale e’ di 9, tra Presidente, Tesoriere, Segretario e Consiglieri), si sono candidate 11 persone, delle quali 9, avendo ottenuto il maggior numero di voti, sono state elette. I nominativi sono riportati qui di seguito: 1. Domenica Brosio (61 voti); 2. Albina Parente (59 voti), 3. Margherita Cottino (57 voti); 4. Adriana Zatterale (49 voti); 5. Carmela Illibato (48 voti); 6. Giovanni Melluso (46 voti); 7. Mariannina Calzone (45 voti); 8. Paolo Cammarota (43 voti); 9. Maria Cipriani (43 voti); 10. Giovanni Pagano (42 voti); 11. Anna Amendola (17 voti). A sorpresa, il Dr. Giovanni Pagano, Presidente uscente e candidato, e’ risultato decimo e, pertanto, non fara’ parte del nuovo Consiglio Direttivo. Il Consiglio Direttivo, insediatosi il 29 marzo scorso, ha ritenuto opportuno ufficializzare le seguenti cariche: Presidente: Albina Parente; Vice-Presidente: Giovanni Melluso; Tesoriere: Domenica Brosio; Segretario: Margherita Cottino; Consiglieri: Adriana Zatterale, Carmela Illibato, Maria Cipriani, Mariannina Calzone, Paolo Cammarota. Nel corso della riunione si e’ deciso di insignire il Dr. Giovanni Pagano della carica di Presidente Onorario dell’AIRFA per i suoi meriti nella fondazione dell’Associazione, per l’impegno profuso nel promuovere l’interesse della comunita’ scientifica per l’anemia di Fanconi e nel ricercare costantemente il contatto umano con gli ammalati e le loro famiglie. Purtroppo, il Dr. Pagano ha deciso di non accettare l’incarico, ma ci ha assicuarato che continuera’ a lavorare in favore dell’ Associazione e delle attivita’ di ricerca sull’anemia di Fanconi. b. Per le candidature per i Revisori dei Conti sono stati eletti 1. Assunta Di Carluccio (56 voti ), 2. Mario Coletta (52 voti) e 3. Donato Marotta (43 voti). c. Per il Consiglio dei Probiviri sono stati eletti 1. Rita Scala (53 voti), 2. Giorgio D'Angelo (52 voti) e 3. Renato Lordi (45 voti). Nel frattempo, per motivi pratici, il Consiglio Direttivo, ha deliberato di spostare la sede dell’Associazione in una zona centrale di Napoli. Dopo numerose ricerche, abbiamo optato per un ufficio sito in Piazza Borsa, 14, e facilmente raggiungibile (si puo’, infatti, raggiungere a piedi dalla Stazione Centrale, dalle Funicolari Centrale e di Montesanto, e dalla Metropolitana di Piazza Dante, in attesa di poter usufruire della fermata “Stazione Universita’” proprio in Piazza Borsa. La mia carica di Presidente non comportera’ alcun cambiamento nel prosieguo delle attivita’ dell’Associazione, della divulgazione delle notizie sulla malattia e dell’assistenza alle famiglie. In qualita’ di neo Presidente ringrazio tutti della fiducia e del generoso supporto dato alle iniziative della nostra Associazione. Per l’importante “missione” che mi accingo a intraprendere, spero che tutti i soci, i ricercatori, e i sostenitori dell’Associazione continuino a seguirci con interesse e ad offrire il loro prezioso contributo. Augurando a tutti noi un buon lavoro, invio i miei piu’ cordiali saluti. La Presidente Albina Parente 2 CONSENSUS CONFERENCE SULLA DIAGNOSTICA DELL’ANEMIA DI FANCONI Rita Calzone – Servizio di Genetica ASL Napoli 1 Dall’ultimo convegno FARF ad Houston nello scorso ottobre era scaturita l’esigenza di fare il punto della situazione sulla diagnostica dell’Anemia di Fanconi (AF) allo scopo di pervenire ad una standardizzazione nella diagnosi di laboratorio e nella citogenetica midollare. Il FARF ha quindi promosso un workshop sull’argomento, che si è tenuto a Chicago l’11 e 12 giugno scorsi. Sono stati invitati e sponsorizzati i massimi esperti mondiali nel campo, in tutto una trentina di persone, che si sono confrontati sulla loro esperienza. Erano presenti: Blanche Alter, Diane C. Arthur e Neelam Giri dal National Cancer Institute, Arleen Auerbach e Orna Levran dalla Rockefeller University, Grover Bagby dall’OHSU Cancer Institute, David A. Williams, Saurabh Chandra e Teresa Smolarek dal Cincinnati Children’s Hospital Medical Center, John Wagner e Betsy Hirsch dalla University of Minnesota Medical School, Suresh C. Jhanwar dal Memorial Sloan-Kettering Cancer Center, Jeffrey M. Lipton dall’Albert Einstein College of Medicine, Akiko Shimamura e Lisa Moreau dal Dana Farber Cancer Institute, Robb Moses, Susan Olson e Carolyn Sue Richards dall’Oregon Health & Science University, Steven A. Schonberg dal Quest Diagnostic Nichols Institute; ed inoltre, dall’Europa, Helmut Hanenberg (Università di Düesseldorf), Holger Hoehn (Università di Würzburg), Hans Joenje e Gerard Pals (Università di Amsterdam), Christopher Mathew (Guy’s, King’s, and St. Thomas’ School of Medicine di Londra), Heidemarie Neitzel (Università di Berlino), Jean Soulier (Hôpital St. Louis di Parigi), Jordi Surralles (Università di Barcellona), Adriana Zatterale (Servizio di Genetica dell’ASL Napoli 1); Daniela Pilonetto dal Brasile e Tommy Pearson dal Sud Africa. Erano inoltre presenti, quali osservatori, Lynn Frohnmayer, Deane Marchbein, Mary Ellen Eiler, Suzanne Lauck, Bob Sacks e Mike Vangel del FARF e Ralf Dietrich. Le due giornate sono state di intenso lavoro. La prima ha riguardato la diagnostica, incentrando la discussione sui tre punti seguenti: 1) Diagnosi di AF con test citogenetico (DEB o MMC?) e/o con western blotting (WB) della proteina FANCD2. 2) 3) Determinazione del gruppo di complementazione con fusione cellulare o con l’impiego di vettori retrovirali. Studio delle mutazioni. 1) I dati portati dai diversi relatori hanno unanimemente confermato la maggiore specificità e sensibilità del DEB rispetto alla MMC, fatta eccezione per Hans Joenje che usa da vari decenni un protocollo per la MMC che però si è rivelato particolarmente complesso e quindi non facilmente riproducibile. È stata sottolineata l’opportunità di alcuni accorgimenti - già in uso presso il nostro Servizio in particolare di ripetere sempre un test positivo prima di comunicare la diagnosi, di lavorare con cellule di controllo, di porre diagnosi differenziale con la Njimegen Breakage Syndrome, che può risultare positiva ai test di instabilità. Si è quindi passati a discutere l’utilità della determinazione con immunowestern blotting della proteina FANCD2 nelle sue forme S ed L. Si è concordato che tale test non può sostituire la diagnostica citogenetica, ma deve attualmente essere considerato quale test di screening diagnostico dei pazienti (dà risultato informativo in pazienti di gruppo A, C, D2, E, F, G ed L), e di verifica nei test di complementazione con retrovirus. È stato poi affrontato il tema del mosaicismo, che interessa il 10-20% dei pazienti con AF. È stata sottolineata la necessità che lo studio dell’instabilità cromosomica con clastogeni e il WB siano eseguiti su tessuti diversi, e che gli operatori siano specificamente competenti. È inoltre emerso quanto sia fondamentale un accurato studio clinico del paziente, realizzato da persone con specifica sensibilità, in grado di identificare anche segni sfumati in modo da fare diagnosi anche con un quadro clinico e cellulare non eclatante. Si è infine concordato che nei casi di mosaicismo è indispensabile lavorare su cellule non stabilizzate, in quanto le cellule, se revertite a un genotipo normale o corretto, presentano un vantaggio selettivo di crescita in vitro, che può confondere maggiormente il quadro. La citofluorimetria a flusso può fornire un contributo alla diagnosi, a meno che i pazienti non siano stati trattati con chemioterapici, o abbiano una leucemia in corso. Non è chiaro però se le 3 alterazioni osservate nello studio del ciclo cellulare siano legate alle rotture cromosomiche o alla sopravvivenza cellulare. 2) Lo studio dei gruppi di complementazione può essere eseguito per fusione cellulare o con vettori retrovirali. La seconda procedura è più rapida ed ha una resa maggiore in termini di casi caratterizzati, ma risulta problematica per il gruppo D2. Per mettere in evidenza l’avvenuta complementazione possono essere usati gli stessi test impiegati nella diagnostica (DEB, MMC, WB, citofluorimetria) o la sopravvivenza cellulare in presenza di MMC. 3) Riguardo all’analisi molecolare, è stata evidenziata l’estrema variabilità delle mutazioni AF nell’ambito dello stesso gruppo di complementazione. L’analisi di mutazione è infatti agevole solo per geni di piccole dimensioni. Sono stati concordati i seguenti criteri generali: a) utilizzare più di una tecnica (è stata segnalata anche una metodica di recente sviluppo, la multiplex ligationdependent probe amplification – MLPA); b) le mutazioni devono essere identificate distintamente dalle varianti normali; c) è necessaria l’analisi di segregazione. Si è parlato anche di diagnosi prenatale, ma non c’è stato alcun accenno alla diagnosi pre-impianto (nonostante la presenza di John Wagner, che dopo cinque anni di tentativi è riuscito a realizzarla per la famiglia Nash), verosimilmente per le difficoltà ed i limiti tecnici che questo tipo di diagnostica ancora comporta, che la rendono di difficile applicazione, senza le considerazioni di ordine etico, che ne rendono non unanimemente condivisibili i principi. La seconda giornata del workshop è stata dedicata alla citogenetica midollare. Il quesito che sottendeva questa sessione era la ricerca di riarrangiamenti cromosomici specifici che potessero dare indicazioni sul management dei pazienti. In primis è stata sottolineata l’utilità di tale studio, ricco di informazioni sullo stato del paziente, ma non uniformemente diffuso. In Italia, ad esempio, viene eseguito – e non sempre – solo sui pazienti da trapiantare, come è emerso da un’indagine da noi svolta, come Registro Italiano dell’Anemia di Fanconi, nel periodo precedente il Workshop. Nel 44% dei pazienti studiati, prevalentemente in USA e Germania, è stato riscontrato un cariotipo midollare alterato. Le anomalie erano a carico soprattutto del cromosoma 3, ma anche del 7, del 6, dell’1 e del 5. È stato evidenziato che l’aumento e la maggiore complessità delle anomalie cromosomiche midollari sono in relazione alla trasformazione neoplastica del midollo e all’età dei pazienti, suggerendo che costituiscano un marker precoce di neoplasia. Per questo è utile l’applicazione non solo della citogenetica tradizionale ma anche di procedure di secondo livello quali la FISH, lo SKY e la CGH, allo scopo di evidenziare anomalie non rilevabili con le tecniche citogenetiche tradizionali, oltre allo studio dei telomeri di alcuni specifici cromosomi. Un contributo è anche risultato venire dallo studio dell’immunofenotipo midollare. Alla fine dei lavori è emersa l’importanza di elaborare delle linee guida, per i diversi aspetti della diagnostica. Il compito è stato affidato a diversi esperti: Arleen Auerbach per il test al DEB; Hans Joenje per il test alla MMC; Akiko Shimamura per il WB della proteina FANCD2; Helmut Hanenberg e David A. Williams per lo studio del ciclo cellulare, Betsy Hirsch per il controllo di qualità. L’esito della partecipazione a questo workshop per noi è stato rilevante. Oltre al riconoscimento al lavoro svolto in questi anni dal nostro Servizio, implicito nell’invito rivolto alla dr.ssa Zatterale (io ero un’osservatrice esterna), abbiamo ottenuto conferma della correttezza delle nostre procedure diagnostiche non solo per il test al DEB che eseguiamo ormai da 15 anni secondo il protocollo della prof.ssa Auerbach (abbiamo eseguito in questo periodo 665 test con 103 risultati positivi, in 9 casi modificando errori diagnostici altrui) ma anche per i test di WB e complementazione (utilizzati finora solo in progetti di ricerca) che stiamo perfezionando e che renderemo noti alla comunità dei clinici italiani appena saranno disponibili per uso diagnostico, con garanzia di affidabilità. Abbiamo inoltre recepito l’urgenza di sensibilizzare gli stessi clinici allo studio delle anomalie citogenetiche midollari, tenendo presente che da campioni di midollo osseo dei pazienti saremmo anche in grado di isolare fibroblasti per lo studio del mosaicismo. Nonostante il livello di impegno e di esperienza dei partecipanti, molti quesiti sono rimasti irrisolti, richiedendo ulteriori futuri approfondimenti. 4 NUOVE ACQUISIZIONI SULLA PATOGENESI DELL'APLASIA DELL'ANEMIA DI FANCONI …. e morbilità dei pazienti affetti da Anemia di Fanconi. L’insufficienza midollare consiste nella riduzione del numero delle cellule circolanti del sangue ed è dovuta ad una distruzione di quelle cellule progenitrici tecnicamente definite cellule staminalilocalizzate nel midollo osseo. Non sono note con precisione le cause che, nei soggetti con Anemia di Fanconi, portano al danno delle cellule progenitrici midollari e che quindi portano all’insufficienza midollare. Studi su modelli animali suggeriscono che alcune sostanze come TNFα e IFN-γ possano uccidere le cellule staminali midollari. Il nostro gruppo ha recentemente pubblicato sulla rivista scientifica americana “Blood” (15 Sep 2003, 102, 6, 2053-2059) i risultati del primo studio condotto su cellule del midollo osseo di soggetti con Anemia di Fanconi relativo a tali sostanze dannose sulle cellule progenitrici midollari. Tale ricerca dimostra che nel midollo osseo dei pazienti con Anemia di Fanconi esistono almeno due molecole, TNF-α e IFN-γ, che possono uccidere le cellule progenitrici. Abbiamo inoltre dimostrato che, bloccando l’azione di una di queste due sostanze e cioè di TNF-α, è possibile migliorare la crescita in vitro dei progenitori midollari dei globuli rossi. L’importanza di tale studio è duplice. Innanzi tutto ha permesso di individuare alcune molecole “killer” nel “vero campo di battaglia” e cioè nel midollo dei pazienti confermando dunque i dati già noti in sistemi più “artifciali” quali gli animali da esperimento e le linee cellulari. In secondo luogo ha dimostrato che è possibile contrastare in vitro gli effetti negativi sui progenitori dei globuli rossi di TNF-α. Ciò costituisce un progresso nelle conoscenze dei meccanismi che portano all’aplasia midollare dei pazienti con Anemia di Fanconi e rappresenta la base sperimentale per eventuali nuove future terapie dell’insufficienza midollare che possano affiancare quelle attualmente disponibili quali a esempio il trapianto di midollo osseo. E’altresì possibile che vi siano più sostanze capaci di uccidere le cellule staminali e pertanto la attività del nostro gruppo si è ora diretta verso altri possibili molecole “killer”. Oltre al già citato IFN-γ che sappiamo già essere presente nel midollo, intendiamo studiare, dapprima su linee cellulari e poi, se i risultati saranno confortanti, sulle cellule dei pazienti, altre sostanze ad effetto negativo sul midollo, tentando di capire come agiscono e se, come è possibile, operano potenziando l’una l’azione di altre. Al momento non siamo in grado di anticipare alcun risultato di questa seconda “tranche” di studi essendo essi in pieno svolgimento. Va sottolineato che il trasferimento dei dati dalla ricerca alla pratica clinica richiede tempi lunghi e che quindi al momento non è legittimo parlare di terapie innovative per l’insufficienza midollare dell’Anemia di Fanconi. Resta tuttavia da sottolineare il ruolo della cosiddetta ricerca traslazionale. In effetti, mentre la ricerca di base ha il compito di studiare i complessi meccanismi che governano la biologia cellulare senza porsi come meta un beneficio clinico immediato per i pazienti, la ricerca traslazionale ne rappresenta l’ideale prosecuzione verso il piano clinico-pratico poiché cerca di identificare e sviluppare quelle condizioni che la ricerca clinica dovrà poi tradurre ad esempio in nuovi, migliori, strumenti diagnostico-terapeutici. E' quindi evidente come una integrata ideale staffetta fra i vari segmenti della ricerca, quella di base, quella traslazionale e quella clinica, che è la più vicina ai pazienti, sia premessa fondamentale per scoperte innovative che migliorino le prospettive e la qualità di vita dei malati. Carlo Dufour Responsabile U.O.S Ematologia Clinica e di Laboratorio Dipartimento di Emato-Oncologia Pediatrica Istituto G.Gaslini- Genova L’attività di ricerca sull’Anemia di Fanconi svolta dall’Unità di Ematologia del Gaslini è supportata dal 2001 dall’A.I.R.F.A. 5 SCOPERTE NUOVE RELAZIONI TRA ANEMIA DI FANCONI E STRESS OSSIDATIVO I RISULTATI DEL PROGETTO EUROS PUBBLICATI SULLA RIVISTA CARCINOGENESIS Parametro Effetto genere Effetto età + + + + ND + + NA 8-OHdG (GB) 8-OHdG (urine) GSSG:GSH MGlx ICS ND = non determinato; NA = non applicabile. rapporto femmine:maschi (f:m) circa eguale a 1,4. Tale rapporto era confermato nei pazienti trapiantati e nella instabilità cromosomica spontanea (ICS), ma non nei genitori, né nei soggetti di controllo, in cui il rapporto f:m era prossimo a 1. Questi dati suggeriscono una associazione tra danno ossidativo al DNA e ICS che, a sua volta, costituisce un elemento-cardine nel fenotipo AF. Altro aspetto, del massimo rilievo, emerge dalle misurazioni della 8-OHdG urinaria (v. grafico). Maschi Femmine 10,0 nmol 8-OHdG/mmol creatinina Sul numero di luglio 2004 della rivista Carcinogenesis è stato pubblicato l’articolo che riferisce i dati del Progetto EUROS nei pazienti con anemia di Fanconi e nei loro genitori.* Il Progetto, sostenuto dalla Commissione Europea e da contributi AIRFA, ha visto la nostra Associazione come ente amministratore del contratto. Emerge la numerosità dei donatori reclutati: 56 pazienti (42 non trapiantati e 14 trapiantati), 54 eterozigoti (genitori) e 173 soggetti di controllo. Data la rarità dell’AF, questi numeri elevati sono dovuti grazie alla collaborazione di medici attivi in 11 centri clinici di due Paesi (Italia e Turchia), e grazie a vasti numeri di “famiglie Fanconi” e di volontari sani. Una iniziale obiezione, per cui ottenere numeri così alti fosse impresa irrealizzabile e inutile, è rimossa dalle conoscenze ottenute: oggi si deve riconoscere la necessità di una casistica estesa, o sarebbero mancate alcune osservazioni cruciali. Il Progetto EUROS mirava a valutare una serie di indicatori di stress ossidativo in pazienti affetti da sette malattie genetiche, tra cui l’AF, da riferire ai dati dei genitori e ad una popolazione di controllo. I parametri esaminati erano costituiti da: 1. 8-OHdG (8-idrossi-2’-deossiguanosina), indicatore di danno ossidativo al DNA, accumulata nei globuli bianchi (GB) e, rispettivamente, escreta nelle urine; 2. glutatione [presente in forma ossidata (GSSG) e ridotta (GSH)], molecola essenziale nella regolazione degli equilibri ossido-riduttivi cellulari; 3. metilgliossale (MGlx), un prodotto della degradazione ossidativa di carboidrati e aminoacidi; 4. alcuni antiossidanti (Vit. C ed E e acido urico). Oltre alle analisi programmate in origine, sono state condotte altre indagini, tra cui: a) la valutazione della instabilità cromosomica spontanea (ICS), riferita al danno ossidativo al DNA, estesa alla casistica storica del Registro Italiano Anemia di Fanconi (RIAF); b) misurazioni di glicemia, connessa ai livelli di MGlx; c) misurazioni di glucoso-6-fosfato deidrogenasi (G6PD), per la possibile associazione con il glutatione. 7,5 5,0 2,5 0,0 I risultati hanno condotto a un’ampia conferma di uno stato proossidante in vivo, cioè nell’organismo del paziente con AF. Rispetto alle iniziali ipotesi di lavoro, sono intervenute diverse informazioni impreviste. Sono state osservate distinzioni in base al genere e/o all’età dei pazienti non trapiantati, riassunti in Tavola. Sono stati rilevati differenti livelli di 8-OHdG (sia leucocitaria che urinaria) in funzione del genere dei pazienti non trapiantati, in quanto le femmine hanno mostrato valori più elevati rispetto ai maschi, secondo un * Pagano, G, Degan, P, d’Ischia, M, Kelly, FJ, Pallardó, FV, Zatterale, A, Anak, SS, Akişık, EE, Beneduce, G, Calzone, R, De Nicola, E, Dunster, C, Lloret, A, Manini, P, Nobili, B, Saviano, A, Vuttariello, E and Warnau, M. (2004) Genderand age-related distinctions for the in vivo prooxidant state in Fanconi anaemia patients. Carcinogenesis 25(7) DOI: 10.1093/carcin/bgh194 Pazienti AF Genitori Controlli adulti Controlli 1-15 anni Era atteso che i livelli di 8-OHdG urinaria nei pazienti con AF fossero inferiori rispetto ai soggetti normali, in base all’assunto – condiviso dalla quasi totalità degli studiosi – di un deficit nella riparazione del DNA nell’AF. Si riteneva, dunque, che il danno al DNA si accumulasse nelle cellule (come confermato) senza venire rimosso adeguatamente. Di conseguenza, alla mancata (o ridotta) rimozione del danno al DNA, doveva corrispondere una diminuzione nei livelli di basi danneggiate del DNA nelle urine. Questo non è stato il caso, in quanto i pazienti maschi hanno livelli di 8-OHdG urinaria non significativamente inferiori rispetto ai controlli, mentre nelle femmine questi livelli sono significativamente elevati (p = 0,02) rispetto alle donatrici di controllo. Questo dato, come minimo, testimonia che un deficit nella riparazione del DNA non risulta rilevante in vivo; in prospettiva di ulteriori verifiche, questo dato potrebbe condurre a porre in discussione l’intera teoria del deficit di riparazione del DNA, tuttora il “dogma centrale” dell’anemia di Fanconi. 6 Le analisi della 8-OHdG leucocitaria nei pazienti hanno mostrato una netta distinzione in base a due gruppi di età, che comprendevano pazienti fino all’età di 15 anni, e un gruppo di pazienti di età compresa tra i 16 e i 29 anni. E’ risultato che soltanto i pazienti del gruppo fino a 15 anni mostravano livelli di 8-OHdG leucocitaria superiori ai valori di controllo (nella stessa fascia di età), mentre i pazienti adolescenti/adulti mostravano livelli sovrapponibili ai controlli. Questa distinzione per gruppi di età ha condotto ad analoghe verifiche per gli altri parametri esaminati. Le analisi dei livelli ematici di glutatione (rapporto GSSG:GSH) hanno condotto, inizialmente, a risultati che sembravano indicare la sovrapponibilità tra i dati dei pazienti (di tutte le età) e dei controlli. Una volta esaminati i dati in base all’appartenenza ai due gruppi di età, emergeva una spiccata distinzione, per cui i pazienti (sia non trapiantati che trapiantati), fino a 15 anni, mostravano un rapporto GSSG:GSH significativamente innalzato rispetto ai controlli di pari età; all’opposto, un gruppo di pazienti dai 16 ai 29 anni mostrava una netta riduzione del rapporto GSSG:GSH rispetto ai controlli di pari età. Analogamente, i livelli plasmatici di MGlx risultavano elevati nei pazienti di tutte le età, ma una valutazione per fasce di età mostrava che l’aumento nei livelli di MGlx risultava significativamente più elevato nel gruppo fino a 15 anni, laddove i dati dei pazienti adolescenti/adulti mostravano livelli di MGlx sovrapponibili ai controlli. E’ notevole che i livelli plasmatici di MGlx abbiano mostrato un significativo innalzamento nei genitori dei pazienti, perfino superiore ai dati dei pazienti. In caso di conferma in ulteriori studi, si potrebbe prospettare l’analisi del MGlx come un eventuale parametro per valutare lo stato di eterozigote Fanconi, nell’attuale assenza di un test diagnostico. Risulta confermato un significativo eccesso di glicemia nei pazienti con AF, già riferito in letteratura e coerentemente con l’osservato eccesso dei livelli di MGlx (indicatore di diabete). Viceversa, non sono emerse alterazioni significative nei livelli di antiossidanti (Vitamina C, Vitamina E ed acido urico); tale risultato non trova attualmente spiegazione e richiede ulteriori studi. Anche negative sono state le misurazioni di G6PD. Nel complesso, lo studio dà conto di uno squilibrio metabolico a livello di organismo nei pazienti con AF, in linea con le note relazioni tra i parametri esaminati e una serie di complicazioni (neoplasie, malformazioni, endocrinopatie) o aspetti clinici (macule cutanee), sui cui meccanismi non risulta formulata una interpretazione complessiva. Le osservazioni di questo studio possono fornire un quadro unificante, nel contesto di uno squilibrio metabolico centrato su uno stato proossidante che, a sua volta, può costituire un fattore determinante nei vari aspetti del fenotipo clinico dell’AF. I risultati dello studio e recenti pubblicazioni sulle funzioni delle proteine Fanconi (riferite in scheda) possono condurre a configurare un quadro d’insieme verso la ridefinizione dell’AF come malattia dismetabolica (v. figura). Le distinzioni nei parametri di stress ossidativo, riconoscibili in base al sesso e all’età, gettano luce su possibili fattori in grado di modulare vie metaboliche ossido-riduttive. Un fattore probabilmente coinvolto può consistere nei livelli di ormoni gonadici, nei due sessi e all’atto della pubertà. Questa ipotesi di interpretazione va indubbiamente suffragata in ulteriori indagini: allo stato attuale, comunque, un probabile ruolo degli ormoni sessuali trova conforto in una serie di studi che attestano il ruolo di androgeni ed estrogeni quali modulatori nello stress ossidativo. Inoltre, tale interpretazione sarebbe in linea con la nota azione terapeutica degli androgeni Neoplasie Deplezione midollare Iperglicemia/ Diabete Stato Proossidante Parametri di stress ossidativo Altre endocrinopatie Malformazioni Macule cutanee Proposta di un ruolo centrale dello stato proossidante nel fenotipo cellulare e clinico dell’AF. nella pratica clinica: finora basata su riscontri empirici e carenti di interpretazioni meccanicistiche. Lo studio ha condotto a una serie di informazioni che potrebbero costituire le basi per studi clinici mirati a nuove prospettive nella gestione clinica dei pazienti con AF. NUOVE EVIDENZE MOLECOLARI: RILIEVO DELLO STRESS OSSIDATIVO NELL’ANEMIA DI FANCONI Recenti studi* hanno riferito funzioni di alcune proteine Fanconi (FANCA, FANCC e FANCG) direttamente connesse con vie metaboliche ossido-riduttive (cioè connesse con lo stress ossidativo). La complessità della materia richiederebbe un esteso articolo di rassegna per questi lavori, apparsi tra l’ottobre 2003 e il maggio 2004. In estrema sintesi: i lavori di Reuter et al. (2003) e di Zanier et al. (2004) riferiscono l’associazione o interazione di estesi numeri (più di 100) di proteine, o RNA con le proteine FANCA, FANCC e FANCG. Le funzioni di questi “interattori” includono il metabolismo ossidativo e un «ruolo antinfiammatorio». Proteine con funzioni implicate nella riparazione del DNA non sono citate (Reuter et al.) o sono state cercate, ma non trovate (Zanier et al.). Saadatzeh et al. (2004) hanno verificato un diretto coinvolgimento di stimoli ossidanti nell’induzione di apoptosi in cellule difettive Fancc-/-. L’apoptosi viene specificamente diminuita da antiossidanti ed è stata associata alla attivazione di ASK1, via metabolica direttamente interconnessa con l’induzione di stress ossidativo. L’influenza delle condizioni ossido-riduttive sulle proteine FANCA e FANCG è stata dimostrata da Park et al. (2004): il danno ossidativo interviene nelle funzioni e nella struttura fisica di entrambe le proteine Fanconi, modulando il loro stato monomerico/multimerico e la loro capacità di formare complessi. In questo, FANCA e FANCG si possono considerare due proteine redox-dipendenti. * Reuter, TY et al. (2003) Exp Cell Res 289:211-221. Saadatzadeh, MR et al. (2004) J Biol Chem 279: 16805–16812. Zanier, R et al. (2004) Oncogene DOI: 10.1038/sj.onc.1207677. Park SJ et al. (2004) J Biol Chem May 10 [Epub ahead of print] 7 PER MOLLY: IN ITALIA NON C’È POSTO La legge 40 confina alle coppie infertili le procedure di procreazione assistita E’ la legge che “regola” la procreazione medicalmente assistita: destinata alle coppie sterili o infertili, ha suscitato boati di polemiche anche tra i “diretti interessati”, per le sue incongruenze tecniche e concettuali. Tra le numerose assurdità partorite dal legislatore, si possono citare la limitazione a tre embrioni da generare e impiantare in utero (tecnicamente privo di senso); la esclusione della fecondazione eterologa (cioè da donatore estraneo alla coppia: come se l’infertilità non fosse dovuta, in un gran numero di casi, alla infertilità di un solo componente della coppia) e l’obbligo di impiantare in utero anche embrioni patologici (con penosi quanto evidenti dilemmi che qui si tralasciano). Se le obiezioni sono gravi e numerose per le coppie infertili, ben altrimenti si pone la questione per le nostre famiglie, come anche per le famiglie colpite da altre malattie genetiche similari (ad esempio, talassemia e drepanocitosi). Noi siamo per definizione esclusi da queste procedure, in quanto fertili (art. 1 e 4) e, soprattutto, in quanto la procedura che ci riguarda prevede «tecniche di selezione» espressamente proibite dall’art. 13, 3° comma. Per i medici che violino quanto previsto nell’art. 13, sono previste pene detentive e pecuniarie, con l’esclusione dalla professione: sicchè è davvero improbabile che si troverà un professionista in Italia che proceda in aiuto di un bambino con anemia di Fanconi, o con analoghe patologie... Il motivo della contesa risale al caso Molly Nash. Molti lettori possono ricordare l’annunzio di speranza dato su queste pagine nell’autunno 2000. La piccola Molly, in progressivo aggravamento e priva di donatori per un trapianto, era stata salvata grazie un intervento che includeva la diagnosi preimpianto (presenza/assenza di un gene Fanconi e compatibilità o meno per un trapianto di cellule staminali) e l’impianto in utero di un embrione privo di malattia e compatibile per un trapianto. La procedura, al quarto tentativo, portò alla nascita di Adam, il fratellino: il cordone ombelicale di Adam venne in soccorso di Molly. Oggi la famiglia Nash si è accresciuta di un’altra bambina, Delaine, di 15 mesi. E’ una famiglia serena: la sciagura è un lontano, brutto sogno di più di tre anni fa. La famiglia Nash nel 2001. Che dire ai soloni che invocano princìpi in astratto rispettabili ma che, nei fatti, negano la sopravvivenza di un bambino: nato, vivente e irrimediabilmente condannato? O che rispondere ad altre obiezioni, paludate di tecnicismi, circa le difficoltà di portare a termine una procedura ad elevato rischio di insuccesso? Si potrebbero invocare i massimi sistemi, pronunziare anatemi reciproci e non smuovere la situazione di una virgola. Nella pratica del dolore, che conosciamo, noi genitori di bambini con AF seguiamo ogni percorso per salvare i nostri figli. Se il bambino si mantiene ben compensato, siamo sollevati e speriamo che non accada il peggio. Se troviamo un donatore consanguineo, si va a un trapianto, con buone speranze di successo (ben diversa è la prospettiva, con donatore non consanguineo). Se poi il donatore non c’è e si continua a non trovarlo; se il bambino si aggrava e non abbiamo altre speranze, sappiamo che esiste una possibilità tecnica e una concreta, per quanto difficile, strada da percorrere. Vivendo in altri Paesi, prenderemmo appuntamento con un centro clinico specializzato nella diagnosi preimpianto e, in caso di successo, avremmo alte probabilità di salvare il bambino altrimenti condannato. La legge 40/2004*, in Italia, ci lascia innominati ed esclusi, con due possibilità. Chi ha (molti) soldi, va all’estero per ottenere quanto ci è negato in Italia. O ci attrezziamo per andare al referendum abrogativo di questa legge scellerata, così stigmatizzata da Umberto Veronesi: «Come libero cittadino di un libero Paese, mi auguro che il Parlamento, superando steccati ideologici, riveda una legge che nella sua applicazione può arrivare a costringere una donna a farsi impiantare contro la propria volontà tutti gli ovuli fecondati, anche se portatori di una malattia genetica. Non resta che essere d’accordo con il referendum abrogativo di una legge ingiusta e giuridicamente non in linea con lo statuto di un Paese democratico». Chi vuole aderire alla raccolta di firme per il referendum abrogativo della legge 40, può collegarsi al sito http://www.lucacoscioni.it/ e cliccare sull’icona “referendum”. Con buone memorie di battaglie civili negli scorsi trenta anni, sappiamo che è possibile farcela! Giovanni Pagano *Nota di redazione: Attualmente il Parlamento sta revisionando questa legge. Giugno 2004: Delaine, Molly e Adam Nash. 8 La voce dei soci Questo spazio è dedicato alle comunicazioni dell'Associazione ai Soci, ma anche ai vostri brevi messaggi, alle vostre lamentele, ai vostri suggerimenti e a tutto quello che vorrete pubblicare all'interno di questo piccolo spazio dedicato a voi. Cari genitori e cari amici, mi chiamo Maria Cipriani e sono la mamma di una bambina stupenda di nove anni, Irene, che ha l'anemia di Fanconi. Le sue condizioni, al momento, sono buone, è in attesa di un trapianto ma i valori dell'emocromo non sono ancora scesi a livelli pericolosi. La nostra famiglia vive a Ceccano (FR) nel Lazio; io e mio marito, Fabio Di Mario, abbiamo anche un altro figlio, Andrea di tredici anni. Dal 2004 sono membro del Consiglio Direttivo dell'AIRFA alla quale siamo associati dal 2001. Nel 2001 ho fatto anche "conoscenza" con l'anemia di Fanconi quando, in ottobre, dopo varie peripezie, veniva diagnosticata alla mia bambina che aveva allora sei anni. So per certo che i miei sentimenti, la mia disperazione, l'ombra che da allora mi porto dentro il cuore, purtroppo sono anche i vostri. Dopo tante lacrime però, si deve affrontare la vita, si abbraccia la croce e si va avanti, cercando l'oblio nel quotidiano, cercando fino a quando sarà possibile, di non pensare a cosa ci riserva il futuro, tenendo la mente imprigionata così che non vada troppo lontano. Quando mi sono messa in contatto con l'AIRFA, l'ho vista con gli occhi di un naufrago che avvista la terra: cercavo il contatto con gli altri che percorrevano il mio stesso cammino, sentivo e sento tuttora il bisogno di confrontare le esperienze, di dare e ricevere conforto, di scambiare il bagaglio personale del vissuto. Nell'ultima riunione del Direttivo, si è discusso anche di questo aspetto: dei rapporti interpersonali e si è sentita la necessità di costruire una rete di contatti che renda l'AIRFA una associazione viva, una piccola comunità. Sentendo questo bisogno in prima persona, ho dato subito la mia disponibilità ricevendo l'incarico di tenere i contatti con le famiglie. La distanza geografica, in molti casi, limiterà la conoscenza personale ma, con internet, essa non è più un vero ostacolo. Vorrei riuscire a far si che ci appoggiamo gli uni agli altri, per poter insieme risolvere i nostri piccoli e grandi problemi, per sentirci meno soli e sentirci in grado di affrontare anche tutto il mondo, se necessario, per combattere questo male che ci affligge. Se avete voglia di contattarmi potete telefonarmi ai seguenti numeri: casa 0775-604679 cell. 349-1369527 oppure potere scrivere al mio indirizzo di posta elettronica: [email protected] oppure per posta ordinaria al mio indirizzo : Maria Cipriani - Via Madonna delle Grazie, 34 - 03023 Ceccano (FR). Vi abbraccio tutti con affetto, Maria DAL TESORIERE Cari amici, Qui di seguito la situazione economico-finanziaria dell'Associazione dell'anno 2003 per tutti coloro che non hanno partecipato all'Assemblea dei soci del 20 marzo u.s.: Consuntivo 2003 Contributi da soci, donazioni e lasciti Proventi netti da manifestazioni varie Proventi finanziari Spese di gestione Disponibilità attiva Disponibilità precedente Disponibilità totale Erogazioni Disponibilità fine esercizio 5.158,27 33.445,35 41,88 23.700,84 14.944,66 27.982,71 42.927,37 22.688,05 20.239,32 Preventivo 2003 Contributi da soci, donazioni e lasciti Proventi netti da manifestazioni varie Spese di gestione Disponibilità attiva Disponibilità precedente Disponibilità totale Erogazioni Disponibilità fine esercizio 7.000,00 50.000,00 18.500,00 38.500,00 27.982,00 66.482,00 56.500,00 9.982,00 Il Tesoriere Domenica Brosio 9 LE ATTIVITÀ DELLA NOSTRA ASSOCIAZIONE Nuova raccolta fondi Natale 2004 Cari amici! A settembre partirà la nuova campagna di raccolta fondi "Natale 2004" e speriamo di migliorare i risultati della campagna precedente. Un grazie di cuore a tutti coloro che hanno partecipato negli anni scorsi, anche solo con un minimo contributo. Ma soprattutto grazie a tutti coloro che decideranno di unirsi per questa nuova iniziativa anche solo con pochi pezzi da distribuire. Per qualsiasi informazione sulle modalità, tempi di consegna, e prodotti realizzati, Vi preghiamo di contattare la nostra segretaria Francesca Panzeri presso la sede dell'AIRFA che Vi darà tutti i chiarimenti possibili in merito e tutta la disponibilità a venire incontro alle Vostre esigenze. Trovate di seguito una tabella esplicativa delle due Campagne di raccolta fondi relative a Natale 03 ormai completa e e Pasqua 04 dove invece aspettiamo ancora alcuni contributi per un totale di 2.350,00 Euro: Natale 2003 Entrate Uscite Totale netto 39.972,00 19.929,00 20.043,00 Pasqua 2004 Totale netto ☺ ☺ 17.850,00 10.182,00 7.668,00 ☺ ☺ ☺ ☺ ___________________________________________________________________________________________________________ AIRFA: Piazza Giovanni Bovio, 14 80133 Napoli Tel.:081-5523773; 335-6910060 Tel e Fax: 0814202599; 0812296625 E-mail: [email protected]; [email protected]; C/c postale: 17987801 Coordinate bancarie: c/c 1089 Banca Nazionale del Lavoro, Ag. 10 Napoli; ABI 1005; CAB 3413 L’AIRFA, fondata il 1.VI.1989, è iscritta al Registro Regionale Campano delle Associazioni di Volontariato (L. 266/91 e L.R. 9/93). Consiglio Direttivo: Albina Parente (Presidente); Giovanni Melluso (Vice-Presidente); Domenica Brosio (Tesoriere); Margherita Cottino (Segretario); Mariannina Calzone; Paolo Cammarota, Maria Cipriani; Carmela Illibato; Adriana Zatterale. Stampato dalla Ditta G. Calabrò, Napoli 10